Bentornati ad entrambi Maral (non l'avevo ancora fatto) e Garbino!
Mi ci voleva un ritorno a Severino finalmente leggendo un opera completa, vada per la filosofia futura.
Come vada (visto che era nel paniere) la lettura di Carrera.
Grazie ragazzi o uomini che sia!
Inoltre si sposa bene cone alcune intuizioni (anche se raggelanti) avute nell'estate Aquilana.
Devo dire che il ritorno a Milano è stato ed è tutt'ora traumatico, ma che diavolo mi fanno respirare in stà città abbandonata da Dio?
vabbiè!
Il tema del tempo, mi sà che varrà più di un approfondimento quest'anno.
Intato visto che ho già iniziato con un proclama, ve lo dico subito, per la terza estate consecutiva il progetto di citazione sistematica di UTU è fallito. Troppa vita comunitaria montana hanno spazzato via qualsiasi presunzione di astrazione ponderante.
D'altronde la vita richiede leggerezza, regola che ho ormai ho imparato a memoria, e che detesto.
Vorrà dire che proverò a fare qualcosina, nei tempi di mezzo, al mia fuga nei mondi virtuali. (film, sport e altre sciocchezze mediatiche). Sì perchè per vivere da filosofi (ossia per conoscere "oltre") richiede un coraggio, che ancora una volta testo di non avere. (ahimè)
Ma torniamo alla nostra trilogia di autori nietzche heidegger e severino.
prima una rapida sintesi a gruppi delle basi poste da te garbino (grossomodo condivido)
1- il tempo è fuori dalla semantica (difficile dire dal linguaggio tout court, in quanto anche il tempo, in quanto parola è un segno)
2- il tempo è un fenomeno e come tale prodotto dal pensiero (assolutamente sì)
3- critica al recupero della memoria effettuato da carrera tramite l'esposizione della necessità dell'oblio per terminare le atrocità del (pensiero del) passato. (qua mi manca la lettura del libro di Carrera, la ripresa storica è di tipo critico, acritico, e in cosa consiste di preciso?)
4- la filosofia deve superare la sua metafisica
5- il PNDC è un atto regolativo (sono d'accordo se lo intendiamo come proiezione del fantasma di controllo, e cioè se il PNDC risulti essere una fissazione identitaria, sono altresì dubbioso che Severino lo intenda realmente così, infatti negli anni scorsi ricordo benissimo che anche per lui l'identitarietà risulta essere un fantasma per un principio dialettico che richiamava la lettera B, non ricordo il termine da lui usato, chiedo aiuto Maral....sennò un pò di pazienza)
cit Garbino
"L' ultima critica la rivolgo al suo pensiero che la Filosofia senza l' essere e la Metafisica potrebbe essere affrontata anche da altri specialisti di settore che ritengo discutibile e per varie ragioni. Ma in ogni caso la Filosofia, sempre a mio avviso, ha il suo futuro proprio nel superamento della Metafisica, proprio perché ogni affermazione non può essere dimostrata, e come afferma giustamente Nietzsche si tratta sempre di un tener per vero."
E' comunque una illusione quella degli altri settori, infatti ragionano ancora come altrattante metafisiche.
Tra cui quella Tecnica è la più minacciosa. (o forse dovrei dire era, anche se non ho capito bene quale sia la prossima minaccia.di certo avrà a che fare con i fantasmi schizofrenici piuttosto che paranoici).
Cit Garbino
" Se il pensare è lo stesso che essere ( verissimo ) e se l' essere (identificazione dell' atto del pensare con la sua entificazione, a mio avviso errata) scompare all' orizzonte del pensiero etc.....
In altre parole si è pensando ma non è affatto detto che l' atto del pensare sia attribuibile ad una entificazione dell' essere."
Non mi è chiaro perchè ritieni che il pensiero dell'essere coincida con la sua entificazione.
Comunque sarei d'accordo se fosse così. Il pensiero non è un ente.
Ma se per questo nemmeno L'Essere è un ente! Quello che Heidegger tentava di far capire era che l'oblio del pensiero sull'essere, che
poi nel caso umano, coincide con la domanda del nostro essere uomini, portava irremediabilmente non solo alla scomparsa del pensiero sull'origine, ma proprio, e qui stava l'urgenza, al Pensiero in sè.
Infatti la Tecnica argomenta secondo il fatto che il pensiero è un entità (non ha importanza se di catattere scientifico o psichiatrico). Ossia passibile di una sua Indagine, ossia di una sua tortura.(secondo i canoni dell'occidente).
Facendo così oltre a vagheggiare di supposti attributi della stesso Pensiero (cibernetica) ottiene (la Tecnica) cosa ben più importante la dimenticanza del pensiero, ossia secondo Heidegger di cosa sia l'uomo.
Se l'uomo non si chiede più chi è, rischia di credere di essere qualcosa che non è.
Nei tempi di matura schizofrenia attuale, il monito di Heidegger è giunto a compimento.
Insomma la questione dell'entizzazione (collegata al PNDC) è il problema pià grave a livello contemporaneo.
ciao a presto!
Mi ci voleva un ritorno a Severino finalmente leggendo un opera completa, vada per la filosofia futura.
Come vada (visto che era nel paniere) la lettura di Carrera.
Grazie ragazzi o uomini che sia!

Inoltre si sposa bene cone alcune intuizioni (anche se raggelanti) avute nell'estate Aquilana.
Devo dire che il ritorno a Milano è stato ed è tutt'ora traumatico, ma che diavolo mi fanno respirare in stà città abbandonata da Dio?
vabbiè!Il tema del tempo, mi sà che varrà più di un approfondimento quest'anno.
Intato visto che ho già iniziato con un proclama, ve lo dico subito, per la terza estate consecutiva il progetto di citazione sistematica di UTU è fallito. Troppa vita comunitaria montana hanno spazzato via qualsiasi presunzione di astrazione ponderante.
D'altronde la vita richiede leggerezza, regola che ho ormai ho imparato a memoria, e che detesto.
Vorrà dire che proverò a fare qualcosina, nei tempi di mezzo, al mia fuga nei mondi virtuali. (film, sport e altre sciocchezze mediatiche). Sì perchè per vivere da filosofi (ossia per conoscere "oltre") richiede un coraggio, che ancora una volta testo di non avere. (ahimè)
Ma torniamo alla nostra trilogia di autori nietzche heidegger e severino.
prima una rapida sintesi a gruppi delle basi poste da te garbino (grossomodo condivido)
1- il tempo è fuori dalla semantica (difficile dire dal linguaggio tout court, in quanto anche il tempo, in quanto parola è un segno)
2- il tempo è un fenomeno e come tale prodotto dal pensiero (assolutamente sì)
3- critica al recupero della memoria effettuato da carrera tramite l'esposizione della necessità dell'oblio per terminare le atrocità del (pensiero del) passato. (qua mi manca la lettura del libro di Carrera, la ripresa storica è di tipo critico, acritico, e in cosa consiste di preciso?)
4- la filosofia deve superare la sua metafisica
5- il PNDC è un atto regolativo (sono d'accordo se lo intendiamo come proiezione del fantasma di controllo, e cioè se il PNDC risulti essere una fissazione identitaria, sono altresì dubbioso che Severino lo intenda realmente così, infatti negli anni scorsi ricordo benissimo che anche per lui l'identitarietà risulta essere un fantasma per un principio dialettico che richiamava la lettera B, non ricordo il termine da lui usato, chiedo aiuto Maral....sennò un pò di pazienza)
cit Garbino
"L' ultima critica la rivolgo al suo pensiero che la Filosofia senza l' essere e la Metafisica potrebbe essere affrontata anche da altri specialisti di settore che ritengo discutibile e per varie ragioni. Ma in ogni caso la Filosofia, sempre a mio avviso, ha il suo futuro proprio nel superamento della Metafisica, proprio perché ogni affermazione non può essere dimostrata, e come afferma giustamente Nietzsche si tratta sempre di un tener per vero."
E' comunque una illusione quella degli altri settori, infatti ragionano ancora come altrattante metafisiche.
Tra cui quella Tecnica è la più minacciosa. (o forse dovrei dire era, anche se non ho capito bene quale sia la prossima minaccia.di certo avrà a che fare con i fantasmi schizofrenici piuttosto che paranoici).
Cit Garbino
" Se il pensare è lo stesso che essere ( verissimo ) e se l' essere (identificazione dell' atto del pensare con la sua entificazione, a mio avviso errata) scompare all' orizzonte del pensiero etc.....
In altre parole si è pensando ma non è affatto detto che l' atto del pensare sia attribuibile ad una entificazione dell' essere."
Non mi è chiaro perchè ritieni che il pensiero dell'essere coincida con la sua entificazione.
Comunque sarei d'accordo se fosse così. Il pensiero non è un ente.
Ma se per questo nemmeno L'Essere è un ente! Quello che Heidegger tentava di far capire era che l'oblio del pensiero sull'essere, che
poi nel caso umano, coincide con la domanda del nostro essere uomini, portava irremediabilmente non solo alla scomparsa del pensiero sull'origine, ma proprio, e qui stava l'urgenza, al Pensiero in sè.
Infatti la Tecnica argomenta secondo il fatto che il pensiero è un entità (non ha importanza se di catattere scientifico o psichiatrico). Ossia passibile di una sua Indagine, ossia di una sua tortura.(secondo i canoni dell'occidente).
Facendo così oltre a vagheggiare di supposti attributi della stesso Pensiero (cibernetica) ottiene (la Tecnica) cosa ben più importante la dimenticanza del pensiero, ossia secondo Heidegger di cosa sia l'uomo.
Se l'uomo non si chiede più chi è, rischia di credere di essere qualcosa che non è.
Nei tempi di matura schizofrenia attuale, il monito di Heidegger è giunto a compimento.
Insomma la questione dell'entizzazione (collegata al PNDC) è il problema pià grave a livello contemporaneo.
ciao a presto!

semplicemente geniale. Ora l'Eterno ritorno comincia ad avere molto più senso!!!
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