Concordo e rilancio con un sospetto un po' provocatorio (ma onesto): e se la parità vocalico-semiotica fosse solo una side-quest, una missione secondaria (se non terziaria o oltre) a cui ci si dedica per non affrontare di petto quella principale, ben più impegnativa? La retorica dell'«iniziamo intanto dal parificare la lingua, che poi ci aiuterà a parificare il resto» non potrebbe essere un dirottamento di energie e "militanze impegnate" per implicito disagio o incertezza nell'agire su terreni meglio pattugliati e difesi? Un po' come passare il tagliaerba su un possibile fronte di guerra, sostenendo che sul pratino all'inglese poi si correrà meglio per dare l'assalto vincente... sotto lo sguardo perplesso di chi magari già da tempo sta lanciando missili e granate oltre il fronte (e ben al di sopra del chiasso dei tagliaerba).
Resta vero, come hai fatto ben notare, che la faccenda può essere letta anche dall'altro fronte, quello di chi tutelando la lingua degli avi crede si possano preservare anche i valori degli avi (non usare inglesismi ci preserverebbe forse dalla contaminazione culturale americana? Se sì, quanto?). Che è come annaffiare una siepe secolare nella convinzione che essa bloccherà il cambiamento portato dai tagliaerba e dai missili; magari con i tagliaerba questo discorso funziona, ma in quanto ai missili...
Non va comunque tralasciato l'aspetto psicologico della faccenda: ci sono davvero persone che non restano emotivamente indifferenti davanti a una schwa o a un asterisco a fondo parola, così come ci sono persone che strumentalizzano questa non indifferenza; piaccia o meno, sono dinamiche sociali reali (anche se non influenzano la società tanto quanto qualcuno spererebbe, illudendosi malinconicamente che guidare un tosaerba sul confine sia in fondo come guidare un carrarmato oltre il fronte).
Resta vero, come hai fatto ben notare, che la faccenda può essere letta anche dall'altro fronte, quello di chi tutelando la lingua degli avi crede si possano preservare anche i valori degli avi (non usare inglesismi ci preserverebbe forse dalla contaminazione culturale americana? Se sì, quanto?). Che è come annaffiare una siepe secolare nella convinzione che essa bloccherà il cambiamento portato dai tagliaerba e dai missili; magari con i tagliaerba questo discorso funziona, ma in quanto ai missili...
Non va comunque tralasciato l'aspetto psicologico della faccenda: ci sono davvero persone che non restano emotivamente indifferenti davanti a una schwa o a un asterisco a fondo parola, così come ci sono persone che strumentalizzano questa non indifferenza; piaccia o meno, sono dinamiche sociali reali (anche se non influenzano la società tanto quanto qualcuno spererebbe, illudendosi malinconicamente che guidare un tosaerba sul confine sia in fondo come guidare un carrarmato oltre il fronte).
