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Messaggi - green demetr

#1
Citazione di: Jacopus il 10 Novembre 2025, 22:48:07 PMChe lo Stato sia venerato oggi mi giunge nuova. Il vero potere è nelle mani di una minoranza di tecnocrati
Il vero potere è ormai metafisico e sta tutto nei meccanismi del capitalismo di cui Marx dovrebbe (a questo punto non sono piu sicuro di niente) aver parlato.

Io intendo venerato dalle persone comuni, da chi fa l'errore di considerare lo stato amico, lo stato esente da errori; il vittimismo ormai dilagante nelle società occidentali moderne ne è la lampante dimostrazione.
Chi si salva sono quei popoli che hanno visto cosa può fare lo stato.
Non sono contro lo stato apriori, anzi! in una società complessa, una res pubblica abbisogna di articolazione, di professionismo, non ho dubbi su quello.
Il punto è però come lo stato si declina storicamente.
Una società che si trastulla nell'idea che "ci pensa lo stato", o che lo "stato siamo noi", è una societò che manca di senso critico.
In questo senso la venerazione è verso uno stato ideale (senza comprenderne la complessità, l'articolazione) si approssima a quella idea di uno verso cui persone dotate di senso critico come te jacopus provano un naturale sospetto.
La mente va tenuta sempre all'erta, insieme all'elasticità necessaria a non scadere in situazioni storiche ancora piu spiacevoli, per non dire già viste. (e su questo "già viste" mi sento profondamente un idiota a non aver mai studiato storia).
La tecnocrazia, il discorso sulla tecnica certo ci mancherebbe, ma senza un contesto storico penso che anche quel discorso sia parte di un piano ben congegnato di censura mondialista, non a caso è l'unico dei discorsi che viene "lasciato fare".
Anzi viene cavalcato, anche su quello dovremmo confrontarci. Il punto è che dobbiamo/devo ancora puntellare il discorso contro la modernità.
Le cose in filosofia sono sempre difficili. Non mi scoraggio piu, troppe persone ferite nel mio vivere quotidiano. Non si può fare finta di niente. Ciao!
#2
Citazione di: fabriba il 04 Novembre 2025, 12:37:31 PMLa domanda è semplice: qual'è lo scopo/uso/vantaggio/beneficio di enfatizzare la separazione tra realtà e narrazione fino a renderla un tratto dominante della cultura pop del nostro tempo?

Il beneficio lo hai scritto tu nel topic, che si passa dal discutere dell'immoralità della caverna, a discutere del niente totale tipico della filosofia contemporanea.
Naturalmente da un punto di vista morale la domanda non è quale è il beneficio, ma a chi giova tutto ciò? Benvenuto nella vera filosofia.
#3
Citazione di: niko il 10 Novembre 2025, 20:25:45 PML'incarnazione poi e' il Dio che si espone alla "sofferenza" quale possibilita' del rifiuto dell'amore. Dio che ammette di provare bisogno di amore (per non dire, direttamente, che si fa uccidere dagli uomini).
Direi l'esatto opposto, Cristo è lo spirito degli eoni come lo stesso gnosticismo scrive, che prende su di se il male dell'uomo, affinchè non possa evitare l'uomo la dimensione dell'amore. Lo spirito fattosi carne, obbliga l'uomo alla salvezza, che lo voglia o meno. Non essendo uomo di fede, la ritengo spiritualmente una cosa molto interessante che non vedo l'ora di approfondire.
#4
Citazione di: niko il 10 Novembre 2025, 20:25:45 PMPerche' dio per me e' potenza finita e numero, secondo un concetto, diciamo cosi', pitagorico, e non potenza infinita e amore, secondo il concetto diciamo cosi', cristiano, che alcuni ne possono avere.
Bisogna capire bene cosa sia il pitagorismo.
Nella mia visione Pitagora, ma generalmente l'intero pensiero orientale e occidentale descrive l'uomo come ARMONIA.
Che in Pitagora questo si connetta con il numero è molto interessante.
Per ora nella mia immensa ignoranza accetto volentieri l'ipotesi del filosofo Reale, che afferma che l'unità plotiniana, l'uno, l'indivisibile, sia in realtà l'uno che si manifesta nell'unità morale.
Dio creò l'uomo maschio e femmina, si intende uguale nel mondo giudeo-cristiano, questo concetti mischiati diventano il cristianesimo che recupera e integra le due concezioni greca e giudaica, ossia appunto di unità armonica, di famiglia, di comunità.
Questa armonia è una emanazione dell'uno.
Dico la mia, per me non esiste un uno, ma un infinito, non cambia molto perchè da questo infinito misteriosamente emana qualcosa, il desiderio che cerca questa armonia.
E la cerca nel Mondo.
Dunque è per via di questo ultimo nodo che noi parliamo di creazionismo, ossia di rapporto con il Dio (di cui la ritualizzazione in immagine, o meno che sia, mi pare sia poi la questione della comunità o chiesa).
L'amore è questa spinta extraumana, questa forza che cerca l'armonia.
Argomenti molto complessi, fatti di nodi, di catene (come insegnano gli ebrei) che tengono unito il pensare teologico.
Mi pare che tu voglia spezzare queste catene, ma spezzandole tu spezzi il legame con Dio, facendolo diventare un Dio minore, qualcosa che porta al caos come lo gnosticismo satanico dei potenti sta istruendo le masse.
Sei cosi anche tu l'ennesima vittima, o persona ferita.
Continuando cosi rinunciamo completamente alla nostra dignitià di esseri spirituali e diveniamo dei perfetti oggetti del capitale (mimesi del satan rituale, clownesco delle massonerie contemporanee, al netto dei caduti, per cui dovremmo parlare di tragedia, ma non è il tempo storico giusto per parlarne).
Anche se un paio di teologi senza paura, lo fanno e pubblicamente pure. che matti! :D
#5
Citazione di: Koba il 09 Novembre 2025, 10:41:56 AMCome non notare la recente – non casuale – diffusione di libri divulgati sullo stoicismo?
Che abbiamo già affronato nella discussione sulla fenomenologia dello spirito di Hegel, aggiungo a chi volesse studiare i pochi passi che abbiamo già studiato, si tratta dell'ultima parte della discussione.

Naturalmente non mi convince nemmeno lo storicismo progressista di Hegel, a cui ha già risposto Nietzche nelle "considerazioni sulla storia".
Oppure la Grecia con la differenza tra tempo qualitativo e tempo mondano.
#6
Citazione di: sapa il 06 Novembre 2025, 10:49:58 AMIo penso che descrivere una moralità a partire dagli assunti spirituali dimostri solo la fede in quegli assunti e non certo tutto l'impianto teologico.  
Bè sai non ci sono altre vie, o assumi che esiste il bene, o se no coltivi solo il male.
La gramigna cresce incolta, la rosa va coltivata e annaffafiata dallo spirito.
L'impianto teologico serve a indagare sia il bene che il male sua nemesi, ma anche altri importanti cose, come la morale. La morale non è assunta a priori, è il bene che viene assunto a priori.
#7
Citazione di: iano il 05 Novembre 2025, 09:38:17 AMMimetizzarsi nel passato come nel presente è lo stesso errore.
Da li gli altri ti appariranno ridicoli.
Ma io non mi mimetizzo, la mimesi è del potere, l'anfibologia è del potere.
Aristotele, Macchiavelli, Hitler...etc.
Gli antichi vanno studiati in compenso. Questione della vera morale, e della vera ricerca.
#8
Citazione di: Adalberto il 05 Novembre 2025, 08:48:12 AMInfatti me lo sono autoinflitto per dirmi: lo "vedi" che è ora di finirla?
:D E perchè mi citi? Putroppo ho chiuso con l'oriente e le sue stupide barzellette.
Comunque le adoravo una volta, se ti fa piacere non le chiamavo nemmeno barzellette.
#9
Citazione di: Jacopus il 10 Novembre 2025, 19:09:35 PMsolo se la spiritualità abbandona il suo Locus Contemplationis, diventa credibile e perseguibile.
La spiritualità non deve abbandonare la contemplazione, perchè è da essa che scaturisce la ricerca.
La tua critica è valida laddove la spiritualità è solo un pretesto per dare una dogmatica chiaramente collettivista e gerarchica.
Tutto ciò che la filosofia prima della modernità (fine 600) sapeva molto bene.
Oggi invece la morale (?) è proprio di tipo collettivista e invariabilmente gerarchica.
Il termine umanità viene da te usato sotto questo falso presupposto di correttezza semantica. Ma è l'esatto contrario. Per capirlo bene, serve prendere i libri e studiare.
Ma in un mondo ormai sepolto, anche solo prendere i libri diventa un atto reazionario, quando invece è l'esatto opposto.
Credo di aver capito che il mio essere stato messo nel sacco dalla modernità con la schiera di baronati nei dipartimenti di filosofia e storia, mi ha rubato i vent'anni.
A 30 sconsolato ferito e solo ho mollato totalmente la ricerca per dedicarmi a tik tok e similia. E questo mi ha rubato altri 20 anni. Ora che combatto nella trincea sul tornare a leggere, seriamente, come quando ero adolescente, mi accorgo che i contenuti brevi mi hanno proprio mutato la mente, irrequietezza, spossatezza e altri similia oggi ben studiati dagli studi neuroscientifici non fanno che confermare l'ipotesi di una società che chiama umanità il suo esatto opposto.
Forse la dogmatica cristiana ha molto piu da dire rispetto alla totale vacuità dei nostri tempi. Il forum è stato finora un luogo dove mantenere un minimo di spazio per il ritorno al pensiero. Qua bisogna ringraziare tutti quelli che rimangono, non importa il livello di confusione in cui navigano/navighiamo, è proprio una questione neurovegetativa.
In questo polverizzazione del discorso, il vecchio antidogmatismo e anticlericalismo sono veramente in grado di discutere (al di là dico della ideologia che proprio glielo proibisce)? Ho i miei seri dubbi.
Quindi Jacopus direi Ni.
Bisogna saper distinguere.
Inoltre una religione che non contempli è esattamente quello che vogliono i gerarchi (chiunque essi siano di volta in volta nella storia).
Oggi è lo Stato che viene venerato, e presupposto (essere quello che NON è, e non è mai stato storicamente parlando).
#10
Citazione di: Duc in altum! il 10 Novembre 2025, 15:50:28 PMDifatti, se siamo fatti di carne e anima, solo la spiritualità può dare dignità alla personale e collettiva umanità.
E come Duc in altum! ? La vera domanda è questa. Come ci può essere ricerca se oggi non abbiamo capito nemmeno l'oggetto della stessa?
#11
Citazione di: Koba il 09 Novembre 2025, 10:41:56 AMTant'è che il bisogno di spiritualità oggi sembra rispondere innanzitutto alla volontà di preservare la propria umanità.
La nostra umanità a cosa la dobbiamo far risalire, e oggi quale è la sua connotazione?
Naturalmente il moderno ci ha seppellito, non c'è possibilità di uscita.
Ecco che allora diventa una mera questione non di salvare l'umanità, tanto meno la nostra, come dici tu, pura utopia, bensi il nostro rapporto con la verità barra Dio.
La comunità che sia di una chiesa, monastica o paganeggiante corre sempre il rischio di divenire pura ritualità, come dicono gli indiani pura bakti, devozione.
Ma nemmeno la via del dharma del dovere mi interessa, l'oriente con me ha chiuso.
Rimane per l'appunto solo la filosofia. Ecco che il dovere è solo verso la filosofia, verso la ricerca.
La religione mi interessa solo sotto quel punto di vista.
Il vivere il Dio probabilmente è veramente vivere in una comunità di ricerca, un pò come sognava Nietzche. Ma dopo Montinari mi sono accorto che il buon tedesco ha fallito: nessuna comunità, si stava apprestando a cambiare meta, quando la pazzia lo ha colto. Purtroppo noi siamo il risultato di forze storiche assolutamente ingovernabili. come lo stesso baffo aveva già capito in gioventu.

#12
Citazione di: daniele22 il 05 Novembre 2025, 08:20:28 AMPerché se pensi che si trovi fuori della nostra testa non puoi certo essere d'accordo con me... a meno che.. a meno che tu non sia una volgare tastiera, cioè la prima delle due ipotesi di cui sopra
Ovviamente il "Mondo delle Idee" nella ipotesi di Platone va letto al contrario, e quindi è ovvio che è "dentro la nostra testa" come dici anche tu.
Non ho capito la questione della tastiera.
#13
Citazione di: iano il 04 Novembre 2025, 10:40:30 AMLa morale ci sarebbe come fatto, ma senza quegli assunti  mancherebbe una descrizione che la giustifichi.
La morale non è un fatto, altrimenti non sarebbe poi questo gran problema. Quindi non è una descrizione, ma come insegna Platone un incontro.


La giustificazione della morale, è proprio l'assunto della modernità, a mio parere certo, non voglio sottrarmi a quando mi dovrò confrontare con Platone.
Penso che su questo punto avrò col vecchio capo molte discussioni.
Salute e tiranni permettendo ragazzi.

Citazione di: iano il 04 Novembre 2025, 10:40:30 AMQuegli assunti poi varrebbero la morale se si dimostrasse che quella descrizione è l'unica possibile, ma essendo ciò impossibile, non ti resterà che assumerli per fede.

Dire che è impossibile ciò che è la verità, ossia che il bene esiste, mi pare testimoni solo come la modernità abbia prodotto una marea umana di uomini feriti (secondo il mio maestro) o impazziti (secondo me).

Veritas laborat saepe, exstinguitur numquam.

Ho pescato a caso nei detti antichi. Oggi siamo semplicemente ridicoli ai Loro occhi.
#14
Citazione di: iano il 04 Novembre 2025, 10:40:30 AMTu invece cerchi di dimostrali a partire dalla descrizione che da essi discende, promuovendo  il dilemma dell'uovo e della gallina a metodo dimostrativo.
Non si tratta di dimostrarli, poichè sono naturali, esistono già in noi, come diceva correttamente Platone: vanno solo ricordati.
Ma la modernità che è un problema enorme fatto di 300 anni di errori a ruota libera, continua di giorno in giorno, di anno in anno, di secolo in secolo, a rimanere inevaso e perciò accrescendosi sempre di più e assomigliando perciò a quel male metafisico, che l'antichità vedeva già con chiarezza. Cosa vuoi ormai di fronte al balbettio del Mondo non rimangono che misere metafore di un tempo che fu, prese tra l'altro a ridere, tra un MEME, una risata, una scrollatina di spalle, si stanno raggiungendo ORRORI mai viste nelle epoche antiche.
Cosa di meglio che non inventare una ennesima teologia del male perciò?
Bizzarro.
#15
Citazione di: iano il 04 Novembre 2025, 09:06:33 AMA noi però sembra normale, a partire dalle sole fedi dichiarate, poter giungere a conclusioni definitive, capaci di stare in piedi da sole.
A noi chi? Io non sono cristiano, non ho fede, e permango nel solco della filosofia che con Socrate ammonisce l'uomo sempre ad una cosa in particolare: a che noi siamo un niente, e che bisogna smettere di pensare di avere ragione quando non sappiamo un bel niente. Non a caso ho detto una teoria vale l'altra.
La morale però era un altra cosa. Evidentemente non ci siamo capiti, noi e i Greci.