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Messaggi - PhyroSphera

#1
Questa nota l'aggiungo per non essere parziale né ingiusto.

Tanto tempo è passato dall'ultimo messaggio di questa discussione ed ora ho potuto comprendere dell'itinerario intellettuale di Dietrich Bonhoeffer anche l'ultimissima fase. La sua resa, per i modi in cui fu attuata, era una sconfitta politica ma non una disfatta della fede.
Valutando alcuni passi delle Lettere dal carcere si scorge un credente lucido, che sa evitare il giuramento sulle proprie posizioni tenute per tanto tempo, che tramuta la propria impotenza in un discorso differente, davvero sommamente interessante... una testimonianza storica ed umana d'eccezione che rimanda al Messaggio di Dio, a un mistero grandissimo, il più grande, sicché il posto che Agostino ha per il cattolicesimo Bonhoeffer lo ha assunto per il protestantesimo.
Biograficamente c'è il luteranesimo nella sua anima penitente ma non nell'altra che riconosceva la theosis nell'essere cristo per l'altro da parte del credente - si badi che non si tratta di ripetere la traversia di Gesù di Nazareth né di cercarsi o trovarsi guai irrisolvibili!! - però questa esistenza modesta non equivale a mancanza di una finale santità.


MAURO PASTORE
#2
Un colpevole è pentito e rinuncia agli sconti di pena: ha un senso?

https://www.corriere.it/cronache/25_ottobre_14/turetta-rinuncia-appello-ergastolo-giulia-cecchettin-c7273103-2a84-483a-8c91-416953d72xlk.shtml

Per l'ordinamento giudiziario italiano non ne ha, per una mentalità diffusissima, quella dello sgarro, sì.

Il pentimento completo rende l'effettività della pena inutile oltre che richiederne sconti. Il fatto che l'uomo, qualsiasi uomo, si possa mettere a fare delitti solamente preda di illusioni e non receda solo se preda di inganni, non significa che non si procurasse situazione volontariamente. Ma dato che illusioni e inganni ci sono per ogni reale assassino, il pentimento richiede che i giudici cambino registro e provvedimenti anche.

La libertà in circostanze estremamente negative non salva: bisogna rinunciare a decisioni arbitrarie per non cadere in errore o in torto, che è il caso del delitto. Ma la presa di coscienza del torto commesso è - proprio a causa del fatto che c'erano delle apparenze illusorie, quindi ingannatorie cui si poteva e doveva non cedere - assai più determinante di quanto generalmente si creda oggigiorno.


MAURO PASTORE
#3
Pubblico qui il mio seguente testo, che al momento è in attesa di approvazione dei moderatori di una pagina del sito Settimana News ( https://www.settimananews.it/cultura/il-big-bang-il-papa-e-il-prete-scienziato/ ):


| Non dirò novità per i veri esperti e scienziati che non valutano gli altrui studi per asseverare i propri.

L'atomo, fisicamente, è sempre stato solo un modello, non una descrizione di realtà; e la fisica delle particelle lo dimostra ampiamente. Chi fosse convinto che esistono solo elettroni, protoni e neutroni, sarebbe contro la scienza e lo stesso nome dell'oggetto in questione, che indica indivisibilità, ha senso solo per le reazioni chimiche semplici, difatti fisicamente ne esiste la scissione. Costruire su un semplice modello una ipotesi sull'origine del mondo conosciuto dalla scienza fu un azzardo mai del tutto riuscito perché mai potrebbe riuscire. Mentre si fa conto che elevare il "Big Bang" a ipotesi scientifica sia pervenire a una teoria, non si vuole ammettere che le ricostruzioni della fisica sul passato della materia pervennero con Planck a descrivere uno stadio in cui la gravitazione non c'è, il che non equivale a nessun atomo originario. Insomma, non è mai esistita neanche l'ipotesi scientifica di un 'Grande Scoppio' ("Big Bang"), perché il modello atomico in fisica non è mai stato più che tale e perché le ipotesi scientifiche possibili ne escludono escludendo che la gravitazione sia all'origine del nostro mondo conosciuto.
Molti fisici relativisti ma ignoranti sulle implicazioni del Principio di Indeterminazione lasciarono correre discorsi che sono serviti solo a quelli che vorrebbero sostenere la naturalità delle esplosioni atomiche create dalla tecnoscienza. Fa comodo la "grande narrazione" (come dice il pensiero postmoderno), quella dello scoppio originario perché non aiuta a capire che i disastri di Hiroshima e Nagasaki furono veramente tali. E' insomma una magia estetica quella per cui 'l'ipotesi big bang', mai assurta a scienza anche se scientificamente corredata, è stata proposta, propinata anzi intromessa nelle divulgazioni.

Quanto specificamente alla "radiazione cosmica di fondo": la base dell'ordine dell'universo non è possibile oggetto di scienza. L'espressione corretta è quella breve "radiazione di fondo", ove il fondo è solo riferito alle attuali conoscenze scientifiche che non sono una cosmologia – e ancor meno una cosmogonia! Questa radiazione è un oggetto reale e non ha senso inserirlo in un puro scenario, peraltro dopo Planck mostratosi certamente irreale oltre che inanemente basato su un modello non descrizione.
Infine: ci si ricordi che ricercare l'origine dell'universo tramite la scienza non ha termine possibile se non c'è la filosofia – prima durante e dopo – ad esser decisiva. Gli scienziati sono prossimi alla cosmologia, ma alla cosmogonia lo sono i filosofi. Quindi, a riguardo, Talete e gli altri fino a Parmenide restano la vera autorità sull'argomento. |





MAURO PASTORE




#4
Citazione di: PhyroSphera il 03 Ottobre 2025, 10:55:56 AMIo lo connoto così: forte, ostinato, ma fatto di una parete trasparente, ovviamente non per separare gli amanti né le cose dalle cose.

https://www.youtube.com/watch?v=qM_Euc5saPI&list=PLJ7QPuvv91JsWz4kz4JEDSqcvq1RsW9wx&index=5


(MAURO PASTORE)
#5
Il cristiano medioevale era di passaggio perché costruiva una nuova epoca, non perché facesse della propria fede un modo per vivere l'universo trapassandolo.

Il distacco dal mondo insegnato da Gesù è rispetto agli avvenimenti senza Dio.
Quando L. Wittgenstein definì il mondo quale insieme di puri fatti non dava senso inusitato alla parola.

Non sono passati troppi decenni da quando il filosofo russo e dissidente N. Berdjaev annunciò un nuovo medio evo.
Qual è, secondo voi, il distacco che oggi cristianamente si dovrebbe tenere?
Io lo connoto così: forte, ostinato, ma fatto di una parete trasparente, ovviamente non per separare gli amanti né le cose dalle cose.


MAURO PASTORE
#6
Citazione di: green demetr il 08 Giugno 2025, 03:11:58 AMIl dualismo è semplicemente la vecchia battaglia tra bene e male.
Laddove il pensante si dice un pensato, da una materia, ecco che la verità viene ribaltata. Perchè è come dire che il bene deriva dal male.
E invece correttamente non esiste un dualismo, il bene è, e come tale avversa il male, che guarda caso è il fenomenico.
L'illusione.
In un tempo dove la forma batte la verità, dovrebbe essere filosoficamente evidente ormai.
Ma la fenomenolgia dialettia ha ribaltato qeusta cosa.
Perciò non è vero che vi sia un bene a se stante, ma un male che necessariamente, dialetticamente appunto, lo possa far emergere.
Ci rendiamo conto così che del bene non se ne parla mai, si parla solo del male.
Da Marx in giù è così. (dando fra l'altro involontariamente le categorie del male che oggi vengono usate pervasivamente).
Adorno da attento lettore di Platone avrà sicuramente dedotto le categorie esatte. Mi rimane da studiare.
Ovviamente la lotta alle illusioni è certamente il compito della filosofia concordo.
Si tratta forse di metodologia, di scienze sociali e psicologiche da imapare.
Buono studio a tutti. Sopratutto a me. 8)

ps a dopo l'estate, che già ora muoio di caldo.





C'è anche il dualismo bene/male, ma si stava dicendo dell'opposizione realtà/illusione. Certo questa può coinvolgere anche bene e male. Direttamente però, questa dualità è della dottrina manichea.

MAURO PASTORE
#7
Citazione di: Phil il 30 Settembre 2025, 14:57:38 PMSui testi che ho trovato e citato in precedenza, è scritto «offrire in olocausto» riferito ad Isacco, non «sacrificare». Comunque credo che questi successivi passi fughino ogni virtuosismo interpretativo: «[Abramo] spaccò la legna per l'olocausto» (versetto 3), «Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio.»(versetto 10), «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli male!»(versetto 12), «Abramo andò, prese il montone e l'offerse in olocausto invece di suo figlio.»(versetto 13). Lo stesso Isacco chiede «Ecco il fuoco e la legna; ma dov'è l'agnello per l'olocausto?» (versetto 7).
Qualunque cosa abbia chiesto Dio (in prima persona) ad Abramo, richiedeva della legna e un coltello per immolare qualcuno, il far male al ragazzo e poteva essere fatto anche su un ariete.

In quello che hai scritto qui su tu non fai distinzione tra parole di Dio e reazioni di Abramo. C'è un coinvolgimento emotivo e un ostinato restare ad una convenzione, da parte vostra; ma restare all'autentico testo biblico è altra cosa.

MAURO PASTORE 
#8
Citazione di: Phil il 12 Luglio 2025, 11:30:12 AMSe consideri i passi che abbiamo citato, prima Dio parla in prima persona (azione che mi avevi obiettato) chiedendo ad Abramo lo "scandaloso" sacrificio (quindi lo sviamento non è affatto umano, ma è messa alla prova da parte di Dio), poi un angelo, un inviato, interviene a scongiurarlo. Direi che il passo decisivo, per il senso della vicenda, è quello del discorso diretto fra Dio ed Abramo dove il kierkegaardiano "cavaliere della fede" si dimostra tale, accettando una decisione sacrificale "più grande" di lui, dando esempio di fede (che è quello che criticavo, come scelta narrativa non come contenuto religioso, proprio a causa della voce diretta di Dio, mentre richiede molta più fede l'agire religiosamente senza sentirne la voce).
La Parola diretta di Dio, senza intermediari e emissari, non può che essere degna di nota, soprattutto quando espone una progettualità di Dio. In questo caso il suo progetto era un bluff, come dimostrato dallo svilupparsi stesso della vicenda; se non lo fosse stato, avremmo un Dio aspirante omicida che si ravvede, si pente all'ultimo momento e manda un angelo a "mettere una pezza", il che, mi concederai, è un'interpretazione decisamente ardita dell'agire divino. Chiaramente, con «bluff» non intendo nulla di spregevole, ma solo il presentare all'interlocutore una realtà diversa da quella reale, come quando nel poker si finge di avere buone carte, ma in realtà si ha poco o nulla in mano.
Io non avevo negato il passo con le parole dirette di Dio, ma ti facevo notare che lo scioglimento della drammatica vicenda è affidato a un angelo e a questo centro il tuo discorso convergeva.
Tu insisti con la teoria del bluff e non ti degni di considerare quanto scrivevo, poi ci metti una punta di sarcasmo e getti ingiusta luce sinistra sulle mie affermazioni. Si deve iniziare filologicamente: sacrificare non contiene alcun riferimento ad uccisioni, purtroppo però è diffusa una accanita associazione indèbita che si basa su storiografie ridotte che s'illude di un legame necessario, nel passato o certe volte anche nel presente e futuro, tra il far sacro e il far morire. Si tratta di una palese assurdità.
Nel testo Biblico non esiste il Dio che diceva ad Abramo di uccidere il figlio Isacco.

MAURO PASTORE
#9
Citazione di: Alberto Knox il 12 Luglio 2025, 11:26:43 AMsi ma che cosa ci hai consegnato? è questa la domanda che molti si pongono. io leggo uno scritto sicuramente da erudita , da persona colta , ma che non sa di niente. Non arriva nessun messaggio, non entriin profondità , non fai emergere un pensiero vivo, che sia tuo . Se lo scritto è sterile anche il messaggio lo sarà. tu parli di una spiritualità esclusivista, (chi la pensa diversamente non è religioso hai scritto) si scontra con una spiritualità universale , che abbraccia le grandi tradizioni spirituali e che trova punti di incontro. Personalmente cerco questo tipo di spiritualità universale che non punta il dito se uno la pensa diversamente ma che accoglie anche un pensiero diverso . Se si perde la capacità umana di anarchia, di ribellione , di sogno, di utopia , di decidere di sognare qualche cosa di diverso!!  , si perde la specifica umana. Per tali motivi , non sono più interessato al tuo sproloquiare sterile.
Io non sono interessato a metter su questo forum i miei pensieri profondi, ma non è vero che di altri miei non ne metto. Faccio qui molta cultura.
Tu pensi a un universalismo che occupa il posto dei particolarismi, io invece li contempero.

MAURO PASTORE
#10
Citazione di: iano il 12 Luglio 2025, 18:26:46 PMSi, ma agnostico è colui che sospende il giudizio.
Il mio giudizio invece è netto: la verità non esiste.
Ho forse usato impropriamente il termine mistero, ma che la verità non esiste l'ho ripetuto più volte.
Ho anche ribadito più volte che non solo conoscere la realtà non è possibile, talchè rimanga inevitabilmente un mistero, ma che non ha senso dire di poterla conoscere, per cui la realtà in effetti non è mistero, come impropriamente ho affermato, e da cui tu hai indotto il mio essere agnostico.
Noi della realtà possediamo solo descrizioni più o meno efficaci rivolte tutte a un possibile rapporto con essa che non sia del tutto casuale, per quanto inizialmente possa esserlo.
Significa fare tesoro della propria esperienza, ma non significa che stiamo percorrendo un sentiero verso la verità, perchè ciò significa per me idolatrare le nostre descrizioni, e io non solo non ho alcun Dio, ma neanche alcun idolo.
In questo discorso non occorre tirare in ballo alcuna verità, la cui genesi come idea posso però immaginare, come confusione fra descrizione della realtà e la stessa realtà, quando la descrizione permette un rapporto con essa che giudichiamo molto soddisfacente.
Questo lo dico per onestà intellettuale, pur condividendo con te la preoccupazione delle conseguenze etiche rivoluzionarie di questo mio pensiero se venisse universalmente condiviso.
Comprendo quindi bene l'origine di tutte le tue reprimende, fatte a fin di bene, con le quali vorresti proteggerci. Grazie, ma non ne abbiano bisogno.
Se Dio mi dicesse di sacrificare sull'altare l'onesta intellettuale, pena la fine del mondo,  quella fine stoicamente accetterei.

Detto ciò, se lo credi potrai attingere alla tua vasta cultura filosofica per trovare qualche termine che più mi si addica, avendo escluso in via definitiva, come spero, quello di agnostico.

Adesso comunque so chi sono gli agnostici, quindi qualcosa alla fine ho imparato.
Dio sta ancora nell'orizzonte degli agnostici, mentre dal mio è sparito, come un ipotesi sufficiente, ma non necessaria.


Essere agnostici non significa evitare giudizi. Se tu pensi che "la verità" non esiste, sei un agnostico ateo. Agnostico pur sempre.

MAURO PASTORE
#11
Citazione di: Phil il 12 Luglio 2025, 18:50:17 PMLe domande mi sembravano abbastanza precise, per quanto rispondere sia sempre cortesia, non obbligo. Ti segnalo solo che parlare di atto ermeneutico che «regge indipendentemente dal variare delle esegesi»(cit.) non ha senso, non essendo la radice dell'ermeneutica un foglio bianco da riempire né un Rorschach.
Per chiarire il rapporto fra Nirvana e noluntas, che qui è offtopic, ti è sufficiente consultare Wikipedia, manuali di storia delle religioni o, se vuoi approfondire, testi buddisti tradotti.

Sei fuori comprensione.

MAURO PASTORE
#12
Citazione di: iano il 14 Luglio 2025, 00:26:49 AMScusa, ma che scuole frequenti?

Sarebbe da domandarlo a te, forse.

MAURO PASTORE
#13
Citazione di: iano il 28 Luglio 2025, 14:03:50 PMO forse questo è l'effetto che vuol ottenere Mauro Pastore su di noi.
Per niente. Difatti pratico qui una scrittura molto aperta.

MAURO PASTORE
#14
Citazione di: InVerno il 27 Luglio 2025, 12:28:54 PMTi impegno, a ragione secondo me, in un sinedrio, è proprio lì che casca l'asino, nel sinedrio, cosa vuol dire impegnare a torto con un sinedrio? Io ho la cultura di Fantozzi, e come Fantozzi mi rapporto ai tuoi thread-corazzata, te lo dico dal palco e mi prendo gli applausi: sono una cosa pazzesca!
Siete in tanti e facoltosi forse.

MAURO PASTORE
#15
Citazione di: anthonyi il 26 Luglio 2025, 08:56:32 AMSappiamo che "martirio" significa testimonianza, ma questo martirio si esercita con la morte fisica nella difesa di un'idea.
Naturalmente nel significato religioso alla morte fisica corrisponde la nascita al cielo, un contenuto comune a tutte le religioni con culti sacrificale, tra le quali c'é anche il cristianesimo che celebra il sacrificio più importante, quello divino.
La componente storica del sacrificio-martirio é comunque sempre la morte, e come può una affermazione del genere essere blasfema? Si vuole affermare per caso che il Cristianesimo nega la realtà storica tacciandola di blasfemia?
Non bisogna farsi prigionieri di convenzioni sbagliate. Il martirio non implica morte, nel cristianesimo appare una morte tragica che viene annullata - ma non si nega la finitezza della vita.
La polemica pagana che ha cercato di trasformare il linguaggio del mito presente nella Bibbia in mitografia e il Vangelo stesso in mitologia, quindi l'approccio ateo ai riti e culti cristiani che tenta di relegarne nella fisicità - assieme a tanta debolezza di tanti credenti - hanno creato un'idea sbagliata sul martirio e sulla parola che lo descrive.
E' nell'interesse di tutti un recupero, ma non tutti sono rimasti senza la verità sul martirio.


MAURO PASTORE