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LOGOS - Argomenti => Tematiche Culturali e Sociali => Discussione aperta da: stefano il 26 Marzo 2018, 10:05:36 AM

Titolo: Il problema della ricchezza
Inserito da: stefano il 26 Marzo 2018, 10:05:36 AM
La ricchezza materiale,l'avere piu del necessario è una cosa giusta?
Il messaggio cristiano gia da 2000 anni ci pone davanti a questo problema.
Dai testi evangelici si puo immaginare che Gesù il nazareno detestasse la
ricchezza come un accidente che si frappone tra Dio e l'uomo.
Infatti,lui diceva,come può l'uomo vedere Dio nel suo prossimo se questi è suo servo?
Come puo amarlo e onorarlo quando erige muri e barriere per proteggere la propria ricchezza?
Il messaggio cristiano possiede un potente principio di equivalenza : ogni uomo è importante
quanto Dio e quando dice "ogni uomo" intende tutta l'umanita credenti e non credenti.
Quello "strano" nazareno lasciava così all' umanita un messaggio di uguaglianza
che andava oltre la religione e nel tempo generò ideali che si potrebbero definire:democrazia,
oppure socialismo e poi ci furono rivoluzioni ,sconvolgimenti violenti in nome dell'uguaglianza sociale.
Ma l'essere umano nonostante tutto,anche se di sinistra,anche se rivoluzionario ancora oggi non riesce
a capire quello strano messaggio e mantiene nei confronti della ricchezza un atteggiamento duplice:
critico quando si tratta della ricchezza altrui ma comprensivo quando si tratta della propria ricchezza.
Negli anni 70 il nostro paese pullulava di rivoluzionari purissimi,educatori del popolo che
predicavano la rivoluzione imminente ma poi in qualche modo scoprivano che le grandi teorie
rivoluzionarie all'occorrenza si possono adattare a una vita piu comoda,si puo continuare a
lottare contro il sistema senza rinunciare al proprio benessere e,perche no? arricchirsi.
"Arricchirsi è glorioso" diceva il grande capo del comunismo cinese Deng Xiao Ping.
Infatti oggi nella gloriosa repubblica popolare i comunisti cinesi si arricchiscono in nome
della rivoluzine e lottano contro l'odiato sistema imperialista americano
Perche lottare contro un sistema si deve sempre.Oggi tutti lottano contro un sistema,un
sistema qualsiasi,colpevole di qualsiasi cosa.Enormi sistemi di potere di fronte ai quali
svanisce ogni colpa personale...
E' possibile immaginare un essere umano che "lotta" contro la propria ricchezza?
Lottare per "non" avere piu del necessario...avrebbe un senso?
In questo mondo sembrerebbe di no.Pare che la ricerca dell'equità abbia poco senso
nella nostra piccola vita personale ma un grande senso nelle grandi teorie antisistemiche,
oggi ce ne sono tante,basta scegliere quella appropriata....
Cosi alla fine rimane solo lui,quell'oscuro nazareno di 2000 anni fa che imperterrito
ci interroga uno ad uno: "Arricchirsi è giusto?"
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: baylham il 26 Marzo 2018, 15:11:47 PM
Il messaggio evangelico sul tema della ricchezza non è affatto chiaro. Ci sono diverse parabole,  che prendono direzioni diverse, incoerenti tra di loro.

Ad esempio la tua interpretazione difende la ricchezza necessaria. Ma qual è il limite del necessario?
Il superfluo è necessario, proprio per difendere, garantire il necessario: in caso di bisogno si rinuncia al superfluo e si conserva il necessario.
Se invece la ricchezza in sé non è necessaria, ma superflua, perché i cristiani si preoccupano del superfluo, della ricchezza? Perché il ricco dovrebbe trasferire la ricchezza ai poveri? I ricchi ed i poveri dovrebbero entrambi liberarsene.
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: viator il 26 Marzo 2018, 17:32:58 PM
Salve. Per Baylham: Sensatissime osservazioni. Se abolissimo i ricchi aboliremmo anche la minoranza di essi dedita alla beneficenza. I poveri avrebbero serissime difficoltà nell'aiutarsi da soli. E' meglio che la cultura religiosa continui a coccolare un poco il capitalismo.
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: baylham il 26 Marzo 2018, 18:55:40 PM
I poveri e la beneficenza sono il superfluo di ogni sistema economico, sono necessari affinché il sistema funzioni bene, stabilmente.
Il ruolo e l'importanza dei ricchi in qualunque sistema economico è assai più profondo ed importante di quello di benefattori.
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: Phil il 26 Marzo 2018, 22:05:28 PM
La ricchezza economica considerata nemica della ricchezza spirituale è un tema ricorrente in molte religioni e filosofie di vita; eppure l'ideale di povertà economica voluta, la scelta di attenersi e limitarsi al minimo necessario, pare funzionare sono in alcuni "microcosmi selettivi" (monasteri e simili), mentre, su larga scala sociale, la cultura dominante è quella dell'accantonamento del surplus (per chi ce l'ha) perché "in fondo, non si sa mai  ;) " (difficile biasimare la formica che non fa la cicala... e ancor più difficile aspettarsi che doni parte della sua provvista ad un altro insetto, formica o cicala che sia...).

Questa "fame di ricchezza", secondo me, ha funzionato anche come propulsore storico della ricerca e dell'innovazione (tecnologica e non solo) che ha portato la conoscenza ad essere dov'è oggi (almeno dall'umanesimo in poi, la ricerca è stata un'investimento a scopo di lucro, oltre che di conoscenza...).
Inoltre, come già osservato da baylham e viator, la ricchezza ormai ha oggi un ruolo di (irreversibile?) strutturazione sociale che (piaccia o meno) è l'ordito su cui si annodano le trame della (macro)economia (quindi della geopolitica, etc.), oltre alle aspirazioni di tutti coloro che giocano lotterie e affini (compreremmo un gratta-e-vinci se sapessimo di poter non guadagnare denaro, ma scoprire perle di saggezza e consigli spirituali? Tutta qui la differenza fra ludopatia e filosofia...).

Che poi la felicità e/o la soddisfazione della propria vita e/o la "virtù spirituale" non siano direttamente proporzionali al valore del proprio conto in banca, credo sia un'esperienza di riflessione che ognuno di noi, nel suo piccolo, ha fatto più d'una volta...
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: stefano il 27 Marzo 2018, 02:27:56 AM
Citazione di: baylham il 26 Marzo 2018, 15:11:47 PM
Il messaggio evangelico sul tema della ricchezza non è affatto chiaro. Ci sono diverse parabole,  che prendono direzioni diverse, incoerenti tra di loro.

Ad esempio la tua interpretazione difende la ricchezza necessaria. Ma qual è il limite del necessario?
Il superfluo è necessario, proprio per difendere, garantire il necessario: in caso di bisogno si rinuncia al superfluo e si conserva il necessario.
Se invece la ricchezza in sé non è necessaria, ma superflua, perché i cristiani si preoccupano del superfluo, della ricchezza? Perché il ricco dovrebbe trasferire la ricchezza ai poveri? I ricchi ed i poveri dovrebbero entrambi liberarsene.
per Baylham
Va bene diciamo che è una mia interpretazione,anzi supponiamo che Gesù sia un personaggio 
mitologico ma un tipo veramente originale che si proponeva di rovesciare la concezione
della vita umana basata come al solito su idee di ricchezza e di potenza.
Che sia vero o no a me piace questo personaggio che se ne va in giro con i pescatori
del lago e ignora i ricchi e i potenti.
Infatti sono gli umili quelli da lui prescelti sono gli umili che assistono alla sua nascita.
Secondo lui gli umili sono quelli piu vicini a Dio.
Ma la cosa piu importante è che lui dice che ogni essere umano è importante
perche in ogni essere umano c'è Dio,se ami lui ami anche Dio.
Questo,al di la dell'ambito religioso,mi sembra un vero messaggio di uguaglianza.
Qui la ricchezza invece che essere un valore diventa un problema.
Per capire credo che la parola chiave sia "comunicazione" Infatti il ricco ha problemi
a comunicare col mondo,con l'intero mondo,perche limitato dalla sua ricchezza,
cosi come in ambito religioso ha problemi a comunicare con Dio.
Ora tu dici che la mia interpretazione "difende la ricchezza necessaria",
no,non si tratta di questo,io dico che la ricchezza va considerata come
un problema,un ostacolo alla comunicazione che è la vera ricchezza della vita.
"Qual'è il limite del necessario?" Credo che non lo sapremo mai se contiuiamo
a vedere la ricchezza come un valore invece che un problema,la ricerca dell'equità
non è nemmeno cominciata.
"ricchi e poveri dovrebbero entrambi liberarsi della ricchezza" 
Sono d'accordo nel senso che ricchezza (e povertà) sono un problema per tutti.
"Il ruolo e l'importanza dei ricchi in qualunque sistema economico è assai più profondo 
ed importante di quello di benefattori."
Se è possibile vorrei sapere qual'è questo ruolo cosi importante e profondo
Citazione di: viator il 26 Marzo 2018, 17:32:58 PM

Salve. Per Baylham: Sensatissime osservazioni. Se abolissimo i ricchi aboliremmo anche la minoranza di essi dedita alla beneficenza. I poveri avrebbero serissime difficoltà nell'aiutarsi da soli. E' meglio che la cultura religiosa continui a coccolare un poco il capitalismo.
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: Jacopus il 27 Marzo 2018, 08:17:15 AM
Al di la' dei riferimenti religiosi il problema della ricchezza puo' essere impostato così. Non siamo tutti uguali, c'e' chi e' piu' virtuoso, capace, previdente e chi meno e quindi e' giusto ricompensare in modo diverso le diverse qualita'. Questa differenziazione andrebbe persa se ci dicessimo che bisogna essere tutti uguali. Tra l'altro nei regimi socialisti seppure in modo meno appariscente, le differenze di classe esistevano comunque e come sovraprezzo mancava la liberta'. Se il capitalismo pero' si affida solo alla beneficienza, come proposto qui, non parliamo piu' di capitalismo ma di sistema feudale che usa i mezzi della tecnica moderna invece dei servi della gleba. Il capitalismo e' connesso intimamente con lo stato di diritto ed anche con lo stato sociale. Ora si stanno facendo prove per tornare indietro, consapevoli che la globalizzazione tende sempre a relativizzare le crisi locali. Questo processo pero' ha un rischio. Nel momento in cui le crisi locali (siria, somalia, Grecia, libia, ucraina...) dovessero diventare sistemiche la stessa globalizzazione sancira' la fine del nostro attuale sistema di vita ed allora davvero ritornera' un effettivo sistema neofeudale.
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: Angelo Cannata il 27 Marzo 2018, 08:28:55 AM
Nel discorso di Gesù l'avversione alle ricchezze economiche ha un motivo abbastanza preciso: egli aveva acquistato esperienza e consapevolezza di un altro tipo di ricchezza, la ricchezza spirituale. Quando uno scopre certe ricchezze di questo genere, esse riescono a sedurre talmente la persona da indurla ad abbandonare tutto il resto. Gesù nacque povero, ma in questo senso il caso forse più famoso si può considerare quello di san Francesco: la sua scelta per la povertà non fu motivata da un banale apprezzamento negativo per le ricchezze economiche: il solo apprezzamento negativo sarebbe del tutto insufficiente. San Francesco trovò l'impulso irresistibile ad abbandonare la sua precedente vita di uomo ricco perché scoprì un altro tipo di ricchezza, la quale, una volta scoperta, si rivela entrare in inevitabile conflitto con le ricchezze materiali.

È questo il nocciolo della questione. Se manca un orizzonte positivo da contrapporre alla ricchezze, si faranno solo chiacchiere, più o meno vuote.

C'è poi un passo ulteriore in chi viene sedotto dalle ricchezze spirituali: non solo si disprezzano le ricchezze materiali, ma è possibile che si sviluppi un ulteriore orientamento a considerare ostacolo anche ciò che non è strettamente ricchezza, ma soltanto strumento per una vita dignitosa. Mi riferisco al fatto che Gesù chiese, tra l'altro, ai suoi apostoli di non essere troppo attrezzati per la loro missione. L'apostolo di Gesù dev'essere uno che, almeno come tendenza, è incline a odiare anche ciò che facilita le cose in modo semplicemente razionale, opportuno, utile. Questo può apparire come un masochismo, ma in una certa visione spirituale si tratta del ragionamento secondo cui qualsiasi mezzo umano, anche caratterizzato da semplice utilità, senza che si tratti di ricchezza, non fa che impedire lo slancio dello spirito verso l'innalzamento continuo alle vette più alte. Nel film su san Francesco della Cavani si vede ad un certo punto il santo che sale sul tetto di una casa destinata ad accogliere dignitosamente i poveri, per iniziare a demolirla. A una mente razionale questo gesto può risultare masochista, fanatico, insensato, ma nella mente di Francesco era la logica di mantenere chiaro lo scopo di tutto. Scopo ultimo dell'amore per i poveri non è il loro benessere, ma la loro elevazione spirituale; il benessere procurato ad essi dovrà essere solo uno strumento per consentire l'elevazione spirituale. Quando il benessere comincia a diventare troppo, esso, per sua natura, inizia a far dimenticare il fine al servizio del quale esso è solo un mezzo.

Questo discorso consente anche di sfociare nella politica: secondo questa mentalità si deduce che qualsiasi azione politica è destinata al fallimento nella misura in cui i popoli non hanno chiaro lo scopo per cui lottano. Si lotta, ad esempio, per la libertà, dimenticando che essa dovrà essere solo un mezzo per qualche altra cosa; se non si ha idea di quest'altra cosa, qualsiasi lotta per la libertà è destinata a fallire e sfociare solo in nuove forme di egoismo. Il "qualche altra cosa" non dev'essere necessariamente un valore religioso o quasi religioso: anche la cultura, ad esempio, potrebbe essere considerata un ottimo fine a cui subordinare tutto il resto, considerandolo solo strumento.

Questo permette una conclusione per certi versi opposta: se si riesce a mantenere sempre chiaro e vivo il fine di ogni cosa, con la consapevolezza che tutto il resto è solo mezzo, allora si può fare quel che si vuole. Viene ad essere questo il senso della massima di sant'Agostino "Ama e fa' quel che vuoi": se hai chiaro e presente il fine, fai quel che vuoi, purché lo viva come mezzo subordinato a quel fine. Personalmente ritengo che il difetto di questa massima consista nel fine stabilito: "Ama" è un fine troppo confusionario, perciò non funziona. Io direi invece: "Cammina e fa' quel che vuoi".
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: stefano il 27 Marzo 2018, 09:20:59 AM
Scusate ora non posso rispondere a tutti gli interventi,lo farò presto.Per ora rispondo a Viator

Citazione di: viator il 26 Marzo 2018, 17:32:58 PMSalve. Per Baylham: Sensatissime osservazioni. Se abolissimo i ricchi aboliremmo anche la minoranza di essi dedita alla beneficenza. I poveri avrebbero serissime difficoltà nell'aiutarsi da soli. E' meglio che la cultura religiosa continui a coccolare un poco il capitalismo.

Non capisco bene,non credo di avere parlato di beneficenza,non capisco nemmeno perche parli di cultura religiosa.
Se mi puo spiegare....
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: baylham il 28 Marzo 2018, 10:37:55 AM
Povero è chi non può restituire un dono. Odio la povertà estrema e dubito che un povero ami la sua condizione. Dipendere dalla beneficenza di un altro senza possibilità di restituire il dono è una condizione di impotenza nella relazione che gli uomini sentono profondamente ingiusta. Sono le relazioni di reciprocità, di scambio alla pari, in cui ciascuno dipende dall'altro, le relazioni buone, giuste.

Suppongo che i versetti di Matteo 6, 24-34 rappresentino abbastanza bene la posizione di stefano.
Io non li condivido affatto, rivelano una profonda indifferenza ed ignoranza dei processi ecologici ed economici tipica di molti leader religiosi.

Il ruolo e l'importanza dei ricchi dipende ovviamente dal sistema economico sociale preso in considerazione, non si trovano certamente nell'attività sia pur necessaria per l'intero sistema sociale della beneficenza. La beneficenza comunque, come evidenziato da viator, richiede il sovrappiù della ricchezza.
Generalmente i ricchi sono importanti proprio per i processi di accumulazione della ricchezza che innescano, sviluppano e mantengono. I ricchi sono coloro che controllano, regolano i processi economici del sistema sociale: le attività di prelievo delle risorse dall'ambiente, la produzione, la distribuzione, l'accumulo e il consumo della ricchezza, il rilascio dei rifiuti nell'ambiente sono dirette, gestite, organizzate dai ricchi.
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: Socrate78 il 28 Marzo 2018, 10:52:30 AM
In realtà il problema non sono i soldi, ma la cattiveria umana, infatti l'uomo usa i soldi come mezzo di divisione, avidità, egoismo e conflitto: in questo senso i soldi possono diventare, da benefici, dannosi e perfino "diabolici" se messi in mano ad un uomo che li idolatra e li considera un fine assoluto e non un mezzo. Quando Gesù dice: "E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei Cieli" si riferisce proprio al fatto che era perfettamente  consapevole delle tentazioni di male a cui il ricco è sottoposto. San Francesco ha donato tutto ai poveri e si è ridotto a mendicare, per la stragrande maggioranza delle persone era solo un povero matto esaltato, ma io ritengo che sia da ammirare per il coraggio che ha avuto nel dare e per la coerenza con cui ha vissuto il messaggio evangelico.
Inoltre, almeno per me, le relazioni in cui ciascuno dipende da un altro non è detto per nulla che siano buone (ci si usa e basta, altroché bene....), la dipendenza è MALE, il contrario esatto della libertà che è BENE: in realtà il messaggio evangelico quando parla di amore incondizionato vuole renderci liberi, poiché se si dà in maniera incondizionata non si dipende emotivamente dai mutevoli atteggiamenti dell'altro, ma si è felice di fare un bene che dipende solo da noi, dalla nostra scelta di valorizzare la vita.

"Segui la verità, e la verità ti farà libero..."
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: baylham il 28 Marzo 2018, 11:08:58 AM
Chi ama San Francesco non deve far altro che imitarlo, è così difficile? 
Seguendo i consigli di San Francesco si ottiene una società di miseri, poveri, se non la sparizione dell'uomo come specie.
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: viator il 28 Marzo 2018, 13:09:32 PM
Salve. Per Stefano : Vedi, tutte le situazioni umane e sociologiche sono inesorabilmente basate su meccanismi naturali extraumani. L'uomo da un lato è figlio ed ha bisogno della natura, dall'altro aspira all'indipendenza, al libero arbitrio, all'esercizio delle facoltà, quindi finisce per contrapporsi ai meccanismi naturali cercando di modificarli secondo la propria (egoistica) convenienza.
Questa contrapposizione dura quindi - al minimo - da molte centinaia di migliaia di anni.
Il fatto è che la natura odia l'egualitarismo, poiché la sua sopravvivenza richiede continui cambiamenti, continuo squilibrio, continua selezione che generi il nuovo.
Il capitalismo e le diseguaglianze che esso esprime sono attualmente vincenti (lo sono sempre stati, nelle loro diverse forme) poichè rappresentano lo svolgersi a livello sociale dei meccanismi naturali. Il capitalismo rappresenta lo svolgersi naturale dei meccanismi socioeconomici senza riguardo alcuno per le ideologie, per la giustizia, per le utopie, per l'etica e la morale.
Una delle caratteristiche dei meccanismi naturali è la ridondanza. La natura vive non per progetto prestabilito. Essa combina "a casaccio" una colossale mole di ingredienti e di cause per produrre una uguale mole di effetti tra i quali, per inesorabile "casualità" statistica, ci saranno anche quelli necessari alla sopravvivenza del mondo.
Questa, ad esempio, è la ragione per la quale moltissime specie viventi si riproducono attraverso milioni di uova che genereranno magari solo qualche centinaio di futuri individui adulti. Questo è uno dei milioni di esempi della strategia naturale della sovrabbondanza, della ridondanza.
L'economia capitalistica riflette una simile tendenza, ovviamente su scala ed in modi umani. Ciò che importa al capitalismo non è la produzione di una certa prefissata quantità di beni-ricchezza da distribuire in un certo modo. Il suo scopo è produrre comunque e sempre di più. Ci penseranno poi i rapporti di forza esistenti nella società a distribuire - come avviene - il molto a pochi ed il resto a molti.
Saranno quindi i pochi (i capitalisti più efficienti e più ricchi) che si troveranno incentivati a mantenere efficiente il processo di produzione indiscriminata che li ha fatti e li mantiene ricchi.
Il fatto è che, se non fosse così, cioè non ci fossero i ricchi motivati ad esserlo, la produzione e la sua efficienza calerebbero drasticamente (vedi socialismo reale dell'ex URSS) e tutta la società vedrebbe ridursi il proprio livello di vita fino alla soglia della pura sopravvivenza. Ad una condizione quindi in cui ciascuno può solo cercare di far beneficenza a sè stesso.

La morale quindi sarebbe che, in mancanza del superfluo (la ricchezza eccessiva e la ridondanza), diventa impossibile dedicare una parte - seppur trascurabile - delle risorse a chi manca del necessario. Questa è la cinica (secondo molti) legge del mondo.
Ed è la legge che gli ideologi e gli idealisti vorrebbero modificare. Possono e magari debbono farlo. Ma non si illudano di riuscirvi in modo che non sia faticosissimo, lunghissimo e (probabilmente) sanguinoso.

La religione, consistente - a livello sociale - nelle diverse Chiese, è bene che continui a coccolare i capitalisti poichè senza di essi non potrebbe certo darsi alle opere di beneficenza e quindi farsi pubblicità gratuita a spese di chi ha di più e nei confronti di chi ha di meno.

Inoltre, poichè le diverse Chiese vivono di donazioni e di rendite (fanno quindi parte di uno speciale tipo di capitalismo, quello improduttivo da rendita), si dimostra che esse non potrebbero esitere ed operare in assenza di ricchi.
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: Socrate78 il 28 Marzo 2018, 16:26:28 PM
Il fatto che una cosa sia naturale non implica che sia buona: l'uomo ha la ragione che gli permette infatti di criticare anche la natura stessa. Infatti se io con la mia ragione valuto come si comporta la natura, deduco (e mi sento in diritto di farlo...) che essa è crudele e cinica: infatti i meccanismi di selezione sopracitati si basano sostanzialmente su una legge che predilige il più forte ("il più adatto") a scapito del più debole/inadatto: situazione tale per cui il mondo può essere paragonato ad una sorta di "lager" in cui i più deboli sono soppressi quasi immediatamente e per i più forti la condanna arriverà comunque. Primo Levi infatti descrivendo il lager di Auschwitz in pagine piene di tragicità ha paragonato anche la legge della natura a quella del lager, infatti ha detto che la legge della sopravvivenza naturale predilige il più adatto che spesso non è il migliore, ma il più cattivo e violento. Di conseguenza, se io con la mia intelligenza comprendo che il contesto naturale è cattivo, devo cercare in quanto uomo di ribellarmi, di fare la differenza, di discostarmene, e non di avvalorarlo con l'egoismo e l'ingiustizia, tanto dovrò morire, quindi perché trascorrere la vita arraffando, dicendo "mors tua, vita mea", posso essere l'uomo più potente e ricco del mondo ma è tutto effimero, quindi la cosa migliore è contribuire nel proprio piccolo alla felicità altrui indipendentemente dal ritorno che ne ho. Una volta non esisteva poi nemmeno il denaro, esso è un'invenzione storicamente recente, è nato in Asia Minore attorno al 2500 A. C., anzi, anticamente non esisteva nemmeno il baratto, ma i doni della natura erano spartiti equamente o quasi nella comunità: una società del genere non vi sembra forse frugale ma idilliaca per certi aspetti?
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: viator il 28 Marzo 2018, 21:11:24 PM
Salve Socrate 78 : "Il fatto che una cosa sia naturale non implica che sia buona: l'uomo ha la ragione che gli permette infatti di criticare anche la natura stessa. Infatti se io con la mia ragione valuto come si comporta la natura, deduco (e mi sento in diritto di farlo...) che essa è crudele e cinica" (scusatemi, ma non ho ancora capito come si inseriscono le citazioni tratte da altri !).

Ma la natura in sé non è né benefica né crudele ! Essa è indifferente mentre siamo noi ad essere tendenziosi (semplicemente : egoisti) quando ci troviamo a definirla meravigliosa e benefica oppure crudele e cinica a seconda che il suo funzionamento ci soddisfi o meno !! Siamo alle solite ! Invece di riconoscere che dovremmo accettare di essere come la natura ci ha fatti, ecco che rimproveriamo alla natura di non essere del tutto come noi la vorremmo ! L'uomo non metterà proprio mai la testa a posto !!.

Poi noto ".....i doni della natura (che in realtà venivano conquistati spesso faticosamente e pericolosamente) erano spartiti equamente o quasi nella comunità: una società del genere non vi sembra forse frugale ma idilliaca per certi aspetti?". Siamo alle solite anche qui con il mito del buon selvaggio ed il romanticismo che non si cura del buonsenso. Le società frugali ed idilliache (che all'occorrenza sapevano essere orrendamente crudeli) esistevano al tempo in cui gli abitanti del pianeta erano pochi milioni, e non possono certo più esistere ora che siamo diversi miliardi.

E' solo un problema di numeri, di sovrapopolazione (la questione demografica è alla base di tutti i problemi del mondo attuale). Abbiamo presente la società delle formiche ? Gerarchia, efficienza, mancanza di individualità e, quando ci sono problemi, inesorabile crudeltà intra- ed extraspecifica.
Certamente noi, a differenza delle formiche, possediamo una coscienza che dovrebbe aiutarci ad evitare certe scelte estremistiche, ma gli effetti tendenziali di un'accresciuta densità di individui all'interno di un certo spazio sono questi, non la commiserazione verso i più deboli od il romanticismo !!
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: stefano il 28 Marzo 2018, 22:50:48 PM
per Phil
Come vedi dalle mie risposte precedenti io non parlo di ricchezza spirituale  ma di comunicazione 
La ricchezza pone forti limiti alla comunicazione e quindi alla
copmprensione del mondo.Il ricco non puo capire il mondo perche troppo occupato,appestantito
dal denaro,dall'importanza che a lui il denaro conferisce,non puo capire niente di privazioni
umiliazioni degadazioni ,se lo volesse fare dovrebbe farsi piccolo e ancora piu piccolo
e allora capirebbe anche l'insensatezza della sua ricchezza.
E' per questo che Gesù si rivolge ai poveri agli umili ,perche loro
possono capire,a loro è affidato il compito di portare un messaggio di equità nel mondo.

Sicuramente tu hai ragione quando dici che la "fame di ricchezza",il mercato,
hanno portato al progresso economico e quindi tecnologico e scientifico 
perche purtroppo sempre il denaro domina la vita dell'uomo 
Ma c'è stato un altro progresso di tutt'altra natura quello dei lavoratori che
fanno valere i propri diritti quello dei poveri che reclamano la loro dignità,
senza questo progresso sociale il progresso economico avrebbe trionfato con tutta la tecnologia 
e la scienza che si porta dietro senza trovare ostacoli calpestando ogni diritto umano.
Di questo purtroppo ne vediamo l'esempio nella cosiddetta 
repubblica popolare cinese,il paradiso delle multinazionali dove il capitalismo prolifera
liberamente allo stato puro grazie alla "dittatura del proletariato"
Quel progresso sociale che purtroppo per ora riguarda solo il mondo occidentale,anche se poco,
incerto,insufficiente,è secondo me la cosa migliore che l'umanità abbia fatto e questo è io credo
senza dubbio un esito del messaggio cristiano.

citazione:
"Che poi la felicità e/o la soddisfazione della propria vita e/o la "virtù spirituale" non 
siano direttamente proporzionali al valore del proprio conto in banca, credo sia un'esperienza 
di riflessione che ognuno di noi, nel suo piccolo, ha fatto più d'una volta..."

Non si tratta di essere soddisfatti o meno della propria virtu spirituale ma di
essere parte di un sistema iniquo che rende impossibili vere relazioni umane.
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: stefano il 28 Marzo 2018, 22:56:22 PM
Citazione di: Jacopus il 27 Marzo 2018, 08:17:15 AMAl di la' dei riferimenti religiosi il problema della ricchezza puo' essere impostato così. Non siamo tutti uguali, c'e' chi e' piu' virtuoso, capace, previdente e chi meno e quindi e' giusto ricompensare in modo diverso le diverse qualita'. Questa differenziazione andrebbe persa se ci dicessimo che bisogna essere tutti uguali. Tra l'altro nei regimi socialisti seppure in modo meno appariscente, le differenze di classe esistevano comunque e come sovraprezzo mancava la liberta'. Se il capitalismo pero' si affida solo alla beneficienza, come proposto qui, non parliamo piu' di capitalismo ma di sistema feudale che usa i mezzi della tecnica moderna invece dei servi della gleba. Il capitalismo e' connesso intimamente con lo stato di diritto ed anche con lo stato sociale. Ora si stanno facendo prove per tornare indietro, consapevoli che la globalizzazione tende sempre a relativizzare le crisi locali. Questo processo pero' ha un rischio. Nel momento in cui le crisi locali (siria, somalia, Grecia, libia, ucraina...) dovessero diventare sistemiche la stessa globalizzazione sancira' la fine del nostro attuale sistema di vita ed allora davvero ritornera' un effettivo sistema neofeudale.

per Jacopus
Trovare dei motivi etici nella ricchezza mi sembra un impresa impossibile.Mi chiedo cosa se ne
puo fare un operaio cinese sfruttato per 14 ore al giorno di virtù capacità previdenza.
Ma supponiamo che uno questa ricchezza se la sia tutta meritata.
Mi chiedo,è bene per lui possedere tutte queste cose? Non si accorge che i rapporti con i suoi
simili sono falsati? Che dovrà sempre guardare con sospetto il povero che potrebbe invidiare o rubare
i suoi beni? Che ne è della comunicazione,della comprensione? E cosa ne è del libero pensiero
quando ogni pensiero deve misurarsi con l'interesse personale?
Io capisco che quello che dici ha un senso perche bisogna adattarsi a questo mondo dove
molti si arricchiscono in modo ben peggiore da quello che tu porti in esempio,
ma la ricchezza resta pur sempre un'anomalia, una gabbia in cui l'essere umano
si rinchiude per difendere la sua ricchezza.
Il messaggio cristiano non puo accettare una visione cosi ristretta dell'esistenza.
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: stefano il 28 Marzo 2018, 23:25:03 PM
Citazione di: Angelo Cannata il 27 Marzo 2018, 08:28:55 AMNel discorso di Gesù l'avversione alle ricchezze economiche ha un motivo abbastanza preciso: egli aveva acquistato esperienza e consapevolezza di un altro tipo di ricchezza, la ricchezza spirituale. Quando uno scopre certe ricchezze di questo genere, esse riescono a sedurre talmente la persona da indurla ad abbandonare tutto il resto. Gesù nacque povero, ma in questo senso il caso forse più famoso si può considerare quello di san Francesco: la sua scelta per la povertà non fu motivata da un banale apprezzamento negativo per le ricchezze economiche: il solo apprezzamento negativo sarebbe del tutto insufficiente. San Francesco trovò l'impulso irresistibile ad abbandonare la sua precedente vita di uomo ricco perché scoprì un altro tipo di ricchezza, la quale, una volta scoperta, si rivela entrare in inevitabile conflitto con le ricchezze materiali. È questo il nocciolo della questione. Se manca un orizzonte positivo da contrapporre alla ricchezze, si faranno solo chiacchiere, più o meno vuote. C'è poi un passo ulteriore in chi viene sedotto dalle ricchezze spirituali: non solo si disprezzano le ricchezze materiali, ma è possibile che si sviluppi un ulteriore orientamento a considerare ostacolo anche ciò che non è strettamente ricchezza, ma soltanto strumento per una vita dignitosa. Mi riferisco al fatto che Gesù chiese, tra l'altro, ai suoi apostoli di non essere troppo attrezzati per la loro missione. L'apostolo di Gesù dev'essere uno che, almeno come tendenza, è incline a odiare anche ciò che facilita le cose in modo semplicemente razionale, opportuno, utile. Questo può apparire come un masochismo, ma in una certa visione spirituale si tratta del ragionamento secondo cui qualsiasi mezzo umano, anche caratterizzato da semplice utilità, senza che si tratti di ricchezza, non fa che impedire lo slancio dello spirito verso l'innalzamento continuo alle vette più alte. Nel film su san Francesco della Cavani si vede ad un certo punto il santo che sale sul tetto di una casa destinata ad accogliere dignitosamente i poveri, per iniziare a demolirla. A una mente razionale questo gesto può risultare masochista, fanatico, insensato, ma nella mente di Francesco era la logica di mantenere chiaro lo scopo di tutto. Scopo ultimo dell'amore per i poveri non è il loro benessere, ma la loro elevazione spirituale; il benessere procurato ad essi dovrà essere solo uno strumento per consentire l'elevazione spirituale. Quando il benessere comincia a diventare troppo, esso, per sua natura, inizia a far dimenticare il fine al servizio del quale esso è solo un mezzo. Questo discorso consente anche di sfociare nella politica: secondo questa mentalità si deduce che qualsiasi azione politica è destinata al fallimento nella misura in cui i popoli non hanno chiaro lo scopo per cui lottano. Si lotta, ad esempio, per la libertà, dimenticando che essa dovrà essere solo un mezzo per qualche altra cosa; se non si ha idea di quest'altra cosa, qualsiasi lotta per la libertà è destinata a fallire e sfociare solo in nuove forme di egoismo. Il "qualche altra cosa" non dev'essere necessariamente un valore religioso o quasi religioso: anche la cultura, ad esempio, potrebbe essere considerata un ottimo fine a cui subordinare tutto il resto, considerandolo solo strumento. Questo permette una conclusione per certi versi opposta: se si riesce a mantenere sempre chiaro e vivo il fine di ogni cosa, con la consapevolezza che tutto il resto è solo mezzo, allora si può fare quel che si vuole. Viene ad essere questo il senso della massima di sant'Agostino "Ama e fa' quel che vuoi": se hai chiaro e presente il fine, fai quel che vuoi, purché lo viva come mezzo subordinato a quel fine. Personalmente ritengo che il difetto di questa massima consista nel fine stabilito: "Ama" è un fine troppo confusionario, perciò non funziona. Io direi invece: "Cammina e fa' quel che vuoi".

Per Angelo Cannata
Gesù diceva "Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia" e i piu poveri lo sanno bene cos'è quella fame e quella sete.Non credo che Gesù di fronte alle sofferenze del mondo si facesse "sedurre dalla ricchezza spirituale" quella era solo un riflesso.Lui era difronte a problemi reali e capiva tutto condivideva tutto è da qui che nasce la sua ricchezza spitituale,dallo stare accanto,come loro,uguale.Cioe non si puo separare la ricchezza spirituale di Gesù dal suo messaggio di uguaglianza.L'uguaglianza tragli uomini non è un banale apprezzamento negativo della ricchezza,non ha bisogno di orizzonti positivi,è essa stessa l'orizzonte,la comunicazione,lo scambio alla pari che crea la vita autentica.
Gesù poi diceva che in ogni uomo c'è Dio quindi la ricchezza spirituale non va da lui (ogni uomo) acquisita ma a lui resa.
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: stefano il 28 Marzo 2018, 23:55:21 PM
Citazione di: baylham il 28 Marzo 2018, 10:37:55 AMPovero è chi non può restituire un dono. Odio la povertà estrema e dubito che un povero ami la sua condizione. Dipendere dalla beneficenza di un altro senza possibilità di restituire il dono è una condizione di impotenza nella relazione che gli uomini sentono profondamente ingiusta. Sono le relazioni di reciprocità, di scambio alla pari, in cui ciascuno dipende dall'altro, le relazioni buone, giuste.  
Per Baylham
Fino a qui condivido tutto parola per parola,essere costretti a dipendere
dalla beneficenza è umiliante, lo scambio alla pari genera la vita autentica.
Citazione di: baylham il 28 Marzo 2018, 10:37:55 AMSuppongo che i versetti di Matteo 6, 24-34 rappresentino abbastanza bene la posizione di stefano. Io non li condivido affatto, rivelano una profonda indifferenza ed ignoranza dei processi ecologici ed economici tipica di molti leader religiosi.  
Sono anche d'accordo che la mia posizione si possa rappresentare bene con i
versetti del vangelo di Matteo ma qui non capisco proprio il tuo disaccordo
con essi e soprattutto non capisco la tua risposta a Socrate78.
Mi pare che ci sia un forte contrasto tra queste tue affermazioni e l'inizio
del messaggio,quello che io condivido.Avrei bisogno di un chiarimento
Citazione di: baylham il 28 Marzo 2018, 10:37:55 AM
Il ruolo e l'importanza dei ricchi dipende ovviamente dal sistema economico sociale preso in considerazione, non si trovano certamente nell'attività sia pur necessaria per l'intero sistema sociale della beneficenza. La beneficenza comunque, come evidenziato da viator, richiede il sovrappiù della ricchezza. Generalmente i ricchi sono importanti proprio per i processi di accumulazione della ricchezza che innescano, sviluppano e mantengono. I ricchi sono coloro che controllano, regolano i processi economici del sistema sociale: le attività di prelievo delle risorse dall'ambiente, la produzione, la distribuzione, l'accumulo e il consumo della ricchezza, il rilascio dei rifiuti nell'ambiente sono dirette, gestite, organizzate dai ricchi.
Anche qui sono d'accordo nel senso che è molto preoccupante che chi controlla e regola sia qualcuno
che ha come unico requisito necessario la ricchezza.
Non sarebbe meglio per l'umanita e per il pianeta fare come dice il Nazareno nei versetti di Matteo?
"Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il
vostro corpo, di quello che indosserete..." Non è meglio ignorarla la ricchezza?
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: anthonyi il 29 Marzo 2018, 07:04:29 AM
Citazione di: stefano il 26 Marzo 2018, 10:05:36 AM
La ricchezza materiale,l'avere piu del necessario è una cosa giusta?
Il messaggio cristiano gia da 2000 anni ci pone davanti a questo problema.
Dai testi evangelici si puo immaginare che Gesù il nazareno detestasse la
ricchezza come un accidente che si frappone tra Dio e l'uomo.
Infatti,lui diceva,come può l'uomo vedere Dio nel suo prossimo se questi è suo servo?
Come puo amarlo e onorarlo quando erige muri e barriere per proteggere la propria ricchezza?
Il messaggio cristiano possiede un potente principio di equivalenza : ogni uomo è importante
quanto Dio e quando dice "ogni uomo" intende tutta l'umanita credenti e non credenti.
Quello "strano" nazareno lasciava così all' umanita un messaggio di uguaglianza
che andava oltre la religione e nel tempo generò ideali che si potrebbero definire:democrazia,
oppure socialismo e poi ci furono rivoluzioni ,sconvolgimenti violenti in nome dell'uguaglianza sociale.
Ma l'essere umano nonostante tutto,anche se di sinistra,anche se rivoluzionario ancora oggi non riesce
a capire quello strano messaggio e mantiene nei confronti della ricchezza un atteggiamento duplice:
critico quando si tratta della ricchezza altrui ma comprensivo quando si tratta della propria ricchezza.
Negli anni 70 il nostro paese pullulava di rivoluzionari purissimi,educatori del popolo che
predicavano la rivoluzione imminente ma poi in qualche modo scoprivano che le grandi teorie
rivoluzionarie all'occorrenza si possono adattare a una vita piu comoda,si puo continuare a
lottare contro il sistema senza rinunciare al proprio benessere e,perche no? arricchirsi.
"Arricchirsi è glorioso" diceva il grande capo del comunismo cinese Deng Xiao Ping.
Infatti oggi nella gloriosa repubblica popolare i comunisti cinesi si arricchiscono in nome
della rivoluzine e lottano contro l'odiato sistema imperialista americano
Perche lottare contro un sistema si deve sempre.Oggi tutti lottano contro un sistema,un
sistema qualsiasi,colpevole di qualsiasi cosa.Enormi sistemi di potere di fronte ai quali
svanisce ogni colpa personale...
E' possibile immaginare un essere umano che "lotta" contro la propria ricchezza?
Lottare per "non" avere piu del necessario...avrebbe un senso?
In questo mondo sembrerebbe di no.Pare che la ricerca dell'equità abbia poco senso
nella nostra piccola vita personale ma un grande senso nelle grandi teorie antisistemiche,
oggi ce ne sono tante,basta scegliere quella appropriata....
Cosi alla fine rimane solo lui,quell'oscuro nazareno di 2000 anni fa che imperterrito
ci interroga uno ad uno: "Arricchirsi è giusto?"

Ciao stefano,

il problema non è la ricchezza ma l'atteggiamento umano nei suoi confronti. Qualcuno ha scritto: "Il denaro è un buon servo ma un cattivo padrone".
Se un povero, pur non avendo alcuna ricchezza, desidera ardentemente quella altrui credendo che in essa vi sia il senso della vita e della felicità non è in condizioni migliori di un qualsiasi miliardario che fa la stessa cosa.
Nelle beatitudini vi è il concetto di "poveri di spirito", la cui interpretazione è conflittuale ma in una versione intende il fatto che l'individuo si sente povero indipendentemente dalla propria ricchezza perché non da ad essa alcun valore.

Un saluto

P.S. Ma questo 3D non sarebbe stato meglio tra gli argomenti religiosi?
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: baylham il 29 Marzo 2018, 10:07:16 AM
Non affiderei la gestione della società a leader religiosi come Gesù o San Francesco e alle loro ideologie perché sono degli
ignoranti in economia e ecologia e porterebbero in breve tempo alla fine della specie umana, come dimostrano i versetti 6,24-34.
Ulteriore dimostrazione pratica è il fallimento del comunismo primitivo, originario dei cristiani.
Ovviamente qualcuno potrebbe legittimamente obiettarmi che la fine della specie umana non è un problema.

Il papà, i vescovi, i cardinali sono tra gli uomini più ricchi della terra, almeno finché saranno a capo di moltitudini di cattolici: non ho mai sentito di un papa o cardinale morto di fame, tranne forse in caso di guerra e scontri con altri movimenti religiosi o politici. Sono ben nutriti e vestiti, hanno degli alloggi più che dignitosi, hanno collaboratori domestici, sono ben curati in caso di malattia, hanno molto tempo libero per riflettere sulle loro ideologie religiose. In breve sono ricchi perché gestiscono, regolano, organizzano la ricchezza della loro associazione religiosa.

Quando sostengo che i poveri sono il superfluo di ogni sistema economico e sociale non sto scherzando affatto: i poveri hanno una cosa da donare, scambiare agli altri, la loro vita. I poveri devono sacrificarsi, devono morire per salvare l'umanità, il sistema sociale ed economico che organizza la specie umana. Ogni giorno migliaia, milioni di bambini muoiono di fame e denutrizione: sono i più deboli, i più fragili, i più poveri.

I versetti 6, 24-34 portano a questo: qualunque cosa va bene, soprattutto va bene dare la propria vita per salvare la vita degli altri. Gesù, forse San Francesco erano probabilmente pronti a farlo, ma Gesù aveva paura di morire, dubito della maggioranza degli uomini.
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: stefano il 29 Marzo 2018, 10:10:30 AM
per Viator e Socrate78
Ho seguito il vostro dibattito e naturalmente sto dalla parte di Socrate(eccetto il mito del buon selvaggio).
Cioe a dire il vero spero che abbia ragione lui perche quello che dice Viator sembra molto
logico e convincente ma anche terrificante.
Voglio dire,non possiamo fare come le formiche,siamo vita cosciente, anch'essa sarà prevista
dalla natura e sarà nella natura della vita cosciente credo (spero)cercare forme di vita diverse da quella
degli animali.Se cosi non fosse il mondo si trasformerebbe in un orrendo lager come dice Socrate
dove solo i piu forti sopravvivono.E' questo che dobbiamo fare per la sopravvivenza della specie?
Ora tu Viator dici che seguendo la leggi della natura l'uguaglianza è letale per la specie,
ma non sarebbe anche letale la legge del piu forte?
Cioe nel mondo animale il piu forte è il migliore ma nel mondo umano il piu forte non è affatto
il migliore anzi è il peggiore se non rispetta il piu debole.E poi nei diversi tipi umani è
difficile dire chi è forte e chi è debole non è cosi semplice come nel mondo animale
dove forte è unicamente chi possiede la forza fisica e la capacità di adattamento.
Ci si potrebbe chiedere:Einstein era forte? Per qualcuno magari era solo un rammollito
inadatto alla sopravvivenza della specie.I nazisti erano i piu forti? Avrebbero loro garantito
la sopravvivenza della specie con un po piu di fortuna oppure ne avrebbero garantito la distruzione?
E poi in ogni caso anche a rischio di estinzione io scelgo la posizione si Socrate78 che poi
è anche quella del Nazareno :uguaglianza, dignità, solidarietà umana.
Se Viator ha ragione,se quelle sono le condizioni per la sopravvivenza della specie
che specie di mostro diventerebbe l'essere umano?
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: viator il 29 Marzo 2018, 12:57:35 PM
Salve Stefano. Mi rendo perfettamente conto che la mia visione delle cose sia del tutto insoddisfacente, anzi per alcuni versi DISPERANTE nei confronti delle attese e bisogni umani. E' per questo che esistono le fedi le quali propongono ciò in cui speriamo e non ciò che emerge da una analisi razionale circa il funzionamento del mondo.

Ciascuno scelga di credere in ciò che preferisce, come infatti sempre avviene.

Comunque in natura i più forti non sono i migliori (termine e concetto esclusivamente umano che la natura non conosce) bensì I PIU' ADATTI nello sfruttare e riuscire a sopravvivere ai meccanismi appunto naturali.

Sai cosa fanno gli uomini quando si imbattono in realtà naturali che non li soddisfano ? Chiudono gli occhi e si mettono a pensare e desiderare realtà diverse da quella che li circonda. Salutoni.
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: baylham il 29 Marzo 2018, 16:35:46 PM
Un mio ultimo intervento sul tema, per far capire meglio le mie riflessioni e il nesso tra ecologia ed economia dai versetti di Matteo 6, 24-34.

"Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona."

Traggo da Wikipedia l'etimologia di mammona:

"Il termine deriverebbe dalla lingua aramaica, di etimologia incerta; il Mamon solitamente, veniva tradotto come il "tesoro sotterrato".
Alcuni studiosi hanno suggerito di collegarlo alla radice ebraica 'mn (da cui proviene il termine amen) che indica fiducia, affidamento; ma altri propendono per l'ebraico "matmon", che significa, appunto, ricchezza, o tesoro.
Altra ipotesi è dall'ebraico mun (provvedere il nutrimento). Il significato dei diversi campi semantici converge comunque nel generico concetto di sicurezza materiale. Infatti, il termine ebraico è divenuto sinonimo di "soldi".
Il termine greco mamonas lo si ritrova poi nel Discorso della Montagna in Matteo 6,24, quindi in Luca 16,9-13.
Fino alla seconda traduzione CEI viene mantenuta la parola d'origine aramaica, mentre nella traduzione 2008 la parola viene sostituita con "ricchezza". John Wycliffe utilizza "richessis"."

La ricchezza è quindi associata a ciò che vale, ciò che conta, che dà sicurezza, il denaro, i beni.
Gesù sa che la ricchezza materiale è un inganno, il tesoro, la ricchezza apparente, cela, nasconde, protegge il tesoro autentico, originale, la vita: "la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?"

Si, la vita vale di più, ma senza cibo o vestito si muore. Qui iniziano i problemi irrisolti con l'economia e l'ecologia dell'ideologia cristiana.

"Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?"
Qui ci sono tre gravi errori, il primo di tipo logico, confondere la specie con l'individuo. Infatti i singoli uccelli muoiono di fame o di predazione affinché gli uccelli come specie vivano. Secondo errore, pensare che gli uccelli non lavorino e non ammassino la loro ricchezza, il sovrappiù che serve alla loro vita. Terzo errore, pensare che l'uomo conti più di un uccello, questa è ignoranza ecologica, di cui si discute sul tema dell'antropocentrismo.

"E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita?
Il destino dell'uomo è la morte, perdere la vita.

Dunque:
"Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena."
Incomprensibile, confusa chiusura: "queste cose vi saranno date in aggiunta", ancora c'è bisogno delle cose in accumulazione, in sovrappiù? Cercare il regno di Dio e la sua giustizia è una riproposizione continua di inquietudini, di pena? La vita è una pena?

Rifugiamoci nel magico, nella provvidenza divina, nel soprannaturale. Concretamente seguiamo la volontà del leader, del movimento, del partito di turno, diamo a lui la nostra vera, autentica ricchezza, la nostra vita.

E' una relazione di reciprocità?
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: stefano il 31 Marzo 2018, 09:41:42 AM
Per Viator
Ok Viator se volevi spaventarci ci sei riuscito benissimo.Io però rivendico l'uso del termine "migliore" perche inteso nel nostro discorso non in senso morale ma funzionale appunto al concetto di sopravvivenza della specie.
Quindi torno a riproporti il tema del Nazismo. I nazisti avevano l'ossessione della purezza raziale e basavano le loro convinzioni su teorie scientifiche come l'Eugenetica,loro erano i piu forti ,i piu sani,i piu belli,i piu intelligenti,ne erano convinti,stavano sicuramente operando bene per l'evoluzione della specie perche si sbarazzavano dei piu deboli o dannosi come gli handicappati gli psicolabili e le razze degenerate tanto che uno come Einstein venne considerato un degenerato  perche non apparteneva alla razza giusta. Il nazismo era perfettamente in regola con le leggi della selezione naturale,avrebbe assicurato un evoluzione libera dal morbo dell'egualitarismo.Sarebbe stato dunque il modello vincente per la sopravvivenza della specie?Erano loro i migliori? Non si potrebbe risolvere tutto con l'Eugenetica?
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: viator il 31 Marzo 2018, 14:29:04 PM
Salve Stefano. Premetto che l'eugenetica è una dottrina parascientifica e non una scienza ( è la dottrina che si basa sulla genetica (questa sì è una scienza) e che vorrebbe selezionare gli individui sulla base di criteri umani (nel caso del nazismo, puramente IDEOLOGICI e non scientifici, appunto).

L'eugenetica non può risolvere UNA MAZZA poichè chi la utilizza vuole certi risultati senza poter sapere se tali risultati - una volta eventualmente ottenuti - corrisponderanno ad una qualsiasi desiderabilità di effetti. E' come quando certuni cercano la donna dei propri sogni : impostano le loro preferenze, frugano nei siti di incontri, trovano quella che sembra adatta, la contattano, la incontrano, la trovano bella, intelligente, affidabile e se la sposano. Tutto ciò non garantisce minimamente che il loro matrimonio non possa poi trasformarsi in un inferno.

La realtà genetica e matrimoniale è troppo complessa per poterne impostare a priori gli esiti.

Ho già detto che la natura vuole a tutti i costi il disordine (che, guarda caso, coincide con la CREATIVITA') attraverso la variabilità, e sconfesserà sempre lo pseudo-ordine concepito da un qualche citrullo umano. Hitler, più che un citrullo, era un pericolosissimo pazzo e la sua eugenetica era l'opposto della selezione naturale. Infatti si trattava di selezione umana.
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: stefano il 10 Aprile 2018, 13:59:00 PM
Citazione di: baylham il 29 Marzo 2018, 16:35:46 PM
Citazione di: baylham il 29 Marzo 2018, 10:07:16 AMNon affiderei la gestione della società a leader religiosi come Gesù o San Francesco e alle loro ideologie perché sono degli ignoranti in economia e ecologia e porterebbero in breve tempo alla fine della specie umana, come dimostrano i versetti 6,24-34. Ulteriore dimostrazione pratica è il fallimento del comunismo primitivo, originario dei cristiani. Ovviamente qualcuno potrebbe legittimamente obiettarmi che la fine della specie umana non è un problema. Il papà, i vescovi, i cardinali sono tra gli uomini più ricchi della terra, almeno finché saranno a capo di moltitudini di cattolici: non ho mai sentito di un papa o cardinale morto di fame, tranne forse in caso di guerra e scontri con altri movimenti religiosi o politici. Sono ben nutriti e vestiti, hanno degli alloggi più che dignitosi, hanno collaboratori domestici, sono ben curati in caso di malattia, hanno molto tempo libero per riflettere sulle loro ideologie religiose. In breve sono ricchi perché gestiscono, regolano, organizzano la ricchezza della loro associazione religiosa. Quando sostengo che i poveri sono il superfluo di ogni sistema economico e sociale non sto scherzando affatto: i poveri hanno una cosa da donare, scambiare agli altri, la loro vita. I poveri devono sacrificarsi, devono morire per salvare l'umanità, il sistema sociale ed economico che organizza la specie umana. Ogni giorno migliaia, milioni di bambini muoiono di fame e denutrizione: sono i più deboli, i più fragili, i più poveri. I versetti 6, 24-34 portano a questo: qualunque cosa va bene, soprattutto va bene dare la propria vita per salvare la vita degli altri. Gesù, forse San Francesco erano probabilmente pronti a farlo, ma Gesù aveva paura di morire, dubito della maggioranza degli uomini.
Citazione di: baylham il 29 Marzo 2018, 16:35:46 PMUn mio ultimo intervento sul tema, per far capire meglio le mie riflessioni e il nesso tra ecologia ed economia dai versetti di Matteo 6, 24-34. "Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona." Traggo da Wikipedia l'etimologia di mammona: "Il termine deriverebbe dalla lingua aramaica, di etimologia incerta; il Mamon solitamente, veniva tradotto come il "tesoro sotterrato". Alcuni studiosi hanno suggerito di collegarlo alla radice ebraica 'mn (da cui proviene il termine amen) che indica fiducia, affidamento; ma altri propendono per l'ebraico "matmon", che significa, appunto, ricchezza, o tesoro. Altra ipotesi è dall'ebraico mun (provvedere il nutrimento). Il significato dei diversi campi semantici converge comunque nel generico concetto di sicurezza materiale. Infatti, il termine ebraico è divenuto sinonimo di "soldi". Il termine greco mamonas lo si ritrova poi nel Discorso della Montagna in Matteo 6,24, quindi in Luca 16,9-13. Fino alla seconda traduzione CEI viene mantenuta la parola d'origine aramaica, mentre nella traduzione 2008 la parola viene sostituita con "ricchezza". John Wycliffe utilizza "richessis"." La ricchezza è quindi associata a ciò che vale, ciò che conta, che dà sicurezza, il denaro, i beni. Gesù sa che la ricchezza materiale è un inganno, il tesoro, la ricchezza apparente, cela, nasconde, protegge il tesoro autentico, originale, la vita: "la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?" Si, la vita vale di più, ma senza cibo o vestito si muore. Qui iniziano i problemi irrisolti con l'economia e l'ecologia dell'ideologia cristiana. "Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?" Qui ci sono tre gravi errori, il primo di tipo logico, confondere la specie con l'individuo. Infatti i singoli uccelli muoiono di fame o di predazione affinché gli uccelli come specie vivano. Secondo errore, pensare che gli uccelli non lavorino e non ammassino la loro ricchezza, il sovrappiù che serve alla loro vita. Terzo errore, pensare che l'uomo conti più di un uccello, questa è ignoranza ecologica, di cui si discute sul tema dell'antropocentrismo. "E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? Il destino dell'uomo è la morte, perdere la vita. Dunque: "Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena." Incomprensibile, confusa chiusura: "queste cose vi saranno date in aggiunta", ancora c'è bisogno delle cose in accumulazione, in sovrappiù? Cercare il regno di Dio e la sua giustizia è una riproposizione continua di inquietudini, di pena? La vita è una pena? Rifugiamoci nel magico, nella provvidenza divina, nel soprannaturale. Concretamente seguiamo la volontà del leader, del movimento, del partito di turno, diamo a lui la nostra vera, autentica ricchezza, la nostra vita. E' una relazione di reciprocità?


Per Baylham
Vorrei chiarire che per quanto mi riguarda i principi del messaggio cristiano non si possano estendere automaticamente alla Chiesa in quanto istisuzione.Se è vero che papi e cardinali sono gli uomini piu ricchi del mondo allora saranno,di conseguenza,sicuramente al di fuori di questi principi.Ma dalla tua interpretazione dei versetti sembra che Gesu sia in realtà un abile procacciatore di vite sacrificabili poichè promette ai poveri ricchezze spirituali ma li induce poi a impoverirsi sempre di piu,a non avere piu di che vivere e a divenire preda del sistema economico oltre che di papi e cardinali che potranno arricchirsi sulla loro povertà e assicurarsi una comoda vita spirituale.In tutto questo non si capisce bene se Gesu sia consapevole del suo ruolo oppure sia solo un affabulatore ignorante di economia e che comunque non si curi minimamente di essere strumento di un sistema molto piu grande di lui che porterà quei poveri al sacrificio.

Sinceramente non capisco questa tua interpretazione.Gesu in questo caso si rivolge ai suoi discepoli che sono poveri come lui e dice loro di cercare la vita,non affannarsi per la ricchezza.Poi in altri casi si rivolge ai ricchi e li accusa della loro stessa ricchezza perche incompatibile con la vita.Gesu sa che la vita nasce dalla comunicazione dalla comunione e dice a ogni singolo essere umano di avere fede nella comunità equa che garantirà la vita di tutti perche la vita è preziosa e deve essere di tutti.Nel suo discorso non c'è spazio per ricchi papi o cardinali,conniventi con il sistema e se nella storia della Chiesa compromessi di potere ci sono stati,il messaggio è comunque restato integro e fonte inesauribile di drammatici contrasti proprio all'interno della Chiesa stessa.Non mi sembra giusto che un messaggio cosi radicale che per secoli ha ispirato ideali democratici e di giustizia sociale passi ora per una truffa,un orribile inganno.Gesu non è un economista non si occupa di sistemi economici,non è nemmeno un ecologo,dice ai discepoli solo di avere fede in Dio,che poi è lo stsso che avere fede nel prossimo,nella comunità.Un economista potrebbe considerare tutto questo una misera utopia ma Gesu non crea sistemi economici, punta tutto sulla coscienza di ogni singolo essere umano e gli dice: cerca l'equità non la ricchezza.Puo sembrare un suggerimento banale ma in realtà non lo è perche va contro ogni consuetudine umana.Nonostante ogni progresso sociale,nell'uomo persiste una concezione del mondo che mette al centro della propria vita la ricchezza economica come fosse un valore.L'uomo, anche quello progredito che riconosce il valore del progresso sociale, considera perfettamente naturale l'opportunità di arricchirsi,lui odia il sistema dei ricchi e dei potenti ma se capita a lui la ricchezza, si concederà un'eccezione,lui sarà un ricco "buono",solidale coi poveri...Ho sentito tante volte veri e propri comunisti parlare cosi. Bene,il messaggio cristiano non ammette simili scappatoie nè per comunisti nè per papi nè per cardinali.Nella chiesa e nel comunismo il problema della ricchezza e dell'uguaglianza si puo far passare in secondo piano,nel messaggio cristiano no.

Ora Baylham io non so se tu abbia un sistema economico sociale preferito,se ci sia qualcuno a cui affideresti la gestione della società ma se è vero che qui denunci,credo con molta amarezza,il fatto che ogni giorno muoiono milioni di bambini di fame e denutrizione,che sono questi i piu deboli e indifesi e perciò sacrificati al sistema, allora non capisco proprio la tua avversione o pregiudizio verso il messaggio cristiano.
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: stefano il 10 Aprile 2018, 14:12:56 PM
Citazione di: anthonyi il 29 Marzo 2018, 07:04:29 AM
Citazione di: stefano il 26 Marzo 2018, 10:05:36 AMCiao stefano, il problema non è la ricchezza ma l'atteggiamento umano nei suoi confronti. Qualcuno ha scritto: "Il denaro è un buon servo ma un cattivo padrone". Se un povero, pur non avendo alcuna ricchezza, desidera ardentemente quella altrui credendo che in essa vi sia il senso della vita e della felicità non è in condizioni migliori di un qualsiasi miliardario che fa la stessa cosa. Nelle beatitudini vi è il concetto di "poveri di spirito", la cui interpretazione è conflittuale ma in una versione intende il fatto che l'individuo si sente povero indipendentemente dalla propria ricchezza perché non da ad essa alcun valore. Un saluto P.S. Ma questo 3D non sarebbe stato meglio tra gli argomenti religiosi?

Per Anthony
Sono d'accordo con te che un povero che cerca la ricchezza è contro l'uguaglianza quanto un ricco che gia la possiede.
Del resto è quello che fanno tutti,poveri,meno poveri e anche ricchi,perche la ricchezza pare non sia mai abbastanza.Da sempre cercare la ricchezza è considerata una cosa normale.Viene da chiedersi perche allora tutti si lamentano dell'ingiustizia del mondo? non è quello che tutti cercano? Il fatto è che come ho gia detto il problema per noi umani è sempre la ricchezza degli altri mai la nostra.Quando si tratta della propria ricchezza allora ogni essere umano si trasforma magicamente in una specie di gigante buono che opera col suo denaro per il bene dell'umanità.
Scusa l'ironia ma è per questo che io diffido della frase che hai citato "Il denaro è un buon servo ma un cattivo padrone"
Secondo me il denaro è un buon servo quando è nelle mani di tutti,possibilmente in parti uguali.

P.S. Se questo 3D debba stare tra gli argomanti religiosi non so.Il problema della ricchezza è una questione sociale ma purtroppo finora pare che solo il messaggio cristiano lo abbia preso sul serio.
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: green demetr il 10 Aprile 2018, 14:43:04 PM
Citazione di: stefano il 26 Marzo 2018, 10:05:36 AM
La ricchezza materiale,l'avere piu del necessario è una cosa giusta?
Il messaggio cristiano gia da 2000 anni ci pone davanti a questo problema.
Dai testi evangelici si puo immaginare che Gesù il nazareno detestasse la
ricchezza come un accidente che si frappone tra Dio e l'uomo.
Infatti,lui diceva,come può l'uomo vedere Dio nel suo prossimo se questi è suo servo?
Come puo amarlo e onorarlo quando erige muri e barriere per proteggere la propria ricchezza?
Il messaggio cristiano possiede un potente principio di equivalenza : ogni uomo è importante
quanto Dio e quando dice "ogni uomo" intende tutta l'umanita credenti e non credenti.
Quello "strano" nazareno lasciava così all' umanita un messaggio di uguaglianza
che andava oltre la religione e nel tempo generò ideali che si potrebbero definire:democrazia,
oppure socialismo e poi ci furono rivoluzioni ,sconvolgimenti violenti in nome dell'uguaglianza sociale.
Ma l'essere umano nonostante tutto,anche se di sinistra,anche se rivoluzionario ancora oggi non riesce
a capire quello strano messaggio e mantiene nei confronti della ricchezza un atteggiamento duplice:
critico quando si tratta della ricchezza altrui ma comprensivo quando si tratta della propria ricchezza.
Negli anni 70 il nostro paese pullulava di rivoluzionari purissimi,educatori del popolo che
predicavano la rivoluzione imminente ma poi in qualche modo scoprivano che le grandi teorie
rivoluzionarie all'occorrenza si possono adattare a una vita piu comoda,si puo continuare a
lottare contro il sistema senza rinunciare al proprio benessere e,perche no? arricchirsi.
"Arricchirsi è glorioso" diceva il grande capo del comunismo cinese Deng Xiao Ping.
Infatti oggi nella gloriosa repubblica popolare i comunisti cinesi si arricchiscono in nome
della rivoluzine e lottano contro l'odiato sistema imperialista americano
Perche lottare contro un sistema si deve sempre.Oggi tutti lottano contro un sistema,un
sistema qualsiasi,colpevole di qualsiasi cosa.Enormi sistemi di potere di fronte ai quali
svanisce ogni colpa personale...
E' possibile immaginare un essere umano che "lotta" contro la propria ricchezza?
Lottare per "non" avere piu del necessario...avrebbe un senso?
In questo mondo sembrerebbe di no.Pare che la ricerca dell'equità abbia poco senso
nella nostra piccola vita personale ma un grande senso nelle grandi teorie antisistemiche,
oggi ce ne sono tante,basta scegliere quella appropriata....
Cosi alla fine rimane solo lui,quell'oscuro nazareno di 2000 anni fa che imperterrito
ci interroga uno ad uno: "Arricchirsi è giusto?"


Ma nella scena della distribuzione dei pani e dei pesci, il problema non sarebbe tanto quello della ricchezza ma quello della distribuzione a tutti.

Se invece ti riferisci al tema francescano dei poveri, l'importante è che sia una scelta, e non una imposizione, come invece è in cina.
mantenimento delle aree rurali etc...

Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: stefano il 11 Aprile 2018, 13:11:08 PM
per Viator
Viator devi scusarmi,ho fatto un po di confusione.In realtà mi era sfuggita una frase nei tuoi post precedenti senza la quale tutto il tuo ragionamento sembrava di un radicalismo incomprensibile:"Ed è la legge <naturale> che gli ideologi e gli idealisti vorrebbero modificare. Possono e magari debbono farlo. Ma non si illudano di riuscirvi in modo che non sia faticosissimo, lunghissimo e (probabilmente) sanguinoso." E' una piccola ammissione ma significativa,anche tu nonostante il tuo realismo naturalistico ammetti che non siamo come le formiche e che le leggi della natura non sono sempre cosi assolute.Ora capisco meglio il tuo pensiero.
Le leggi della natura sono qualcosa che non ha senso giudicare ,è vero,e sono radicate tenacemente nell'essere umano tanto che sembra impossibile arrivare a una visione nuova,piu "umana",del mondo.Eppure qualcosa è già cambiato ed è successo duemila anni fa.Ora ho usato la parola "umana" con quella particolare accezione che significa piu equa,piu giusta,solidale,comprensiva delle sofferenze,tutte parole incompatibili con le leggi della natura.L'origine di quelle parole risale a duemila anni fa e le inventò uno sconosciuto nazareno chiamato Gesù.Per dirla in breve è tutto un gran mistero:un nazareno di umili origini che spacca in due il corso dell'evoluzione umana,c'è molto poco di naturale in tutto questo.Molti credono fosse un Dio ma non è di questo di cui vorrei parlare,vorrei parlare di quelle parole nuove che hanno cambiato il mondo.La nuova visione di Gesù porta nel mondo parole nuove,nuovi concetti,nuovi ideali: uguaglianza solidarietà,democrazia,giustizia sociale...ma cosi facendo abbandona le leggi fondamentali della natura che odia l'egualitarismo e vuole a tutti i costi il disordine lo squilibrio sociale da cui emergerà il piu forte il piu adatto alla sopravvivenza della specie.Sono due visioni inconciliabili.Infatti da duemila anni la natura,la natura umana,si oppone in qualsiasi modo al messaggio cristiano verso il quale nutre però una misteriosa attrazione.Come si è detto in natura non esiste male e bene,bello e brutto,giusto o ingiusto,ma la natura,che in se ci sembra tanto bella,se applicata alla società umana sembra essere uno spettacolo orribile,a volte l'uomo guardacos'ha combinato nel mondo e si vergogna di se stesso.
Credo che le leggi della natura abbiano successo quando si tratta di animali o piante dove tutto è regolato da un istinto innato,dove qgni eccesso è riequilibrato ma nel caso dell'uomo che è vita cosciente è diverso:l'uomo oggi riesce a moltiplicare l'eccesso fino all'inverosimile,con fatali conseguenza per il pianeta,quindi per natura stessa: distruzione delle risorse naturali,inquinamento dell'aria dell'acqua della terra,armi di distuzione planetaria....Non mi sembra che tutto questo possa garantire la sopravvivenza della specie.
Infine una cosa "trascurabile" perche riguarda il sacrificio dei piu deboli previsto dalle leggi naturali,lo sfruttamento intensivo  e incondizionato del lavoro,l'ultimo capolavoro del regime comunista cinese,un modello di successo,oggi esportato in tutto il mondo.L'uomo odierno seguendo le leggi naturali del profitto trova anche il sistema di liberare il capitalismo da quei limiti che gli erano stati imposti buttando via piu di un secolo di conquiste sociali.Oggi,grazie al super capitalismo comunista cinese,il costo del lavoro nel mondo si abbassa sempre di piu mentre si abbassano i prezzi delle merci per la gioia dei consumatori.Un mondo dove un enorme potenziale tecnologico viene impiegato solo per aumentare a dismisura la produzione di merci,perche è questo che il capitalismo deve fare,produrre a dismisura. A questo punto mi viene il dubbio che forse non è un bene che la specie umana sopravviva.
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: stefano il 12 Aprile 2018, 02:22:50 AM
per Green Demeter
"Ma nella scena della distribuzione dei pani e dei pesci, il problema non sarebbe tanto quello della ricchezza ma quello della distribuzione a tutti.
Se invece ti riferisci al tema francescano dei poveri, l'importante è che sia una scelta, e non una imposizione, come invece è in cina.
mantenimento delle aree rurali etc..."

Si è vero,nel racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci tutti mangiano in abbondanza perche il cibo è abbondante.Questo porta a pensare che per Gesù quello che conta è la condivisione,l'equità,nell'abbondanza come nella ristrettezza.La povertà non è certo il fine,non credo che Gesù fosse contento di vedere tanta gente in povertà.Io infatti in questa discussione parlo della ricerca dell'equità non della povertà.
Mi rendo conto che non sia una cosa semplice. Io posso considerare equo vivere in certe condizioni rispetto alle condizioni di chi mi sta attorno ma il mondo è grande e io so che ci sono paesi dove quello che io possiedo puo essere considerato una vera ricchezza.San Francesco per non sbagliarsi esagerava e cercava la povertà estrema.
Molti credono che per lui questo fosse una specie di esercizio per eleversi spiritualmente,io invece credo che fosse spinto dalla volontà di "capire",sentire su di se le sofferenze del mondo fino all'essere piu indifeso.Forse è cosi che si puo capire veramente il mondo. San Francesco fu considerato un pazzo poi un santo,certamente mai una persona normale.
Io piu modestamente mi pongo il problema di quello che può fare una persona normale per cercare l'equità nella propria vita perlomeno rispetto alle condizioni economiche del paese in cui vive,ma mi accorgo che anche questo non è considerato normale o piuttosto non è proprio considerato,infatti anche qui nel forum l'argomento genera incomprensioni.Dovrò allora pensare che la ricerca dell'equità sia una cosa anomala e incomprensibile.

Che poi l'uguaglianza debba essere una libera scelta per me è ovvio anche se pare sia impossibile concepirla al di fuori di un sistema che la imponga con la coercizione,come il Comunismo che in realtà è una grande ipocrisia perche concepisce l'uguaglianza tra i poveri solo come una grande opportunità di potere,potere assoluto.Ma a parte il comunismo quello che non capisco è che tutti ragionano di sistemi di potere che governano il mondo e nessuno si chiede mai se anche lui sia parte di questi sistemi.
Titolo: Re:Il problema della ricchezza
Inserito da: stefano il 09 Maggio 2018, 20:01:39 PM
Torno su questo topic per parlare di un equivoco molto diffuso che riguarda il radicalismo di sinistra.
Non ho mai capito perche si debba dare per forza alla sinistra democratica la connotazione di "moderata" mentre "radicale"sarebbe la sinistra comunista.Secondo me è una cattiva abitudine.Questo al di la della politica che è compromesso e mediazione:non parlo di un partito politico ma di un ideale. Il principio base della sinistra è l'uguaglianza: non mi sembra che il comunismo abbia mai portato all'uguaglianza,forse a una parodia dell'uguaglianza,caso mai ha usato l'imposizione dell'uguaglianza come mezzo per arrivare al potere assoluto.Non mi sembra nemmeno che un comunista di regola segua principi di uguaglianza,dire questo sarebbe ridicolo.Casomai li segue quanto uno del PD tanto per fare un esempio.L'uno però viene detto "radicale" l'altro invece "moderato".Non vi sembra che ci sia qualcosa che non va in questo discorso? Secondo me il rdicalismo di sinistra puo avere un senso solo rispetto al principio stesso di uguaglianza,se la sinistra vorrà essere credibile dovrà una buona volta prendere sul serio questo principio fondante.
Ognuno che si dice di sinistra dovrà allora abbandonare ogni ideaa di ricchezza economica nella sua vita e cercare l'equità,solo cosi sarà credibile quando parla di giustizia sociale.Mi rendo conto che tutto questo puo essere difficile da realizzare,essere di sinistra diventerebbe una cosa difficile e dirsi di sinistra potrebbe apparire quasi una pretesa velleitaria.A questo punto vi chiederete se sto parlando di politica o di religione.
Infatti sto parlando del messaggio cristiano,la sinistra radicale è il messaggio cristiano che è democratico,non il comunismo.
Il comunismo è sempre stato "moderato" rispetto al principio di uguaglianza,niente di piu.