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Messaggi - Jean

#661
Vitti 'na crozza
(in memoria di Rosa Balestrieri)
 
Ho scoperto nell'Hotel Logos una stanzetta...

sapete, quando gli Hotel erano gli Hotel... disponevano, anche se non tutti, di impianti di filodiffusione... per soffondere la musica nelle sale comuni e volendo in quelle d'alloggio.

Eh, tempi antichi... al figurarseli si intraprendono un altro tipo di viaggi, quelli della memoria... e considerato che son uno dei pochi ad esserne interessato, all'individuare codesta stanzetta mi ci son intrufolato... 'un si sa mai trovassi qualcosa d'interessante da riferir agli amici, in transito o residenti, per distoglierli un pochino dagli impegnativi ragionamenti che nelle stanze ai piani alti li impegnano sì duramente...

Cotal stanzetta, docilmente apertasi alla mia mano (... va beh, incidentalmente impugnante un cacciavite che 'un avevo trovato ove riporre...) di appena cinque metri quadri (alquanto polverosi) disponeva d'un tavolo dov'erano collocati apparati audio di vario tipo e due seggiole diverse, scomode entrambe in verità... però una men che l'altra, da cui la mia scelta...

Ben disposti sui ripiani alle pareti innumerevoli dischi e vecchie cassette (quelle col nastro magnetico, per i giovani lettori che magari non l'han mai usate)... da far felice un collezionista e scatenare una crisi allergica (povere decennali con pollini d'epoca) al sottoscritto che non ha resistito al visionarli... e ascoltarli... così se v'è parso di sentir aleggiar una musica, un canto... ora ne conoscete la causa... il vecchio Jean c'ha dato di manovella...

Signori e signore... oggi propongo alla Vs. gentile attenzione...
questa canzone (Vitti 'na crozza) che al leggerne la storia è più avvincente d'un romanzo, anzi qualcuno (Sara Favarò) ne ha tratto proprio un bel romanzo:
 
17 Mag 2015

Al Salone internazionale del libro di Torino la scrittrice siciliana Sara Favarò presenta il suo libro: Storia di Vitti 'na crozza (la Messa negata). Vicenda triste dove il mondo della zolfara si lega all'insensibilità della Chiesa cattolica a cavallo tra '800 e '900
Qual è la vera storia di Vitti 'na crozza, una tra le più celebri canzoni della tradizione siciliana?
Non è una canzone allegra. Tutt'altro.

Il vero significato delle parole ci riporta al mondo delle zolfare, fatto di faticosissimo lavoro e di sofferenza.
Un mondo descritto in modo magistrale da alcuni scrittori siciliani: basti ricordare Ciàula scopre la luna, la celebre novella di Luigi Pirandello.
Insomma, una canzone che ci ricorda la sofferenza e anche l'ingiustizia di chi passava la maggior parte della propria vita nelle miniere di zolfo della vecchia Sicilia e se aveva la sventura di morire tra le viscere della terra lì restava, sepolto senza nemmeno "un toccu 'ri campane".

A raccontare la storia di questa celebre e amara canzone è Sava Favarò, artista siciliana a tutto tondo: scrittrice, giornalista e cantante. In questo caso autrice di un libro – Storia di Vitti 'na crozza (edizioni Qanat) – che oggi viene presentato al Salone internazionale del libro di Torino
Il testo è il frutto di dieci anni di ricerche. 
Uno studio attento "per comprendere il vero significato della canzone più popolare e più oltraggiata della tradizione siciliana e che nulla ha da spartire con l'allegro refrain", come si legge in un comunicato. Il libro contiene in appendice il testo dell'atto unico teatrale Dal ventre della terra, che, grazie alla partecipazione dell'attore Enzo Rinella, della cantautrice Francesca Calamaio e della stessa autrice, sarà in parte rappresentato durante la presentazione del libro.

"Chi ascolta la celebre canzone siciliana Vitti 'na crozza crede che l'allegro motivo sia una sorta di inno alla vita, ma basta prestare attenzione alle sue parole per rendersi conto che si tratta di altro – scrive Sara Favarò.
Protagonista della canzone è 'na crozza, ossia un teschio. Un teschio che, attraverso il suo racconto, si fa promotore di una forte denuncia sociale, rivolta principalmente contro determinate usanze della Chiesa cattolica di un tempo.

La maggior parte delle persone ha sempre ritenuto che il famoso 'cannuni' dove si trova il teschio, protagonista della canzone, fosse il pezzo di artiglieria cilindrico utilizzato per fini bellici, e che la canzone si riferisca ad un tragico evento di guerra. Ma così non è!".
Scrive il professore Francesco Meli dell'Università Iulm di Milano nella prefazione al libro: "La storia narrata ha dell'incredibile. 

Con intensa indignazione Sara ripercorre l'ostracismo perpetrato dalla Chiesa, incredibilmente cessato solo verso il 1940, nei confronti dei minatori morti nelle solfatare. I loro resti mortali non solo spesso rimanevano sepolti per sempre nella oscurità perenne delle miniere, ma per loro erano precluse onoranze funebri e perfino, insiste il teschio della canzone, un semplice rintocco di campana! La pietas verso i defunti non è assente nella classicità ed oltre ad essere invocata è non raramente riservata perfino ai nemici: in effetti segnala un passaggio cruciale nell'affermazione di una condizione che siamo soliti definire civiltà".

"La voce del teschio – sottolinea ancora Francesco Meli – implora che qualcuno riservi anche a lui questa pietas, affinché una degna sepoltura, accompagnata da un'onoranza funebre che lo possa degnamente accompagnare nell'aldilà sia in grado di riscattare i suoi peccati e garantirgli una pace eterna dopo un'esistenza di stenti, contrassegnata da un lavoro massacrante in un'oscurità permanente...".

Dice la sceneggiatrice Nennella Buonaiuto (che ha sceneggiato con il regista Pasquale Scimeca il film Rosso Malpelo) nella postfazione al libro: "Più o meno 15 anni dopo, in vacanza sul lago di Carezza, io cantavo a squarciagola con le mie amiche siciliane Vitti 'na crozza con il trallallero, pensando fosse una sorta di canzone degli alpini in siciliano, dato che per me si trattava di una croce sopra un cannone. Dico questo perché negli anni Sessanta c'era già stata quella mutazione culturale che aveva cancellato qualsiasi memoria del passato e che ci spingeva verso uno spensierato conformismo. 
Il trallalero era proprio questo. 
Bene ha fatto Sara Favarò a riportare il testo di Vitti 'na crozza al suo significato originario".

Il testo è impreziosito dalle fotografie di scena e set di Giulio Azzarello, realizzate durante le riprese del film Rosso Malpelo del regista Pasquale Scimeca, e dai disegni a china da Piero Favarò.

http://www.lavocedinewyork.com/mediterraneo/2015/05/17/la-vera-storia-di-vitti-na-crozza-che-non-e-una-canzone-allegra-parola-di-sara-favaro/
 
 
E com'è accaduto che a un canto d'una tal profondità venissero aggiunti trallallero e mandolini a iosa? Andiamo al cinema... e al grande Pietro Germi...
 
VITTI 'NA CROZZA: STORIA DI UNA CANZONE 


È la locandina del film "Il cammino della speranza" le cui riprese cominciarono a Favara, in provincia di Agrigento, nel 1950. Per chi non ricorda o non ha mai visto il film – e a tanti farebbe un gran bene vederlo, visto che parla dei nostri nonni, poveri e disperati emigranti in cerca di lavoro fuori dal proprio Paese - diciamo subito che la nostra canzone ne " Il cammino della speranza" è indiscussa protagonista sonora. E diciamo anche che senza questo film ' Vitti 'na crozza' forse non sarebbe mai nata. 


Ma andiamo con ordine: è il 1950 quando Pietro Germi, già conosciuto e apprezzato regista, viene in Sicilia per iniziare le riprese del suo film, inizialmente intitolato ' Terroni'. Ad Agrigento gli viene presentato il Maestro Franco Li Causi, chitarrista, compositore, nonché Direttore di una sua orchestra, a cui chiede (e usiamo le parole del Maestro tratte dalla lunga intervista concessa al giornalista Gabriello Montemagno nel 1978) " un motivo allegro-tragico-sentimentale " da inserire nel film. Nessuna delle tante composizioni del Maestro soddisfa il regista, che però invita il Li Causi ad assistere alle riprese nella vicina Favara. E proprio sul set comincia la nostra storia: il 16 marzo del 1950, il minatore Giuseppe Cibardo Bisaccia (che avrà poi una particina nel film) recita a Germi una poesia popolare che ricorda a memoria; questi sono i versi recitati quel giorno:


Vitti 'na crozza supra nu cannuni
fui curiusu e ci vosi spiari
idda m'arrispunniu cu gran duluri
muriri senza toccu di campani

Si 'nni eru si 'nni eru li me anni
si 'nni eru si 'nni eru e nun sacciu unni
ora ca su arrivati a ottant'anni
u vivu chiama e u mortu unn'arrispunni

Cunzatimi cunzatimi stu lettu
ca di li vermi su manciatu tuttu 
si nun lu scuttu cca lu me piccatu
lu scuttu a chidda vita a sangu ruttu


(Vidi un teschio sopra un cannone/fui curioso e gli volli chiedere/esso mi rispose con gran dolore/morire senza tocco di campane Se ne sono andati i miei anni/se ne sono andati non so dove/ora che sono arrivati a ottant'anni/il vivo chiama e il morto non risponde Preparatemi il letto/perché dai vermi sono tutto divorato/se non lo espio qua il mio peccato/ lo espierò in quella vita col mio sangue)

Germi resta affascinato dai versi e chiede a Li Causi se può musicarli; Li Causi si apparta sotto un albero, un piede appoggiato a un muretto per sostenere la sua chitarra, e compone la musica che tutti conosciamo. E subito capisce che ha creato una melodia orecchiabile, di impatto positivo e immediato, piacevole e cantabile. Il giorno stesso spedisce alla Società che tutela il diritto d'autore, la SIAE, il deposito della sua composizione. In futuro, come vedremo, questo atto burocratico sarà di vitale importanza.


La nuova 'antica' canzone si diffonde subito: testimonia Alfieri Canavero – allora giovane operatore cinematografico oggi vispo ottantaduenne – che, sempre nel corso delle riprese, scesero un giorno in miniera dove, immersi in un caldo insopportabile, praticamente senza vestiti addosso, i minatori stavano cantando ' Vitti 'na crozza' , accompagnandosi col ritmo ... della pompa dell'aria. E lì il Canavero realizzò la prima registrazione della canzone, con un piccolo registratore a cavo che aveva con sé.


La canzone entra di diritto nella colonna sonora del film così da essere conosciuta in breve tempo in tutta Italia. Verrà conosciuta la canzone, non l'autore della musica, non citato né sulla locandina del film, né nei titoli di testa o di coda: autore delle musiche, di tutte le musiche, risulta Carlo Rustichelli, famoso autore di colonne sonore. Fu per rispetto nei suoi confronti che regista e produzione evitarono di citare il Li Causi come autore? O c'era in atto un tentativo di appropriarsi di un probabile successo discografico? 


Oggi non possiamo rispondere a questa domanda; è certo che il successo ci fu e varcò i confini della Sicilia e dell'Italia. Non solo per merito del film, ma anche perché nel 1951 il Maestro Li Causi fa incidere 'Vitti 'na crozza' al tenore Michelangelo Verso in un disco della CETRA e l'etichetta, dopo il titolo, recita ' trascr. F.Li Causi '. Il disco avrà un grande successo e farà conoscere in America questo pezzetto sonoro di Sicilia. Il motivo per cui l'autore risulta semplicemente 'trascrittore' è presto detto: all'epoca la SIAE non prevedeva la possibilità che un testo antico di anonimo potesse essere musicato successivamente e avere così un autore della melodia.

Ma è uno dei pochi casi in cui il nome di Li Causi figura; in tanti, successivamente, incideranno la canzone, senza mai citare l'autore della musica. La canzone, anzi, passa per 'tradizionale' e va acquistando un passato, una storia che in verità non ha mai avuto e non poteva avere. A titolo d'esempio vogliamo citare una pubblicazione dei primi anni '60: " Un secolo di canzoni" a cura di F.Rocchi, Roma, Parenti 1961. È una raccolta di 'fogli volanti', di quei fogli a stampa, cioè, venduti dai cantastorie quando ancora non c'erano o non avevano larga diffusione i dischi: ne riporta ben 377, copie perfette degli originali, recuperati in tutte le regioni d' Italia; e a pagina 378, a chiusura del volume si può leggere:


1914. Scoppia la << grande guerra >>. Altre canzoni, altri fogli volanti.
Qui termina la nostra raccolta perché riteniamo non solo che abbia inizio un nuovo ciclo della storia, ma anche un nuovo gusto per la poesia popolare e per la sua musica.
<< Vittì >> (sic!) è un vecchio canto di guerra siciliano: lo cantarono gli insorti di Garibaldi nella spedizione dei Mille, lo cantarono i fanti siciliani, sul Carso, sul Pasubio, sul Piave; è bello nel suo tragico linguaggio come nel ritmo della musica e può chiudere degnamente la lunga catena qui presentata.



E a pagina 379 viene pubblicata 'Vitti 'na crozza' – ovviamente non il suo foglio volante, che non può esistere – un po' storpiata nel testo e nel dialetto, ma indiscutibilmente lei. Nel disco allegato un famoso cantante – Domenico Modugno – canta per la prima volta 'Vitti 'na crozza', canto tradizionale siciliano! E' ovvio che pubblicazioni di questo genere o meglio invenzioni di questo genere non fanno altro che alimentare gli equivoci: basta pensare che anche il nostro Andrea Camilleri è stato tratto in inganno dalla presunta 'anzianità' della composizione, e la fa figurare nel repertorio dei due suonatori che nel romanzo "Il casellante" (ambientato nei primissimi anni '40) allietano i clienti del barbiere del loro paese.


Ma in verità prima del film e del disco CETRA nessuno aveva mai sentito questa canzone; e purtroppo le raccolte di canti popolari siciliani – dove sono riportati circa 20.000 canti – sono appunto raccolte di canti, non di poesie. L'unica vaga rassomiglianza con la nostra canzone la troviamo nel ' Corpus di musiche popolari siciliane' di Alberto Favara: dal numero 175 al 178 sono trascritte quattro varianti di un canto dove il protagonista sogna una crozza e con essa si mette a parlare; ma la somiglianza finisce qui. Tra l'altro la raccolta del Favara – compilata a cavallo tra '800 e '900 – viene pubblicata solamente nel 1957.


Ma altre questioni ha fatto sorgere la nostra canzone: cosa vuol dire esattamente? Di cosa parla? A chi vanno attribuite correttamente le varie parti del dialogo? Sempre che di dialogo si tratti! Ogni versione in prosa proposta finora ha sempre lasciato gli stessi interrogativi iniziali. È corretto allora avanzare qualche ipotesi: e tra le più fondate c'è quella che possiamo chiamare 'dei pezzi mancanti'. 


In ogni trasmissione orale, affidata cioè alla memoria di chi trasmette l'informazione, occorre fare i conti con la possibilità che l'informatore non ricordi esattamente quello che, a sua volta, ha ascoltato e di cui vuole riferire; abbiamo allora delle lacune, ma anche delle aggiunte del tutto originali o estrapolate da altra fonte. Se pensiamo poi che la canzuni siciliana – e per canzuni si deve intendere un componimento non necessariamente con musica – è formata da otto endecasillabi a rima alternata, Vitti 'na crozza potrebbe essere una ballata formata da tre o più canzuni di cui si sono perse varie componenti. 

Ma forse si deve proprio a questa possibilità di interpretazioni varie, a questo mistero, a questa serie di allusioni proprie di 'Vitti 'na crozza' se il canto ha subito affascinato. Riporto qui qualche possibilità di interpretazione, che chi naviga in internet già conosce: il cannuni non è un cannone, ma una torre a cui venivano appese le gabbie coi condannati, fino alla loro riduzione in ossa consunte dalle intemperie e dal sole, perchè servissero da monito ed esempio. 


Ma in nessun dialetto della nostra Isola cannuni ha il significato di torre, torrione o simili; certo, possiamo trovare - per esempio a Mazzarino – l'uso di chiamare la torre del castello 'u cannuni (il cannone); ma è quella torre a essere 'u cannuni , non tutte le torri e, in ogni caso, la 'crozza' sarebbe 'mpisa e non supra.

Il cannuni non è cannuni, bensì cantuni, che, nelle pirrere del trapanese – cioè nelle miniere, nelle cave – è un concio di tufo, di arenaria, ed anche il luogo di lavoro dei minatori; ricordiamo qui che il Cibardo Bisaccia era proprio minatore, ma dell'agrigentino. È possibile che, imparata la poesia nella provincia di Trapani o da qualcuno proveniente dal trapanese, abbia poi sostituito, in maniera del tutto automatica, il termine per lui senza significato con un termine più familiare. Ipotesi affascinante – sposta l'attenzione dalla guerra a un disastro in miniera, frequente fino a qualche decennio fa in Sicilia – ma, proprio per l'assenza di raccolte di componimenti poetici, ormai difficilmente verificabile.


(segue)
#662
Buonasera Inverno,

leggendo quanto sei andato scrivendo nel tempo, si evidenzia la tua preparazione e competenza in molti ambiti, una persona che ha approfondito per interesse (non so se anche per lavoro) tematiche  complesse.

La si acquisisce (di regola) studiando, leggendo, dibattendo... e forse converrai come  "l'informazione" (nel senso più ampio del termine) sia alla base di tutto.

I miliardi di cellule che ci compongono scambiano inimmaginabili quantità di informazioni per mantenerci in vita, così come le società, dalle più semplici (pochi individui, al limite due) alle complesse, per funzionare.

Come "viaggino" le informazioni, attraverso mediatori chimici, elettromagnetici o d'altro genere poco (qui) conta, l'importante è che lo facciano, altrimenti l'interruzione del collegamento... o un "depistaggio"... prima o poi metteranno in crisi il sistema.

Sovente vien deciso di cambiar la "forma" dell'informazione e poiché richiami il sistema scolastico, certamente saprai come negli anni i vari ministri e governi si siano sbizzarriti a cambiar di tutto e di più... ad esempio arrivando a non dar certezza di quale sarà la "forma" della maturità per l'anno successivo... o la raffazzonata (per usar un blando aggettivo) alternanza scuola-lavoro (chiedere, o leggere, le opinioni degli interessati)... va beh, bisogna imparare a vivere "il momento"... come quello della pensione (se ci sarà) forse 64, 67 o 70 anni... ma forse sarebbe meglio non ricever dall'Inps l'informazione attraverso la famosa lettera arancione per non scoprir con quanti denari si dovrebbe poi riuscir a vivere...

Così non è che mi convincano poi molto i "nuovi" rapporti con l'informazione... considerato che, al vertice d'ogni struttura che se ne occupi, ci sarà sempre qualcuno che ne decide forme e contenuti.

Il mio rapporto col mondo dell'informazione è di totale apertura e totale chiusura... nel senso che senza alcuna preclusione, apro una qualunque pagina di qualsivoglia provenienza, la leggo e dopo d'aver tratto quel che "apparentemente" rappresenta la realtà delle cose (pronto a ricredermi non lo fosse) la chiudo e amen. 

Non son iscritto a nulla (salvo questo forum) e per me facebook (mai frequentato) è del tutto inutile... avendo poco tempo e modi migliori di impiegarlo, uno dei miei preferiti, quando posso, è oziare sul divano... per stare in compagnia del padre di tutti i vizi ed imparar la pratica dell'andamento lento... a volte, anticipo di Nirvana, sonnecchio... mi par che il mondo vada avanti anche senza la mia convinta partecipazione.

Però sul tanto vale essere i primi a pagar una qualche conseguenza dell'azioni altrui (o nostre, se non illegali...) sinceramente non mi trovo d'accordo... 
... gli articoli che ho postato, di due fonti agli antipodi, tuttavia concordano su qualche aspetto importante.... fosse Sgiombo il ministro della sanità mi sentirei (relativamente) in buone mani, un tanto per la competenza e un tanto per il senso di integrità (a chi confà e a chi no) che i suoi scritti mi comunicano; ma chi attualmente ci governa (il ministro in carica ha una buona maturità classica e quello dell'istruzione... anche se come dice Phil: Una laurea non mi pare necessariamente un buon vaccino contro l'ingenuità politica o la plagiabilità mediatica; e se anche lo fosse, un paese di quasi tutti laureati credo presenterebbe seri problemi funzionali interni...) non mi da la sensazione d'esser disposto a metterci del proprio (la vita... non esageriamo, eh... famo 'a poltrona..?) per tutelar il diritto di tutti, entro limiti e modi consentiti, d'esprimersi.
 

Un cordiale saluto

Jean
#663
Citazione di: paul11 il 25 Maggio 2017, 08:57:53 AM
Caro Jean,
condivido tutto quello che è stato scritto dagli amici dell' "Hotel Logos".

Comincia a darmi fastidio come lo stato di diritto  viene esercitato dal MINCULPOP di ex democristiani di terza generazione, mediocri, ipocriti, affaristi. Stanno gestendo problematiche e nuove leggi, compresa questa, in maniera da dilettanti allo sbaraglio,  arrogante, sprezzante, dittatoriale. Non gli interessa il popolo e il bene comune.
Quando si perde la fiducia, ci si impone come autoritarismo, perchè sono incapaci di valide argomentazioni, di informazione autorevole(che è il contrario dell'autoritarismo).

Non hanno ancora capito che non dare informazione corretta  significa dare adito a bufale scientifiche, per loro è determinante trattare il popolo da ignoranti.......e questi modi di fare  sta offendendo l'onestà intellettuale

 
Caro paul,

non so se questo articolo: 

http://www.byoblu.com/post/2017/05/19/decreto-vaccini-il-commento-che-sui-giornali-non-leggerete-mai.aspx

presenti un'informazione corretta in toto o solo in alcune parti.

Ma certamente è un'informazione (vedi grafico) scoprire come il nostro paese e la Lettonia condividano il più alto numero di vaccinazioni obbligatorie... per l'Italia dall'oggi al domani tramite DECRETO LEGGE (ci vorrebbe Eutidemo...) che avrebbe una sua ragion d'essere solo in casi d'accertata urgenza, leggesi EPIDEMIA...

Nel contesto europeo in: Austria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Islanda, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito il numero di vaccinazioni obbligatorie è ZERO.
 

Qui sotto, tratto daIl portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica - a cura del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell'Istituto superiore di sanità:
 
Generalmente le opinioni sull'obbligatorietà o meno delle vaccinazioni sono molto contrastanti, anche per i diversi temi etici legati alla materia. Le vaccinazioni obbligatorie sono considerate una strategia per migliorare l'adesione ai programmi di immunizzazione, tuttavia, molti dei programmi europei risultano efficaci anche se non prevedono alcun obbligo. Infatti, non sembrano esserci differenze significative nelle coperture vaccinali tra i Paesi che raccomandano o che invece rendono obbligatorie le  vaccinazioni più importanti. Diversi studi hanno mostrato però che le vaccinazioni obbligatorie per gli operatori sanitari consentono di aumentare i tassi di copertura vaccinale in questo particolare gruppo di persone. D'altra parte, emerge che nonostante nei Paesi che prevedono nel proprio programma di immunizzazione sia vaccinazioni obbligatorie che raccomandate (come per esempio in Francia, Grecia, Italia e Malta) i vaccini contro pertosse, morbillo, l'Haemophilus influenzae di tipo B (Hib) non siano obbligatori, la copertura rimane comunque molto alta.

http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/Venice2010.asp
 
 

Cui prodest? 
Cherchez la femme... alias segui il flusso del denaro... il resto son belle parole per ammansir le pecore al macello...
 

Un cordiale saluto
Jean
#664
Tematiche Spirituali / Re:Lo specchio della verità.
28 Maggio 2017, 21:43:58 PM
La primavera è la stagione dove affiorano i più dolci ricordi.
Il passato ritorna a noi con il risveglio della natura dal sonno invernale. Il mutare della stagione, la luce che via via si rafforza , l'umore che migliora e progetta l'estate che già fa capolino nel cuore.
E il passare senza posa del tempo proietta a volte la mente nel passato.
Spesso questo ritorno è luminoso, perché la bellezza vissuta è posata indelebile nella memoria, ma spesso ingannevole.
Capita allora che le cose vissute non siano esattamente le stesse.
Le coloriamo con le nostre impressioni.
Magari non sono le cose in se stesse, ma solo quello che noi vorremmo che fossero.
Mi è tornato così alla memoria un bellissimo romanzo di Yukio Mishima e ne propongo un brano che si confà:


"La memoria è uno specchio capriccioso. Avviene che le immagini riflesse siano così lontane da non poterle scorgere. Altre volte per contro le offre così vicine al nostro sguardo, da illuderci di averle a portata di mano. La memoria è lo specchio degli inganni."

Yukio Mishima LO SPECCHIO DEGLI INGANNI

Io mi inganno che quei dolci ricordi lo fossero veramente?

Com'ero quando li vivevo e come sono ora che li ricordo?
Sono veri o sono solo creati dal disperato bisogno di bellezza, e calore e continuità del mio vivere ?
Nel ricordo mi rivedo e rivedo tutti i volti che ho incontrato e spesso amato.
Ora però quel sentimento è svanito e mi sforzo artificiosamente di ricrearlo.
Mi sembra impossibile che non abiti più in me.
Nemmeno nello specchio della memoria.

Tutto ciò che nasce deve morire.

Ma com'è difficile accettarlo e tenacemente mi aggrappo a questo specchio ingannevole per credermi eterno.
Per volermi eterno.
Ma non lo sono.
E presto la bella giornata primaverile si rabbuia.

Nuvole vengono veloci.
E piove sul mondo, come sempre...

https://www.riflessioni.it/forum/filosofia/14636-lo-specchio-degli-inganni.html

data inserimento 29-05-2015, 22.58.24




all'attenzione di Sari (e di tutti gli interessati),

non so se hai avuto il tempo (e le condizioni) per leggere il post precedente, nel quale "saccheggiavo" questo tuo del 2015 e te ne sia accorto.

L'ho fatto per diversi motivi, tra i quali:

-per rimarcare "l'assonanza" delle due discussioni, incentrate entrambe sullo specchio.
Ma la faccenda si complica in quanto lo specchio, che in un caso dovrebbe riportare la "verità" e nell'altro "ingannare", come tutte le cose inventate/nominate dall'uomo rivela (sovente non immediatamente)  la sua natura duale, come le due facce di una stessa medaglia.
Questo il primo spunto di riflessione.

-Di una stessa cosa si possono, analogamente, aver opinioni financo opposte... (forse) negativa nel caso lo specchio (la memoria) c'inganni e naturalmente positiva riuscissimo a veder in quello la verità delle cose... della vita.
Ma, come per tutti i discorsi, congetture, fantasie, ideali... il "soggetto" (noi stessi) tende ad esser messo in disparte, quasi non partecipasse al fenomeno in atto... quando invece ne è la causa prima.
Questo il secondo spunto di riflessione.

-Chi/cosa appartiene a chi/cosa?
Nel post con colori diversi ho evidenziato il tuo contributo, quello di Mishima ed il mio.
Per quanto non curato alla perfezione, risulterebbe difficile, ad una prima lettura in "nero" (unico colore) individuare i tre diversi coautori... quel "soggetto", dunque, quanto è "originale"?
Questo il terzo punto... (che, implicitamente, rimanda all'arte...).

-Quarto, sull'origine, appunto, delle cose... il mio "divertissement" (per chi ne rilevi il solo aspetto umoristico) nasce dal caso, dallo sfogliar un vecchio forum... e dal sentir vibrare qualcosa (in me) al legger il titolo d'una discussione... ormai morta e sepolta (virtualmente).
Un'intuizione m'ha preso la mano e guidato a far quel che ho fatto.
Quel che era metaforicamente "morto"  è così ritornato in vita... in parte con i suoi abiti e in parte diversi...

-Quinto, "non uccidere"... non uccidere la memoria che giace in te... indipendentemente dall'esito (e se ci si possa riuscire o meno) tutte le memorie ci accompagnano come un abito per il quale arriverà il tempo di dismetterlo... anche le "toppe" o gli "strappi" non rammendati son pienamente "proprietà" del titolare, il soggetto (noi stessi).

-Sesto... "l'eterno ritorno"... il 29-05-2015 alle  22.58.24
Sari avviò il dibattito e inizialmente pensavo di inserire la presente spiegazione e approfondimento domani 29-05-2017 alle  22.58.24 ... ma la stessa intuizione da cui originò il tutto m'ha suggerito d'indicarne la possibilità ma di (poco) non attuarla... così d'aver un altro spunto di riflessione...


Un cordiale saluto

Jean
#665
Condivido gran parte del pensiero di Sgiombo, soprattutto perché espresso da un appartenente alla categoria dei medici, che quindi ha avuto modo di approfondire la tematica in oggetto.

Importante è la valutazione del rapporto costi/benefici che par sia stata malamente  interpretata dalla nuova legge... attuativa "a prescindere", dove i "costi" son quelli che subirà l'inadempiente (un volgare baratto per esonerarsi dall'obbligo, a cui invece sarà costretto chi non dispone del denaro necessario... scusate, ma mi par d'uno squallore...) e l'intera collettività, ricadendo il costo di una tale massiccia campagna di vaccinazioni (ben 12, un numero da record mondiale, ditemi se ho letto male).

Certo che una "gradualità" (magari accompagnata da adeguata informazione comparativa) per il nostro paese rimarrà sempre una chimera, vedi come son state calate dall'oggi al domani le riforme pensionistiche con gli "effetti collaterali" di migliaia di esodati ed ora col clima da caccia alle streghe che contraddistingue l'avvio della nuova normativa:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/05/24/news/vaccini_radiato_il_medico_no_vax_dario_miedico-166272324/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P2-S1.4-T1

purtroppo gli scandali che in tutti i tempi han investito, come ogni altro settore, quello sanitario lasciano il dubbio che a guidare "la manina" del legislatore non abbiano concorso anche motivazioni (economiche e corporative) extra-contesto (medico).

Mi associo al buon senso di Sariputra e condiviso da Sgiombo (e aggiungendovi la parte che riguarda il preliminare accertamento delle condizioni del vaccinando, anche da Fharenight) quale indicazione pratica... tuttavia rilevando che non sarà più possibile esercitar il minimo buon senso al riguardo... o paghi o ti vaccini... accidenti, che messaggio illuministico...  
 
Un saluto
Jean  
#666
Riguardo alla reintroduzione dell'obbligo di vaccinare i bambini (da 4 a 12, mica poco...) voi cosa ne pensate, se ne può parlare liberamente..?

Io non ho figli, conosco le situazioni sia a favore che contrarie di diversi amici... per quest'ultimi, con i dubbi accresciuti dall'aumento di casi infettivi  e dall'impianto sanzionatorio della legge – pecuniario non di poco, sino ad arrivar alla patria potestà – si prevedono tempi difficili.
 

Un cordiale saluto

Jean    
#667
Varie / Re:Varie
23 Maggio 2017, 19:00:12 PM
"Grasso grasso, brutto brutto | tutto giallo in verità: | se mi chiedi dove sono | ti rispondo "Qua qua qua". | Quando cammino faccio "poppò" | chi son io dimmelo un po'"

 
https://osservatorebaggiano.wordpress.com/2012/12/18/la-vita-e-bella-il-capitano-lessing-un-personaggio-per-spiegare-il-male-di-una-societa/
 

https://groups.google.com/forum/#!topic/it.hobby.enigmi/B22sAHfKvew
 

e tu che dici, Phil?  :)


Un cordiale saluto

Jean
#668
"Black Knight Satellite"(Cavaliere Nero).
 
Ho trovato questa notizia riferita ai ben lontani anni 60 e son curioso di legger come venga interpretata dai lettori.

C'è la tecnologia (se siete d'accordo che non si tratti di detriti...) e, sullo sfondo, il mondo (e io) attendono di conoscerne il significato...

http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/2013/01/20/oops-la-nasa-ha-cancellato-le-foto-del-satellite-ufo-black-k/

(vi consiglio di guardare le magnifiche foto originali e spostare il mouse sull'oggetto – in basso a sinistra - per vederlo ingrandito)
 
 

Un cordiale saluto

Jean
#669
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
23 Maggio 2017, 18:14:38 PM
Cit. Sgiombo

 ... perché lo esige, se ci vogliamo collocare su un piano piuttosto filosofico che scientifico, la chiusura causale del mondo fisico, necessaria, a mio parere, affinché la sua conoscenza scientifica semplicemente possa darsi.
 

Cit. Apeiron

Il punto è che l'anima è in realtà "naturale" in quasi tutte le religioni.
Non è che abiti in un altro mondo ma in realtà è in questo mondo materiale.

 


Riguardo la chiusura causale del mondo fisico, questo signore (scienziato) mi par persona seria, ma io non ho titoli per dirlo... lui però sembra disporne per sostanziare quel che afferma...

Se anche un solo esperimento sottoposto alle controllate condizioni del metodo scientifico convalidasse un comportamento  difforme dall'atteso (in questo caso l'atteso scientifico sarebbe un effetto nullo), disponendo di sufficiente interesse e senza un atteggiamento aprioristico di chiusura si dovrebbe tenerne conto. 
Le implicazioni, per uno scienziato, non sarebbero di poco conto. 
Per un filosofo... non so...
 

 
L'Intenzione modifica la Materia e può essere registrata
 
Dr William Tiller, della Stanford University: "Tutto ciò a cui una persona pensa con un intento specifico, ha un vasto potere sul regno fisico, spesso in modi che non vengono notati". 
Il potere del pensiero intenzionale e dell'azione deliberata è molto più grande di ciò che la più parte della gente crede. 
 
Uno scienziato della Stanford University afferma di aver accidentalmente trovato un modo per imbottigliare e immagazzinare questo intento per un uso futuro, anche quando le persone, che hanno vissuto l'esperienza originaria, non sono fisicamente presenti
.
Questo concetto un po' metafisico è stato portato alla luce dal Dr. William Tiller, un ex accademico le cui riflessioni meditative lo hanno portato ad una insolita scoperta: tutto ciò a cui una persona pensa, pianifica o per cui si impegna, con un intento specifico, ha un vasto potere sul regno fisico, spesso in modi che non vengono notati o che non sono pienamente compresi.

Nel 1997 William Tiller, ancora professore all'università di Stanford nel dipartimento di Scienza della materia e ingegneria, decise di fare un esperimento per vedere se l'intenzione umana potesse essere "ingabbiata" e poi usata per influenzare un processo chimico.

Per fare questo utilizzò una semplice "scatola nera", dalle dimensioni di un telecomando, e dotata di una memoria di sola lettura programmabile e cancellabile elettricamente. 
Il suo esperimento si sarebbe basato sulla presupposizione che i pensieri potessero essere "imprigionati" in un bit di memoria elettronica e in seguito "rilasciati" per influenzare il mondo fisico.

L'obiettivo scelto fu quello di cambiare il pH dell'acqua (la misura di acidità o alcalinità di una soluzione), in quanto rimane all'incirca stabile ed è possibile rilevare anche cambiamenti piccolissimi. 
Un cambiamento di un'intera unità sulla scala del pH rappresenterebbe un enorme cambiamento.

Tiller convocò quindi un gruppo di meditatori che, focalizzandosi intensamente sulla scatola nera per quindici minuti, impressero l'intento di cambiare il pH dell'acqua aumentandolo e diminuendolo di un'intera unità.

La scatola nera con l'intento, fu poi avvolta da Tiller in un foglio di alluminio e messa in una gabbia di Faraday (contenitore in grado di isolare l'ambiente interno da un qualunque campo elettrostatico esterno). 
Tiller preparò anche una scatola nera "di controllo" dove non era stata impressa alcuna intenzione.

Le scatole furono poi spedite in un laboratorio a duemilaquattrocento Km. di distanza, senza specificare quale delle due fosse quella "impressa". 

Una volta nel laboratorio, fu condotto uno studio utilizzando delle provette piene d'acqua.

L'esperimento ebbe un successo straordinario. 
Infatti le provette che vennero in contatto con la scatola nera "impressa", modificarono il pH aumentandolo o diminuendolo di un'unità mentre il pH delle provette che furono esposte alla scatola nera di controllo, rimase invariato.

Tiller riuscì così a dimostrare che l'intenzione può essere "ingabbiata" attraverso la focalizzazione.
Ognuno di noi più o meno consciamente modella la realtà in cui vive, ma solo pochi attivamente. 
Come afferma Joe Dispenza, uno dei maggiori esperti sul cervello a livello mondiale: "Il mondo subatomico risponde alla nostra osservazione, ma la persona media perde l'attenzione nell'arco di sei-dieci secondi". 

Quando la mente è libera dal rumore e viene a riposare nel silenzio, l'intenzione è focalizzata, coerente, non è dispersa tra pensieri ed emozioni contraddittorie e quindi l'azione diventa chiara ed efficace.
Oggi possiamo dire che la scienza lo dimostra.

fonte:attraversololtrehttps://ununiverso.it/2017/05/22/lintenzione-modifica-la-materia-e-puo-essere-registrata/
 
 
 
Education and career 

Tiller gained his academic reputation for his scientific work in the field of crystallization. He studied at the University of Toronto and obtained his B.A.Sc. in 1952 with a degree in Engineering Physics. He also obtained M.A.Sc. and a Ph.D. degrees from the same university. Altogether, he worked nine years as an advisory physicist with the Westinghouse Research Laboratories and 34 years in academia.[3] From 1964 to 1992 William A. Tiller was a professor in the Department of Materials Science and Engineering at Stanford University, and during this time he held the position of department chairman from 1966 to 1971. In 1970, he was awarded a Guggenheim Fellowship grant in Natural Sciences - Engineering.[4][5] In 1992 he became professor emeritus. [6] Tiller is a Physics Fellow of the American Association for the Advancement of Science.[7]

https://en.wikipedia.org/wiki/William_A._Tiller
 
 
 
"For the last four hundred years, an unstated assumption of science is that human intention cannot affect what we call 'physical reality.' Our experimental research of the past decade shows that, for today's world and under the right conditions, this assumption is no longer correct. We humans are much more than we think we are and Psychoenergetic Science continues to expand the proof of it."
http://www.tillerinstitute.com/
 
 

(10.700.000 visualizzazioni cercando William_A._Tiller)
 

Un cordiale saluto

Jean
#670
Citazione di: Freedom il 06 Agosto 2016, 22:25:53 PM
Non ho mai scritto su questa sezione poiché oggi, a mio modesto avviso, si è un po' perso il senso del viaggio per come lo intendo io.

Arricchimento, avventura, cambiamento, scoperta.

Queste le parole guida che mi hanno sempre ispirato e guidato. Oltre ad una spiccata attitudine naturale.

Oggi, ahimè, vedo una grande industria del viaggio che ha colonizzato ogni centimetro del pianeta e ha reso tutto così.......come dire.......incasellato....peggio che andare a lavorare! :-[

E', naturalmente, anche colpa mia: poco tempo, una famiglia impegnativa e........l'età non aiuta!  :'(

E così, attualmente, il senso del viaggio, per me, è riposo.

Ho sbagliato qualcheccosa? :)

Arricchimento, Avventura, Cambiamento, Scoperta
A,A,C,S
CASA
 
Come vedi è implicito nel viaggio
Il ritornar a casa

Molti si son fermati
O non son neppur partiti

Ma per quelli che si son mossi
Che hanno iniziato il viaggio

Verrà il tempo
Sorgerà il ricordo

E qualcosa chiamerà  
Donde venirono

Difficile resistere...
Al ricordo...

Del profumo dei tigli in fiore
Or che siamo in maggio

A breve tutta l'aria ne sarà pervasa
Nulla è più potente

Del profumo dei tigli in fiore
Del ricordo di una carezza... di un bacio

Dove tutto accadde
Era casa tua

Molti son scappati
O son stati scacciati

Dalle loro case
Dalle loro speranze
Dai loro sogni
Dalla loro dignità
Dal mondo

Ma il loro non sarà un viaggio
Se non avranno

Almeno nel cuore
La possibilità di ritornare

A casa

E riposare

Per sempre

Felici

D'aver vissuto.


 
J4Y
#671
Tematiche Spirituali / Re:Lo specchio della verità.
22 Maggio 2017, 19:38:34 PM
La primavera è la stagione dove affiorano i più dolci ricordi. 
Il passato ritorna a noi con il risveglio della natura dal sonno invernale. Il mutare della stagione, la luce che via via si rafforza , l'umore che migliora e progetta l'estate che già fa capolino nel cuore.
E il passare senza posa del tempo proietta a volte la mente nel passato. 

Spesso questo ritorno è luminoso, perché la bellezza vissuta è posata indelebile nella memoria, sovente ingannevole, poiché la memoria è uno specchio capriccioso.

Avviene che le immagini riflesse siano così lontane da non poterle scorgere. 
Altre volte per contro le offre così vicine al nostro sguardo, da illuderci di averle a portata di mano. 
La memoria è lo specchio degli inganni.

E qual è la mia "vera" memoria..?

Cosa mi appartiene, avendolo vissuto, e come distinguerlo da quel che ho tratto da ogni possibile fonte, alfine facendolo mio, com-prendendolo dentro di me?

Qual segno in quello specchio che m'indichi il mio e m'avverti dell'altrui?

Ci son davvero segni?

O anch'essi son memoria?  
 


J4Y
#672
Caro Paul ci vuole qualche storiella di Jean per smorzare la tensione!  

Al mio amico Green che me l'ha richiesto... un raccontino... la prima parte l'avevo postata nel vecchio forum, la seconda scritta or ora per te. Su col morale...
 

 Tutto ha un prezzo  


"Glielo ho ribadito ben forte stavolta! Di spostare la sua dannata auto!"

"...sì, sì... hai fatto bene, adesso calmati, vedrai che lo farà..."

"Sarà bene per lui altrimenti giuro che la faccio portar via."

"... giusto, giusto... adesso preparati, devi uscire."

"Accidenti, mi ha fatto perder tempo... vado a lavarmi."

"... ah, ricorda che non funziona l'acqua... usa quella delle bottiglie."

"Ancora non l'han riparata? Va beh, ne riscalderò un po'."

"... caro, il gas non arriva... dicono sia un tubo rotto sulla strada..."

"Maledizione!! Devo andare al lavoro sporco?!! Che m'importa, per oggi posso uscir così... cosa c'è da portar via per pranzo?"

"Prendi una noce e un crakers... non di più, mi raccomando... i negozi... son ancora in sciopero..."

"Dove siamo arrivati, nessuno ha più voglia di far nulla!! Com'è che non capiscono che bisogna tutti lavorare?"

"... oh, capiranno... vai pure adesso."

"Sono un po' stanco, mi sa che prendo l'auto..."

"... ah, l'auto... siamo senza benzina, lo sciopero..."

"E come faccio... arriverò in ritardo..." 

"...caro, non ricordi... ti han messo in ... cassa integrazione, puoi andarci quando vuoi, a veder come van le cose... magari domani... oggi potresti fare una passeggiata..."

"E va bene, mica me la prendo... me lo merito sì un po' di riposo!"

"Hai proprio ragione, vai ora, qui dietro sulle colline, buona passeggiata ..."

"Vado, vado... ciao amore..."

"Ciao caro... ah... ricordati un sacchettino per raccoglier un po' di cicoria, se ne trovi ancora..."

 


.........................


 
"Non si è più ripreso, vero..?"

"... l'hai visto... lo shock di quel che è successo l'ha bloccato in un momento passato... che rivive ogni giorno uguale..."

"... e crede che tu sia ancora sua moglie, eh... come riesci a sopportarlo?"

"... beh, perché c'è molto di peggio... onestamente a star da sola di questi tempi è troppo pericoloso... un uomo in casa è un deterrente... "quelli" van prima dai più deboli... comunque ha la sua stanza..."

"... mah... quasi quasi un po' l'invidio... non te l'avevo detto, ma l'altro giorno venne da me con una mazzetta di euro... per andar a far spese, pensa te..."

"... poverino, crede che la moneta sia ancora l'euro... ne raccoglie di continuo, per le strade... così tante che ha riempito un cassettone... ho dovuto dirgli che siamo appena ritornati alla lira e quando ne avranno stampate abbastanza, nella conversione diventeremo ricchi... di badar bene a non spenderli, gli euro... ma se ne dimentica..."

"... la lira... accidenti che bei tempi... protezioni sociali, diritti ed assistenza, servizi... tutto in fumo... ancora un po' e non avremo nulla da barattare... un paio d'orecchini d'oro per un paio d'uova..."

"... mercato nero... certe cose ritornano..."

"... già, un eterno ritorno, del bene e del male... speriamo di sopravvivere, dovrà pur finire, no..?"

"dimmi... che effetto ti faccio... io che ero una paffutella..?"

"... ma no... diciamo che eri in carne... un po' di meno non influisce sulla tua bellezza, anzi..."

"... c'avresti provato... allora... se fossi stata come adesso?"

"... potrei provarci adesso..."

"... ma dai... stai scherzando, eh..?"

"... eh già... una delle poche cose che mi son rimaste, il sense of humor..."

"... però..."

"... però... cosa..?"

"... però... magari per scherzo... no..?"

"... eh... già, giusto per scherzo, per divertirsi un pochino..."

"... mmmh... un po' più di pochino però... ché di ristrettezze non ne posso più..."

"... a chi lo dici... maledetti politici..."

"... ehi... non è il momento di ricordare... vado a chiudere le tende..."

"... non troppo, lascia che ti guardi... sapessi quanto ho desiderato questo momento..."

"... dai, davvero?! e quanto avresti dato, tempo addietro, per arrivarci?"

"... tutto..."

"... mi amavi a tal punto... e non me ne sono accorta... cioè, non del tutto... pensavo fosse solo attrazione..."

"anche quella, certamente... ma sentivo che c'era molto di più..."

"il tempo, la situazione non era quella giusta... guarda che è dovuto succedere perché lo diventasse..."

"... c'è del buono anche nelle cattive circostanze... ah... ho un regalo per te, prima... "

"... un regalo..! Scusa se sorrido... quasi non mi ricordavo la parola... ma l'hai qui?"

"certo, ecco, in questo sacchetto, aprilo, è tutto per te..."

"... son commossa... non par quasi di vivere nel tempo che viviamo... comincio ad aprirlo, eh..."

"... se sei felice vivi il tempo degli dei... e mangi il loro cibo... amore mio..."

"... ahhh...!!! Non può esser vero... cioccolata!!! Ne vado pazza, lo sai..!!"

"certo che lo so... e ne ho conservato da parte un bel po'..."
 
 

 
Un cordiale saluto

Jean
#673
"Tung-kuo-Tzu interrogò Chaung-tzu dicendo: "Quel che viene detto Tao dove sta?"..."Sta negli escrementi" Tung-kuo-Tzu non disse altro" (Chaung-Tzu/Zhaungzi capitolo 22).
 
 
Merda d'artista – Piero Manzoni (wiki)

Il 21 maggio 1961 l'autore sigillò 90 barattoli di latta, identici a quelli per la carne in scatola, ai quali applicò un'etichetta, tradotta in varie lingue, con la scritta «merda d'artista. Contenuto netto gr. 30. Conservata al naturale. Prodotta ed inscatolata nel maggio 1961»[1]. Sulla parte superiore del barattolo è apposto un numero progressivo da 1 a 90 insieme alla firma dell'artista.
L'artista mise a questi barattoli il prezzo corrispondente per 30 grammi di oro, alludendo al valore dell'artista che grazie ai meccanismi commerciali della società dei consumi poteva vendere al valore dell'oro una parte di se stesso. Attualmente i barattoli sono conservati in diverse collezioni d'arte in tutto il mondo (ad esempio l'esemplare numero 4 è esposto alla Tate Modern di Londra ed il barattolo 80 è esposto nel nuovo Museo del Novecento di Milano) ed il valore di ciascuno di loro è stimato intorno ai 70 000 , prezzo assai superiore a quello fissato dall'autore. A Napoli nel Museo d'arte contemporanea Donnaregina (M.A.D.R.E.) è conservato il barattolo numero 12. A Milano, il 23 maggio 2007 nelle sale della casa d'aste Sotheby's, un collezionista privato europeo si è aggiudicato l'esemplare numero 18 a 124 000 euro,[2] record d'asta superato il 16 ottobre 2015 a Londra da Christie's con 182.500 sterline (esemplare numero 54) e nuovamente il 6 dicembre 2016 a Milano da Il Ponte Casa d'Aste con 220.000 euro (Asta n. 385 Lotto n. 278 - esemplare numero 69).
 
Eh, Apeiron... con la citazione del tuo prediletto Taoismo me l'hai proprio chiamata e non ho saputo resistere... da dire che Manzoni nel lontano 1961 con quest'opera anticipò alcuni "contenuti" delle attuali e moderne "installazioni", sorta di contenitori dove trovar di tutto, vedi attuale biennale di Venezia.

Naturalmente il mio intervento è del tutto umoristico e connotato al mio limitato senso estetico, mancandomi la preparazione per criticar alcunché.

(P.S.- però... se il Tao sta nella ...  forse Manzoni qualcosa c'ha azzeccato...)
 



Buon sabato (nel villaggio globale)


Jean
#674
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
19 Maggio 2017, 21:29:00 PM
Ciao Marco,

e grazie dell'intervento... poiché anche tu la ritieni una questione importante ti riporto l'esito di una semplice ricerca (digitando la parola) in internet:

Sant'Antonio –  25.300.000  visualizzazioni
Religione      –  26.100.000
Scienza        –  32.200.000
Filosofia       –  85.300.000
Anima         – 115.000.000
Buddha       – 168.000.000
Cristo          – 174.000.000
Amore         – 213.000.000
Dio              – 310.000.000
 
a significare solamente che non poche persone si son interessate (per via telematica) dell'anima e degli altri argomenti...

Vi son molti modi di condividere la comprensione e/o l'interesse, nel mio talora riporto eventi/fenomeni che son accaduti a me o a persone di cui ho fiducia. 

Ma anche parlando con persone fuor della mia cerchia mi son reso conto che accadono a tanti, tante cose... sì che son quasi certo che alcuno, al domandar ai propri conoscenti di qualche fatto o evento almeno un po' fuor dall'usuale, non ne ricaverebbe qualcosa d'interessante.

Mi associo a quanto hai scritto nella tua presentazione, quando dici che l'anima è curiosa... magari aggiungendoci  "di se stessa", e visto che non ha modo né dispone di mezzi propri non può che ascoltar quanto le venga riportato... dall'io?

 
Un cordiale saluto (e mi auguro lunga permanenza)

Jean
#675
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
19 Maggio 2017, 21:23:09 PM
Caro Garbino,
 
chissà (te lo auguro) se poi l'hai trovata la tua anima gemella o quell'insondabile impeto che t'ha spinto a ricercarla, col tempo si sia rivelato un'effervescenza prodotta da uno (o più) di quelli che chiami strati profondi della psiche, senza, come affermi, sia venuta meno la sua importanza.

Oltre l'uomo l'anima è riconducibile a molte cose, potrebbe ad esempio anche esser la matematica (per dire, una sorta di matematica "vivente" e non la sua formalizzazione ideata e ampliata nei secoli dall'uomo) che guida i processi del divenire (fisico) delle cose e dell'universo stesso?

Oppur l'anima quale più profonda e irriducibile scintilla che permette alle forme d'ancorarsi alla realtà, qual che sia, anche di sogno.

Anche una sorta di corrente elettrica che si sprigiona quando si unisca il morsetto alla sorgente, con l'immediato flusso d'energia (elettroni) nel dispositivo, nelle cellule... che fa funzionare innumerevoli componenti collegati tra loro.

Certo son d'accordo con te che non esistono corpi e anime, son tutte nostre formulazioni, costrutti ed astrazioni... al par d'ogni modello a mezzo del quale aneliamo a com-prendere (in noi) il mondo... raffigurazioni, non la cosa in sé che non è neppur l'energia che è un nome, un'idea pure quella, scaturita dagli effetti, a posteriori.

Ad arrivar al mistero il passo è breve, altrettanto l'allontanarsene per agire e fruire del mondo e di tutte le "cose" che contiene, ognuna capace (in potenza) di render la vita davvero interessante.

Ma, caro amico, sarei cauto ad affermar che chi viva per un mondo altro (non necessariamente l'ipotetico aldilà) declassi e rovini la propria vita... perché così introduciamo criterio e valore e io non son senza peccato per scagliar alcunché contro alcun-chi...

Immaginare, figurarsi un Paradiso in terra (chi non vorrebbe cambiar qualcosa dell'oggi, se davvero è diversa dall'ieri...) tuttavia rimanda a quel luogo ove Dio (secondo l'ebraismo biblico) pose l'uomo dopo d'averlo creato, il giardino dell'Eden, che pur se non recintato come usavano fare i re iranici (dai quali proviene il concetto ebraico) per riservarlo a sé stessi, tuttavia è delimitato da confini precisi, fisici e morali (l'albero della conoscenza)... bene o male l'uomo è soggetto ai confini, alle regole... da sé non s'amministra a modo...

Quindi l'aldilà, come concetto, è l'affrancarsi dalle regole conosciute per approdare... chi dice al nulla, chi ad altre regole... oppur dell'altro ancora... chi morrà (forse) vedrà...
.
I miei cari e quelli di chi conosco, già diversi amici... mi han permesso di conoscere la morte (fisica) per interposta persona. 
Ognuno di noi (come un potenziale Buddha) dovrà confrontarsi con la realtà della nostra finitezza, quale altro argomento val più di questo (che personalmente trovo il più affascinante e degno d'esser investigato) nel mentre s'attende di passar il testimone a chi ci segue?

Ancora personalmente, il frequentar la linea di confine tra i due mondi a me ha prodotto d'appassionarmi ancor più a quello della  vita, d'assaporarne sovente i minimi dettagli e godere di quanto m'è dato ricevere, ad esempio oggi una pastasciutta al pomodoro, il mio piatto preferito...



Quando affermi

... se si ha veramente l'intento di superare le difficoltà tra chi e chi non crede, con tutti i distinguo che sarebbe troppo lungo argomentare, non c'è che da rivedere proprio la differenza fondamentale tra la vita e l'aldilà.

intendi il semplice fatto d'aver da vivi un corpo fisico o qualcosa d'altro? 
 


P.S. 

Ritornando agli strati profondi della psiche cui accennavi...

·   dove ritieni (perdona la semplificazione e il termine non appropriato) siano "localizzati" ?
 
·   appartengono (tali strati) all'individuo, prodotti dalla sua mente (inconscia, suppongo) nel corso della vita o l'individuo, pur partecipando alla costruzione degli stessi, ne ritrova la maggior parte (... molto maggiore...) già bell'è fatti (spesso codificati in linguaggi ben oltre le sue capacità) quando per qualche motivo vien aperta una porta (dentro di sé) che conduce, prima che in un giardino dell'Eden, in una foresta selvaggia che se la ride del temperino col qual intende con-formarla a suo vantaggio?
 
 
un caro saluto

Jean