Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Phil

#106
Benvenuto Bruno; è l'ignoranza che ci accomuna ed è una moneta di scambio preziosa; l'importante e non tenersela in tasca, dove fa solo da zavorra tintinnante. L'ignoranza può essere anche investita: domanda e offerta, sono dinamiche filosofiche, prima che di mercato.
#107
Quando Kant afferma che «La proposizione aritmetica, quindi, è sempre sintetica» ha ragione poiché i numeri non sono enti fisici. Qualche secolo dopo, la sintesi a priori è ancora più chiara a tutti perché 2 può essere la somma di 1 e 1, ma anche di 0,5 e 1,5, così come di infinite altre combinazioni.
#108
In realtà non è nemmeno una questione di concetti come «io», «pensare», etc; nel momento in cui, anche nel vuoto silenzio mentale, percepisco sensorialmente qualcosa, ad esempio toccando o guardando, o ho la minima propriocezione, anche se potrebbe essere tutta un'illusione, posso concludere che per avere quella percezione (illusoria o meno) devo comunque esistere. Percipio ergo sum.
#109
Citazione di: Eutidemo il 01 Ottobre 2024, 11:54:35 AM
mi è venuta in mente la seguente replica: <<Quindi, quando sono sotto anestesia, poichè "non penso", allora "non esisto"; ma allora chi è che è sotto anestesia?>>
Se sono sempre "io", allora vuol dire che io continuo ad esistere anche quando "non penso"; con tanti saluti al "Cogito ergo sum".
Il cogito cartesiano non afferma che "esiste solo chi pensa", ma che "pensa solo chi esiste".
Se ho evidenza di avere pensieri (fossero anche pensieri altrui, diabolici o meno), non posso più dubitare di esistere; qualunque "cosa" io sia.
Se sono incosciente, sedato o altro, probabilmente non posso nemmeno pormi l'interrogativo se io sia esistente o meno. Cartesio si riferisce all'autocoscienza (del pensare) come evidenza del proprio esistere; se tale coscienza viene meno, se si è incoscienti, chiaramente non ci si pone la questione di interrogarsi sull'eventualità della propria esistenza, su quanto i sensi ci ingannino, su diavolerie ingannatrici, etc. Se invece, pur nell'incoscienza, il mio cervello pensa o sogna in modo autocosciente, potrà ancora concludere che quel suo stesso pensare o sognare dimostra che egli esiste (che sia in un sogno, che sia in una vasca o collegato a strumentazioni mediche, che non sia nemmeno un cervello ma solo il sogno di un altro cervello o mente; qualunque "cosa" sia, può esser certo d'esistere oltre ogni ragionevole dubbio ed esclamare «sum!», e se una vocina misteriosa gli chiederà «perché? come fai ad esserne certo?», egli potra rispondere «perché cogito... ergo sum»).
#110
Tematiche Filosofiche / Re: Esiste la verità?
28 Settembre 2024, 22:59:32 PM
Recupero le domande, per moltiplicarle:
Citazione di: Visechi il 28 Settembre 2024, 21:37:01 PMQuale caratteristiche dovrebbe avere un'entità o un dato reale per poter essere definito 'vero'?
Ciò che rende vero un dato è anche ciò che rende vera un'entità? Un dato può essere falso («l'Italia ha una superficie di 10 km quadrati»), ma una «entità falsa» che significa? Topolino è un'entità vera o falsa?

Citazione di: Visechi il 28 Settembre 2024, 21:37:01 PMMa questo convenire umano, perché tale è, sulle caratteristiche fisiche dell'oggetto è poi sufficiente a stabilire una volta per tutte e per sempre la sua veridicità?
La veri-dicità è proprietà del discorso sull'oggetto o dell'oggetto del discorso? Se Topolino è una "entità falsa", lo è perché per "entità vera" intendiamo ciò che esiste fuori dai fumetti (che pure, mi pare, esistono)?

Citazione di: Visechi il 28 Settembre 2024, 21:37:01 PMChi può affermare con certezza indefettibile che quella della natura corpuscolare/ondulatoria sia la verità ultima riguardo alla luce. Ovvero che sia la verità oggettiva?
Per "verità oggettiva" intendi "descrizione vera"? Se la verità è questione di descrizione o di discorso, che nulla cambiano all'oggettività dell'oggetto (la luce continua a esser tale a prescindere da cosa l'uomo sa e dice di lei), ha senso parlare di "entità vere o false"?

Citazione di: Visechi il 28 Settembre 2024, 21:37:01 PMciò che non ricade oggi e mai ricadrà entro la sfera di percezione di un essere vivente che abbia la coscienza di prendere atto del fenomeno, è evento vero, reale, accaduto oppure no?
Può esserci un "evento falso", oppure può essere vero o falso solo il discorso che racconta l'evento, poiché l'evento, in quanto tale, o accade o non accade ("non accadere" che è poi un accadere "nel" discorso falso)?

Citazione di: Visechi il 28 Settembre 2024, 21:37:01 PMMa la verità esiste?
Al netto delle doverose distinzioni fra «vero», «verità», «Verità», etc. (che, proprio come Topolino, esistono di certo, anzi, veramente in una determinata narrazione), se esiste la falsità, almeno concettualmente e discorsivamente, può non esistere la verità? La verità e la falsità sono "cose", enti, entità? La loro esistenza nel discorso, non è opportuno distinguerla adeguatamente dall'esistenza dell'oggetto e dall'accadere dell'evento (v. ontologia) che vengono detti, più o meno verosimilmente, dal discorso stesso?
#111
Tematiche Filosofiche / Re: Esiste la verità?
28 Settembre 2024, 16:19:53 PM
Citazione di: iano il 28 Settembre 2024, 15:16:11 PMPer quanto già intraveda un possibile disguido sul significato del termine ''verificare'', inteso come processo di verifica piuttosto che come il buon esito di questo processo, io credo che di affermazioni verificabili non ne esistano, esistendo solo affermazioni falsificabili o non falsificabili, le prime delle quali attengono alla fisica, e le seconde alla metafisica.
Probabilmente non ho ben capito: intendi che un'affermazione come «la penna è sul tavolo» non può essere verificata, non sia verificabile?
#112
Tematiche Filosofiche / Re: Esiste la verità?
28 Settembre 2024, 14:11:05 PM
Credo troverai interessante la "teoria dei tipi" di Russell; mentre per chi volesse contestualizzare meglio il discorso della D'Agostini, questo è l'articolo di riferimento.
#113
@Eutidemo 

Mi pare che nella classificazione manchino le previsioni che riguardano eventi la cui possibilità è inferiore al 50%, pur non rientrando nell'impossibilità (ad esempio il fatto che lanciando un dado "esca" il numero 4):
0% impossibili
da 0% a 49% ?
50% possibili
da 50% a 99% probabili
100% certe
#114
Il fatto che proprio su Internet le argomentazioni di Eco (o €co?) siano associate a «livore del barone da "comunità scientifica" che sente il pulpito in pericolo»(cit.) è la miglior (involontaria) dimostrazione di quanto Eco avesse ragione sul lato deleterio di Internet.
Lui ha astutamente gettato l'amo per dimostrare che ci sono "certi pesci" che abboccano e, a quanto pare, tali pesci ci sono davvero.
#115
Citazione di: iano il 20 Settembre 2024, 22:45:24 PMGiusto, anche se forse è il caso di precisare che una buona  previsione si basa sui fatti (se...allora probabilmente succederà che....).
Una previsione basata sui fatti non è tanto un "se...allora...", quanto piuttosto un "in base a i fatti noti, prevedo che...". Comunque, possiamo anche spingerci a supporre una previsione basata su "se...allora", l'importante (per me) è che quel "se...allora..." sia al massimo la base della previsione, ma non coincida con la previsione stessa, altrimenti si ricade nelle "(pseudo)previsione ipotetica", che in realtà non dichiara una previsione "schierata", ma propone diplomaticamente uno scenario possibile, che, in quanto tale, a differenza di una previsione autentica, non può essere dimostrato falso (perché anche se non coinciderà con la realtà, resta vero che era possibile, mentre la previsione, in quanto tale, ambisce a diventare realtà, non essere mera possibilità; per questo le previsioni meteo non sono "se..allora..." né tautologie).
Sempre per come intendo la previsione "a modo mio"; magari altri diranno che le previsioni si fanno anche con i "se" e che una previsione è in fondo solo una  forma di possibilità, senza velleità di anticipare esattamente (non ipoteticamente) la realtà che accadrà (come detto, basta solo intendersi sulle parole).
#116
Citazione di: iano il 20 Settembre 2024, 21:25:38 PMQuindi se Eutidemo scambia una verità logica per una previsione, allora ne seguirà necessariamente che questa previsione gli apparirà vera, cioè certa.
Rimane importante, come sempre, intendersi sulle parole; per questo (gli) ho chiesto, fra le domande inevase, «cos'è una previsione?». Comunemente una previsione non ha forma ipotetica, ma forma dichiarativa: da Nostradamus al meteo, passando per le previsioni economiche o sportive, una previsione prova ad anticipare quello che succederà (non quello che succederebbe), senza vincoli ipotetici (se... allora...) o comunque non usando tautologie (ossia citare tutte le possibilità per poi concludere che se non se ne verifica nessuna tranne una, allora quest'ultima sarà quella che si verificherà).
Scomodando Popper, potremmo dire che una previsione autentica è tale se è possibile che si dimostri sbagliata, mentre una verità logica basata sull'enumerazione di tutti i casi possibili, non è una previsione proprio perché parla di molteplici possibilità, magari incompatibili fra loro, senza tuttavia alla fine sbilanciarsi in... appunto, una previsione.
#117
Citazione di: iano il 20 Settembre 2024, 17:11:05 PMCome fà il principe a tenere prigioniero il nostro uomo, quindi ancora in vita, senza cadere in contraddizione?
Se il prigioniero prevede la propria morte, non c'è una regola che vieti al principe di tenerlo in vita e in galera (opzione "b"), avendo il prigioniero sbagliato la sua previsione. Se ho ben capito, non c'è una regola che associa lo sbagliare la predizione all'uccisione del prigioniero.
#118
Citazione di: iano il 20 Settembre 2024, 15:47:01 PML'unica  speranza  che il principe ha è che il prigioniero preveda  di non essere giustiziato, cosicché il Principe giustiziandolo dimostra che esso aveva torto, e che quindi giustamente lo ha giustiziato.

L'unica chance che il prigioniero invece ha ha è  quella di prevedere che sarà giustiziato, perchè male che vada, avrà la soddisfazione di aver fatto fare una figuraccia al principe, costringendolo a contravvenire alle condizioni da lui stesso poste, qualunque cosa faccia o non faccia
In realtà dipende da quale è la previsione proposta dal prigioniero:
- se il prigioniero prevede la propria morte, il principe può comunque tenerlo prigioniero (e "domani è un altro giono..."), oppure liberarlo senza dargli nulla (rispettivamente caso "b" e "c")
- se il prigioniero prevede la propria detenzione, allora il principe può giustiziarlo o liberarlo a tasche vuote
- se il prigioniero prevede la propria liberazione a tasche vuote, il principe può ucciderlo o tenerlo prigioniero
- poi ci sarebbe il famigerato caso "d" che, come hai ben sottolineato, crea confusione se formulato come nel post d'apertura, perché è un periodo ipotetico, contiene una "regola del gioco", consente possibilità di scelta al prigioniero, etc. risultando totalmente incongruente con gli altri casi ("a", "b" e "c").
Pensiamo se il prigioniero dovesse, anziché parlare, mettere una crocetta su un foglio per segnalare la sua previsione; che senso avrebbe crocettare "d" che contiene una regola con tanto di periodo ipotetico? Se non crocetta "d" quella regola forse non vale?
A questo punto si potrebbe riscrivere "d", come tu proponi, separando l'esito possibile (liberazione con fiorini) dalla regola che sancisce le condizioni necessarie affinché ciò avvenga, rendendo "d" coerente con le altre opzioni, nessuna della quali contiene in sé un periodo ipotetico che ne detta le condizioni di realizzazione. Un'altra struttura in sé coerente, me più complessa, sarebbe: se x→a, se y→b, se z→c, se indovini→sei libero con fiorini in tasca (dove "x","y" e "z" sono altre condizioni).
Infine, forse, per rispettare le intenzioni originali di Eutidemo, si potrebbe anche rimuovere la "d", non come contenuto, ma come lettera che sancisce un'apparente quarta opzione, ottenendo:
[...]
a) - entro stasera io ti farò giustiziare;
b) - entro stasera io non ti farò giustiziare però non ti lascerò libero, per cui resterai in prigione;
c)- entro stasera io non ti farò giustiziare, anzi, ti lascerò libero, però senza donarti neanche un fiorino.
Se tu ora mi predirai con "verità" quello che farò, non solo non ti farò giustiziare, ma, anzi, entro stasera ti lascerò libero, donandoti, per giunta cento fiorini di "buona uscita".
[...]
Restano le ambiguità sulle possibili risposte (v. post sopra), ma almeno non c'è una pseudo-quarta-opzione a far confusione.
#119
@Eutidemo 

Non ho ben capito, divagazioni a parte, se alla domanda: «mi daresti davvero 10€?» rispondi «si» o «no» («Ma non è così...» è una risposta piuttosto evitante, oppure lo intendevi come un modo elaborato per rispondere «no»?)

Una tautologia in forma ipotetica può essere intesa come autentica previsione? Cos'è una previsione? Se un meteorologo prevedesse per domani che «se non ci saranno nuvole né foschia, allora ci sarà il sole», la considereresti una previsione vera o una proposizione vera?
Una previsione che elenca tutti i casi possibili ed escludentesi a vicenda e "prevede" che se ne realizzerà uno solo, la consideriamo una previsione valida? Se il principe accetta come "previsione vera" un periodo ipotetico che non fa altro che parafrasare le regole che lui stesso ha posto, chi siamo noi per lamentarci della sua benevolenza?
#120
@Eutidemo 

Provo a (e)semplificare, lasciando da parte le fonti di confusione: se, supponiamo, tu promettessi di darmi subito 10€ se prevedo "con verità" quello che farai entro stasera, e io ti dicessi «se faccio una previsione vera, mi darai 10€», mi darai davvero i 10€ perché ho (pre)detto qualcosa di vero sulle tue azioni, semplicemente parafrasando le tue "regole del gioco" e sebbene non si sia ancora verificato ciò che ho predetto (quindi la previsione non è ancora vera)?

P.s.
Andrebbe poi notato che il principe chiede al prigioniero una previsione, ma non pone limiti di opzioni sulla previsione («ora mi predirai con "verità" quello che farò»), li pone invece solo per quello che potrà accadere al prigioniero entro la serata («i casi che potranno verificarsi entro stasera saranno i seguenti quattro e soltanto ed esclusivamente i seguenti quattro»); quindi tutte le risposte tautologiche e simili sarebbero da considerare valide, ma non sottilizziamo.