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Messaggi - Damiano Bergamaschi

#1
Tematiche Filosofiche / Re: Mah...ditemi voi
24 Luglio 2025, 17:18:51 PM
Citazione di: Alberto Knox il 17 Luglio 2025, 00:35:54 AMva bene , hai catturato la mia attenzione Damiano. Sembra propio che tu scriva qui per dire le cose che vorresti affrontare con altri ma non ci risci, perchè sai che comincerebbero a guardati un pò straniti. Ma in effetti è così, vai in giro, vai a lavoro e senti discorsi che rigurdano la quotidianità in relazione al posto in cui ti trovi. E tu vorresti esprimere cose profonde ma vedi che tutti attorno a te parlano di cose superficiali. E lo so, quella del filosofo è una passione che ti isola.
Perchè in giro non c'è nessuno che parla dei grandi misteri a cui assistiamo ogni giorno non appena apriamo gli occhi , la creazione in piena luce. Si ho visto il tuo pensiero come vedo quello di Iano.  anche lui è un pensatore sai? lui pensa e butta giù , pensa e scrive. Tanto che a volte i suoi meccanismi mentali che elaborano il pensiero sono tangibili e li seguo leggendolo. Molto bello, ma basta pensare e costruire col pensiero soluzioni possibili alle grandi domande per ottenere poi la tanto agognata verità?  la risposta è semplice, no! io ti dico che col pensiero non si giunge ad alcuna risposta definitiva. Come l'esempio che hai riportato del tutto e del nulla. Si possono forse avere risposte definitive su questi due termini? ma non per mancanza di intelligenza ma perchè la verità è contradditoria, si muove non è fissa. la verità per essere vera si deve muovere perchè altrimenti è dogma , è qualcosa che ti blocca. hai parlato del nulla e del tutto e in mezzo c'è la tua vita , ma tu cosa sei?  cosa ci fai in mezzo a tutto questo nulla e a questo tutto? perchè esisti , da dove vieni? ci sono forse risposte definitive a queste domande? chi siamo, da dove veniamo , c'è continuazione del nostro essere dopo la morte? e come è nata la vita in un universo che all inizio ne era privo? sono anni che studio e leggo saggi a proposito della nascita della vita e sai cosa ho capito? che la vita , in questo universo così freddo e buio e immenso, non è per niente scontata!. Al di la di tutte le cazzate che ti fanno vedere su internet. Questo significa che viviamo nel migliore dei mondi possibili? no, sto dicendo che viviamo . Non è degno di nota per un pensatore come te?
Grazie della risposta Alberto.

Ogni discorso che viene formulato è espressione di qualcosa. Che quel qualcosa abbia riscontro nella realtà (intesa come ciò che si sperimenta, oppure, come totalità) o meno, a mio parere e, in questa istanza, non importa.
Dico "a mio parere e, in questa istanza" perché cambio idea molto spesso. Ho una visione delle cose "allargata ed espansiva". Non ho un'idea fissa. E qualche volta ce l'ho. Mi piace la totalità. La totalità dei punti di vista. Scienza, filosofia e quant'altro c'è e ci sarà in futuro sono punti di vista. Non ne ho uno "preferito". Anche se la filosofia è quella più vicina a me. Ma il Tutto può essere visto anche come una serie di numeri, un'equazione, una funzione matematica. Logica che, portata agli estremi, diventa contraddizione.
Ma, come dicevo prima e senza dilungarmi troppo, ho fatto una cosa che sto cercando di superare, andando al di là di essa, come dicevo nel post. Ma, anche questa volta non ci sono riuscito.
A cosa mi sto riferendo?
Ad aver formulato un discorso. Che abbia senso compiuto o meno non importa. Ma ne ho formulato uno. 
Perché cercare il senso? Cosa garantisce che la ricerca di senso conduca a qualcosa? Cosa garantisce al cercatore (noi) che verrà trovato qualcosa?
E anche se trovassimo quella cosa...cosa ce ne importerebbe?
Tanto...le cose vanno avanti...Dio...tace. Qualsiasi cosa succeda.
E per Dio non intendo la classica visione monoteista ma...l'essenza delle cose...la Totalità.
Che accadano cose atroci o non, regna il silenzio.

Bergamaschi Damiano.
#2
Tematiche Filosofiche / Re: Mah...ditemi voi
16 Luglio 2025, 10:51:57 AM
Citazione di: Alberto Knox il 14 Luglio 2025, 22:59:00 PM. «Perché ogni disordine ha un suo ordine interno e misterioso. Forse è l'andatura della mente, forse quella del ricordo, forse è l'intenzione di essere volatile o l'aspirazione alla semplicità, in ogni caso è qualcosa di sfuggente che non vuole essere imbrigliato in un piano: come un animale o come un albero della foresta, non addomesticati, inutili, nel senso che non si curano di avere uno scopo, sono in vita e gli basta. Il disordine è questo essere cosí come si è seguendo un filo illogico di stare al mondo».
Chandra Livia Candiani dal libro "questo immenso non sapere; conversazione con alberi, animali e il cuore umano"  ;)
Citazione di: Alberto Knox il 14 Luglio 2025, 19:46:22 PMè molto importante la scelta di un libro, se risulta noioso o no dipende sia dal lettore che dallo scrittore. Personalmente ero già convinto che la filosofia fosse una parte costitutiva del mio essere (del mio essere un cercatore di verità intendo) già prima che lessi il mio primo libro a riguardo della storia della filosofia . Ma fu quel libro a forgiare in me l innamoramento per la filosofia. Quindi ora ti consiglio quello che lessi io, è impossibile per un pensatore non trovarlo al quanto amabile. il titolo è "il mondo di Sofia" di joistein Gaarder.  Parla di una ragazzina di 15 anni che viene coinvolta in una grande avventura attraverso un corso di filosofia giunto da uno strano tizio con un basco in testa e un cane di nome Ermes che le porta delle lettere nella cassetta della posta o nei modi piu assurdi e inverosimili.  Si capirà poi che la narrazione  è un racconto nel racconto e che loro stessi sono personaggi che vivono nella mente dello scrittore. Riusciranno a scavalcare la prigione della coscienza del grande prestigiatore e svignarsela via piene di vita? e quindi, dal libro stesso?

estratto:

Secondo un filosofo greco che visse più di 2000 anni fa, la filosofia naque grazie alla capacità, peculiare agli esseri umani, di stupirsi. A suo parere , il fatto di esistere è così strano per un uomo che le domande filosofiche nascono da sole. Pensa a quello che succede durante un gioco di prestigio .Non riusciamo a capire come sia successo quello che abbiamo visto. Allora ci chiediamo come ha fatto il prestigiatore a trasformare un fazzoletto bianco  in un coniglio vivo. Ecco, per alcune persone il mondo è incomprensibile nello stesso modo in cui è impossibile capire come il prestigiatore possa estrarre un coniglio da un cappello a cilindro che un attimo prima era assoluitamente vuoto.
PEr quanto riguarda il coniglio ci rendiamo conto che il prestigiatore deve averci ingannato e vogliamo scoprire propio come ha fatto. Quando parliamo del mondo la situazione è un pò diversa. Noi sappiamo che il mondo non è un imbroglio ne un inganno perchè camminiamo sulla terra e noi stessi ne facciamo parte. In fondo siamo noi il coniglio bianco che viene estratto dal cilindro. La differenza fra noi e il coniglio consiste solo nel fatto che il coniglio non è consapevole di prender parte a un gioco di prestigio ; nooi invece ci sentiamo coinvolti in qualcosa di misterioso e vogliamo scoprire come tutto sia collegato.
p.s.
per quanto riguarda il coniglio , forse è meglio paragonarlo a tutto l universo. Noi che ci abitiamo siamo minuscoli parassiti che vivono nella pelliccia del coniglio. I filosofi cercano di arrampicarsi sui peli sottili in modo da poter fissare negli occhi il grande prestigiatore.
Mi segui Sofia? Ti arriverà la continuazione.

Sofia era sfinita. Se stava seguendo? Non si ricordava neanche se era riuscita a tirare il fiato mentre leggeva...




Citazione di: Il_Dubbio il 14 Luglio 2025, 19:32:06 PMSecondo me ti sei risposto da solo. O meglio, nel scrivere questo disagio, hai scritto: è un loop.
La vita è un loop. Siccome questo ci mette disagio, tentiamo di superarlo. Ma ci ricadiamo ogni volta dentro.

Pensa alla vita in senso compiuto, cosa ti piace fare? quali sono i tuoi desideri? Una volta raggiunto il tuo loop, una volta che ti sei stancato di fare sempre le stesse cose, o aver raggiunto quello che ti piaceva fare, ne vuoi uscire. Vuoi andare oltre.

Guardati allo specchio, cosa vedi? Tu che ti guardi allo specchio. Quello è il tuo primo loop.
Ti servirà successivamente qualcuno che guarda te mentre ti guardi allo specchio, per farti uscire dal primo loop. Vorrai sapere cosa ne pensa di te, mentre l'altro avrà bisogno di sapere tu cosa pensi di lui.
Ora sei uscito dal primo loop, non sei solo tu che ti guardi allo specchio, ora c'è un'altra persona che fa la stessa cosa mentre guarda anche te. Poi avrai bisogno di molte piu persone, le chiamerai amici, o conoscenti, oppure colleghi di lavolo ecc. Stai uscendo sempre di piu dal tuo loop. Quando sei arrivato quasi al limite, ritornerai indietro al primo momento in cui ti sei confrontato con te stesso. E dirai che sicuramente ti sarai arriccchito di tante esperienze, qualcuna buona molte altre negative. Ma questa volta con te stesso dovrai discutere bene. Se sei riuscito ad accettarti, potrai rimanere piu a lungo all'interno del tuo primo loop. Quello sarà il tuo primo momento di felicità.
L'amore, ad esempio, fra due persone non vuol dire accettazione dell'altro vuol dire prima di tutto accettazione di se stessi. Non si può amare nessuno se non accetti prima te stesso. Quando ti sei accettato, allora avrai desiderio di dare oltre questo amore. Ma quando l'amore finisce, non finisce la tua accettazione di te stesso.
Il primo loop non si scorda mai  :)




Citazione di: Phil il 14 Luglio 2025, 11:51:12 AMSecondo me, da quel nulla che posso conoscere di te in base a quello che hai scritto, ti conviene puntare sulla seconda, ossia puntare sull'esperienza di vita che credi ti possa far "star bene" (non so se la discoteca la ritieni adeguata a ciò). Le domande ti accompagneranno lo stesso, ma se anche ti (in)formassi meglio in filosofia avresti probabilmente domande irrisolte fino alla tua morte. Diventare «il più grande pensatore di tutti i tempi» ti è precluso, perché non c'è l'olimpiade dei pensatori in cui collezionare ori e allori; è quindi più saggio imparare a convivere con le domande e, soprattutto, addestrarsi a capire quali solo le domande mal poste o prive di senso, per non rincorrere chimere e utopie (salvo scegliere di fare di tale rincorsa il gioco del proprio tempo).
Lettura consigliata: Desiderata.

Citazione di: anthonyi il 14 Luglio 2025, 09:50:04 AMSarò sincero, Damiano, il tuo é un testo caotico nel quale traspare prevalentemente un certo disagio interiore che diventa "pessimismo cosmico".
Piú che esprimere opinioni sul mondo forse dovresti domandarti perché credi di essere in gabbia. La gabbia della quale parli non é altro che la proiezione di situazioni interiori che sono all'origine di quella sofferenza che esprimi nel testo. Questo é quanto posso dirti in relazione a quello che so di psicologia, ti faccio i miei saluti.

Citazione di: iano il 14 Luglio 2025, 09:16:46 AMConcordo con te, seppur col senno di poi. :)
Di solito per impegnarsi nello studio a testa bassa ci sono motivazioni che funzionano, ma non è detto che funzionino con tutti, e sospetto che Damiano sia uno di questi.
Per esempio nel mio caso, l'incentivo a prendere 10  non ha funzionato, perchè mi chiedevo, che valore potesse avere un 10 datomi da una scuola cui io davo zero.
E' possibile impegnarsi nello studio quando il professore viene a scuola per leggersi il giornale, con l'alibi che lo pagano poco?
E che scuola sarebbe quella che glielo consente di fare?
Difficile impegnarsi quando dell'impegno non ti danno un esempio che per ammirazione della fonte certamente emuleresti.
Però, detto col senno di poi, bisogna farlo, contro tutti e contro tutto, rimandando a dopo la raccolta dei frutti, che forse non saranno le risposte ai nostri perchè, ma che comunque non mancheranno.
Rompendo l'uovo si troverà la sorpresa.
Se però credi di conoscerla già, e non ti interessa non romperai l'uovo.
Le cose non stanno così, si tratta di una vera sorpresa ed è diversa per ognuno di noi.



Citazione di: Jacopus il 14 Luglio 2025, 08:30:08 AMFai un sacco di domande. Per rispondere servirebbero un migliaio di pagine. A me quello che mi ha colpito è questo bisogno di risposte a cui si contrappone il rifiuto di impegnarsi. A costo di sembrare bacchettone (in questi tempi insani), posso solo dire che per trovare una risposta alle domande serve disciplina. Personalmente l'ho appreso all'università. Prima era bello leggere Joyce, Nietzsche, Fromm, senza nessuna necessità di riscontro. Per carità serve anche quello, ma quando mi sono dovuto confrontare con le Costitutiones romane dalla Repubblica al Dominato, imparando a memoria tutti i loro nomi, ho scoperto cos'è la disciplina intellettuale. Senza questa, senza l'ordine che ti dice di restare concentrato per ore su un testo, le tue domande resteranno inevase. Al massimo sentirai qualche commento che ti piacerà per poi dimenticartene qualche ora dopo, lasciandoti nella condizione che fai intravedere nel tuo intervento. Ovviamente non è semplice quello che ti propongo, ma è l'unica via. Permettimi di citare Eschilo (visto che ancora non ho citato nessuno 😁): "la cura per il dolore è la conoscenza".
Grazie a tutti per le risposte. Volevo condividere con voi questa mia "risposta". Un altro ragionamento, un altro discorso a "caso". Perché? Perché voglio mostrarvi i miei pensieri. Voglio capire se c'è qualcosa di buono o meno. Piuttosto che aprire un altro post preferisco metterlo qui nei commenti e non intasare il Forum.
Il discorso, o meglio, flusso di pensieri è il seguente:

"Proviamo a parlare dell'apice del Tutto. Oltre il Tutto vi è il Nulla. Ma che cosa sono il Tutto ed il Nulla? Il Tutto è La cosa. Il Nulla è La non-cosa. Qualsiasi "cosa" che esiste, che si può immaginare e che si può dire è nulla comparata al Tutto. Potrei scrivere un numero infinito di parole ciascuna diversa dall'altra ma sarebbero tutte un nulla comparate al Tutto. Persino il Tutto è nulla comparato al Tutto. Quest'ultimo trascende anche se stesso, il termine trascendenza e così via...all'infinito...e ancora oltre. Il Tutto va oltre il termine "oltre". È indefinibile e definibile. Va oltre la dualità. Si dice che filosofia sia stare alla larga da certe questioni e domande perché reputate insensate. Ma il Tutto le include. E ne aggiunge ancora di altre. La concatenazione logica, il discorso e le parole non bastano più. Il Tutto non nasce dall'esperienza umana o da un'esperienza superiore. Ed essendo onnicomprensivo e ancora di più, il Tutto nasce dall'esperienza umana e da un'esperienza superiore ad essa. Contraddizione pura. E perfetta logica non-contradditoria. Persino il silenzio, l'annullamento del sé iperuranico non bastano per il Tutto. Quest'ultimo è la cosa più grande di tutte? Si e no. Oltre e oltre ancora. È la megalomania? Il Tutto non ha un agganciamento con una definizione. E ce l'ha. L'infinito e il meta-infinito e l'oltre ancora sono un "sono". Ma dove sto andando? Penso di essere andato oltre ogni limite. Prendetelo come discorso a caso, come pura malattia mentale, come pura "trollata" come si suol dire, ma questa è la mia mente...questo è Damiano."

Grazie,

Bergamaschi Damiano.
#3
Tematiche Filosofiche / Mah...ditemi voi
14 Luglio 2025, 01:11:48 AM
Buonasera a tutti.

Questa volta mi piacerebbe parlare di un argomento su cui sto riflettendo ultimamente e che sta portando (forse) un cambiamento in me. Premetto che ho 28 anni e di cose da sperimentare ne ho ancora molte. Però ho già "visto" cose che mi sembrano interessanti per uno della mia età. O magari mi sbaglio.
Comunque...

Ho la sensazione che si voglia sempre andare oltre nelle cose...fare sempre di più. Pensare in maniera sempre più complessa. Pensare sempre più in grande ecc...

Ma perché non volere di meno? Perché non si riesce a vivere di quelle quattro cose che servono e lasciare che il mondo, la vita, vadano avanti?

Perché pensare,agire, dover essere? Quell'istinto che ci spinge a superare i limiti in ogni campo da dove viene? Perché c'è?

Io vedo che il mondo è una gabbia. Si, una gabbia che vuole ucciderti. Ogni cosa in tutto l'universo è progettata per eliminare la vita.
E la vita stessa compare non appena c'è la minima possibilità.
Ma anche se c'è questa lotta tra opposti (vita e morte) che cosa rimane a noi se non l'eternità di un ciclo continuo di nascita-vita-morte? Perché prima di nascere eravamo qualcosa e dopo la morte saremo qualcosa.
È la solita solfa del "nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma".
Ma perché? Perché le cose stanno così?
E si ritorna a "perché c'è qualcosa invece che il nulla?" Ecc...ecc...
Per arrivare poi a "perché il perché?" E a "cos'è la domanda?" E "il linguaggio?" "La verità?"
Ma perché non volere "la falsità?" Oppure ancora..."niente affatto?"

Forse tutto questo è perché non abbiamo niente di meglio da fare una volta soddisfatti i nostri bisogni fondamentali.

Allora viva la concretezza! Si ma...la fantasia? Il progresso? L'ispirazione?

Cosa sto cercando secondo voi?

Il perché dei perché? La domanda delle domande?

Ma perché, invece, non dire Tutto ed il suo contrario che tanto... perché mettere ordine?

Io sento, percepisco che il mondo va...ma...dove? Perché?
E fatta pure questa considerazione, perché mi ostino a fare un discorso di senso compiuto in un forum su internet invece che parlare a caso di qualsiasi cosa che, come detto prima, tanto... perché mettere ordine?

E a quell'ordine mi riferisco alla filosofia, alla scienza, ad ogni forma di pensiero.

E perché mi ostino a imporre il verbo, il punto di vista? Perché voglio essere quello che dice La Verità (con la "v" maiuscola)?

Ok, ma perché?

E rincomincia il loop infinito dietro alla stessa cosa...alla fine non ho detto nulla di nuovo, vedete? E poi si dice che filosofia è pensiero logico, consequenziale e discorso di senso compiuto...forse una volta...ora le cose sono cambiate.

Ma il mio discorso, quindi, dove voleva arrivare? Ovunque e da nessuna parte.

Non ho mai studiato in vita mia...al massimo letto qualcosa qua e la (di filosofia e di scienza) e non leggerò (credo mai) un libro di filosofia o di scienza perché mi annoierei a morte (credo non so). Se volete fare discorsi e consigliarmi letture/studi siete liberi di farlo o meno però io credo che non intraprenderò mai un percorso universitario di tipo umanistico/scientifico perché...non ho voglia.
Ma allora perché cerco di andare sempre oltre, sempre più a fondo nelle cose se poi non ho la minima coerenza né in quello che penso, che dico e né in quello che faccio?
Come posso darmi un limite in tutto ciò? Oppure sarebbe sbagliato darmelo?

Ho pensieri molto altalenanti in tutto ciò. Un momento penso:"si, diventerò il più grande pensatore di tutti i tempi" e l'istante dopo:"esci, vai in discoteca e chissenefrega di tutto ciò".

E tornando al titolo del post: Mah...ditemi voi.

Un caro saluto al forum,

Bergamaschi Damiano.
#4
Tematiche Filosofiche / Re: Capisco di non capire.
22 Marzo 2025, 15:15:18 PM
Io sostengo che per capire un concetto non basta una vita intera. Sono passati 2500 anni, migliaia di filosofi e siamo ancora qui a parlare del concetto di Essere senza riuscire a trovare qualcosa di univoco.
E questo è solo un esempio tra i tantissimi che si possono fare.
#5
Che bella discussione si è accesa.
Forse la verità è dentro di noi.
Mi viene da pensare all'Essere. Infatti possiamo concettualizzare l'Essere come ciò che è e il non-Essere come ciò che non è. Bene. Ciò che si trova nel mezzo dei due estremi lo chiamiamo "qualcosa".
In questo qualcosa possiamo metterci qualsiasi cosa e vi si trova anche il "nostro mondo". Tutto ciò che sperimentiamo, che abbiamo sperimentato e che sperimenteremo.
Bene questa può essere anche chiamata "La Verità". Quella assoluta.
È come se il traguardo, ovvero, la verità assoluta, fosse già dentro di noi. Qualcosa che conosciamo già.
Ciò che si trova nel mezzo non lo sappiamo e ne andiamo alla ricerca nonostante la destinazione la conosciamo già.
#6
Buongiorno a tutti.

Oggi vorrei proporre una discussione riguardante la verità. Sono consapevole che la questione è già stata posta molte volte però mi piacerebbe ricalcarla perché a mio parere essa resta una questione importante.
Generalmente si parte dalla definizione di verità. Che cos'è la verità? Potremmo definirla con l'equazione: tesi+dimostrazione della tesi=verità. Viene quindi proposta una teoria (o tesi) che poi deve essere confrontata con la dimostrazione. Se entrambe combaciano allora abbiamo trovato la verità. Ad esempio si può affermare: io esisto (tesi) perché sono percepito dai miei sensi e percepibile dai sensi altrui (dimostrazione).
Se fosse così allora la verità sarebbe irraggiungibile.
Perché?
Perché non avrei mai la certezza della dimostrazione. Infatti chi o che cosa mi garantisce che, riferendomi all'esempio precedente, "io mi percepisco e sono percepibile"? Che cosa vuol dire essere percepiti da sé stessi?
Oppure ancora ci sono le verità matematiche (indiscutibili apparentemente). 
1+1=2 significa che l'essere umano ha creato una verità tale per cui una quantità numerica sommata a se stessa da come risultato due quantità numeriche.
Ma, anche qui, chi o che cosa ce lo garantisce? "L'essere umano", si può rispondere. E se per un "x" motivo alla fine risultasse che 1+1=3? Come potremmo proseguire?
Altro problema è che non potremmo essere sicuri neanche di "1+1=3". Perché si ripeterebbe la domanda: "chi o che cosa ce lo garantisce?"
L'ipotesi in questione è che non ci sono dimostrazioni ma solo ipotesi(tesi o teorie) perché non c'è mai la dimostrazione.
Allora si può affermare una cosa:la filosofia è morta. E sapete quando? Beh, almeno quella occidentale, da 2500 anni.
Quello che voglio dire è che è morta nel momento in cui è nata. 
Perché?
Perché si è resa conto che il sapere (filosofia significa amore per il sapere, quindi amore per la verità), o, per dire in altro modo, la verità...non esiste. Non è raggiungibile. Quindi perché perseverare con la ricerca della verità se alla fine...si sa di non sapere?
Beh forse...dire che la filosofia muore in questo modo... è fare filosofia. Quindi "morta" non lo è.
Infatti non mi sono posto, durante il mio discorso, domande importantissime. Del tipo: se la verità è uguale a tesi+dimostrazione, chi o che cosa ci garantisce che sia proprio così?
E che cosa ci garantisce che la parola "garantisce" abbia quel significato? Che cosa vuol dire "significato"? Che cosa vuol dire "che cosa vuol dire?"?
E si può andare avanti all'infinito...
Allora credo proprio che la filosofia non è così morta come pensavo...

Buona giornata.

Bergamaschi Damiano.

#7
Tematiche Filosofiche / Re: Essere perfetti
11 Dicembre 2024, 17:37:00 PM

Citazione di: iano il 11 Dicembre 2024, 13:54:09 PMLa perfezione è un utile idea, perchè ci permette di dare lo stesso nome a cose diverse. Così posso chiamare triangolo cose diverse fra loro, nessuna delle quali è un triangolo.
A ciò però è connesso il rischio di far coincidere il nominato col nome, con la conseguenza a volte di cercare di forzare questa coincidenza quando non la rileviamo.
Il rischio cioè è quello di violentare la realtà quando ci pare non corrisponda alle nostre descrizioni. In tal senso la ricerca di perfezione è quanto di più lontano possa esserci dal bene, posto che bene sia accettare la realtà per quel che è.
Un utile discrimine, quando di esso non si ha o si perde consapevolezza, diventa una discriminazione.
Ciao iano,
Grazie della risposta.
Quindi credi che tendere alla perfezione porti a "distruggere" la realtà, a peggiorarla quando essa non corrisponde a ciò che è il nostro ideale?
Se si, è condivisibile.
Però perfezione a mio parere riguarda e comprende ogni cosa. Completarsi, rendersi completi come persona (e quindi perfetti) secondo me vuole dire saper fare e anche accettare qualsiasi cosa. E ciò significa ammettere anche l'imperfezione, abbracciarla. Anche il fallimento nel raggiungimento dei nostri ideali sarebbe parte del "tutto" e quindi parte della perfezione.
Ovviamente quando mi riferisco a saper fare tutto mi rivolgo a tutto ciò che è Bene. E già definire il Bene è alquanto difficile...
#8
Tematiche Filosofiche / Re: Essere perfetti
11 Dicembre 2024, 17:21:50 PM
Citazione di: doxa il 10 Dicembre 2024, 18:10:22 PMBuonasera Damiano,
lo conosci il detto latino "Homo, homini lupus" ? (= l'uomo è un lupo per l'uomo).

Nel "Leviatano" il filosofo inglese Thomas Hobbes nel XVII secolo scrisse che la natura umana tende all'egoismo,  e a determinare le azioni degli individui sono la sopraffazione, il proprio tornaconto e l'istinto di sopravvivenza.

Hobbes nega che l'individuo possa sentirsi motivato ad avvicinarsi al suo simile per amore naturale. Se gli uomini si uniscono in società regolando i loro rapporti con le leggi, ciò è dovuto al reciproco timore.

Così è la vita e così devi imparare ad accettarla. E' immodificabile. Invece a me sembra che aspiri al Paradiso Terrestre. Ma questo non esiste !

Il tuo mondo ideale è ispirato dalla tua fede religiosa ?
Ciao doxa.
Grazie della risposta.
No non conoscevo questo detto.
Quindi è come essere all'interno di una realtà dove qualcuno (o qualcosa) ha deciso che noi dovessimo essere fatti così? 
Pongo questa domanda perché hai usato la parola "immodificabile". 
Forse si, aspiro al Paradiso.
Diciamo che questo ideale che ho potrebbe provenire dalla religione, non lo so. So solo che questo ideale ha un costo che pochi o addirittura nessuno di noi vuole pagare: fatica. Fisica e mentale. Ma fatica vera! Non alzarsi la mattina ed andare al lavoro e basta. Io intendo proprio qualcosa come risolvere i conflitti nel mondo andando laddove vi è guerra di persona, magari, facendosi tutta la strada a piedi e fronteggiare soldati,armi e mezzi armati solo di una sola cosa: la forza di volontà.
#9
Tematiche Filosofiche / Essere perfetti
10 Dicembre 2024, 16:45:16 PM
Buonasera a tutti,

Vorrei discutere con il gruppo di quanto segue.
Perché è così difficile cambiare il mondo? Perché non si agisce affinché le cose vadano veramente in meglio?
La questione nasce dall'esperienza personale. Ogni giorno mi sveglio e vedo che succedono sempre le stesse cose (negative per lo più) e tutti accettiamo che il sole nel cielo sorga al mattino e a fine giornata tramonti.
Ma perché non ci rendiamo conto che ogni volta che quel sole sorge si ha davanti a sé una nuova possibilità per fare di più, per migliorarsi, per fare del bene?
Mi rendo conto che si tratta di una cosa alquanto difficile da realizzare (tra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare, si dice) ma avendo, a mio parere, un tempo infinito dinanzi a noi (credo nell'eternità del corpo e nel "ritorno") perché facciamo sempre la scelta più facile ed immediata?
Sembra che persino l'universo fisico si comporti nello stesso modo degli esseri umani: una particella come un fotone, per raggiungere la terra partendo dal sole, percorre sapete quale traiettoria? Una linea retta, ovvero il percorso più breve e rapido.
Poi si, c'è tutta la questione delle storie di Feynman. Per cui una particella potrebbe percorre infinite traiettorie per andare da A a B. 
Ma rimane sempre la questione: perché non ci complichiamo la vita per il bene?
Ogni qualvolta cerco di fare del bene una forza immensa si oppone alla mia volontà. Sembra che siamo progettati per non fare più che per fare.
Il bene e la perfezione sono due cose che vanno di pari passo. E sono quelle cose che mi piacerebbe raggiungere.

Quindi perché non faticare incessantemente per il bene?
Perché non pretendere la perfezione?

Spero di aver acceso un interessante discussione.

Buona serata.

Bergamaschi Damiano.
#10
Tematiche Culturali e Sociali / Che schifo
22 Giugno 2024, 01:46:11 AM
Mi faccio risentire dopo parecchio per riflettere con voi di una cosa.
Più che una riflessione sembrerà uno sfogo e ve lo dico già ora: torno da una serata in discoteca (ebbene sì il caro Damiano filosofico racconta balle e menzognere va in quei brutti posti) deludente.
Comunque... 
L'argomento in questione riguarda la società. 
Ormai siamo giunti nella società dello stupro. Si l'ho soprannominata io così. E ve lo ripeto: la società dello stupro.
Quella odierna è una società basata solo ed esclusivamente sui soldi, sul potere d'acquisto economico e sull'incapacità di persone come noi (intelligenti e sensibili) di tirare fuori gli attributi necessari a prendere il comando per avere un mondo equo,solidale e pulito. 
Ma noi no...no...noi vogliamo lo stupro. Degli organi genitali, del cervello, insomma, di qualsiasi fessura possiede il nostro corpo perché noi individui dobbiamo stare zitti ed essere stuprati. E guai e maledizioni tremende subiscono chi vi si oppone a tutto ciò.
Lo capite o no che non interessa niente e di nessuno a niente e nessuno?
Non vi sembra evidente a voi (noi) popolo di Logos, che si differenzia dallo schifo totale che giace intorno a noi?
Ma da quando è che il mondo, la società funziona in questo modo?
Beh sebbene prima abbia detto "la società odierna" in realtà le cose sono da sempre così.
Da sempre. Anche quando l'essere umano era una scimmia. C'è sempre stato tizio che ha detto a Caio: "tu devi lavorare per me altrimenti ti succederà questo". 
E la religione poi ahhhh il mezzo perfetto per stuprare il cervello.
Stupro di qui, stupro di la ce n'è per tutti i gusti e ve lo dico già ora: finché non ci sarà qualcuno che si eleverà dalla massa e lavorerà sodo veramente per cambiare le cose, tutto questo non cambierà mai...MAI.
Spero di aver acceso un dibattito interessante.
Grazie dell'attenzione. 
Buona notte.

Damiano Bergamaschi.
#11
Tematiche Filosofiche / L'universo
21 Aprile 2024, 18:29:43 PM
Buonasera a tutti,

Vorrei condividere con il forum una riflessione che faccio da molto tempo ma che penso di aver definitivamente chiarito solo quest'oggi.
La riflessione è la seguente:
1) Perché c'è qualcosa invece che nulla?
Beh, semplice. Sulla base dell'esperienza io so che qualcosa c'è. Sulla base della logica so che qualcosa non può non esserci. Perché? Perché altrimenti ci sarebbe il nulla. Ma ciò è impossibile perché il nulla non è. Quindi se affermassi che il nulla sia qualcosa sarei contraddittorio.
Perciò c'è qualcosa invece che il nulla perché è necessario.
2) Perché questo qualcosa (l'universo) è fatto così com'è?
Perché se così non fosse sarebbe inesistente, quindi sarebbe nulla. Ma ciò contraddirebbe il primo punto. 
Quindi l'universo è così com'è perché non ci sono alternative.
3) L'universo è infinito ed eterno?
Esso non è né infinito né eterno. Il cosmo ha avuto un inizio (che la scienza data in 13,8 miliardi di anni fa circa). E avrà anche una fine. Se non avesse avuto un inizio oggi non esisterebbe. Perché? Perché ogni cosa per esistere ha un inizio. Questo vale anche per l'universo stesso.
La differenza fondamentale è che l'universo viene dal nulla. Perché? Perché se non venisse da nulla verrebbe da qualcosa. E quel qualcosa? Da qualcos'altro. E così via all'infinito. Ma la "causa prima" sarebbe sempre una: nessuna (Sia nel caso di un universo eterno che in uno non eterno).
Il cosmo non è infinito. Perché? Se non è eterno non può essere infinito. Non ha avuto un tempo infinito per raggiungere dimensioni infinite. 
Ma allora cosa c'è oltre il confine dell'universo? Semplice, nulla. Perché non c'è un confine.
La teoria della relatività dice, al contrario delle nozioni quantistiche, che lo spazio è curvo. Che le 3 dimensioni spaziali sono racchiuse sulla superficie di un' ipersfera a 4 dimensioni. La quarta dimensione (il tempo) sono rispettivamente il dentro ed il fuori dell'ipersfera.
L'universo è finito ma illimitato. Lo posso girare all'infinito senza mai incontrare un confine. Ma vedrei sempre le stesse cose.

Questa è la mia riflessione. Sono molto curioso di sapere le vostre risposte. 

Grazie dell'attenzione,

Bergamaschi Damiano.

#12
Citazione di: bobmax il 03 Aprile 2024, 18:25:51 PMInvece il quesito ha soluzione.

Soltanto che non sta fuori di te, da qualche parte. La puoi trovare solo in te stesso.
Solo tu, in perfetta solitudine, puoi dire qual è il motivo della esistenza.

Sì, dal nulla si genera nulla.

Quindi...?

Cosa vale davvero per te?

Ora che percepisci la origine di ogni cosa, il Nulla.
E sai che dal nulla si genera nulla...
Cosa allora vale?

Se a questo punto scaturisce in te la compassione, per la sofferenza di questo mondo.
Questo  mondo che non è che puro nulla.
Allora, forse, nascerà in te la soluzione.

D'altronde, Essere è esser Vero.
Essere = Verità

E tu sei Essere, che altro mai saresti?
Tu sei la Verità.
È vero...ma io sono nel mondo. "Io" e "mondo" non sono 2 cose distinte quindi io sono nulla.
#13
Tematiche Filosofiche / Re: Tutto
10 Aprile 2024, 11:39:11 AM
Citazione di: Alberto Knox il 08 Aprile 2024, 19:40:03 PMconcordo con baylam e vorrei anche aggiungere che il pensiero non è in grado di pensare oltre a quello di cui ha fatto esperienza. Possiamo immaginare un unicorco, ma esso non è altro che l  idea di un cavallo più un corno sulla fronte , o E.T. l'extraterrestre ,è un mostriciattolo ma lo abbiamo fatto scuamoso prendendo dall idea di un pesce , lo abbiamo fatto con le gambe , le braccia, la testa, due occhi , parla. Tutte cose prese dal mondo dell esperienza . Con tutta la libertà dell immaginazione noi non siamo in grado di andare oltre il creare delle relazioni di idee prese dai contenuti .
Si rocordi David Hume, il quale si chiese come conosce la mente umana, dove le percezioni sono tutti i contenuti della mente , quindi fantasia, concetti, sensazioni ecc. Dividerà poi le percezioni in impressioni ed idee dove le impressioni sono i contenuti che colpiscono la nostra mente nell immediato. Le idee non sono altro che il ricordo di ciò che abbiamo esperito nelle impressioni . Hume giunse alla conclusione che la realtà è composta da impressioni e da idee . e le relazioni fra di esse e da nient altro.  Concetti quali infinito, tutto, nulla non cadono nel regno delle impressioni. E pur con la più sfrenata fantasia  non ci allontaneremo mai da impressioni e da idee. La realtà è composta da tutto ciò che è empirico e dalla relazione che noi costruiamo fra le idee e  le impressioni. la nostra mente non è in grado di costruire nient altro che non sia il mondo entro il quale essa conosce.
Per andare oltre le impressioni e le idee ci vorrebbe una "meta-mente". Ma come raggiungere un tale stato che in una "mente" è impensabile?
#14
Tematiche Filosofiche / Re: Tutto
10 Aprile 2024, 11:36:56 AM
Citazione di: baylham il 08 Aprile 2024, 18:59:03 PMIl pensiero non va oltre il qualcosa, resta sempre in quell'ambito. Il divenire del pensiero conferma che non possiamo pensare tutto o nulla.
Effettivamente e logicamente il pensiero non è in grado di terminare sè stesso, soltanto quando uno dorme, cade in coma o muore termina il suo pensiero.
Tutto e infinito sono concetti distinti.





In che senso "tutto e infinito" sono distinti? Non potremmo vedere infinito come sinonimo del tutto?
#15
Citazione di: Ipazia il 03 Aprile 2024, 16:39:05 PMDal nulla non si genera nulla, ma dall'ignoranza si genera quasi tutto. La causa prima (causale, non finale, che è la stupidaggine causata dall'ignoranza) è avvolta nell'ignoranza. E con ciò la contraddizione è superata.
Cosa vuol dire "causale" e "finale"?