Citazione di: daniele22 il 15 Settembre 2025, 18:54:09 PMMatteo 25,14-30
"14 Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 15 A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. 16 Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. 17 Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. 18 Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. 19 Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. 20 Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. 21 Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. 22 Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. 23 Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. 24 Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; 25 per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. 26 Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27 avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. 28 Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. 29 Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. 30 E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti".
Salve!
Naturalmente le Parabole nei Vangeli bisogna considerarle a livello spirituale, e cioè ogni parola ha un significato interiore che non riguarda le cose naturali e mondane bensì le cose spirituali e celesti.
Sui talenti di cui si parla nell'Evangelo di Luca, si può dire che chi coltiva con tutta diligenza il talento concessogli, quegli anche possiede il vero tesoro, in aggiunta al quale gli verrà sempre dato ancora di più; ma invece chi non si dà pena di coltivarlo e non vuol fare alcun sforzo per vincere la sua pigrizia, quegli non può poi ascrivere che a se stesso la colpa se alla fine, assieme alla sua mina serbata nel fazzoletto, diventa ancora più stolto di coloro i quali non vogliono che il re della luce regni sopra di loro.
(Nella nostra limitatezza), facciamo un esempio: Ci sono i Credenti e ci sono gli atei. I credenti nella loro fede cercano sempre letture, o altro per saperne sempre di più nella loro religione o nella fede. Gli atei anche loro abbondano di letture di cui maestri più atei di loro giustificano il loro ateismo.
A me sembra più che normale che i credenti ricevono sempre di più, come pure gli atei nella loro non credenza.
Cosa ne sanno gli atei di quello che i credenti ricevono? naturalmente a loro (gli atei) viene tolto quel poco (di fede nel divino) che avevano, dai loro maestri.
Poi ci sono gli agnostici, ma quelli credono, solo quando vedranno il Signore apparire fra le nuvole del cielo (Matteo 24, 29-31)
E' normale che ci siano credenti ed atei, dipende da tanti fattori: famiglia, compagnie, ecc.
Per essere sincero anch'io non so dire cosa sono. Ho anch'io una mia credenza ed è questa:
Credere = non serve a niente = molto facile
Sapere = serve a poco = meno facile
Amare = serve a molto = un po più difficile

