Citazione di: niko il 20 Febbraio 2025, 12:31:18 PMTe l'ho gia' detto in un'altra occasione, mentre cercavo di spiegarti come dal pensiero dell'eterno ritorno possa derivare una morale; incidentalmente, si diceva, una morale "superominstica"; ma anche, visto che non era affatto quello il problema che tu ponevi, sarebbe meglio dire, quasiasi, una morale qualsiasi; il tuo argomento era infatti che l'oblio tra una vita e l'altra renderebbe inderivabileCiao niko, secondo me mi confondi con qualcun altro, non ho mai parlato in questo forum di reincarnazione, anche se potrebbe essere un concetto di eternità della vita per me più digeribile. Io, più che altro, contestavo il fatto che sia logico parlare di vita eterna, quando sappiamo benissimo che la vita non è affatto eterna, recando in sè quasi per definizione il concetto di morte. La vita eterna, in quanto senza fine, non può essere neanche concepibile. Come ha detto Inverno, una vita senza morte sembrerebbe anche a me una specie di lobotomia spirituale.
qualsivoglia morale a partire dall'eterno ritorno. E quindi, per ovvio automatismo, anche (per forza) una morale superomistica.
Io a quel punti ti ho spiegato come uno possa avere la consapevolezza, o comunque il dubbio, o il pensiero, di dover ripetere la propria vita innumerevoli volte. Sono cose che si possono sapere, se vuoi per "fede, che possono entrare nella cognizione umana, anche a prescindere da un effettivo "ricordo".
Se ci pensi vale pure per teoria della reincarnazione: gli induisti credono cio' che credono, e fanno cio' che fanno, per fede, e per adesione a una certa codificata dottrina, non certo perche' tutti quanti loro "si ricordano", come se fosse ieri, le loro, presunte, vite precedenti.
Io credo che gli induisti che accettano la loro dottrina per dato cognitivo e fideistico saranno, al mondo statisticamente, che ne so, cento milioni di persone; invece, quelli tra tutti questi induisti, (con tutto il rispetto: secondo me un po' suonati) che hanno la certezza assoluta, voglio dire dantesi al di la' della necessita' della fede, che la reincarnazione esista, perche' loro si ricordano, nitidamente, che erano, nella loro vita precedente, un elefante, e si ricordano di quando per scherzo schizzavano gli altri elefanti del loro branco al ruscello con la proboscide, saranno, che ne so, tra tutti questi cento milioni, dieci, o al massimo cento.
Conclusione: > si puo' accettare la reincarnazione o metmpsicosi, come dato cognitivo, e trarre da essa una morale, anche senza avere "ricordi" delle proprie vite precedenti.
Conclusione estesa: > lo stesso vale pure, per la dottrina dell'eterno ritorno. In cui i "ricordi" estendentisi tra una vita e l'altra, se pure vi fossero, sarebbero piu' che altro dei deja vu, o premonizioni. Che non sono strettamente necessari alla dottrina, e questo e' il punto.
Non e' quindi vero il tuo paradigma, che pone:
Assenza di ricordi, tra una vita e l'altra
= uguale =
assenza, in assoluto, di derivabilita' di una morale partente dall'assunto, dell'esistenza, per l'individuo, di piu' vite.
Quantomeno perche' senno', manco l'induismo esisterebbe. Dato empirico, prima ancora che logico o filosofico.
Se hai avuto la pazienza di seguirmi fino qui, a questo punto avrai capito di certo dove voglio arrivare: la paura della perdita, o della morte, sara' pure innata nell'uomo, ma si puo' superare. Ricordi "mistici" o no. Se uno crede, ad esempio, nell'eternita' della propria vita, avra' piu' paura del dolore, della noia, della mediocrita', e soprattutto del lutto, in quanto morte dell'altro, che non della morte in quanto morte del se' (e falso problema). Perche' la perdita, non e' vera perdita, mentre il dolore, e' vero dolore. Epicuro pure, diceva qualcosa di simile. Platone, sulla sovrapposizione tra maieutica, quale metodo migliore di trasmissione della filosofia e del sapere umano in generale, e ritorno di ricordi mistici da uno stadio disincarnato, dell'esistenza, ci ha costruito la sua fortuna.
Che cosa e' la morte? Questa e' la domanda che, secondo vi dovete fare.
E pure qui, mi ripeto.
Se vi rispondete e' una entificazione, di cio' che prima, entificato non era, fate bene ad averne paura. Fifa, orrore, eccetra.
Se e' un annientamento o un sonno eterno, fate male, ad averne.
Poi, liberissimi di continuare, a sbagliare.