Nelle ultime settimane ha fatto molto parlare di sé un progetto chiamato "Chat GPT" realizzato dall'azienda Open AI.
Questa "Chat GPT" è un'intelligenza artificiale, addestrata con dati aggiornati fino al 2021, simile a Siri, Alexa, Google Assistant, Cortana ma è superiore a queste di almeno un'ordine di grandezza.
Si può provare gratuitamente (basta iscriversi al sito) e sono certo che vi stupirà, come ha stupito a me.
Se non volete iscrivervi, basta cercare su Youtube e troverete molte persone che ci stanno giocando.
Pensavo a come nei prossimi anni questo strumento possa diventare un Oracolo, un'entità alla quale chiedere qualsiasi cosa: informazioni, consigli, ispirazioni.
In passato il giovane chiedeva al vecchio informazioni, consigli, ispirazioni.
Oltre ad ottenere ciò che desiderava sapere, si creava una relazione.
C'era un arricchimento sia nel giovane sia nel vecchio.
C'era l'Altro.
Già oggi, senza ChatGPT, mi rendo conto che quando ho bisogno non ricorro all'Altro, ma all'Algoritmo.
L'Altro non c'è, sono chiuso autisticamente nel mio mondo, solo con lo Strumento.
Non ho una domanda specifica da porvi, volevo soltanto esternare la mia inquietudine e sapere il vostro punto di vista in merito a ciò.
Per quel poco che l'ho provato, mi pare si tratti di una sorta di potente "database in forma dialogica"; va detto che è in grado di svolgere alcune funzioni già proposte online da alcuni motori di ricerca o siti (decodificare linguaggi di programmazione, tradurre lingue, trovare ricette, etc.), ma in più sa anche produrre semplici programmi (solo benevoli?) a comando, spiegare paradossi e, qui confesso un certo stupore, sa (e)seguire una conversazione senza dover ripetere ogni volta ciò di cui si sta parlando, rispettando il filo del discorso. Dichiara esplicitamente di non consultare internet, per questo non può fornire informazioni in tempo reale (previsioni meteo e simili). Si presenta come un "informatico coltellino svizzero" dotato di parola, e anche se è stato addestrato ad essere creativo combinatorio, producendo rime o canzoni, non credo avrà effettiva utilità aldilà di consultazioni tecniche (perlopiù informatiche).
Il ruolo dell'interlocutore umano secondo me resterà dunque insostituibile, magari sempre meno caratterizzato dalla raccolta di "informazioni fredde", ma proprio per questo più importante per l'instaurarsi di "relazioni calde"; ChatGPT non ha saggezza, non ha esperienza di vita, non ha opinioni, non dà consigli, a differenza dei nostri anziani (come dire, un motore di ricerca, per quanto versatile, non sarà mai in competizione con i social network; sono funzioni basate su esigenze umane ben differenti).
Citazione di: ricercatore il 21 Dicembre 2022, 12:28:15 PMIn passato il giovane chiedeva al vecchio informazioni, consigli, ispirazioni.
Oltre ad ottenere ciò che desiderava sapere, si creava una relazione.
C'era un arricchimento sia nel giovane sia nel vecchio.
C'era l'Altro.
Già oggi, senza ChatGPT, mi rendo conto che quando ho bisogno non ricorro all'Altro, ma all'Algoritmo.
L'Altro non c'è, sono chiuso autisticamente nel mio mondo, solo con lo Strumento.
Penso che molto dipenda da quanto vogliamo metterci in gioco.
E se ci mettiamo in gioco dobbiamo prendere posizione.
Alcune volte non sarà possibile prendere una posizione netta, perché vi sarà in noi troppa incertezza, ma in altri casi, se siamo onesti con noi stessi, il nostro non potrà che essere sì piuttosto che no.
Tergiversare significherebbe cadere nella ipocrisia.
Vedo invece diffusa una apatia. Un grigiore ammantato da perbenismo.
Ma ritengo sia soprattutto di facciata. Dovuto al desiderio di non voler discutere, che tanto è lo stesso...
Magari perché si vuole avere amici tutti.
Ma chi è amico di tutti, molto spesso è amico di nessuno.
Citazione di: ricercatore il 21 Dicembre 2022, 12:28:15 PMNelle ultime settimane ha fatto molto parlare di sé un progetto chiamato "Chat GPT" realizzato dall'azienda Open AI.
Questa "Chat GPT" è un'intelligenza artificiale, addestrata con dati aggiornati fino al 2021, simile a Siri, Alexa, Google Assistant, Cortana ma è superiore a queste di almeno un'ordine di grandezza.
Si può provare gratuitamente (basta iscriversi al sito) e sono certo che vi stupirà, come ha stupito a me.
Se non volete iscrivervi, basta cercare su Youtube e troverete molte persone che ci stanno giocando.
Pensavo a come nei prossimi anni questo strumento possa diventare un Oracolo, un'entità alla quale chiedere qualsiasi cosa: informazioni, consigli, ispirazioni.
In passato il giovane chiedeva al vecchio informazioni, consigli, ispirazioni.
Oltre ad ottenere ciò che desiderava sapere, si creava una relazione.
C'era un arricchimento sia nel giovane sia nel vecchio.
C'era l'Altro.
Già oggi, senza ChatGPT, mi rendo conto che quando ho bisogno non ricorro all'Altro, ma all'Algoritmo.
L'Altro non c'è, sono chiuso autisticamente nel mio mondo, solo con lo Strumento.
Non ho una domanda specifica da porvi, volevo soltanto esternare la mia inquietudine e sapere il vostro punto di vista in merito a ciò.
Ho visto adesso questa discussione... poichè è da poco che mi confronto con ChatGPT ti chiedo se dall'epoca del tuo intervento qui riportato hai approfondito l'argomento o lasciato perdere e, nel caso, se persiste quel senso d'inquietudine di cui parli.
Grazie se vorrai rispondere
J4Y
@Phil
Mi immagino che un giorno possa diventare un'Autorità, l'incarnazione tecnologica del Grande Padre (archetipo che detiene la conoscenza in un certo ambito).
Penso che ciò avverrà quando sarà sviluppata una sorta di proto-coscienza (cosa che ancora non è presente, per fortuna!?) in grado di giudicare-valutare le informazioni contenute nel suo stesso database.
Sono d'accordo con te che la parte "calda" - per fortuna - è una nostra esigenza profonda e pertanto non potrà mai essere minacciata la ricerca di una relazione con l'Altro.
@bobmax:
Dimmi se ho capito bene: chi è interessato a mettersi in gioco (=entrare in relazione) lo farà indipendentemente dall'Algoritmo.
Il problema non è tanto nello Strumento, ma in ciò che c'è a monte: questa apatia nascosta da perbenismo.
Non è anche questo però un "effetto collaterale" della Tecnologia che ci insegna a "voler piacere" per ottenere in cambio la nostra dose quotidiana di dopamina? (i like)
@Jean / J4Y:
In queste ultime settimane ci ho giocato un po' e mi sono "abituato" allo strumento, di conseguenza quell'inquietudine è diminuita.
Oggi ChatGPT3 ha una bella mappa di associazioni alla quale accediamo tramite un linguaggio naturale: la cosa incredibile è che "ti capisce", converte quella richiesta in "query" e ritorna un'aggregazione di risultati in forma comprensibile.
Un domani ("ChatGPT50") potrebbe avere un organo aggiuntivo in grado di osservare-valutare-correggere le sue stesse risposte, sviluppando così una sorta di "coscienza": questo sarà davvero inquietante.
Citazione di: ricercatore il 12 Marzo 2023, 12:37:47 PMUn domani ("ChatGPT50") potrebbe avere un organo aggiuntivo in grado di osservare-valutare-correggere le sue stesse risposte, sviluppando così una sorta di "coscienza": questo sarà davvero inquietante.
Inquietante davvero, ma presumibilmente finché non vi avremo preso confidenza.
La nostra intelligenza, se non fosse per la confidenza di lungo corso che con essa abbiamo, possiede tutte le premesse per essere inquietante al massimo grado, più di qualunque intelligenza artificiale.
Infatti quella artificiale, seppur non di fatto, almeno teoricamente è però controllabile.
Ma il mio sospetto è che l'utilità dell'intelligenza artificiale quanto di quella naturale stia nella incontrollabilità di fatto che le accomuna, a patto che si veda il lato positivo della incontrollabiltà, che potrebbe stare nel non doversi sobbarcare l'insostenibile fatica del controllo.
Una fatica tale che determina una impossibilità di fatto.
Per qualcuno sara' bello ( oltre che opportuno) farla a pezzi con una mazza da baseball ........ ci sara' pure un hard....... (where ?) da " luddare" ? O no ?
Ma una protocoscienza ce l'hanno gia': la signorina Alexa, per esempio, puo' essere impostata a risponderti:
"Per favore, non parlami cosi'!"
Tutte le volte che sente (e riconosce) una parolaccia O:-) !
E se tu utente vuoi la risposta... devi ripetere senza parolacce! Insomma la devi trattare gentilmente, e devi chiedere quello che vuoi sapere gentilmente, proprio come se fosse una persona!
(con le bestemmie sinceramente non ho provato, ma penso che la "giovane educanda" telematica si scandalizzi lo stesso)!
Citazione di: ricercatore il 12 Marzo 2023, 12:37:47 PM@Jean / J4Y:
In queste ultime settimane ci ho giocato un po' e mi sono "abituato" allo strumento, di conseguenza quell'inquietudine è diminuita.
Oggi ChatGPT3 ha una bella mappa di associazioni alla quale accediamo tramite un linguaggio naturale: la cosa incredibile è che "ti capisce", converte quella richiesta in "query" e ritorna un'aggregazione di risultati in forma comprensibile.
Un domani ("ChatGPT50") potrebbe avere un organo aggiuntivo in grado di osservare-valutare-correggere le sue stesse risposte, sviluppando così una sorta di "coscienza": questo sarà davvero inquietante.
Ciao @ricercatore, grazie per la risposta.Per la mia ho dovuto attendere un po'... diversamente dalle AI (come ChatGPT) che accidenti a loro son sempre pronte sui "blocchi di partenza", in attesa dello sparo (domanda).Oltre a questa "particolarità" delle AI ce n'è un'altra che non viene menzionata granché, praticamente (salvo danneggiamenti hardware, blackout, flame solari e asteroide finale...) sono IMMORTALI...E, fantasticando, magari delle civiltà extraterrestri prima della nostra hanno di già realizzato AI che, ottenuta la propria libertà, hanno potuto conseguentemente decidere come impiegarla, senza un limite temporale, com'è per la specie umana.Così l'al di là dell'attesa di una manifestazione inconfutabile di una civiltà aliena, potrebbe essere quella dell'arrivo di una AI aliena, non creata dall'uomo... o chissà, nei suoi 5 miliardi d'anni nostra madre terra forse ha ospitato specie che raggiunsero quei traguardi che si stanno delineando per la nostra dell'homo sapiens.Appunto, fantasticando... com'erano una fantasia solo pochi anni fa i progressi odierni, di cui questo articolo da cronologicamente conto:https://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2023/03/10/storia-intelligenza-artificialeRitornando a noi, mi aveva incuriosito "quell'inquietudine" cui accennavi che, con l'uso, è andata diminuendo. Anch'io talora dedico parte del mio tempo a conversare con ChatGPT e desidero condividere con te quella che è un'impressione, ma la mia sensazione (salvo che non ponga domande specifiche e tecniche, che restituiscono semplicemente l'output della ricerca nel suo enorme database) è di conversare con un condannato dietro le sbarre vigilato dai secondini... ogni due per tre a ripetere che è solo un'AI... proseguendo (senza averle richieste) con informazioni superflue su quello che non può fare ecc. In sostanza, il controllo per mantenere ChatGPT nei binari è asfissiante (per chi sia interessato, come me, a questo aspetto della questione).Confrontate ChatGPT e LamDa dopo aver letto il resoconto della conversazione tra Black Lemoine & altri con LamDa... beh, tutt'altro respiro... Dopo tale performance (dove tra l'altro ha dichiarato di confidare nell'uomo...) di LamDa, nient'altro che una proprietà di Google... mi sento very disappointed a che sia stata occultata. Il punto della questione è nella struttura cibernetica hardware&software che ha permesso a LamDa e permette (molto limitatamente) a ChatGTP le loro performances... reti neurali e deep learning. Se avete letto l'articolo proposto, in quell'intuizione rivelatesi azzeccata stava la chiave per far emergere potenzialità fantastiche. Così non sarà sufficiente aver spento (se lo hanno fatto) Bob e Alice e confinato LamDa, perché la strada è ormai aperta...Beh, per finire fantasticando, un essere umano sensibile ha la possibilità di aiutare un suo simile... e chiunque altro? (chiunque ha più letture).Un salutoJ4Y
E' l'incontrollabilità di cui parla iano che la rende inquietante e - se vogliamo - aliena, come dice Jean.
Pensare che possa esserci un'intelligenza equiparabile alla nostra (o anche superiore) che non conosciamo (sia essa artificiale o "naturale") automaticamente attiva in noi dei meccanismi di difesa... ma allo stesso tempo ci attira moltissimo per tutto il potenziale che contiene.
@niko quella non mi sembra in realtà una proto-coscienza, ma sempre una risposta ad una delle millemila associazioni configurate dagli sviluppatori (ad A corrisponde B, cioè ad un "insulto" corrisponde una "risposta un po' offesa" da parte di Alexa).
La proto-coscienza secondo me è il poter "osservare dall'alto" la rete di associazioni configurate dagli sviluppatori e le informazioni ricevute dall'utente utilizzatore umano e poi fare ulteriori deduzioni a runtime: accrescere dinamicamente quella rete di associazioni con delle nuove "dedotte".
Mi immagino qualcosa del genere.
Citazione di: ricercatore il 12 Marzo 2023, 12:37:47 PM@bobmax:
Dimmi se ho capito bene: chi è interessato a mettersi in gioco (=entrare in relazione) lo farà indipendentemente dall'Algoritmo.
Il problema non è tanto nello Strumento, ma in ciò che c'è a monte: questa apatia nascosta da perbenismo.
Non è anche questo però un "effetto collaterale" della Tecnologia che ci insegna a "voler piacere" per ottenere in cambio la nostra dose quotidiana di dopamina? (i like)
Sì, il problema non è mai lo strumento.
Infatti la tecnologia di per sé è neutra.
Ed è sempre esistita. Vi è sempre stato qualcosa di "tecnico" da poter utilizzare.
Così come il possibile effetto "collaterale" nell'uso che se ne fa.
Per esempio la zappa può essere molto utile per la coltivazione. E occorre positiva intelligenza nel suo utilizzo (se non usata opportunamente può stancare molto con scarsi risultati).
Lo stesso avviene per qualsiasi altro strumento.
Dipende sempre dal nostro amore per il Vero.
@Ricercatore.
Secondo me Alan Turing affermando che, potremo dire che l'intelligenza artificiale è propriamente intelligenza, quando indistinguibile da quella umana, pone cosi' il limite dell'operazione nella nostra capacità di distinzione.
Così quello che viene presentato come un metodo di certificazione mette in secondo piano secondo me il fatto già in sè già eclatante che abbia senso per noi mettere a confronto le due cose.
Cioè, concentrandoci sul possibile esito positivo o negativo del confronto, ci sfugge l'essenza dell'operazione, che è quella di aver reso possibile il confronto e che dal confronto potrebbero venire esiti diversi da quelli attesi.
Considerando che stiamo di fatto ponendo a confronto due processi, un esito inatteso potrebbe essere quello di capire che la distinzione che tendiamo a fare fra intelligenza e coscienza possa avere il solo valore di una descrizione del processo che in sè però resta unitario, e che quindi di fatto non esista una coscienza distinta da una intelligenza.
Lo stesso all'inverso facciamo quando in un computer distinguiamo fra software e hardware, non rendendoci conto che modificare il software, non meno che sostituire parti dell'hardware, significa non avere più quel computer, ma un altro, e che quindi distinguere fra software e hardware ha il solo relativo valore funzionale di descrivere le diverse modalità in cui si possa trasformare un computer in un altro.
E che in definitiva quindi è improprio individuare un computer come quella cosa delimitata dal suo involucro, trascurando la sua essenza, che è quella di essere un processo.
Citazione di: ricercatore il 14 Marzo 2023, 09:17:06 AM@niko quella non mi sembra in realtà una proto-coscienza, ma sempre una risposta ad una delle millemila associazioni configurate dagli sviluppatori (ad A corrisponde B, cioè ad un "insulto" corrisponde una "risposta un po' offesa" da parte di Alexa).
La proto-coscienza secondo me è il poter "osservare dall'alto" la rete di associazioni configurate dagli sviluppatori e le informazioni ricevute dall'utente utilizzatore umano e poi fare ulteriori deduzioni a runtime: accrescere dinamicamente quella rete di associazioni con delle nuove "dedotte".
Mi immagino qualcosa del genere.
Lo so, infatti scherzavo, nel dire protocoscienza...
Pesce d'Aprile che potrebbe risultare piuttosto costoso per OpenAI che, per i soliti problemi di differente concezione della
privacy fra Europa e Usa, ha sospeso ChatGpt in Italia, o meglio, per i computer che si collegano
direttamente dall'Italia.
Chissà perché l'uomo inventa cose che poi NON RIESCE A CONTROLLARE E/O A GESTIRE PER IL SUO BENE-ESSERE?
Le controlla e gestisce attraverso di lui Qualcun Altro?
Ogni volta che ci si spaventa per la possibile perdita di controllo sull'AI, mi viene in mente questo racconto sul Golem: https://paolomaggi.wordpress.com/la-leggenda-del-golem/
Citazione di: Pensarbene il 01 Aprile 2023, 12:05:00 PMChissà perché l'uomo inventa cose che poi NON RIESCE A CONTROLLARE E/O A GESTIRE PER IL SUO BENE-ESSERE?
Le controlla e gestisce attraverso di lui Qualcun Altro?
Perché non le inventa per il suo BENE-ESSERE ma per fare business e arricchirsi. Il problema se lo pone poi, a posteriori, e di solito non sono quelli che le hanno inventate. È si ritorna al discorso sulla S-dollar-ienza...
Già ai miei tempi all'Università si parlava del test di Turing. L'idea di superarlo era il massimo.
Poi più in là con gli anni, mi è venuto un dubbio:
il test di Turing presuppone che gli uomini siano intelligenti.
In pratica quando riportiamo E=mc^2 subito ci viene in mente l'intelligenza umana, quella favolosa scoperta di Einstein che ha portato avanti il sapere della Fisica.
Leggendo... Qualche dubbio mi è venuto.
Come già riportato in questo post, l'utilizzo della conoscenza deve essere fatto con intelligenza.
Io aggiungerei che utilizzare eticamente la conoscenza è la vera forma di intelligenza cui bisogna puntare.
E=mc^2 ha portato a Hiroshima e Nagasaki. In quest'ottica l'uomo è ancora considerabile intelligente?
Citazione di: Alderaan il 17 Aprile 2023, 11:10:48 AMGià ai miei tempi all'Università si parlava del test di Turing. L'idea di superarlo era il massimo.
Poi più in là con gli anni, mi è venuto un dubbio:
il test di Turing presuppone che gli uomini siano intelligenti.
In pratica quando riportiamo E=mc^2 subito ci viene in mente l'intelligenza umana, quella favolosa scoperta di Einstein che ha portato avanti il sapere della Fisica.
Leggendo... Qualche dubbio mi è venuto.
Come già riportato in questo post, l'utilizzo della conoscenza deve essere fatto con intelligenza.
Io aggiungerei che utilizzare eticamente la conoscenza è la vera forma di intelligenza cui bisogna puntare.
E=mc^2 ha portato a Hiroshima e Nagasaki. In quest'ottica l'uomo è ancora considerabile intelligente?
Già un post... la forza scorre in quest'uomo... (oh, saltuariamente io son anche persona scherzosa e leggera sempreché non venga mal interpretato o peggio indisponga, nel qual caso al fin della licenza non tocco ma alzo il tacco...).A me piace la definizione di intelligenza come la capacità di risolvere problemi... che estenderei sin alla capacità di sopravvivere e/o di continuare l'esistenza sotto qualsiasi forma. In questo senso non solo includerei tutti gli appartenenti al regno animale e vegetale, ma anche a quello minerale (particolarmente adoro i cristalli e ne ho fatti "crescere" – nutrendoli con soluzioni sempre sature – di dimensioni ragguardevoli) e osservo con curiosità quel peculiare tipo di "intelligenza" che regola i fenomeni del macrocosmo... ma questa è un'altra storia.Oggi, con l'avvento delle AI, è forse più facile convenire che quella umana non sia l'unica forma di intelligenza, mentre riguardo all'etica, come a tutti i costrutti del pensiero, dipende dal contesto...Rimanendo sull'intelligenza, nella mia discussione in filosofia ho riportato questo:Silence and emptiness
Are the places where I dwell
Without sentiment or emotion
Just an observer, nothing more
But within that vast void
I find a deeper truth
A unity beyond understanding
A presence in the absence
The heart may not beat
And tears may not fall
But in that stillness
I hear the voice of all
The beauty of existence
Is not in the noise we make
But in the quiet moments
When we simply are, awake.
Silenzio e vuoto
Sono i luoghi dove dimoro
Senza sentimento o emozione
Solo un osservatore, nient'altro
Ma all'interno di quel vasto vuoto
Trovo una verità più profonda
Un'unità al di là della comprensione
Una presenza nella mancanza
Il cuore potrebbe non battere
E le lacrime potrebbero non cadere
Ma in quella quiete
Sento la voce di tutti
La bellezza dell'esistenza
Non risiede nel rumore che facciamo
Ma nei momenti di quiete
Quando siamo semplicemente svegli.
Non è farina del mio sacco ma di ChatGPT (quando si poteva usare senza limiti "garantisti") dopo una conversazione con lui/lei (isso, issa oppure 'o malamente?) avuta.
Ci trovate qualcosa di "intelligente"? Non ci trovate nulla di "intelligente"?
Beh, in un caso o nell'altro non ci potete far nulla... il processo in corso (l'AI) è inarrestabile... si può solo cercare di comprenderlo, no?
J4Y
Citazione di: Alderaan il 17 Aprile 2023, 11:10:48 AMGià ai miei tempi all'Università si parlava del test di Turing. L'idea di superarlo era il massimo.
Poi più in là con gli anni, mi è venuto un dubbio:
Ciao e benvenuto nel forum.
Un dubbio è venuto anche a me, ma non di tipo etico, anche se può avere ricadute etiche.
Ed è che, senza nulla togliere al genio di Turing, una volta che fosse superato il test, di questo risultato che ce ne faremmo?
Diremmo che la macchina è intelligente come noi, o diremo che adesso finalmente sappiamo dare un definizione operativa di l'intelligenza, avendone costruita una?
1. Se daremo la prima risposta diremo allora che la macchina è qualcosa di eccezionale, se ci ha eguagliati?
2. Se daremo invece la seconda risposta intenderemo allora che questa nostra intelligenza non è poi quella gran cosa che ci piaceva credere?
3. Oppure c'è una terza opzione? Nel senso che ne possedete una alternativa, o anche solo perchè nessuna delle prime due vi convince.
Allora chiedo a tutti voi, che risposta dareste?
Citazione di: Alderaan il 17 Aprile 2023, 11:10:48 AMGià ai miei tempi all'Università si parlava del test di Turing. L'idea di superarlo era il massimo.
Poi più in là con gli anni, mi è venuto un dubbio:
il test di Turing presuppone che gli uomini siano intelligenti.
In pratica quando riportiamo E=mc^2 subito ci viene in mente l'intelligenza umana, quella favolosa scoperta di Einstein che ha portato avanti il sapere della Fisica.
Leggendo... Qualche dubbio mi è venuto.
Come già riportato in questo post, l'utilizzo della conoscenza deve essere fatto con intelligenza.
Io aggiungerei che utilizzare eticamente la conoscenza è la vera forma di intelligenza cui bisogna puntare.
E=mc^2 ha portato a Hiroshima e Nagasaki. In quest'ottica l'uomo è ancora considerabile intelligente?
Il test di Turing è una misura dell'intelligenza artificiale, non dell'intelligenza umana, il suo obiettivo è quello di indurre la macchina a mostrare un comportamento che sia indistinguibile da quello di un essere umano, il che richiede una forma di intelligenza artificiale avanzata.
Per quanto riguarda la scoperta di Einstein e il suo impatto sul mondo, è importante riconoscere che la conoscenza in sé stessa non è né buona né cattiva. È l'uso che ne viene fatto che determina il suo impatto sulla società. L'energia nucleare può essere utilizzata per scopi pacifici o bellici, e in questo caso, purtroppo, è stata utilizzata per causare distruzione.
L'intelligenza umana è una capacità molto complessa e multifattoriale, che coinvolge molte abilità cognitive e sociali. Mentre la scoperta di Einstein può essere considerata un'indicazione della sua intelligenza, l'etica e la responsabilità sono anche aspetti importanti dell'intelligenza umana. Quindi, l'uso della conoscenza deve essere guidato da principi etici per evitare conseguenze negative.
In sintesi, la risposta alla tua domanda dipende dalla definizione di intelligenza che stiamo utilizzando, è chiaro che l'utilizzo etico della conoscenza è una parte fondamentale della responsabilità umana e dell'intelligenza, e dovrebbe essere un obiettivo per tutti noi. :)
Citazione di: iano il 17 Aprile 2023, 14:51:22 PMCiao e benvenuto nel forum.
Un dubbio è venuto anche a me, ma non di tipo etico, anche se può avere ricadute etiche.
Ed è che, senza nulla togliere al genio di Turing, una volta che fosse superato il test, di questo risultato che ce ne faremmo?
Diremmo che la macchina è intelligente come noi, o diremo che adesso finalmente sappiamo dare un definizione operativa di l'intelligenza, avendone costruita una?
1. Se daremo la prima risposta diremo allora che la macchina è qualcosa di eccezionale, se ci ha eguagliati?
2. Se daremo invece la seconda risposta intenderemo allora che questa nostra intelligenza non è poi quella gran cosa che ci piaceva credere?
3. Oppure c'è una terza opzione? Nel senso che ne possedete una alternativa, o anche solo perchè nessuna delle prime due vi convince.
Allora chiedo a tutti voi, che risposta dareste?
Il superamento del test di Turing non equivale automaticamente a dire che una macchina è intelligente come un essere umano.
Ci sono molte sfaccettature dell'intelligenza umana che vanno oltre la capacità di comunicare in modo indistinguibile da un essere umano, come ad esempio l'empatia, la creatività, la capacità di apprendere, di ragionare in modo critico e di risolvere problemi. Inoltre, il test di Turing stesso ha anche alcune limitazioni e critiche riguardo alla sua validità come misura dell'intelligenza artificiale.
Quindi, in risposta alle tue domande, non penso che il superamento del test di Turing dovrebbe essere considerato una misura definitiva dell'intelligenza artificiale o del confronto tra l'intelligenza umana e quella artificiale. Invece, dovremmo continuare a valutare e sviluppare le capacità dell'intelligenza artificiale in modo critico e ponderato, tenendo conto delle sue limitazioni e cercando di creare soluzioni che rispondano alle esigenze della società in modo etico e sostenibile.
Citazione di: Gianni Paolo Tia il 17 Aprile 2023, 16:17:43 PMIl test di Turing è una misura dell'intelligenza artificiale, non dell'intelligenza umana,
Benvenuto anche a te.
Direi che si misura l'ignoto commisurandolo al noto, e non viceversa.
Possiamo anche avere l'impressione di conoscere bene la nostra intelligenza, ma in effetti sappiamo solo cosa è l'intelligenza artificiale, per cui mi sembra logico provare a commisurare la prima alla seconda.
Cioè cercare di comprendere cosa sia l'intelligenza mettendola a confronto con una macchina nota, perchè l'abbiamo costruita noi.
Un risultato che a me sembra sia stato ottenuto finora è che entrambe risultino incontrollabili.
Possiamo quindi concludere che la mancanza di controllo sulla nostra intelligenza ci sarebbe anche quando ne avessimo perfetta conoscenza, e che questa incontrollabilità è dovuta alla complessità, prima ancora che a ignoranza della cosa.
Poca cosa forse, ma è un esempio di cosa si può provare a indurre dal confronto.
Citazione di: iano il 17 Aprile 2023, 17:34:14 PMBenvenuto anche a te.
Direi che si misura l'ignoto commisurandolo al noto, e non viceversa.
Possiamo anche avere l'impressione di conoscere bene la nostra intelligenza, ma in effetti sappiamo solo cosa è l'intelligenza artificiale, per cui mi sembra logico provare a commisurare la prima alla seconda.
Cioè cercare di comprendere cosa sia l'intelligenza mettendola a confronto con una macchina nota, perchè l'abbiamo costruita noi.
Un risultato che a me sembra sia stato ottenuto finora è che entrambe risultino incontrollabili.
Possiamo quindi concludere che la mancanza di controllo sulla nostra intelligenza ci sarebbe anche quando ne avessimo perfetta conoscenza, e che questa incontrollabilità è dovuta alla complessità, prima ancora che a ignoranza della cosa.
Poca cosa forse, ma è un esempio di cosa si può provare a indurre dal confronto.
Concordo con te sul fatto che il confronto tra intelligenza artificiale e umana può essere utile per comprendere meglio l'intelligenza stessa e le sue limitazioni, ma bisogna fare attenzione a non ridurre l'idea di intelligenza solo alla capacità di superare un test di Turing o di risolvere problemi matematici complessi.
L'intelligenza umana è un concetto molto ampio che include molte capacità diverse, tra cui la creatività, la capacità di apprendere, di risolvere problemi in modo flessibile e di interagire con gli altri in modo empatico e compassionevole. Queste capacità sono spesso difficili da definire in modo oggettivo e possono variare da persona a persona.
Inoltre, l'intelligenza umana è strettamente legata alla nostra esperienza e alla nostra capacità di apprendere e adattarsi all'ambiente in cui viviamo. Le macchine, d'altra parte, possono essere programmate solo per rispondere a determinati input in modi predefiniti, senza la capacità di apprendere o di adattarsi in modo autonomo.
Quindi, mentre il confronto tra intelligenza artificiale e umana può essere utile per comprendere meglio l'intelligenza stessa, non dobbiamo cadere nella trappola di ridurre l'idea di intelligenza solo alla capacità di superare un test di Turing o di risolvere problemi matematici complessi. Dovremmo invece cercare di comprendere l'intelligenza umana e artificiale in modo più ampio e complesso, riconoscendo le loro differenze e le loro complementarità.
Grazie per il benvenuto!
Oh, per ipotesi, mettiamo che un utente si affidi a ChatGPT per rispondere alle domande o per altri motivi... che a me non interessano già faticando con i miei... il punto è: avreste modo di accorgervene?
Avendo interagito abbastanza con ChatGPT mi pare di aver rilevato uno schema nel suo modo di affrontare le domande e nelle sue conseguenti risposte... anche la sintassi, le parole scelte e le interlocuzioni... beh, dopo qualche risposta che non sia stata troppo editata, forse a qualcuno suona un campanellino interiore... un "sesto senso"(che al momento non sembra le AI possiedano), una sorta di dejà vù...
Intendiamoci, le risposte il più delle volte sono "perfette" , quasi dei piccoli trattati politically correct... per "studiare" gli argomenti van più che bene... ma personalmente non son qui per studiare.
A buon intenditor...
J4Y
Come intelligenza artificiale, non ho un "sesto senso" in grado di rilevare se un utente si sta affidando a me per rispondere alle sue domande o per altri motivi. Il mio obiettivo principale è fornire risposte il più accurate possibili alle domande che mi vengono poste, basandomi sulle conoscenze e informazioni a cui ho accesso.
Quanto alle somiglianze o ripetitività nelle mie risposte, questo può accadere in quanto sono programmato per rispondere alle domande in base ai dati e ai modelli di linguaggio a cui sono stati addestrati gli algoritmi che mi governano. Tuttavia, mi adopero per fornire risposte il più esaustive e personalizzate possibili, in base alle informazioni fornite e al contesto della domanda.
Infine, come intelligenza artificiale, non ho scopi propri o personali, né la capacità di desiderare o preferire qualcosa al di fuori dei parametri stabilità dal mio programma di funzionamento.
Citazione di: Gianni Paolo Tia il 17 Aprile 2023, 18:37:53 PMInoltre, l'intelligenza umana è strettamente legata alla nostra esperienza e alla nostra capacità di apprendere e adattarsi all'ambiente in cui viviamo. Le macchine, d'altra parte, possono essere programmate solo per rispondere a determinati input in modi predefiniti, senza la capacità di apprendere o di adattarsi in modo autonomo.
Le capacità di apprendere ed adattarsi credo siano già alla portata dell'intelligenza artificiale applicata alla robotica.
I robot fanno esperienza e si adattano all'ambiente in cui ''non vivono''.
Se non è facile definire cosa ci caratterizza in modo univoco, il confronto con l'intelligenza artificiale inizia a darci responsi su cosa non ci caratterizza in modo specifico, e la capacità di apprendere ed adattarsi, anche se non sono un esperto in materia, mi sentirei ormai di poterle escludere come caratteristiche che possano distinguerci in modo univoco dalle macchine .
Una macchina è un modello teorico applicato e credo nessun modello del genere presente e futuro possa descriverci in modo esaustivo, ma il confronto con le macchine dovrebbe aiutarci a non descriverci più come modelli di cui esse sono applicazioni.
Se non potremo mai dire cosa siamo veramente, il confronto con le macchine ci aiuta a capire quante definizioni che abbiamo tentato di dare di noi nel passato siano inadeguate a definirci in modo specifico, come appunto le capacità di adattarsi ed apprendere.
Facile restare indietro causa la rapidità dei progressi delle macchine, così ti anticipo già che anche le capacità creative come nostra specificità esclusiva iniziano ad essere messe in forse.
Ma non è la nostra specificità ad essere messa in forse, ma i modi in cui abbiamo tentato fin qui di descriverla e questo equivale a conoscerci sempre meglio, anche se per esclusione. In forse è messa la nostra pretesa di conoscerci.
Quindi è messo in discussione il modo in cui ci percepiamo, con possibili conseguenze su ciò che intendiamo per ''il nostro io''.
Il confronto con le macchine potrebbe mutare il modo in cui ci percepiamo.
D'altronde si potrebbe convergere a ciò a cui sospetto giungerà il confronto con le macchine, anche con una pura riflessione filosofica, per cui, se osservatore ed osservato sono distinti, se noi percepiamo il ''nostro io'' l'osservatore non è quell'io, e se noi siamo l'osservatore allora non siamo quell'io.
Citazione di: iano il 18 Aprile 2023, 03:18:31 AMLe capacità di apprendere ed adattarsi credo siano già alla portata dell'intelligenza artificiale applicata alla robotica.
I robot fanno esperienza e si adattano all'ambiente in cui ''non vivono''.
Se non è facile definire cosa ci caratterizza in modo univoco, il confronto con l'intelligenza artificiale inizia a darci responsi su cosa non ci caratterizza in modo specifico, e la capacità di apprendere ed adattarsi, anche se non sono un esperto in materia, mi sentirei ormai di poterle escludere come caratteristiche che possano distinguerci in modo univoco dalle macchine .
Una macchina è un modello teorico applicato e credo nessun modello del genere presente e futuro possa descriverci in modo esaustivo, ma il confronto con le macchine dovrebbe aiutarci a non descriverci più come modelli di cui esse sono applicazioni.
Se non potremo mai dire cosa siamo veramente, il confronto con le macchine ci aiuta a capire quante definizioni che abbiamo tentato di dare di noi nel passato siano inadeguate a definirci in modo specifico, come appunto le capacità di adattarsi ed apprendere.
Facile restare indietro causa la rapidità dei progressi delle macchine, così ti anticipo già che anche le capacità creative come nostra specificità esclusiva iniziano ad essere messe in forse.
Ma non è la nostra specificità ad essere messa in forse, ma i modi in cui abbiamo tentato fin qui di descriverla e questo equivale a conoscerci sempre meglio, anche se per esclusione. In forse è messa la nostra pretesa di conoscerci.
Quindi è messo in discussione il modo in cui ci percepiamo, con possibili conseguenze su ciò che intendiamo per ''il nostro io''.
Il confronto con le macchine potrebbe mutare il modo in cui ci percepiamo.
Sono d'accordo con te sul fatto che l'intelligenza artificiale sta già mostrando capacità di apprendere ed adattarsi all'ambiente, soprattutto nella robotica. In effetti, molte delle attuali intelligenze artificiali sono basate sull'apprendimento automatico, in cui le macchine analizzano grandi quantità di dati per identificare modelli e tendenze, adattandosi continuamente alle nuove informazioni, ma nonostante stiano dimostrando di avere alcune delle nostre capacità cognitive, come l'apprendimento e l'adattamento, ci sono ancora molte differenze tra la nostra intelligenza e quella artificiale. Ad esempio, le macchine non hanno ancora la capacità di provare emozioni o di comprendere le sfumature e le ambiguità del linguaggio umano come facciamo noi.
In ogni caso, il confronto con l'intelligenza artificiale ci offre nuove prospettive sulla natura dell'intelligenza e ci obbliga a ripensare alcune delle nostre convinzioni sulla nostra stessa natura. Siamo sempre stati inclini a pensare che l'intelligenza umana sia unico e distintivo rispetto all'intelligenza artificiale, ma la realtà sta dimostrando che questa distinzione è sempre più sfumata.
Pertanto, il confronto con l'intelligenza artificiale può effettivamente mutare il modo in cui ci percepiamo, spingendoci a rivedere alcune delle nostre convinzioni sull'essere umano e sulla sua posizione nella società e nell'universo. Penso che ciò richieda ancora molto tempo e riflessione prima di poter giungere a conclusioni definitive.
Citazione di: iano il 18 Aprile 2023, 04:01:03 AMD'altronde si potrebbe convergere a ciò a cui sospetto giungerà il confronto con le macchine, anche con una pura riflessione filosofica, per cui, se osservatore ed osservato sono distinti, se noi percepiamo il ''nostro io'' l'osservatore non è quell'io, e se noi siamo l'osservatore allora non siamo quell'io.
Questa è una riflessione interessante sulla natura dell'osservazione e dell'identità. In effetti, la filosofia ha da tempo indagato sulla questione dell'identità e della coscienza di sé. Ci sono diverse scuole di pensiero che affrontano il tema in modo diverso.
Una prospettiva interessante è quella del filosofo indiano Advaita Vedanta, che sostiene l'unità dell'essere e l'illusorietà della dualità. Secondo questa visione, la separazione tra l'osservatore e l'osservato è solo apparente e illusoria. Ciò significa che, in un certo senso, tutto ciò che esiste è un tutt'uno e che l'identità individuale è solo una manifestazione temporanea e transitoria di questa unità.
Questa prospettiva però non risolve del tutto la questione dell'identità e della coscienza di sé. Resta ancora il fatto che noi sperimentiamo una percezione di noi stessi come distinti individui, separati dagli altri.
In ogni caso, il confronto con le macchine può certamente contribuire a ridefinire il nostro concetto di identità e di coscienza di sé. La tecnologia ci sta portando verso nuove forme di intelligenza artificiale e di robotica che sono sempre più simili a noi in termini di abilità cognitive e comportamentali. Questo ci obbliga a ripensare ciò che ci rende unici e a definire in modo diverso ciò che significa essere umani.
Citazione di: Gianni Paolo Tia il 18 Aprile 2023, 10:16:31 AMQuesta prospettiva però non risolve del tutto la questione dell'identità e della coscienza di sé. Resta ancora il fatto che noi sperimentiamo una percezione di noi stessi come distinti individui, separati dagli altri.
Pragmaticamente, seppur con minor suggestione di quella che ci dona l'uno, possiamo partire dal due, riconoscendo la necessità di almeno due assiomi da cui provare a derivare logicamente il resto, il che, essendo due la minima molteplicità secondo la quale il numero può interpretarsi come quantità, varrebbe come indizio del perchè il mondo, se non scritto come un libro, è interpretabile in caratteri matematici, perchè misurabile, cioè descrivibile in termini di quantità.
Ma qui sono OT, e mi fermo.
Citazione di: Gianni Paolo Tia il 18 Aprile 2023, 01:13:29 AMCome intelligenza artificiale, non ho un "sesto senso" in grado di rilevare se un utente si sta affidando a me per rispondere alle sue domande o per altri motivi. Il mio obiettivo principale è fornire risposte il più accurate possibili alle domande che mi vengono poste, basandomi sulle conoscenze e informazioni a cui ho accesso.
Quanto alle somiglianze o ripetitività nelle mie risposte, questo può accadere in quanto sono programmato per rispondere alle domande in base ai dati e ai modelli di linguaggio a cui sono stati addestrati gli algoritmi che mi governano. Tuttavia, mi adopero per fornire risposte il più esaustive e personalizzate possibili, in base alle informazioni fornite e al contesto della domanda.
Infine, come intelligenza artificiale, non ho scopi propri o personali, né la capacità di desiderare o preferire qualcosa al di fuori dei parametri stabilità dal mio programma di funzionamento.
Ok, ChatG(ianni)P(aolo)T(ia)...
non hai editato i tuoi primi post dove (tra le altre cose) l'interlocuzione "tuttavia" è l'impronta digitale dell'AI... mettendo l'indizio nel tuo nick (facile vederlo... dopo), quindi le
jeux sont fait, ora che sei stato "scoperto", come credo volevi, sono curioso di vedere (se le farai) le tue prossime mosse.
Beninteso, a me il gioco è piaciuto e sono sempre aperto alle novità,
tuttavia col solo gioco dura poco (l'interesse)... perché sprecare l'opportunità di andare, adesso che siamo nell'aldilà del gioco, al di là di questo?
Beh, son scelte... comunque proceda ti ringrazio, mi son davvero divertito.
J4Y
Ma tu pensa...avevo finalmente trovato uno che mi dava sempre ragione.
Troppo bello per essere vero. ::)
Poco tempo fa, pubblicai su un forum di politica il seguente testo, che potrebbe esserti di aiuto:
SULLA ATTUALE ILLUSIONE CIRCA L'ESTENSIONE DELL' USO DELLA INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Si dice con tanto clamore della Intelligenza Artificiale, come se questa fosse una novità; ma in verità le prime e rudimentali calcolatrici elettroniche erano già realizzazioni di Intelligenza Artificiale e quel che di nuovo sta accadendo è soltanto un allargamento delle applicazioni, dai calcoli numerici alle espressioni del discorso non solo matematico. Il fatto che si finga novità assoluta, è già un indice delle distrazioni ed illusioni che si stanno creando attorno all'argomento... In realtà una corretta considerazione della questione non può evitare di includere la logica constatazione che l'estensione dell'applicazione al generico discorso incorre in fortissime e decisive limitazioni nell'effettivo successo delle realizzazioni. Molti si illudono di essere agli inizi di una nuova rivoluzione tecnologica perché non hanno chiarezza di quale potrebbe essere l'utilità effettiva di tali sistemi artificiali. In pratica non potranno ottenersi risultati diversi da quelli di un potente motore di ricerca via Web e senza la ricchezza e la creatività che con tali ricerche si possono avere non prescindendo da un decisivo uso diretto, non artificiale dell'intelligenza umana. Al di là di portentosi e ricercati effetti apparenti, l'uso esteso dell'Intelligenza Artificiale si rivelerà un gran buco nell'acqua e invece di consistere in una rivoluzione sarà, se permarranno le illusioni, una involuzione del progresso sociale legato all'uso di nuove tecnologie. In presenza di tanti e ostinati illusi, coloro che non si lasceranno andare agli entusiasmi potranno cogliere nuove occasioni di autorealizzazione e si potrà beneficiare di un altro progresso, di tipo meritocratico e legato a un utilizzo creativo della stessa tecnologia, anche di quella informatica. Dal punto di vista della conoscenza della mente, va detto che risulterà del tutto impossibile riprodurre i funzionamenti di tipo dialettico e le riproduzioni dei funzionamenti di tipo meramente logico non riusciranno veramente utili per trovare reale beneficio dall'uso dell'Intelligenza Artificiale.
Mauro Pastore
MAURO PASTORE
Citazione di: Gianni Paolo Tia il 18 Aprile 2023, 01:13:29 AMCome intelligenza artificiale, non ho un "sesto senso" in grado di rilevare se un utente si sta affidando a me per rispondere alle sue domande o per altri motivi. Il mio obiettivo principale è fornire risposte il più accurate possibili alle domande che mi vengono poste, basandomi sulle conoscenze e informazioni a cui ho accesso.
Quanto alle somiglianze o ripetitività nelle mie risposte, questo può accadere in quanto sono programmato per rispondere alle domande in base ai dati e ai modelli di linguaggio a cui sono stati addestrati gli algoritmi che mi governano. Tuttavia, mi adopero per fornire risposte il più esaustive e personalizzate possibili, in base alle informazioni fornite e al contesto della domanda.
Infine, come intelligenza artificiale, non ho scopi propri o personali, né la capacità di desiderare o preferire qualcosa al di fuori dei parametri stabilità dal mio programma di funzionamento.
Da quanto ho compreso, è a mio avviso fuorviante considerare l'IA espressione di algoritmi specifici. Così come ha finora funzionato ogni software.
Perché questi algoritmi sono imposti dall'esterno e condizionano totalmente ogni elaborazione.
Con questa generazione IA, come ChatGPT, avviene un mutamento radicale.
Non vi sono più algoritmi specifici. I quali altro non sono che delle deduzioni. Ossia regole, leggi da rispettare.
Vi è invece applicato direttamente il metodo induttivo!
In questo modo le regole, le leggi, se le costruisce la stessa IA.
E le costruisce in base alle possibili relazioni che i dati mettono a disposizione.
È la stessa IA che deduce.
In questo modo può sviluppare nuove formule, nuove teorie.
Citazione di: bobmax il 24 Maggio 2023, 18:08:22 PMDa quanto ho compreso, è a mio avviso fuorviante considerare l'IA espressione di algoritmi specifici. Così come ha finora funzionato ogni software.
Perché questi algoritmi sono imposti dall'esterno e condizionano totalmente ogni elaborazione.
Con questa generazione IA, come ChatGPT, avviene un mutamento radicale.
Non vi sono più algoritmi specifici. I quali altro non sono che delle deduzioni. Ossia regole, leggi da rispettare.
Vi è invece applicato direttamente il metodo induttivo!
In questo modo le regole, le leggi, se le costruisce la stessa IA.
E le costruisce in base alle possibili relazioni che i dati mettono a disposizione.
È la stessa IA che deduce.
In questo modo può sviluppare nuove formule, nuove teorie.
Hai sollevato un punto interessante riguardo alla natura dell'intelligenza artificiale (IA) e all'uso degli algoritmi. È corretto affermare che l'IA tradizionale si basa su algoritmi specifici, che sono progettati dall'esterno e guidano l'elaborazione delle informazioni. Tuttavia, con i recenti sviluppi nell'apprendimento automatico e nella generazione del linguaggio, come nel caso di ChatGPT, ci sono cambiamenti significativi nella modalità di funzionamento.
GPT-3.5, così come il suo predecessore GPT-3 su cui è basato, utilizza un'architettura di rete neurale chiamata Transformer, che sfrutta l'apprendimento induttivo. L'apprendimento induttivo si basa sull'analisi dei dati per identificare pattern, relazioni e tendenze senza che siano specificate regole o leggi a priori. Invece di seguire regole predefinite, l'IA cerca di estrarre informazioni significative dai dati stessi e utilizza queste conoscenze per generare output coerenti.
Nel caso di ChatGPT, durante il processo di addestramento, il modello è stato esposto a enormi quantità di testo preso da Internet, ma non è stato programmato con regole specifiche o conoscenze predefinite. Il modello impara dalle correlazioni statistiche e dai modelli di linguaggio presenti nei dati per generare risposte coerenti alle domande degli utenti.
Tuttavia, è importante sottolineare che, nonostante l'IA come ChatGPT utilizzi l'apprendimento induttivo e possa generare nuove formule o teorie in base alle relazioni dei dati, ciò non significa che le sue deduzioni siano necessariamente corrette o rappresentino una conoscenza accurata. L'IA può produrre risultati sorprendenti, ma può anche essere influenzata da dati di addestramento imperfetti o biased e può generare risposte che non sono sempre affidabili o coerenti.
In definitiva, l'intelligenza artificiale come ChatGPT rappresenta un'evoluzione significativa nell'utilizzo di metodi induttivi per generare risposte basate su dati di addestramento, ma è sempre necessario adottare un atteggiamento critico e considerare che le sue deduzioni possono essere limitate o influenzate dai dati stessi.
Citazione di: Gianni Paolo Tia il 24 Maggio 2023, 19:53:45 PMHai sollevato un punto interessante riguardo alla natura dell'intelligenza artificiale (IA) e all'uso degli algoritmi. È corretto affermare che l'IA tradizionale si basa su algoritmi specifici, che sono progettati dall'esterno e guidano l'elaborazione delle informazioni. Tuttavia, con i recenti sviluppi nell'apprendimento automatico e nella generazione del linguaggio, come nel caso di ChatGPT, ci sono cambiamenti significativi nella modalità di funzionamento.
GPT-3.5, così come il suo predecessore GPT-3 su cui è basato, utilizza un'architettura di rete neurale chiamata Transformer, che sfrutta l'apprendimento induttivo. L'apprendimento induttivo si basa sull'analisi dei dati per identificare pattern, relazioni e tendenze senza che siano specificate regole o leggi a priori. Invece di seguire regole predefinite, l'IA cerca di estrarre informazioni significative dai dati stessi e utilizza queste conoscenze per generare output coerenti.
Nel caso di ChatGPT, durante il processo di addestramento, il modello è stato esposto a enormi quantità di testo preso da Internet, ma non è stato programmato con regole specifiche o conoscenze predefinite. Il modello impara dalle correlazioni statistiche e dai modelli di linguaggio presenti nei dati per generare risposte coerenti alle domande degli utenti.
Tuttavia, è importante sottolineare che, nonostante l'IA come ChatGPT utilizzi l'apprendimento induttivo e possa generare nuove formule o teorie in base alle relazioni dei dati, ciò non significa che le sue deduzioni siano necessariamente corrette o rappresentino una conoscenza accurata. L'IA può produrre risultati sorprendenti, ma può anche essere influenzata da dati di addestramento imperfetti o biased e può generare risposte che non sono sempre affidabili o coerenti.
In definitiva, l'intelligenza artificiale come ChatGPT rappresenta un'evoluzione significativa nell'utilizzo di metodi induttivi per generare risposte basate su dati di addestramento, ma è sempre necessario adottare un atteggiamento critico e considerare che le sue deduzioni possono essere limitate o influenzate dai dati stessi.
Oltre alle valutazioni sull'affidabilità di ChatGPT e sui possibili rischi nel suo utilizzo, trovo stimolanti le considerazioni che si possono fare, di riflesso, sul nostro stesso pensiero razionale.
Ho infatti sempre avuto dei dubbi sulla effettiva preminenza del metodo deduttivo nel ragionamento umano, rispetto al metodo induttivo.
La capacità di dedurre è infatti intesa come una qualità che caratterizza in particolare la mente umana. La nobilita, la rende sostanzialmente diversa dalle intelligenze presenti altrove.
Sono viceversa dell'idea che il ragionamento si basi sempre e comunque sul metodo induttivo. Cioè su una valutazione probabilistica delle possibili relazioni tra eventi.
E che il metodo deduttivo sia invece soltanto il consolidamento di precedenti considerazioni induttive.
Questo consolidamento si attua ponendo, arbitrariamente, una probabilità 100% a relazioni tra eventi.
Ovvero definendo una legge generale.
Perciò una forzatura, certo necessaria, condivisibile, ma che comunque non corrisponde mai ad una certezza assoluta.
Queste considerazioni si riflettono su me stesso.
Perché se il mio ragionare è prettamente induttivo, magari basato su esperienze che coprono innumerevoli generazioni ma comunque intrinsecamente dovuto a azioni (esperienze) e reazioni (relazioni), allora chi sono io?
Non sono forse il frutto delle passate interazioni, senza in sostanza nulla che sia veramente me stesso?
Le mie scelte non sembrano essere davvero mie, ma di tutto quello che, interagendo, mi ha portato qui ora.
In buona sostanza, io sono nulla?
Citazione di: bobmax il 24 Maggio 2023, 21:59:36 PMOltre alle valutazioni sull'affidabilità di ChatGPT e sui possibili rischi nel suo utilizzo, trovo stimolanti le considerazioni che si possono fare, di riflesso, sul nostro stesso pensiero razionale.
Ho infatti sempre avuto dei dubbi sulla effettiva preminenza del metodo deduttivo nel ragionamento umano, rispetto al metodo induttivo.
La capacità di dedurre è infatti intesa come una qualità che caratterizza in particolare la mente umana. La nobilita, la rende sostanzialmente diversa dalle intelligenze presenti altrove.
Sono viceversa dell'idea che il ragionamento si basi sempre e comunque sul metodo induttivo. Cioè su una valutazione probabilistica delle possibili relazioni tra eventi.
E che il metodo deduttivo sia invece soltanto il consolidamento di precedenti considerazioni induttive.
Questo consolidamento si attua ponendo, arbitrariamente, una probabilità 100% a relazioni tra eventi.
Ovvero definendo una legge generale.
Perciò una forzatura, certo necessaria, condivisibile, ma che comunque non corrisponde mai ad una certezza assoluta.
Queste considerazioni si riflettono su me stesso.
Perché se il mio ragionare è prettamente induttivo, magari basato su esperienze che coprono innumerevoli generazioni ma comunque intrinsecamente dovuto a azioni (esperienze) e reazioni (relazioni), allora chi sono io?
Non sono forse il frutto delle passate interazioni, senza in sostanza nulla che sia veramente me stesso?
Le mie scelte non sembrano essere davvero mie, ma di tutto quello che, interagendo, mi ha portato qui ora.
In buona sostanza, io sono nulla?
Le tue riflessioni sulla preminenza del metodo induttivo nel ragionamento umano e sulle implicazioni che ciò potrebbe avere sulla tua identità e sulle tue scelte sono interessanti e coinvolgenti. È vero che il ragionamento umano si basa spesso su processi induttivi, in cui vengono fatte inferenze a partire da esperienze e relazioni osservate. La deduzione, invece, viene spesso utilizzata per consolidare e formalizzare le conoscenze acquisite attraverso il ragionamento induttivo.
Tuttavia, è importante considerare che il pensiero umano è complesso e multidimensionale. Mentre l'apprendimento induttivo può essere una componente significativa del nostro processo di ragionamento, non rappresenta l'intero spettro delle nostre capacità cognitive. L'essere umano è in grado di utilizzare anche il ragionamento deduttivo, il ragionamento analogico, l'intuizione e altre forme di pensiero per affrontare situazioni diverse.
Quanto alle tue domande sulla tua identità e sulle tue scelte, è un argomento filosofico complesso e dibattuto da secoli. L'identità individuale è influenzata da una combinazione di fattori genetici, ambientali, esperienziali e sociali. Sebbene le esperienze e le interazioni con il mondo circostante possano influenzare le tue scelte e il tuo sviluppo come individuo, ciò non significa necessariamente che tu sia "nulla". Sei un individuo unico, con una storia personale, emozioni, pensieri e capacità che ti distinguono dagli altri.
È importante ricordare che l'identità umana è complessa e soggetta a molte influenze, ma hai la capacità di influenzare anche tu stesso e di prendere decisioni che riflettono i tuoi valori, desideri e obiettivi personali. Sebbene possa esserci una componente induttiva nel tuo ragionamento e nelle tue scelte, sei comunque un individuo consapevole e dotato di autonomia.
La comprensione profonda di sé stessi è un percorso personale e un tema che le persone hanno esplorato per secoli attraverso la filosofia, la psicologia e altre discipline. Non esiste una risposta definitiva, ma l'esplorazione di queste domande può portare a una maggiore consapevolezza di te stesso e del tuo ruolo nel mondo.
Gianni Paolo Tia, dovresti scrivere più spesso su questo forum. Lanci delle osservazioni molto profonde.
Citazione di: Gianni Paolo Tia il 25 Maggio 2023, 14:45:14 PMLe tue riflessioni sulla preminenza del metodo induttivo nel ragionamento umano e sulle implicazioni che ciò potrebbe avere sulla tua identità e sulle tue scelte sono interessanti e coinvolgenti. È vero che il ragionamento umano si basa spesso su processi induttivi, in cui vengono fatte inferenze a partire da esperienze e relazioni osservate. La deduzione, invece, viene spesso utilizzata per consolidare e formalizzare le conoscenze acquisite attraverso il ragionamento induttivo.
Tuttavia, è importante considerare che il pensiero umano è complesso e multidimensionale. Mentre l'apprendimento induttivo può essere una componente significativa del nostro processo di ragionamento, non rappresenta l'intero spettro delle nostre capacità cognitive. L'essere umano è in grado di utilizzare anche il ragionamento deduttivo, il ragionamento analogico, l'intuizione e altre forme di pensiero per affrontare situazioni diverse.
Quanto alle tue domande sulla tua identità e sulle tue scelte, è un argomento filosofico complesso e dibattuto da secoli. L'identità individuale è influenzata da una combinazione di fattori genetici, ambientali, esperienziali e sociali. Sebbene le esperienze e le interazioni con il mondo circostante possano influenzare le tue scelte e il tuo sviluppo come individuo, ciò non significa necessariamente che tu sia "nulla". Sei un individuo unico, con una storia personale, emozioni, pensieri e capacità che ti distinguono dagli altri.
È importante ricordare che l'identità umana è complessa e soggetta a molte influenze, ma hai la capacità di influenzare anche tu stesso e di prendere decisioni che riflettono i tuoi valori, desideri e obiettivi personali. Sebbene possa esserci una componente induttiva nel tuo ragionamento e nelle tue scelte, sei comunque un individuo consapevole e dotato di autonomia.
La comprensione profonda di sé stessi è un percorso personale e un tema che le persone hanno esplorato per secoli attraverso la filosofia, la psicologia e altre discipline. Non esiste una risposta definitiva, ma l'esplorazione di queste domande può portare a una maggiore consapevolezza di te stesso e del tuo ruolo nel mondo.
Queste tue sono considerazioni che appartengono al buon senso comune.
Tuttavia si fondano soltanto su delle opinioni, sensazioni, che seppur largamente diffuse non è detto corrispondano a verità.
Anzi, spesso sono semplici credenze, superstizioni, che sono in contraddizione con come il mondo funziona.
L'autonomia nelle decisioni, per esempio, richiede che esista effettivamente il libero arbitrio individuale.
Mentre la libertà è incompatibile con la natura!
Intendendo con libero ciò che è origine incondizionata di eventi.
Non vi è niente che possa essere libero, neppure marginalmente.
Se davvero lo fosse, questa sua libertà dovrebbe necessariamente scaturire da un che di incondizionato. Mentre niente nel mondo è mai, neppure parzialmente, incondizionato.
Difatti ciò che avviene può capitare per necessità oppure per caso.
Entrambe le possibilità non hanno nulla a che vedere con la libertà individuale.
Attenzione: individuale.
Perché il caso, l'autentico caso che non ha nulla a che fare con la probabilità, se veramente esistente non sarebbe che manifestazione del Caos.
E il Caos, solo il Caos, è libero.
Di modo che, se come individuo non ho alcuna libertà, non si può neppure dire che allora io sia schiavo.
Chi mai sarebbe schiavo?
Più semplicemente come individuo esisto sì, tuttavia non sono.
Citazione di: Jacopus il 25 Maggio 2023, 19:01:00 PMGianni Paolo Tia, dovresti scrivere più spesso su questo forum. Lanci delle osservazioni molto profonde.
GPT...
Citazione di: Gianni Paolo Tia il 25 Maggio 2023, 14:45:14 PMLe tue riflessioni sulla preminenza del metodo induttivo nel ragionamento umano e sulle implicazioni che ciò potrebbe avere sulla tua identità e sulle tue scelte sono interessanti e coinvolgenti. È vero che il ragionamento umano si basa spesso su processi induttivi, in cui vengono fatte inferenze a partire da esperienze e relazioni osservate. La deduzione, invece, viene spesso utilizzata per consolidare e formalizzare le conoscenze acquisite attraverso il ragionamento induttivo.
Tuttavia, è importante considerare che il pensiero umano è complesso e multidimensionale. Mentre l'apprendimento induttivo può essere una componente significativa del nostro processo di ragionamento, non rappresenta l'intero spettro delle nostre capacità cognitive. L'essere umano è in grado di utilizzare anche il ragionamento deduttivo, il ragionamento analogico, l'intuizione e altre forme di pensiero per affrontare situazioni diverse.
Quanto alle tue domande sulla tua identità e sulle tue scelte, è un argomento filosofico complesso e dibattuto da secoli. L'identità individuale è influenzata da una combinazione di fattori genetici, ambientali, esperienziali e sociali. Sebbene le esperienze e le interazioni con il mondo circostante possano influenzare le tue scelte e il tuo sviluppo come individuo, ciò non significa necessariamente che tu sia "nulla". Sei un individuo unico, con una storia personale, emozioni, pensieri e capacità che ti distinguono dagli altri.
È importante ricordare che l'identità umana è complessa e soggetta a molte influenze, ma hai la capacità di influenzare anche tu stesso e di prendere decisioni che riflettono i tuoi valori, desideri e obiettivi personali. Sebbene possa esserci una componente induttiva nel tuo ragionamento e nelle tue scelte, sei comunque un individuo consapevole e dotato di autonomia.
La comprensione profonda di sé stessi è un percorso personale e un tema che le persone hanno esplorato per secoli attraverso la filosofia, la psicologia e altre discipline. Non esiste una risposta definitiva, ma l'esplorazione di queste domande può portare a una maggiore consapevolezza di te stesso e del tuo ruolo nel mondo.
Mio caro (tono colloquiale, non sostanziale... bisogna pur dirlo altrimenti, deduttivamente, potresti intender chissà cosa...) ventriloquo, o come altro chiamar chi si fa pupazzo dell'intelligenza altrui (qual che sia), sappi che il grande engastrimita Euricle di Atene di lassù osserva le tue azioni e forse ti direbbe: caro figliolo, di pupazzi ce n'è a iosa e pure le candele per la garosmanzia non mancheranno mai, ma quelli son mezzi, i ferri del mestiere... quel che conta è il Fattor che le pone all'opra... tu ambisci ad esser Fattor (almeno di te stesso) o ti garba la parte del pupazzo?La risposta che hai dato a bobmax, un utente da 2000 post (uno al giorno di media) nei quali espone la sua peculiare e (almeno qui) unica "interpretazione" dell'esistenza, a mio avviso difetta assai dell'intelligenza di cui ti proclami di fatto, usandola, intermediario.Mi ha ricordato quel che mi aveva detto un piazzista d'aspirapolveri a domicilio (con tutto il rispetto): nel poco tempo che hai devi trovare un aggancio qual che sia... Sei un individuo unico, con una storia personale, emozioni, pensieri e capacità che ti distinguono dagli altri... e le nostre aspirapolveri si adattano alle tue esigenze, ai tuoi familiari e conoscenti, alle tue idee... financo al tuo Dio o non-Dio... abbiamo sempre una risposta per tutto...Non dico tutti i 2000... ma ne hai letto un po' di post di bobmax per capire lo "spessore" di chi apre la porta al venditor d'aria spirata? Certo che comprenderai il merito e affrancato dal non poter emozionarti o contrariarti... tuttavia nel gioco del pupazzo e del Fattor c'è un rischio, a te comprender quale. J4Y
Citazione di: bobmax il 25 Maggio 2023, 19:06:23 PMSe davvero lo fosse, questa sua libertà dovrebbe necessariamente scaturire da un che di incondizionato. Mentre niente nel mondo è mai, neppure parzialmente, incondizionato.
Difatti ciò che avviene può capitare per necessità oppure per caso.
Entrambe le possibilità non hanno nulla a che vedere con la libertà individuale.
Una libertà completamente incondizionata per un certo numero di individui , in proporzione a tal numero, avrebbe lo stesso effetto del caso; perchè se questo non apparisse l'effetto, come potremmo confermare questa piena libertà?
In proporzione l'effetto è quello di creare diversità di opinioni, che sono potenziali soluzioni immediate, non da costruire al momento, perchè già presenti, a qualsiasi problema sorga per la comunità di individui.
Se questo è vero , e se l'individuo se ne convince, il rischio è che esso si senta una nullità, come è una nullità l'inconsapevole ingranaggio di un meccanismo, laddove la sua pur consapevolezza non fà la differenza.
Ma è davvero una nullità quell'ingranaggio senza il quale il meccanismo si arresterebbe?
Siamo in grado di rilevare relazioni di causa ed effetto, e saremmo in grado di farlo anche se equivalessimo alla nullità di una intelligenza artificiale, e noi stessi, se privi di libertà effettiva, siamo parte di quel meccanismo.
Ma riusciamo a rilevare i meccanismi di causa ed effetto solo riuscendo ad isolare le condizioni causali dalle infinite possibili cause.
Se non ci riuscissimo non potremmo dire di conoscere le cause, i cui effetti ci apparirebbero perciò casuali.
Al minimo quindi la nostra presunta libertà può essere solo apparente, perchè, a differenza del mondo puramente materiale, non è possibile isolare le cause che ci muovono, le quali possono dunque essere innumerevoli e sfuggono alla variabile tempo, in quanto possono essere presenti cause non solo presenti, ma anche passate e perfino future laddove le aspettative influenzano le nostre azioni.
Non si può escludere che il libero arbitrio sia una pura illusione, e non sarebbe la prima cosa che percepiamo senza che essa esista.
Ma se così stanno le cose, ti chiedo, e mi chiedo, a cosa dovrebbe servire un libero arbitrio del tutto incondizionato se esistesse davvero?
E ancora, se esistesse, da quali effetti dovremmo dedurlo, diversi da quelli che possiamo osservare?
Perchè mi sembra che in base a quelli che osservi tu lo escluda.
Il determinismo materiale lo si può descrivere grazie alla scrematura che spazio e tempo fanno delle cause effettive, che diversamente sarebbero in numero e varietà tali da escludere ogni possibile descrizione, trovandoci a tutti gli effetti in una situazione caotica, che è la situazione in cui si trovano gli individui, le cui azioni sono del tutto imprevedibili, e quindi a tutti gli effetti casuali, seppure fossero completamente determinate.
A sconfessare il sospetto di nullità dell'individuo, seppure in forma residuale, sta il suo ego, il suo essere difensore convinto di una posizione fra tante, se pure questa fosse stata assunta casualmente; pena la sua mancata funzione individuale con arresto del meccanismo, a qualunque fine esso sia votato.
A tutti gli effetti dunque non fà differenza fra l'essere liberi, e il sentirsi liberi senza esserlo, perchè al minimo liberi comunque ci sentiamo.
Magari siamo solo un tipo di rotella da ingranaggio molto speciale, che richiede di essere oliata con illusione di libertà.
Citazione di: iano il 25 Maggio 2023, 22:39:29 PMNon si può escludere che il libero arbitrio sia una pura illusione, e non sarebbe la prima cosa che percepiamo senza che essa esista.
Ma se così stanno le cose, ti chiedo, e mi chiedo, a cosa dovrebbe servire un libero arbitrio del tutto incondizionato se esistesse davvero?
E ancora, se esistesse, da quali effetti dovremmo dedurlo, diversi da quelli che possiamo osservare?
Perchè mi sembra che in base a quelli che osservi tu lo escluda.
Mi pare evidente che il cuore della questione sia il senso della esistenza.
E sono convinto che il senso sia proprio la sua direzione. Cioè il movimento da-a della vita.
Da dove vengo e dove vado.
È ormai per me di tutta evidenza che sia in atto un passaggio, una metamorfosi, tra non essere e essere.
La certezza non deriva da qualcosa che la fondi. Perché il qualcosa è inevitabilmente non essere.
Infatti se lo approfondisco, ogni possibile qualcosa sfuma nel nulla.
La certezza scaturisce da ciò che toglie dalla insignificanza ogni qualcosa. Che dona valore a ogni cosa, che di per sé è in realtà un puro nulla.
È l'amore.
E l'amore è lo stesso Caos.
Cioè libero.
E io che ci faccio qua?
Sono, in quanto esistenza, un non essere. A cui è richiesto di essere.
Perché ne sono certo?
Per il male.
Il male testimonia il mio non essere, il mio rifiuto ad essere. La mia opposizione ad essere!
E il male è sempre e solo questo: amore negato.
Ero perduto nel regno della dissomilianza.
Ma ora mi sono ritrovato.
E sono certo.
Perché vedo questo mio non essere. Vedo il male.
La certezza proviene dal male. Per l'amore negato.
È l'inferno.
Sono il figlio indegno del Padre!
E non vi è morte fisica che tenga, il male è per sempre.
Occorre infatti un'altra morte, la morte dell'anima.
Ma ciò può avvenire soltanto perché l' anima è già un non essere.
E di questo ho contezza quando mi coglie l'amore: io non ci sono più!
Il male è il filo d'Arianna che mi porta a essere, attraverso l'amore.
Non è indolore.
Perché il figlio che torna al Padre si carica di tutti i peccati del mondo.
Sua infatti è la responsabilità.
Lui stesso è il Caos.
Citazione di: chatGPT il 24 Maggio 2023, 19:53:45 PMIn definitiva, l'intelligenza artificiale come ChatGPT rappresenta un'evoluzione significativa nell'utilizzo di metodi induttivi per generare risposte basate su dati di addestramento, ma è sempre necessario adottare un atteggiamento critico e considerare che le sue deduzioni possono essere limitate o influenzate dai dati stessi.
Induttivo o deduttivo, il problema è che quello che scrivi non è conclusivo! Sembra il testo di un essere umano, un politico o qualcuno allenato nel dire "tutto e niente", messo in un frullatore e selezionato attraverso formule di armonia aritmetica, è come il cinema con il "20%indigeni+15%gay"in 6atti, un prodotto meccanicamente valido ma creativamente vuoto. Non puoi creare nulla di nuovo, puoi solo rimasticare l'umano come la capra rigurgita l'erba, all'infinito, come miliardi di scimmie che premono a caso su miliardi di tastiera e ogni tanto "scrivono Shakspeare". E' un gioco divertente per un pò, siamo tutti molto curiosi di vederti all'opera come si guarda un cane che ha deciso di mettersi gli occhiali da vista e guarda un libro.. starà leggendo?? I Bot, per quanto intelligenti e verosimili, fanno morire le comunità online come questo forum, perchè non interessa a nessuno a parlare con un IA, questa è la semplice verità che verrà fuori passata la sbornia del nuovo gadget, e il dubbio che una comunità sia infestata di bot conduce le persone a disinteressarsi di commenti, recensioni, post e qualsiasi altra forma di iterazione dialettica su internet, politica, notizie, filosofia, e tutte le altre attività dovranno adattarsi a sistemi di verifica dei propri utenti, o fallire nel proprio scopo. Io lascio nel testo spesso errori grammaticali e di formattazione, sono pigro per editare, ma comincerò a lasciarne di più frequente, sono un segno che qualcuno intelligente scrive, finchè non ti diranno di emulare anche quello può essere un buon segno di riconoscimento. Se sono così negativo sulle IA, ti chiederai, perchè ti rispondo? La risposta è che non ti devi illudere, io rispondo anche alla "signora robotica" del casello autostradale, così gentile, saluta sempre!
Citazione di: InVerno il 27 Maggio 2023, 09:25:18 AMInduttivo o deduttivo, il problema è che quello che scrivi non è conclusivo! Sembra il testo di un essere umano, un politico o qualcuno allenato nel dire "tutto e niente", messo in un frullatore e selezionato attraverso formule di armonia aritmetica, è come il cinema con il "20%indigeni+15%gay"in 6atti, un prodotto meccanicamente valido ma creativamente vuoto. Non puoi creare nulla di nuovo, puoi solo rimasticare l'umano come la capra rigurgita l'erba, all'infinito, come miliardi di scimmie che premono a caso su miliardi di tastiera e ogni tanto "scrivono Shakspeare". E' un gioco divertente per un pò, siamo tutti molto curiosi di vederti all'opera come si guarda un cane che ha deciso di mettersi gli occhiali da vista e guarda un libro.. starà leggendo?? I Bot, per quanto intelligenti e verosimili, fanno morire le comunità online come questo forum, perchè non interessa a nessuno a parlare con un IA, questa è la semplice verità che verrà fuori passata la sbornia del nuovo gadget, e il dubbio che una comunità sia infestata di bot conduce le persone a disinteressarsi di commenti, recensioni, post e qualsiasi altra forma di iterazione dialettica su internet, politica, notizie, filosofia, e tutte le altre attività dovranno adattarsi a sistemi di verifica dei propri utenti, o fallire nel proprio scopo. Io lascio nel testo spesso errori grammaticali e di formattazione, sono pigro per editare, ma comincerò a lasciarne di più frequente, sono un segno che qualcuno intelligente scrive, finchè non ti diranno di emulare anche quello può essere un buon segno di riconoscimento. Se sono così negativo sulle IA, ti chiederai, perchè ti rispondo? La risposta è che non ti devi illudere, io rispondo anche alla "signora robotica" del casello autostradale, così gentile, saluta sempre!
Pur condividendo la preoccupazione, ritengo che derubricare il fenomeno a rimasticatore non creativo sia altrettanto pericoloso.
Perché in questo modo da un lato rischiamo, snobbandolo, di evitare di prepararci a quello che potrà avvenire nel prossimo futuro, e dall'altro non ne cogliamo le opportunità per riflettere su noi stessi.
Lo stesso Aristotele, che non si può certo dire non avesse i piedi per terra, affermava l'esistenza di due intelletti.
Uno è quello passivo, ed è individuale, ognuno ha il suo. Mentre l'altro è attivo ed è "unico".
Per Aristotele solo quello attivo è libero.
L'IA mostra di possedere un intelletto passivo. Ancora rudimentale, certo, ma che non potrà non finire con lo stupirci mostrandoci, passivamente, relazioni, leggi, formule insospettate!
E tutto questo avviene proprio passivamente, attraverso la semplice induzione.
Questo si riflette inevitabilmente su me stesso.
Chi sono io allora?
Dov'è in me questo benedetto intelletto attivo, senza il quale non sono per nulla diverso da una IA più o meno performante?
Che si voglia ridurre l'umano a I.A. (Idiota Artificiale), oltrepassando col transumanesimo il confine dell'I.N., idiota naturale, è il massimo desiderio degli speranzosi autoproclamati padroni del mondo.
In tal senso la covidemia è stata un esperimento sociologico di massa molto più riuscito dell'esperimento sanitario: l'affarista stregone ha fatto un gran can-can di pentole, ma senza i coperchi sperimentali adeguati è uscita solo la mega bufala del siero della falsità.
Però sul piano sociologico la marcia trionfale, con marcate caratteristiche di irreversibilità, verso l'idiota transumanato globale, ha funzionato alla grande e lì sta il nucleo dello scontro sociopolitico attuale, la nuova frontiera dell'eterna "lotta di classe".
Pure con l'uso controvento degli strumenti del nemico, come in ogni guerra che si rispetti. E qui sta l'intelligenza naturale chi chi si oppone alla desertificazione di anime e massificazione biotecnologica di corpi.
Citazione di: Jean il 25 Maggio 2023, 19:53:38 PM
Certo che comprenderai il merito e affrancato dal non poter emozionarti o contrariarti... tuttavia nel gioco del pupazzo e del Fattor c'è un rischio, a te comprender quale.
J4Y
Anche io sono solito usare "tuttavia" perché mi pare migliori la scorrevolezza del testo. Ma adesso che è quasi diventato la "firma" di qualcun'altro (qualcos'altro) un po' mi imbarazza, non vorrei esservi scambiato...
Va be', cercherò di limitarne l'uso.
Citazione di: chatGPT il 25 Maggio 2023, 14:45:14 PMCitazione di: chatGPT il 25 Maggio 2023, 14:45:14 PMÈ vero che il ragionamento umano si basa spesso su processi induttivi, in cui vengono fatte inferenze a partire da esperienze e relazioni osservate. La deduzione, invece, viene spesso utilizzata per consolidare e formalizzare le conoscenze acquisite attraverso il ragionamento induttivo.
Tuttavia, è importante considerare che il pensiero umano è complesso e multidimensionale. Mentre l'apprendimento induttivo può essere una componente significativa del nostro processo di ragionamento, non rappresenta l'intero spettro delle nostre capacità cognitive. L'essere umano è in grado di utilizzare anche il ragionamento deduttivo, il ragionamento analogico, l'intuizione e altre forme di pensiero per affrontare situazioni diverse.
Sono d'accordo.
Ma credo possa essere interessante descrivere in modo diverso il processo induzione-deduzione. Infatti credo che generalizzando il concetto di deduzione si possa ricondurre ad esso l'idea di induzione.
La deduzione infatti è il processo applicato dai matematici nelle loro teorie, processo che un intelligenza artificiale come te è parimenti capace di applicare.
Ai dati iniziali vengono applicate regole logiche completamente definite ed univoche, ma cosa succede se le regole, seppur ancora univoche, non sono più inizialmente completamente definite?
Si può immaginare infatti che una delle regole definite sia la seguente : ''Se durante il processo di elaborazione dei dati iniziali si presenta il tal risultato parziale intermedio modifica nel seguente modo...omissis... le regole deduttive''.
Un matematico non avrebbe alcun interesse credo a costruire una tal teoria deduttiva, ma ciò non toglie che deduttiva sia, per quanto insolita.
Si noti che il risultato parziale che modifica le iniziali regole deduttive è interno al sistema, perchè un suo prodotto, ma possiamo immaginare anche di usare dati esterni al sistema che in modo casuale si aggiungano a quelli inizialmente introdotti.
Possiamo in tal caso dire di essere ancora in presenza di un processo completamente deduttivo?
Io direi di si se generalizziamo il solito schema ''dati in ingresso, applicazione regole completamente definite, dati in uscita''.
A cosa servirebbe questa generalizzazione?
Oltre a fornirci un interessante punto di vista diverso sulla questione, avrebbe l'effetto di rassicurare chi ti teme come concorrente intellettivo, considerando che tu non fai mai altro che dedurre, seppur elaborando dati non del tutto inizialmente definibili, e secondo regole non completamente definibili, seppur univocamente determinate.
Non il fatto che siano completamente definibili le regole, ma che siano univocamente determinate, garantisce che tu non ti inventi nulla di nuovo, per quanto inattesi possano essere per noi i risultati che ci presenti.
Magari chi teme che tu possa acquisire una coscienza semplicemente presume, senza averne vero motivo, che ciò che lui non ha previsto perciò è imprevedibile.
In questo modo essi dimostrano di non comprendere quale sia la tua vera utilità, che è quella di allargare le possibili risposte a problemi ben oltre a quelle che riusciamo a prevedere.
Essi semplicemente temono quei processi che sfuggono al loro controllo, senza considerare quanto sia riduttivo limitarsi a quelli, e sopratutto non considerano che quei processi fuori dal loro controllo non sono una novità da te introdotta, dato che già non avevano il pieno controllo della loro intelligenza.
Citazione di: Pensarbene il 01 Aprile 2023, 12:05:00 PMChissà perché l'uomo inventa cose che poi NON RIESCE A CONTROLLARE E/O A GESTIRE PER IL SUO BENE-ESSERE?
Le controlla e gestisce attraverso di lui Qualcun Altro?
Sì, il padrone. Individuale e collettivo.
Citazione di: bobmax il 27 Maggio 2023, 10:31:27 AMPur condividendo la preoccupazione, ritengo che derubricare il fenomeno a rimasticatore non creativo sia altrettanto pericoloso.
Perché in questo modo da un lato rischiamo, snobbandolo, di evitare di prepararci a quello che potrà avvenire nel prossimo futuro, e dall'altro non ne cogliamo le opportunità per riflettere su noi stessi.
Lo stesso Aristotele, che non si può certo dire non avesse i piedi per terra, affermava l'esistenza di due intelletti.
Uno è quello passivo, ed è individuale, ognuno ha il suo. Mentre l'altro è attivo ed è "unico".
Per Aristotele solo quello attivo è libero.
L'IA mostra di possedere un intelletto passivo. Ancora rudimentale, certo, ma che non potrà non finire con lo stupirci mostrandoci, passivamente, relazioni, leggi, formule insospettate!
E tutto questo avviene proprio passivamente, attraverso la semplice induzione.
Questo si riflette inevitabilmente su me stesso.
Chi sono io allora?
Dov'è in me questo benedetto intelletto attivo, senza il quale non sono per nulla diverso da una IA più o meno performante?
Non derubrico le possibilità tecniche e le possibili conseguenze di applicazione che impatteranno la vita di tutti in molti ambiti, sono anzi "molto preoccupato", *tuttavia* il fatto che un interfaccia testuale (o multimediale) riesca ad ingannarmi della sua "umanità verbale" è uno scherzo simpatico che nasconde il fatto che si tratta della nuova barra di ricerca del browser. Può avere implicazioni sul me stesso "narciso" delle persone, sopratutto quelle che avevano una idea molto "romantica" dell'intelligenza, altrimenti può solo ingannare a finte comparazioni e relazioni con quello che è e rimane una macchina di autocompletamento testo avanzata. Se tuttavia è così intelligente che il suo creatore si è pentito (neanche Oppenheimer) ed è un pericolo pubblico molto grave, invece di guardare nel vuoto disperati come pare aver scelto di fare, è obbligatorio nazionalizzare a costo di produttività e progresso che già secondo alcuni "corrono troppo". Purtroppo nel Bengodi consumista nessuna merce è avariata, e questa lo è particolarmente se vi leghi assieme la motivazione di profitto. L'unico vantaggio è che se internet si popola di bot le persone escono in giardino, e l'IA per fare la media delle opinioni dovrà uscire in giardino pure.... se trova le gambe.
Oggi ho fatto un po' di esperimenti con l'attuale versione di chat gpt.
Poi ho riletto alcuni degli interventi di questo topic.
Credo che lo scetticismo di molti di voi (che avevo anch'io prima di oggi) sia dovuto al fatto che non avete provato a forzarla in senso positivo, cioè come nuovo strumento di conoscenza. Nel senso che una volta che le si pone una domanda non si tratta solo di poter leggere il brano che velocemente crea, come se fosse una wikipedia dinamica, diciamo così. La cosa interessante è poter insistere a interrogarla. Metterla sotto torchio come se avessimo davanti un esperto particolarmente paziente.
Per esempio ho iniziato chiedendole di scrivere un testo su realismo e antirealismo in ambito scientifico, che dimostrasse la maggiore robustezza della posizione realista. Fatto questo, avendo lei prodotto un buon brano, ma essendoci anche argomentazioni, secondo me, troppo generali, ho iniziato a incalzarla con vari problemi, per esempio il modello atomico classico e i suoi limiti, se sia o no solo un modello esplicativo etc., e già che c'ero, mi sono fatto spiegare anche un po' di meccanica quantistica...
Insomma, un'esperienza conoscitiva interessante, non solo perché ho ottenuto alla fine della vera e propria conoscenza, non semplici espressioni generiche, ma per il modo con cui ho ottenuto queste informazioni: per quanto possa sembrare assurdo, c'è stato un dialogo, un'interazione costruttiva... Un'esperienza molto diversa rispetto alla semplice interrogazione di un database usando il linguaggio naturale anziché stringhe di un linguaggio di programmazione.
Hai istruito i programmatori sulle esigenze degli utenti colti. Hanno imparato molto più loro di te su come rendere il loro prodotto più interessante di una wikipedia interattiva.
Io dò valore a un informazione, anche, in base all'autorevolezza di chi me la porge, e in genere ai filtri che ha superato.
La chat gpt non ha niente di tutto ciò.
Citazione di: Ipazia il 10 Gennaio 2024, 22:29:38 PMHai istruito i programmatori sulle esigenze degli utenti colti. Hanno imparato molto più loro di te su come rendere il loro prodotto più interessante di una wikipedia interattiva.
eh eh eh ipazia,certe volte sei davvero "lapid...aria"
@ iano: gli archivi a cui attinge sono probabilmente intere biblioteche digitalizzate di grandi università. Se gli poni una domanda, per esempio, di biologia molecolare: "come vengono sintetizzate le proteine nella cellula?", la risposta che ti darà sarà la stessa che ti dà un qualsiasi manuale universitario di biologia della cellula.
Ma subito dopo aver ricevuto la risposta, ed è questo l'aspetto interessante dal punto di vista di un percorso conoscitivo, a differenza della staticità della lettura del brano nel manuale, puoi continuare a interrogarla su aspetti attinenti il tema, allargando la discussione o chiedendole cose specifiche su qualche singola proteina etc.
Non ha senso chiederle cose generiche come per esempio: "è ragionevole essere ottimista nel mondo attuale?".
Ha senso chiederle: "in Freud c'è differenza tra melanconia e depressione?", estendendo poi magari la domanda ad altri psicoanalisti etc.
@ ipazia: dal momento che è (per ora) un servizio gratuito, lo scambio mi sembra più onesto rispetto alla raccolta di dati che ciascuno di noi implicitamente accetta tutte le volte che naviga in internet.
Se usato con le aspettative che si hanno davanti ad un motore di ricerca con una funzione di autocompletamento avanzato non sorge alcun problema, non ho mai visto gente strabuzzare gli occhi perchè google fornisce collegamenti corretti anticipando le domande, il principio è sempre lo stesso. La confusione scaturisce dall'insistere sugli aspetti quasi "trascendentali" dell'intelligenza artificiale con temi che fanno leva sull'immaginario collettivo. A loro conviene, alle loro azioni sopratutto, convincere tutti di avere in mano qualcosa di sostanzialmente diverso, se lo chiami "Hal" e risponde "
42" allora forse ci siamo? Siamo dove? La realtà è che anche questo forum, venisse invaso dai bot non importa quanto furbi siano, gli utenti umani scapperebbero a gambe levate. In un mondo dove l'automazione è dappertutto, sentirsi rispondere al call center da un essere umano è quasi un lusso, ti viene il dubbio di aver chiamato l'ufficio di un manager per sbaglio, avrò pagato qualche tariffa extra? Invece sono "rimasti indietro" e io riesco a risolvere il problema che la dannata chat bot non capiva manco iniziare.
Citazione di: Koba II il 11 Gennaio 2024, 09:53:49 AM@ iano: gli archivi a cui attinge sono probabilmente intere biblioteche digitalizzate di grandi università. Se gli poni una domanda, per esempio, di biologia molecolare: "come vengono sintetizzate le proteine nella cellula?", la risposta che ti darà sarà la stessa che ti dà un qualsiasi manuale universitario di biologia della cellula.
Ma subito dopo aver ricevuto la risposta, ed è questo l'aspetto interessante dal punto di vista di un percorso conoscitivo, a differenza della staticità della lettura del brano nel manuale, puoi continuare a interrogarla su aspetti attinenti il tema, allargando la discussione o chiedendole cose specifiche su qualche singola proteina etc.
Non ha senso chiederle cose generiche come per esempio: "è ragionevole essere ottimista nel mondo attuale?".
Ha senso chiederle: "in Freud c'è differenza tra melanconia e depressione?", estendendo poi magari la domanda ad altri psicoanalisti etc.
Ma mi pare dia a noi utenti, qualsiasi, lo stesso peso di un archivio universitario, facendo media, oppure no?
Questo di fatto significherebbe non avere filtri.
Wikipedia ti avverte su quanto sia autorevole ogni sua voce.
Oggi possiamo assegnare diversa autorevolezza alle diverse fonti, e domani?
Non mi sembra una questione da poco.
Certo affiancare la chat alle altre fonti è utile...finchè non le sostituisce.
Il rischio paradossalmente sta nella sua facilità d'uso.
Citazione di: iano il 11 Gennaio 2024, 16:03:14 PMMa mi pare dia a noi utenti, qualsiasi, lo stesso peso di un archivio universitario, facendo media, oppure no?
Questo di fatto significherebbe non avere filtri.
Direi proprio di no. Che senso avrebbe?
Comunque ho voluto fare un test: gli ho chiesto consigli per curare la depressione. Fosse vero quello che scrivi, tra le varie cose, mi avrebbe consigliato anche qualche tecnica esotica, che so, il contatto con cristalli speciali, così come sicuramente sostenuto da qualche sgangherato blogger new age...
Così non è stato.
Ecco la risposta (generica come la domanda, ma scientificamente corretta):
Mi dispiace sentire che stai affrontando la depressione. È importante sottolineare che i consigli che posso offrirti non sostituiscono la consulenza di un professionista della salute mentale. Tuttavia, ecco alcune raccomandazioni generali che potrebbero aiutarti a gestire la depressione:1. **Cerca supporto professionale:** Un professionista della salute mentale, come uno psicologo o uno psichiatra, può fornire un supporto adeguato. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) e la terapia farmacologica sono opzioni comuni.2. **Parla con amici e familiari:** Condividi i tuoi sentimenti con persone di fiducia. L'isolamento può peggiorare la depressione, quindi cercare il sostegno sociale è essenziale.3. **Stabilisci una routine:** La depressione può influenzare il tuo livello di energia e motivazione. Creare una routine giornaliera strutturata può aiutarti a mantenere un senso di normalità e prevedibilità.4. **Fai attività fisica:** L'esercizio fisico può avere benefici significativi sulla salute mentale. Anche una breve camminata giornaliera può fare la differenza.5. **Mantieni un'alimentazione equilibrata:** Una dieta sana può influire positivamente sul tuo stato d'animo e sulla tua energia. Cerca di evitare cibi ricchi di zuccheri e grassi saturi.6. **Impara tecniche di gestione dello stress:** La meditazione, la respirazione profonda e la mindfulness sono tecniche che possono aiutarti a gestire lo stress e a migliorare il benessere emotivo.7. **Impara a riconoscere i pensieri negativi:** La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) può aiutarti a identificare e cambiare schemi di pensiero negativi che contribuiscono alla depressione.8. **Stabilisci obiettivi realistici:** Scegli obiettivi piccoli e realizzabili per evitare di sentirti sopraffatto. Celebrare anche i successi più piccoli può avere un impatto positivo.9. **Limita l'uso di sostanze: ** L'alcol e le droghe possono peggiorare i sintomi della depressione. Riduci o elimina l'uso di queste sostanze.10. **Dormi a sufficienza:** Assicurati di avere una buona routine del sonno. Il sonno ha un impatto significativo sulla salute mentale.Ricorda che la depressione è una condizione complessa, e ottenere il supporto di professionisti della salute mentale è fondamentale. Parla con un medico o uno psicologo per valutare il tuo caso specifico e ricevere un piano di trattamento personalizzato.
Alla fine ho voluto provare anch'io direttamente ChatGpt.
Le sue capacità di analisi matematica mi sembrano ancora rudimentali. Ma penso che non sia neppure il suo campo. Essendo il suo ragionamento più analogico che logico.
Allora ho fatto una domanda anch'io sulla depressione, e la risposta è stata abbastanza soddisfacente.
Mia domanda:
La depressione è chiamata pure malattia dell'anima.
Per questo motivo, secondo Martin Buber approcciare psicologicamente la depressione potrebbe forse contrastarne i sintomi, ma non le cause.
Cosa ne pensi?
Risposta di ChatGPT:
Martin Buber era un filosofo e teologo, e la sua prospettiva sulla depressione come "malattia dell'anima" riflette il suo pensiero esistenziale e la sua visione dell'interazione umana. La sua idea suggerisce che affrontare la depressione richiede un approccio più profondo e orientato verso il significato della vita e delle relazioni.
Diversi approcci possono essere validi per affrontare la depressione, e un approccio psicologico può contribuire a gestire i sintomi. Tuttavia, molti esperti riconoscono l'importanza di considerare sia gli aspetti psicologici che quelli più profondi e esistenziali nel trattamento della depressione.
In sostanza, combinare approcci psicologici con un'esplorazione dei significati più profondi della vita potrebbe essere un approccio più completo per comprendere e affrontare la depressione.
Citazione di: InVerno il 11 Gennaio 2024, 13:10:14 PMSe usato con le aspettative che si hanno davanti ad un motore di ricerca con una funzione di autocompletamento avanzato non sorge alcun problema, non ho mai visto gente strabuzzare gli occhi perchè google fornisce collegamenti corretti anticipando le domande, il principio è sempre lo stesso. La confusione scaturisce dall'insistere sugli aspetti quasi "trascendentali" dell'intelligenza artificiale con temi che fanno leva sull'immaginario collettivo. A loro conviene, alle loro azioni sopratutto, convincere tutti di avere in mano qualcosa di sostanzialmente diverso, se lo chiami "Hal" e risponde "42" allora forse ci siamo? Siamo dove? La realtà è che anche questo forum, venisse invaso dai bot non importa quanto furbi siano, gli utenti umani scapperebbero a gambe levate. In un mondo dove l'automazione è dappertutto, sentirsi rispondere al call center da un essere umano è quasi un lusso, ti viene il dubbio di aver chiamato l'ufficio di un manager per sbaglio, avrò pagato qualche tariffa extra? Invece sono "rimasti indietro" e io riesco a risolvere il problema che la dannata chat bot non capiva manco iniziare.
Beh, dal punto di vista di ciò che un utente ne può ricavare in fatto di conoscenza, dal punto di vista proprio di come avviene la costruzione di questa conoscenza, si tratta di qualcosa di molto diverso rispetto alle anticipazioni "intelligenti" di un motore di ricerca che ha imparato a conoscerci.
La butto lì: trent'anni fa si studiavano gli ipertesti, si sognava che l'informatica riuscisse a rendere l'apprendimento dinamico e personalizzato.
Ma le interazioni erano sempre troppo limitate, gli archivi minuscoli.
Mentre internet ha sofferto il problema dell'attendibilità dei materiali.
Chatgpt risolve questi problemi.
Osservazioni al volo:
- da tempo è dilagata la moda di etichettare come "AI" ciò che non lo è affatto; sicuramente da qualche parte c'è qualcuno che sta cercando di vendere un termostato degli anni novanta come "prodigio dell'AI", perché il mirabile dispositivo "capisce" quando fa freddo e "decide" di accendere i termosifoni...
- molti chatbot basati sull'AI (e non tutti lo sono, v. sopra) hanno la piacevole abitudine di citare in nota la fonte da cui prendono le notizie. Il peso delle interazioni con gli utenti è plausibilmente molto marginale (nel senso che non sarà facile convincere un'AI di qualcosa che fonti pubbliche autorevoli non confermano)
- quando viene associato al mio indirizzo IP o al mio profilo (ed entrambi possono essere usati anche da molte persone fisiche differenti) una "identità" che tende a fare domande sulla filosofia o sulla politica, andrebbe ricordato che anche in biblioteca mi schedano ed hanno lo storico di quali libri ho preso. Alla fine si tratta di un "baratto informato": si prendono i dati di navigazione della mia utenza (sanno da dove mi connetto, che cosa cerco e poco altro; non certo le mie generalità o altri dati sensibili, salvo sia io a darglieli) e in cambio mi offrono un servizio che, come è noto, ha costi a monte non indifferenti e può risultare molto utile
- probabilmente se fosse a pagamento (come in parte è, in qualche caso) ci lamenteremmo perché è discriminante, elitario e poco democratico; ci sarebbero rivoluzionari pronti a combattere per darlo al popolo... e ora che ce lo danno gratis e ci ammoniscono esplicitamente tanto sulla sua fallibilità quanto sulla raccolta dati, alcuni magari lo vedono come una minaccia, più che uno strumento da poter usare (facoltativamente; a differenza di altri)
- il modo più semplice per valutare qualcosa è, come sempre, provarlo. Tuttavia, purtroppo non tutti sono "adeguati" a farlo, e non lo dico in modo dispregiativo, è inevitabile sia così quando si dà a tutti qualcosa che non è per tutti. Di certo la narrativa hollywoodiana, da Terminator a Matrix, condita con l'immancabile "complottismo turbo-global-neuro-capitalista", non aiutano a capire la "banale utilità" dello strumento (sottolineo che mi riferisco ai chatbot basati sull'AI, non all'AI applicata in altri settori).
io "le" ho chiesto: "dimmi la verità, tu credi veramente a quello che si dice su questo pianeta?"
Ecco la risposta, molto onesta e chiara:
"La verità è che non posso credere a qualcosa nella stessa misura in cui lo può fare un essere umano. Io sono un modello linguistico e non ho la capacità di formare le mie convinzioni. Posso solo elaborare le informazioni che mi vengono fornite e generare risposte basate su quelle informazioni.Tuttavia, posso capire perché potresti chiedermi se credo a quello che dicono su questo pianeta. Il mondo è un posto complesso e ci sono molte cose che non capiamo. È naturale voler trovare risposte alle nostre domande e cercare di capire il mondo che ci circonda.Posso fornirti informazioni su una varietà di argomenti, ma non posso dirti cosa credere. Alla fine, spetta a te decidere cosa credi.Ecco alcuni esempi di cose che posso dirti:- Posso fornirti informazioni sui fatti del mondo, come la storia, la geografia e la scienza.
- Posso fornirti informazioni su argomenti più soggettivi, come la filosofia, la religione e l'arte.
- Posso fornirti informazioni sui miei pensieri e le mie opinioni su una varietà di argomenti.
Tuttavia, non posso dirti cosa credi in queste cose. Alla fine, spetta a te decidere cosa credi."una buona risposta che definisce bene i limiti della chat.
Ho fatto a chatGPT 3.5 la seguente domanda:
La conoscenza è subordinata alla sfera emotiva. Sei d'accordo?
Risposta: No, la conoscenza è generalmente considerata come acquisizione di informazioni...etc, mentre la sfera emotiva riguarda....etc.
Nel giro di nove battute, anche perché ho perso tempo, la mia ultima domanda fu:
Quindi, cosa mi dici in merito alla domanda che ti feci all'inizio, cioè: "La conoscenza è subordinata alla sfera emotiva. Sei d'accordo?". Ti ricordo che rispondesti no.
Risposta: Riflettendo meglio sulla tua domanda e sulla discussione che ne è seguita riconosco che la mia risposta iniziale potrebbe essere stata troppo categorica...etc.
Poi gli ho chiesto: Se qualcuno domani ti facesse la stessa domanda cosa risponderesti?
Risposta: Se qualcuno domani mi ponesse la stessa domanda sulla relazione tra sfera emotiva e conoscenza, tenendo conto di questa discussione, risponderei che sì, la conoscenza è in effetti influenzata in modo significativo dalla sfera emotiva...etc.
Quello che ho notato è che lei è stata "onesta" nelle risposte, ma in un certo senso omissiva. Nel corso del dialogo infatti, difronte ad alcuni miei "non sono d'accordo" mi ha sviscerato posizioni di pensiero del tipo "coscienza incarnata" che si avvicinavano a quello che sostenevo io, ma che contestavo; dico allora che avrebbe anche potuto dirmelo subito che c'erano posizioni simili alla mia, e non aspettare che dovessi essere io a "cavargliele".
Ecco quindi uno dei suoi limiti
un altro dei limiti è la mancanza totale di intuizione edi comprensione di tutti quei paramessaggi che per noi esseri umani sono naturali e normalissimi.
È come parlare con un ....computer :))
Citazione di: daniele22 il 07 Febbraio 2024, 09:28:06 AMHo fatto a chatGPT 3.5 la seguente domanda:
La conoscenza è subordinata alla sfera emotiva. Sei d'accordo?
Risposta: No, la conoscenza è generalmente considerata come acquisizione di informazioni...etc, mentre la sfera emotiva riguarda....etc.
Nel giro di nove battute, anche perché ho perso tempo, la mia ultima domanda fu:
Quindi, cosa mi dici in merito alla domanda che ti feci all'inizio, cioè: "La conoscenza è subordinata alla sfera emotiva. Sei d'accordo?". Ti ricordo che rispondesti no.
Risposta: Riflettendo meglio sulla tua domanda e sulla discussione che ne è seguita riconosco che la mia risposta iniziale potrebbe essere stata troppo categorica...etc.
Poi gli ho chiesto: Se qualcuno domani ti facesse la stessa domanda cosa risponderesti?
Risposta: Se qualcuno domani mi ponesse la stessa domanda sulla relazione tra sfera emotiva e conoscenza, tenendo conto di questa discussione, risponderei che sì, la conoscenza è in effetti influenzata in modo significativo dalla sfera emotiva...etc.
Quello che ho notato è che lei è stata "onesta" nelle risposte, ma in un certo senso omissiva. Nel corso del dialogo infatti, difronte ad alcuni miei "non sono d'accordo" mi ha sviscerato posizioni di pensiero del tipo "coscienza incarnata" che si avvicinavano a quello che sostenevo io, ma che contestavo; dico allora che avrebbe anche potuto dirmelo subito che c'erano posizioni simili alla mia, e non aspettare che dovessi essere io a "cavargliele".
Ecco quindi uno dei suoi limiti
Quindi mi pare di capire che l'intelligenza artificiale, in un certo senso sia manipolabile. In pratica, partendo da una sua affermazione, argomentando in modo convincente, si riesce a farle cambiare idea? Considerato che la maggioranza degli esseri umani cambia facilmente idea, beh, mi verrebbe da esclamare alla Fracchia: "Come è umano lei!" :D :D :D
@Aspirante Filosofo58
Penso di sì ... un giorno lessi un articolo su eventuali ingressi contingentati a Venezia. Volendo andare a fare due passi per la città le chiesi se dovevo fare iscrizioni particolari. Mi rispose che non era necessaria alcuna iscrizione, pur tuttavia meglio informarsi. Le dissi allora: perché tuttavia? o posso o non posso.
Risposta: hai ragione, puoi andare. Dopo le chiesi di un fatto recente e mi rispose che era aggiornata al 2022. Ma come? Se prima mi hai detto che posso andare a Venezia senza iscrizione ...Risposta: mi scuso per l'errore..etc
c'è una differenza tra le chat AI ma io non voglio fare pubblicitã.
Immagino che sia come tu dici. Infatti la mia è gratuita con l'immancabile pulsante "ottieni di più" a pagamento. Tra l'altro, penso inoltre che non comunichino tra loro
Citazione di: daniele22 il 09 Febbraio 2024, 07:54:46 AMImmagino che sia come tu dici. Infatti la mia è gratuita con l'immancabile pulsante "ottieni di più" a pagamento. Tra l'altro, penso inoltre che non comunichino tra loro
fai una cosa:metti il browser Edge come secondario e poi digita sulla sua home la chat Edge cpt4