Citazione di: Angelo Cannata il 15 Agosto 2017, 07:06:04 AMQuello che ho scritto è altro, per cui dovresti commentare quello.
Vediamo se ho capito il tuo errore.
Praticamente tu applichi alla Trinità un criterio matematico: se A=C e B=C, allora A=B.
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Mostra messaggi MenuCitazione di: Angelo Cannata il 15 Agosto 2017, 07:06:04 AMQuello che ho scritto è altro, per cui dovresti commentare quello.
Vediamo se ho capito il tuo errore.
Praticamente tu applichi alla Trinità un criterio matematico: se A=C e B=C, allora A=B.
Citazione di: Angelo Cannata il 15 Agosto 2017, 01:21:48 AM
La questione sta tutta qui: la tua affermazione "Cristo, proprio perché trinitario, non è solo il Figlio, ma anche il Padre e lo Spirito Santo" non mi risulta corrispondere ad alcuna teologia cristiana, né ad alcuna religione che si riferisca a Cristo. Dunque su quali basi l'hai scritta?
Citazione di: donquixote il 14 Agosto 2017, 20:26:26 PMSe sei interessato alla Trinità così come espressa dal Cristianesimo allora nel vecchio forum c'era un 3d al quale potresti dare un'occhiata e magari, se del caso, commentarlo (il link è qui sotto).
https://www.riflessioni.it/forum/spiritualita/14475-il-dio-uno-e-trino-e-il-fondamento-della-creazione.html
Citazione di: Angelo Cannata il 15 Agosto 2017, 00:45:28 AM...Cioè?
Infatti l'affermazione su cui ho posto gli interrogativi non è ciò che hai detto adesso, ma quella, ben diversa, che ho citato nel mio messaggio precedente.
Citazione di: Angelo Cannata il 15 Agosto 2017, 00:05:15 AM
donquixote ha anticipato per certi versi il seguente pensiero che desideravo esprimere.
Circolano tanti libri che solleticano nelle persone la curiosità a basso prezzo. Questi libri hanno in comune la caratteristica di vagabondare tra più campi del sapere, suggerendo, sulla base di questo vagabondaggio, associazioni di idee che promettono speciali padronanze sul sapere.
Il fatto stesso di vagabondare tra più campi del sapere impedisce al lettore di opporre valide critiche ai concetti presentati: già è difficile essere esperti in un solo campo del sapere, figuriamoci in più campi. Dunque, la sensazione del lettore è: l'autore di questo libro ne sa più di me; l'autore di questo libro ha esplorato campi della cultura che io non ho esplorato; l'autore di questo libro mi apre l'intelligenza.
Un lettore non ingenuo non ha bisogno di essere un'arca di scienza per non cadere in questi tranelli della pseudocultura: ci sono dei criteri che consentono a chiunque di formarsi un'idea critica di ciò che sta leggendo, tra cui i seguenti:
1) l'autore di questo libro dimostra di coltivare un serio dialogo con gli specialisti di ciascun campo che sta toccando, oppure si presenta come uno che sa tutto, ne sa più degli specialisti e non ha bisogno di confrontarsi con loro?
2) l'autore incoraggia la conoscenza di testi e autori che la pensano diversamente, oppure la scoraggia, cercando così di distogliere il lettore dal formarsi una conoscenza critica, comparata, di ciò che sta leggendo? L'autore mira a diffondere una mentalità semplificata, ridotta a pochi criteri, o addirittura un solo criterio, oppure apprezza la diversità, la molteplicità di modi di pensare?
3) l'autore usa uno stile sensazionalistico, mirato a colpire gli istinti umani più banali (desiderio di potere, di comodità, pigrizia mentale), oppure è consapevole dell'inevitabile modestia, dell'umiltà con cui è indispensabile trattare qualsiasi campo del sapere e della cultura?
4) l'autore dimostra di saper fare autocritica su ogni cosa che sta dicendo, oppure la sua critica è a senso unico, rivolta esclusivamente contro chi la pensa diversamente da lui?
Poi succede quasi sempre che i nodi al pettine vengono fuori quando qualche lettore sa qualcosa di qualcuno dei campi toccati nel vagabondaggio.
Nel particolare, mi trovo ora davanti quest'affermazione che spazza in un sol colpo secoli di teologia cristiana:Citazione di: Carlo Pierini il 14 Agosto 2017, 22:15:57 PMTu che hai disquisito sulla Trinità sai certamente che Cristo, proprio perché trinitario, non è solo il Figlio, ma anche il Padre e lo Spirito Santo.
Cristo è trinitario? Che vuol dire? Cristo è anche il Padre e lo Spirito Santo? Secondo quale teologia, quale religione?
Citazione di: donquixote il 14 Agosto 2017, 20:26:26 PMLa "serie interminabile di citazioni" riguarda solo i post nei quali cerco di dare un'idea generale (mooolto generale) di cosa siano gli archetipi e in cosa consista (in linea di massima) il loro carattere di universalità. Ma, come avrai notato, ci sono anche altri post (la maggioranza) in cui sviluppo delle idee mie e faccio uso delle mie (modeste) qualità intellettuali.
Ci risiamo: una interminabile serie di citazioni tratte da ogni angolo dello scibile umano che non si sa se siano pertinenti o meno. Sarebbe molto più interessante, dato che ognuno di noi è in grado di usare Google, se tu limitassi la citazione ad un argomento e poi lo sviluppassi in prima persona, facendo uso delle tue qualità intellettuali, senza basarsi su pensieri altrui messi insieme così come capita e che non hanno alcuna attinenza fra loro se non il numero tre. Noto, di sfuggita, che manca la "trinità dialettica" di Hegel (tesi, antitesi, sintesi) che potresti aggiungere per fare numero. Se il gioco è trovare quante più "triadi" o "trinità" allora magari trovi qualcuno che si diverte ad aggiungerne qualcuna (me n'è venuta in mente un'altra: i nipotini di Paperino Qui, Quo e Qua) ma se invece vuoi stimolare una riflessione sulla trinità allora forse è meglio concentrarsi su un solo aspetto e riflettere su quello (la Triade induista Brahma Shiva e Vishnu, ad esempio, non ha nulla ma proprio nulla in comune con la Trinità cristiana tranne il numero 3).
Se sei interessato alla Trinità così come espressa dal Cristianesimo allora nel vecchio forum c'era un 3d al quale potresti dare un'occhiata e magari, se del caso, commentarlo (il link è qui sotto).
Citazione di: Amphitrite il 14 Agosto 2017, 17:59:06 PMCitazioneSembra che tu ti stia lievemente contraddicendo.
la scienza è la forma di sapere che ha prodotto il maggior numero di scoperte e di verità definitive, sebbene non si possa affermare che OGNI "verità scientifica" sia una verità definitiva.
Siccome hai una grande fiducia nelle capacità umane e a malapena escludi uno suo errore, con il tuo permesso, ti elenco alcune ricerche scientifiche a cui l'essere umano, con tutta sua sapienza, si è sentito oltrepassato e non ha trovato alcuna spiegazione.
Citazione di: Jacopus il 14 Agosto 2017, 10:33:18 AMPensa che sono usciti studi che tendevano a dimostrare che l'azione anticipa il pensiero per asserire l'idea che i nostri supposti pensieri non esistono ma siamo piuttosto delle macchine programmate per fare certe cose (di qualche millesimo di secondo, ma tanto è bastato per costruirci su delle carriere universitarie).
Citazione di: acquario69 il 14 Agosto 2017, 14:58:53 PMCitazione di: Carlo Pierini il 14 Agosto 2017, 13:16:07 PMTemo di non aver capito chiaramente a cosa alludi con "...dualità o contrapposizione tra uomo interno ed esterno".
Ma vorrei comunque sottolineare il fatto che la cosiddetta "unità del Sé" non annulla la dualità, ma annulla solo *la conflittualità* del duale attraverso un processo di complementarizzazione-armonizzazione dei due opposti, nello stesso modo in cui, grazie alla analogia-complementarità *ontologiche* di Yin e Yang, l'unità del Tao non cancella i due opposti, essendo questi i due volti manifesti-immanenti dell'Uno *trascendente* (il Tao) .
In altre parole, se l'Uno giacesse sullo stesso piano immanente del Due, sarebbe una contraddizione inaccettabile l'idea di "Unità del Due" (in aritmetica, 1 non può essere uguale a 2). Ma se Yin e Yang riescono nell'impresa di risalire alla loro complementarità originaria rispetto a quel "Tertium" superiore che li ha generati, otteniamo il "miracolo" apparentemente paradossale dell'"Unità del Due".
Del resto, gli opposti "uomo" e "donna" non realizzano forse un'unità profonda in quel "Tertium" superiore che chiamiamo "Amore" (anche Amore è un Dio) senza perdere la propria distinzione duale, anzi, portandola al suo compimento ultimo? Quando ci si ama davvero, cioè, l'uomo realizza in pieno la propria virilità e la donna la propria femminilità: il miracolo dell'"Unità del Due"! (per questo il sacramento del matrimonio si configura come "unione in Cristo").
Capisco che si tratta di un concetto non immediatamente assimilabile, specialmente se lo affrontiamo con la sola rudimentale logica aristotelica (principio di non contraddizione). E non è casuale che il conflitto tra il parmenideo "En to pan" ("tutto è Uno") e l'eracliteo "panta rei" ("tutto scorre", cioè, "tutto è divenire", "non esiste alcun Essere-Uno") non sia stato ancora risolto.
Infatti, l'idea di una unità ontologica ultima che cancella ogni molteplicità (Saturno che divora i suoi figli) e quella, opposta, di una molteplicità ontologica che annienta ogni unità, confliggeranno irrimediabilmente fin quando non introdurremo il concetto di "complementarità del molteplice (immanente) rispetto all'Uno (trascendente)"; concetto che equivale più o meno alla "Analogia Entis" di Tommaso, alla Dialettica di Hegel, alla filosofia ermetica della Pietra Filosofale intesa come "Coniunctio Oppositorum", ma anche e soprattutto all'idea religiosa di "uni-trinitarietà" di Dio, o di Cristo, o di molte altre divinità della tradizione (aprirò un thread sull'archetipo della Trinità).
Citazione di: Jacopus il 14 Agosto 2017, 09:52:23 AM
Sulla possibilità e opportunità di comparare diversi miti e religioni credo che sia una forma di studio ormai accettata e molto istruttiva. A proposito dell'incipit biblico, mi è spesso apparso somigliante al mito di Edipo. Edipo non sa perchè la città di Tebe di cui è il re è sottoposta ad una pestilenza.
Interroga Tiresia, fa delle ricerche sempre più approfondite, finchè non scopre la verità, ovvero di aver ucciso suo padre e di aver sposato e generato dei figli con sua madre. Inorridito da questa scoperta si acceca e si impone l'esilio, ed inizia così a vagare per la Grecia.
La necessità di sapere, di interrogare il passato e la storia, per quanto dolorosa possa essere, è il tratto umano di Edipo, che lo fa perchè sinceramente preoccupato della carestia che sconvolge il suo popolo. Una volta conosciuta quella verità anche Edipo, come Adamo perde il regno e il suo benessere ed inizia il suo vagabondaggio mortale, in condizioni di cecità.
In entrambe le narrazioni viene detto che la conoscenza ha un prezzo salato da pagare e che non dovrebbe mai trasformarsi in hybris. Vi è altresì nella storia greca anche un certo senso di fatalità, perché si sa che già è tutto scritto e tutto avverrà come già è stato preordinato. In questo si differenzia la storia biblica, dove il libero arbitrio degli attori si associa al senso di colpa per aver fatto una cosa che non doveva essere fatta.
Però ha ragione Carlo, quando dice che tutto ciò richiama l'emancipazione del figlio rispetto al padre. Non mangiare il frutto del bene e del male avrebbe relegato l'uomo in una dimensione felice ma inconsapevole, da eterno bambino. Una condizione che caratterizza ogni epoca mitica e pre-storica, una condizione quindi che ci avvicina alla nostra origine animale. Il suo superamento avviene proprio contravvenendo gli obblighi di minorità o cercando una conoscenza terribile ma necessaria.
Citazione di: Carlo Pierini il 14 Agosto 2017, 13:16:07 PM....ma anche e soprattutto all'idea religiosa di "uni-trinitarietà" di Dio, o di Cristo, o di molte altre divinità della tradizione (aprirò un thread sull'archetipo della Trinità).
Citazione di: acquario69 il 14 Agosto 2017, 08:40:44 AMCitazioneCos'è l'Albero della Vita? È un doppione dell'Albero della Scienza, oppure, come credono alcuni studiosi, l'Albero della Vita era «nascosto» e sarebbe diventato identificabile, e quindi accessibile, soltanto nel momento in cui Adamo avesse conseguito la scienza del bene e del male, cioè la sapienza? Noi incliniamo per questa seconda ipotesi.
Nel momento stesso all'aver conseguito la scienza del bene e del male, non si produrrebbe una dualità? (Dunque da intendersi come una scissione, una contrapposizione...come può esserlo il soggetto uomo "interno" da una parte e tutto il resto come oggetto "esterno" dall'altra)...questa non sarebbe appunto il "frutto" della conoscenza stessa?
La Sapienza altresì non sarebbe invece l'unita, (il Se') ossia in altri termini la non dualità? Dove non vi sarebbe perciò più alcuna identificazione, Dell' l'io o ego illusorio?
casomai quale sarebbe allora la differenza tra conoscenza e sapienza?
E perché tale conoscenza sarebbe un evoluzione e non invece La Sapienza per cui in questa non vi dovrebbe esserci in se nemmeno alcuna necessita di evoluzione?