C'è una globalizzazione tecnologica, dovuta principalmente a una delle invenzioni più importante del '900 (il contaneir) che permette scambi commerciali globali massivi a lunga distanza, questa è inesorabile (salvo non voler tornare alle caravelle) e non dovuta a fattori politici, è semplicemente una possibilità del mondo moderno. C'è poi una globalizzazione politica che intende principalmente il potere che hanno gli USA nel controllare le rotte marittime (specialmente negli stretti) e rendere possibili questi scambi in sicurezza grazie alle tredici portaerei nucleari che sfoggiano. Gli USA non hanno nessun interesse a volersi smarcare volontariamente da questa posizione, è la fonte
di gran parte della loro ricchezza, che vogliano invece ricalibrare le regole per cui avviene (dazi etc) non cambia il fatto che "a malincuore" e "ad un certo prezzo" saranno "costretti" a tentare di mantenere lo status quo, cioè la talassocrazia americana, specialmente quando verranno sfidati nel mar cinese. Le politiche protezionistiche più che rispondere alla globalizzazione sono un classico per nascondere la miseria sotto il tappeto, tirare fuori contentini per alcune clientele per nascondere il malessere generale, quando la farsa "sovranista" non funziona più il passo successivo è la guerra.
di gran parte della loro ricchezza, che vogliano invece ricalibrare le regole per cui avviene (dazi etc) non cambia il fatto che "a malincuore" e "ad un certo prezzo" saranno "costretti" a tentare di mantenere lo status quo, cioè la talassocrazia americana, specialmente quando verranno sfidati nel mar cinese. Le politiche protezionistiche più che rispondere alla globalizzazione sono un classico per nascondere la miseria sotto il tappeto, tirare fuori contentini per alcune clientele per nascondere il malessere generale, quando la farsa "sovranista" non funziona più il passo successivo è la guerra.

