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Messaggi - nessuno

#1
Qual è la discriminante di "qualità" quando parliamo di intelligenza artificiale?
Come definiamo intelligente una macchina?

Se per intelligenza artificiale intendiamo un mezzo in grado di risolvere problemi complessi, stiamo dando per scontato che la qualità primaria sia rappresentata dalla efficienza nel risolvere problemi.

Se per intelligenza artificiale intendiamo un mezzo in grado di creare contenuti originali, stiamo dando per scontato che la qualità primaria sia rappresentata dalla efficienza nel creare artefatti.


L'uomo è però imperfetto per sua natura, totalmente lontano da questo assunto di efficienza maxima.

L'uomo quindi perde in partenza contro l'apparato tecnico;

l'uomo perde le proprie caratteristiche irrazionali lungo la strada tecnologica;
l'uomo si perde.





#2
Citazione di: iano il 10 Giugno 2025, 17:10:32 PMMa come fai ad affermare che qualcosa che conosci, l'intelligenza artificiale, non abbia nulla a che fare con qualcosa che non conosci, l'intelligenza umana?



Assumendo che l'intelligenza umana possa rappresentare quel qualcosa che ci distingue in quanto umani, sappiamo che l'essere umano è tale poiché presenta determinate caratteristiche che lo identificano, quali almeno:

coscienza di sé
capacità di contestualizzare
esperienza soggettiva
competenza simbolica
creatività e capacità di generare arte
empatia
intuizione
desiderio
volontà
ecc

e la possibilità di armonizzare tra loro tutte queste caratteristiche in modo consapevole.

L'intelligenza umana "pensa" inoltre in modo incarnato, attraverso un corpo, radicata quindi nella percezione, nel movimento, nelle emozioni corporee, nella relazione con gli altri esseri.

L'attuale tecnologia a nostra disposizione non presenta nulla di tutto ciò.
#3
Quella che erroneamente viene definita "intelligenza" artificiale, non ha nulla a che vedere con il concetto comune di intelligenza umana.

Tecnicamente, si tratta di una serie di algoritmi alla base che, simulando connessioni neurali artificiali, instaurano rapporti stocastici nel set limitato di conoscenza a loro disposizione. Tale set viene "allenato" con l'ingestione di una mole di dati cospicua.

Tali algoritmi non fanno niente altro che scomporre in sezioni le informazioni in un nuovo formato (insieme di token) e analizzando la frase richiesta (o l'immagine, o altro), scomponendola in token, tramite questi algoritmi "decidono" probabilisticamente quale sia il token successivo più probabile sulla base appunto dell'allenamento ricevuto.

Mancano quindi totalmente di contesto e ragionamento, come lo intendiamo noi.

La riprova più semplice è quella di chiedere a qualsiasi generatore di immagini di generare un orologio analogico che segni le ore quattro meno venti, oppure due e venti.

Riceverete come output un orologio che segna le 10:10, sia perchè gli algoritmi non concepiscono il significato delle lancette e non sanno interpretare a cosa servano, sia perchè il set con cui vengono allenate contiene quasi esclusivamente immagini di orologi che segnano le 10 e 10 (esteticamente ritenute più armoniose ai fini estetici).
Si limitano a generare pixel uno accanto all'altro sulla base della loro conoscenza dei pixel di immagini di orologi con i quali sono stati allenati.

Per avvicinarsi a qualsiasi cosa di "senziente" (la tanto chiacchierata AGI, ad esempio) è necessario quindi ripensare totalmente il procedimento tecnico alla base; in sostanza, non esiste ancora tale tecnologia, ma solo l'idea, tecnicamente impraticabile.

Tutto quello che stiamo vivendo è un gioco di prestigio, che attraverso complicazioni sempre più evolute, simula il gioco della coscienza.





#4
Riflessioni sull'Arte / Re: Cos'è l'arte ?
19 Maggio 2025, 17:21:13 PM
Arte come terapia e varco esperienziale sull'inconscio: ciò che è invisibile si manifesta, ciò che è impensato trova forma.
#5
Tematiche Filosofiche / Re: Capisco di non capire.
14 Maggio 2025, 14:56:13 PM
CitazioneQuello che non riesco a creare, non lo saprò mai capire.

CitazioneNoi ci limitiamo solo a dire di capire o non capire certe cose, ma nel dirlo  capiamo cosa stiamo dicendo?
Il ''capire di non capire'' di Feynman, se così possiamo tradurre la sua frase, è uno step successivo al ''sapere di non sapere'' socratico?

L'aforisma di Feynman presuppone l'azione, o meglio, la creazione e le attribuisce la chiave per la comprensione

Solo attraverso lo strumento della tecnica che agisce, siamo quindi in grado di comprendere realmente? 

Citazione di: iano il 13 Maggio 2025, 14:30:54 PMNel non sapere di sapere è racchiusa la nostra percezione della realtà.
Col sapere di non sapere inizia l'avventura scientifica, che si pone come alternativa a quella percezione.
Mi permetto di correggere l'errore logico derivante dal refuso.

A proposito di Feynman, mi sentirei di considerare l'aforisma socratico ad un livello superiore, a meno che non decidiamo di porre allo stesso livello conoscenza e sapere.
#6
Tematiche Filosofiche / Re: il velo di maya
14 Maggio 2025, 14:39:41 PM

Citazione di: iano il 13 Maggio 2025, 19:38:27 PMPer ri-velare ''l'uomo invisibile'' basta mettergli un velo sopra.

E' l'uomo quindi invisibile alla realtà? O il contrario?
Penso piuttosto che l'uomo insista a prescindere nella realtà e abiti il proprio velo.
Non è quindi l'uomo visibile ad essere separato dalla realtà attraverso il velo?

Si può eliminare questo velo? Se sì, come? Con quali conseguenze?
#7
Non so se riesco ad estendere il concetto, magari rifacendomi alla domanda dell'autore nel primo post.

Avvicinandomi a Kant, la realtà nella sua totalità può essere scomposta negli elementi di realtà empirici (o fenomenici), trascendentali (le strutture che rendono possibile l'esperienza) e noumenici (inconoscibili).

La lente (il filtro) della verità si ferma al nostro trascendente, offrendo una visione parziale e inevitabilmente soggettiva della realtà (di parte di essa).

CitazioneMi sembra però superabile la tesi secondo la quale è impossibile guardare (seppur attraverso dei filtri) la realtà cosi com'è.

Potrà essere impossibile descrivere la realtà nella sua totalità, ciò nonostante il filtro della verità può ritenersi perfettibile e tendere in quella direzione (senza raggiungerla mai)?
#8
Citazione di: iano il 13 Maggio 2025, 14:35:37 PMMa non è che in questo modo hai trasposto il paradiso biblico nella natura?
Perchè mi pare che da questa natura ci poni fuori come fuori siamo dal paradiso.
Lungi da me inerpicarmi in contesti biblici/teologici, intendo natura in senso simbolico, ciò che non è artificiale.
Non siamo fuori dal mondo, nel quale insistono le leggi della natura (perfezione), siamo però privati degli istinti naturali e dobbiamo far tesoro del libero arbitrio al fine di creare i nostri strumenti per abitarlo (perfezione soggettiva).
#9
Citazione di: iano il 13 Maggio 2025, 14:40:48 PMNon volermi male se puoi, perchè essendo ipercritico per natura mi faccio molti nemici, ma mi pare che la natura della lente si quella di deformare.
Perchè mai volerti male? Semmai il contrario.

Rifletto sul fatto che la verità è visione limitata (se distorta, non in senso negativo, ma visione derivata dall'imperfezione, riflesso parziale) della realtà (definendo ontologicamente la realtà come ciò che è).
#10
Tematiche Filosofiche / Re: Capisco di non capire.
13 Maggio 2025, 13:20:57 PM
"so di non sapere", oppure "non so di sapere"? 
#11
La realtà è insieme di fisica e metafisica; la verità, la nostra lente sulla realtà.
#12
La relatività ci insegna che la libertà di costruire il nostro mondo da abitare, ci consegna un libero arbitrio nei limiti del piano umano ma ci schiaccia, assediati, sotto il peso della legge naturale.
#13
La perfezione non è del nostro mondo, poiché animali privi di istinti naturali (che appartengono al mondo). 
Lottiamo per mezzo dell'anima costruendo ogni giorno il nostro mondo per abitarlo, tentando di avvicinarci alla perfezione della natura, ma ben lungi dal raggiungerla. Viviamo rincorrendo un'approssimazione della perfezione, che perfezione pertanto non è.
Questa libertà, ci dota sì dell'arbitrio della scelta di definire il nostro mondo perfetto (naturale?), ma ci rende altro, rispetto alla perfezione della natura.