Iano wrote:
CitazioneIo però ricordo che molti anni fà si discuteva se ammettere la Russia nella comunità Europea oppure no.
Ero indeciso se mettere la discussione in filosofia o in attualità. Alla fine ho scelto Storia. Anche per mantenere pulito l'altro topic, come da desiderio (legittimo e condiviso) di Inverno.
La domanda è: ma la Russia è Europa oppure è Asia? Se è Europa sarebbe giusto farla partecipare all'Unione Europea e sicuramente, detto per inciso, è molto più europea della Turchia.
La Russia nasce da una migrazione di popoli nordici, all'incirca nello stesso periodo della discesa dei normanni in Italia, in Francia e in Inghilterra, fra il XI e il XIII secolo (i Normanni erano vichinghi, in origine). Poi fu travolta da qualche invasione strettamente asiatica, ma riemerse in una forma statuale simile a quella europea, almeno nella sua forma assolutistica. Una sua peculiarità fu quella di prediligere un colonialismo territoriale, che potremmo definire terrestre, a differenza dei colonialismi più noti, inglese e francese, che furono dei colonialismi marittimi, perchè sparsi in tutto il mondo e necessitanti più di una marina militare che di un esercito terrestre.
Con la Russia nasce il dilemma di dove finisce l'Europa, sulla Vistola, o sugli Urali o a Vladivostock? I russi stessi sono l'espressione di questo dilemma, alternando momenti di innamoramento per l'Europa a momenti di allontanamento. E fra i paesi di cui sono più innamorati c'è proprio l'Italia, che ha molti punti in comune con il popolo russo e scarsa conflittualità geopolitica, stante la distanza sia geografica che di peso militare.
Ad ogni modo ribadisco quello che ho già scritto, ovvero che la cultura russa è una grande cultura, che ha segnato indelebilmente la stessa cultura europea e per questo motivo avrebbe diritto di far parte dell'Europa. Ma vi sono anche delle differenze, come è ragionevole che sia (anche perchè una cultura europea non esiste in realtà, date le disomogeneità presenti sul territorio europeo).
Parliamo di differenze ad un livello macro, ovviamente, e a questo livello subentra una differenza, che spiega anche (almeno parzialmente) la stessa rivoluzione sovietica, ovvero il misticismo russo, che fatica a distinguere la posizione privata del singolo soggetto e la sua posizione pubblica. Penso che questo sia il grande lascito della cultura greco-romana, ovvero la creazione dell'oikos come sfera privata che interagisce con la sfera pubblica, senza farsene sottomettere. In Russia vi è una visuale che potremmo definire "olistica", perchè il bene del tutto e più grande del bene del singolo, con tutte le aberrazioni che ciò comporta.
Lanciate queste osservazioni generali, a proposito della opportunità di considerarla europea, ritengo che vi sia una obiezione fondamentale, ovvero le dimensioni stesse della Russia. Se fosse grande come l'Ucraina si potrebbe fare, ma uno stato così esteso mette realmente paura ad una confederazione di stati, che potrebbe apparire come una sua semplice appendice. Vi è pertanto una prudenza di tipo realistico, ma nello stesso tempo occorrerebbe anche guardarla come un vicino di casa, con il quale avere buoni rapporti reciproci, ma temo che questa scelta incontri due formidabili oppositori, Stati Uniti e Cina.
A voi la parola se vorrete.
Credo che hai centrato male la questione, jacopus. La grande dimensione della Russia non é per nulla un problema per l'avvicinamento all'Europa.
Tale avvicinamento, infatti, come tu fai notare, era molto forte alcuni decenni fa, prima dell'invasione della Georgia, ed é appunto con tale invasione che si é interrotto.
L' unione europea nasce dal trattato di Roma, in una logica di conservazione della pace in Europa, mentre invece la Russia porta la guerra, ecco l'essenza del problema.
Certamente i russi vorrebbero stare in Europa, solo che ci vorrebbero stare da russi, con il loro sciovinismo nazionalista, con comportamenti da parte delle loro istituzioni più simili a quelli di cosche mafiose che di istituzioni governative.
Interrogarsi sulla storicità dell'appartenenza della Russia all'Europa non ha molto senso per l'Europa, é il presente che conta. Come si fa ad avere buoni rapporti con uno stato che nega il diritto all'indipendenza di stati membri della UE come i paesi baltici, la polonia, che considera nella sua sfera d'influenza, intendendo con questa una condizione di servilismo dei paesi stessi.
Citazione di: anthonyi il 24 Agosto 2024, 05:10:08 AMTale avvicinamento, infatti, come tu fai notare, era molto forte alcuni decenni fa, prima dell'invasione della Georgia, ed é appunto con tale invasione che si é interrotto.
La mia impressione è che si sia voluta interrompere forzatamente in tal modo una libera emorragia culturale, che potenzialmente c'è ancora tutta.
Dentro a questo contrasto culturale tutto interno alla Russia possono essersi inserite politiche estere interessate a pilotarlo, ma non direi che l'abbiano creato ad arte.
Il vero problema di base, a me pare, è che si tratti di una emorragia culturale a senso unico.
Non c'è reciprocità.
C'è un involontario colonialismo culturale di fatto verso la Russia, e qualcuno si è chiesto come poterne approfittare, ma senza avere le idee molto chiare, perchè per noi l'anima russa resta ancora un incognita.
Detto ciò la grandezza di un territorio, dove oltretutto i Russi mi pare siano minoranza, intimorisce anche me.
L'America l'abbiamo già scoperta, ma la Russia la dobbiamo ancora scoprire.
Europa finisce agli Urali, ma gli Urali sono anche la sella su cui è seduta l'attuale federazione Russa, una gamba di qua una gamba di là. L'intera narrazione eurasiatica serve per giustificare questa situazione spuria come giusta ed immutabile, è cioè narrazione colonialistica. Fintanto che la Russia mantiene i territori transuralici non entrerà in Europa perché questi territori le instillano un carattere imperialistico e perciò incompatibile alla collaborazione. Le risorse fossili fanno si che non debba sviluppare una classe media (maledizione delle risorse) e perciò una democrazia, oltre che essere bacino per carne da cannone e manodopera a basso prezzo. Quando le popolazioni mussulmane e siberiche ne avranno abbastanza, il nucleo sanpietroburghese-moscovita sarà costretto al commercio bilaterale con l'Europa, e perciò all'integrazione europea.
Citazione di: InVerno il 24 Agosto 2024, 07:47:53 AMEuropa finisce agli Urali, ma gli Urali sono anche la sella su cui è seduta l'attuale federazione Russa, una gamba di qua una gamba di là. L'intera narrazione eurasiatica serve per giustificare questa situazione spuria come giusta ed immutabile, è cioè narrazione colonialistica. Fintanto che la Russia mantiene i territori transuralici non entrerà in Europa perché questi territori le instillano un carattere imperialistico e perciò incompatibile alla collaborazione. Le risorse fossili fanno si che non debba sviluppare una classe media (maledizione delle risorse) e perciò una democrazia, oltre che essere bacino per carne da cannone e manodopera a basso prezzo. Quando le popolazioni mussulmane e siberiche ne avranno abbastanza, il nucleo sanpietroburghese-moscovita sarà costretto al commercio bilaterale con l'Europa, e perciò all'integrazione europea.
Io pensavo, sconsideratamente ed evidentemente, che i russi in sella agli Urali con un piede qua e uno là avessero prodotto ad oggi (intendi la Russia che ha invaso l'Ucraina) un sincretismo tra "lo spirito" orientale e occidentale. Una guerra quindi necessaria come primo atto per etc etc. Beh, non è una novità prendere fischi per fiaschi.Volevo però chiederti una cosa. Quando dici che l'abbondanza di risorse non favorisce l'emersione di una classe media intendi dire che queste inibiscono l'industriosità intellettuale e/o manuale dell'individuo?
Però, inverno, anche il Kazakistan é a cavallo tra Europa e Asia, e loro ci tengono ad essere europei, infatti partecipano a tutte le competizioni degli europei. Insomma non é questione di essere più o meno in Europa, é questione di spirito europeo, di volontà di fare le cose per bene, di rispettare certi diritti.
L'Ucraina é questo che sta cercando di fare, la Russia no.
Citazione di: iano il 24 Agosto 2024, 07:04:07 AMC'è un involontario colonialismo culturale di fatto verso la Russia, e qualcuno si è chiesto come poterne approfittare, ma senza avere le idee molto chiare, perchè per noi l'anima russa resta ancora un incognita.
Il colonialismo culturale é un punto di forza dell'occidente, in particolare degli USA. Non so se sai la storia del film di Barbie che ha spopolato tra i teenager russi, pur essendo vietato.
La confederazione russa è un insieme di etnie e religioni estese tra Europa ed Asia. Altro che nazionalismo: il senso di appartenere ad un grande impero, come quelli antichi, capace di risolvere la convivenza di tanti clan umani diversi.
Al contrario l'Europa occidentale è la sentina di colonie decotte che hanno avuto il loro momento di gloria grazie a irripetibili condizioni di rapina coloniale e supremazia tecnologica bellica. Un misto tra briganti e somari alle ormai irraggiungibili porte di Girgenti e polli manzoniani con marchio "fuck the EU" che il pollaiolo USA ha già destinato al macello. Nel frattempo corrosa pura da invasioni multietniche col coltello fra i denti di briganti ben più scaltri.
Chi abbia più futuro davanti, basta un po' di onestà intellettuale, per rendersene conto. Non avendo progenie, posso pure assistere "con animo tranquillo" al naufragio.
Citazione di: InVerno il 24 Agosto 2024, 07:47:53 AMQuando le popolazioni mussulmane e siberiche ne avranno abbastanza, il nucleo sanpietroburghese-moscovita sarà costretto al commercio bilaterale con l'Europa, e perciò all'integrazione europea.
Interpretrazione interessante, ma anche limitando la Russia a quella cis-uralica, restiamo attorno al milione e passa di km2 di territorio, più di tre France ed anche a popolazione, la Russia sarebbe, anche in questa versione minion, uno stato da 100 milioni di abitanti. Una situazione comunque ingombrante per l'Europa, per non parlare della differenza di vedute politiche, nel caso in cui davvero entrasse nell'Unione Europea (potrebbe diventare la gigantografia dell'Ungheria). Io resto del parere che la migliore soluzione potrebbe essere quella di buon vicinato, ferma restando la diversa identità di Unione Europea e Russia. Un buon vicinato che sarebbe positivo per entrambi i contraenti. Per fare questo però, dovremmo scrollarci di dosso la patria potestà degli Stati Uniti e lo dico senza spirito antagonista. Scrollarci di dosso la patria potestà degli USA infatti, significherebbe anche aumentare considerevolmente le spese militari, poichè è sempre valido il detto "si vis pacem para bellum".
Politicamente è un quadro irrealistico e sul lungo periodo pagheremo questa guerra con una accelerazione del processo di marginalizzazione dell'Europa. Siamo nella stessa situazione di Churchill verso Roosvelt. Possiamo al massimo rivendicare qualche fazzolletto di autonomia, ma niente di più.
Una immagine piuttosto cruda ma reale di quello che sta accadendo, potrebbe essere quella del capotribù (USA) che non riuscendo più a soddisfare il suo popolo, si decide di sacrificare un suo alleato (Europa) che stava iniziando ad avere troppi grilli sulla testa. Quello che bisognerebbe fare è di avere una visione europea, mentre invece troppi europei sono alfieri di posizioni non europee, sia di oltre-Atlantico che di oltre-Vistola.
Citazione di: daniele22 il 24 Agosto 2024, 08:45:08 AMIo pensavo, sconsideratamente ed evidentemente, che i russi in sella agli Urali con un piede qua e uno là avessero prodotto ad oggi (intendi la Russia che ha invaso l'Ucraina) un sincretismo tra "lo spirito" orientale e occidentale. Una guerra quindi necessaria come primo atto per etc etc. Beh, non è una novità prendere fischi per fiaschi.
Volevo però chiederti una cosa. Quando dici che l'abbondanza di risorse non favorisce l'emersione di una classe media intendi dire che queste inibiscono l'industriosità intellettuale e/o manuale dell'individuo?
Il sincretismo eurasiatico è più antico e storicamente fondato di quello che oggi invade l'Ucraina, e si basa sul fatto che la Russia ha di fatto saltato a piè pari il feudalesimo perfezionando l'assolutismo francese, per via delle invasioni mongole (tatar yoke). Il sincretismo che oggi invade issa la bandiera imperiale russa, quella sovietica e quella della federazione una di fianco all'altra sugli edifici catturati, è puro nazionalismo dove ogni cosa che è russa e' bene, non importa quanto contraddittoria. Della "maledizione delle risorse" troverai contenuti aiosa per approfondire, nella pratica accade che la classe media è un incidente di percorso, ed è fortemente ostracizzata. In Ucraina gli oligarchi e la classe media si sono ribellati all'idea di uno stato centrale assoluto, in Russia gli oligarchi sono tutt'uno con lo stato nel reprimere la classe media per mantenere il controllo delle rendite.
Citazione di: Jacopus il 24 Agosto 2024, 15:11:17 PMInterpretrazione interessante, ma anche limitando la Russia a quella cis-uralica, restiamo attorno al milione e passa di km2 di territorio, più di tre France ed anche a popolazione, la Russia sarebbe, anche in questa versione minion, uno stato da 100 milioni di abitanti. Una situazione comunque ingombrante per l'Europa, per non parlare della differenza di vedute politiche, nel caso in cui davvero entrasse nell'Unione Europea (potrebbe diventare la gigantografia dell'Ungheria).
Onestamente mi preoccuperebbe di più lo squilibrio atomico..La popolazione è sbilanciata nella zona cisuralica semplicemente perché lo sono anche le risorse, il 90% viene dragato verso Mosca, nel momento in cui avvenisse una separazione molte delle risorse rimarrebbero ad est e molti russi vi emigrerebbero (o meglio tornerebbero indietro). Va inteso che non esiste una vera e propria questione etnica, il 70% della popolazione anche ad est è etnicamente russa, è mera questione economica, se Mosca chiude i rubinetti transiberiani.Tuttavia, passati gli Urali c'è una cintura mussulmana/daghestana/tatara che ha tutto un suo sentire ed è anche discretamente ricca. Già negli anni '90 tutto traballava per motivi economici, il partito di Putin "Russia unita" è salito al potere proprio per evitare un vero federalismo, o più probabilmente la disintegrazione. Con questo non intendo dire che sia una "soluzione" auspicabile o meno, intendo dire che questa Russia non può essere in Europa e non ci sarà mai in questa forma, e i rapporti cordiali fanno da pendolo, vent'anni ci si ama vent'anni ci si odia.
Veramente io il ventennio d'amore per la Russia non l'ho mai percepito. Deve solo imparare a non fare il bullo con i vicini, poi le questioni interne sono le sue. Le grandi dimensioni non preoccupano nessuno, quella che preoccupa é solo l'aggressività.
Citazione di: anthonyi il 24 Agosto 2024, 13:32:23 PMIl colonialismo culturale é un punto di forza dell'occidente, in particolare degli USA. Non so se sai la storia del film di Barbie che ha spopolato tra i teenager russi, pur essendo vietato.
Credo che sia in atto una guerra culturale che nessuno ha dichiarato, cui Putin non crede di poter partecipare alla pari, dichiarando una guerra vera, cercando la solita scusa per giustificarla, recitando un copione ormai desueto.
Non sto con ciò affermando la superiorità della cultura occidentale su quella russa, ma di fatto una sta prevaricando l'altra senza volere, e ciò sta avvenendo perchè di fatto c'è una contiguità fra le due culture.
Le stesse armi culturali, usate in modo voluto o meno, mostrerebbero di essere spuntate rivolte verso la Cina.
Citazione di: InVerno il 24 Agosto 2024, 15:37:42 PMIl sincretismo eurasiatico è più antico e storicamente fondato di quello che oggi invade l'Ucraina, e si basa sul fatto che la Russia ha di fatto saltato a piè pari il feudalesimo perfezionando l'assolutismo francese, per via delle invasioni mongole (tatar yoke). Il sincretismo che oggi invade issa la bandiera imperiale russa, quella sovietica e quella della federazione una di fianco all'altra sugli edifici catturati, è puro nazionalismo dove ogni cosa che è russa e' bene, non importa quanto contraddittoria. Della "maledizione delle risorse" troverai contenuti aiosa per approfondire, nella pratica accade che la classe media è un incidente di percorso, ed è fortemente ostracizzata. In Ucraina gli oligarchi e la classe media si sono ribellati all'idea di uno stato centrale assoluto, in Russia gli oligarchi sono tutt'uno con lo stato nel reprimere la classe media per mantenere il controllo delle rendite.
Grazie per l'informazione, non immaginavo fosse stata oggetto di studio
Citazione di: anthonyi il 24 Agosto 2024, 17:20:52 PMVeramente io il ventennio d'amore per la Russia non l'ho mai percepito. Deve solo imparare a non fare il bullo con i vicini, poi le questioni interne sono le sue. Le grandi dimensioni non preoccupano nessuno, quella che preoccupa é solo l'aggressività.
Io parlavo più che altro dal lato russo, che hanno decadi di visibilio per l'Europa alternati a decadi di respingimento, come dicevo hanno il piede in due scarpe. Ma quando si tratta di cose serie l'altalena si ferma, se guardi ad esempio la loro industria militare sono tutte componentistiche occidentali, anche dopo il 2014 le cinesate rimangono fuori dalle industrie critiche, magari i prodotti di consumo. Perché se USA e Cina cominciassero una guerra, secondo te si schiererebbero apertamente con la Cina ? Gli antioccidentali possono sognare....
Citazione di: InVerno il 25 Agosto 2024, 10:08:45 AMIo parlavo più che altro dal lato russo, che hanno decadi di visibilio per l'Europa alternati a decadi di respingimento, come dicevo hanno il piede in due scarpe. Ma quando si tratta di cose serie l'altalena si ferma, se guardi ad esempio la loro industria militare sono tutte componentistiche occidentali, anche dopo il 2014 le cinesate rimangono fuori dalle industrie critiche, magari i prodotti di consumo. Perché se USA e Cina cominciassero una guerra, secondo te si schiererebbero apertamente con la Cina ? Gli antioccidentali possono sognare....
Comunque non é questione di preferenza politica, le armi hanno bisogno di tecnologie più robuste di quelle immesse negli usi civili, e queste tecnologie le hanno solo le imprese occidentali. Poi si sa come sono i Cinesi, se tanto tanto riescono a produrre qualcosa di buono in ambito bellico ti pare che lo vanno a dare ai confinanti russi, fidarsi é bene, ma non fidarsi é meglio.
Grande perdita le Olimpiadi:
(https://www.ilgiornaleditalia.it/resizer/395/-1/false/2024_08_01/IMG-20240731-WA0039-1722511799758.jpg--.jpg?1722511799897)
Con l'Occidente in tutta la sua magnificenza materiale e spirituale.
Ipazia. Non ti cancello il post perché la conseguenza potrebbe essere di protesta contro la censura occidentalista, ma mi spieghi il senso del post creato con A.I.?
> il motivo per cui, quantomeno attualnente, la russia non entra in europa, non e' geografico, ne' demografico, ne' tantomeno culturale, ma politico.
Quindi che senso ha tutta la discussione?
Un senso passatista, retrospettivo, rispetto all'attualita'.
> la russia puo' rinunciare alla sua componente asiatica e transuralica, per entrare in Europa? Non puo', non vuole, e anche se lo facesse, per come stanno le cose ora come ora non ci entrerebbe comunque.
Io in certe ucronie fantascientifiche ci vedo solo i sogni filoamericani e filoeuropeisti di qualcuno che spera che la russia si disgreghi, che cessi di esistere.
Un grande paese, sara' sempre un grande paese. E non solo un paese grande.
L'eurasianita', riguarda piu' noi, che non la russia. Per loro e' un dato di fatto, per noi un qualcosa da costruire.
> E comunque, avere il senso della comunita', come ce lo aveva, ad esempio, anche la cultura greco classica precristiana, non e' certo misticismo.
Semmai, olismo. Tra olismo e misticismo, c'e' una bella differenza.
L'individuo, olistico, si sottomette solo alla legge che egli stesso, nella dimensione collettiva, insieme con gli altri individui, ha creato. E non all'altro individuo, e non al dio/persona. La morte di Socrate, e non la morte di Cristo.
Citazione di: Jacopus il 25 Agosto 2024, 16:07:15 PMIpazia. Non ti cancello il post perché la conseguenza potrebbe essere di protesta contro la censura occidentalista, ma mi spieghi il senso del post creato con A.I.?
Si potrebbe chiederlo ai nuotatori in carne ed ossa che hanno nuotato nelle fogne occidentali travestite da Olimpiade. Per chi ha seguito la vicenda, non pare siano stati entusiasti della cosa e si sono sentiti parte lesa di un baraccone immondo. Vicenda da cui sono stati felicemente esonerati i nuotatori della "Santa Madre Russia", per nulla invidiosi dei loro colleghi. Si sono risparmiati il vomitevole preludio cenacolare e la box inclusiva "femminile". Tutte cose che la S.M.Russia non ha proprio motivo di invidiare. Anzi, se questa è la civiltà da cui è esclusa, i suoi popoli hanno tutto da guadagnare.
Citazionebox inclusiva "femminile"
Ipazia, basta, veramente ti prego, torna a scrivere i bei post di una volta.
Citazione di: Jacopus il 25 Agosto 2024, 19:46:33 PMIpazia, basta, veramente ti prego, torna a scrivere i bei post di una volta.
Già risparmio al forum le mie considerazione politiche, lasciando al solo niko la difesa dalle arrembanti truppe atlantiste, ma riguardo all'inclusività non posso che solidarizzare con le sfortunate pugili che in mondovisione facevano il segno inequivocabile della doppia X.
Magari un po' più di scienza e tanta ideologia di meno risolverebbero, secondo giustizia e buonsenso, la questione.
Citazione di: niko il 25 Agosto 2024, 16:59:32 PM> il motivo per cui, quantomeno attualnente, la russia non entra in europa, non e' geografico, ne' demografico, ne' tantomeno culturale, ma politico.
Ma tutti insieme magari, in ordine di importanza crescente, e ci aggiungerei quello monumentale, manifestato nel mausoleo di Lenin, la cui salma finché non verrà finalmente sepolta rimarrà mummificato ostacolo all'integrazione europea. Non tanto perché sia Lenin, potrebbe essere anche Giobatta il ciabattino, ma perché manifestazione concreta e tangibile dell'idea che ci possano essere leader al di sopra di ogni altro uomo e della legge, superuomini immortali. l'EU nasce dalla mancata sepoltura di Hitler, che a sua volta visitò il mausoleo di Napoleone, che a suo tempo rese omaggio a quello di CarloMagno, che si recò a quello di Cesare, che toccò con mano l'ora disperso feretro di Alessandro, che iniziò le sue conquiste e il primo vero impero occidentale recandosi alla supposta tomba di Achille. Fintanto che la Russia vorrà mantenere viva questa idea di uomini che servono un leader anziché di leader che servono gli uomini, l'integrazione sarà pressoché impossibile. E non servono gli ucraini per farlo, se fosse per Putin getterebbe la salma in un fosso in quanto creatore della moderna Ucraina, ma la tiene lì precipuamente per mantenere vivo il culto della personalità di cui ora vorrebbe essere oggetto per garantirsi poteri illimitati. Perlomeno se installassimo dei sensori nel mausoleo potremmo misurare la velocità con cui il corpo di Lenin si rivolta nella tomba a sapere che ci sono comunisti italiani che vogliono morta l'Ucraina di cui lui riconosceva i bisogni di separazione, pisciando sul principio di autodeterminazione, una delle poche buone idee che tutti i posteri rossi e non gli attribuiscono.
Citazione di: Ipazia il 25 Agosto 2024, 20:57:26 PMGià risparmio al forum le mie considerazione politiche, lasciando al solo niko la difesa dalle arrembanti truppe atlantiste, ma riguardo all'inclusività non posso che solidarizzare con le sfortunate pugili che in mondovisione facevano il segno inequivocabile della doppia X.
Magari un po' più di scienza e tanta ideologia di meno risolverebbero, secondo giustizia e buonsenso, la questione.
Facciamola il piu' semplice possibile:
Se uno nasce con il pisellino (fenotipo maschile), poi da grande egli
puo' eventualmente, intraprendere un percorso di tipo sociale, psicologico, estetico, esistenziale, e al limite anche ormonale o chirurgico al fine di diventare, in vari sensi possibili "donna"; o piu' donna di quanto egli si sentisse prima.
Ma non puo' essere
obbligato a farlo. Egli e' un individuo maschio e ha diritto ad essere trattato come tale. Non puo' essere femminilizzato arbitrariamente dalla societa', ne' in senso fisico ne' in senso socio psicologico.
Potere (fare cose per sentirai piu' donna) non e' dovere, soprattutto in questo caso.
Se una nasce con la patatina (fenotipo femminile), uguale. E' nata donna. Puo', da grande, mascolinizzarsi a livello sociale, estetico, o in casi estremi ormonale e chirurgico se cosi' lei vuole, ma non puo' essere obbligata a farlo.
Potere non e' dovere. Soprattutto in casi come questo.
Costringere un individuo nato con patatina a gareggiare con dei maschi, e ad assoggettarsi a un regolamento sportivo pensato per maschi, cioe' per portatori alla nascita di pistolino, e' una indebita mascolinizzazione di quell'individuo. Un atto di bullismo sociale.
Del resto escluderlo, cioe' non farlo gareggiare proprio, sarebbe una indebita esclusione.
E fare una categoria a parte per lei e per gli altri tre casi nel mondo come lei, sarebbe una indebita ghettizzazione, uno spettacolo sportivamente e umanamente indegno. Tre individui con una malattia genetica rara (rarissima) raccattati in giro per il mondo che gareggiano solo tra di loro? Per contendersi cosa, la coppa del ghetto?
L'unica soluzione umanamente e olimpicanente degna, e' permettere illimitatamente e per sempre alle nate con patatina di gareggiare nelle gare femminili, e ai nati con pisellino, nelle gare maschili.
Il cromosoma non andrebbe neanche guardato, andrebbe guardato il fenotipo, cioe' cosa ha un atleta tra le gambe, distinguendo tra quelli naturali (nati cosi') e quelli modificati chirurgicamente, i metodi per farlo con una relativamente semplice osservazione strumentale ci stanno.
Ma cosi' facendo, non si potrebbero montare polemiche infinite sul nulla.
Tutti gli sportivi hanno condizioni immeritate, genetico naturali, oltre al talento, che li favoriscono. Se sei un maschio mediterraneo alto uno e sessanta, un campione di pallacanestro ai massimi livelli ricordato in tutto il mondo non ci diventi. Dovrai impegnarti tutta la vita, per diventare uno mediocre, se pensi che sia quella la tua strada.
Perche' il difensore avversario, a certi livelli e quando tu hai sudato le proverbiali sette camicie fin dall'infanzia per arrivarci, e' sicuramente un afroamericano alto uno e novanta: allunga il suo braccione e ti impedisce di fare canestro. La vita e' crudele.
Una donna con un cromosoma y ha una anomalia genetica, diciamo pure le cose come stanno, una malattia, che le dara' mille problemi nella vita, un inferno di disagi fisici e psicologici, tipo che a dodici anni le cresce la barba e le vengono tratti somatici maschili senza che in precedenza ne' lei ne' i suoi genitori avessero mai sospettato che la bambina avesse una (grave) malattia, pressoche' impossibile da diagnosticare in anticipo, finche' asintomatica. Cose toste, cose difficili anche solo da immagginare, ma almeno tutto cio' le permettera' di eccellere nella boxe se unito ad un estremo impegno e allenamento in quel senso.
Se nella vita questa persona sceglie proprio di fare boxe, non sta "barando", non si sta avvantaggiando illegalmente rispetto alle atlete "normali": sta facendo di necessita' virtu'.
Non la si puo' escludere, come non si possono escludere i difensori di pallacanestro alti uno e novanta. In tutti e due i casi, sono immeritatamente nati cosi', ma e' anche una vita che si allenano. Non si puo' fare una categoria a parte per quelli che hanno una certa malattia, come non si puo' fare una categoria a parte per i giicatori di pallacanestro alti uno e novanta. Gareggiano con gli altri, e vince il migliore: il migliore in termini di talento combinato con la "fortuna".
I piagnoni, in questi casi, quelli che fanno la x con la mano prima o dopo di aver pigliato le botte da una ragazzina dotata, sono solo dei transessualisti
di destra che vorrebbero assoggettare a un regolamento sportivo
maschile una persona verificabilmente nata con una
vagina. E la Rowling, tornasse a scrivere Harry Potter, che quello sa fare nella vita, a proposito di talento.
Citazione di: InVerno il 26 Agosto 2024, 08:18:37 AMMa tutti insieme magari, in ordine di importanza crescente, e ci aggiungerei quello monumentale, manifestato nel mausoleo di Lenin, la cui salma finché non verrà finalmente sepolta rimarrà mummificato ostacolo all'integrazione europea. Non tanto perché sia Lenin, potrebbe essere anche Giobatta il ciabattino, ma perché manifestazione concreta e tangibile dell'idea che ci possano essere leader al di sopra di ogni altro uomo e della legge, superuomini immortali. l'EU nasce dalla mancata sepoltura di Hitler, che a sua volta visitò il mausoleo di Napoleone, che a suo tempo rese omaggio a quello di CarloMagno, che si recò a quello di Cesare, che toccò con mano l'ora disperso feretro di Alessandro, che iniziò le sue conquiste e il primo vero impero occidentale recandosi alla supposta tomba di Achille. Fintanto che la Russia vorrà mantenere viva questa idea di uomini che servono un leader anziché di leader che servono gli uomini, l'integrazione sarà pressoché impossibile. E non servono gli ucraini per farlo, se fosse per Putin getterebbe la salma in un fosso in quanto creatore della moderna Ucraina, ma la tiene lì precipuamente per mantenere vivo il culto della personalità di cui ora vorrebbe essere oggetto per garantirsi poteri illimitati. Perlomeno se installassimo dei sensori nel mausoleo potremmo misurare la velocità con cui il corpo di Lenin si rivolta nella tomba a sapere che ci sono comunisti italiani che vogliono morta l'Ucraina di cui lui riconosceva i bisogni di separazione, pisciando sul principio di autodeterminazione, una delle poche buone idee che tutti i posteri rossi e non gli attribuiscono.
I comunisti non vogliono morta l'ucraina, vogliono solo la pace, a differenza di altri.
Pisciano sopra, si', pisciano sulla guerra dell'occidente euroamericano, e tanto, fino ad affogarlo.
Lenin ha pienamente servito il popolo, non viceversa, e' per questo che il problema della russia in europa rigurada la categoria del
politico, e non del
monumantale, se non nel senso nietzscheano del termine, dalle considerazioni inattuali, utilita' monumentale della storia per la vita.
Ma il senso urbanistico, del termine "monumentale", direi che ricade nella categoria del culturale, e non e' culturale, il problema che impedisce, oggi, alla russia, di essere europea, o all'europa, di essere russa.
Perche' c'e' sempre un reciproco in queste cose. Anche dove uno magari non se lo immaggina.
Citazione di: niko il 26 Agosto 2024, 13:26:42 PMFacciamola il piu' semplice possibile:
Se uno nasce con il pisellino (fenotipo maschile), poi da grande egli puo' eventualmente, intraprendere un percorso di tipo sociale, psicologico, estetico, esistenziale, e al limite anche ormonale o chirurgico al fine di diventare, in vari sensi possibili "donna"; o piu' donna di quanto egli si sentisse prima.
Ma non puo' essere obbligato a farlo. Egli e' un individuo maschio e ha diritto ad essere trattato come tale. Non puo' essere femminilizzato arbitrariamente dalla societa', ne' in senso fisico ne' in senso socio psicologico.
Potere (fare cose per sentirai piu' donna) non e' dovere, soprattutto in questo caso.
Se una nasce con la patatina (fenotipo femminile), uguale. E' nata donna. Puo', da grande, mascolinizzarsi a livello sociale, estetico, o in casi estremi ormonale e chirurgico se cosi' lei vuole, ma non puo' essere obbligata a farlo.
Potere non e' dovere. Soprattutto in casi come questo.
Costringere un individuo nato con patatina a gareggiare con dei maschi, e ad assoggettarsi a un regolamento sportivo pensato per maschi, cioe' per portatori alla nascita di pistolino, e' una indebita mascolinizzazione di quell'individuo. Un atto di bullismo sociale.
Del resto escluderlo, cioe' non farlo gareggiare proprio, sarebbe una indebita esclusione.
E fare una categoria a parte per lei e per gli altri tre casi nel mondo come lei, sarebbe una indebita ghettizzazione, uno spettacolo sportivamente e umanamente indegno. Tre individui con una malattia genetica rara (rarissima) raccattati in giro per il mondo che gareggiano solo tra di loro? Per contendersi cosa, la coppa del ghetto?
L'unica soluzione umanamente e olimpicanente degna, e' permettere illimitatamente e per sempre alle nate con patatina di gareggiare nelle gare femminili, e ai nati con pisellino, nelle gare maschili.
Il cromosoma non andrebbe neanche guardato, andrebbe guardato il fenotipo, cioe' cosa ha un atleta tra le gambe, distinguendo tra quelli naturali (nati cosi') e quelli modificati chirurgicamente, i metodi per farlo con una relativamente semplice osservazione strumentale ci stanno.
Ma cosi' facendo, non si potrebbero montare polemiche infinite sul nulla.
Tutti gli sportivi hanno condizioni immeritate, genetico naturali, oltre al talento, che li favoriscono. Se sei un maschio mediterraneo alto uno e sessanta, un campione di pallacanestro ai massimi livelli ricordato in tutto il mondo non ci diventi. Dovrai impegnarti tutta la vita, per diventare uno mediocre, se pensi che sia quella la tua strada.
Perche' il difensore avversario, a certi livelli e quando tu hai sudato le proverbiali sette camicie fin dall'infanzia per arrivarci, e' sicuramente un afroamericano alto uno e novanta: allunga il suo braccione e ti impedisce di fare canestro. La vita e' crudele.
Una donna con un cromosoma y ha una anomalia genetica, diciamo pure le cose come stanno, una malattia, che le dara' mille problemi nella vita, un inferno di disagi fisici e psicologici, tipo che a dodici anni le cresce la barba e le vengono tratti somatici maschili senza che in precedenza ne' lei ne' i suoi genitori avessero mai sospettato che la bambina avesse una (grave) malattia, pressoche' impossibile da diagnosticare in anticipo, finche' asintomatica. Cose toste, cose difficili anche solo da immagginare, ma almeno tutto cio' le permettera' di eccellere nella boxe se unito ad un estremo impegno e allenamento in quel senso.
Se nella vita questa persona sceglie proprio di fare boxe, non sta "barando", non si sta avvantaggiando illegalmente rispetto alle atlete "normali": sta facendo di necessita' virtu'.
Non la si puo' escludere, come non si possono escludere i difensori di pallacanestro alti uno e novanta. In tutti e due i casi, sono immeritatamente nati cosi', ma e' anche una vita che si allenano. Non si puo' fare una categoria a parte per quelli che hanno una certa malattia, come non si puo' fare una categoria a parte per i giicatori di pallacanestro alti uno e novanta. Gareggiano con gli altri, e vince il migliore: il migliore in termini di talento combinato con la "fortuna".
I piagnoni, in questi casi, quelli che fanno la x con la mano prima o dopo di aver pigliato le botte da una ragazzina dotata, sono solo dei transessualisti di destra che vorrebbero assoggettare a un regolamento sportivo maschile una persona verificabilmente nata con una vagina. E la Rowling, tornasse a scrivere Harry Potter, che quello sa fare nella vita, a proposito di talento.
Anche perchè, diciamolo, la nostra boxeur si è arresa dopo 40 secondi e dopo essersi fatta trovare completamente scoperta dalla algerina, a guardia aperta come neanche Mohammed Alì faceva per sfida all'avversario. Quindi, la poverella si è beccata un papagnone in piena faccia e ha gettato la spugna. Sembrava quasi che fosse entrata nel match poco convinta o, meglio, convinta di non potercela fare.
Purtroppo lo scontro armato in Ucraina imperversa e mi sento motivato a scrivere qualcosa sulla Russia nonostante l'odio che rende critica la propagazione di messaggi sull'argomento. Quanto segue è venuto attraverso la cultura (musica, letteratura, filosofia), a causa di incontri anche con persone politicamente impegnate, per affinità, e altro ancora.
Il termine "Russia europea" pare in disuso ma ha ancora un significato. Anche quello "Russia Orientale", ovvero in Asia. Geograficamente è così, perché Urali, Mar Caspio e Caucaso non sono come dei confini arbitrari posti da contadini. Segnano delle differenze climatiche e delle diversità morfologiche. Geograficamente è però constatabile anche l'appartenenza di Europa ed Asia a un unico Blocco Continentale (eurasiatico, appunto). Per tale ragione le terre russe sono ripartite morfologicamente, non solo politicamente, fra i due Continenti.
Dalla geografia alla etnologia.
La zona europea della 'Russia' comunemente detta è assai vòlta alla vita euroasiatica ma questo non è tutto. Prendiamo ispirazione dalla architettura: accanto alla rappresentatività del Cremlino ci sono anche gli edifici classici di Pietroburgo...
D'altronde le terre russe sono anche terre polari, per clima o per collocazione (le isole del Nord), e questo avvicina inevitabilmente alla Europa, il Continente tutto a Nord del Globo. L'estremo Nord caratterizza la vita russa, nella sua essenza non asiatica... Ma si è variamente russi, anche solo in poco. Si scopre così che la comunità russa è fortemente multietnica.
Essere "russo" non significa essere 'russiano'. Infatti il rapporto coi luoghi della Russia, data la forte azione della natura artica, impone, per essere stretto, una sorta di distacco.
Dalla etnologia, alla politica.
Non esiste solo la Russia etnica. In parte decisiva per la ideologia religiosa e politica della Terza Roma, esiste anche una appartenenza parziale. Essere russo significa in tal senso essere cittadino russo, o pressappoco. Quindi esiste un livello politico che non partecipa della vita etnica, ma ne è indubitabilmente relazionato o relazionabile.
Attualmente la Russia europea ha il proprio Stato tutto europeo, la Bielorussia. A rigore, si è sempre detto di Russie.
La politica della Russia, la federazione che fa capo al governo sito in Mosca, è stata negli ultimi tempi contraddistinta da un certo isolamento da quasi tutta l'Europa, tragicamente continuato ed aumentato col conflitto armato in Ucraina. Ciò dopo la drammatica decisione sovietica di istituire durante la Guerra Fredda la Cortina di Ferro col Blocco Ovest, barriera doganale anche per i cittadini la quale includeva nei propri confini anche l'Est Europa, anche questo chiuso al restante Occidente. L'attuale isolamento non è paragonabile a quello voluto dal regime sovietico.
Si deve assolutamente affermare che la Unione Sovietica non era una entità tutta russa. I confini più ampi, già ai tempi degli Zar, non significavano territorio tutto russo. Con Lenin c'era ancora meno russia. Con Stalin e lo stalinismo la vita etnica fu limitata e anche avversata per costruire la società comunista. Il racconto di alcuni dissidenti è durissimo: ad esempio, i russi etnici erano sempre trattati da omosessuali e l'omosessualità punita fino a provocare la morte anticipata; i rapporti tradizionali con la natura impediti perché troppo particolari...
Dato che i russi non sono russiani, se ne trovano spontaneamente anche fuori Russia, etnicamente od eventualmente con la politica. Dato che si può essere russi e assieme qualcos'altro, vi è una etnicità russa in varie parti delle zone pertinenti. Purtroppo i regimi ostili a Mosca in Ucraina hanno di fatto rifiutato di accettare questa vita. Ciò equivale proprio a impedire a un alpino italiano di essere tale come gli alpini francesi, svizzeri, austriaci. Peraltro della strage per fame perpetrata dal regime sovietico nel Paese contro chi rifiutava la comunistizzazione (milioni di morti) si fa conto che essa non era anche per i russi-ucraini, offrendo un concetto del tutto sbagliato sulle relazioni tra russi e non russi dell'Ucraina. La russofobia imperversa anche altrove che nell'odierno Stato ucraino.
Un po' sulla religione.
Si è detto di Roma, e ciò non interessa solo la sfera religiosa. L'Impero degli Zar in Russia era anche il sèguito di quello medioevale di Bisanzio, dopo i Cesari della Antica Roma. Religiosamente però per i russi conta più il rito greco che la romanità. Soprattutto però la Chiesa Ortodossa Russa si presenta come chiesa originale: tra i cristiani, rappresenta una radicale differenza e unicità; ma pure oltre la sfera etnica e politica e con un proprio universalismo.
Mauro Pastore
Non capisco, phyrosphera, dove hai preso l'idea che nei confronti della Russia ci sia odio. Nei confronti della Russia c'é certamente un bisogno di giustizia, per i molteplici crimini che sta compiendo ai danni del popolo e dello stato ucraino, e desiderio che finisca questa occupazione del territorio ucraino.
Rispetto a questi pesi le questioni culturali sono in secondo piano.
Gli ucraini non sono per nulla russofobi, qualche giorno fa hanno addirittura salvato la vita a un soldato russo che era stato abbandonato su un'isola dai suoi compagni e stava morendo di fame e sete.
Piuttosto potremmo parlare di ucraino fobia per i russi che, in sfregio alle convenzioni, giustiziano gli ucraini che vengono fatti prigionieri.
Citazione di: PhyroSphera il 21 Ottobre 2024, 10:33:55 AMDato che i russi non sono russiani, se ne trovano spontaneamente anche fuori Russia, etnicamente od eventualmente con la politica. Dato che si può essere russi e assieme qualcos'altro, vi è una etnicità russa in varie parti delle zone pertinenti. Purtroppo i regimi ostili a Mosca in Ucraina hanno di fatto rifiutato di accettare questa vita. Ciò equivale proprio a impedire a un alpino italiano di essere tale come gli alpini francesi, svizzeri, austriaci. Peraltro della strage per fame perpetrata dal regime sovietico nel Paese contro chi rifiutava la comunistizzazione (milioni di morti) si fa conto che essa non era anche per i russi-ucraini, offrendo un concetto del tutto sbagliato sulle relazioni tra russi e non russi dell'Ucraina. La russofobia imperversa anche altrove che nell'odierno Stato ucraino.
C'è un passaggio, che non è circoscrivibile ad un singolo evento, ma ad un lungo processo, che ha portato la Russia a cambiare radicalmente la sua struttura e a contenere più "russie" al suo interno. Ovvero, quando la principale spinta economica cominiciò a derivare dal commercio di pelli e dall'avanzare degli avamposti transiberiani, il baricentro russo si spostò più a nord e molte zone prima fiorenti e dominanti diventarono subalterne, le zone a sud tra cui l'Ucraina diventarono meno importanti e si stabilì a nord un aristocrazia che aveva assimilato il giogo tataro mescolandolo con l'assolutismo francese.. le zone non interessate dal traffico siberiano, più agrarie, sviluppano un carattere diverso, e per vendere le pelli si sviluppano i porti del bacino baltico, di carattere più democratici e libertini. Una Russia con capitale Mosca e la sua piovra di controllo economico transiberiana, una con capitale S.Pietroburgo più baltica, borghese e aperta, e un altra con capitale Kiev, più agraria e gioviale. Non dovrebbe essere una sorpresa che la colonizzazione della Siberia abbia cambiato il carattere russo (e continua a farlo) tuttavia è un evento talmente poco conosciuto, anche per assenza di fonti scritte, che non viene quasi mai calcolato, così come le influenze tatare. Essendo stato in Siberia posso garantire che se non avessi sentito parlare russo e mi avessero detto che sono in North Dakota, probabilmente ci avrei creduto. Entrambi edificati sui tracciati dei cacciatori di pelli del 700 con vasti latifondi agrari, zone militari, comunità industriali, strade dritte e benzinai. C'è un incredibile somiglianza tra certi russi e certi americani, tra paesaggi e persone, ma il politically correct non consente di ammetterlo. Due fratelli europei, uno alla destra e uno alla sinistra, geograficamente e politicamente dell'
unica vera Roma. Phyrosphera mi meraviglio di te che dai adito a certe eresie, terze quarte e quinte Rome... non è una borsa di Gucci che si può taroccare scrivendocelo sopra, Roma è il centro dell'occidente, non è un punto geografico, è Atlantide sommersa nella storia della sua caduta.
Citazione di: InVerno il 22 Ottobre 2024, 12:03:34 PMC'è un passaggio, che non è circoscrivibile ad un singolo evento, ma ad un lungo processo, che ha portato la Russia a cambiare radicalmente la sua struttura e a contenere più "russie" al suo interno. Ovvero, quando la principale spinta economica cominiciò a derivare dal commercio di pelli e dall'avanzare degli avamposti transiberiani, il baricentro russo si spostò più a nord e molte zone prima fiorenti e dominanti diventarono subalterne, le zone a sud tra cui l'Ucraina diventarono meno importanti e si stabilì a nord un aristocrazia che aveva assimilato il giogo tataro mescolandolo con l'assolutismo francese.. le zone non interessate dal traffico siberiano, più agrarie, sviluppano un carattere diverso, e per vendere le pelli si sviluppano i porti del bacino baltico, di carattere più democratici e libertini. Una Russia con capitale Mosca e la sua piovra di controllo economico transiberiana, una con capitale S.Pietroburgo più baltica, borghese e aperta, e un altra con capitale Kiev, più agraria e gioviale. Non dovrebbe essere una sorpresa che la colonizzazione della Siberia abbia cambiato il carattere russo (e continua a farlo) tuttavia è un evento talmente poco conosciuto, anche per assenza di fonti scritte, che non viene quasi mai calcolato, così come le influenze tatare. Essendo stato in Siberia posso garantire che se non avessi sentito parlare russo e mi avessero detto che sono in North Dakota, probabilmente ci avrei creduto. Entrambi edificati sui tracciati dei cacciatori di pelli del 700 con vasti latifondi agrari, zone militari, comunità industriali, strade dritte e benzinai. C'è un incredibile somiglianza tra certi russi e certi americani, tra paesaggi e persone, ma il politically correct non consente di ammetterlo. Due fratelli europei, uno alla destra e uno alla sinistra, geograficamente e politicamente dell'unica vera Roma. Phyrosphera mi meraviglio di te che dai adito a certe eresie, terze quarte e quinte Rome... non è una borsa di Gucci che si può taroccare scrivendocelo sopra, Roma è il centro dell'occidente, non è un punto geografico, è Atlantide sommersa nella storia della sua caduta.
Inizio dalla fine del tuo messaggio.
Tu sei per un'unica Roma, che pensi
la sola Roma. Io non solo non sono contro questa idea, ma la accolgo, l'ho sempre accolta; il punto però è questo: cos'è questa
R o m a?
È solo una città? Solo l'Urbe (quella di adesso, nel Lazio, è un'altra dalla antica; e neppure le rovine ne parlano...), o anche una 'Civitas'? Solo una Urbe e una Civitas (quest'ultima in realtà è nell'attuale Istanbul, sede del Patriarcato di Costantinopoli, come la città di Roma in Italia lo è del Papato, ma all'inverso), od anche una 'Societas'? Quest'ultima è detta
Terza, dato che la Nuova Roma (Bisanzio-Costantinopoli-Istanbul) viene dopo l'antica, e il computo fa tre. Questa Terza Roma è a Mosca, in Russia...
E cosa ho da dire? Che si tratta di capire il mondo ma di capire la stessa
idea di Roma, per notare che la città che si chiama ancor oggi Roma, sita in Italia, quindi il suo proprio mondo, non contengono e non possono contenere tutta
questa idea. In senso assai pratico, si può comprendere che la realtà urbana di Roma non attesta parimenti la sua civiltà. Se volete conoscere questa in un luogo, dovete fare il viaggio fino in Turchia; e potreste trovare dei romani qui in Italia che ve lo mostrerebbero in vari modi. Uno assai divertente è mostrare fino a che punto si può perdere in buon senso ed educazione illudendosi di trovare nel Lazio un posto dove la civiltà romana è di casa. Dal punto di vista civile, quelli dell'Urbe italiana detta Roma non sono romani. Li si trova laziali, italiani e quant'altro, e romani in altro, per altro e non in tutto.
Pure, se vi recate ad Istanbul e cercate il "quartiere bizantino", se avete a che fare con la comunità cittadina costantinopolitana e v'illudete di poter fare tanta vita sociale... allora dovrete fare un altro viaggio, fino a Mosca... E potrebbe capitarvi tutto solo incontrando delle persone delle tre città, o dei rispettivi tre mondi, o solo contemplando il pensiero su cui essi sono basati...
Ma ultimamente si fa presente sempre con maggiore urgenza che neppure queste tre bastano per capire sufficientemente
R o m a. Se ne dice di una
Quarta, secondo alcuni da
costruire, per taluni invece un non-luogo. Si è sentito dire che esiste già,
delocalizzata, virtuale già da prima della Rete Internet.
Religiosamente, mancherebbe all'appello assieme a cattolicesimo ed ortodossia l'evangelismo; e sicuramente troviamo così la Roma biblica, non storica, teologica, secondo le lingue nazionali moderne, non quella delle tradizioni.
Politicamente, l'Istituzione ufficiale imperiale ancora rimasta in piedi è in Giappone; luogo dal quale io conobbi anche una cultura ellenista (musicale e non solo) e pure
un pensiero di Roma. Ma come per il Basileus e ancor più per gli Zar questo pensiero era solo uno tra i tanti, così e di più nel Paese del Sol Levante. Ciononostante, qualcosa è o sarebbe sempre meno che niente!
Invece tu e tanti altri pensate solo a una Roma tra le tante, le cui glorie sono passate e che erano diverse da come le immaginate. La tua immagine della caduta di Atlantide lo mostra... Ma qui io sento di dover passare a un interrogativo e di altro tipo: sei tanto sicuro che la menzione della perduta Atlantide ti funziona, o dovresti contemplare l'immagine di Platone, meditare la sua origine fenicia (una origine, dico)... provare a sognare la sua mamma invece che legare Roma a una urbanità, invece che relegarci la
i d e a stessa?
Divagazione a parte, è passato tanto tempo da quando in tivù mostravano dei residenti di Roma esibire odio e senso di superiorità verso i cosiddetti "zingari", stanziati nella "città eterna". In Russia non poteva accadere questo, perché lì non si avverte distanza tra zingari e romanità, tutt'altro — dato che la Terza Roma riconosciuta da Bisanzio non reca continuità come la Seconda dalla Prima. C'è una continuità politica, ma non mondana; e quest'ultima si era interrotta pure nella stessa Bisanzio. Il fatto per esempio che negli imperatori macedoni di Bisanzio si scorga una fortissima alterità rispetto alle antiche
gentes romanae, non significa che la Nuova Roma era una frottola o un inganno! E se si scoprisse che il Casato dei Romanov non aveva rapporti con l'Italia se non politici, non ci si dovrebbe rifiutare di riconoscerlo
romano, e senza sognare dipendenze!!
Se tutto questo destino è poco, allora si consideri il resto che c'è in
R o m a e non si faccia un idolo della odierna capitale italiana. Non conviene neppure all'Italia.
Del resto che volevo dire (in particolare sulla Siberia), nel prossimo messaggio.
MAURO PASTORE
Citazione di: InVerno il 22 Ottobre 2024, 12:03:34 PMC'è un passaggio, che non è circoscrivibile ad un singolo evento, ma ad un lungo processo, che ha portato la Russia a cambiare radicalmente la sua struttura e a contenere più "russie" al suo interno. Ovvero, quando la principale spinta economica cominiciò a derivare dal commercio di pelli e dall'avanzare degli avamposti transiberiani, il baricentro russo si spostò più a nord e molte zone prima fiorenti e dominanti diventarono subalterne, le zone a sud tra cui l'Ucraina diventarono meno importanti e si stabilì a nord un aristocrazia che aveva assimilato il giogo tataro mescolandolo con l'assolutismo francese.. le zone non interessate dal traffico siberiano, più agrarie, sviluppano un carattere diverso, e per vendere le pelli si sviluppano i porti del bacino baltico, di carattere più democratici e libertini. Una Russia con capitale Mosca e la sua piovra di controllo economico transiberiana, una con capitale S.Pietroburgo più baltica, borghese e aperta, e un altra con capitale Kiev, più agraria e gioviale. Non dovrebbe essere una sorpresa che la colonizzazione della Siberia abbia cambiato il carattere russo (e continua a farlo) tuttavia è un evento talmente poco conosciuto, anche per assenza di fonti scritte, che non viene quasi mai calcolato, così come le influenze tatare. Essendo stato in Siberia posso garantire che se non avessi sentito parlare russo e mi avessero detto che sono in North Dakota, probabilmente ci avrei creduto. Entrambi edificati sui tracciati dei cacciatori di pelli del 700 con vasti latifondi agrari, zone militari, comunità industriali, strade dritte e benzinai. C'è un incredibile somiglianza tra certi russi e certi americani, tra paesaggi e persone, ma il politically correct non consente di ammetterlo. Due fratelli europei, uno alla destra e uno alla sinistra, geograficamente e politicamente dell'unica vera Roma. Phyrosphera mi meraviglio di te che dai adito a certe eresie, terze quarte e quinte Rome... non è una borsa di Gucci che si può taroccare scrivendocelo sopra, Roma è il centro dell'occidente, non è un punto geografico, è Atlantide sommersa nella storia della sua caduta.
Riprendo in parte il contenuto del mio messaggio precedente (che ho corretto alacremente senza cambiare un solo significato, neppure un senso, cui rimando) per precisare che l'idea di una romanità imperniata sull'Urbe italiana di Roma e che va dalla Siberia all'America non può reggere proprio, per tanti motivi.
Adesso però vengo sùbito al dunque di questo nuovo comunicato.
La storia ufficiale della Rus' di Kiev (io conosco questa parola scritta con un apostrofo alla fine, non all'inizio) non è tutto per la Russia. Il Patriarcato di Mosca cita la Rus' come tutt'uno con la Russia, raccontando in poco una intera vicenda, la quale però differisce da quella dei veri e propri Paesi slavi. Nel caso russo il riferimento passa per la storia della ortodossia cristiana senza fermarvisi, senza la stessa storia di nascita nazionale, proprio perché il termine ultimo è a sua volta etnico, o anche solo politico, ma non religioso. Certo senza la mediazione cristiana ortodossa, non si potrebbe ritrovare in unità Rus' e Russia; però resterebbe comunque un legame fortissimo, non solo di stretta unione ma di identità con la vita del Nord; per cui la Siberia non può essere per i russi la scoperta di una vera e propria novità, come invece certe distese americane per certi europei.
Sicuramente il rapporto che i vichinghi Rus (non si confondano i due termini, rus e rus') ebbero con le terre siberiane e le tundre, non va attribuito ai russi, datoché non si trattò di discendenza né di seguito, ma di sorta di successione. Ciononostante l'incontro coi Rus mutò l'animo dei futuri russi, al punto che oltre che "Madre Russia" esiste l'espressione "Mamma Siberia". Il russo trova una rispondenza con o nella natura siberiana... che non è terra promessa perché è luogo di sopravvivenza (dato il clima...), ma neanche è luogo di conquista. Non è casa, ma
mamma... Gli angusti termini del materialismo storico non possono contenere la memoria e il presente dei russi e della Russia (non a caso il Patriarca Kyrill ha recentemente ribadito la scomunica e il rifiuto per Marx, marxiani e marxismo). È inutile allora che si parli (tanto per dirne una...) di commerci di pelli per spiegare qualcosa sulla identità dei russi. Peraltro dietro i tuoi, vostri ragionamenti, si può o potrebbe nascondere anche un pregiudizio. Se si pensa che un russo siberiano sia tale per un commercio, allora si finisce anche per accusare ingiustamente quei Rus, in sèguito ai cui arrivi nacquero le Rus', che erano più di una (lo testimonia la necessità della ricorrente specificazione, "di Kiev"). Mi si consenta una digressione.
La verità è che i vichinghi nelle terre settentrionali dell'Est, e tra Est ed Ovest, cambiarono di posto agli schiavi e ai padroni fino a che non annullarono tutte le schiavitù in quei luoghi. Le apparenze narrate, di lacci, umiliazioni e peggio, sono tali solamente, non attestano i fatti per quel che erano. Provo a spiegare un po' la faccenda, che non è esoterica nel senso che molti vorrebbero intendere. Lo stato di sopravvivenza proprio del vichingo non lo poneva in condizioni di essere uno cui obbedire in tutto, sia da parte di inetti in necessità o obbligo di essere diretti in tutto (la "schiavitù" presso i romani) sia da parte di capaci posti in necessità o obbligo di insegnare tutto a degli ignari. Il vichingo Rus non poteva ricevere competenze per vivere né darne per far vivere. Non poteva esistere per lui ruolo di schiavo né di padrone. Per la società medioevale europea, ma pure per la civiltà asiatica di quei tempi, il suo arrivo segnava il sapere di una alienità destinata in un certo senso a restare tale. Così per l'uso delle armi: lo stato di sopravvivenza del vichingo era infatti anche stato di eccezione, non consentiva incontri tra nemiche intenzioni; un guerriero non sapeva come interagire con delle armi alle armi del nuovo arrivato rus e questi parimenti non poteva iniziare alcunché. Il racconto tradizionale dell'Est più noto riguarda il cosiddetto
balaclava, sorta di passamontagna: non si capiva perché mai il vichingo-variago lo portasse, e se si provava a capirlo, nel mostrarsi egli senza indumento non si capiva lui cosa volesse, cosa fosse venuto a fare; e accadeva un grande cambiamento. Le vere incursioni vichinghe, cioè, erano diverse da quanto comunemente ritenuto. L'ostilità reciproca, se v'era, non poteva tradursi in violenza; se accadevano tragici fraintendimenti questo è un altro conto. Mentre la fama dell'esercito longobardo era di imbattibilità (Carlo Magno impiegò i franco-longobardi per vincere degli ex longobardi, non vi fu mai vera sconfitta longobarda sul campo, neppure coi soldati bizantini, di fronte ai quali il vero esercito longobardo non volle combattere), quella dei guerrieri vichinghi era di impossibilità ad ingaggiare con essi una vera battaglia... Il russo che fa la guerra non è il rus ma c'è attinenza, somiglianza; e ugualmente con l'economia — ma non ci si illuda che gli attuali scontri armati siano veri e propri scontri di guerra; peraltro l'operazione militare russa in Ucraina è presentata dal regime di Mosca quale intervento di polizia internazionale!... L'economia vichinga affondava le sue radici in rapporti con gli ambienti preclusi ai non vichinghi; similmente i russi; per cui mettersi a fare materialismo storico marxiano o filomarxiano per raccontare le espansioni russe in Siberia non funziona. Il famigerato esilio siberiano, fino a quando c'erano gli Zar, aveva lo scopo di dare una opportunità ai malviventi di capire ancora qualcosa su come deve vivere un russo; perché tale vita non si fonda sui rapporti civili che sono la norma in Asia e che per tantissimi europei sono di irrinunciabile utilità.
Io questo non lo ho scritto basandomi sui viaggi; la cultura e... l'arrivo del vento dalla Siberia qui in Italia, anche dove vivo, mi sono stati determinanti, anche se il mio modo di reagirvi è distinto da quello dei russi.
Mi sono permesso di comunicare qualcosa di più, perché c'è la situazione tragica del conflitto armato e della russofobia; questa a nulla vale negarla, come invece molti (anche qui su questo forum) si illudono.
Ho fatto un po' di dietrologia, ma il lettore non trova un retrobottega chiuso da una porta serrata; semmai una visione che va oltre un fossato e senza un ponte per passare, ma non ho inventato io questa situazione. Nella fattispecie, è il destino umano. L'umanità non è una sola moltitudine, non individui tutti uguali.
MAURO PASTORE
Chissà che questa storia della russofobia non sia un'altra invenzione propagandistica per giustificare gli orrendi crimini che i militari russi stanno compiendo in ucraina.
No, Roma non è un luogo è un idea, infatti ho parlato di Atlantide, non ha lo stesso carattere monistico di utopia, c'è anche la distopia in Roma, ma è comunque un idea. Curiosamente gli ultimi a reclamarne l'eredità furono gli ottomani, quindi se dobbiamo star a sentire i discendenti, l'ultima Roma è finita con la prima guerra mondiale! Quello che dicevo però di queste "seconde e terze" Rome è che necessitano per forza di cose che la prima sia caduta, e questo è secondo me il è fulcro del racconto, l'ideale di una rifodanzione da una caduta. Nel senso che nel sentire neoclassico il mito della caduta di Roma ha quasi sostituito il mito della caduta dell'Uomo. Roma è "Pangea", da cui i continenti\nazioni si sono distaccati, la torre di Babele crollata.
Non ho mai sostenuto che il commercio delle pelli possa in qualche modo raccontare qualcosa della cultura dei russi moderni, ma il fatto che un evento economico abbia cambiato la struttura territoriale russa e abbia generato condizioni diverse di vita, tra cui espansioni politiche e compenetrazioni filosofiche, è un dato di fatto. Tralaltro riconoscerlo non è "marxismo" è senso comune. Egualmente, quando l'Europa scoprì l'america il mediterraneo divenne di secondaria importanza, e si crearono più zone con diverse condizioni di vita. Onestamente penso sia più utile che usare l'ortodossia come traccia, che nella società russa dell'ultimo secolo è un elemento veramente residuale, non si può far finta che il "ripulisti" sovietico non sia avvenuto. Questa al massimo sarebbe una bella domanda, si può rimettere in moto il motore di una religione spenta? Per quel che ho visto io, i risultati, direbbe un russo, sono da "villaggio Potemkin". Egualmente, rintracciare i russi fino alle tradizioni ed i modi vikinghi mi pare altrettanto azzardato, c'è una valanga di storia in mezzo e a meno di non essere specifici si rischia di lavorare un pò troppo di fantasia.
Anche al tempo della prima Roma era molto diffusa, sopratutto tra galli e cartaginesi, la "Romanofobia"..
L'alleanza Russia Cina è il risultato geopoliticamente inevitabile in risposta all'imperialismo USA con stampella europea occidentale.Auspicabile che il conflitto rimanga sul piano economico via brics, anche se la polpetta avvelenata ucraina prelude ad esiti più bellicisti.
Citazione di: InVerno il 28 Ottobre 2024, 02:04:33 AMNo, Roma non è un luogo è un idea, infatti ho parlato di Atlantide, non ha lo stesso carattere monistico di utopia, c'è anche la distopia in Roma, ma è comunque un idea. Curiosamente gli ultimi a reclamarne l'eredità furono gli ottomani, quindi se dobbiamo star a sentire i discendenti, l'ultima Roma è finita con la prima guerra mondiale! Quello che dicevo però di queste "seconde e terze" Rome è che necessitano per forza di cose che la prima sia caduta, e questo è secondo me il è fulcro del racconto, l'ideale di una rifodanzione da una caduta. Nel senso che nel sentire neoclassico il mito della caduta di Roma ha quasi sostituito il mito della caduta dell'Uomo. Roma è "Pangea", da cui i continenti\nazioni si sono distaccati, la torre di Babele crollata.
Non ho mai sostenuto che il commercio delle pelli possa in qualche modo raccontare qualcosa della cultura dei russi moderni, ma il fatto che un evento economico abbia cambiato la struttura territoriale russa e abbia generato condizioni diverse di vita, tra cui espansioni politiche e compenetrazioni filosofiche, è un dato di fatto. Tralaltro riconoscerlo non è "marxismo" è senso comune. Egualmente, quando l'Europa scoprì l'america il mediterraneo divenne di secondaria importanza, e si crearono più zone con diverse condizioni di vita. Onestamente penso sia più utile che usare l'ortodossia come traccia, che nella società russa dell'ultimo secolo è un elemento veramente residuale, non si può far finta che il "ripulisti" sovietico non sia avvenuto. Questa al massimo sarebbe una bella domanda, si può rimettere in moto il motore di una religione spenta? Per quel che ho visto io, i risultati, direbbe un russo, sono da "villaggio Potemkin". Egualmente, rintracciare i russi fino alle tradizioni ed i modi vikinghi mi pare altrettanto azzardato, c'è una valanga di storia in mezzo e a meno di non essere specifici si rischia di lavorare un pò troppo di fantasia.
Anche al tempo della prima Roma era molto diffusa, sopratutto tra galli e cartaginesi, la "Romanofobia"..
Non è marxismo, è senso comune? Nel contesto dei messaggi che lei ha inviato, si tratta di una forma di materialismo storico, cinico e tendente al nichilismo nonostante le apparenze gaie; una eredità definibile marxista.
MAURO PASTORE
Citazione di: PhyroSphera il 02 Novembre 2024, 21:18:33 PMNon è marxismo, è senso comune? Nel contesto dei messaggi che lei ha inviato, si tratta di una forma di materialismo storico, cinico e tendente al nichilismo nonostante le apparenze gaie; una eredità definibile marxista.
MAURO PASTORE
È senso comune che la scoperta e colonizzazione di "nuove" masse continentali ha cambiato la società di tutte le nazioni europee che hanno partecipato, che la mia descrizione dei fatti sia materialista non significa che sia Marxista..
Citazione di: InVerno il 02 Novembre 2024, 22:09:15 PMÈ senso comune che la scoperta e colonizzazione di "nuove" masse continentali ha cambiato la società di tutte le nazioni europee che hanno partecipato, che la mia descrizione dei fatti sia materialista non significa che sia Marxista..
Il materialismo non può definire la formazione di nazioni, popoli, etnie, società. Senza considerare le disposizioni e risorse interiori non si può raccontare neanche dei russi e della Russia. Nello spiegarne la nascita col commercio delle pellicce, se ne sta disconoscendo l'identità. Marx lo aveva fatto con l'intero Occidente, illuso che lo schema
proletariato/borghesia, ottenuto col rovesciamento del sistema hegeliano, avesse mostrato un difetto strutturale. Se diciamo della Rus' di Kiev e di Russia stiamo dicendo anche di Occidente non solo del Nord; e se si fa dipendere la storia ed esistenza russa da un commercio, si sta accusando i russi di sfruttamento e inautenticità, di capitalizzare l'intera vita. Si finisce così per escludere dal giudizio solo il còmpito di avere una prole, la quale poi dovrebbe liberarsi del passato, di ciò ritenuto soltanto
apparenza russa, una chimera. Infatti le masse comuniste e totalitarie nella Unione Sovietica volevano sostituire i russi e far corrispondere ai nomi tutt'altro.
L'impatto del marxismo varia da nazione a nazione.
MAURO PASTORE
Il fatto è che non ho mai sostenuto, né mi sognerei di farlo, che quel piano di analisi abbia una qualche esclusiva nel spiegare le vicende russe, è uno strato della realtà, questo non significa che la realtà si esaurisca in esso, come le sostanze materiali nel terreno, la pianta vi nasce ma non ne è determinata. Ci troviamo di fronte ad uno dei misteri, se si vuole, delle vicende geopolitiche, nel senso che, il determinismo geografico vive una doppia reputazione, da un lato gli argomenti di chi lo propone non hanno grandi basi scientifiche, dall'altro ha il vizio di essere una prospettiva che ci azzecca spesso nelle previsioni. Non penso che ci sia una formula valida per analizzare le comunità umane, alcune sono più portate dalle esigenze materiali di altre, le cose possono cambiare nel tempo. La Russia attuale per esempio, nei fatti osservabili, ha veramente più poco a che fare con l'ortodossia, anzi sarebbe secondo me un caso studio ideale per ragionare riguardo il post-mortem del cristianesimo. Nella Russia reale, non quella di Tolstojevsky, la diffusione e accettazione di miliardi di forme di superstizione, dallo zodiaco al sangue di talpa, è un vero e proprio "motore culturale" per quanto ridicolo e inefficiente, di una Russia che ha tranciato la sua eredità ortodossa originaria e si affida alla magia meno canonizzata per sostituirla funzionalmento, fenomeno che osserviamo anche qui ma neanche lontamente nella stessa misura.
Citazione di: InVerno il 14 Novembre 2024, 09:08:15 AMIl fatto è che non ho mai sostenuto, né mi sognerei di farlo, che quel piano di analisi abbia una qualche esclusiva nel spiegare le vicende russe, è uno strato della realtà, questo non significa che la realtà si esaurisca in esso, come le sostanze materiali nel terreno, la pianta vi nasce ma non ne è determinata. Ci troviamo di fronte ad uno dei misteri, se si vuole, delle vicende geopolitiche, nel senso che, il determinismo geografico vive una doppia reputazione, da un lato gli argomenti di chi lo propone non hanno grandi basi scientifiche, dall'altro ha il vizio di essere una prospettiva che ci azzecca spesso nelle previsioni. Non penso che ci sia una formula valida per analizzare le comunità umane, alcune sono più portate dalle esigenze materiali di altre, le cose possono cambiare nel tempo. La Russia attuale per esempio, nei fatti osservabili, ha veramente più poco a che fare con l'ortodossia, anzi sarebbe secondo me un caso studio ideale per ragionare riguardo il post-mortem del cristianesimo. Nella Russia reale, non quella di Tolstojevsky, la diffusione e accettazione di miliardi di forme di superstizione, dallo zodiaco al sangue di talpa, è un vero e proprio "motore culturale" per quanto ridicolo e inefficiente, di una Russia che ha tranciato la sua eredità ortodossa originaria e si affida alla magia meno canonizzata per sostituirla funzionalmento, fenomeno che osserviamo anche qui ma neanche lontamente nella stessa misura.
Se si dice di determinismo geografico, il pensiero non resta il medesimo del determinismo materialista ma può restare lo stesso; e se certe previsioni ci azzeccano ciò può risultare un disastroso inganno.
Quando, si racconta, Marx andava sarcasticamente dicendosi
il diavolo, non furono in pochi a ritenerlo un soggetto realmente pericoloso o nefasto. Altri invece passarono dalla critica aggressiva mossa contro la teologia cristiana, ebraica, in generale monoteista, a una critica più aggressiva contro la prospettiva
demonologica... Ma a furia di sottovalutarne i significati sul negativo, di interdirne le espressioni giudicate un impedimento architettato dagli sfruttatori, a furia di insistere su schemi che erano inadatti all'Europa e che anzi non ne consideravano pienamente, trascurando anche l'Asia e considerando il solo Blocco Continentale Euroasiatico, il determinismo geografico non poteva che essere disastroso. Non si trattava soltanto di ricondurlo ai suoi limiti, ma di svelarne la dipendenza da un determinismo materialista, questo a sua volta discendente da una critica ingenua, a sua volta non connotata, non adoperata entro i propri limiti.
Rovesciare lo spiritualismo-assolutismo di matrice hegeliana aveva un suo senso ma per come svolta l'impresa ebbe anche un suo decisivo non-senso. Quindi i due litiganti difettavano di saggezza... E senza una garanzia di saggezza, la filosofia muore. Per quel poco che c'era stata, essa limitò la violenza di due fronti che senza la dialettica erano peggio.
Per certe situazioni in cui i due Continenti erano meno decisivi, il rimedio euroasiatico pareva funzionare, ma senza capire le cause e svelando solo delle concause. La Mitteleuropa restò folgorata dalla profondità del materialismo di Marx, fintantoché esso era presentato come un pensiero particolare e non universale... Alla fine tanto sarcasmo contro la percezione cristiana, monoteista del negativo, nella convinzione di aver in ogni caso trovato lo snodo fondamentale della storia, la coincidenza dominante da battere... Ma era vero potere, gloria futura? Nelle fabbriche gli intellettuali comunisti avevano individuato il fatto a detta loro determinante, ma in realtà non ammettevano limitatezza dei propri contesti di studio. Invece? i timori dei pensatori cristiani erano davvero risibili?
L'appello ai sensi di Feuerbach fu sanzionato da Marx con delle invettive: troppo statico, ipocrita, negatore di una costrizione all'azione che pregiudicava le percezioni delle classi subalterne... Ma nel Secolo XX° Levinas individuava giustamente un
senso unico, riferibile a un percepire di fondo indipendente dall'agire e connesso col
senso del mistero. C. G. Jung notò per sua parte indipendente e scientificamente che bisognava avere attenzione per tale potere, che era assolutamente necessario; esso viene detto comunemente
sesto senso. Quelli che usano la scienza negandone le
teorie di confine ancora ridono
appresso al marxismo, ma è un'obiezione più che seria. La critica di Marx a Feuerbach era unilaterale e omissiva nei confronti di una realtà non bisognosa di
prassi. Chi ragionava da dietro le quinte, voleva che in Europa si agisse secondo un sesto senso euroasiatico... e in Mitteleuropa gli esteti erano ricercati come gli sciamani nelle praterie dell'Ovest... Ancora più dietro e in occulto, la preferenza sull'Asia. Alla fine l'Occidente era giudicato male, senza avvedersi della indipendenza di una natura europea. Sognare un sistema cinese, sognarlo superiore, dopo la
violenza culturale nella Cina di Mao era un diktat nelle terre e università occidentali durante la Guerra Fredda... Ancora adesso la dimensione filosofica del pensiero di Confucio viene presentata per filosofia determinata mentre Talete è visto come un ingenuo poco riconoscente della Ragione... E quelli che, accòrtisi di tutto e nonostante tutto, dicevano: 'eppure potremmo aver ragione... chi ve lo dice che non fosse, che non sia
quello, il problema?', costoro furono schiacciati dal peso delle responsabilità storiche: l'
Holodomor per tanto tempo era trattato dai freudiani-marxisti per un
pensiero parassita, una
fantasia indèbita e non il racconto delle requisizioni del cibo ai danni dei dissidenti al regime di Stalin con i successivi milioni di morti - anche ucraini russi, tra gli altri, e forse davvero tantissimi...
E allora? Il determinismo materialista geografico del marxismo è stato un successo, per il mondo, per i russi e i non russi? Proprio no. Invece l'appello alla singolarità del cristiano Kierkegaard oltre gli schemi della dialettica hegeliana, il suo indicare il pericolo sociale nelle folle - quello alcuni critici o aspiranti tali dicono che era una superstizione o che era servo dei padroni... Kierkegaard assecondò la verbosità di Marx e confermò:
'proprio un diavolo, ma Hegel si merita un compagno così'. Inutile dire che si stava additando l'insufficienza di entrambe le prospettive, anzi si denunciava una contesa disastrosa.
Si dice che la Russia contemporanea è colma di superstizioni, che l'Ortodossia cristiana non conta nulla... Un approccio che notai anni fa' sul quotidiano Repubblica, sul quale i messaggi di protesta, sul relativo sito Web, erano censurati: prima risposte fuori metro al lettore-commentatore e poi la controreplica di questi non veniva pubblicata. Un paradigma: non diversamente la tivù fa' oggi, in massima parte. Ha fatto anche il
catechismo da E. Mauro, che nel sembrare amare la libertà dei russi ne offendeva la dignità - e dire ci si era recato in Russia!
I russi gente superstiziosa? il credo ortodosso inesistente? E a che livello lo sarebbero? A livello delle manifestazioni
con la persona, o
della persona?
Insomma se si vuole una ortodossia materialista, questa fu impossibile da reperire anche dagli sgherri di Stalin. Certo i cristiani ortodossi russi, uomini e donne, non erano
spiritelli... e allora tanti abusi, torti, omicidi anche contro di loro. Adesso c'è la
lavata di testa giornalistica, quella che di fronte al ritratto famoso di Mussorgsky non pensa, per esempio, al modo diretto di affrontare il vento russo (in Italia pure ci passa ogni tanto!) ma ai
prodigi della "neuro" su chi è fuori, fuori da una normalità per cui si dovrebbe star bene senza poterne né doverne... E così le vicende del casato degli zar Romanov vengono presentate come una
'macchietta tivù' (E. Mauro faceva venire in mente il Vianello e la Mondaini della RAI anni '70 quando fingevano di non volersi bene, mentre lui trattava la grandezza e i poteri degli Zar come un'apparenza maligna e il popolo russo bisognoso della intelligenza dell'Ovest).
Quale determinismo materialista-geografico? Delocalizzato lo sarebbe fino ad un certo punto. La mediocrità è termine di paragone e assieme dittatura, dietro c'è sempre la solita configurazione però: e l'
Holodomor resta lì, assieme alle
superstizioni atee.
La
superstizione è esterna alla fede; il possessore della fede a volte pensa poco alla fede stessa ma ne ha secondo vita interiore, non secondo la faccia di una persona che fa apparenza sociale, ma semmai potendola comunicare col volto (e non dico che gli eroi della macchietta televisiva Vianello e Mondaini fossero persone superficiali e ostili al mondo russo).
MAURO PASTORE
Chi è "Tolstojevsky" ?? :)) :)) :))
E' l'amico di Manzopardi, frutti di una concenzione umanistica ottocentesca dove la storia dei popoli è nel calamaio dei suoi autori letterari più blasonati, butta via il resto, è marxismo. A tal proposito consiglio il libro di L.Canfora "Democrazia", per carità interessante, ma se prendete una pagina a caso noterete che i verbi non riescono a supportare altri nomi propri, è alienante leggere quella che dovrebbe essere la storia di un ideale raccontata attraverso non le istituzioni o gli eventi, ma le epistole di letterati. Va bene, ognuno ha le sue power fantasy.
Riguardo il determinismo geografico non so cosa devo dire, non devo né difenderlo né attaccarlo, non mi ritengo un determinista geografico né ho presentato la mia tesi in questa guisa, almeno non in senso di "determinismo forte". Quanto poi sia realmente materialista è tutto da vedersi, perchè i fondamenti sono invece piuttosto esoterici, solo che se non si mettono in discussione non appare. La questione "Eurasia" è ben indicativa della vicenda, non c'entra niente con Marx che solo in tarda età si mise a studiare i "modi di produzione orientali" e se ne interessò dal punto di vista economico non etnico\mitologico. Gumilev al contrario, pur all'interno della materialistica URSS riuscì ad avanzare questa idea mescolando materialismo (precipitazioni medie, orografia etc) con elementi esoterici come l'astrologia e le "cosmo cazzate" di popoli baciati dal sole e altre assurdità. Oggi si prende l'Eurasia a "scatola chiusa" ma va ricordato che i fondamenti sono quelli, di materialista c'è solo la facciata.
Si la Russia attuale ha pochissimi ortodossi praticanti, negli anni '90 non c'erano manco più le chiese, è Putin che ha cominciato a ricostruirle e in tutta Mosca e S.Pietroburgo ci sono cantieri di chiese nuove di pacca per alimentare il suo assolutismo politico, ha puntato sul sicuro. Che questa operazione funzioni è tutto da vedersi, ed è anche interessante vedere se si può ricollegare quel filo interrotto, a mio avviso per come conosco la religione e la società, NO, ma sono pronto a ricredermi. E si, la Russia attuale pullula di superstizione ad un livello tale che non ha paragone nel resto dell'occidente, tarocchi, filtri magici, astrologi, sciamani, olio di serpente, sono in bella vista dappertutto in maniere e modi che anche in Italia farebbero storcere il naso.