L inimitabilita del Corano

Aperto da Stefaniaaa, 30 Luglio 2025, 21:20:26 PM

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Jacopus

Citazione di: anthonyi il 08 Agosto 2025, 02:39:24 AMMa quello lo fai tu. Ti basta una datazione al carbonio 14, con tutte le eccezioni possibili sul campione usato e sulla storia conosciuta per occultare tutti gli altri rilievi scientifici che fanno della sindone qualcosa di INSPIEGABILE!  ma che testimonia l'immagine di un uomo che ha subito le stesse vessazioni descritte nel Vangelo, con la crocifissione nel polso come nella realtà storica e non nelle mani come é stato erroneamente creduto per tutto il medioevo.
Obiezione 1: non si comprende perché,
secondo i momenti e le strategie, si passa dalla fede come percorso indipendente da ogni prova materiale alla venerazione di reliquie di dubbia provenienza.
Obiezione 2: non si comprende perché, la divinità nel suo immenso potere, così come ha stabilito quali sono i vangeli autorizzati non ha stabilito quale fosse la sindone "vera" visto che nel medioevo ce n'erano a centinaia ed anche oggi c'è la sindone di Oviedo che fa concorrenza a quella di Torino.
Obiezione 3: se c'è tutta questa certezza e tutti questi dubbi sul precedente esame, i responsabili della sindone potrebbero concedere per un eventuale esame ulteriore ed aggiornato, ben più dei pochi millimetri concessi per gli esami compiuti negli anni '80, anche perché oggi gli esami, suppongo, potrebbero essere più accurati.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

anthonyi

Citazione di: Jacopus il 08 Agosto 2025, 07:55:02 AMObiezione 1: non si comprende perché,
secondo i momenti e le strategie, si passa dalla fede come percorso indipendente da ogni prova materiale alla venerazione di reliquie di dubbia provenienza.
Obiezione 2: non si comprende perché, la divinità nel suo immenso potere, così come ha stabilito quali sono i vangeli autorizzati non ha stabilito quale fosse la sindone "vera" visto che nel medioevo ce n'erano a centinaia ed anche oggi c'è la sindone di Oviedo che fa concorrenza a quella di Torino.
Obiezione 3: se c'è tutta questa certezza e tutti questi dubbi sul precedente esame, i responsabili della sindone potrebbero concedere per un eventuale esame ulteriore ed aggiornato, ben più dei pochi millimetri concessi per gli esami compiuti negli anni '80, anche perché oggi gli esami, suppongo, potrebbero essere più accurati.
Jacopus, la chiesa ha accettato quegli esami con grande riluttanza, perché non ama queste intromissioni su oggetti sacri, soprattutto quando hanno effetto distruttivo su di essi.
Non é certo da un esame tecnico che deriva la fede, questo credo lo ammetterai anche tu. 
Se poi di sind oni Nel medioevo c'è n'erano tante, in realtà Taurus dice che erano otto, ed oggi sono solo 1 +1, questo vuol dire che già la chiesa ha fatto la sua opera di pulizia, immagino usando le conoscenze scientifiche adeguate. L' 1+1 deriva dal fatto che quello di Oviedo é un sudario, cioè un panno usato per trasportare un morto, assolutamente compatibile con le bende con le quali viene avvolto il morto nella tomba e che sarebbero rappresentate dalla sindone.
Non capisco poi la ragione per la quale voi accampiate come argomento quello della molteplicità di finte sindoni, piuttosto possiamo dire che le finte sindoni sono probabilmente copie prese da un originale, e che quindi questo originale esisteva da prima di loro. D'altronde abbiamo anche questo fatto che l'immagine rappresentata del Cristo é più o meno la stessa fin dal quarto secolo D. C. ed é sovrapponibile a quella della Sindone, evidentemente gli artisti avevano una base informativa comune. 
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

Jacopus

Sul volto sempre uguale di Gesù come prova della sua attendibilità dico solo una cosa: i capelli lunghi negli uomini ebrei del I secolo sarebbero stati fonte di disonore e di "gender fluid" (si direbbe oggi). I capelli lunghi invece in epoca medioevale distinguevano i nobili dalla plebe. Insomma, raffigurarlo con i capelli lunghi fu una esigenza della nobiltà medioevale ma difficilmente un uomo che voleva essere rappresentato come profeta, nel I secolo, si sarebbe fatto crescere i capelli.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

daniele22

Citazione di: iano il 07 Agosto 2025, 10:56:01 AMNon ci ho capito molto Daniele.
Comunque, se vuoi dire che il colpo di fulmine è il finale evidente di un lungo lavoro oscuro che avviene nell'atmosfera, sono d'accordo, e lo stesso lavoro potrebbe fare il processo che porta alla fede, anche se noi saremo tentati sempre di dire che siamo stati fulminati sulla via di damasco.
Possiamo parlare solo di ciò ce ci è evidente, però ciò che si può dire non esaurisce mai la questione.
La realtà non può essere come ci appare, se dietro questa apparenza c'è un lungo oscuro lavoro.
La realtà è il risultato di un calcolo che non decidiamo di fare, ma a cui si può risalire per decidere di non farlo più, o di rifarlo in modo nuovo una volta presa coscienza appunto che  dietro c'è un calcolo riproducibile a volontà o modificabile , creando una realtà virtuale la cui sostanza però non è diversa da quella naturale.
Il termine stesso ''evidenza'' richiama l'immediatezza della visione, come se non vi fossero intermediari fra noi e la realtà.
Troppo bello e troppo facile per essere vero.
L'intelligenza che porta all'intuizione è un processo logico dove si salta la coscienza di alcuni passaggi per necessità, per l'impossibilità di avere il controllo totale su tutto.
Dio ci ha lasciati liberi di scegliere, o forse semplicemente non è in grado di controllarci del tutto?
Magari è solo un povero diavolo, come noi.
Non mi risulta, in generale, che i credenti tendano a dire che siano stati fulminati lungo la via di Damasco. Comunque non è molto importante nell'economia del discorso.
Citandoti:
"Possiamo parlare solo di ciò che ci è evidente, però ciò che si può dire non esaurisce mai la questione.
La realtà non può essere come ci appare, se dietro questa apparenza c'è un lungo oscuro lavoro."
Il lavoro oscuro di cui parli sarebbe in realtà molto chiaro: dei fenomeni, che possono definirsi oggettivi anche se non è proprio vero, noi spontaneamente cerchiamo la causa. Se così non fosse non esisterebbe alcuna scienza, tanto per dirne una. L'oscurità emerge quindi dalle discordanze in merito all'attribuzione di causa del fenomeno. E questo può accadere non solo per le scienze umane, ma pure all'interno delle cosiddette scienze dure, almeno quando queste abbiano un dissidio al loro interno.
Citandoti ancora:
"La realtà è il risultato di un calcolo che non decidiamo di fare...."
Quel "non" sarebbe un "noi", o è proprio un "non"?
Ancora citandoti:
"Il termine stesso ''evidenza'' richiama l'immediatezza della visione, come se non vi fossero intermediari fra noi e la realtà.
Troppo bello e troppo facile per essere vero."
Mi sorge spontanea la domanda: che cosa sono gli intermediari e in che senso ci complicherebbero la vita?


anthonyi

Citazione di: Jacopus il 08 Agosto 2025, 08:47:35 AMSul volto sempre uguale di Gesù come prova della sua attendibilità dico solo una cosa: i capelli lunghi negli uomini ebrei del I secolo sarebbero stati fonte di disonore e di "gender fluid" (si direbbe oggi). I capelli lunghi invece in epoca medioevale distinguevano i nobili dalla plebe. Insomma, raffigurarlo con i capelli lunghi fu una esigenza della nobiltà medioevale ma difficilmente un uomo che voleva essere rappresentato come profeta, nel I secolo, si sarebbe fatto crescere i capelli.
Strano quello che dici, visto che il Nazireato, cioé la consacrazione di una persona comportava che i suoi capelli non venissero mai tagliati. E come si fa a distinguere un consacrato da un disonorato visto che hanno entrambi i capelli lunghi? 
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

sapa

Citazione di: iano il 07 Agosto 2025, 16:04:19 PMNon sembra neanche a me. Dove l'ho detto?

" ... tornare a questa concezione , ipse facto, mi sembra una sconfitta. Però poi non cambia molto la sostanza, e mi ridurrò solo a dare alla ninfa un altro nome". Sì, ho interpretato male io, perdonami...

taurus

Citazione di: anthonyi il 08 Agosto 2025, 02:48:03 AMSiamo sempre lì, tu ti fermi all'analisi epistemica, ma per chi ha fede conta solo il contenuto, e cioé che l'Eucaristia é la memoria della missione di Cristo in terra. 


Proprio perchè ho frequentato il seminario (allora ero peggio di te _ nel senso che "sentivo" veramente un' irresistibile attrazione..ecc..ecc.. probabilmente GIA' "condizionato" dai salesiani) mi sono reso conto che il tutto era un castello di carte che affascinava gli ingenui _ e proprio su questo pseudo-castello il clero ha fondato il suo plurisecolare Potere..

Da qui il crescente scetticismo..eccc..eccc...eccc......

Quanto all' istituzione dell' eucarestia, come già postato ieri, il Primo scrittore NON essendo testimone oculare dell' evento.. riporta che "quel banchetto" mirante ad istituire una Nuova Alleanza gli sarebbe stata ispirata Dal cielo (??).

Da parte ebraica (alquanto sarcastica) riportano che tutto questo sarebbe l' effetto postumo di quell' increscioso incidente.. ove il tarsiota subì un nocivo quanto permanente danno alla sua persona. Da qui le sue stravaganze dottrinarie...   

Infatti come poteva mai un pio giudeo permettersi di abolire il mitico Patto a suo tempo stipulato tra il divinAbbà e i suoi leggendari patriarchi ?
Solo un "folle" poteva in detta impresa....

Riporto ancora l' estrema sintesi.. (la più gentile) del biblista ebreo (e diplomatico) Pincas Lapide su questo bizzarro personaggio:

- egli cita la Torah 80 volte, unicamente per abolirla, e che lui stesso contraddice -

- si è Inventato una malattia NON ebraica (peccato originale) e per curarla un' altrettanto medicina Anti-ebraica -

- essa consisterebbe in un "bizzaro" sacrificio espiatorio (e valente per l' intero genere umano),

- ha inoculato il virus Anti-ebraico (1 Tess. 2.15/16) le cui terribili conseguenze dureranno quasi 2000 anni,

- al posto dell' antico popolo Eletto subentra ora un Nuovo popolo degli eletti,

- ha "falsificato" la fede DI Gesu' con una fede "IN" Gesu' -


Questi 5 punti _ valgono piu' di tanti testi su questo "pittoresco" personaggio, l' inventore del cannibalesco pasto... fulcro rituale del cristianesimo !

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anthonyi

Citazione di: taurus il 08 Agosto 2025, 10:24:03 AMProprio perchè ho frequentato il seminario (allora ero peggio di te _ nel senso che "sentivo" veramente un' irresistibile attrazione..ecc..ecc.. probabilmente GIA' "condizionato" dai salesiani) mi sono reso conto che il tutto era un castello di carte che affascinava gli ingenui _ e proprio su questo pseudo-castello il clero ha fondato il suo plurisecolare Potere..

Da qui il crescente scetticismo..eccc..eccc...eccc......








Ne conosco di seminaristi scettici, e alcuni di loro hanno anche fatto una certa carriera nel giro. 
L'atteggiamento esteriore non é per nulla garanzia di vera fede, e sinceramente preferisco uno come te che sinceramente palesa la sua avversione al Cristianesimo rispetto a chi lo tradisce nel segreto. 
Riguardo a tutti gli altri ragionamenti, comunque, non posso che approfondire quanto già detto. 
Esiste la religione, che é fatto sociale, ed é quella nei Confronti della quale tu fai le tue osservazioni. 
Poi c'é la fede, che é un fatto interiore, che é inosservabile, è sulla quale le tue affermazioni non hanno nessun effetto. 
Comunque la nostra non é per nulla un'esperienza comune. 
Io parto da un atteggiamento di disinteresse per la religione, e questo nonostante abbia avuto in questo periodo anche qualche esperienza che si potrebbe definire "ai confini della realtà". 
Il cambiamento radicale c'è l'ho nel momento in cui prendo coscienza seria del fatto di essere infestato da una forza malefica, sono stato esorcizzato e da allora é partito un lungo itinerario di recupero interiore, che non é ancora finito perché purtroppo il male, a differenza di quello che é raccontato nel Vangelo, non va mai via, al limite riesci a renderlo sempre più debole. 
Nel Vangelo é scritto "beati coloro che pur senza aver visto, crederanno". Io non faccio parte di quella categoria, la mia fede é il risultato della mia esperienza di vita. 
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

InVerno

#188
Citazione di: sapa il 07 Agosto 2025, 10:56:11 AMProbabilmente intervengo fuori posto con un post del menga, però non posso fare a meno di notare che le discussioni a tema religioso vedono sempre contrapposti diversi monoteismi e altrettanti ateismi. Le religioni del libro sono direi sempre mono, si tratta di affermare un Dio su tutto e di attenersi alle regole e alla visione dettate dal libro. L'inimitabilità di tutto il castello è prerogativa di ogni libro e di ogni monotesimo, va da sè, altrimenti sarebbe un castello di carte. L'ateismo, d'altra parte, si schiera sempre contro il libro, il Dio e l'intero castello viene negato. Tutto ciò è, secondo me, fonte di angoscia e sentimenti negativi, perchè chi crede non può fondamentalmente concepire che non si creda nel suo Dio, così come chi non crede non riesce a capire come si faccia a credere. Ma forse il problema non sarà proprio il credere/non credere in un solo Dio? Come si fa a credere in un essere supremo che si occupa di tutto l' universo, fin nei minimi particolari delle singole vite di ogni forma vivente sparsa nel cosmo? In questo, devo dire, io mi sento più vicino ad essere un pagàno, è molto più rasserenante credere che gli dei siano molti, che ogni fiume sia un dio, che ogni fonte d'acqua sorgiva abbia la sua ninfa o dea, che il mare sia in tempesta perchè Poseidone è adirato e via dicendo. Sbaglio, o i politeismi non hanno quasi mai alcun libro sacro da venerare e il problema dell'inimitabilità non è sentito, tanto che alcuni dei del pantheon di una religione possono entrare anche in quello di un'altra religione? Questo modo di vivere il rapporto con la religione per me è molto più attraente di ogni monoteismo. E alla fine, anche più facile e tranquillo. Grazie, ho finito. Se ho detto delle cavolate, mi corigerete!
Il cristianesimo, perlomeno visto da un marziano, è più un enoteismo che un monoteismo in senso stretto, hai una intera pletora di entità trascendenti tanto quanto nel politeismo, che però rispondono a delle dinamiche che hanno una loro coerenza gerarchica. Ciò che distingue il politeismo non è tanto il fatto che ci sono tanti dei, quanto che questi dei rappresentano diverse prospettive anche conflittuali tra loro, lo stesso non si può dire del cristianesimo, un pò come la trinità è una pluralità di enti ma non di prospettive. Tuttavia in molte comunità cristiane, specialmente locali, la venerazione di uno specifico santo-ninfa può anche superare di importanza il grande protagonista. Pensa ad esempio al culto di Maria, a proposito di testi, la sacra vergine finito il parto (cioè l'unica funzione della donna in quella società) scompare dal testo e ricompare solo per essere rispedita in cucina da suo figlio, da queste quasi nulle basi evangeliche è stato creato un intero culto parallelo che in molti casi è più forte di quello principale, ma anch'essa è solo un riflesso dell'ente principale, non può contraddirlo. Curiosamente c'è un personaggio del pantheon cristiano che potrebbe secondo certe tradizioni rappresentare una diversa prospettiva, è il caso di Giovanni Battista. Esistono ancora delle comunità locali, seppur minuscole, che si dichiarano dirette discendenti del battista, che io sappia i loro testi non sono neanche completamente tradotti in lingue europee, ma l'aspetto fondamentale è che ritengono Gesù praticamente un impostore che ha illeggitimamente occupato il posto del loro beniamino e ne raccontano di cotte e di crude a riguardo, e questo è un pò quello che accade nel politeismo dove gli dei sono in aperta competizione, un "cristianesimo politeista" potrebbe includere entrambe le tradizioni, nel cristianesimo enoteista Giovanni è un elemento che non ha una sua indipendenza ma che serve unicamente a spiegare qualcosa del big boss. Sottovaluti inoltre quanto può essere "scomodo" il politeismo, perchè non ce l'hai davanti, quando poi un intero villaggio non può bere acqua per non offendere la ninfa della sorgente, questo vedere dei dappertutto non ti affascinerebbe tanto candidamente. Diverso è l'idea di riportare la religiosità a elementi naturali, senza magari antropomorfizzarli, questo sarebbe buono e giusto perchè il pane in tavola lo mette la natura e siamo effettivamente "a sua somiglianza".
Ora Noè, coltivatore della terra, cominció a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacó. Genesi 9:20

sapa

Citazione di: InVerno il 08 Agosto 2025, 11:16:25 AMIl cristianesimo, perlomeno visto da un marziano, è più un enoteismo che un monoteismo in senso stretto, hai una intera pletora di entità trascendenti tanto quanto nel politeismo, che però rispondono a delle dinamiche che hanno una loro coerenza gerarchica. Ciò che distingue il politeismo non è tanto il fatto che ci sono tanti dei, quanto che questi dei rappresentano diverse prospettive anche conflittuali tra loro, lo stesso non si può dire del cristianesimo, un pò come la trinità è una pluralità di enti ma non di prospettive. Tuttavia in molte comunità cristiane, specialmente locali, la venerazione di uno specifico santo-ninfa può anche superare di importanza il grande protagonista. Pensa ad esempio al culto di Maria, a proposito di testi, la sacra vergine finito il parto (cioè l'unica funzione della donna in quella società) scompare dal testo e ricompare solo per essere rispedita in cucina da suo figlio, da queste quasi nulle basi evangeliche è stato creato un intero culto parallelo che in molti casi è più forte di quello principale, ma anch'essa è solo un riflesso dell'ente principale, non può contraddirlo. Curiosamente c'è un personaggio del pantheon cristiano che potrebbe secondo certe tradizioni rappresentare una diversa prospettiva, è il caso di Giovanni Battista. Esistono ancora delle comunità locali, seppur minuscole, che si dichiarano dirette discendenti del battista, che io sappia i loro testi non sono neanche completamente tradotti in lingue europee, ma l'aspetto fondamentale è che ritengono Gesù praticamente un impostore che ha illeggitimamente occupato il posto del loro beniamino e ne raccontano di cotte e di crude a riguardo, e questo è un pò quello che accade nel politeismo dove gli dei sono in aperta competizione, un "cristianesimo politeista" potrebbe includere entrambe le tradizioni, nel cristianesimo enoteista Giovanni è un elemento che non ha una sua indipendenza ma che serve unicamente a spiegare qualcosa del big boss. Sottovaluti inoltre quanto può essere "scomodo" il politeismo, perchè non ce l'hai davanti, quando poi un intero villaggio non può bere acqua per non offendere la ninfa della sorgente, questo vedere dei dappertutto non ti affascinerebbe tanto candidamente. Diverso è l'idea di riportare la religiosità a elementi naturali, senza magari antropomorfizzarli, questo sarebbe buono e giusto perchè il pane in tavola lo mette la natura e siamo effettivamente "a sua somiglianza".
Giusta riflessione, ti ringrazio. In effetti concordo specialmente con l'ultima frase, avevo citato qualcosa del pantheon teologico greco-romano più come esempio che altro.

InVerno

Mi hai ispirato per una nuova firma! In fondo Noè non è il primo ecologista mai esistito? C'è anche un film di Aaronofsky che lo rilegge in quella maniera.
Ora Noè, coltivatore della terra, cominció a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacó. Genesi 9:20

iano

#191
Citazione di: daniele22 il 08 Agosto 2025, 09:25:00 AMIl lavoro oscuro di cui parli sarebbe in realtà molto chiaro: dei fenomeni, che possono definirsi oggettivi anche se non è proprio vero, noi spontaneamente cerchiamo la causa. Se così non fosse non esisterebbe alcuna scienza, tanto per dirne una.
L'evidenza della ''realtà'' precede la scienza, la quale ci consegna una ''realtà'' non evidente ,  ma entrambe svolgono la stessa funzione.
Entrambe, immagini ed equazioni, sono due forme diverse della realtà, le quali entrano in conflitto se la realtà non può che avere una sola forma.
Non entrano in conflitto se la realtà non ha una forma, talchè gliene possiamo dare diverse.
Se non hai coscienza di avergliela data (lavoro oscuro dell'evoluzione), il mondo in cui vivi ha quella forma.
Se ne hai coscienza, dentro quella forma non puoi vivere.
In un modo o nell'altro non smetti di vivere nella realtà.
Dal discorso dovrebbe capirsi che per mondo e realtà non intendo la stessa cosa, come invece normalmente si intende. il mondo lo intendo come ciò che si costruisce sulla realtà interagendovi, e vi si può interagire in modo cosciente o meno, e ciò determinerà la forma del mondo, che va da forme concrete a forme astratte.
Dire che la realtà non ha forma, equivale a dire che non c'è una verità, in qualunque forma tu la voglia esprimere, come ciò che si scrive,  come ciò che si tocca, come ciò che si vede, come ciò che si intuisce, come ciò che si pensa.

L'evidenza della ''realtà'' e la scienza fanno la stessa cosa, e finché lo fanno in modo indipendente non entrano in conflitto.
Noi le usiamo  insieme, ma ci manca quella consapevolezza dei mezzi che usiamo per non farle entrare in conflitto, e in particolare ci manca la consapevolezza che la realtà come ci appare, al pari della scienza, è uno strumento per muoversi nella realtà.

Se abbiamo bisogno di conoscere la realtà per poterci muovere in essa, dipendendo questa conoscenza dallo sperimentarla, e quindi dal poterci muovere in essa, resteremmo immobili.
E' la storia dell'uovo e della gallina, che però in questo caso secondo me ha una soluzione: il fare viene prima del sapere.
Muovendoti a caso, escludendo i movimenti sfavorevoli, acquisisci per esclusione un movimento sempre più centrato sulla realtà, ma questo non porta alla verità, finché tu, col tuo mutare, ne fai parte. Le equazioni della fisica descrivono una realtà costante nel suo mutare , con le sue leggi di conservazione, con una eccezione, che sei tu.
Tu che ti descrivi come vivo, per questo motivo.
Tu che teorizzi che non c'è nessun libero arbitrio, ma che non sapendo bene cosa sia, non te ne puoi liberare.
Qualunque cosa sia descrive quella parte di realtà che non è materia per  fisici, talchè ai filosofi il lavoro non glielo toglie nessuno.
Quando le macchine avranno sostituito tutti i lavoratori, i filosofi lavoreranno ancora.
Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

iano

#192
Detto ciò, dovrebbe apparire adesso chiaro, che non si può sacralizzare una scrittura, una forma fra tante che possiamo dare alla realtà, che è ben falsificabile appunto per sua natura, e questo chi ha scritto il Corano doveva saperlo bene, se si è sentito di dover aggiungere per maggior peso l'inimitabilità della particolare scrittura, di cui però come ci ha illustrato Stefania, è difficile trovare una dimostrazione, e temo che questo valga per tutti i testi sacri, in quanto scritture che sono per loro natura falsificabili, e il modo più facile per farlo è quello di non porvi fede.
Altre vie sembrano piuttosto impervie, se tanta letteratura hanno prodotto senza risultato, come questo stesso forum testimonia.

Per quanto mi riguarda, da non credente, ho comunque massimo rispetto per i credenti, e ai non credenti faccio un invito, di cercare quelli fedi che non sanno d'avere.
Io cercandole, ne ho trovate tante, e mi pare che riguardino sempre lo stesso Dio, cui però  cambiamo nome.
Di ciò possiamo essere ben scusati, se è vero che l'innominabile non ha nome, per cui ognuno gli può dare il suo.
Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

daniele22

Citazione di: iano il 09 Agosto 2025, 18:53:49 PML'evidenza della ''realtà'' precede la scienza, la quale ci consegna una ''realtà'' non evidente ,  ma entrambe svolgono la stessa funzione.
Entrambe, immagini ed equazioni, sono due forme diverse della realtà, le quali entrano in conflitto se la realtà non può che avere una sola forma.
Non entrano in conflitto se la realtà non ha una forma, talchè gliene possiamo dare diverse.
Se non hai coscienza di avergliela data (lavoro oscuro dell'evoluzione), il mondo in cui vivi ha quella forma.
Se ne hai coscienza, dentro quella forma non puoi vivere.
In un modo o nell'altro non smetti di vivere nella realtà.
Dal discorso dovrebbe capirsi che per mondo e realtà non intendo la stessa cosa, come invece normalmente si intende. il mondo lo intendo come ciò che si costruisce sulla realtà interagendovi, e vi si può interagire in modo cosciente o meno, e ciò determinerà la forma del mondo, che va da forme concrete a forme astratte.
Dire che la realtà non ha forma, equivale a dire che non c'è una verità, in qualunque forma tu la voglia esprimere, come ciò che si scrive,  come ciò che si tocca, come ciò che si vede, come ciò che si intuisce, come ciò che si pensa.

L'evidenza della ''realtà'' e la scienza fanno la stessa cosa, e finché lo fanno in modo indipendente non entrano in conflitto.
Noi le usiamo  insieme, ma ci manca quella consapevolezza dei mezzi che usiamo per non farle entrare in conflitto, e in particolare ci manca la consapevolezza che la realtà come ci appare, al pari della scienza, è uno strumento per muoversi nella realtà.

Se abbiamo bisogno di conoscere la realtà per poterci muovere in essa, dipendendo questa conoscenza dallo sperimentarla, e quindi dal poterci muovere in essa, resteremmo immobili.
E' la storia dell'uovo e della gallina, che però in questo caso secondo me ha una soluzione: il fare viene prima del sapere.
Muovendoti a caso, escludendo i movimenti sfavorevoli, acquisisci per esclusione un movimento sempre più centrato sulla realtà, ma questo non porta alla verità, finché tu, col tuo mutare, ne fai parte. Le equazioni della fisica descrivono una realtà costante nel suo mutare , con le sue leggi di conservazione, con una eccezione, che sei tu.
Tu che ti descrivi come vivo, per questo motivo.
Tu che teorizzi che non c'è nessun libero arbitrio, ma che non sapendo bene cosa sia, non te ne puoi liberare.
Qualunque cosa sia descrive quella parte di realtà che non è materia per  fisici, talchè ai filosofi il lavoro non glielo toglie nessuno.
Quando le macchine avranno sostituito tutti i lavoratori, i filosofi lavoreranno ancora.

A volte mi sembra che tu voglia complicare cose semplici con pensieri contorti. La separazione che fai tra mondo e realtà, forse mi sbaglio, assomiglia molto alla distinzione cartesiana (res cogitans/extensa). Naturalmente la res cogitans diviene pubblica tramite le descrizioni che fa della res extensa.
Che il fare venga prima del sapere è cosa ben nota (la pratica fonda la grammatica). Ma perché non evidenzi pure che il fare è sempre finalizzato a qualcosa? E se è finalizzato questo presuppone che tu abbia sapienza dei mezzi che usi per fare. È nato dunque prima l'uovo o la gallina?
Alcuni hanno tagliato la testa al toro dicendo che è stato Dio a disporre il tutto partendo dalla gallina (Dio ha fatto l'uomo). Costoro forse erano mossi da un'idea di giustizia; c'è chi dice invece che volevano ingannarci ... questo naturalmente io non lo so, però è vero che l'idea di giustizia pregna senz'altro la parola divina.
Tornando quindi all'idea che il fare è sempre finalizzato a qualcosa, non sarebbe cosa scontata ad esempio la finalità dei partecipanti al forum, ovvero di quelli che "fanno" tramite la parola. Se c'è infatti una cosa che ho apprezzato del pensiero heideggeriano è quella di affermare che l'individuo è preoccupato. Quello che però non si capisce bene delle sue azioni è di cosa sia preoccupato. E in questo senso è degno di nota che il Vaticano abbia manifestato chiaro e tondo il sospetto che Israele non abbia colpito la chiesa della Sacra famiglia a Gaza per errore. Insomma, il problema non è il rapporto tra evidenza e descrizione dell'evidenza, ma il fine della descrizione che può benissimo esulare dalla ricerca di una verità 
Saluti

Kob

Il 99,9 per cento delle azioni degli uomini possono essere dedotte da discipline quali l'etologia e la sociologia. L'uomo cioè visto come un mammifero sofisticato all'interno di una complessa società. Se i ragni sognano – cosa appurata: anche loro hanno cicli di sonno Rem – perché i mammiferi più evoluti non dovrebbero provare empatia, amore, generosità?
Rimane però il resto, quello 0,1 per cento. In esso sono incluse la crudeltà e la santità. Entrambe trascendono l'animalità e la civilizzazione – per quanto ci siano stati tentativi di dedurle da logiche sottostanti (vedi la spiegazione di Nietzsche sull'ascetismo).
Sia gli atei che i credenti dovrebbero fare i conti con questo resto scandaloso (in un caso e nell'altro, scandalo del male assoluto, scandalo della santità).
Ma quale che sia la risposta che si prova a dare di ciò, il materialismo è fuori gioco.
Per non parlare della tenerezza che suscitano gli atei del Libro, cioè quelli che si esercitano a mostrare le contraddizioni delle Scritture.
Perché quello 0,1 per cento rimane lì a reclamare una spiegazione.
Cercare Dio significa, in sostanza, fare esperienza della santità come possibilità umana non contemplata dal programma biologico. Che viene da altro. E su cui è puerile pensare ci sia una parola definitiva, che sia la Bibbia, il Corano o qualsiasi altro testo "sacro".
"Dentro ai manicomi c'è la pazzia riconosciuta da tutti, fuori dai manicomi c'è la pazzia clandestina... ma il tutto non è che follia" (T. Bernhard, "Ungenach")

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