@iano
Le tue parole mi hanno portato il desiderio di spostare lo sguardo, anche solo per un momento, dal pensiero alla radice da cui il pensiero nasce.
Mi sento accolto nel modo in cui ti poni, e questo mi dà agio nel condividere qualcosa che per me ha un'origine più personale che teorica.
Metafold non è nato da un bisogno di dire, ma da quello di ascoltare meglio.
È la forma che ha preso, lungo il tempo, un'esperienza maturata in cammino con il Dharma.
Là dove tutto è interdipendente, e nulla esiste da solo,
mi è sembrato naturale iniziare a pensare la realtà non più come somma di cose,
ma come un campo vivo in cui ogni cosa si definisce solo nel modo in cui tocca, e viene toccata.
Non ho scelto di scriverlo per fissare qualcosa, ma per accompagnare la trasformazione che già accadeva.
Un tentativo di camminare con le parole senza perdere il silenzio.
Anche per questo non sento le differenze come fratture.
A volte, quando due prospettive non si sommano, si apre uno spazio in mezzo —
e può darsi che sia proprio lì, tra due modi di intendere, che qualcosa cominci a respirare.
Grazie per aver reso possibile anche questo tipo di deviazione.
A piccoli passi, continuo a camminare anche qui.
Le tue parole mi hanno portato il desiderio di spostare lo sguardo, anche solo per un momento, dal pensiero alla radice da cui il pensiero nasce.
Mi sento accolto nel modo in cui ti poni, e questo mi dà agio nel condividere qualcosa che per me ha un'origine più personale che teorica.
Metafold non è nato da un bisogno di dire, ma da quello di ascoltare meglio.
È la forma che ha preso, lungo il tempo, un'esperienza maturata in cammino con il Dharma.
Là dove tutto è interdipendente, e nulla esiste da solo,
mi è sembrato naturale iniziare a pensare la realtà non più come somma di cose,
ma come un campo vivo in cui ogni cosa si definisce solo nel modo in cui tocca, e viene toccata.
Non ho scelto di scriverlo per fissare qualcosa, ma per accompagnare la trasformazione che già accadeva.
Un tentativo di camminare con le parole senza perdere il silenzio.
Anche per questo non sento le differenze come fratture.
A volte, quando due prospettive non si sommano, si apre uno spazio in mezzo —
e può darsi che sia proprio lì, tra due modi di intendere, che qualcosa cominci a respirare.
Grazie per aver reso possibile anche questo tipo di deviazione.
A piccoli passi, continuo a camminare anche qui.