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Messaggi - daniele22

#121
Attualità / Re: Quattro bambini rom
17 Agosto 2025, 14:23:19 PM
Citazione di: iano il 17 Agosto 2025, 09:17:50 AMFacciamo un sillogismo.
1. I Rom sono uguali a noi.
2. Noi siamo razzisti.
Allora:
I Rom sono razzisti.
Com'è possibile dato che noi non siamo razzisti. Ho chiamato mia sorella e un paio di amici prima di rispondere 
#122
Attualità / Re: Quattro bambini rom
17 Agosto 2025, 07:59:13 AM
Nella mia carriera di flaneur "sui generis" mi capitò di frequentare per un breve periodo un ragazzo rom. Un giorno gli chiesi di spiegarmi perché ci considerassero dei gaggi, ma non ebbi da lui una risposta esauriente. C'è qualcuno tra voi che lo sappia?
#123
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
16 Agosto 2025, 09:17:13 AM
In merito all'incontro Trump Putin mi sembra che quest' ultimo sia nettamente in posizione di forza. Sì è visto benissimo come hanno disceso la scaletta dell'aereo
#124
Sull'inimitabilità del Corano non mi pronuncio dato pure che bisognerebbe tenere conto della musicalità del testo. C'è in ogni caso sicuramente differenza tra Gesù e Maometto. In merito a quest'ultimo e in relazione alla nascita e affermazione dell'Islam abbiamo abbondanza di fatti storici documentati. Questi ci raccontano che l'Islam, al di là del messaggio spirituale, si è affermato solo grazie a un evidente compromesso con le preesistenti politiche già in uso presso i clan. La storia dell'Islam è infine una storia di guerra e senza tale compromesso con usi e costumi probabilmente Maometto non avrebbe avuto successo. In questo senso, pur non avendo disconosciuto la Legge, cosa di non poco conto, mi sembra che il messaggio di Gesù si sia affermato diversamente
#125
Citazione di: iano il 13 Agosto 2025, 12:50:15 PMIo credo che tu riesca a farlo, però dovresti dirci come fai. Cioè il fatto che riusciamo a farlo non vuol dire che sia cosa ovvia farlo, e che  in effetti ci può apparire ovvia nella misura in cui lo facciamo senza sapere come.
Il libro ci dice  come lo fanno i ciechi, usando le orecchie, perchè il muro rimanda i rumori che il cieco fa camminando. Quindi se il suono se l'eco non varia di intensità sanno che stanno andando dritto, e quando sparisce l'eco sanno che il muro è finito.
Per aumentare la rumorosità, e sopratutto per renderla costante, a volte usano un bastone con una pallina finale girevole..
Tu lo fai allo stesso modo, ma mente i ciechi ne hanno coscienza, perchè l'acquisiscono, tu no.
A riprova del fatto che usare coscienza o meno riguarda solo un diverso modo di fare, e che la coscienza non è indispensabile, e quindi non è fondamentale.
Contrariamente a quello che sappiamo, cioè a quello di cui abbiamo normalmente  coscienza, il nostro senso più sviluppato non è la vista, ma l'udito, tanto che viene detto senso salvavita. Questo significa che ti salva la vita più volte al giorno senza che tu te ne accorga.
L'unico svantaggio certo per i ciechi è di vivere in città progettate per vedenti.
Sentire la realtà è un modo diverso di vederla, e quale fra i due sia più vantaggioso è da discutere.
Un altro vantaggio certo per i ciechi è di notte ci  ''vedono'', mentre i vedenti no.
Inoltre la parte del cervello dedicata alla vista nei non vedenti viene riconvertita a rafforzare l'udito, e questo è propriamente un esempio di plasticità del cervello.
Esistono anche tecniche per indirizzare questa riconversione, velocizzando il tempo di riconversione.
Come fanno dunque a ''vedere'' i ciechi dovrebbe adesso essere chiaro, potenziando il senso dell'udito che è già fra tutti il più potente.
Ma le sorprese non finisco qua.
Il libro ci dice che noi vediamo letteralmente, cioè senza virgolette, con le orecchie, quindi i ciechi, almeno in parte, ci vedono veramente.
Essi semplicemente potenziano quel meccanismo per cui i vedenti non vedono solo con gli occhi, ma anche con le orecchie.
Ma le sorprese non finiscono qua.
Noi ci sentiamo anche con gli occhi.
Pensa dunque a quanti sono i meccanismi sensoriali sfuggono alla nostra coscienza, ma non all'indagine scientifica.

Puoi prendere atto del fenomeno anche tu se non sei proprio sordo. Mettiti a un metro da una parete di casa col corpo rivolto nella sua direzione (non ortogonalmente quindi) e poi a passetti laterali procedi ortogonalmente alla parete. Mano a mano che ti avvicini alla parete percepirai chiaramente una differenza di suono. L'ho scoperto casualmente una vita fa, cioè, non è che ho fatto apposta un esperimento. Non ricordo di preciso, ma probabilmente ero al buio in ambiente noto. Notai la cosa comunque, tanto che pensai che si trattasse di un'illusione dovuta al fatto che sapevo che c'era il muro. Però riprovando mi resi conto inequivocabilmente che era dovuto a una differenza nella percezione del rumore dei passi. Due più due fa quattro e il pensiero andò ai non vedenti.
D'altra parte potrei anche riportare un claro esempio di una nostra neurorigidità (confermato da parenti e amici), ma non penso che la cosa possa interessare
#126
Presentazione nuovi iscritti / Re: toc-toc
14 Agosto 2025, 08:31:46 AM
Citazione di: agilulfo il 13 Agosto 2025, 14:44:42 PM"nudi e crudi" o é necessaria una sbollentata/rosolatina?

Ciao .. non uso mangiare carne umana .. per me va bene al naturale 
Saluti 
#127
Citazione di: iano il 12 Agosto 2025, 21:14:21 PM''Lo straordinario potere dei nostri sensi. Guida all'uso.''
Lavrence D. Rosemblum.
Bollati/Boringhieri.
Anche solo leggendo le note di copertina di questo libro puoi farti un idea di cosa si intende per plasticità del cervello.

Tutti noi siamo in possesso di capacità percettive d'eccezione. Non ne siamo consapevoli ma è così. Ricerche recenti, che si avvalgono dei più aggiornati strumenti di neuroimaging, hanno dimostrato che il nostro cervello è un organo in continua evoluzione, dotato di plasticità. È questa caratteristica che permette impensabili effetti di compensazione in persone affette da deficit sensoriali.
Lawrence D. Rosenblum, con il suo stile leggero, chiaro e divertente, racconta casi di straordinari poteri sensoriali: un ciclista cieco dalla nascita campione di mountain bike capace di emettere forti segnali acustici e orientarsi, come i pipistrelli, sulla base della qualità di risonanza emessa dai materiali attorno a lui; il battitore di una squadra di baseball per non vedenti che si affida al suo udito per dare la battuta; o un esperto di labiolettura tattile che toccando il viso del proprio interlocutore è in grado di leggere non solo le sue parole ma anche i suoi sentimenti.
Sono storie umane e cliniche fuori dal comune che ci insegnano ad avere una nuova percezione dei nostri cinque sensi. Niente è troppo straordinario per il nostro cervello.

Lettura consigliata.
Premetto che non ho alcun pregiudizio nei confronti dell'impresa scientifica, anzi, sia sempre la benvenuta. Non trovo comunque nulla di straordinario nello studio in questione. Basta chiudere gli occhi e cercare di camminare parallelamente vicino a un muro per sapere se ti stai avvicinando o allontanando da questo. Poi ognuno può ampliare le tecniche di indagine a seconda delle proprie necessità; il fine giustifica le tecniche. Circa i sensi, troverei invece più interessante sapere come mai da bambino mi venisse da vomitare di fronte all'odore all'interno delle macellerie. E sì che la carne l'ho sempre mangiata.
Grazie comunque per il consiglio di lettura
#128
Presentazione nuovi iscritti / Re: toc-toc
13 Agosto 2025, 12:11:19 PM
Ma certo che è permesso entrare, anche nudi. Benvenuto 
#129
Citazione di: anthonyi il 12 Agosto 2025, 01:53:58 AME' proprio questo l'assurdo, tu sei un professionista serio e invece, su questo concetto, diventi qualunquista.
Non é la stessa cosa. Ci sono concetti sociali che sono certamente neuroplastici, come liberalismo ad esempio, o anche democrazia, anarchia non lo é, perché non contiene una spinta all'adattamento alle esigenze altrui che comporta necessariamente l'accettazione di una logica democratica e dell'assetto istituzionale ad esso conseguente.
Comunismo e liberismo, invece, io non li considererei neuroplastici, perché rafforzano un certo indirizzamento socio economico rendendo rigido il sistema.
Piuttosto social democrazia, quello si che é un concetto neuroplastici, che bilancia le esigenze sociali con quelle del libero mercato.
Ciao Anthonyi, trovo questo tuo pensiero fuorviante. Non puoi inquadrare concetti come democrazia, liberalismo, comunismo, o anarchia come neuroplastici o no. La neuroplasticità, se ho ben inteso il concetto, dovrebbe consistere nella capacità di scardinare in senso migliorativo abitudini che vengono considerate dannose. Presuppone pertanto che un presente metta in discussione un passato.
Allo stato attuale delle cose, quindi, mi sembra che la democrazia più che essere nelle mani del popolo sia nelle mani di poteri forti che agiscono anche a livelli sovranazionali. Se in un post precedente ho detto che non credo molto alla neuroplasticità intendevo dire che questa agisce fino a un certo punto. In questo senso, la neuroplasticità (paradossalmente in senso peggiorativo) ha fatto sì che si sia prodotta una montagna di menzogne intese a far credere che si viva in democrazia. E questo è vero formalmente, ma grazie al potere esercitato da vari potentati sull'informazione, in realtà la democrazia (i democratici) sta di fatto producendo il caos sociale, ovvero una forma fraintesa di anarchia
Un caro saluto
#130
Citazione di: iano il 11 Agosto 2025, 11:47:56 AMCome Putin ha scommesso in un'operazione speciale così veloce che la popolazione non avesse il tempo di valutare quanto i costi superassero i benefici.
Il mio esempio in realtà corrisponde solo a una curiosità e non penso che potrebbe rappresentare un cambiamento vero e proprio nella mentalità israeliana. Si tratterebbe solo di ribellarsi a un capo di Stato.
Quello che intendevo dire è che si cambia quando si è in certa misura costretti a farlo (non entro nel merito della natura della costrizione). Io non credo molto alla neuroplasticità di cui parla Jacopus. L'essere umano, almeno collettivamente, non si è mai emancipato da posture mentali che lo portano ancor oggi ad avere bisogno di leader che li guidino o di personaggi esemplari da imitare o rifiutare.
Visto però che a livello individuale sia io che te ci rendiamo conto che si vive in un mondo obsoleto e, almeno per quello che mi riguarda non sono nato imparato, resta quantomeno nell'aria cosa abbia provocato apprendere questa nozione di mondo obsoleto.
Comunque siamo ormai abbondantemente fuori topic
#131
Citazione di: iano il 11 Agosto 2025, 09:10:40 AMNon ci sono conseguenze negative in se nel vivere in una descrizione, ma avendo coscienza di ciò,  se questo mondo/descrizione in cui vivi non ti piace, o non ti piace più, sai di poterlo cambiare, cambiando descrizione.
Nel vivere in una descrizione quindi io ci vedo solo conseguenze potenzialmente positive.
Diversamente, se il mondo in cui vivi, stante la sua evidenza, perciò coincide con la realtà, te lo devi tenere, anche se non ti piace, o non ti piace più.
I diversi mondi in cui viviamo in sequenza, o in contemporanea, devono avere tutti una caratteristica: dobbiamo viverci tutti insieme, e questo non è scontato che succeda, e quando non succede, in ciò io  vedo un ingiustizia.
Questo è quello che sta succedendo.
Vedo all'orizzonte nuove arche in cui tutti non ci potranno stare.
Ognuno di questi mondi ha senso quando è un impresa umana, e finché lo resta.
Tu puoi vedere ingiustizia nel mondo in cui vivi, e chi potrebbe darti torto?
Però io lo vedo più come un mondo superato, quindi da cambiare.
Non ci sono mondi giusti o sbagliati, veri o falsi in se, ma, in senso evoluzionistico, inadeguati ad un ''uomo'' sempre nuovo.

Può sembrare non positivo il vivere dentro una descrizione, ma è quando arriva il momento di cambiarla che ci accorgiamo di quanta inerzia al cambiamento possiede, proprio come se si trattasse di cosa concreta.

Viviamo dentro descrizioni, nessuna delle quali è inimitabile, ne tanto meno definitiva, quindi vera.
Parliamo di una verità  che però è sempre e solo intersoggetiva, ed è questa intersoggettività che ci dobbiamo tenere, perchè è ciò che, se non ci fa santi,  ci fa uomini.




Beh, mi sembra di aver detto più di una volta che viviamo in una società ottocentesca e obsoleta, ma sembra che la maggior parte non sia di questo avviso.
La possibilità di cambiare di sicuro c'è, ma cambiare ha dei costi e mi sembra che le persone non ne vogliano proprio sapere. In questo senso e concretamente sono proprio curioso di vedere se sarà seguito l'appello di Olmert (ex primo ministro, uomo di destra liberale) allo sciopero generale (costo per l'individuo) per fermare Netanyahu

#132
Citazione di: iano il 10 Agosto 2025, 15:13:09 PMNessun esempio. E' un ipotesi.
L'ipotesi che viviamo dentro una descrizione.
Naturalmente se assumo questa ipotesi ritengo che ci siano buoni motivi per farlo.
Però non devi pensarla nel senso negativo che diamo all'aggettivo ''immaginario''.
Il mio invito è appunto quello di rivalutare l'immaginario.
Questa ipotesi ricuce lo strappo fra quel concreto con cui condiamo ogni verità ( tu ci hai condito l'esempio che mi chiedi, ma prima dovresti spiegarmi come si distingue un esempio concreto da uno che non lo è) e il disprezzato astratto.
Un esempio concreto è quello che ho fatto riferendomi al Vaticano. 
Comunque posso appoggiare l'idea che si viva all'interno di descrizioni, ma d'altra parte siamo immersi nella lingua ed è innegabile che molte descrizioni siano utili. 
Quali sarebbero dunque le conseguenze negative di questo fatto e come uscirne?
#133
Citazione di: iano il 10 Agosto 2025, 12:54:31 PMConoscendo il tuo pensiero non mi sorprende che tu parta dal(la) fine. :)
Poi magari non è che sono complicato, ma esprimo idee per te insolite, talchè ti appaiono come  inutili complicazioni.
Cioè, non è quello che ti aspetti di leggere.

Nei miei precedenti post ho inteso l'evidenza come una descrizione inconsapevole della realtà; la descrizione dell'evidenza sarebbe quindi una descrizione di una descrizione, cosa che non avrebbe molto senso,  senonché attribuendo verità all'evidenza, l'essere cioè coincidente con la realtà, noi crediamo di star descrivendo la realtà.
Questa descrizione però va a cozzare con quella scientifica, il che si spiega solo se sono fatte della stessa sostanza, l'essere entrambe descrizioni in diverse lingue, che richiederebbero una traduzione , piuttosto che una descrizione.
Capita che uno non capisca.
Ti prego allora di farmi un esempio concreto di come l'evidenza sia o possa essere una descrizione inconsapevole della realtà
Saluti
#134
Citazione di: iano il 09 Agosto 2025, 18:53:49 PML'evidenza della ''realtà'' precede la scienza, la quale ci consegna una ''realtà'' non evidente ,  ma entrambe svolgono la stessa funzione.
Entrambe, immagini ed equazioni, sono due forme diverse della realtà, le quali entrano in conflitto se la realtà non può che avere una sola forma.
Non entrano in conflitto se la realtà non ha una forma, talchè gliene possiamo dare diverse.
Se non hai coscienza di avergliela data (lavoro oscuro dell'evoluzione), il mondo in cui vivi ha quella forma.
Se ne hai coscienza, dentro quella forma non puoi vivere.
In un modo o nell'altro non smetti di vivere nella realtà.
Dal discorso dovrebbe capirsi che per mondo e realtà non intendo la stessa cosa, come invece normalmente si intende. il mondo lo intendo come ciò che si costruisce sulla realtà interagendovi, e vi si può interagire in modo cosciente o meno, e ciò determinerà la forma del mondo, che va da forme concrete a forme astratte.
Dire che la realtà non ha forma, equivale a dire che non c'è una verità, in qualunque forma tu la voglia esprimere, come ciò che si scrive,  come ciò che si tocca, come ciò che si vede, come ciò che si intuisce, come ciò che si pensa.

L'evidenza della ''realtà'' e la scienza fanno la stessa cosa, e finché lo fanno in modo indipendente non entrano in conflitto.
Noi le usiamo  insieme, ma ci manca quella consapevolezza dei mezzi che usiamo per non farle entrare in conflitto, e in particolare ci manca la consapevolezza che la realtà come ci appare, al pari della scienza, è uno strumento per muoversi nella realtà.

Se abbiamo bisogno di conoscere la realtà per poterci muovere in essa, dipendendo questa conoscenza dallo sperimentarla, e quindi dal poterci muovere in essa, resteremmo immobili.
E' la storia dell'uovo e della gallina, che però in questo caso secondo me ha una soluzione: il fare viene prima del sapere.
Muovendoti a caso, escludendo i movimenti sfavorevoli, acquisisci per esclusione un movimento sempre più centrato sulla realtà, ma questo non porta alla verità, finché tu, col tuo mutare, ne fai parte. Le equazioni della fisica descrivono una realtà costante nel suo mutare , con le sue leggi di conservazione, con una eccezione, che sei tu.
Tu che ti descrivi come vivo, per questo motivo.
Tu che teorizzi che non c'è nessun libero arbitrio, ma che non sapendo bene cosa sia, non te ne puoi liberare.
Qualunque cosa sia descrive quella parte di realtà che non è materia per  fisici, talchè ai filosofi il lavoro non glielo toglie nessuno.
Quando le macchine avranno sostituito tutti i lavoratori, i filosofi lavoreranno ancora.

A volte mi sembra che tu voglia complicare cose semplici con pensieri contorti. La separazione che fai tra mondo e realtà, forse mi sbaglio, assomiglia molto alla distinzione cartesiana (res cogitans/extensa). Naturalmente la res cogitans diviene pubblica tramite le descrizioni che fa della res extensa.
Che il fare venga prima del sapere è cosa ben nota (la pratica fonda la grammatica). Ma perché non evidenzi pure che il fare è sempre finalizzato a qualcosa? E se è finalizzato questo presuppone che tu abbia sapienza dei mezzi che usi per fare. È nato dunque prima l'uovo o la gallina?
Alcuni hanno tagliato la testa al toro dicendo che è stato Dio a disporre il tutto partendo dalla gallina (Dio ha fatto l'uomo). Costoro forse erano mossi da un'idea di giustizia; c'è chi dice invece che volevano ingannarci ... questo naturalmente io non lo so, però è vero che l'idea di giustizia pregna senz'altro la parola divina.
Tornando quindi all'idea che il fare è sempre finalizzato a qualcosa, non sarebbe cosa scontata ad esempio la finalità dei partecipanti al forum, ovvero di quelli che "fanno" tramite la parola. Se c'è infatti una cosa che ho apprezzato del pensiero heideggeriano è quella di affermare che l'individuo è preoccupato. Quello che però non si capisce bene delle sue azioni è di cosa sia preoccupato. E in questo senso è degno di nota che il Vaticano abbia manifestato chiaro e tondo il sospetto che Israele non abbia colpito la chiesa della Sacra famiglia a Gaza per errore. Insomma, il problema non è il rapporto tra evidenza e descrizione dell'evidenza, ma il fine della descrizione che può benissimo esulare dalla ricerca di una verità 
Saluti
#135
Tematiche Filosofiche / Re: Dio vs caso.
09 Agosto 2025, 08:26:41 AM
Nessuno ha mai dimostrato l'esistenza di Dio e nessuno ha mai dimostrato l'esistenza del caso. Penso che il pensiero di Benedetto XVI non sarebbe molto felice qualora il pensiero scientifico dominante pensasse che il caso consista esclusivamente di ignoranza della causa. Ma siccome sono abbastanza ignorante lascerei a voi l'ardua sentenza. Nell'ipotesi che il caso puro fosse considerato come causa che produce effetti, Benedetto XVI avrebbe senz'altro ragione (almeno per quel pensiero che compare in calce al profilo di Duc in altum)