Buongiorno a tutti. Spesso ricevo inviti a manifestazioni il cui slogan suona più o meno così: "Facciamo guerra alla guerra". A parte che non sono mai stato amante delle manifestazioni pubbliche, forse anche perché, a causa delle mie limitazioni fisiche, mi sarebbe più difficile districarmi dalla folla in caso di problemi di qualsivoglia natura... però mi sembra un'assurdità fare guerra alla guerra, come quelli che affermano di votare contro questo o quel partito, ecc... ecc... Invece di fare guerra alla guerra, non sarebbe meglio essere in pace con sé stessi e di conseguenza trasmettere la pace a tutti i propri simili? Solamente chi è in pace con sé stesso può esserlo col mondo intero. Ancora più assurdo mi pare votare contro qualcuno: non sarebbe meglio votare a favore dell'avversario di quel qualcuno? Eppure i politici "scienziati" che ci ritroviamo oggi, ogni tanto si lasciano scappare affermazioni di voto contro! Non sono pochi gli esempi in tal senso. Voi cosa ne pensate?
Buongiorno a te, Aspirante, quello che noti é una verità profonda che scopre le falsità di questi tempi d'oggi. Chi protesta contro la guerra non é per nulla pacifico, non a caso vengono definiti pacifinti, che realizzano quella che é stata definita guerra ibrida, un insieme di propaganda e falsificazioni informative indirizzate ad indebolire le strutture istituzionali del libero occidente.
Nella migliore delle ipotesi dietro tali atteggiamenti c'é odio ideologico nei confronti dell'occidente e dei valori di libertà che rappresenta, nella peggiore c'é connivenza con chi la guerra l'ha provocata invadendo l'Ucraina.
Si vis pacem, para bellum, dicevano coloro che con la guerra hanno costruito un impero. Poi, come in tutte le cose umane, il boomerang è sempre dietro l'angolo. La pace in astratto è una buffonata in un contesto universale di guerra imperialistica e di classe. Più proficuo avere buoni signori della guerra, che conoscono pure il valore della pace. E della diplomazia.
Restando al contesto europeo, trovo sorprendente che i "pacifisti" siano così embedded nelle organizzazioni di partito e coalizioni di governo e militari guerrafondaie: dissonanza cognitiva ?
La soluzione alle diatribe la trovarono nell'antichità: il duello tra i fratelli Orazi e i gemelli Curiazi. Putin è Zelensky dovrebbero scegliere tre campioni a testa: tre combattenti russi e tre ucraini. Il duello andrebbe svolto con pistole a un solo colpo. Piazzati di fronte a 20 passi, al segnale dell'arbitro malese di johor, fare fuoco. Oltre al l'indubbio valore eroico e nobile di un simile duello, si risparmierebbe sofferenza ingiusta alle popolazioni e sarebbe di grande difficoltà mediatica non riconoscere l'esito. Invece i capi se ne stanno nei bunker attorniati dalle guardie e mandano a morire gli altri, imbonendoli con sacre retoriche sull'amore patrio, sulla giustizia giusta, sul sol dell'avvenire che arride a chi si trasformerà in humus per essa.
Citazione di: Pio il 28 Marzo 2024, 10:43:13 AMimbonendoli con sacre retoriche sull'amore patrio, sulla giustizia giusta,
Patria e giustizia sono valori retorici per chi non ci crede. Per chi ci crede sono il fondamento dell'esistenza, valori per difendere i quali val la pena morire, perché senza di essi non ha molto senso vivere.
Chi combatte per questi valori non obbedisce a un capo, lo fa perché lo sente giusto.
Quelli che obbediscono ai capi, di solito, questi valori li schiacciano e li infamano, loro si che sono schiavi di una retorica menzognera, che racconta loro che bisogna andare a far la guerra per combattere nazisti che non esistono.
qualcuno ha spazzato il mondo e al mondo resta solo quello che ha ancora di buono.
Ho letto da qualche parte.... "Se vuoi la pace mondiale, comincia a volere la pace nel tuo continente; se vuoi la pace nel tuo continente, comincia a volere la pace nella tua nazione; se vuoi la pace nella tua nazione, comincia a volere la pace nella tua regione; se vuoi la pace nella tua regione, comincia a volere la pace nel tuo comune; se vuoi la pace nel tuo comune, comincia a volere la pace nel tuo rione; se vuoi la pace nel tuo rione, comincia a volere la pace nella tua via; se vuoi la pace nella tua via, comincia a volere la pace nella tua casa; se vuoi la pace nella tua casa, comincia a volere la pace nel tuo cuore, perché un cuore in pace co sé stesso è in pace col mondo intero". La pace, a differenza di quanto affermano i nostri politici, non si costruisce con le deterrenze o le diplomazie. La pace è uno stato interiore: o l'abbiamo o non l'abbiamo. In questo secondo caso, occorre cercarlo e non costruirlo! E' come per le piante e ortaggi: o abbiamo i semi per farle crescere, o non li abbiamo, e in questo secondo caso, si cercano in natura o si acquistano (non si costruiscono)!
Si cade facilmente nella favolistica "metafisica" quando si parla di pace. La ricetta efficace consiste invece nella rimozione delle contraddizioni sociali, interne ed esterne ai gruppi costituiti. Per fare ciò non vi è altra via che l'equità sociale e la buona politica diplomatica. Finché continueremo a votare e mantenere elites oligarchiche guerrafondaie non c'è buona volontà individuale che tenga.
Citazione di: Ipazia il 29 Marzo 2024, 08:47:59 AMSi cade facilmente nella favolistica "metafisica" quando si parla di pace. La ricetta efficace consiste invece nella rimozione delle contraddizioni sociali, interne ed esterne ai gruppi costituiti. Per fare ciò non vi è altra via che l'equità sociale e la buona politica diplomatica. Finché continueremo a votare e mantenere elites oligarchiche guerrafondaie non c'è buona volontà individuale che tenga.
Cosa intendi per buona politica diplomatica? Se per qualche decennio ci siamo beati del fatto che in Europa non vi fossero più guerre e poi, di punto in bianco abbiamo avuto, negli anni '90 del secolo scorso la guerra nella ex Jugoslavia, ed ora un'altra nell'ex URSS, forse le diplomazie non hanno lavorato così bene. Non hanno potuto, saputo o voluto farlo?
Altro punto: se io non sono in pace con me stesso, come posso pretendere che sia in pace il mondo intero? Quante guerre interiori combatte ognuno di noi, di cui gli altri sono all'oscuro?
Il punto è che ormai non c'è modo di influenzare le politiche degli stati, nemmeno nelle nostre democrazie occidentali. Le quali si differenziano dagli stati non democratici essenzialmente per il mantenimento dei diritti civili, non per l'efficacia della delega del potere dal cittadino al suo rappresentante politico.
Per cui anche se i cittadini europei continuano fortunatamente a godere di ampie libertà, non sono più nelle condizioni di contare qualcosa nel governo delle comunità.
Se il meccanismo delle elezioni venisse abolito e instaurato al suo posto un'alternanza automatica ogni cinque anni di due schieramenti politici composti da partiti come quelli esistenti, lasciando la scelta dei deputati alle segreterie, e quella dei segretari agli iscritti dei singoli partiti, ebbene, non cambierebbe nulla. Non ce ne accorgeremmo neanche...
Per questo motivo la tendenza più naturale è quella proposta da AspiranteFilosofo, quella di un'introiezione, esattamente come nell'antichità con l'emergere dei grandi imperi e la fine della polis. La riflessione si fa spirituale, la vita interiore e i suoi labirinti sostituiscono le preoccupazioni sulle forme di governo e sulle guerre.
Con il pericolo però che questa pace interiore nasconda semplice egoismo o pigrizia.
Questo è il dubbio che deve essere sciolto. Come? Forse una risposta potrebbe venire dall'analisi degli effetti. Se la mia pace interiore non produce alcun effetto, alcun cambiamento nelle relazioni (mie e di quelli che mi stanno attorno), se tutta la differenza sta in una certa serenità interiore mentre il mondo esterno continua a sembrarmi l'inferno da cui proteggermi, allora forse si tratta di semplice chiusura egoistica, di meschinità.
"In quella notte di luce cominciò il terzo periodo della mia vita, il più bello di tutti, il più ricolmo di grazie celesti... Sentii, in una parola, la carità entrarmi in cuore, il bisogno di dimenticarmi per fare del bene, e da allora fui felice!". [Teresa di Lisieux, "Storia di un'anima"]
Secondo me, Aspirante, tu confondi due concetti di pace abbastanza differenti.
La pace interiore é sicuramente auspicabile per tutti. La pace militare é invece quello che viene definito in economia come un second best. Chi fa la guerra é certamente un individuo che non ha pace interiore, però, nonostante questo, può essere indotto a non fare la guerra per effetto della deterrenza, rimane con i suoi rancori dentro, ma senza trasformerli in tragedie per gli altri.
La pace, e' possibile solo con, e tramite, la giustizia, quindo solo dopo una rivoluzione sociale di tipo anarchico o comunista.
Guerra alla guerra non ha in se' nessuna contraddizione, significa guerra alle elites guerrafondaie e capitaliste che questa guerra impongono.
Perche' ci sia la pace, chi vuole la guerra se ne deve andare a quel paese.
La guerra nel capitalismo e' inevitabile, perche' e' la soluzione, temporanea e compatibile, alle sue crisi economiche: il capitalismo produce infelicita', e gli infelici devono essere portati in guerra, perche' sfoghino la loro frustrazione in modo compatibile.
Dietro uno straccio di bandiera nazionale, qualunque essa sia, gli uomini muiono, perche', dopo un certo numero di morti, dopo un certo grado di devastazione, tutto il sistema, tutto l'ingranaggio, finalmente disostruito e snello, possa ricominciare con una nuova "pace", e una nuova guerra. Da un punto di vista realistico, tutto cio' e' discarica, "arruolamento" in senso lato di chi piu' non ha un ruolo, smaltimento delle eccedenze.
Qui parlano e parleranno tutti di grandi valori, di quale signore della guerra sia piu' giusto e piu' bello (Ipazia????) di quale retorica di guerra per mandare i ventenni a scannarsi sia piu' giusta e piu' veritiera (antony???), di chi, a seconda della schieramento, obbedisca spontaneamente a un comando folle e sbagliato che comanda la guerra e chi no (come fate a saperlo??? E anche se fosse, cosa cambia??? Se un uomo muore "convinto", del motivo per cui muore, muore forse di meno???) io faccio solo notare, che dopo due guerre mondiali, nel panorama sociale e umano complessivo e' cambiato un cavolo, e ci stiamo avviando alla terza.
La soluzione, per farla finita con una guerra, tanto piu' mondiale, e' sempre che il fante giri il fucile contro il suo stesso ufficiale che gli ordina l'attacco. In una linea del fronte, come nell'altra. Il nemico e' quello dietro, non e' quello davanti. Il nemico e' quello che realmente (e non fantasmaticamente) ti conosce e ti vuole male. Il disertore, l'imboscato, quello col certificato medico fasullo, e' quello che realisticamente (e non fantasmaticamente) alla fine della fiera ne esce vivo.
Prendo atto della svolta bellicistica dell'unione europea, e per me, da oggi l'uscita dell'Italia dall'Europa e' un'obbiettivo rivoluzionario. Prima ero scettico o indifferente al tema. Se l'europa vuole preparare la guerra alla russia, lo facesse senza di noi. Noi siamo italiani, abbiamo gia' dato, e di propenso all'uso delle armi sul tema ci e' rimasto solo Pulcinella. Il carrozzone del: "se vuoi la pace prepara la guerra" ha definitivamente fallito, e merita di rimanere senza piu' nemmeno uno stato membro. Io personalmente, se posso e se riesco, voglio vivere, e non voglio morire.
Quanto a retorica vai forte anche tu, niko. Per te dove c'é il comunismo c'é la pace (strano, mi risulta che i regimi comunisti di cui ho sentito parlare di guerre ne abbiano iniziate tante), mentre invece nel mondo degli uomini liberi si é infelici e per questo si fa la guerra(parla per te, niko, io sono felice, se tu non lo sei credo di averti già detto dove te ne dovresti andare).
Se nel mondo libero c'é chi, come me, reputa come strumento accettabile, naturalmente come extrema ratio, la guerra, lo fa perché vuole rimanere libero e felice così com'é, e magari vuole lo stesso anche per un grande e valoroso popolo come quello ucraino.
C'é una profonda differenza tra il tuo (quello espresso dalle tue parole) e il mio modo di concepire il vivere.
Per te é possibile vivere senza valori di riferimento, disinteressandosi di tutto, per me, é per fortuna per tanti, non é così.
Per noi ci sono cose per le quali val la pena anche morire, e quella morte é effettivamente un morir di meno, perché si continua a vivere nei valori ai quali si é creduto. Diceva Falcone, chi ha paura e abbassa la testa muore sempre, anche se rimane vivo, chi ha coraggio, invece, muore una volta sola.
Donald Tusck dà per scontato che ci sarà a breve la terza guerra mondiale. Sta già addestrando i bambini a scappare nei rifugi. Secondo gli analisti scoppierà tra il 2025 eil 26. Spiaze per i giovani europei che andranno a morire, dice, ma bisogna rendersi conto che siamo entrati in una epoca prebellica. Io non capisco quale senso avrebbe per la Russia attaccare l 'intera 'Europa, viste le difficoltà che ha per uscire persino dal pantano ucraino dove si è cacciata. Non dispone nemmeno di una flotta in grado di controllare il Mar Nero e sarebbe totalmente esposta su quel lato.Non sarà piuttosto che sono alcuni paesi dell'est ex sovietico, che vorrebbero creare il casus belli per trascinare l'intera NATO in guerra e così sperando di togliersi l'ingombrante vicino dalle costole?
Alcuni di noi, quando si era presentata la guerra in Europa, avevano avvocato per una risposta ferma, rigida e unilaterale di negazione della guerra come strumento per ottenere un qualsiasi beneficio territoriale, questo necessitava la massima capacità di concertazione politica e militare nel rendere inefficiente lo sforzo russo. L'opposizione a questa "prospettiva intransigente" che veniva considerata guerrafondaia e cinica, anempatica e "realista", è riuscita non a bloccare gli sforzi ma a rallentarli a sufficienza perchè la guerra diventati uno status quo in Europa. Più rimane così, più si infiltrerà in ogni aspetto del mondano e ci porterà tutti dentro ad una situazione dove le dottrine militari sostituiranno lo stato di diritto, la guerra è un mostro sociale che si espande, ma ha un nucleo, delle radici, e fintanto che si fa la pace con le radici, la guerra con le foglie sarà inevitabile.
Citazione di: anthonyi il 29 Marzo 2024, 11:19:54 AMSecondo me, Aspirante, tu confondi due concetti di pace abbastanza differenti.
La pace interiore é sicuramente auspicabile per tutti. La pace militare é invece quello che viene definito in economia come un second best. Chi fa la guerra é certamente un individuo che non ha pace interiore, però, nonostante questo, può essere indotto a non fare la guerra per effetto della deterrenza, rimane con i suoi rancori dentro, ma senza trasformarli in tragedie per gli altri.
Un individuo non in pace con sé stesso, forse è disincentivato a fare la guerra, ma a mio avviso ci sono buone possibilità che sia dia alla guerriglia, agli attentati o quant'altro del genere. In qualche modo dovrà sfogare il proprio disagio interiore. La mancanza di pace interiore sfocia inevitabilmente in forme di violenza di vario genere.
Immagina di voler bere acqua pura di sorgente e di riempire un bicchiere infangato. L'acqua, inevitabilmente, non sarà più pura. O sbaglio?
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 29 Marzo 2024, 10:08:17 AMCosa intendi per buona politica diplomatica? Se per qualche decennio ci siamo beati del fatto che in Europa non vi fossero più guerre e poi, di punto in bianco abbiamo avuto, negli anni '90 del secolo scorso la guerra nella ex Jugoslavia, ed ora un'altra nell'ex URSS, forse le diplomazie non hanno lavorato così bene. Non hanno potuto, saputo o voluto farlo?
Guerre ce ne sono sempre state finita la seconda g.m.: di liberazione nazionale, decolonizzazione, neocolonialistiche e imperialistiche su vasta scala. La diplomazia può mitigare i conflitti ma non fa miracoli in assenza di equità interna di classe e nelle relazioni internazionali.
CitazioneAltro punto: se io non sono in pace con me stesso, come posso pretendere che sia in pace il mondo intero? Quante guerre interiori combatte ognuno di noi, di cui gli altri sono all'oscuro?
Non sequitur. Sono due piani totalmente slegati. I nazisti erano così in pace con se stessi da non vedere nemmeno i lager, oppure considerarli sacrosanti. Hannah Arendt lo spiega bene nel suo testo famoso.
Citazione di: anthonyi il 29 Marzo 2024, 13:47:03 PMQuanto a retorica vai forte anche tu, niko. Per te dove c'é il comunismo c'é la pace (strano, mi risulta che i regimi comunisti di cui ho sentito parlare di guerre ne abbiano iniziate tante), mentre invece nel mondo degli uomini liberi si é infelici e per questo si fa la guerra(parla per te, niko, io sono felice, se tu non lo sei credo di averti già detto dove te ne dovresti andare).
Se nel mondo libero c'é chi, come me, reputa come strumento accettabile, naturalmente come extrema ratio, la guerra, lo fa perché vuole rimanere libero e felice così com'é, e magari vuole lo stesso anche per un grande e valoroso popolo come quello ucraino.
C'é una profonda differenza tra il tuo (quello espresso dalle tue parole) e il mio modo di concepire il vivere.
Per te é possibile vivere senza valori di riferimento, disinteressandosi di tutto, per me, é per fortuna per tanti, non é così.
Per noi ci sono cose per le quali val la pena anche morire, e quella morte é effettivamente un morir di meno, perché si continua a vivere nei valori ai quali si é creduto. Diceva Falcone, chi ha paura e abbassa la testa muore sempre, anche se rimane vivo, chi ha coraggio, invece, muore una volta sola.
Capisco che anche il presente agli occhi di alcuni sia un fiore raro... ma l'amore per questo fiore si dimostra attraversando l'intero futuro per riaverlo quando lo si perde, non facendo una guerra per conservarlo.
Amore e' accettazione.
Citazione di: Ipazia il 29 Marzo 2024, 16:20:04 PMGuerre ce ne sono sempre state finita la seconda g.m.: di liberazione nazionale, decolonizzazione, neocolonialistiche e imperialistiche su vasta scala. La diplomazia può mitigare i conflitti ma non fa miracoli in assenza di equità interna di classe e nelle relazioni internazionali.
Non sequitur. Sono due piani totalmente slegati. I nazisti erano così in pace con se stessi da non vedere nemmeno i lager, oppure considerarli sacrosanti. Hannah Arendt lo spiega bene nel suo testo famoso.
Come fai a stabilire che i nazisti fossero così in pace con sé stessi? Per esempio: nel libro
Giustizia, non vendetta di Simon Wiesenthal, c'è l'aneddoto di un soldato nazista che, su un letto, in fin di vita chiede di essere perdonato da un ebreo. Gli mandano l'autore del libro, cui lui racconta di aver partecipato alla strage di un gruppo di ebrei che si erano rifugiati in un casolare. I soldati, dopo averli accerchiati, appiccarono il fuoco al casolare e qualunque ebreo si fosse buttato dalla finestra per scampare alle fiamme, sarebbe stato raggiunto da armi da fuoco. Ovviamente Wiesenthal non può perdonarlo a nome di tutta la comunità ebraica. Avrebbe potuto farlo se fosse stata coinvolta solamente la sua famiglia, ma non così.
Oppure, quando a guerra finita. Simon Wiesenthal scova un gerarca nazista e va ad arrestarlo. L'ex prigioniero ebreo, di fronte ad un soldato del III Reich, sviene questi gli presta tutte le cure del caso, riconoscendo di aver commesso dei crimini ed accettandone le conseguenze.
Le guerre esteriori, in ogni caso, sono figlie di quelle interiori. Quando cesseranno queste, quelle le seguiranno. Di qui non si scappa.
Leggendo "la banalità del male" si comprende quanto "essere in pace con se stessi" sia facilmente implementabile dal contesto sociale, anche nel caso dei fenomeni più brutali della storia umana.
Quando il vescovo della crociata contro gli eretici disse "uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi", dopo aver espugnato la città che ospitava un gruppo di eretici, era assolutamente in pace con se stesso e la sua fede.
Poi ci sono i cambi di prospettiva, illuminazioni e pentimenti, ma tutta la macchina sociale è strutturata per omologare umani "in pace con se stessi" nell'eseguire gli ordini impartiti. La covidemia è stata un esempio eclatante che ci ha toccato da vicino, e pentimenti se ne vedono pochi.
Anche la maggior parte dei nazisti (tipo Kappler) sono morti a 90 anni "in pace con se stessi", senza alcun pentimento o dubbio.
Le "guerre interiori" riguardano una sparuta minoranza di umani non omologati, che non cambiano il mondo. A cambiare il mondo provvedono più le catastrofi, subito rimosse da negazionismo, amnesia, cambio di casacca, che ripristinano in breve tempo la pace interiore.
Anche la lezione di Primo Levi e la storia d'Israele sono istruttive su tali meccanismi.
Citazione di: Ipazia il 30 Marzo 2024, 09:42:48 AMLe "guerre interiori" riguardano una sparuta minoranza di umani non omologati, che non cambiano il mondo. .
Direi che é proprio il contrario, le persone con conflitti interiori sono proprio quelle che cambiano il mondo. Jobs disse: "siate affamati, siate folli", e lui di mutamento ne sapeva qualcosa. Chi é in pace interiore, invece, si omologa e si adatta al mondo rappresentando sempre una forza conservativa. Poi certo il mutamento può essere nel bene o nel male.....
Citazione di: anthonyi il 30 Marzo 2024, 10:13:45 AMDirei che é proprio il contrario, le persone con conflitti interiori sono proprio quelle che cambiano il mondo. Jobs disse: "siate affamati, siate folli", e lui di mutamento ne sapeva qualcosa. Chi é in pace interiore, invece, si omologa e si adatta al mondo rappresentando sempre una forza conservativa. Poi certo il mutamento può essere nel bene o nel male.....
Stavolta concordo con Anthonyi e mi era venuto da aggiungerlo, ribaltando la tesi di Aspirante. Vedo che l'ha fatto lui e approvo. Personalmente mi preoccupano di più gli omologati delle anime in pena.
Il motivo per cui non cambiano il mondo è perchè incidono poco, in quanto i motori dell'omologazione hanno facile gioco nell'isolarli e distruggerli. Jobs ha avuto successo perchè la sua innovazione era coerente con l'omologazione dominante, era omologabile.
Citazione di: Ipazia il 30 Marzo 2024, 16:04:56 PMStavolta concordo con Anthonyi e mi era venuto da aggiungerlo, ribaltando la tesi di Aspirante. Vedo che l'ha fatto lui e approvo. Personalmente mi preoccupano di più gli omologati delle anime in pena.
Il motivo per cui non cambiano il mondo è perchè incidono poco, in quanto i motori dell'omologazione hanno facile gioco nell'isolarli e distruggerli. Jobs ha avuto successo perchè la sua innovazione era coerente con l'omologazione dominante, era omologabile.
Tutte le innovazioni, per poter affermarsi socialmente, devono essere omologabili, anche il socialismo a te caro prima passa per una fase di innovazione/rivoluzione, poi diventa omologazione del nuovo sistema economico, se così non fosse, se non si raggiungesse un nuovo equilibrio, non potremmo parlare di mutamento ma solo di instabilità perenne.
Citazione di: anthonyi il 30 Marzo 2024, 20:55:53 PMTutte le innovazioni, per poter affermarsi socialmente, devono essere omologabili, anche il socialismo a te caro prima passa per una fase di innovazione/rivoluzione, poi diventa omologazione del nuovo sistema economico, se così non fosse, se non si raggiungesse un nuovo equilibrio, non potremmo parlare di mutamento ma solo di instabilità perenne.
Con una piccola, non marginale differenza: il comunismo non è omologabile nel capitalismo, Apple invece lo è perfettamente. Un sistema non può omologare ciò che lo distrugge, ma solo ciò che lo fortifica. Che ne aumenta il valore e condivide i valori.
Citazione di: anthonyi il 30 Marzo 2024, 10:13:45 AMDirei che é proprio il contrario, le persone con conflitti interiori sono proprio quelle che cambiano il mondo. Jobs disse: "siate affamati, siate folli", e lui di mutamento ne sapeva qualcosa. Chi é in pace interiore, invece, si omologa e si adatta al mondo rappresentando sempre una forza conservativa. Poi certo il mutamento può essere nel bene o nel male.....
Perché mai chi è in una situazione di pace interiore non può essere anche un po' folle? Perché mai la pace interiore dovrebbe essere omologazione e adattamento?
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 31 Marzo 2024, 08:10:46 AMPerché mai chi è in una situazione di pace interiore non può essere anche un po' folle? Perché mai la pace interiore dovrebbe essere omologazione e adattamento?
Mettendo i fattori nell'ordine corretto: l'omologazione e l'adattamento sono l'instrumentum regni per (far) fare cose ignobili conservando la pace interiore.
A tal proposito sempre utile richiamare quanto detto da Steven Weinberg:
"La religione rappresenta un insulto alla dignità umana. Con o senza di essa, ci sarebbero sempre buoni che farebbero il bene e cattivi che farebbero il male. Ma perché i buoni facciano del male, occorre la religione."
La religione, ovvero la forma più antica di omologazione. Ma vale anche per le ideologie non religiose, quando acquistano consistenza politica omologante.
L'arcivescovo Arnaud Amaury era sicuramente in pace con se stesso quando decretò il massacro di tutti gli abitanti di Bèziers, col sublime e corretto argomento teologico che tanto Dio sapeva quali erano i suoi e quali, gli eretici, di Satana:
"
Cedite eos. Novit enim Deus qui ejus sunt".
Anche Adolf Eichmann era in pace con se stesso quando faceva viaggiare in orario i treni verso Auschwitz. E rimase tale fino alla fine, reclamando la sua innocenza. Si sarebbe sentito meno in pace con se stesso se i treni non arrivavano in orario.
La fallacia della tesi risulta pure dal fatto di essere stata rilevata da due partecipanti al forum che sulla visione del mondo e dell'oltremondo hanno opinioni opposte.
Siamo tutti in po' matti, pacifici,pacifisti, non pacifici e guerrafondai.
Il nostro sistema immunitario,d'altronde ,è in guerra continua e l'essere umano ha a che fare con un ambiente umano e naturale che non è certo la quintessenza della tranquillità.
Conflitti e problemi sono l' "ordine del mondo " e otto miliardi di persone sono troppi per un pianeta che,attualmente ne potrebbe supportare e sopportare al massimo due o tre.
Siccome la frittata è fatta l'unica cosa che si può fare è limitare i danni prossimi futuri.
Citazione di: Ipazia il 31 Marzo 2024, 10:23:20 AMMettendo i fattori nell'ordine corretto: l'omologazione e l'adattamento sono l'instrumentum regni per (far) fare cose ignobili conservando la pace interiore.
A tal proposito sempre utile richiamare quanto detto da Steven Weinberg:
"La religione rappresenta un insulto alla dignità umana. Con o senza di essa, ci sarebbero sempre buoni che farebbero il bene e cattivi che farebbero il male. Ma perché i buoni facciano del male, occorre la religione."
La religione, ovvero la forma più antica di omologazione. Ma vale anche per le ideologie non religiose, quando acquistano consistenza politica omologante.
L'arcivescovo Arnaud Amaury era sicuramente in pace con se stesso quando decretò il massacro di tutti gli abitanti di Bèziers, col sublime e corretto argomento teologico che tanto Dio sapeva quali erano i suoi e quali, gli eretici, di Satana:
" Cedite eos. Novit enim Deus qui ejus sunt".
Anche Adolf Eichmann era in pace con se stesso quando faceva viaggiare in orario i treni verso Auschwitz. E rimase tale fino alla fine, reclamando la sua innocenza. Si sarebbe sentito meno in pace con se stesso se i treni non arrivavano in orario.
La fallacia della tesi risulta pure dal fatto di essere stata rilevata da due partecipanti al forum che sulla visione del mondo e dell'oltremondo hanno opinioni opposte.
"Ideologia è essenzialmente un falso rapporto con la verità, cioè con la
ricerca di verità" (Roberta De Monticelli).
Certamente la religione può essere ideologia, così come può esserlo l'ateismo.
Aderire ad un'ideologia da pace perché ci si sente nel giusto.
Ma la Arendt in "La banalità del male" voleva indagare qualcos'altro, non il male commesso dall'accecamento ideologico, ma quello perpetuato da coloro, non necessariamente entusiasti sostenitori di Hitler, che si limitavano a fare bene il proprio lavoro, per quanto il proprio lavoro fosse per esempio occuparsi dell'approvvigionamento delle sostanze chimiche per le camere a gas dei campi di concentramento.
È questo fatto, l'adesione alla propria funzione all'interno di un sistema amministrativo e produttivo, senza che nello stesso tempo si abbiano perplessità sul fine di tale sistema, sul senso complessivo del sistema, è questo fatto, dicevo, a destare stupore.
Un'omologazione alla propria funzione, al compito assegnato, con la sola preoccupazione che tale compito venga portato a termine nel migliore dei modi. Questo è il mistero dell'uomo senza immaginazione, che legge Goethe e ascolta Mozart, che disdegna la violenza delle SS, e che ha la coscienza a posto perché ha lavorato bene, anche se il suo lavoro consiste nel far funzionare a pieno regime Auschwitz.
È il mondo che funziona e che deve funzionare. In questo senso il nostro mondo non è così distante da quello di Eichmann. Non si tratta più di capire cosa è giusto ma cosa funziona ed essendo il mondo della tecnica fondato sulla ricerca di ciò che funziona, la domanda su cosa è giusto diventa anacronistica. La guerra paradossalmente diventa un modo comprensibile di ritorno all'umano. Un tentativo però destinato al fallimento, poiché anche nella guerra diventa principale il discorso su cosa funziona meglio, che corrisponde al cosa è giusto.
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 31 Marzo 2024, 08:10:46 AMPerché mai chi è in una situazione di pace interiore non può essere anche un po' folle? Perché mai la pace interiore dovrebbe essere omologazione e adattamento?
Perché l'adattamento all'ambiente sociale esterno é la condizione naturale dell'essere umano. Tutti noi cresciamo acquisendo comportamenti iterativi che ci guidano nel rapporto con gli altri in maniera incosciente.
Cambiare questi comportamenti invece é una scelta, una scelta faticosa che si fa quando si é insoddisfatti del rapporto col mondo, cioè si é in conflitto interiore.
Sono questioni confermate anche da ricerche , le personalità che tendono ad affermarsi, nell'arte creativa, in politica, nell'impresa, ma anche nelle figure dei grandi santi, sono spesso portatrici di questa conflittualita che cercano di superare con l'affermazione del proprio io.
Citazione di: anthonyi il 31 Marzo 2024, 16:29:49 PMPerché l'adattamento all'ambiente sociale esterno é la condizione naturale dell'essere umano. Tutti noi cresciamo acquisendo comportamenti iterativi che ci guidano nel rapporto con gli altri in maniera incosciente.
Cambiare questi comportamenti invece é una scelta, una scelta faticosa che si fa quando si é insoddisfatti del rapporto col mondo, cioè si é in conflitto interiore.
Sono questioni confermate anche da ricerche , le personalità che tendono ad affermarsi, nell'arte creativa, in politica, nell'impresa, ma anche nelle figure dei grandi santi, sono spesso portatrici di questa conflittualita che cercano di superare con l'affermazione del proprio io.
Forse la conflittualità cui tu fai riferimento c'entra con la pace interiore come i cavoli a merenda. La pace interiore è lo stato di chi è oltre ogni conflittualità, di chi ha intrapreso un viaggio interiore che lo ha portato a capire di non essere un corpo, ma di essere un anima e di avere un corpo.
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 31 Marzo 2024, 16:54:42 PMForse la conflittualità cui tu fai riferimento c'entra con la pace interiore come i cavoli a merenda. La pace interiore è lo stato di chi è oltre ogni conflittualità, di chi ha intrapreso un viaggio interiore che lo ha portato a capire di non essere un corpo, ma di essere un anima e di avere un corpo.
Secondo me, invece, le due "paci" di cui parliamo sono collegate. Anche l'ascetismo, infatti, allontana l'individuo da quelle pulsioni che lo spingono ad agire in maniera dinamica, cioé ad esprimere il suo se nei confronti del mondo.
Citazione di: anthonyi il 31 Marzo 2024, 18:27:29 PMSecondo me, invece, le due "paci" di cui parliamo sono collegate. Anche l'ascetismo, infatti, allontana l'individuo da quelle pulsioni che lo spingono ad agire in maniera dinamica, cioé ad esprimere il suo se nei confronti del mondo.
Io non ho parlato di ascetismo, di allontanarsi dal mondo. Si può essere in pace col mondo intero solamente se se ne fa parte.
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 31 Marzo 2024, 19:20:00 PMIo non ho parlato di ascetismo, di allontanarsi dal mondo. Si può essere in pace col mondo intero solamente se se ne fa parte.
Ma come! Parli di viaggio interiore, di capire di essere un anima e non un corpo, e non é ascetismo? Il viaggio interiore implica logicamente l'allontanamento dal mondo, e ti ricordo che la tesi pace interiore implica pace con il mondo é una tesi tua che adesso ragioni come se pace col mondo e pace con sé stessi fossero la stessa cosa, ma non lo sono.
Oltretutto da quello che dici sembrerebbe che chi si distacca dal mondo non é in pace con esso, ci sono un po' troppe ambiguità per tenere in piedi un discorso.
Citazione di: anthonyi il 01 Aprile 2024, 07:42:31 AMMa come! Parli di viaggio interiore, di capire di essere un anima e non un corpo, e non é ascetismo? Il viaggio interiore implica logicamente l'allontanamento dal mondo, e ti ricordo che la tesi pace interiore implica pace con il mondo é una tesi tua che adesso ragioni come se pace col mondo e pace con sé stessi fossero la stessa cosa, ma non lo sono.
Oltretutto da quello che dici sembrerebbe che chi si distacca dal mondo non é in pace con esso, ci sono un po' troppe ambiguità per tenere in piedi un discorso.
Sembrerebbe, appunto, ma non è, non sempre e sicuramente non lo è per me. Non è vero che il viaggio interiore implichi l'allontanamento dal mondo, ma semmai implica la capacità di non farsi influenzare dagli eventi di qualsivoglia natura. Per esempio: di fronte al bombardamento mediatico che ci snocciola morti per i motivi più disparati (femminicidi, guerre, incidenti sul lavoro, incidenti stradali, malattie, ecc...), che potrebbero farci pensare ad un'estinzione imminente dell'umanità (quando invece, secondo la rivista Focus: a fronte di 60 milioni di morti nel mondo ogni anno, vi sono 120 milioni di nuovi nati: ogni anno la popolazione mondiale aumenta di 60 milioni) ci possono diverse possibilità di reagire: indignarsi; accusare Tizio, Caio o Sempronio di aver dato il la a questa o quella guerra; capire che gli esseri umani, tutti indistintamente, sono in questa valle di lacrime, per progredire, per imparare le lezioni che l'Esistenza impartisce loro. Alcuni la capiscono prima, altri dopo (io stesso, che mi trovo a vivere una vita pesante, temo di non aver capito qualcosa in quelle precedenti, altrimenti non si spiegherebbe il calvario che sto vivendo): nessuno escluso; ecc... ecc...
Non affermo che chi si distacca dal mondo non è in pace con sé stesso, ma più semplicemente che essere in pace con sé stessi non implica necessariamente il distacco dal mondo. Anzi, a volte capita che qualcuno pensi di andare a rinchiudersi in eremo, credendo con ciò di poter trovare la pace interiore, purtuttavia senza riuscirvi. Essere in pace con sé stessi, significa vivere nel mondo, lasciandosi alle spalle ogni forma di diatriba, lite, o altro del genere, ma cercando la propria come l'altrui realizzazione.
E' un po' come lo scienziato, l'avvocato, il medico, ecc... per arrivare a svolgere una professione bisogna studiare, prepararsi adeguatamente e per unire l'utile al dilettevole, ossia guadagnare uno stipendio ed essere utili al prossimo. Tuttavia, ciò non significa estraniarsi dal mondo. Come queste professioni sono rivolte al corpo e alla mente, così il ricercatore interiore si rivolge all'anima e allo spirito.
Io sono in viaggio e non so quanto durerà prima di potermi ritenere sicuro e utile all'umanità. Può darsi che occorra più di questa vita... vedremo.... ;)
Oggi sono 75 anni dalla fondazione della NATO, lunga vita a questa istituzione salvofica che ha garantito 75 anni di pace a tutti i paesi che ne hanno fatto parte.
Citazione di: anthonyi il 03 Aprile 2024, 13:04:27 PMOggi sono 75 anni dalla fondazione della NATO, lunga vita a questa istituzione salvofica che ha garantito 75 anni di pace a tutti i paesi che ne hanno fatto parte.
75 anni di guerra, fame, morte, illegalita' internazionale e bugie... e adesso e' ora di finirla, veramente...
L'occidente non e' un'isola, ed esistono anche i milioni di esseri umani che le guerre (quasi sempre illegali e non avallate dall'onu) e le privazioni, le dittature fasciste, necessarie a mantenere quei 75 anni di relativa "pace", interna, pace ingiusta interna al mondo dei mediamente ricchi intendo, le hanno subite...
E, chissa' perche', adesso molti di loro non ci vogliono molto bene...anzi, per niente ce ne vogliono.
E comunque anche la pace senza giustizia, anche la pace apparentemente goduta dagli ingiusti, non e' pace.