La critica fa si che le metafisiche si moltiplichino, cambiando forma, ma restando indispensabili, come ciò che media fra realtà e sua apparenza, o forme ad essa alternative.
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Mostra messaggi MenuCitazione di: Koba-san il 15 Ottobre 2025, 10:21:57 AMStai continuamente fraintendendo quello che scrivo, ti invito a leggere con più attenzione.Avevo premesso che usavo amor di critica, col rischio che tu non la meritassi.
Se ho proposto il problema filosofico del criterio di oggettività ponendo come obbligo il rifiuto sia del realismo che della metafisica, evidentemente è perché anch'io non credo in una concezione della verità che derivi o dall'uno o dall'altra.
Non credo che di un oggetto si possa darne una rappresentazione vera.
Non credo che ci sia un Dio che in un modo o nell'altro faccia da garanzia alla conoscibilità autentica del mondo.
Qualcuno si potrebbe chiedere: perché allora cercare questa specie di "oggettività", un criterio di robustezza ecc.?
Semplice: perché coloro che cercano di trasformare le società non sono persone colte e gentile con cui sia facile trovare un accordo attraverso il dialogo.
In fondo è sempre lo stesso problema che ai tempi di Platone si presentava con certi sofisti (non tutti).
La stessa esigenza di un criterio per determinare la maggiore robustezza di un'opzione (per Platone, la verità).
Non è detto che esista una risposta.
Citazione di: Koba-san il 15 Ottobre 2025, 09:16:20 AMNon si è parlato del razionalismo perché il razionalismo, dovendo spiegare la corrispondenza misteriosa tra il logos umano e la struttura del mondo, ha dovuto far ricorso a tesi metafisiche. Come le idee innate di Platone, o il Dio di Cartesio come garante di "ultima istanza" dell'edificio del sapere.Giusto, ma prima del logos viene l'interazione con la realtà di cui il logos è strumento non esclusivo.
Ad essere complesso non è il logos, ma l'accettazione e la giustificazione che logos e mondo abbiano la stessa struttura.
Citazione di: Koba-san il 14 Ottobre 2025, 17:45:28 PMNon sei l'unico ad aver capito che siamo tutti su delle fondamenta di argilla.E che cosa determina invece la posizione perdente?
Anche la tua soluzione non fa eccezione: la maggiore oggettività viene dal confronto dialettico. Bene, ma che cosa significa in pratica? Un dialogo in cui alla fine i due contendenti devono mettere da parte le loro sofisticate astuzie retoriche e una buona volta rivelare i fondamenti su cui si basano le loro posizioni.
Ora, questi fondamenti possono essere di tipo metafisico-religioso, oppure radicarsi in una concezione ingenua della scienza (nell'esempio del lavoro minorile, la convinzione di conoscere la natura autentica dell'oggetto, cioè lo sviluppo normale e naturale del bambino – ma sappiamo che questo tipo di sapere presunto se analizzato attentamente può sempre essere smontato), oppure, e questa è la situazione specifica e coerente con il nostro tempo, cercare una forma di oggettività anche in assenza di fondamenti.
Dialettica o inter-soggettività non sono la risposta. Nel senso che sì, certo, il risultato viene fuori da un confronto, da un dialogo, da interazioni sociali e culturali ecc., ma il punto è: che cosa, all'interno di questa contesa, determina il risultato, cioè la posizione vincente?
Citazione di: Alberto Knox il 15 Ottobre 2025, 03:12:31 AMgli eventi fisici manifesti, il pensiero e il linguggio.Gli eventi fisici manifesti a chi?
Citazione di: Koba-san il 14 Ottobre 2025, 08:33:30 AMQuesta distanza non è fisica, ma riflessiva: consiste nel comprendere anche il proprio sguardo come parte del mondo osservato.Questa distanza c'è già, ma è temporale.
Citazione di: Koba-san il 13 Ottobre 2025, 17:21:03 PMIano invece ritiene che per lui non abbia senso spiegarci (e spiegare a se stesso) perché sceglie A e non B, in quanto "non crede alla verità". In realtà, è proprio il contrario: avendo assimilato nella propria filosofia il rifiuto del realismo, proprio perché rifiuta l'idea di una descrizione privilegiata della realtà, diventa interessante capire da dove nasce quella sensazione di maggiore solidità di A.Nasce dalla nostra intersoggettività.
Citazione di: Koba-san il 13 Ottobre 2025, 11:31:30 AMTu vivi già all'interno di un mondo abitato da descrizioni/interpretazioni che orientano le tue scelte e i tuoi giudizi.il mondo in cui vivo è il prodotto di una descrizione, e nella misura in cui di ciò non ho coscienza posso credere che sia abitato da descrizioni.
La domanda riguarda il criterio di robustezza con cui ti affidi ad una descrizione piuttosto che ad un'altra.
Perché pensi che la descrizione A sia più solida della descrizione B?
Avevo già precisato che il termine "oggettività" era da intendersi in un contesto non realista.
Quindi ti invito a non tornare continuamente sulla distinzione tra descrizione e realtà, ma ad affrontare direttamente il problema che ho posto:
qual è il criterio che determina la maggiore credibilità o solidità di una descrizione rispetto a un'altra?
Citazione di: Koba-san il 13 Ottobre 2025, 09:49:48 AMNon hai risposto alla domanda.Se togliere senso a una domanda, vale una risposta, io ho risposto alla tua domanda.
Citazione di: Koba-san il 13 Ottobre 2025, 09:49:48 AMNon hai risposto alla domanda.Che bisogno hai di descrivere l'oggetto in modo oggettivo se per te è già di per se oggettivo?
La domanda è: perché la descrizione A è più oggettiva (per me, per te, per tutti) della descrizione B?
Es.: perché la spiegazione psichiatrica della psicosi è più oggettiva di quella fatta dall'astrologia?
Che cosa determina la maggiore o minore oggettività di una descrizione? - dato per scontato che si tratta appunto di descrizioni e non della realtà stessa (nella traccia si sottolineava di tenere ferma una posizione anti-realista, quindi nella valutazione delle due descrizioni si assume che ci sia consapevolezza che si tratta di interpretazioni o descrizioni, e non di rappresentazioni capaci di restituire fedelmente l'oggetto).
Citazione di: Koba-san il 13 Ottobre 2025, 08:15:10 AMEcco allora un problema filosofico da risolvere.Nella misura in cui tendiamo a confondere la realtà con le sue descrizioni, faremo domande sulle sue descrizioni credendo di starci facendo domande sulla realtà, come fosse fatta ad esempio da classi di fenomeni.
Traccia del problema: abbiamo due descrizioni di uno stesso fenomeno o di una classe di fenomeni.
La descrizione A e la descrizione B.
Citazione di: fabriba il 12 Ottobre 2025, 07:42:52 AMQuale passo avanti fa la scienza quando "smaschera la metafisica", quando sostituisce un modello di realtà con uno nuovo, quando a Newton sostituiamo Einstein?La descrizione è l'unico modo possibile di vivere nel reale, e cambia perchè cambia il soggetto che la vive. Come si fa diversamente a vivere nel reale restandone separati?
Fuori dall'idea che tutto sia descrizione la risposta è ovvia, ma rimanendo dentro l'unico passo avanti è poter prevedere e spiegare con più accuratezza gli eventi.
Di certo non è un passo avanti nel cammino infinito verso l'uscita dalla descrizione, e per vivere nel reale.
Citazione di: fabriba il 12 Ottobre 2025, 07:42:52 AMNon saprei dire dov'è la differenza tra religione e scienza quando si arriva a questo livello di discussione.Usando l'espressione ''passo avanti'' ho detto ciò che non penso.
Quale passo avanti fa la scienza quando "smaschera la metafisica", quando sostituisce un modello di realtà con uno nuovo, quando a Newton sostituiamo Einstein?
Fuori dall'idea che tutto sia descrizione la risposta è ovvia, ma rimanendo dentro l'unico passo avanti è poter prevedere e spiegare con più accuratezza gli eventi.
Di certo non è un passo avanti nel cammino infinito verso l'uscita dalla descrizione, e per vivere nel reale.
D'altra parte il nostro credere che la velocità della luce è insuperabile è un atto di fede che aspetta solo di essere smascherato.
La religione fa a meno di questo: ha una descrizione già perfetta in grado di spiegare qualsiasi cosa tramite la volontà divina (se teista, o "il cosmo" , "il karma" in altri sistemi).
Perché dovrebbe essere superata? Non vedo relativismo in questo.
Immagina con me per un minuto un mondo in cui l'intelligenza umana sia sorpassata da quella artificiale come lo fu la forza fisica secoli fa.
In quel mondo in cui la scienza è fuori dalla lista di responsabilità umane, in cui smascherare le metafisiche per fare passi avanti nella capacità di descrivere e prevedere gli eventi è uno sforzo irrilevante, in quali modi è superata la metafisica della religione rispetto a quella della scienza?
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Sto veramente facendo l'avvocato del diavolo dentro la cornice che hai disegnato tu.
Tu rendi centrale nella descrizione del mondo la questione degli smascheramenti successivi, mentre secondo me è più utile (fertile?) una descrizione centrata sulla scienza come descrizione del "reale" in cui la questione degli smascheramenti rimane un asterisco a fondo pagina
Citazione di: Morpheus il 11 Ottobre 2025, 20:27:19 PMInfatti io non ho detto che le coincidenze sono innegabilmente coincidenze. Anzi, avevo scritto precedentemente che non possiamo essere sicuri al 110% che lo siano (però vale anche il contrario). Dunque io, personalmente, trovo però più ragionevole guardare una coincidenza, in generale, come ad una coincidenza e non come ad una non-coincidenza.Penso che tutta questa discussione sia basata su un equivoco, per uscire dal quale dovremmo distinguere fra pura coincidenza e non.