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Messaggi - Jacopus

#1
Dipende da cosa intendi per onestà intellettuale. Ti posso dire cosa io faccio e non faccio con il forum.

Cose che faccio:
1) scrivendo su un argomento mi chiarisco le idee su quel tema che magari vagavano confuse nel cervello. Una volta scritte sembrano più coerenti. Potere della scrittura e della riflessione sollecitata dalla scrittura.
2) dopo aver scritto mi diverto a fare editing di quello che ho scritto per alimentare il mio disturbo ossessivo.
3) qualche volta dopo aver scritto qualcosa di particolarmente edificante (ai miei occhi), penso fra me: madonna che intellettuale figo che sono diventato! (Qui subentrano alcuni innocui tratti narcisistici).
4) In passato mi sono divertito a dimostrare che avevo il cervello più lungo. Con l'età questo divertimento è sostanzialmente svanito.
5) Da qualche parte c'è un vago intento pedagogico, nell'illusione che questa bacheca digitale abbia l'effetto di orientare l'opinione di qualcuno.
6) Di fronte a qualche altro forumista agguerrito, mi sono trovato nella condizione di dover informarmi sull'argomento. Questo mi accade ancora oggi ma solo per la sezione "filosofia".
7) Penso che nel corso degli anni si sia formata una specie di cenacolo di veterani, che accetti per quel che sono e che mi fa piacere ritrovare. Se scompaiono sento un vago senso di nostalgia. Per tutti, anche per i più squilibrati, ma soprattutto per alcuni che erano veramente top: tipo Sgiombo o Apeiron, ma anche Davintro.
8 ) Talvolta, lo ammetto (anche se sembra impossibile) ho imparato qualcosa. Specialmente in quelle sezioni in cui non so granché. Alcuni interventi potrebbero tranquillamente essere inseriti in un testo di geopolitica o di filosofia o di teologia.

Cose che non faccio:
1) Rispondere in modo volgare o anche aggressivo. Qualche volta in realtà mi è capitato ma non è il mio stile. Se lo faccio è di solito a causa di avere come interlocutore un idiota (ma non nel senso dostoevskiano), orgoglioso di esserlo. Attualmente tollero anche loro.
2) Nei limiti della mia consapevolezza (quindi in modo parziale) cercare di non essere mai disonesto intellettualmente, per affondare il pensiero anche laddove non ha ancoraggi precostituiti. Qualche volta però lo sono e Inverno me lo fa notare.

Insomma con i suoi limiti, in questi anni di esercizio, è stata e continua ad essere una bella palestra di scrittura. Peccato non essere pagati🤓
#2
Prendo spunto da una discussione presente in un'altra sezione (quella spirituale), e per non appesantirla eccomi qua.

Il concetto "o si domina o si è dominati" è un concetto ricorrente nelle persone con disturbo antisociale, ovvero, per semplificare i delinquenti (quelli un po' raffinati però). Un concetto che è possibile reperire anche in tante persone normali. Manzoni fa dire ad Adelchi: "non resta che far del male o patirlo". Tutta la corrente del darwinismo sociale è attraversata da questa idea. Lo stesso Freud condivideva la rappresentazione dell'uomo come originariamente malvagio e recuperabile solo attraverso la cultura (cioè l'educazione). Per non parlare di tantissimi pensatori religiosi, che da questa decadenza dell'uomo traevano la conseguenza di una giustizia ultraterrena che compenserà il bellum omnia contra omnes.
È un concetto ideale per i dominatori, i quali, se sono sufficientemente clementi, possono domandare: a che pro sostituire un dominatore ad un altro, se il destino dell'uomo è questo continuo alternarsi di dominatori e dominati? È del resto la base anche dell'importante tesi sulle élite di Pareto. Insomma la domanda da farsi è sempre la solita: si tratta di una condizione ancestrale dell'uomo (il maschio alfa) o di una costruzione della civiltà, al fine di renderla possibile? E in questo secondo caso l'asimmetria dominatori/dominati in quante diverse declinazioni può essere individuata?

Prima dell'habeas corpus, davanti al giudice poteva anche arrivare il cadavere del reo, che veniva così giudicato post-mortem. Con l'habeas corpus, grande passo avanti dei sistemi giuridici medioevali, si doveva garantire che il reo arrivasse davanti al giudice vivo. In entrambi i casi vi è un dominatore ed un dominato, ma dopo l'habeas corpus si introduce una mitigazione di quel rapporto. La storia umana può essere letta come una continua ricerca di pesi e contrappesi nei rapporti di dominio, ma questi necessitano di una società emancipata, accogliente, critica. Se il percorso sul lungo periodo è verso la mitigazione del ruolo del dominus, non mancano certo episodi di ritorno a metodi più brutali. Non esiste antidoto davvero efficace, poiché in noi esiste davvero una tendenza antisociale ed, accanto ad essa una sociale. Quella antisociale tende a polarizzare il mondo e quella sociale a contestualizzare e a trovare le connessioni. È una partita aperta, al momento.
#3
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Il relativo maschile
21 Settembre 2025, 02:29:49 AM
Non credo che una battaglia escluda l'altra e, guarda caso, i critici verso l'una sono anche i critici dell'altra. Una connessione deve pur esserci allora. Personalmente, a torto o a ragione, evito le manifestazioni di piazza e tutto ciò che è potenzialmente violento. Mi limito ad esprimere il mio pensiero, e fra questi miei pensieri vi è anche quello che dice che struttura e sovrastruttura sono strettamente interrelati e non vi è necessariamente un motore primario che attiva un motore secondario, ma due motori che girano in modo parzialmente indipendente e che si influenzano reciprocamente. Leggere "il nome della rosa" per conferma.
#4
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Il relativo maschile
20 Settembre 2025, 22:20:49 PM
CitazioneLa retorica dell'«iniziamo intanto dal parificare la lingua, che poi ci aiuterà a parificare il resto» non potrebbe essere un dirottamento di energie e "militanze impegnate" per implicito disagio o incertezza nell'agire su terreni meglio pattugliati e difesi?
No. Questo poteva essere più vero in società nelle quali gli aspetti simbolici della cultura non erano così preponderanti come oggi. Questa opzione di tornare nella militanza materiale potrà avvenire solo in una società con le seguenti caratteristiche:
1) etá media bassa, partigiani, brigatisti, nappisti, hitlerjungender, leninisti e robesperriani sono di solito giovani.
2) situazione di povertà forte, ovvero mancanza di cibo nella scodella.
3) sviluppo di strumenti culturali e di una dimensione solidaristica contro l'attuale forma presa dal capitalismo.

La lotta nel mondo del simbolico è ciò che ci resta, visto che stiamo ancora comodamente seduti sui nostri sofà e già l'artrite inizia a sentirsi. Inoltre avvertiamo un forte sentimento di avversione per gran parte dei nostri simili.
Direi che al momento, l'unica alternativa alla lotta di classe è l'insurrezionalismo individuale o la malattia mentale.
#5
Brevi cenni. Come ha notato già Fabriba, è molto più adeguato chi non fa diagnosi dopo tre sedute e magari non le fa mai. Un giovane Van der Kolk chiese al suo professore come avrebbe definito Tizio Caio, perché secondo lui era uno psico-schizo-maniaco-nevro-ecc. Il professore rispose : io lo definirei Tizio Caio. Piccolo aneddoto per sottolineare che le diagnosi in campo psicologico possono servire ma senza dimenticare:
1) sono semplici ipotesi per orientare l'azione terapeutica;
2) ogni essere umano è, a livello corporeo e cerebrale, unico e non può essere ridotto ad una diagnosi;
3) gli esseri umani cambiano e così devono essere riformulate le diagnosi;
4) le diagnosi rischiano di essere iatrogene, cioè di concausare la sindrome che attribuiscono;
5) le diagnosi servono anche per vendere pillole.  Molti si domandano che non sia per questo che il Dsm-5 ha centuplicato le diagnosi.
5bis) interessante (ovvero preoccupante) rilevare che le psicopatologie a livello mondiale sono definite in modo apicale in termini alla "ipse dixit" dall'APA (American psichiatric Association).
#6
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Il relativo maschile
19 Settembre 2025, 15:05:09 PM
Il tratto elegante di Phil è una specie di marchio genetico . Ormai lo riconosco dopo le prime due frasi (è un complimento ai fini della solita captatio benevolentiae). Che 50:50 non sia equo lo ritengo anch'io. Ma la storia (questo lo aveva capito benissimo Nietzsche), è una specie di massa gravitazionale che si trascina nel corso dei secoli. Braudel parlava di "respiro lungo della storia". Non è difficile immaginare che se una figlia ha avuto per mamma una sarta, sarà per lei quasi un sollievo e un "bene" diventare sarta. Le differenze si trasmettono anche così. Sul fare la storia attraverso i casi presi dal basso invece mi sembra un metodo interessante, meno scientifico delle statistiche ma più umano, del resto anche Stalin conveniva che 1 milione di morti è statistica mentre un morto è omicidio.

Sul valore euristico dei pregiudizi direi che i pregiudizi sono atteggiamenti pigri che da quei pregiudizi potrebbero ottenere dei vantaggi. Impossibile farne a meno, ma andrebbero considerati come sempre modificabili, fragili, ipotesi da convalidare o anche da capovolgere. Altrimenti diventa l'armatura di una realtà che rischia di profetizzare.
#7
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Il relativo maschile
19 Settembre 2025, 10:36:02 AM
Mi spiace ma ridicolizzare un tema del genere può aumentare i tuoi punti nel ranking del sarcasmo ma non cambia il problema. Ti faccio un altro esempio di feel-so-story. Ho fatto un percorso formativo. I docenti erano due maschietti, i discenti erano tutte femminucce, tranne pochi sparsi maschietti come il sottoscritto. Se no vuoi vedere il problema è a sua volta un problema su cui ti dovresti interrogare. Perché non vuoi vederlo? Ti sembra di poco conto il fatto che il diritto prevedeva l'autorità maritale sulla moglie fino a 50 anni fa? Solo io vedo la fatica di superare
gli stereotipi di genere? Negli anni 60, per farti un altro esempio, un famoso libro didattico per studenti di medicina, osservava che l'incesto in famiglia era un'antidoto ad una vita sessuale disordinata. In effetti tante feel-so-story sono le storie dal basso, quelle che danno voce a chi di solito voce non può avere, in perfetto e condiviso stile foucaultiano.
#8
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Il relativo maschile
19 Settembre 2025, 09:09:15 AM
Il pensiero "patriarcale" non è maschile. L'attuale presidente del Consiglio italiano è una donna "patriarca" ad esempio. Ci sono frange estremiste di femministe che pensano semplicemente di sostituirsi al potere maschile, reiterando così il messaggio fondamentale del "patriarcato": solo uno può vivere.
#9
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Il relativo maschile
19 Settembre 2025, 08:13:09 AM
Ho vissuto in prima persona e con risvolti drammatici il tema del "patriarcato", che per me non è uno slogan ma un evento che ha ferito la mia mente per decenni. Non intendo raccontare i particolari ma che ci sia stato uno squilibrio patologico di potere materiale e simbolico non può essere negato. Quindi è tutt'altro che una "feel-so-story". Che ci siano più farmacisti donne o insegnanti è un dato che andrebbe approfondito. Chi sono i farmacisti all'apice e chi le farmaciste-commesse, chi le insegnanti alla scuola materna e chi i docenti universitari di prima fascia? Alle donne è stato delegato il compito di cura familiare, specialmente nei paesi latini, dove il sistema del welfare è stato notevolmente carente, tranne che in alcune regioni e che nel sud Italia è disastroso. Finché esisteranno queste differenze il mondo (anche nel senso ristretto di mondo occidentale) non sarà libero. E lo hanno capito le neo-destre, che cavalcano le idee di penalizzazione dell'aborto, dell'homeschooling, della negazione dei generi e della negazione di ogni idea che metta in discussione una idea di società tradizionale con donna massaia e figliatrice e uomo capitano d'avventura.
#10
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Il relativo maschile
17 Settembre 2025, 08:04:15 AM
Se vogliamo restare alle statistiche, al di là delle professioni le donne prendono mediamente uno stipendio più basso degli uomini del 5.6 per cento in Italia e del 12 per cento in Europa. E non si pensi che il 12 per cento sia una percentuale accettabile, poiché come insegna Trilussa, le statistiche fanno media. Ciò significa che per un 12 per cento di media possono esserci settori dove le donne percepiscono uno stipendio anche più basso del 30, 40 per cento. Non oso pensare cosa accade fuori dall'Europa. Probabilmente questo handicap iniziale ha reso molto più resilienti e combattive molte donne (ad esempio nei concorsi pubblici la combo "donna" + "donna meridionale" è straordinaria in termini di successo), una volta che la società ha iniziato a cambiare. Perché la società, anche in Italia, è profondamente cambiata ma paradossalmente questo cambiamento ha creato una frattura fra chi vagheggia i "bei tempi antichi" e chi spera in un consolidamento nel superamento degli stereotipi culturali che continuano a disegnare il flusso culturale di fondo. Come siano radicati questi modelli, te lo dico riportando ancora una volta una vignetta di vita familiare: mia moglie lava e stira. Io faccio altro, tipo occuparmi delle auto, dei rapporti con l'amministratore, con la banca, fare la spesa. L'unica cosa extra, fuori dagli schemi, è cucinare. Eppure mi atteggio a paladino dei diritti delle donne. Quindi o sono "leggermente" scisso oppure questa impronta culturale è ancora molto forte, al punto che la sua messa in discussione rischia di rendere i maschi preda di progetti violenti un tanto al chilo, oppure creare quel fenomeno conosciuto come "incel". Come se la donna, regina del focolare, sia una specie di rassicurante vaccino, al fine di far splendere nei cieli più o meno alti, la stella di homo faber, indiscutibile faro della civiltà.
#11
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Il relativo maschile
16 Settembre 2025, 18:58:52 PM
Citazione di: InVerno il 16 Settembre 2025, 17:48:20 PMPenso di aver già reso chiaro la mia posizione politica a riguardo e non espanderò ulteriormente per non tediare, almeno finchè Jacopus non mi dirà perchè ha occultato informazioni critiche sull'effetto del testosterone nelle iene  ;).
Comunque bravo a fare il punto e tenere le redini della discussione, vedo già in te un moderatore che a tempo debito prenderà il mio posto e mi permetterà finalmente di rilasciare il mio strabordante testosterone sul forum!
Ehm...di tanto in tanto lavoro e non posso rispondere subito. Il discorso sulle iene non l'ho approfondito perché mi bastava l'incipit. Ma possiamo approfondire. Mutatis mutandis le Jene ricordano alcuni movimenti femministi radicali che puntano a sostituirsi semplicemente al potere maschile, secondo la classica teoria di Pareto sulle élite. Ovvio che il testosterone ha questa skill per cui ti attiva la hybrys, quella che in napoletano si chiama "cazzima", ma è ottima nelle savane quando bisogna competere con i leoni, non in una società dove vige l'habeas corpus e Marco Aurelio ha già scritto le sue riflessioni filosofiche. Torno al punto, c'è una realtà costituita e una realtà costituente. La realtà costituita è rigida, ma proviene da una fluidità precedente. Le  Jene erano prima di diventare campionesse dí testosterone, qualcos'altro, magari piccoli e inoffensivi roditori. Il problema sta nel credere che la natura sia una sorta di deposito di legittimazione di tutte le nefandezze, quando invece è la stessa natura ad essere piuttosto nefanda, visto che la sua unica legge si chiama: vivere, magari a costo di accoppiarsi con i propri figli anche se si è maschi (povero pesce pagliaccio).
In questa stessa discussione sono emersi due frasi che la dicono lunga: "prima le donne e i bambini" e poi "non desiderare la donna d'altri". Insomma bastano queste due frasi e le altri trecentomila sparse nel ambiente quotidiano simbolico per spiegare la curvatura del potere a favore del maschile. Magari fare il muratore non è l'esempio più calzante per descrivere l'asimmetria di potere. Invece provate a contare gli amministratori delegati, i notai, i medici, i farmacisti, i professori universitari per farvi una idea di come i "calchi cognitivi" contribuiscono a creare disuguaglianze. E per questi lavori non servono muscoli.
La mia tesi è che il monopolio culturale esercitato da metà umanità, quella maschile, ha forgiato il mondo come lo conosciamo. L'homo faber ha relegato in un angolo l'homo curator. Per recuperarlo occorre pensare alla sovrapponibilità dei generi, e non lasciare solo alla femmina questo ruolo vicario di crocerossina. Anche attraverso questo avviene il riconoscimento reciproco e l'accettazione dell'altro. L'altro è un inferno solo se a Homo faber si contrappone altro homo faber.
È un percorso ignoto. Non c'è scritto il nostro futuro nell'immanenza del mondo materiale. Possiamo ripiombare nella stereotipia estrema dei generi, come una certa politica invoca, oppure esplorare nuovi territori di libertà e di riconoscimento , elaborando una nuova visione dei rapporti fra i generi. Si tratta di una scommessa dura da vincere perché la messa in discussione di questa differenza, rischia di far cadere tutte le altre differenze stereotipate: "tu italiano, baffi, spaghetti, mandolino."
#12
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Il relativo maschile
16 Settembre 2025, 08:00:17 AM
Citazione di: Alexander il 15 Settembre 2025, 20:35:45 PMMi domando però come può esistere una società umana senza ruoli o anche una società animale senza ruoli. Che i cuccioli o i piccoli stiano istintivamente accanto alla madre possiamo osservarlo persino nei mufloni o negli stambecchi. Una società in cui tutti ricoprono tutto, senza alcun ruolo definito o convenzionale, parrebbe una società libera o piuttosto una altamente disorganizzata e confusa? Se "salvate le donne e i bambini" di antico retaggio diventa un "si salvi chi può" è un progresso in definitiva? Nel "si salvi chi può" finisce ovviamente per salvarsi il più potente di un gruppo. Così, nel tentativo di sfuggire a stereotipi ritenuti superabili e funzionali al potere, si può naufragare nel favorire il potere stesso.
Non si tratta di abolire i ruoli, impossibile in una società complessa come la nostra ma domandarci criticamente quanto quei ruoli siano iscritti in calchi cognitivi che riducono la libertà di determinati strati della popolazione. Se una bambina viene istruita in modo diretto e indiretto a fare la sarta difficilmente farà l'ingegnere, con gran spreco di risorse, poiché il cervello umano, maschile e femminile, è sempre lo stesso. Ha la stessa configurazione: non esiste un cervello maschile ed un cervello femminile. Esistono solo diverse miscele di neurotrasmettitori che interagiscono con il cervello. Ma anche in questo caso la differenza è relativa. Il testosterone scorre anche nelle vene delle femmine e in alcune specie (come le jene) anche in quantità superiore rispetto ai maschi.
La differenza maschile/femminile in realtà è il precipitato di una distinzione che è una distinzione di potere. Anche il "prima donne e bambini" evidenzia questa legge. Le donne sono equiparate ai bambini. E non è tanto lontano il tempo in cui, in Italia, fu abolita la legge che poneva la donna sotto la potestà del marito, come se fosse una minorenne (circa 60 anni fa).
Secondo me il problema che emerge ora, oltre all'ansia del maschio rispetto a questa erosione di potere (comprensibile) vi è la possibile concezione del potere femminile come "sostitutivo" del potere maschile, attraverso l'adozione delle stesse dinamiche distruttive e prevaricatrici in una sorta di sostituzione ciclica delle élite di paretiana memoria.
In questo campo inoltre si crea una ulteriore problema simile a quello della questione ecologica. Infatti se il processo di equiparazione delle opportunità e del superamento degli stereotipi riguarda solo una parte del mondo, l'altra parte del mondo ne resterà immune, creando nuovi conflitti e scompensi. D'altronde è evidente come anche questi movimenti verso il superamento degli stereotipi siano fortemente avversari anche qui in Occidente, cioè il luogo dove sono stati per la prima volta messi in discussione.
La battaglia per una società più giusta è ancora lunga e non è detto che vi sia per forza un happy end.
#13
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Il relativo maschile
15 Settembre 2025, 19:59:01 PM
Un altro meccanismo che può gettare luce sulla strutturazione rigida di ruoli sociali è dato dal concetto di self-fulling prophecy della scuola neuro linguistica di Bateson. Immaginarlo applicato alle strutture sociali e agli strati sociali o ai generi (come è già stato fatto), rende comprensibile come certi ruoli diventano una specie di reinterpretazione della commedia dell'arte, l'italiano furbo, il tedesco lavoratore, l'inglese ironico, l'americano pacchiano...
#14
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Il relativo maschile
15 Settembre 2025, 19:26:52 PM
Io credo che, come Foucault, ci siano "strutturazioni formali dell'esperienza", e pertanto queste strutturazioni forniscono le istruzioni per agire in un certo modo. O come diceva Sartre c'è una parte di libertà che è costituente e una parte di ambiente che è costituito. Non necessariamente, però, la parte costituita, nel mondo degli uomini, è quella giusta. Potrebbe esserlo solo per una parte di essi, come accade, a mio parere, nel rapporto fra sessi. Se la parte costituita non si può cambiare (muscoli, sesso erettile, flussi diversi dei neurotrasmettitori) la parte costituente è invece a libera interpretazione, come accade del resto in natura, dove avvengono le cose più innaturali possibili, genitori che mangiano i figli, figli che si accoppiano con i genitori, regine che sono dotate di spermateche dalle quali attingere a seconda dei casi e creare così i maschi o operaie o ibridi, per non parlare della chiacchierata omosessualità dei cigni neri.
Quindi, parlare di armonia naturale fa già discutere fin dall'inizio ed ancora di più in una specie come la nostra che la natura l'ha bypassata da qualche secolo.
Sarebbe più corretto eticamente domandarci quale è l'assetto più giusto per la società, accettando le differenze ma domandandoci anche se quelle differenze sono retaggi ingiustificati di altre epoche, se sono metodi per piegare il mondo al nostro volere a rischio di distruggerlo, se sono stereotipi che si tramandano per pigrizia. È interessante anche far notare, en passant, che i nostri comportamenti ripetuti nel tempo, così come le nostre emozioni si consolidano anche a livello epigenetico e possono essere trasmesse generazionalmente.
#15
Attualità / Re: La flottilla
15 Settembre 2025, 15:54:25 PM
CitazioneIl "pericolo" temuto dagli organizzatori della flottilla é a casa nostra, c'é qualcuno, ad esempio, che per il fantomatico drone ha supposto Che questo sia partito dall'italia, facendosi tutto il canale di Sicilia per andare a gettare un mezzo petardo impregnato di benzina sulla loro barca.
Questi ragionamenti sono un insulto all'intelligenza. Ci sono i camalli che minacciano di bloccare I porti se qualcuno agirà per bloccare la flottilla, ma chi gli ha detto niente, non so quanto tempo é che dicono "partiam, partiam, partiam" e, come fa notare anche Alexander, non partono mai, intanto si fanno i selfie, le dirette, i messaggi su tiktok. Ogni tanto un'anima buona gli manda un mezzo petardo che, chiaramente, non fa danni né feriti, ma gli da l'occasione per fare altri selfie, altre dirette, altri messaggi su tiktok.
Un pò come Trump ma senza la valigetta per le bombe atomiche. Dei giullari meno pericolosi, insomma.