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Messaggi - acquario69

#481
"Epilogo"  del  borghese (piccolo piccolo)



Nell'Etica di Aristotele la medietà è sinonimo di virtù: l'eccesso costituisce un errore e il difetto è biasimato, invece il giusto mezzo è lodato. «La virtù quindi è una certa medietà». Quello aristotelico era però l'uomo misurato e dunque saggio. La sua phronesis, il tenersi lontano dagli estremi delle passioni, lo rendevano un modello per l'etica antica.

METAFORA DEL POST MODERNO.
Com'è potuto accadere, allora, che la medietà si sia trasformata in mediocrità, divenendo la cifra di una società senza più modelli? E, ancora, la mediocrità è una categoria antropologica o sociologica? Nel suo fortunato libro La mediocrità (edito ora in Italia da Neri Pozza) Alain Deneault ne fa la metafora del post moderno. Il concetto chiave che, come direbbe il filosofo Thomas Kuhn, dà l'impronta al nostro modo di conoscere. Il paradigma, dunque.

DIVERSE TIPOLOGIE UMANE.
Deneault osserva come la mediocrità plasmi le tipologie umane: dal "derelitto" che si sottrae al potere costituito al "mediocre per difetto", che finge di essere felice nell'adesione alle pratiche del tempo e alle chiacchiere che gli propinano. Dal "mediocre zelante", maneggione e maestro del compromesso, al "mediocre suo malgrado", che comprende la perversità dei meccanismi sociali ai quali però non può sottrarsi perché "tiene famiglia". Salendo in questa scala dal basso verso l'alto troviamo al quinto e ultimo posto i fustigatori della mediocrazia, i "maledetti".
Ci salveranno dunque gli emarginati e i contestatori? Una visione un po' troppo romantica, anche se non priva di fascino.
Se oggi non distinguiamo più sinistra e destra è perché la mediocrità produce una corsa all'estremo centro che snatura le appartenenze.
Di sicuro è però interessante questa interpretazione applicata alla politica, che conduce al superamento dell'antica separazione tra destra e sinistra. In pratica, se oggi non riusciamo più a distinguere tra coloro che sono di sinistra e coloro che sono di destra è perché la mediocrità produce una corsa al centro, anzi all'estremo centro, che snatura le appartenenze di un tempo.

QUELLI LIBERALI, MA DI SINISTRA.
Basta osservare le caratteristiche di coloro che si definiscono «liberali, ma di sinistra». Chi sono? Quelli che praticano «una militanza del tipo: possedere un'auto, ma piccola; bere latte di mucca, ma di una mucca felice; cedere al consumismo, ma equo e solidale; applicare le teorie del management, ma con uno stampo conviviale; vendere con atteggiamento aggressivo la merce, ma che sia merce di prestigio; prendere l'aereo, ma forniti di carbon credits; votare per un partito capitalista, ma liberal».

IL PESSIMISMO DEI POPULISTI.
Nulla rimane in loro dell'identità di sinistra, una vuota etichetta per giustificare il loro conformismo, parente stretto della mediocrità. E a destra? Anche su questo versante abbiamo i liberali di destra, e poi i populismi, che pensano di ribaltare il tavolo sottraendosi al linguaggio della mediocrità ma scegliendo tonalità feroci, brutali, aggressive e sbandierando un pessimismo che non aiuta la rigenerazione della politica.
Il mediocre riconosce l'altro mediocre e stabilisce con esso una sorta di patto sociale infrangibile.
Il mediocre riconosce l'altro mediocre e stabilisce con esso una sorta di patto sociale infrangibile. Si sta dentro il meccanismo tutti insieme dando agli altri l'illusione di poter scegliere ma di fatto sottoponendoli alla dittatura della mediocrità. «Tra i sintomi riscontrabili oggigiorno: un politico che spiega ai suoi elettori il dovere di sottostare al volere degli azionisti di Wall Street; un professore che giudica "troppo teorico e troppo scientifico" il lavoro di uno studente che, presentato con PowerPoint, va oltre le premesse sollevate; una produttrice cinematografica che insiste perché una celebrità "dia lustro" a un documentario con il quale non c'entra nulla; un esperto che snocciola dati sull'irragionevole crescita economica al fine di posizionarsi dalla parte della "razionalità"».

ASSOPIMENTO DEL PENSIERO.
Ma il meccanismo, spingendo verso "un assopimento del pensiero", rischia di compromettere definitivamente ciò che da sempre sta alla base di un soddisfacente vivere civile, cioè la creatività intellettuale. Qui, il j'accuse di Deneault diviene pungente e difficilmente contestabile: i docenti universitari «se ne stanno fuori dal mondo, specialisti in campi minuscoli ed estremamente marginali, incapaci di coscienza critica, fagocitati da tattiche per l'avanzamento di carriera e chiusi dentro un'appartenenza collegiale che ha le caratteristiche di una tribù». Rieccola, la Casta, a presidio di un'università ridotta a componente del dispositivo economico e ideologico.

ECONOMIA, QUADRO DRAMMATICO.
Se volgiamo lo sguardo all'economia, l'analisi si fa drammatica. Il meccanismo in questo caso è fuori controllo, anche per gli analisti finanziari. «Molto semplicemente, il "mercato" non è più un soggetto sociale. La razionalità economica dipende ormai da programmi informatici che gli esperti gettano nella mischia, senza sapere esattamente cosa avverrà delle migliaia di miliardi che mettono quotidianamente in gioco. Questi dispositivi giocano dunque in Borsa i soldi dei piccoli risparmiatori, i debiti pubblici degli Stati e il valore delle monete colpendone in maniera sensibile il corso, a partire dal quale le agenzie di rating attribuiscono poi valutazioni cruciali alle istituzioni presenti sui mercati».

Fonte : http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=58238



Una «rivoluzione anestetizzante» si è compiuta silenziosamente sotto i nostri occhi ma noi non ce ne siamo quasi accorti: la "mediocrazia" ci ha travolti. I mediocri sono entrati nella stanza dei bottoni e ci spingono a essere come loro, un po' come gli alieni del film di Don Siegel "L'invasione degli ultracorpi". Ricordate?
"Mediocrazia" è il titolo dell'ultimo libro del filosofo canadese Alain Deneault, docente di scienze politiche all'università di Montreal. Il lavoro ("La Mediocratie", Lux Editeur) è stato appena tradotto in italiano dall'editore Neri Pozza, con il titolo "La Mediocrazia". Meritava di essere pubblicato anche in Italia, se non altro per il dibattito che ha saputo suscitare in Canada e in Francia.


Deneault ha il pregio di dire le cose chiaramente: «Non c'è stata nessuna presa della Bastiglia – scrive all'inizio del libro -, niente di comparabile all'incendio del Reichstag e l'incrociatore Aurora non ha ancora sparato nessun colpo di cannone. Tuttavia, l'assalto è stato già lanciato ed è stato coronato dal successo: i mediocri hanno preso il potere». Già, a ben vedere di esempi sotto i nostri occhi ne abbiamo ogni giorno. Ma perché i mediocri hanno preso il potere? Come ci sono riusciti? Insomma, come siamo arrivati a questo punto?
Quella che Deneault chiama la «rivoluzione anestetizzante» è l'atteggiamento che ci conduce a posizionarci sempre al centro, anzi all'«estremo centro» dice il filosofo canadese. Mai disturbare e soprattutto mai far nulla che possa mettere in discussione l'ordine economico e sociale. Tutto deve essere standardizzato. La "media" è diventata la norma, la "mediocrità" è stata eletta a modello.

Chi sono i mediocri:
Essere mediocri, spiega Deneault, non vuol dire essere incompetenti. Anzi, è vero il contrario. Il sistema incoraggia l'ascesa di individui mediamente competenti a discapito dei supercompetenti e degli incompetenti. Questi ultimi per ovvi motivi (sono inefficienti), i primi perché rischiano di mettere in discussione il sistema e le sue convenzioni. Ma comunque, il mediocre deve essere un esperto. Deve avere una competenza utile ma che non rimetta in discussione i fondamenti ideologici del sistema. Lo spirito critico deve essere limitato e ristretto all'interno di specifici confini perché se così non fosse potrebbe rappresentare un pericolo. Il mediocre, insomma, spiega il filosofo canadese, deve «giocare il gioco».
Giocare il gioco:
Ma cosa significa? Giocare il gioco vuol dire accettare i comportamenti informali, piccoli compromessi che servono a raggiungere obiettivi di breve termine, significa sottomettersi a regole sottaciute, spesso chiudendo gli occhi. Giocare il gioco, racconta Deneault, vuol dire acconsentire a non citare un determinato nome in un rapporto, a essere generici su uno specifico aspetto, a non menzionarne altri. Si tratta, in definitiva, di attuare dei comportamenti che non sono obbligatori ma che marcano un rapporto di lealtà verso qualcuno o verso una rete o una specifica cordata.
È in questo modo che si saldano le relazioni informali, che si fornisce la prova di essere "affidabili", di collocarsi sempre su quella linea mediana che non genera rischi destabilizzanti. «Piegarsi in maniera ossequiosa a delle regole stabilite al solo fine di un posizionamento sullo scacchiere sociale» è l'obiettivo del mediocre.
Verrebbe da dire che la caratteristica principale della mediocrità sia il conformismo, un po' come per il piccolo borghese Marcello Clerici, protagonista del romanzo di Alberto Moravia, "Il conformista".
Comportamenti che servono a sottolineare l'appartenenza a un contesto che lascia ai più forti un grande potere decisionale. Alla fine dei conti, si tratta di atteggiamenti che tendono a generare istituzioni corrotte. E la corruzione arriva al suo culmine quando gli individui che la praticano non si accorgono più di esserlo.
I mali della politica:
All'origine della mediocrità c'è – secondo Deneault (nella foto qui sopra) – la morte stessa della politica, sostituita dalla "governance". Un successo costruito da Margaret Thatcher negli anni 80 e sviluppato via via negli anni successivi fino a oggi. In un sistema caratterizzato dalla governance – sostiene l'autore del libro – l'azione politica è ridotta alla gestione, a ciò che nei manuali di management viene chiamato "problem solving". Cioé alla ricerca di una soluzione immediata a un problema immediato, cosa che esclude alla base qualsiasi riflessione di lungo termine fondata su principi e su una visione politica discussa e condivisa pubblicamente. In un regime di governance siamo ridotti a piccoli osservatori obbedienti, incatenati a una identica visione del mondo con un'unica prospettiva, quella del liberismo.
La governance è in definitiva – sostiene Deneault – una forma di gestione neoliberale dello stato, caratterizzata dalla deregolamentazione, dalle privatizzazioni dei servizi pubblici e dall'adattamento delle istituzioni ai bisogni delle imprese. Dalla politica siamo scivolati verso un sistema (quello della governance) che tendiamo a confondere con la democrazia.
Anche la terminologia cambia: i pazienti di un ospedale non si chiamano più pazienti, i lettori di una biblioteca non sono più lettori. Tutti diventato "clienti", tutti sono consumatori.
E dunque non c'è da stupirsi se il centro domina il pensiero politico. Le differenze tra i candidati a una carica elettiva tendono a scomparire, anche se all'apparenza si cerca di differenziarle. Anche la semantica viene piegata alla mediocrità: misure equilibrate, giuste misure, compromesso. È quello che Denault definisce con un equilibrismo grammaticale «l'estremo centro». Un tempo, noi italiani eravamo abituati alle "convergenze parallele". Questa volta, però, l'estremo centro non corrisponde al punto mediano sull'asse destra-sinistra ma coincide con la scomparsa di quell'asse a vantaggio di un unico approccio e di un'unica logica.
Che fare?
La mediocrità rende mediocri, spiega Denault. Una ragione di più per interrompere questo circolo perverso. Non è facile, ammette il filosofo canadese. E cita Robert Musil, autore de "L'uomo senza qualità": «Se dal di dentro la stupidità non assomigliasse tanto al talento, al punto da poter essere scambiata con esso, se dall'esterno non potesse apparire come progresso, genio, speranza o miglioramento, nessuno vorrebbe essere stupido e la stupidità non esisterebbe».
Senza scomodare Musil, viene in mente il racconto di fantascienza di Philip Klass, "Null-P", pubblicato nel 1951 con lo pseudonimo di William Tenn. In un mondo distrutto dai conflitti nucleari, un individuo i cui parametri corrispondono esattamente alla media della popolazione, George Abnego, viene accolto come un profeta: è il perfetto uomo medio. Abnego viene eletto presidente degli Stati Uniti e dopo di lui i suoi discendenti, che diventano i leader del mondo intero. Con il passare del tempo gli uomini diventano sempre più standardizzati. L'homo abnegus, dal nome di George Abnego, sostituisce l'homo sapiens. L'umanità regredisce tecnologicamente finché, dopo un quarto di milione di anni, gli uomini finiscono per essere addomesticati da una specie evoluta di cani che li impiegano nel loro sport preferito: il recupero di bastoni e oggetti. Nascono gli uomini da riporto.
Fantascienza, certo. Ma per evitare un futuro di cui faremmo volentieri a meno, Deneault indica una strada che parte dai piccoli passi quotidiani: resistere alle piccole tentazioni e dire no. Non occuperò quella funzione, non accetterò quella promozione, rifiuterò quel gesto di riconoscenza per non farmi lentamente avvelenare. Resistere per uscire dalla mediocrità non è certo semplice. Ma forse vale la pena di tentare.

Fonte: http://angelomincuzzi.blog.ilsole24ore.com/2016/06/19/la-mediocrazia-travolti-mediocri-hanno-preso-potere/?refresh_ce=1
#482
Citazione di: InVerno il 02 Febbraio 2017, 10:28:16 AM
Io stimo molto la tua fiducia nell'umanità, capace secondo te di prevedere gli effetti nefasti delle tecnologie che inventa, ma indottrinata da enti esterni e quindi accecata. Purtroppo essendo che la mia visione delle cose è un po più semplice - nel senso del famoso rasoio - ovvero che siamo semplicemente un po coglioni, diventa difficile trovare un terreno di dialogo avendo presupposti cosi diversi. Bisorrebbe affrontare questa diversità di prospettive, prima ancora di inoltrarci nei dettagli di come esse si attuano, non credi? Ti sono tuttavia vicino nel tuo patimento, tutte le volte che entro nella mia stanza vedo l'inferno musicale di Hieronymus Bosch, e capisco si tratti di una prospettiva cosi terrificante da poter incatenare la propria esistenza. Ma vedo anche il Newton di William Blake, e il morale si risolleva un po. Prova anche tu, non c'è peggior modo di perdere che darsi per sconfitti alla partenza.

Mi fa piacere per la tua risposta che trovo franca e diretta e avrò anche per questo l'opportunità di rifletterci sopra e ti ringrazio per questo, anche perché non ho certo la pretesa di essere perfetto.

Capisco che i miei interventi possono risultare bruschi e "senza speranza" ma non lo faccio per sadismo ma come già accennato sopra perché mi viene di "denunciare' tutte le cose che a mio modo di vedere risultano sbagliate.
Questo e' il mio approccio e la mia tendenza che del resto non mi sembra siano cose alla fine cosi campate in aria ma riscontrabilissime nelle tendenze del mondo in cui viviamo.
Sono del parere che per poter migliorare bisogna prima di tutto conoscere i nostri difetti...ce a chi può andar bene e chi invece non lo sopporta...a parer mio di polvere finita sotto il tappeto se ne già messa abbastanza e sarebbe venuto il momento di fare una bella pulizia.
...e naturalmente questo discorso non ha assolutamente nulla di personale
#483
Percorsi ed Esperienze / Re:Libri "Itaca"
01 Febbraio 2017, 23:50:48 PM
Ne ho diversi di libri "Itaca"
Tra questi uno che mi sta particolarmente a cuore e' Racconti Romani di Moravia

sono racconti che ho trovato davvero coinvolgenti come se in ogni personaggio e in ogni singola vicenda cera qualcosa che sentivo anche mio, come averli davvero vissuti in prima persona,qualcosa percio che era ed e' rimasto nel mio stesso sangue...l'espressione e' forte e può sembrare esagerata ma chi e' nato e vissuto a Roma come me (e ha letti questi racconti) può forse arrivare a capirlo meglio.


in questi racconti infatti, se pur ambientati negli anni 50 i personaggi con le loro particolari vicende, rispecchiano una "familiarità" che era comune ritrovare sempre,almeno fino agli inizi degli anni 90...una Roma che nonostante fosse una citta relativamente grande, conservava fedele quelle caratteristiche uniche nel suo genere che la facevano essere ancora una comunità, o tante piccole comunita al suo interno, comunque unite da un unica ed orgogliosa identita,dove storie,vicende e personaggi cosi variegati e parimenti descritti in questo libro chiunque avrebbe prima o poi incrociato,o in diversi modi vissuto direttamente o solo per sentito dire, magari semplicemente per strada, nel bar vicino casa,nel mercato del quartiere o persino dal pizzicagnolo  :) ...quando ancora venivano familiarmente chiamati cosi,perche il dialetto (e i dialetti) erano considerati, magari senza nemmeno saperlo,cultura e che per questo si poteva ancora trasmettere in maniera del tutto spontanea..

quindi Jacopus,visto che sei di Roma anche tu e se ancora non li hai letti te li consiglio vivamente...e magari se ti va mi dirai le tue sensazioni
#484
Citazione di: InVerno il 31 Gennaio 2017, 13:04:54 PM
Mah farsi aggiornare di tecnologia dal TG1, acquario mi meraviglio di te, è un insieme di notizie accozzate insieme vecchie di almeno qualche anno se non più. Per esempio la chat con il morto può essere integrata con un viso robotico plasmato ad immagine e somiglianza del caro defunto (simula anche la tonalità vocale). Ma come dice donquixote, non è che ci discostiamo molto dalla scimmia e ci ripetiamo. Qualche tempo fa al cimitero ho una visto una signora parlare per almeno un quarto d'ora alla foto del defunto marito (ma ci sarà stata probabilmente ore e ci sarà tornata anche dopo). Questo ovviamente non fa scandalo.. E' un acquirente potenziale che presto verrà stimolata tramite pubblicità mirata, e magari presto avrà un marito robotico che beve birra sul divano (come l'originale) e si ricorderà che non erano tutte rose e fiori come pensava! haha

Il mio scopo non era (e non e') quello di aggiornarmi, in questo caso attraverso un inchiesta del Tg1, che sapevo in anticipo essere faziosa visto che complessivamente i media di regime indottrinano e non informano, ma a me viene piuttosto naturale denunciare chi distorce le cose, chi vuole far passare il falso per vero e in particolare l'ipocrisia di coloro che di questo ne fanno pure un mestiere.

Premesso questo mi sembra che il tuo commento alla questione che avrei "denunciato" sia piuttosto superficiale quando invece a parer mio ci sono elementi su cui e' bene rifletterci in maniera più approfondita.
Ammesso pure che sia stato un accozzaglia di notizie ma il messaggio finale complessivo e' quello di far passare la tecnologia e la connessione "onlife" come la soluzione a tutti i problemi,qualcosa che renderà finalmente l'umanita libera e felice, come se al solito si debba ritenere che tutto possa essere demandato a qualcosa di esterno a noi, (ed e' appunto quello che viene fatto passare) anziche il contrario ed e' per questo che sono d'accordo anch'io che siamo tendenzialmente più scimmie che altro e questo lo dimostra in maniera piuttosto chiara.

Nel report vengono intervistate diverse persone che naturalmente hanno un opinione consenziente (e a prescindere  dagli "specialisti").
Ce' il primo,l'italiano trasferito a vivere a Singapore e la ragazza in particolare che ne sono addirittura entusiasti..ma quello che per loro (e credo per la maggioranza delle persone) si identifica come il sistema perfetto io al contrario ci vedo la subordinazione e il controllo totale consenziente e il livellamento assoluto, per cui visto pure la profonda pervasività' dell'essere costantemente connessi e tutto in funzione di questo diventa un mondo popolato da zombi che credono di vivere nel posto ideale...a mio avviso l'allucinazione e' cosi avanzata che se ci dicessero che sia necessario vivere all'interno di una gigantesca serra (come accennato nel video e non posso non pensare che a qualcuno sia già venuto in mente) nessuno fiaterebbe ed anzi ne sarebbero pure contenti, quando,almeno per quello che mi riguarda sarebbe l'ennesima prova di quanto ci siamo allontanati dalla realtà per finire di preferire a vivere come polli da batteria...e se ci pensiamo un attimo meglio e' in fondo pure quello che stiamo già facendo sia pure ancora senza rinchiuderci in un ambiente completamente artificiale
#485
Citazione di: Eretiko il 31 Gennaio 2017, 10:22:27 AM
Abbiamo sempre la possibilità di non esserci, "onlife". Prendiamo ad esempio "facebook": quasi 2 miliardi di persone decidono, spontaneamente, di esporre le proprie preferenze politiche, sessuali, religiose, gastronomiche, di indicare i propri gusti nel vestire. Postano immagini che ormai software specializzati sono in grado di analizzare, mettono miliardi di "mi piace", partecipando di fatto alla più gigantesca "indagine" di mercato e sociologica, tutto gratis. Era inevitabile quindi che qualcuno iniziasse a sfruttare questa marea di informazioni per un marketing mirato e per uso politico: strategie antiche attuate con le nuove tecnologie.

Si...strategie antiche attuate con le nuove tecnologie
va comunque fatto presente che la differenza fra le strategie antiche e quelle moderne tecnologiche di oggi e' cosi totalizzante e pervasiva che e' paragonabile alla distanza di qualche decina di metri (quindi teoricamente raggiungibile) in confronto agli anni luce di una galassia all'estrema periferia dell'universo (impossibile da raggiungere)
Non so se il paragone risulta più chiaro.
Questo e' il "progresso" :)
#486
Per quanto credo sia ormai come provare a fermare un treno in corsa con una mano,ieri mi e' capitato di vedere questa trasmissione qui sotto:

http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/rubriche/ContentItem-9b79c397-b248-4c03-a297-68b4b666e0a5.html

Dove l'argomento era in sostanza la connessione ad internet (onlife!) che prende praticamente il posto della vita reale

Qui sotto la locandina che ne sintetizza la puntata;

"ONLIFE"
È finita l'epoca in cui eravamo a volte online e a volte offline. Ora le nostre sono costantemente ONLIFE: vite connesse. Attraverso la connessione degli oggetti che ci circondano e le relazioni tra persone e oggetti, viviamo costantemente dentro internet, anche se non abbiamo di fronte uno schermo. Tutto viene registrato e memorizzato. E i dati sono rielaborati di continuo. Questo sta cambiando la nostra identità. I comportamenti, le scelte che si fanno, il lavoro, l'amore e anche il voto politico vengono condizionati dai dati che produciamo, che vengono riorganizzati tramite algoritmi. A Speciale Tg1, di Barbara Carfagna, un viaggio per capire il possibile futuro che ci attende partendo da Singapore, la seconda nazione più connessa del mondo, dove il Presidente governa con un super computer. I comportamenti dei cittadini, i reati e i loro desideri vengono anticipati e orientati attraverso un massiccio uso di sensori, webcam, droni. L'esempio dell'Islanda,con la donna che ha lavorato con Assange e, fondando il partito Pirata, ha cambiato la politica del Paese grazie a internet. E poi le storie esemplari, in Italia, per scoprire come i dati stanno cambiando l'amore, le relazioni, e addirittura il nostro rapporto con la vita e con la morte.


Per me nel vedere tale trasmissione fino alla fine ho avuto l'ennesima agghiacciante conferma di come l'umanita sia ormai conclusa definitivamente e bisognera solo attendere l'epilogo finale  (ma stavolta più che mai reale e non più virtuale) che la Natura stessa si "incaricherà" di adottare nei nostri confronti e che per quanto questa venga non considerata affatto o più semplicemente negata ci sveglierà tutti bruscamente dall'allucinazione e dall'incubo in cui ci siamo già da tempo inoltrati.

Solo un paio di passaggi cosi tanto per averne un piccolo assaggio...

Si comincia col prendere d'esempio Singapore (esempio "positivo" naturalmente)
molto interessante dal minuto 10 - lo consiglio di vederlo - si parla degli orientamenti "dolci" !! (si dolci,cosi dice ..e chissa perché a me viene in mente la parola vaselina   :)  )  che la popolazione verra indirizzata a prendere, sempre grazie a dei algoritmi, - un mega database con tutte le nostre informazioni che noi stessi gli diamo - di modo che tutto rientri nell'ordine perfetto dove non potrà più esserci alcuna imprevedibilità!!...oh finalmente ci siamo arrivati ad avere un umanita' perfetta..talmente perfetta che di umano non resterà proprio più niente, in sostanza diventiamo anche noi dei bit, algoritmi, insomma dei computer "viventi" (se ancora si potrà adottare e ci sia senso alla parola vivente)
Nel minuto 13 continua e a un certo punto non credo alle mie orecchie quando viene detto che in un futuro, ovviamente ipertecnologizzato e al quanto prossimo si prevede che la citta possa addirittura diventare come una serra chiusa di modo che venga protetta dall'inquinamento atmosferico,visto che non si potrà nemmeno più respirare!!

...proseguendo si sentono poi parlare gli "specialisti" del settore (probabilmente tutti a libro paga di queste lobby e multinazionali) e uno di loro se ne esce dicendo che  il fatto di essere totalmente connessi porta innumerevoli vantaggi di cui uno ad esempio e' quello di poter soddisfare immediatamente i nostri bisogni (menziona le nuove applicazioni dove e' possibile trovare partner "per tutte le esigenze" ) con un semplice click da un cellulare e il gioco e' fatto..i due si incontrano, fanno magari quello che devono fare e poi e' facile riscontrare che il giochino ricomincia da capo senza inutili interruzioni...bello no?!...solo che non spiega affatto che tutte queste pseudo relazioni nascono e muoiono nello spazio di un bit e che cio che rimane e' la solitudine assoluta, di una società (ma si può ancora chiamare cosi?) liquida, anzi gassosa e praticamente in via di estinzione.


al minuto 34,00 poi si descrive addirittura la possibilità di andare oltre la morte!!...se per esempio avete un vostro caro che muore e che naturalmente eravate connessi a lui dalla mattina alla sera (magari senza nemmeno troppo vedervi, tanto oramai a che serve?) ebbene tutti i dati e gli algoritmi accumulati faranno si che questa persona ormai defunta possa ripresentarsi (virtualmente, come prima del resto) anche dopo; come?!
Basterà creare una chat apposita che in base ai dati accumulati in precedenza, il programma elaborera le risposte che probabilmente avrebbe dato il fu caro amico e su qualsiasi circostanza avrete voglia di rivolgervi a lui !
Pensate un po...potremmo cosi continuare a chattare con un morto! (il dubbio pero mi viene; chi dei due sarà il morto?!) .. e continuare a condividere (pseudo) emozioni o molto più probabile banalissime chat come del resto avveniva già da prima.


Evviva!...ci aspetta proprio un bel futuro da cadaveri viventi...e pero' tecnologicamente avanzati...si avanzati nel baratro
#487
Varie / Re:Un sontuoso banchetto
20 Gennaio 2017, 05:11:04 AM
CitazioneFharenight
Quella è la casetta piccolina che Acquario aveva in Canadà, con vasche e pesciolini e fiorellini di lillà..  :D  


"ancora tu"...ma non dovevamo vederci più.... ?!?
https://www.youtube.com/watch?v=qe2-gdYLjdo


CitazioneJean
Ascoltando la storia della casetta e del perfido Pinco Panco che compare a rovinar le cose belle (la splendida casetta immersa nella natura)   m'immagino il povero ma tenace Acquario-Martin che rimette in piedi la casetta distrutta...

...E chi sarebbe Pinco Panco???  ::)

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Bene signori, ora stiamo qui fuori il cancello di villa Sariputra ad aspettare all'adiaccio ...(saremo mica pecore?  :) ???  )
vuoi vedere che se' dimenticato!?
No perché se ancora non lo sapete per il Sig. Sariputra,tutto e' impermanente nel tutto imparmanente, e allora può essere che gli risultiamo altrettanti enti impermanenti nell'impermanenza impermanente cosi che nell'attimo di un istante precedente ma che non può precedere un bel niente tutto diventa fuggente che più fuggente e' dire niente  ;D :)  

e vabbè' si scherza e perché no si gioca anche un po....(ma un po ehh,come dice quel famoso detto li'..)
quindi sto appunto un po e poi ..."me ne vado"
https://www.youtube.com/watch?v=9FufWM68K0A
#488
Citazione di: Sariputra il 19 Gennaio 2017, 00:06:13 AM
Citazione di: acquario69 il 18 Gennaio 2017, 23:45:52 PMIo non sto mettendo in discussione l'io impermanente (l'esempio dell'albero lo conferma anche per me)...ma il fatto di ignorare il Se (principio "fisso" ed immutabile da cui tutto il resto - mutabile - dipende e che presumo non condividerai Se passa solo l'idea di avere un io impermanente privo pero del suo principio fondativo (Se) quello e' secondo me il nichilismo. PS: Il piacere di scrivere e' anche il mio

Il Sè vero, eterno, ecc. non essendo sperimentabile diventa per me motivo di fede.

...... E questo proprio per il rischio di cui parli di essere concepito come nichilismo e quindi anche dell'irrealtà di ogni valore etico. Pensa che persino il papa Giovanni Paolo II, nel suo libro "Varcare la soglia della speranza", ha relegato il buddhismo nelle visione nichilistiche, provocando molta amarezza negli ambienti di questa religione. E infatti, come ho già scritto, definire nichilista una filosofia di vita che, prima nella storia, faceva costruire ospedali per i viandanti e persino alloggi per curare gli animali, come "nichilistica" può far capire che grado di ignoranza reciproca esista nel mondo.

a mio avviso se viene a mancare il SE (che non può essere sperimentato dalla ragione o dai sensi,ma dall'intelletto che li trascende) inevitabilmente si finisce per imboccare la strada del nichilismo,sia pure nelle buone intenzioni.
#489
Citazione di: maral il 18 Gennaio 2017, 23:15:20 PM
Il problema è che la macchina che può sempre più poter fare per l'uomo quello che l'uomo desidera, rende sempre più inutile e quindi obsoleto l'uomo stesso. L'algoritmo su cui la macchina si basa si evolve e si riproduce ben più rapidamente ed efficacemente dell'uomo (il film "Lei" ne dà un ottima rappresentazione, l'uomo resta fermo, la macchina evolve e dunque l'uomo non ha più senso. Non lo cancellerà la macchina comunque, perché non è la macchina a poter progettare la fine dell'uomo, ma l'uomo stesso che non troverà più alcun senso a esistere, nemmeno per accudire o progettare e costruire nuove ideare macchine, poiché anche questo le macchine sapranno farlo meglio. L'uomo si sta sempre più scoprendo come una macchina difettosa.

Non so (ma penso di si) se qualche autore di fantascienza abbia ipotizzato un mondo dove l'uomo sia scomparso definitivamente e al suo posto ci siano rimaste solo macchine che avrebbe "lui" stesso inizialmente inventate.
lo scenario non mi sembra poi cosi fantascientifico ma più reale di quanto si possa ora immaginare
#490
Citazione di: Sariputra il 18 Gennaio 2017, 23:29:55 PM
P.S. Acquario, è vero, hai ragione, scrivo troppo...pensa però che a me piace veramente anche solo l'atto dello scrivere ( lo facevo molto anche prima che esistesse qualcosa come internet...). Ossia scrivo per il piacere di scrivere. :)

Io non sto mettendo in discussione l'io impermanente (l'esempio dell'albero lo conferma anche per me)...ma il fatto di ignorare il Se (principio "fisso" ed immutabile da cui tutto il resto - mutabile - dipende  e che presumo non condividerai 
Se passa solo l'idea di avere un io impermanente privo pero del suo principio fondativo (Se) quello e' secondo me il nichilismo.

PS: Il piacere di scrivere e' anche il mio 
#491
Citazione di: Sariputra il 18 Gennaio 2017, 15:45:11 PM
ma...c'è un ma...non sei disposto ad abbandonare la tua idea di Io ( per adesso... ;D ma forse verrà il tempo... ;) ).

Sariputra se permetti a questo punto vorrei fare una considerazione inerente a questo IO che tu dici a più riprese di abbandonare ecc,ecc...
Perche io credo che la questione e' delicata poiché i fraintendimenti su quest'argomento possono risultare molto nocivi e pericolosi e il rischio a mio avviso e' quello di "annullarsi" pero nel senso nichilistico del termine..di cui credo non ne abbiamo affatto bisogno,semmai il contrario.

A me sembra che se da una parte dici che L'IO e' illusorio poi dall'altra mi sembra che "pratichi" (scrivendolo ripetutamente qui) esattamente il contrario...e non e' un affermazione continua dell'IO quella di trascorrere un sacco di tempo a scrivere su un forum, considerando pure la virtualità ad essa inerente? (E per questo naturalmente non sei l'unico, oramai sta coinvolgendo praticamente tutti)
Ci manca poco che finiremo connessi 24h con annessa chiavetta USB dietro il cranio di ognuno...e non e' questo lo stesso IO diventato cosi ipertrofico che ha addirittura cancellato dalla propria esistenza la Realta,sostituendola di fatto con una virtuale?...sarebbe forse questa la via per estinguere questo IO o non e' invece l'ultima frontiera di nichilismo assoluto e a trionfare sia solo e proprio quell'IO che si sarebbe dovuto estinguere? (E' una domanda che mi sto ponendo per conto mio)

secondo me se sta succedendo questo dipende pure dal fatto che oltre ad un IO abbiamo anche un SE' (anzi senza il SE' non può esserci nemmeno un IO) che ci può salvare da questa apocalisse..ma oramai siamo talmente concentrati su noi stessi e talmente isolati (complice la tecnologia e il virtuale) che pare sparito completamente dal nostro orizzonte speculativo.

Questa per me e' davvero l'estinzione,ma non dell'IO,(e che al contrario si e' ipertrofizzato al massimo grado),ma dell'umanità intera, nel senso più concreto del termine.
#492
Leggendo quest'artico qui sotto ( l'era della tecnosofia !!! che bello! )

http://www.riflessioni.it/tecnosophia/era-della-tecnosofia.htm

mi sono venute in mente alcune cose...
Secondo l'autore mi sembra di capire che la prospettiva di un mondo iper tecnologico sia pure la cosa più auspicabile ...secondo me invece e' l'inferno nel senso più autentico del termine.
Pensate che bello..saranno le macchine che prenderanno letteralmente e completamente il posto degli (pseudo) umani e che in effetti già ora si stanno profilando e che cominciamo già a vivere da ora gli scenari cosi descritti nell'articolo.

Mi ritorna in mente la scena del film di matrix dove si vedono migliaia di embrioni nutriti e assistiti da una mega macchina tecnologica

https://www.youtube.com/watch?v=IojqOMWTgv8

ma anche come preludio a tutto questo gli inquietanti quadri di Hieronymus bosch,che ne annunciava già l'inferno in terra

http://www.anticorpi.info/2016/10/la-profezia-di-bosch-il-giardino-delle.html
#493
Varie / Re:Un sontuoso banchetto
18 Gennaio 2017, 05:26:38 AM
Citazione di: Sariputra il 18 Gennaio 2017, 00:11:53 AM
-Penso che ormai non ne arriveranno altri...sono anche un pò stufa.
-Ho bisogno di un paciere , di un moderatore se la discussione s'infiamma. Acquario mi ha assicurato che sarebbe venuto Ma non lo so...in questo periodo lo vedo arrabbiato. Forse non ne ha voglia veramente...Poi è anche un lungo viaggio arrivare a Sotto il Monte. E fa freddo...-
-Acquario è un nome che mi piace. Mi immagino che viva in una casa meravigliosa piena di acquari con dentro quei pesciolini fosforescenti e che tenga tutte le luci spente, così che le stanze siano illuminate solo dalle lucette dei pesci...un luogo magico..-
-Io invece spero solo che non abbia preso la stradina che scende dal monte, dietro casa nostra. Con questo buio...-

Una volta in uno dei miei viaggi di tanti anni fa abbiamo conosciuto una persona del posto che ci porto' in una spiaggia bellissima rimasta ancora integra dall'invasione turistica
Ci siamo cosi immersi nel mare con le maschere ed abbiamo assistito a qualcosa di veramente magico che mi e' rimasto dentro nel ricordo ancora vivo.
cerano pesci di tutti i tipi ed ero rimasto impressionato dal gran numero, cosa che fino a prima nemmeno credevo più possibile.. in particolare un branco che si muoveva velocissimo in sincronia, come fosse stata un unica cosa e ricordo che ero a pochissimi metri e volevo vedere se riuscivo a toccarne uno ma era impossibile! ..allora ho pensato che nella loro perfetta sincronia questa era in realtà qualcosa in "più" che gli dava la facoltà di anticipare qualsiasi mossa esterna,come se nella natura stessa di questo movimento sincrono,fossero "situati" in una dimensione parallela al di la delle normali leggi dello spazio-tempo...cosa che si può del resto riscontrare pure negli stormi degli uccelli e penso avvenga pure negli insetti cosiddetti sociali...e questo secondo me a concreta dimostrazione che la realtà ha aspetti e dimensioni che io definirei 'parallele" o superiori rispetto magari ai quelli soggettivi ed individuali di cui facciamo sempre e solo riferimento.


Comunque come ti ho già detto ci vengo a questo banchetto (certo essendo virtuale più che lo stomaco a lavorare sarà la fantasia,sara pure questo il vero motivo per cui le "presenze" scarseggiano? ..eh bisogna anche ammettere che erano ben altri tempi quando ancora non cera sto virtuale)

...e poi una curiosità; ma quale sarebbe il motivo per cui ti sarebbe venuto in mente una proposta del genere e cosa prefiggi di ottenere da questo virtual-banchetto?!
#494
Citazione di: Sariputra il 17 Gennaio 2017, 22:25:25 PM
Ness-uno sceglie ...nessuno. 

P.S. Come mai siamo finiti a fare una lunga dissertazione sul buddhismo?  ??? ???

secondo me perche e' sempre la tua entita,(o meglio id-entità) che mi pare ti ostini a negare, ma a dispetto tuo più la neghi e più questa viene fuori e continuera a seguirti esattamente come farebbe la tua ombra finche esisti, cioe fin tanto che sei -siamo- nella forma.
#495
Citazione di: Apeiron il 17 Gennaio 2017, 11:36:00 AM
Detto questo acquario69 la tua filosofia mi sembra neo-platonismo. Tuttavia a che pro Dio creerebbe degli enti per poi "rimangiarseli"? Detto questo ritengo che dobbiamo "riavvicinarci" a Dio pù che unirci - restando tuttavia enti separati.  

Forse a questa domanda ci passiamo prima o poi tutti. (e a prescindere da Platone o simili)
ed e' la stessa che mi sono posto anch'io (qui sotto) qualche tempo fa...e le risposte a seguire (a distanza di tempo) per me sono state illuminanti

http://www.riflessioni.it/forum/spiritualita/14342-perche-nascere-vivere-e-morire-per-tornare-a-dio-non-potevamo-stare-presso-di-lui.html