In realtà, più che dei "diritti degli animali", bisognerebbe parlare sempre dei "diritti degli altri animali"; ed infatti non c'è dubbio alcuno che anche gli esseri umani siano degli "animali".
La qual cosa discende inequivocabilmente dalla circostanza che, tradizionalmente, i "regni naturali" sono tre:
- minerale;
- vegetale;
- animale.
Per cui, essendo fuori dubbio che l'uomo non è ne un "minerale" nè un "vegetale", non si può che concludere che sia senz'altro un "animale".
***
Non c'è neanche dubbio, peraltro, che l'uomo sia un animale "diverso" dagli altri; ed invero, qualunque "animale" è diverso dagli altri animali.
Il che si verifica sotto molti aspetti, quali, principalmente:
- la forma fisica;
- l'intelligenza.
Ed infatti, non c'è dubbio che:
- una balena abbia una forma fisica molto diversa da quella di uno scoiattolo (sebbene in origine gli somigliasse molto);
- una scimmia abbia un'intelligenza di gran lunga superiore a a quella di un bruco.
***
Si potrebbe però sostenere che la differenza fondamentale tra l'uomo e gli altri animali, consiste nel fatto che l'uomo ha un'"anima", mentre gli altri animali, nonostante il loro prefisso ("anima_li"), ne siano assolutamente privi.
***
Al riguardo, per non andare "off topic", non intendo qui aprire un dibattito sull'esistenza o meno dell'anima; anche perchè, prima di aprire una discussione del genere, bisognerebbe mettersi d'accordo su che cosa si intenda con un termine del genere (cosa non certo molto facile).
***
In ogni caso, per economia logica del discorso che intendo fare in questa sede, credo che tutti si possa essere d'accordo su una evidente verità:
a)
Ci sono delle cose assolutamente non controverse, della cui esistenza nessun dubita; come, ad esempio, del fatto che i gatti abbiano la coda e noi no.
b)
Ci sono, invece, delle cose alquanto controverse, sulla cui esistenza non c'è il minimo accordo; come, ad esempio, del fatto che i gatti non abbiano un'anima, e noi sì (ammesso che esista una cosa del genere).
***
Ciò premesso, a mio avviso, per quanto concerne "i diritti degli altri animali", senza per questo neanche dover scomodare il "Rasoio di Occam":
- occorre necessariamente tenere conto esclusivamente delle cose pacifiche e verificabili, cioè quelle sub a);
- bisogna invece escludere tutte quelle cose la cui esistenza è controversa, cioè quelle sub b).
Altrimenti, oltre che dei "diritti degli altri animali", dovremmo anche metterci a discutere dei "diritti dei fantasmi" (cioè se sia lecito o meno importunarli con le sedute spiritiche), dei "diritti degli extraterrestri" (cioè se sia lecito o meno concedere loro il diritto di atterraggio), e così via.
***
In ogni caso, in ambito giuridico, il concetto di "anima" non ha alcun ingresso, in quanto l'attribuzione dei "diritti soggettivi" alle "persone fisiche", viene operato esclusivamente in base ad un criterio strettamente "tassonomico"; vale a dire che possono fruire di tali diritti soltanto gli animali inquadrabili:
- nella specie "sapiens"
- nel genere "homo"
- nella famiglia: "hominidae"
- nell'ordine "primates" (cioè, "scimmie").
Al riguardo sarebbe interessante "disquisire", qualora se ne trovasse ancora qualcuno in circolazione, come sarebbe giuridicamente inquadrabile un "homo erectus"; il quale appartiene senz'altro al "genere umano", ma non, in particolare, alla nostra specifica "specie umana".
Però, per fortuna, tale problema non si pone!
***
Si pone, invece, il problema relativo agli altri animali, e non è certo un problema molto semplice; come invece riteneva Cartesio, che buttava i gatti fuori dalla finestra del quinto piano, asserendo che erano solo delle "macchine".
Ma sbagliava di grosso, perchè, almeno per quanto riguarda i mammiferi, non è affatto così.
***
Al riguardo non c'è dubbio alcuno che (almeno in generale), gli uomini siano notevolmente più intelligenti degli altri animali; anche, e soprattutto, perchè sono in grado di una comunicazione di tipo astratto.
Ad esempio, dubito molto che un babbuino, per quanto in teoria dovrebbe essere molto interessato alla presente discussione, sarebbe mai in grado di intervenirvi con sue considerazioni di carattere giuridico e filosofico.
Anzi, lo escluderei proprio!
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Sono invece sicuro che un babbuino, se gli si bruciasse una zampa, proverebbe esattamente lo stesso dolore fisico di un essere umano; così come è dimostrato scientificamente che, in condizioni di prigionia e di isolamento, il babbuino "cadrebbe in depressione" esattamente come un ingegnere, se venisse chiuso in gabbia pure lui nelle stesse condizioni.
***
Per cui, secondo me, il "discrimine" giuridico dovrebbe consistere:
- non tanto nella maggiore o minore intelligenza di un essere vivente;
- quanto, piuttosto, nella sua maggiore o minore capacità di provare dolore fisico e/o disagio psicologico.
***
Altrimenti, a ben vedere, poichè nei gravi stati di demenza può accadere che un essere umano decada ad un grado di intelligenza inferiore a quello di una cavia da laboratorio, se il "discrimine" del trattamento giuridico fosse quello, i malati di "alzheimer" potrebbero essere usati anche loro come cavie da laboratorio.
Il che non mi sembra certo una scelta auspicabile!
***
Sotto l'aspetto giuridico, in effetti, l'art.544 c.p. punisce chiunque maltratti un animale, non tenendo conto delle sua "caratteristiche etologiche"; e, al riguardo, la Cassazione ha ormai definitivamente riconosciuto come il maltrattamento degli animali non sia da considerarsi solo in senso "fisico", ma anche "psichico", in quanto la legge intende "tutelare gli animali quali esseri viventi capaci di percepire con dolore comportamenti non ispirati a simpatia, compassione ed umanità" (Cass. Pen., sez. III, n. 46291/2003).
E, se c'è qualcosa di davvero "disumano", è spesso proprio il comportamento degli "esseri umani" nei confronti degli esseri "non umani".
***
C'è poi da considerare la Legge 14 agosto 1991, n. 281, denominata "legge quadro" in materia di tutela degli animali d'affezione e prevenzione del randagismo; con tale normativa, l'Italia è divenuta il primo Paese al mondo a riconoscere il diritto alla vita e alla tutela degli animali randagi, vietandone la soppressione se non in casi di gravi malattie, malattie incurabili o comprovata pericolosità.
Inoltre sono previste sanzioni per chi abbandona gli animali, o li commercia ai fini della sperimentazione.
***
Però, secondo me, c'è ancora molto da fare!
***
L'OMO E LA SCIMMIA
Trilussa (Carlo Alberto Salustri)
L'Omo disse a la Scimmia:
— Sei brutta, dispettosa:
ma come sei ridicola!
ma quanto sei curiosa!
Quann'io te vedo, rido:
rido nun se sa quanto!...
La Scimmia disse: — Sfido!
T'arissomijo tanto!
:D :D :D
***
Ciao eutidemo, perché sei così sicuro che gli altri animali non abbiano un'anima? E' l'egocentrismo umano che ha costruito questa convinzione, in realtà tutte le argomentazioni che puoi costruire a sostegno dell'idea che l'uomo abbia un'anima, le puoi costruire a sostegno dell'idea che anche i mammiferi sono dotati di un'anima.
L'idea dell'esistenza dell'anima nasce dai meccanismi empatici ed emotivi, dalla capacità dell'individuo di esprimere quello che sente dentro e di recepire questa espressione, che permette di dare l'idea che dentro il corpo ci sia qualcos'altro, appunto l'anima.
Analoghi meccanismi li troviamo in tutta la classe dei mammiferi.
Sull'anima non mi pronuncio, ma se con anima intendiamo la capacità di provare emozioni ed elaborare di conseguenza dei sentimenti, che vanno oltre le capacità cognitivo/razionali, è innegabile che anche gli animali superiori (uccelli e mammiferi e probabilmente anche altre specie come i polipi) siano dotati di questo bagaglio esperenziale, che non è originato da funzioni "spirituali" ma da concrete esigenze di sopravvivenza. La paura, la rabbia, il disgusto, la gioia e la sorpresa, tanto per citare le più comuni, sono sensazioni che aumentano la fitness dell'organismo e le sue possibilità di sopravvivenza. Rispetto a queste emozioni comuni, quello che davvero distingue l'uomo è la capacità di riflettere su di esse e di educarle attraverso l'interazione fra modelli cognitivi/razionali e modelli emotivo/sentimentali e, successivamente, attraverso la storia culturale, per cui la gelosia sarà inevitabilmente associata ad Otello e la nostalgia a Ulisse. Funzione che è la diretta conseguenza di un cervello abnorme, che questo sì, non ha eguali sul pianeta terra, in termini di complessità e anche di corrispondente consumo di energia (il 15-20 per cento di ciò che mangiamo serve a mantenere in vita il cervello, nonostante il suo peso sia il 2 per cento del peso del corpo umano).
Anima-ti sono quegli organismi complessi capaci di movimento. Il fatto che sviluppino generalmente delle capacità sensoriali dipende dal fatto che si muovono, e il fatto che li "orchestrino" in una coscienza anche, così come il fatto che di conseguenza provino dolore per capire quando "andare via". Minerali (?), vegetali, funghi sono regni immobili, o meglio inanimati. A cosa servirebbe ai vegetali provare dolore.. non possono sradicarsi e scappare.
Le persone già decidono sulla base del dolore altrui percepito quali animali trattare meglio o peggio, qualcuno pensa che il pesce, con quella faccia da tonno, non può essere uno molto intelligente. Altri immaginano che dentro un uovo non fertilizzato ci sia un feto in movimento, animato. Esiste poi lo status privilegiato degli animali da compagnia, quelli da produzione..il dolore provato dal ratto, non è molto considerato. E' un sistema utilitaristico forse, e molto legato alle tradizioni e relazioni preistoriche, però esiste.
Buongiorno a tutti
La differenza che vedo tra uomini e animali è che nessun animale concede dei diritti ad un altro animale. Si divorano, si ignorano o si temono in base alle proprie necessità biologiche. L'uomo viceversa ritiene che anche gli animali godano di diritti. Naturalmente se poi pensa che siano un pericolo ne stermina tranquillamente a milioni (come nel caso delle epidemie dovute a qualche virus), ritenendo suo diritto farlo. Diciamo che i diritti che l'essere umano concede agli animali sono sempre subordinati ai diritti di cui pensa di godere egli stesso. Pensate alla pratica di sopprimere l'animale vecchio e ammalato da parte del veterinario pagato dal "proprietario" dell'animale domestico. Non esiste nulla di simile in natura, ma l'uomo pratica l'eutanasia (non consenziente) sull'animale ritenendola cosa nobile e giusta, per alleviarne la sofferenza. Lo fa naturalmente proiettando la propria sofferenza su quella dell'animale e pensando che l'animale "sarebbe d'accordo"( forse)? L'uomo vorrebbe estendere l'"umanizzazione" ad ogni specie. Sarebbe come se il leone volesse ardentemente "leonizzare" le altre specie. ;D
A pensarci bene potrebbe essere proprio questa l'espressione tangibile dell'anima umana. Il suo desiderio di riversarsi su ogni essere vivente: amarlo, odiarlo, farlo proprio (un tempo si diceva "a propria immagine e somiglianza"). Cerchiamo sempre di vedere qualcosa di umano nel comportamento animale, qualcosa che ci appaia simpatico. Così immaginiamo animali che parlano, sentono, soffrono come noi (le favole ne sono piene).
A ben vedere gli "altri animali" ( nessuno escluso) fanno esattamente tutto quello che fa l'homo ( sapiens ? , erectus ? terminator ?) solo che ognuno lo fa e lo esprime a modo suo. L'unica cosa che non fanno e' essere in conflitto distruttivo con cio' che li circonda ( indistintamente). Non e' il caso a mio parere né di vedere il tutto in modo "disneyano" ma neanche pensare a chissa' quale superiorita' della ns specie. Superiorita' tutta da dimostrare.
Citazione di: atomista non pentito il 12 Ottobre 2021, 09:26:45 AM
A ben vedere gli "altri animali" ( nessuno escluso) fanno esattamente tutto quello che fa l'homo ( sapiens ? , erectus ? terminator ?) solo che ognuno lo fa e lo esprime a modo suo. L'unica cosa che non fanno e' essere in conflitto distruttivo con cio' che li circonda ( indistintamente). Non e' il caso a mio parere né di vedere il tutto in modo "disneyano" ma neanche pensare a chissa' quale superiorita' della ns specie. Superiorita' tutta da dimostrare.
Salve atomista. Mai si riflette abbastanza. Spesso ci si butta "a pesce" sulle convinzioni più usuali e più a "portata di mente".
Infatti - secondo me - non è vero che non esistano animali i quali si astengono dal distruggere l'ambiente.
Pensa solamente a ciò che fanno termiti e cavallette. Quando c'è da organizzarsi e sopravvivere - ti assicuro - nessuno pensa all'"ambiente". Saluti.
Citazione di: anthonyi il 12 Ottobre 2021, 07:52:33 AM
Ciao eutidemo, perché sei così sicuro che gli altri animali non abbiano un'anima? E' l'egocentrismo umano che ha costruito questa convinzione, in realtà tutte le argomentazioni che puoi costruire a sostegno dell'idea che l'uomo abbia un'anima, le puoi costruire a sostegno dell'idea che anche i mammiferi sono dotati di un'anima.
L'idea dell'esistenza dell'anima nasce dai meccanismi empatici ed emotivi, dalla capacità dell'individuo di esprimere quello che sente dentro e di recepire questa espressione, che permette di dare l'idea che dentro il corpo ci sia qualcos'altro, appunto l'anima.
Analoghi meccanismi li troviamo in tutta la classe dei mammiferi.
Forse mi sono spiegato male! :) Ed infatti non ho mai detto che gli altri animali non hanno un'anima, ho solo detto che non so se ce l'abbiamo noi; ed infatti, secondo me, se ce l'abbiamo noi ce l'hanno pure loro. ;) Però ritengo la cosa irrilevante ai fini del riconoscimento di certi diritti anche agli altri animali! ;)
Citazione di: Jacopus il 12 Ottobre 2021, 08:11:36 AM
Sull'anima non mi pronuncio, ma se con anima intendiamo la capacità di provare emozioni ed elaborare di conseguenza dei sentimenti, che vanno oltre le capacità cognitivo/razionali, è innegabile che anche gli animali superiori (uccelli e mammiferi e probabilmente anche altre specie come i polipi) siano dotati di questo bagaglio esperenziale, che non è originato da funzioni "spirituali" ma da concrete esigenze di sopravvivenza. La paura, la rabbia, il disgusto, la gioia e la sorpresa, tanto per citare le più comuni, sono sensazioni che aumentano la fitness dell'organismo e le sue possibilità di sopravvivenza. Rispetto a queste emozioni comuni, quello che davvero distingue l'uomo è la capacità di riflettere su di esse e di educarle attraverso l'interazione fra modelli cognitivi/razionali e modelli emotivo/sentimentali e, successivamente, attraverso la storia culturale, per cui la gelosia sarà inevitabilmente associata ad Otello e la nostalgia a Ulisse. Funzione che è la diretta conseguenza di un cervello abnorme, che questo sì, non ha eguali sul pianeta terra, in termini di complessità e anche di corrispondente consumo di energia (il 15-20 per cento di ciò che mangiamo serve a mantenere in vita il cervello, nonostante il suo peso sia il 2 per cento del peso del corpo umano).
Condivido tutto quello che hai scritto; aggiungo solo che molte della cose che hai detto sono ormai comprovate scientificamente.Vedi, ad esempio, l'articolo apparso sull'ultimo numero di Mind (ancora in edicola).
Citazione di: InVerno il 12 Ottobre 2021, 08:31:44 AM
Anima-ti sono quegli organismi complessi capaci di movimento. Il fatto che sviluppino generalmente delle capacità sensoriali dipende dal fatto che si muovono, e il fatto che li "orchestrino" in una coscienza anche, così come il fatto che di conseguenza provino dolore per capire quando "andare via". Minerali (?), vegetali, funghi sono regni immobili, o meglio inanimati. A cosa servirebbe ai vegetali provare dolore.. non possono sradicarsi e scappare.
Le persone già decidono sulla base del dolore altrui percepito quali animali trattare meglio o peggio, qualcuno pensa che il pesce, con quella faccia da tonno, non può essere uno molto intelligente. Altri immaginano che dentro un uovo non fertilizzato ci sia un feto in movimento, animato. Esiste poi lo status privilegiato degli animali da compagnia, quelli da produzione..il dolore provato dal ratto, non è molto considerato. E' un sistema utilitaristico forse, e molto legato alle tradizioni e relazioni preistoriche, però esiste.
I "vegetali" sono esseri viventi, per cui non puoi equipararli ai "minerali" solo perchè non si muovono; ed infatti, crescono e si riproducono (il che è un modo di muoversi), mentre i "minerali" non possono farlo.
I "vegetali" non provano dolore perchè sono privi di un sistema nervoso centrale; ma questo fa parte delle caratteristiche del loro modo di "vivere".
Sono invece d'accordo sul fatto che il nostro sfruttamento degli altri animali, risponde ad un sistema utilitaristico, che è legato alle tradizioni e relazioni preistoriche.
Citazione di: Alexander il 12 Ottobre 2021, 09:14:18 AM
Buongiorno a tutti
La differenza che vedo tra uomini e animali è che nessun animale concede dei diritti ad un altro animale. Si divorano, si ignorano o si temono in base alle proprie necessità biologiche. L'uomo viceversa ritiene che anche gli animali godano di diritti. Naturalmente se poi pensa che siano un pericolo ne stermina tranquillamente a milioni (come nel caso delle epidemie dovute a qualche virus), ritenendo suo diritto farlo. Diciamo che i diritti che l'essere umano concede agli animali sono sempre subordinati ai diritti di cui pensa di godere egli stesso. Pensate alla pratica di sopprimere l'animale vecchio e ammalato da parte del veterinario pagato dal "proprietario" dell'animale domestico. Non esiste nulla di simile in natura, ma l'uomo pratica l'eutanasia (non consenziente) sull'animale ritenendola cosa nobile e giusta, per alleviarne la sofferenza. Lo fa naturalmente proiettando la propria sofferenza su quella dell'animale e pensando che l'animale "sarebbe d'accordo"( forse)? L'uomo vorrebbe estendere l'"umanizzazione" ad ogni specie. Sarebbe come se il leone volesse ardentemente "leonizzare" le altre specie. ;D
A pensarci bene potrebbe essere proprio questa l'espressione tangibile dell'anima umana. Il suo desiderio di riversarsi su ogni essere vivente: amarlo, odiarlo, farlo proprio (un tempo si diceva "a propria immagine e somiglianza"). Cerchiamo sempre di vedere qualcosa di umano nel comportamento animale, qualcosa che ci appaia simpatico. Così immaginiamo animali che parlano, sentono, soffrono come noi (le favole ne sono piene).
In effetti, quelli che noi concediamo agli animali, non sono dei veri e propri "diritti soggettivi", che si possano far valere in giudizio; come, invece, accade per le persone totalmente incapaci di intendere e di volere, nel cui nome e per il cui conto possono e devono agire i loro rappresentanti legali. Ed infatti così come fanno tutti gli altri animali, anche noi, per sopravvivere, ci nutriamo di altri esseri viventi; con l'unica eccezione (in genere) dei membri della nostra specie.***Per cui hai perfettamente ragione nel dire che i diritti che l'essere umano concede agli animali sono sempre subordinati ai diritti di cui pensa di godere egli stesso; solo che dovrebbe evitare di infliggere ad altri esseri viventi delle sofferenze inutili. ***Quanto all'eutanasia:- forse questo è l'unico caso in cui l'uomo evita di infliggere ad altri esseri viventi delle sofferenze inutili, sopprimendoli quando non c'è più niente da fare per loro;- mentre invece, non si fa scrupolo di far soffrire il "prossimo", tenendolo in vita per i capelli, con un crudele e inutile accanimento terapeutico. ***Hai anche ragione nel dire che noi cerchiamo sempre di vedere qualcosa di umano nel comportamento animale (ovvero qualcosa di animale nel comportamento umano); il che, a seconda dei casi, può essere giusto o sbagliato, ma, in generale, è molto semplicistico.Ed infatti, condividiamo alcuni comportamenti etologici con certe specie animali (ad esempio il tabù dell'incesto, con l'"oca cinerina"), ma non li condividiamo con altre specie animali (ad esempio, alcune specie di scimmie); ed infatti ogni specie animale ha comportamenti a volte simili e a volte diversi dalle altre, per cui non si può mai generalizzare.***
Viator : termiti e cavallette ( anche castori ecc ecc) non distruggono ....... modificano , infatti se non gli rompiamo le scatole noi se ne vivono tranquilli e beati fino al prossimo meteorite ( o mutamenti evolutivi della specie) , noi invece ci faremo fuori entro non molto mi sa. Con tutti i nostri sentimenti e presunte anime comprese
Atomista e Viator. In realtà la differenza fra noi e le termiti è solo quantitativa. Il nostro potere, derivante dall'acquisizione della "tecnica", è molto più grande e quindi la nostra capacità distruttiva è tale che l'ecosistema non è in grado di ricostruire e rigenerare ciò che distruggiamo per ottenere energia, mentre quello che fanno tutte le termiti e le formiche del mondo, viene rigenerato probabilmente in poche ore.
Citazione di: Eutidemo il 12 Ottobre 2021, 13:21:08 PM
I "vegetali" sono esseri viventi, per cui non puoi equipararli ai "minerali" solo perchè non si muovono; ed infatti, crescono e si riproducono (il che è un modo di muoversi), mentre i "minerali" non possono farlo.
I "vegetali" non provano dolore perchè sono privi di un sistema nervoso centrale; ma questo fa parte delle caratteristiche del loro modo di "vivere".
Sono invece d'accordo sul fatto che il nostro sfruttamento degli altri animali, risponde ad un sistema utilitaristico, che è legato alle tradizioni e relazioni preistoriche.
Ho citato i minerali apponendo un "?" vicino perchè li ho citati da te, i regni biologici ovviamente non prevedono i minerali che sono abiotici, tu hai parlato di
regni naturali rifacendoti non so di preciso a quale classificazione che prevede anche i minerali,a me non importa e io ho riportato la tua dicitura, il mio ragionamento partiva comunque dalla classificazione a sei regni, che non prevede i minerali, restano organismi cellulari (che si "muovono" ma non per mezzo di un apparato motorio) funghi e vegetali, infine gli animali, dotati di capacità di movimento con tutto ciò che ne consegue .
Citazione di: atomista non pentito il 12 Ottobre 2021, 14:18:40 PM
Viator : termiti e cavallette ( anche castori ecc ecc) non distruggono ....... modificano , infatti se non gli rompiamo le scatole noi se ne vivono tranquilli e beati fino al prossimo meteorite ( o mutamenti evolutivi della specie) , noi invece ci faremo fuori entro non molto mi sa. Con tutti i nostri sentimenti e presunte anime comprese
Salve atomista. Spiegami allora tu la differenza FILOSOFICA (quella pratica la conoscono anche i bambini) tra distruggere, modificare, costruire, sfruttare, coltivare, colonizzare.....................................
Conosci il primo principio della termodinamica (nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma) ? Esso principio si adatta meravigliosamente anche ai fondamenti filosofici.
Forse tu volevi affermare che la specie umana è l'unica in grado di suicidarsi collettivamente ? (ti ricordo che il termine suicidio implica l'esistenza di una libera e consapevole VOLONTA' di togliersi la vita). Perciò tale ipotesi è una pura e libera tua convinzione !. Saluti.
Salve InVerno. Citandoti : "Anima-ti sono quegli organismi complessi capaci di movimento".
Suvvia, una simile definizione non rende onore ai contenuti cerebrali e culturali che mi sembra di doverti riconoscere !.
Anzitutto l'espressione "esseri animati" non ha nulla di scientifico, risalendo alla tradizione teosofica la quale ha sempre voluto che il possesso di un'anima (privilegio umano) fosse pregiudizialmente connesso al possesso di una "anima vitale", cioè di ciò che permette di esprimere la vita nel suo complesso (anche quella degli individui privi di "anima spirituale").
Al di là di ciò, la definizione biologica di vita - al di là di ogni afflato spiritualistico - sarebbe, molto semplicemente "il vivente è l'individuo che possiede un metabolismo e che si riproduce". Saluti.
Viator. In realtà non è proprio così. In primo luogo perchè esistono forme di vita che possono vivere soltanto in colonie di più individui come l'anthozoa e quindi non ha senso parlare di individui. In secondo luogo tu parli di vivente che è cosa diversa da "animale". Il regno degli "animalia" è caratterizzato da: eterotrofia, ovvero necessità di sintetizzare il nutrimento attraverso cellule organiche e dalla presenza di cellule eucariote e dalla suddivisione specialistica dei tessuti. Questo è il regno degli "animalia", dall'uomo all'insetto. Poi ci sono altri regni ovvero, plantae, fungi (che sono eterotrofi e non autotrofi e quindi non possono essere plantae, ma non hanno specializzazione dei tessuti e quindi non sono animalia), Bacteria (che sono procarioti e quindi non sono eucarioti), Archaea (che sono bacteria molto antichi, che vivono in condizioni proibitive, in assenza di ossigeno). E poi ci sono altri regni piuttosto discussi, protista, chromista e ovviamente anche il regno dei virus, che sono forme di vita al limite, non avendo metabolismo proprio. Essere animato quindi non è riconducibile all'anima, nel linguaggio tassonomico da Linneo in poi, ma ad uno specifico regno delle forme viventi, che non racchiude però tutti gli esseri viventi che esistono nel mondo.E comunque la tua definizione di essere animato è valida, tranne che per i virus, ma volevo solo illustrare la differenziazione dei regni, non essendo più utilizzabile quella classica, di Linneo, di regno animale, vegetale e minerale.
Salve jacopus. Ti ringrazio della profusione tassonomica, la quale interesserà molti ma non me. Omaggio al grande, grandissimo Linneo, ma credo proprio che la biologia sia una cosa e la tassonomia un'altra.
A me sembra che la biologia sia il quadro la tassonomia - invece - i nomi dei soggetti comparenti nel quadro.
Se esistono (non dubito) "creature" (............e rieccoci alla teosofia) che da sole non riescono a sopravvivere, vorrà appunto dire che lo !"individuo" biologico sarà consistente non in un singolo organismo ma dell'aggregato minimo di singoli che riesca a sviluppare un metabolismo collettivo e riesca e riprodursi in tutto od in parte. Salutissimi.
Viator. La tassonomia serve per classificare gli organismi biologici e sulla base di quella classificazione comprendere i meccanismi biologici e la loro evoluzione. Quindi possono anche non interessarti ma sono comunque fondamentali. Il pensiero umano è fondato sulla capacità di discernimento e di distinzione.
Inoltre un individuo singolo ha regole di sviluppo diverse da un individuo che vive in colonie e definire una colonia "individuo" è errato.
Caro Viator , puoi anche utilizzare proficuamente ( con me) tutti i sofismi di cui sei ampiamente padrone , ed inoltre farlo con la convinzione di essere nel giusto.... senza dubbi mai come dice una canzone , neanche quello di non aver capito il concetto perché l'interlocutore si e' male espresso ... mea culpa (non prendiamo peraltro neanche in considerazione la possibilita' che Tu non abbia capito e basta). Lascia perdere la termodinamica perché penso che né Tu ne io ci mangiamo ( e neanche la specie umana tutta) Cio' che sostenevo io non e' un anelito al suicidio collettivo e' che la stupidita' che ci distingue dagli altri animali (superiorita' ?) ci portera' a farlo senza volerlo. Questo e' nei fatti se , come stanno facendo gia' parecchi luminari , si guarda un po' piu' in la di domani Quindi ( giustamente fai notare) non sara' un suicidio.
Chiamalo pertanto come vuoi.
Ciao
A scrivere di diritto scrivo di ciò che poco conosco, ma su cui Eutidemo, massimo esperto del forum, mi induce.
Ma da perfetto ignorante penso di poter esprimere un punto di vista del tutto alternativo e forse perciò interessante.
Che sia l'anima, o qualcosa di convenientemente meno sfuggente , si parla del diritto di categorie di viventi individuabili in base a caratteristiche che li distingua in modo per quanto possibile certo, perché certa deve essere l'applicabilità della legge.
Ai fini pratici la presenza delle suddette caratteristiche serve ad individuare a chi la legge vada applicata.
In genere qui si dice che la legge va' applicata ad un insieme di individui, di cui si può fare elenco, in quanto possiedono precise caratteristiche che li distinguono.
Dal punto di vista mio, di ignorante, mi chiedo se la legge vada applicata a certi individui, in quanto portatori di certe caratteristiche , o se le caratteristiche abbiano solo il pratico obiettivo di fare un elenco cui la legge si applicherà.
Quello che emerge di fondamentale è che la legge non può applicarsi in modo universale.
Definire un elenco cui applicarla è una necessità pratica, prima che etica.
Naturalmente una volta fatto l'elenco, nessuno impedisce di ampliarlo o rimaneggiarlo come si crede.
Ma il punto centrale è che occorre sempre un elenco .
Se si fa' parte dell'elenco si hanno certi diritti. Diversamente no.
Come si costituisce l'elenco è cosa meno importante, ma il modo in cui lo si fa' diventa importante a posteriori, avendo inevitabili implicazioni.
Il diritto , sempre da ignorante, mi viene da pensare dunque che non abbia implicazioni morali di per se', ma il modo in cui si decide di costituire l'elenco degli aventi diritto invece si.
Naturalmente da ignorante ho usato i termini in modo inappropriato, ma spero si sia capito il senso.
Una volta fatto l'elenco, in qualsiasi modo si sia deciso di farlo, come già detto, possiamo decidere di ampliarlo.
È quello che abbiamo fatto includendo gli altri animali, ma bisognerebbe specificare quali, perché l'elenco richiede sempre di essere ben definito. Il resto conta, ma conta meno.
Il punto è non lasciare nulla di indefinito, sennò ognuno potrà dire, perché questo si e quello no?
In base a quale criterio?
Per poter rispondere in modo certo il criterio dovrebbe coincidere con l'elenco stesso.
Bisognerebbe poter rispondere, ha diritto perché è nell'elenco.
È l'impossibilità di farlo materialmente che ci costringe a ripiegare poi sui criteri di appartenenza , che poi non mancano di avere implicazioni ulteriori.
Sarò stato cinico, ma da ignorante vorrei capire su cosa si fonda davvero il diritto, e se dietro a tanti edificanti propositi non vi sia poi, stringi stringi, solo un elenco.
Salve iano. Non occorrono elenchi. La Legge è l'insieme delle Norme cui si è sottoposti in quanto CITTADINI di un PAESE (o, in via particolare e sperabilmente temporanea, ospiti umani del Paese in cui ci si trova). Saluti.
Citazione di: viator il 18 Ottobre 2021, 12:24:06 PM
Salve iano. Non occorrono elenchi. La Legge è l'insieme delle Norme cui si è sottoposti in quanto CITTADINI di un PAESE (o, in via particolare e sperabilmente temporanea, ospiti umani del Paese in cui ci si trova). Saluti.
Mi spiego meglio.
La legge è l'insieme delle norme cui si è sottoposti in quanto facenti parte di un elenco determinato attraverso un criterio ( essere cittadini umani di un paese etc...), oppure attraverso alcun criterio che non sia il far parte di un elenco.
Nel primo caso ci sono implicazioni etiche. Ci si chiede perché solo umani? ...che è il tema di questa discussione.
Nel secondo caso non c'è alcuna implicazione, perché non si è usato un criterio.
Se qualcuno chiedesse nel secondo caso di ampliare l'elenco gli si potrebbe chiedere per quale motivo?
L'elenco non esclude alcuno per principio, ma è necessariamente limitato. Cioè non sta escludendo alcun in base a sue caratteristiche specifiche, essere umano oppure no, o avere la pelle blu o altro.
Abbiamo fatto un elenco e basta, senza alcun discrimine particolare.
Nessuno può contestartelo. Si tratta di una più o meno libera associazione di individui non ben specificati per loro caratteristiche.
Ma se invece fai l'elenco in base a caratteristiche inclusive o esclusive, ognuno potrà chiederti il perché di quelle scelte.
Perché hai incluso i gatti, ma non gli struzzi?
Hai qualcosa contro agli struzzi, ti verrà chiesto a ragione?
Vogliamo includere nell'elenco degli aventi diritto gli animali?
Perché no?
Decidiamo quali è facciamolo.
Ma tutti?
No, solo alcuni si dirà'.
Perché non tutti si chiederà a ragione?
Qualunque ragione si vorrà' addurre è sempre criticabile.
Ogni criterio di scelta presterà il fianco perché avrà implicazioni etiche.
L'unico modo per evitare ciò è non usare alcun criterio di scelta, ma stilare un elenco aggiornandolo eventualmente a piacere.
Tutto ciò per stimolare delle riflessione in voi, e non per sentirmi dire che non c'è bisogno di alcun elenco.
Una riflessione possibile e' che sarà sempre necessario un criterio di scelta per motivi puramente pratici,
ma questa necessità comporta poi questioni morali indesiderate.
La questione morale è quindi il punto di arrivo non cercato, mentre di solito il problema lo si imposta partendo da questioni morali.
Riassumendo.Si parte da un problema puramente tecnico. Trovare un criterio per determinare un insieme di individui. Ci si infila così senza volere in questioni spinose di etica.
Noi però di solito presentiamo le cose in modo inverso.
Da considerazioni etiche proviamo a derivare un criterio discriminante per determinare l'insieme di aventi diritto.
Ma questo non è per nulla facile.
Vogliamo considerare l'anima, o il provare sentimenti, il provare dolore, essere intelligenti...
Impossibile venirne fuori secondo me.
Non esiste un criterio "giusto".
Non esistono criteri giusti, ma solo criteri.
I diritti degli uomini sono i diritti degli uomini in quanto uomini, cioè in base al criterio di scelta arbitrario di essere uomini.
Se invece partiamo, come abbiamo fin qui fatto, da questioni etico/ religiose , essendo queste mutevoli ed opinabili, ne trarremo un criterio che prima o poi mostrerà il fianco, e questo mi pare sia il tema di questa discussione.
Se il criterio ad esempio è stato ,hanno diritto coloro che sono stati creati a immagine di Dio....
.... devo aggiungere altro Viator? ;)
Certo, questi criteri di derivazione etico/ religiosa sono stati nel tempo aggiornati, ma non ve ne è uno che prima o poi non si mostri inadeguato.
Oggi ne cerchiamo uno nuovo che includa in qualche modo "gli altri animali".
Bene, cerchiamolo pure. Ma quanto reggerà?