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Messaggi - iano

#586
Citazione di: daniele22 il 20 Febbraio 2025, 08:25:50 AM
In conseguenza di ciò, se una persona ben motivata (sfera emotiva/pulsionale) ad accrescere la propria intelligenza cominciasse a dedicarsi a fare test di intelligenza a nastro, nel giro di pochi mesi vedrebbe sicuramente il proprio q.i. innalzarsi di molti punti. In questo caso il suo punteggio segnalerebbe infine la sua conoscenza in materia di test di intelligenza. 

In effetti l'insieme di quei test equivale ad una possibile definizione di intelligenza.
#587
Se uno ha un idea preconfezionata di uomo, allora da qualche parte c'è una imperfezione.
Se uno ha un idea di uomo tarata su di me, allora va da se che l'imperfezione stia dall'altra parte.
Se l'umanità esiste perchè ciò viene da se, ciò potrebbe derivare in effetti da un idea preconfezionata che si ha dell'uomo.
Avere questa idea preconcetta, apparentemente innocente, derivante dal fatto che l'umanità sembra esistere, perchè viene da se che esista, secondo me è all'origine del razzismo.
#588
Citazione di: sapa il 18 Febbraio 2025, 17:35:07 PME quindi, ancora: quindi? Insomma, se devo fare una critica a Pastore è la cripticità dei suoi testi, o se vogliamo delle sue visioni. Razzismo, però, non mi pare.
Distinguo gli uomini perchè diversi fra loro, o è perchè sono diversi che li distinguo?
La differenza sta nel vedere nella diversità una ricchezza o una imperfezione, rimanendo solo da decider dove stia, se da una parte o dall'altra.








#589
Citazione di: Adalberto il 19 Febbraio 2025, 13:16:05 PMTalvolta mi piace pensare che si possa anche provare a tornare indietro, ad un livello prededente la cesura io/tu, ad un livello indistinto.
le leggi della fisica abbondano di simmetrie, ma credo che non sia la realtà ad essere simmetrica, ma la conoscenza che ne abbiamo, perchè fatta di parole opponibili, affermabili e al contempo negabili.
La complementarietà si spiega con la comune nascita dallo zero, complementari perchè ricomponendosi tornano allo zero.
Quello che in filosofia viene detto UNO lo chiamerei meglio ZERO.
Io e te non siamo opposti, ma semmai intercambiabili.
Il dissidio fra noi è la nostra comune essenza, perchè la sua mancanza non giustificherebbe la nostra esistenza, riducendoci a ridondanti doppioni.
Lasciando intatto il dissidio possiamo però pensare di scambiarci le parti, essendo stati parimenti determinati dal caso.
Se ti facessi del male, farei del male a chi avrei potuto essere e che devo sforzarmi di immaginare di essere, pur restando me stesso.
La nostra differenza è la ricchezza della vita.
Bisogna suscitare  empatia più che consenso, perchè il consenso annulla la ricchezza e l'empatia la mantiene.
Quando qualcuno si dice d'accordo con me io non gioisco, perchè significa che da lui non ho nulla da imparare.

E' il linguaggio ad essere complementare, e quindi la realtà diventa un insieme  di opposti quando la assimiliamo alle sue descrizioni.


#590
Citazione di: Pio il 18 Febbraio 2025, 14:22:02 PMLa mela verde e la mela rossa hanno una differenza evidente ai sensi.
Condividendo in generale il tuo post, e solo a mò di battuta, faccio notare che ciò che salta ai nostri sensi , l'essere rosso della mela, è ciò che la mela respinge per sua natura.
Cioè, essa trattiene tutte le frequenze elettromagnetiche della luce, respingendo solo quella rossa, come altro da se, proprio ciò che noi invece attribuiamo alla sua natura.

E'possibile che la paura dell'uomo nero come dici sia scritta nel patrimonio genetico, ed anzi ricordo di aver letto questa ipotesi in un articoletto sulla rivista Le Scienze.
La notizia buona , sempre secondo quell'articolo, è che il patrimonio genetico si può  tacitare, secondo l'epigenetica, quando controproducente.
In effetti come ben dici è sufficiente una occasionale frequentazione dell'uomo nero come vicino di casa , e la paura passa, se non proprio il pregiudizio culturale, più duro a morire.
Il pregiudizio più che essere un male è una necessità.
la nostra visione della realtà è necessariamente pregiudiziale, e non è possibile averne una di altro tipo.
La notizia cattiva dunque è che non si può fare a meno dei pregiudizi. La notizia buona è che i pregiudizi si possono cambiare.
Se però uno vive immerso dentro una biblioteca piena di vetusti testi, solo in prima edizione, mai riveduta e aggiornata, come immagino nella mia fantasia faccia il buon Mauro Pastore, quali pregiudizi vuoi che possa rivedere?

Se poi, sempre a mo di battuta, la paura dell'uomo bianco stesse scritta nel patrimonio genetico dell'uomo nero, allora vuol dire che, mutatis mutandis, il risultato non cambia, cioè siamo proprio uguali.
Quindi se fossimo noi a dover migrare verso il continente nero non avremmo miglior sorte dell'uomo nero.
L'unica cosa certa è che nella storia dell'uomo a tutti prima poi è toccato farlo, e ancora lo sarà.
Non solo dobbiamo trattare bene i migranti perchè anche noi lo siamo stati, ma perchè anche noi lo saremo.
Il cambiamento delle condizioni climatiche , prossima causa di migrazioni, non distingue il colore della pelle.
A chi tocca tocca.

Sembra che siamo condannati a dar corpo ai nostri pregiudizi, scambiando con essi la realtà, e tanto più lo facciamo siamo di destra, e quanto più ne dubitiamo siamo di sinistra, ed ecco perchè la sinistra è inconcludente, perchè il dubbio è nemico dell'azione.
Ma se proprio vogliamo dirci ''uomini',' e non festoni colorati, forse dovremmo tentare un altra strada.

#591
Citazione di: sapa il 18 Febbraio 2025, 09:39:37 AMUn asiatico non è uguale a un africano ed entrambi sono diversi da un indo-europeo, la diversità è talmente evidente, da essere facilmente riconoscibile. Diversità somatica non vuol dire per forza diversità culturale, ma spesso le 2 cose si fondono tra loro. Detto ciò, il problema nasce quando si tenta di affermare la supremazia di una razza sull'altra.

La realtà non è come noi la vediamo, ma il modo in cui la vediamo ha un suo motivo che raggiunge mediamente un utile scopo.
Vedere la realtà come fatta di mele rosse mature e mele verdi acerbe è utile alla mia sopravvivenza nella misura in cui la mia sopravvivenza dipende dal modo in cui mi alimento.
Un individuo la cui sopravvivenza non dipenda da ciò potrebbe non distinguere una mela verde da una rossa perchè ciò non è a lui utile.
Se affermo che la razza di mele rosse esiste altri potrebbero dunque smentirmi.
Una cosa è distinguere la realtà, una altra è dire che siccome io la distinguo essa è fatta da ciò che io in essa distinguo.
Forse che noi gli altri uomini dobbiamo mangiarli se è vero che ne distinguiamo il colore?
No, ma è che la nostra capacità di discriminare la realtà può andare oltre i suoi scopi fino a ritorcercisi contro.
A cosa serve distinguere a noi gli uomini per il loro colore? A nulla.
Può servire invece distinguerli per il loro patrimonio genetico al fine di trovare cure mediche mirate.
Qualunque criterio con cui distinguiamo fra loro gli esseri viventi è parimenti arbitrario, ma non tutti hanno la stessa utilità, e possono essere usati in modo tendenzioso, come fa Mauro Pastore in modo che ci fa scappare la censura, ma che tutti noi in parte  pratichiamo in modo più o meno cosciente.
Il rischio nel voler tacitare Mauro Pastore, (quante volte io stesso lo avrei tacitato potendolo fare) sta appunto nel voler tacitare la nostra cattiva coscienza.
Trasformare ciò che salta agli occhi in ciò che è può avere controindicazioni.
La buona filosofia di cui Mauro Pastore si ritiene detentore privilegiato, dovrebbe evitarci di fermarci alle apparenze che ci salutano agli occhi, nelle quali il mauro invece sguazza, e noi a nostra volta seppure in minor misura.
Che sia Mauro Pastore per noi il manifesto della non filosofia da attaccare nella nostra camerata.
#592
Caro Jacopus, solo quelli che fanno come te, che dedicano la loro vita all'ALTRO, come fai tu, al di la di ciò che professano a parole, se c'è un paradiso ''unificato'' per esseri viventi generici, senza un genere preciso, lo meritano.
Ma siccome temo non ci sia, ti basti il nostro riconoscimento, il riconoscimento di noi che pur siamo altro da te.
#593
Citazione di: Jacopus il 17 Febbraio 2025, 19:47:57 PMPhyrosphera scrisse:Le differenze genetiche tra bianchi, neri o altre differenze fisiche sono irrilevanti in homo sapiens ed eventualmente le differenze comportamentali sono riferibili alla loro storia culturale. Ovvio che chi ha in casa una biblioteca, sarà mediamente più curioso intellettualmente di chi vive in un ghetto di zingari. Ma non esiste una predisposizione razziale, semplicemente perché non esistono razze umane. Homo sapiens è stato sempre così mobile nella sua storia da aver sempre mescolato i suoi geni. Hanno fatto studi dai quali risultavano geneticamente più simili soggetti lontani come giapponesi e brasiliani rispetto a due vicini di casa italiani (digitare Barbujani su YouTube). Se insisterai con queste scemenze chiudo la discussione, visto che stai anche violando la legge.
So di fare un discorso scomodo, e inoltre chiedo perdono se mi ripeto.
Ma  categorizzare gli esseri viventi, che si usi come criterio il patrimonio genetico, o qualunque altro criterio, che li suddividano in razze o qualunque altro nome si voglia dare alle conseguenti categorie di esseri viventi, dovrebbe avere solo un puro valore descrittivo, non potendosi descrivere gli esseri viventi nominandoli uno ad uno, come si dovrebbe, se solo si potesse, essendo ognuno unico e irripetibile.
Se in base all'uso di questi criteri UNO crede che esistano gli uomini, allora ALTRO parimenti potrà credere che esistano le razze umane, ed ALTRO ancorra  le sottorazze umane, e anche perfino le sottosottorazze, e così via.
Se non volgiamo sentir parlare più di razze umane è sufficiente smettere di parlare di specie umana.
Se esistono solo gli individui viventi, allora è vero che ognuno di essi ha carattere irriducibile a quello degli altri, senza che ciò possa giustificare che ogni individuo vivente diventi un ghetto, smascherando così la logica tendenziosa di Mauro Pastore.
Per tacere del fatto che un qualunque raggruppamento di questi esseri, non ha una carattere, perchè non è persona, perchè non esiste come essere vivente.
Finché non si esce da questo equivoco ci saranno sempre dei Mauro Pastore che ne faranno le spese, dedicando la loro vita al nulla.
Mauro Pastore è il prodotto parossistico che nasce da un equivoco  in cui però tutti siamo coinvolti bene o male.
E' un esempio in negativo da non censurare, ma da tenere sempre presente, come colui che ognuno di noi, cioè ogni ALTRO da lui, avrebbe potuto essere.
Se una qualunque cultura produce Pastore, Vannacci e Trump, Stalin e Putin, è da rivedere, non in sua parte, quella destra o sinistra, ma in toto.
Siamo tutti Mauro Pastore.




 
#594
Citazione di: Adalberto il 16 Febbraio 2025, 11:42:58 AMTornando in Cina,  in simbolo taoista mi sembra che esprima l'inconoscibile tao, ovvero la sua epifania nel mondo che si esprime nel  continuo mutamento di forze (apparentemente) opposte. Per questo si suggerisce di non fare (wu wei) e di attendere l'occasione propizia. Ma che cavolo  ti sto scrivendo ?  Aveva ragione Max Stirner a fondare la sua filosofia sul nulla.
 Anche se dopo mezzo secolo ogni tanto mi capita ancora  di rileggere Lao Tze... ed  è sempre come la prima volta: non lo capisco proprio. Ma lo trovo proprio simpatico. (PS è questo un pensiero reversibile?).
Ad ogni azione corrisponde un azione uguale e contraria.
Ecco l'esempio di una coincidenza difficile da digerire come un fatto...per quanto provato.
Se questo è il percorso razionale, quello che divide, il suo inverso è quello per cui ogni corpo percorre la sua strada obbligata senza forze che lo spingono, ed è il percorso inverso fatto da Einstein.
Questo non vuol dire che Newton ha torto ed Einstein ha ragione, ma significa che i possibili percorsi razionali non sono univoci, a fronte dell'unica realtà, e che sono reversibili quando coscientemente prodotti.
Sono d'accordo con te che le filosofie orientali sono affascinanti, ma anche banali, e con ciò intendo fargli un complimento.
Il percorso reversibile, terminologia che mi sono testè inventato, è appunto quello che porta alla banalità.
Credo che quella che chiamiamo realtà, cioè la realtà come ci appare, è tutta un utile ''montatura'', smontabile quando cosciente, o di cui prendere coscienza smontandola.
Più che essere un fatto la realtà si fa e si disfa, ma a differenza  della tela di Penelope non la si fa mai uguale, in corrispondenza del fatto che non siamo mai uguali.
Ciò che ci appare non è la ''vera'' realtà, siccome la condividiamo, ma è invece la condivisione a farla apparire.
E' la condivisione non a provare la verità, ma a rendere concreto ciò che è virtuale.
Il mondo di Newton è non meno virtuale di quello di Einstein, ma solo il primo ci appare concreto per l'abitudine di viverci insieme.
E' questa relazione fra noi a ricucire i vari io e a creare la realtà per come ci appare.
Viviamo in mondi virtuali, ma non gratuiti, se concretamente utili interfacce con l'inconoscibile  realtà .
Forse è arrivato il momento di definire la realtà come ciò che essendo inconoscibile produce conoscenza con una ricchezza tale che non dovrebbe farci dolere della sua banale essenza.
Si possono sempre smontare le nostre meravigliose conoscenze tornando alla banalità di partenza.






#595
Bella domanda a cui non sò rispondere, ma da erede del pensiero occidentale penso che sia difficile accettare la coincidenza che ogni cosa abbia il suo opposto come un dato di fatto, per cui  gli opposti nascono per separazione, e non essendovi nulla che non possieda un opposto, nulla ha un origine diversa da questa.
Se il pensiero occidentale divide l'indivisibile e quello orientale compone l'incomponibile , allora anch'io ho una domanda da fare ai paleofilosofi:
esiste  una cultura capace di abbracciare i due ''opposti'' punti di vista , in possesso cioè di un  ''pensiero reversibile'', capace di ricomporre ciò che divide?
Di certo l'uomo non può ricomporre ciò che Dio ha diviso, mentre ciò che è diviso di fatto può solo farsi convivere.
#596
Citazione di: niko il 15 Febbraio 2025, 14:46:20 PMio ho scelto, da che parte stare...
E se provassimo a stare finalmente dalla nostra parte?
#597
Volendo fare una riflessione di carattere generale, inizio a pensare che internet abbia fatto saltare tanto la diplomazia degli stati, quanto la ''timidezza' a mostrarsi dei potenti di turno e le reticenze dei popoli.
Quello che salta è quel sistema per cui ognuno più o meno sa, ma ritiene sia conveniente tacere e far finta di non sapere.
insomma, è sempre più difficile mettere in atto quel meccanismo ben oliato in cui tutti siamo stati più o meno coinvolti, di  tacere le cose per un quieto vivere più o meno malinteso.
Ammettiamolo, il vero scandalo non è ciò che tizio o caio faccia, ma che lo faccia ormai alla luce del sole, non riuscendo più a nasconderlo.
E' sempre stato, ma oggi è evidente, che  per Putin, Trump e compagnia contino solo i loro affari, e quindi noi non possiamo più far finta per convenienza che gli americani, o i russi, a scelta, siano quelli buoni.
Forse Babbo Natale non esiste, ma se esiste è un europeo che non beve  coca cola o vodka, ma  sidro e grappa. :))
#598
Varie / Re: *"Vipera"* (minigiallo)
13 Febbraio 2025, 08:26:03 AM
Come si fa ad inondare un bagno con porta non a tenuta stagna?
Come si fa ad aprire la porta con un calcio vincendo la pressione dell'acqua?
#599
Tematiche Filosofiche / Re: Capisco di non capire.
12 Febbraio 2025, 16:58:10 PM
Citazione di: Phil il 12 Febbraio 2025, 14:17:46 PMDi certo la fisica e la scienza, se intese sperimentalmente, hanno bisogno di poter ri-creare un fenomeno per studiarlo e capirlo in modo approfondito; la fisica e la scienza che non possono "ri-creare per comprendere" restano sempre un po' in affanno, nonostante la dignità teoretica delle teorie che vengono create basandosi sull'osservazione "a presa diretta" (al netto di tutte le deformazioni e i limiti strumentali).
Uscendo fuori dal gioco verbale che ha caratterizzato il tuo post di apprezzabile valore letterario,  nel caso della fisica dovremo parlare di riprodurre e non ricreare, con l'esclusione da questa riproduzione, almeno finora, del processo di comprensione.
La scienza non ci aiuta a comprendere, perchè la comprensione noi non sappiano dire cosa sia, e credo che ciò sia ciò che la caratterizzi, in alternativa alla scienza che riguarda invece  ciò che si può dire, seppur nei limiti in cui ci riusciamo.
Fra questi due mondi incomunicanti Feynman mi  pare metta un trait d'union,  perchè possiamo porre fra ciò che non si può dire e ciò che si può dire, ciò che non ha un solo modo di poter esser detto.
Ciò che è notevole  è che questa riscrittura seppur equivalente non è indifferente ai progressi della fisica, cioè non è un puro esercizio di stile, per quanto possa essere nato come nel caso di Feynman da una volontà di capire.

Capire di non capire è il contributo della fisica alla filosofia, apparentemente in negativo, fatti salvi sviluppi ulteriori.
La comprensione, quando la possediamo, sappiamo solo di possederla, ma non come ne siamo venuti in possesso.
Feynman io credo ci dia un indizio  su come risolvere questo enigma.
#600
Tematiche Filosofiche / Re: Capisco di non capire.
12 Febbraio 2025, 16:43:56 PM
Citazione di: Phil il 12 Febbraio 2025, 14:17:46 PMIl che sarebbe confermato dal fatto che ci stiamo da sempre arrovellando, non con poche difficoltà, per capire la Creazione, o più laicamente, la realtà sempre più in dettaglio; mentre se fosse qualcosa che avessimo creato noi, dovremmo averne una comprensione quantomeno un po' più facilitata
Una comprensione possibile, per quanto difficoltosa, prova appunto che si tratta di una nostra creazione.
Comprendiamo nel senso letterale ciò che è nostro in quanto nostra creazione.