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Messaggi - fabriba

#211
Citazione di: Ipazia il 29 Agosto 2025, 17:21:17 PMtale consapevolezza è l'argomento definitivo contro la nascita di nuove religioni
La domanda iniziale per come la interpreto io non era se dovrebbero nascere nuove religioni, ma se possono.

Però leggendo il tuo commento e cercando di fare mente locale sullo stato delle cose, sarei dell'idea che dovrebbero, anche:

Citazione di: InVerno il 29 Agosto 2025, 14:56:47 PMcoadiuvati dal più alto tasso di alfabetizzazione in Europa,

sono d'accordo che uno stato ateo si regga meglio in una società con un buon sistema di istruzione.

Allo stato attuale, la mia percezione è che il sistema scolastico occidentale stia generalmente peggiorando.
Inoltre, la mia percezione è che l'intelligenza artificiale ridurrà l'intelligenza umana alla stregue dei muscoli: non c'è niente di male ad avere muscoli, anzi, ma non sono un indicatore del valore di una persona come potevano esserlo secoli o millenni fa, anzi. 

Partendo da queste premesse, la mia tesi è che nel prossimo futuro ci sarà più bisogno di religione a livello di società, non meno. 
#212
Varie / Re: Consiglio
29 Agosto 2025, 17:00:54 PM
Citazione di: Morpheus il 29 Agosto 2025, 16:49:10 PMNon esiste nessun senso della vita [...] Goderne il più possibile è, a parer mio, ciò che di meglio si può fare.
A parte che già solo su questo (una specie di "nichilismo felice"),  sul quale mi trovi del tutto d'accordo, ci sarebbe da parlare per ore, cerco di attenermi alla prescrizione.

--
Il teorema dei 3 corpi.
come tutti i libri di fantascienza scritti bene, parla del futuro per parlare del presente: le sfide, i pericoli cui andiamo incontro e che forse sono ancora evitabili, ma forse no. Parla soprattutto di come la scienza sta andando incontro a enormi sfide culturali. Scritto quasi 20 anni fa, alcuni dei problemi metaforicamente descritti stanno diventando di attualità.
#213
Cito wiki:
L'idealismo, in filosofia, è una visione del mondo che riconduce totalmente l'essere al pensiero, negando l'esistenza autonoma della realtà, ritenuta il riflesso di un'attività interna al soggetto. 




Su questo posso dire che la scienza ti sta dando sempre più ragione... e la realtà sembra proprio che possa non esistere in maniera indipendente dall'osservatore.
Il risultato in se è poco intererssante per un filosofo (o un filosofo che non è), però mi sembra che questa consapevolezza stia contaminando pesantemente gli strati più "pop" della cultura... l'atteggiamento sempre più diffuso di vedere la realtà come una canvas da piegare alle proprie opinioni, mi sembra difficile da immaginare fuori da questo momento culturale e questa consapevolezza scientifica del reale.

Non so se era il tipo di riflessione che ti aspettavi, ma passavo di qua :) 

#214
Varie / Re: Consiglio
29 Agosto 2025, 16:42:02 PM
e va beh però dacci il tuo... che fai lanci il sasso e nascondi la mano?  :)) 
se ha successo potrebbe essere una sezione a se, perché ogni consiglio può scatenare una discussione  :)
#215
io sono il penultimo arrivato e non sento il diritto di escalare [c'era un commento più lungo ma mi sono autocensurato proprio per non escalare... avrei eliminato, ma non mi pare sia possibile]

#216
Onestamente non darei per scontato che nel mondo il termine capitalismo oggi esista solo nei termini che dite voi, però ammetto di avere usato la parola con leggerezza , o più che altro lapsus, vi ringrazio per avermelo fatto notare e recepisco la critica.

Tornando alla domanda, @anthonyi  , provoco un secondo: ti ricordi quando all'indomani della caduta dell'impero sovietico -e per più di un decennio- si è parlato di "fine della storia"?
È possibile che ci sia una condizione culturale simile, più in grande? 

Il bisogno di una religione si perde nella notte dei tempi, io darei addirittura per scontato che è parte dell'animale umano, e non vedo una discontinuità tale nel nostro tempo da suggerire che sia ora venuto meno.
Vedo una discontinuità culturale piuttosto che potrebbe aver reso le vecchie religioni obsolete. Io direi che questo potrebbe addirittura essere un periodo particolarmente fertile per la creazione di nuove religioni

Però se pensiamo al cristianesimo ci sono voluti secoli dalla fondazione alla popolarizzazione, quindi magari delle religioni che vengono fondate oggi, le pochissime che dureranno millenni sono ancora una nicchia e non le abbiamo mai sentite nominare.

#217
Citazione di: anthonyi il 28 Agosto 2025, 14:00:05 PMuna religione serve un sistema simbolico astratto, uno straccio di codice etico.

Citazione di: anthonyi il 28 Agosto 2025, 13:47:56 PMnon é un sistema ideologico ma un insieme di principi e metodi che dovrebbero permettere agli individui di organizzarsi secondo i sistemi di valori nei quali credono, quali essi siano, naturalmente rispettando quelli degli altri.
Non sono sicuro di seguirti qui... ma la bibbia non è un insieme di principi e metodi che fanno la stessa cosa?

La divinità è una "scusa" per come la vedo io: sulla carta le religioni abramitiche credono nello stesso dio, però ciascuno professa valori profondamente diversi che si adattavano al tempo (il "nostro dio" della torah, non aveva nessuna pretesa di essere un dio ecumenico, si fa riferimento chiaro al fatto che gli altri popoli hanno il "loro dio" e va bene così, qualche tempo dopo, il dio di gesù è uno e deve essere uno per tutti, ancora più tardi il dio dei musulmani addirittura vede esplicitamente il nemico nel miscredente).

Ora la parola "scusa" è ovviamente da prendere con le pinze nel contesto di una rilettura attuale: c'è stata gente che era disposta a morire per il proprio dio, ma in fondo se l'italia venisse invasa domani dai musulmani ci sarebbero molti italiani disposti a morire per non permettere che il proprio dio (sistema di valori) venga contaminato da un dio altrui.
#218
Citazione di: iano il 28 Agosto 2025, 12:19:40 PMquesto forum a volte sembra un ufficio complicazione cose semplici
se la metti così...  la filosofia tutta, allora ...no? :))
#219
Non è un territorio in cui sono pienamente a mio agio, però ho un paio di spunti da condividere:

Yuval Noah Harari matte le religioni sullo stesso piano di altri sistemi di valori, nel senso che: data una società (sostanzialmente) pre-illuminista, la religione è un sistema di valori imposto con una autorevolezza discesa da dio. L'antico testamento per esempio contiene una costituzione (i comandamenti) e delle leggi (613, credo si chiamino Mitzvot ma non sono sicuro). In questo senso lui sostiene che capitalismo, fascismo e comunismo siano sistemi di valori paragonabili a religioni. Nel capitalismo ad esempio immagino che la fede sia nel futuro (mi sembra che senza fede nel futuro cada l'dea che l'economia della società non sia un esecizio a somma zero, e con essa il capitalismo).
In questo senso, creiamo nuove forme di fede ancora oggi, mi sembra.

I mormoni sono nati nel 1830... "ieri". La visione degli ideatori di South Park (puntata s07e12) sui mormoni non è diversa da quella di Harari in un certo senso: Si ... la religione dei mormoni impone di credere a cose assolutamente risibili, però i valori che promuove creano una società in cui molti trovano felicità ancora oggi.  Se  "inventare una religione" significa creare una comunità con un credo comune, credo sia possibile.

Da ultimo, penso che il modo in cui il buddismo viene interpretato in occidente sia considerabile a tratti una nuova religione. La "awareness" non è strettamente parlando una componente del buddismo per esempio; è al limite un derivato del buddismo a fronte delle necessità di un mondo in cui il multitasking è la norma e si necessita di staccare da questo modo di vivere che in molti causa fatica.
#220
Citazione di: InVerno il 27 Agosto 2025, 19:14:21 PMu dici che i maschi non parlano tra di loro dell'influenza che ha la barba nella loro vita perchè considerano lo standard (averla o non averla?) e sta all'altro gruppo (chi? le donne? i glabri?) chiedersi cosa vuol dire farsi la barba? Seriamente non ho capito.
Scusa, mi spiego meglio:
Essere uomini è considerato la condizione standard dell'essere umano, essere donna è considerata una condizione particolare dell'essere umano.
Nell'esempio (scemo) della barba, gli uomini non si chiedono cosa significa farla tutti i giorni perché fare la barba tutti i giorni (ie: essere uomo) è la condizione standard dell'essere umano, e quindi sta alla donna indagare il caso particolare di non fare la barba tutti i giorni.

Esempio sciocco: chi abita in italia, ha la tendenza a pensare che le stazioni delle metropolitane sono in rettilineo, e quando va all'estero talvolta si meraviglia di scoprire che non sempre è così. La prima reazione è chiedersi "perché queste stazioni non sono in rettilineo?" per un ovvio bias che ci porta a considerare il rettilineo lo standard, mentre la domanda spogliata dal bias sarebbe "perchè le stazioni in italia sono in rettilineo?", (per ottimi motivi, ma mi pare irrilevante qui  ;D  ).

Ecco... Considerare l'uomo lo standard, è il bias cognitivo dell'umano, altro esempio più calzante: solo in tempi relativamente recenti ci si è accorti che i risultati degli studi sugli infarti si adattano male alle femmine. 

Di contro, nessuno si fa domande su cosa significhi vivere con una gravità di circa 9.8m/s: è lo standard, al limite ci si chiede come sia vivere in assenza di gravità

E quindi tornando all'inizio, nessuno si fa domande su cosa sighifichi vivere con la barba (ie: essere uomo): è lo standard, al limite ci si chiede come sia vivere in assenza di barba  😅
#221
Mi sembra di capire che non c'è un sostanziale accordo sulla ipotesi (c'è stata una soluzione di continuità a qualche punto negli ultimi decenni sul modo in cui si applica la legge nei confronti delle intenzioni).
La mia tesi non detta (malcelata probabilmente) era che fosse parte di una deriva antidemocratica voluta (anche) dal basso in maniera bipartisan.
Effettivamente senza un accordo sostanziale sull'ipotesi, il discorso rimane fine a se stesso.  
#222
Non mi riferivo a una discussione sul ruolo del maschio, non che sia un discorso completamente scorrelato, però è un discorso che può essere diverso.

In quale modo farsi la barba quotidianamente per decenni ha influenzato le generazioni facendo un esempio banale? (discorso che non può capire chi ha meno di 25 anni suppongo, visto che le mode cambiano)

Le irritazioni cutanee hanno influenzato la ridotta disponibilità maschile verso il contatto, le effusioni, e di conseguenza ridotto l'intelligenza emotiva? gli uomini (etero) di inizio '900 erano molto più "appiccicosi" perfino tra loro parrebbe.

Iniziare ogni giorno con una routine igienica ha cambiato la percezione di altri aspetti del mondo?

Si è accentuato o ridotto l'individualismo maschile (relativamente a quello femminile) nel tempo a fronte delle ridotte opzioni di personalizzazione estetica?


Ho scelto volutamente un argomento banale e fatto esempi anche relativamente banali sulle conseguenze forse.
Il punto non è l'esempio in se, ma mi sembra che non confrontarsi su questi temi riveli l'atteggiamento mentale di un gruppo che si considera lo standard con cui gli altri devono confrontarsi, e che quindi la domanda non si ponga perché implicitamente sta all'altro gruppo chiedersi  "cosa significa non doversi fare la barba tutti i giorni?"


#223
Tematiche Culturali e Sociali / Il relativo maschile
26 Agosto 2025, 14:57:45 PM
Tra gli autori del le rubriche di riflessioni.it  ci sono 39 uomini e 13 donne, più qualcuno che non ho saputo categorizzare a primo acchito dal nome. Sostanzialmente un rapporto di 3:1.
Nei titoli delle rubriche ci sono 3 riferimenti espliciti al mondo femminile, 0 al mondo maschile. 3:0.

Al di là delle ovvie ragioni storiche o sociali che ci hanno portato a considerare il maschile come umano archetipico, vorrei discutere la possibilità teorica (e l'indisponibilità reale) di creare spazi in cui il maschio si interroga sul proprio essere un tipo particolare di umano.

In un articolo semiserio rivolto al femminile si parla di come essere donna significhi avere il ciclo, depilarsi, fare dieta, essere insicure, ecc. Non è l'unico: rivolgersi al femminile, significa anche parlare di tematiche identitarie femminili come queste apparentemente banali, ma con implicazioni sociali non scontate.

Perchè nel semi-universo maschile non si parla di erezioni mattutine, barba, fascinazione per il barbeque, eccessi di rabbia, ecc?
Sono tematiche più o meno banali che non vengono affrontate (3:0) eppure hanno sicuramente implicazioni sul modo maschile di essere umani.

La domanda è duplice: da una parte è non retorica, dall'altra vorrebbe avere valore di "stimolo" forse, visto che in questo forum non mancano voci in grado di sbanalizzare qualunque tema.
#224
Citazione di: Mel Fed il 24 Agosto 2025, 17:35:25 PMIo non sostengo di restare nel Nulla, ma soltanto che esso è l'origine da cui dobbiamo partire per confrontarci col mondo. In questo progressivo confronto incontriamo appunto la Sofferenza e stabiliamo come dobbiamo rapportarci ad essa, con il tentativo di evitarla. Restando nel Buddismo, la liberazione dalla Sofferenza è per esso un tema fondamentale infatti.
Perché la sofferenza è da evitare nel tuo pensiero?

La lettura del pensiero del Buddha ci insegna che l'uomo brama l'eliminazione della sofferenza, e che la via è liberarsi dagli attaccamenti a ciò che è impermanente (tutto). Arrivare al nulla è un sottoprodotto di questa pratica.

La lettura del pensiero Zen insegna che nulla esiste perché l'impermanenza dimostra l'atomicità e che quindi nessun dualismo è possibile. La sofferenza è impossibile in quel framework, specialmente se vista in chiave negativa.

Mischiare le due cose al livello in cui a partire dal nulla si cerca di combattere la sofferenza, secondo me, è una contraddizione in termini.
#225
Sono d'accordo con molte delle obiezioni sollevate da più fronti, però a dire la verità non mi sembra che esistano religioni o ideologie completamente al riparo da contraddizioni interne.

Il tuo nulla come esempio di perfezione mi sembra vicino all'idea buddista (e in particolare zen) di svuotare la mente per raggiungere l'illuminazione, infatti fai riferimento a errori di pensiero come contaminazione del nulla.
Però nel contesto zen si rifiuta l'esistenza delle categorie del bene e del male.

Se per la tua filosofia l'errore e l'imperfezione vengono dal pensiero, sembra difficile che poi la filosofia possa sostenere anche la cosa più banalmente condivisibile come il disprezzo per la sofferenza, che è pure un pensiero e quindi si discosta dal nulla.
Tutto questo senza entrare nel merito di monismo/pluralismo-veganismo-pro/antiabortismo-ecc ... che mi sembrano tutte a loro modo attaccabili, e quindi imperfette nel framework di pensiero della tua filosofia.

Però alla fin fine, se Ron Hubbard fosse venuto a chiedere in questo forum un parere su scientology, immagino che sarebbe uscito con le ossa rotte e non sarebbe mai diventato miliardario  :D