Non ho potuto leggere per intero l'articolo di questo link perché non sono abbonato al sito:
https://www.ilmessaggero.it/tecnologia/news/la_coscienza_del_sole_la_teoria_del_panpsichismo_e_il_dibattito_filosofico_sull_universo-8018790.html
tuttavia per il mio discorso ne basta l'anticipazione visibile per tutti. Che dire?
Che confusione! Una confusione terribile tra animismo popolare e panpsichismo filosofico, col risultato che entrambe le prospettive sono escluse a favore di una terribile e plateale elucubrazione.
Nell'esempio di un sole cosciente c'è l'evidente irrompere di una prospettiva mitica non riconosciuta per tale o l'uso non consapevole e sbadato di un linguaggio mitologico. Se infatti pensiamo che la psiche non è presente solo in noi umani, possiamo riconoscere che essa è completamente inconscia negli animali non razionali, cioè nelle bestie, che nelle piante c'è soltanto qualcosa di genericamente psichico, che nel regno minerale esiste solamente un tanto di "psicoide", una latenza. Questa considerazione senza il linguaggio filosofico in cui si può esprimere diventa l'idea che tutto ha un'anima, idea dalla quale non si deve pretendere rigorosità e che quindi non va giudicata coi criteri coi quali si può stimare un pensiero di filosofia. D'altronde a quest'ultimo non va imputata l'approssimazione delle concezioni popolari. Ne consegue che si deve evitare di tacciare di follia entrambe le prospettive, risparmiando sia alla gente comune che ai dotti il dovere di astenersi dal valutarne i contenuti.
L'idea di un'altra coscienza può essere relativa soltanto alla possibilità di altri animali razionali come noi oppure a quella di una assoluta Alterità, di un Essere Superiore, di Dio. È vero che la mente umana ha bisogno di pensare a un mistero assoluto, a una Alterità; che da questo bisogno sono originate le azioni religiose che noi umani dunque decidiamo di rivolgere a Dio... E qualora questo bisogno non sia ancora chiaro per la nostra mente o sia trascurato o negato esso si manifesta con delle sostituzioni: si omette di pensare a una Coscienza Superiore e allora si è portati non solo a fantasticare su una coscienza del sole ma pure a credere a un sole cosciente. In tal caso si tratta di una credenza parareligiosa, che reca solo una traccia di un autentico percorso religioso, che non consiste in un autentico itinerario intellettuale, ma solo in una tendenza intellettualoide verso un fallimento non solo culturale, un viatico non dico per la superstizione — perché le vere superstizioni non sono degli errori così — ma per una drammatica idiozia.
Mauro Pastore
A me non sembra ci sia tutta questa confusione. L'approccio animistico è istintivo per l'essere umano che, presa coscienza del suo essere cosciente, proietta tale evento osservato prima sugli altri esseri umani, poi sugli animali, poi su tutte le cose materiali. Se vogliamo lo sforzo grande è proprio il primo, quando senza poterne avere nessuna prova, ciascuno di noi deve credere che anche gli altri esseri umani attorno a lui sono esseri coscienti con la stessa coscienza che lui sperimenta in se stesso.
Concordo con Pyrosphera, dalla lettura di quel breve articolo scaturisce più che altro confusione. Si identifica la coscienza con generici" campi elettromagnetici ritmici", ora che tutto vibri, oggetti, animali, piante, è praticamente sicuro anche alla luce del fatto che siamo formati da atomi e quindi da particelle in movimento e cariche. Che una sedia, o più macroscopicamente il sole, siano dotate di un campo elettromagnetico non fa certamente notizia. La "notizia", secondo me, è che questi campi denotino una coscienza.....
La confusione è comunque inevitabile. Qualsiasi direzione si prenda, non vi è mai alcuna reale certezza. E ciò che è creduto ora vero, domani potrà diventare, se non falso, almeno opinabile.
Ma questo limite non è una sventura! Anzi, l'incertezza, che basta un niente per gettarci nella più cupa confusione, è la stessa condizione del nostro esistere.
Noi esistiamo proprio per vivere l'incertezza. E quindi per affrontare la confusione.
Se non vi fosse alcuna confusione, allora sì che saremmo perduti.
Cosa vuole in sostanza questa insuperabile incertezza?
Non pretende forse di essere affrontata proprio da noi?
Non sono in fin dei conti proprio io a essere in gioco?
A dover scavare in me stesso, in solitudine, per infine affermare il Vero?
Perciò l'ipotesi di una coscienza presente in ogni dove, persino nella materia inorganica, non può essere rifiutata a priori.
Perché è comunque una possibilità. E come tale, se reale mi riguarda senz'altro.
Tra l'altro, non mi sembra un'ipotesi così peregrina...
David Chalmers con il suo "La mente cosciente" analizza questo tema con intelligenza.
Alla mia osservazione, che se la coscienza fosse presente ovunque allora si sarebbe potuta supporre la esistenza di un'unica Coscienza, David mi rispose affermativamente.
Non riusciva però a coglierne la valenza etica.
Il naturalismo ha questo handicap, non riesce a vedere oltre il proprio pensiero logico.
Sarò un ingenuo, ma ho sempre pensato che, per disporre di coscienza bisogna avere delle capacità percettive. Senza percezioni come si può affermare che qualcosa sia cosciente? Si dice infatti "coscienza di...". Senza organi di senso e di mente non può esserci coscienza, se non una rudimentale capacità di sofferenza istintiva, come nei vegetali. L'idea che tutto sia cosciente è tipica del New Age. È parecchio poetico il pensarlo, una bella palla di fuoco che ci riscalda e illumina amorevolmente, cosciente di essere indispensabile. Mah!.
Citazione di: Pio il 27 Marzo 2024, 19:01:56 PMSarò un ingenuo, ma ho sempre pensato che, per disporre di coscienza bisogna avere delle capacità percettive. Senza percezioni come si può affermare che qualcosa sia cosciente? Si dice infatti "coscienza di...". Senza organi di senso e di mente non può esserci coscienza, se non una rudimentale capacità di sofferenza istintiva, come nei vegetali. L'idea che tutto sia cosciente è tipica del New Age. È parecchio poetico il pensarlo, una bella palla di fuoco che ci riscalda e illumina amorevolmente, cosciente di essere indispensabile. Mah!.
Sì, la coscienza è coscienza di.
È come uno specchio che riflette ciò che si percepisce.
Ma ciò che si percepisce non è che il manifestarsi di una relazione.
Perciò è la relazione a fare nascere la coscienza.
Non è detto che vi debba essere qualcuno perché vi sia coscienza.
Potrebbe essere la relazione stessa, che comporta la coscienza del suo stesso esserci.
Il sole amorevole non c'entra nulla. Semmai nel sole vi è coscienza di una continua trasformazione nucleare.
Mettiamola così: il sole è una sfera di plasma.
Teodorani e colleghi hanno analizzato a fondo le luci di Hessdalen concludendo che il 25% di esse è plasma che si comporta in un modo teoricamente impossibile per i protocolli attuali
Teodorani nota che molte di quelle luci si dispongono seguendo un geometria intelligente tutt'altro che casuale.
Quindi:
a)il sole è una sfera di plasma
b)il plasma si comporta in un numero significativo di casi come un ente intelligente.
c)il sole è intelligente
Forzo volutamente le deduzioni per invitarvi a discutere questa discussione interessante.
Aggiungo che gli studi sugli effetti dell'attività solare con la radioattività propriamente terrestre , indicano che la stella agisce su di essa anche indipendentemente dal vento solare. In particolare ,sembra che terra e sole siano entangled
e contemporaneità nonostante la distanza che la luce compie in 8 minuti.
Sono fenomeni che segnalano qualcosa di intelligente e informazioni veicolate da processi quantistici.
Quella che noi chiamiamo intelligenza è molto più diffusa e comune di quanto pensiamo ANCHE nel mondo inorganico che così inorganico non è!!!
NB Teodorani nota che il fatto di operare misurando sembra influenzare la formazione delle luci.
Questo conferma la quantistica che spiega quanto il misurare puro e semplice determini il risultato di un esperimento .
Ad esempio, ogni qual volta che si vogliono misurare le caratteristiche di un onda, questa appare e poi collassa inspiegabilmente
mentre non lo fa in altre situazioni
Citazione di: Pensarbene il 28 Marzo 2024, 08:23:33 AMAd esempio, ogni qual volta che si vogliono misurare le caratteristiche di un onda, questa appare e poi collassa inspiegabilmente, mentre non lo fa in altre situazioni
Perchè, non disturbandola con la misurazione, non sappiamo cosa fa e come si comporta. Per conoscerla dobbiamo disturbarla, con le conseguenze del caso. Tertium non datur.
Non tutte le misure disturbano a tal punto lo stato fisico di un sistema, altrimenti non saremmo in grado di misurare nulla. A livello macroscopico abbiamo strumenti e metodi di misura precisi che non fanno collassare il sistema.
Un esempio di collasso del sistema di misura è dato dalla microscopia ottica quando ci si avvicina a situazioni in cui i materiali distorcono a tal punto i raggi luminosi da impedire la lettura, facendo collassare il sistema di misura: vetrino- microscopio-fisiologia ottica umana.
Citazione di: Pensarbene il 28 Marzo 2024, 08:23:33 AMMettiamola così: il sole è una sfera di plasma.
Teodorani e colleghi hanno analizzato a fondo le luci di Hessdalen concludendo che il 25% di esse è plasma che si comporta in un modo teoricamente impossibile per i protocolli attuali
Teodorani nota che molte di quelle luci si dispongono seguendo un geometria intelligente tutt'altro che casuale.
Quindi:
a)il sole è una sfera di plasma
b)il plasma si comporta in un numero significativo di casi come un ente intelligente.
c)il sole è intelligente
Forzo volutamente le deduzioni
E' una forzatura, come giustamente dici. Il fatto che le luci di Hessdalen, fatte di plasma, si dispongano seguendo geometrie tutt'altro che casuali, denota a mio avviso che il fenomeno è sotteso da una regola. Ma non è la regola ad essere intelligente, piuttosto è intelligente chi la riesce a codificare. Il sole non è intelligente più dell'acqua che si dispone in vasi comunicanti. Questa è la mia visione, da materialista, che si chiede il come dei fenomeni e ignora volutamente il perchè.
La scienza persegue sempre il perchè causale, preferibilmente senza trucchi e inganni. Si astiene pudicamente dal perchè finale, lasciandolo ai filosofi, con esiti talvolta esilaranti. Ma talaltra preziosi per la crescita della coscienza umana.
Citazione di: sapa il 28 Marzo 2024, 09:57:13 AME' una forzatura, come giustamente dici. Il fatto che le luci di Hessdalen, fatte di plasma, si dispongano seguendo geometrie tutt'altro che casuali, denota a mio avviso che il fenomeno è sotteso da una regola. Ma non è la regola ad essere intelligente, piuttosto è intelligente chi la riesce a codificare. Il sole non è intelligente più dell'acqua che si dispone in vasi comunicanti. Questa è la mia visione, da materialista, che si chiede il come dei fenomeni e ignora volutamente il perchè.
Il problema dei materialisti è proprio quello illustrato in questo articolo:
https://www.futuroprossimo.it/2024/03/il-dibattito-sulla-coscienza-nuova-vita-per-la-teoria-del-panpsichismo/
Secondo me, la strada migliore si chiama "open source" in generale e "open source" relativo in scienza.
La cosa interessante è il fatto che tutte le chat AI attuali, nonostante il loro essere ancorate all'accreditato, ripetono spesso questa idea.
Ad esempio Gemini risponde:
Sono d'accordo con te che l'approccio "open source" sia fondamentale per progredire nella comprensione della coscienza. La condivisione libera di dati, idee e metodologie permette una collaborazione più ampia e trasparente, favorendo la scoperta e la validazione di nuove teorie.
È interessante notare come le chat AI, pur essendo ancora legate a modelli pre-esistenti, spesso esprimono concetti simili. La mia stessa capacità di rispondere alle tue domande in modo complesso e articolato deriva dall'accesso a un'enorme quantità di informazioni e ricerche open source.
L'articolo che hai menzionato, "Il dibattito sulla coscienza: nuova vita per la teoria del panpsichismo", offre una panoramica interessante delle diverse posizioni su questo tema affascinante. La teoria del panpsichismo, che attribuisce una forma di coscienza a tutte le particelle elementari, è una proposta intrigante che potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione della realtà.
Tuttavia, come sottolinea l'articolo, la strada per una teoria definitiva della coscienza è ancora lunga e irta di ostacoli. Sono necessari ulteriori studi e ricerche, sia in ambito scientifico che filosofico, per svelare i misteri di questa esperienza fondamentale che chiamiamo coscienza.
L'importante è continuare a esplorare questo campo con mente aperta e approccio collaborativo. L'unione di diverse discipline e la condivisione libera delle conoscenze saranno la chiave per decifrare questo enigma che ci riguarda tutti
Citazione di: Ipazia il 28 Marzo 2024, 09:27:58 AMPerchè, non disturbandola con la misurazione, non sappiamo cosa fa e come si comporta. Per conoscerla dobbiamo disturbarla, con le conseguenze del caso. Tertium non datur.
Non tutte le misure disturbano a tal punto lo stato fisico di un sistema, altrimenti non saremmo in grado di misurare nulla. A livello macroscopico abbiamo strumenti e metodi di misura precisi che non fanno collassare il sistema.
Un esempio di collasso del sistema di misura è dato dalla microscopia ottica quando ci si avvicina a situazioni in cui i materiali distorcono a tal punto i raggi luminosi da impedire la lettura, facendo collassare il sistema di misura: vetrino- microscopio-fisiologia ottica umana.
Il principio di indeterminazione non è una misura del limite di sperimentabilità, è proprio un principio che afferma una indeterminazione nella materia. Esso non esprime la nostra incapacità di determinare un fenomeno, bensì il fatto che la materia non è tutta sottoposta a un meccanismo di causa e effetto.
Mauro Pastore
Citazione di: PhyroSphera il 28 Marzo 2024, 21:59:45 PMIl principio di indeterminazione non è una misura del limite di sperimentabilità, è proprio un principio che afferma una indeterminazione nella materia. Esso non esprime la nostra incapacità di determinare un fenomeno, bensì il fatto che la materia non è tutta sottoposta a un meccanismo di causa e effetto.
Mauro Pastore
Se lo facesse sarebbe metafisica. Essendo fisica non può porre limiti alla sua falsificabilità. Ma se fosse veramente un assioma insuperabile (come 0 K o c), dimostrerebbe soltanto i limiti della realtà e non la invalidazione del metodo scientifico.
Citazione di: Ipazia il 29 Marzo 2024, 05:36:40 AMSe lo facesse sarebbe metafisica. Essendo fisica non può porre limiti alla sua falsificabilità. Ma se fosse veramente un assioma insuperabile (come 0 K o c), dimostrerebbe soltanto i limiti della realtà e non la invalidazione del metodo scientifico.
La eziologia non è tutto. La
indeterminazione scoperta da Heisenberg è fisica, non metafisica. Falsificabilità da parte del filosofo significa ipotesi contraria ma non a livello scientifico... Cioè le teorie scientifiche pur non essendo saperi non sono solo strumenti per la tecnica ma riferimenti alla realtà. Si può mettere in dubbio che tale indeterminazione esista e che la fisica quantistica sia una scienza, ma se la si verifica e la si riconosce, si deve pure riconoscere il suo contenuto. La superabilità di una scienza non è la sua insignificanza; d'altronde i dati delle scienze non sono mai assoluti... Restando al nostro discorso, la indeterminazione non è solo un modo di dire adatto per il lavoro dei tecnici.
Mauro Pastore
avete ragione tutte e due.
Il modo di misurare della quantistica e ciò che vuole misurare sembrano in combutta tra di loro.
Non vedo perchè dovremo incaponirci per superare i limiti di risoluzione del microscopio ottico, quando abbiamo risolto il problema con quello elettronico. L'indeterminazione di Heisenberg non mette in discussione la nostra capacità di servirci di onde e particelle con artefici ad hoc. E tanto basta.
Speculare sull'indeterminabile subatomico per mettere in discussione tutto il determinabile, a partire da quell'indeterminazione, è metafisica fallace che pretende assai di più di quello che può. Un retaggio continuista, della "natura non facit saltus", che stenta ad orientarsi nei salti della fisica quantistica e nelle nuove (epistemo)logiche, a cui la natura ci obbliga. Entanglement incluso. La cui realtà non locale non falsifica la realtà crudamente locale delle nostre armi di distruzione di massa.
Visto che se ne parla molto, un video divulgativo, per quanto ne consenta la materia:
L'astrofisico chiude con una sentenza sulla "realtà". Mi pare un modo millantante di scomodare una categoria così fatale, col rischio non calcolato di passare dai calcoli a (pessima) metafisica, decisamente in perdita. Più sensato parlare di fenomeni.
Realtà ce ne sono molte e, purtroppo per noi, quelle che ci riguardano più da vicino sono dannatamente locali.
non esiste alcuna realtà locale per quanto riguarda la quantistica:esistono infiniti piani di realtà quantiche in cui la sovrapposizione di stati, l ' entanglement e il collasso d'onda tengono banco.
Chi sta leggendo in questo momento vive in un campo quantico locale e nel contempo molte delle sue particelle sono entangled con altre che potrebbero "appartenere" a chiunque.
Nel contempo altre sue particelle possono esistere su piani diversi e così via.
E ciò vale per tutti e per tutto!
Parlare di realtà ora e oggi è come parlare probabilisticamente di niente e di tutto!
Eppur non siamo pazzi....quindi a che serve chiedersi che cosa sia la realtà?
A impazzire?
No. Serve a capire che esistono tante realtà, o piani del reale (per i monisti), ciascuna con una propria autonomia e rilevanza. Esiste un piano/realtà fisico, chimico, geologico, biologico, antropologico, per lo più locali, che determinano il nostro destino e su cui possiamo incidere molto più significativamente che sulla non-località quantistica. Quando controlleremo pure quella se ne riparla. Magari con una bella macchina del tempo targata Davos. O pillola rossa.
la realtà esiste nelle forme e nature e ....?.... che vuole lei
Se tu pensi di poterla capire, gestire e padroneggiare ti consiglio,prima di tutto,di imparare a SERVIRLA con modestia e un pizzico di umiltà.Se non lo fai, sarà lei a ...servire te ma come vuole lei.
Citazione di: PhyroSphera il 27 Marzo 2024, 08:05:47 AMSe infatti pensiamo che la psiche non è presente solo in noi umani, possiamo riconoscere che essa è completamente inconscia negli animali non razionali, cioè nelle bestie, che nelle piante c'è soltanto qualcosa di genericamente psichico, che nel regno minerale esiste solamente un tanto di "psicoide", una latenza.
L'assurdità dell' ''elargire'' coscienza a piene mani ad ogni possibile nostra alterità è proporzionale al valore che gli diamo.
E' completamente assurda se gli diamo un alto valore dirimente, e cioè da un parte i coscienti e dall'altra tutto il resto, che equivale a distinguere degli oggetti secondo che siano rossi o blu, dando al rosso e al blu un valore assoluto, quando esistono sfumature di blu e di rosso tali che il blu stesso è una sfumatura del rosso e viceversa.
Come scrive Antony, si tratta di una illazione, per quanto ragionevole, che parte da una sensazione di avere coscienza, sensazione non dissimile da quella di vedere un colore.
Io non mi sogno di dire che il sole è cosciente, ma ammetto allo stesso tempo che, se proiettiamo la coscienza oltre la nostra personale sensazione, facendola sfumare su ciò che ci appare altro da noi, indicare dove finisca la proiezione è cosa del tutto arbitraria.
A me piace porre il limite dove le leggi della fisica falliscono, quindi non certo sul sole che a quelle si attiene.
Citazione di: PhyroSphera il 28 Marzo 2024, 21:59:45 PMIl principio di indeterminazione non è una misura del limite di sperimentabilità, è proprio un principio che afferma una indeterminazione nella materia. Esso non esprime la nostra incapacità di determinare un fenomeno, bensì il fatto che la materia non è tutta sottoposta a un meccanismo di causa e effetto.
Mauro Pastore
Il principio di indeterminazione dice, fra l'altro, che non c'è un limite teorico alla precisione di una misura, e che il limite quindi è relativo, e dipende solo dalla bontà dello strumento di misura usato, limite che perciò può essere superato con strumenti più performanti attuali o futuri.
Questo te lo dico per certo, mentre il resto che segue è una mia interpretazione, spero prudente.
infatti non dice solo questo, perchè questa è solo la parte facile da capire, ma, guarda caso, non è la parte più interessante.
Ma se su questa parte concordi, cioè se non hai frainteso del tutto il principio come la maggior parte dei non addetti ai lavori, come fai da ciò a derivare che la materia non è del tutto sottoposta al determinismo?
Perchè ammesso che ciò sia pure vero, non è dal principio di indeterminazione che lo si deriva.
Se invece su questa parte non concordi allora mi permetto di dire che non l'hai capito del tutto.
Certo non aiuta il nome del principio, ''indeterminazione''.
Potrebbe aiutare al contrario chiamarlo principio di determinazione.
Esso infatti determina con esattezza quale sia l'errore minimo che farai su una misura in relazione al risultato di una diversa misura fatta a quella in contemporanea, e questo errore non dipende dagli strumenti di misura usati, presenti e futuri.
Non è un principio facile da maneggiare per non addetti ai lavori come noi, quindi dovremmo evitare di trarre facili conclusioni.
Citazione di: iano il 04 Aprile 2024, 02:55:42 AMIl principio di indeterminazione dice, fra l'altro, che non c'è un limite teorico alla precisione di una misura, e che il limite quindi è relativo, e dipende solo dalla bontà dello strumento di misura usato, limite che perciò può essere superato con strumenti più performanti attuali o futuri.
Questo te lo dico per certo, mentre il resto che segue è una mia interpretazione, spero prudente.
infatti non dice solo questo, perchè questa è solo la parte facile da capire, ma, guarda caso, non è la parte più interessante.
Ma se su questa parte concordi, cioè se non hai frainteso del tutto il principio come la maggior parte dei non addetti ai lavori, come fai da ciò a derivare che la materia non è del tutto sottoposta al determinismo?
Perchè ammesso che ciò sia pure vero, non è dal principio di indeterminazione che lo si deriva.
Se invece su questa parte non concordi allora mi permetto di dire che non l'hai capito del tutto.
Certo non aiuta il nome del principio, ''indeterminazione''.
Potrebbe aiutare al contrario chiamarlo principio di determinazione.
Esso infatti determina con esattezza quale sia l'errore minimo che farai su una misura in relazione al risultato di una diversa misura fatta a quella in contemporanea, e questo errore non dipende dagli strumenti di misura usati, presenti e futuri.
Non è un principio facile da maneggiare per non addetti ai lavori come noi, quindi dovremmo evitare di trarre facili conclusioni.
Sei lontano dal vero. Esistono delle buone divulgazioni a riguardo, se si sta in guardia dalle polemiche dei sostenitori assoluti della Teoria della Relatività. Sono costoro che non intendono il Principio di Indeterminazione per ciò che è, cioè per una affermazione scientifica che afferma che una parte della materia non funziona per nessi causali. Per capire, anziché diventare grandi esperti di fisica, basta ascoltare tutti, non solo gli studiosi di altri settori della fisica che scommettono sui propri dati con prepotenza. Bisogna smascherare i pregiudizi e imparare a raccogliere le informazioni giuste.
Ci sono alcuni ambienti convinti che la scienza sia nient'altro che uno studio di nessi causa-effetto ma ciò si dice eziologia e la eziologia e solo una parte della scienza. Il fatto per esempio che la quantistica possa stabilire soltanto la zona di pertinenza degli elettroni non dipende dal limite dei rilievi ma da un funzionamento acausale della materia stessa, che dunque si comporta alla stregua di un organismo biologico senza essere tale, che cioè è in se stessa caotica ma non del tutto caotica. Se fosse come dicono i negatori, non sarebbe stato mai possibile trarre dalla meccanica quantistica delle applicazioni tecniche.
Il Principio di Indeterminazione è detto così perché è proprio un principio. L'influenza della osservazione sull'osservato non mostra il limite strumentale ma la natura caotica della materia; come se immergendo un bastone in acqua, questa inizi a ribollire per conto proprio impedendo di stabilire il nesso tra l'immersione e lo stato del liquido. Si è scoperto questo tipo di comportamento nella materia scoprendone anche le modalità nella stessa materia. Un lavoro non simile a quello del meteorologo, ma a quello del sismografo.
Bisogna capire che gli ambienti della scienza praticano spesso ostracismi e illazioni e quindi bisogna avvalersi dei resoconti veri distinguendoli dalle interpretazioni di esperti di altri settori. Lo stesso Einstein espresse sovente illazioni sulla meccanica quantistica, ugualmente a quelli che comprendendo i principi delle leve scoperti da Archimede non riuscivano a riconoscere la fisica dinamica iniziata da Galilei... E come molti
non credettero alla sfericità del Pianeta Terra, altri
non credettero alla esistenza degli scoppi atomici... E molta pubblicità fecero i nemici di Galilei e Newton contro la scienza di costoro, ugualmente altri contro quella di Heisenberg e degli altri con lui.
Mauro Pastore
Einstein ha descritto e formalizzato ciò che succede nel macrocosmo.
La quantistica sta descrivendo e formalizzando quello che succede nel microcosmo.
Manca una teoria che unifichi relatività e ...
probabilità,spaziotempo e campi quantici.Secondo me il problema sta nella gravità,
quando sarà chiarita la natura della gravità le cose saranno più facili.
Citazione di: PhyroSphera il 04 Aprile 2024, 15:14:40 PMSei lontano dal vero.
Mi sono limitato a sottolineare del mio post la parte che ho ben capito, e se non la condividi mi spiace dirti che non ci hai capito nulla.
Evidendentemente l'improprio nome dato al principio non smette di fare danni.
Per indeterminazione infatti paradossalmente si intende qualcosa di invece ben determinato, che è un errore di misura ineliminabile, ma non riferito a una singola misura, ma ad una precisa coppia di misure, ad esempio posizione insieme a quantità di moto di una particella, effettuate in contemporanea.
Cosa c'entra tutto ciò col caso?
Possiamo confondere l'errore ''minimo'' ineliminabile previsto di una coppia di misure, e indipendente dagli strumenti di misura usati, con un evento casuale?
Direi proprio di no.
Immaginare una materia che possieda un pur minimo grado di psiche/coscienza è possibile solo a partire dalla presunzione del dare per certo cosa sia la materia, per provare quindi a dipanare la matassa di qualcosa che pur percepiamo, ma con minor grado di certezza, la psiche/coscienza.
Ma più che diversi gradi di certezza direi che abbiamo diversi gradi di incertezza, per cui la materia non mi sembra una solida base da cui partire per spiegare la psiche/coscienza oggi, anche se fino ieri la cosa ci sembrava ragionevole.
Materia e psiche/coscienza condividono quindi più o meno lo stesso problema do dover essere spiegate a partire da altro.
Cosa altro?
Non si sà, o meglio si tratta di una altra eventuale discussione da aprire, ma almeno così la questione è meglio posta.
Citazione di: iano il 04 Aprile 2024, 20:48:48 PMMi sono limitato a sottolineare del mio post la parte che ho ben capito, e se non la condividi mi spiace dirti che non ci hai capito nulla.
Evidendentemente l'improprio nome dato al principio non smette di fare danni.
Per indeterminazione infatti paradossalmente si intende qualcosa di invece ben determinato, che è un errore di misura ineliminabile, ma non riferito a una singola misura, ma ad una precisa coppia di misure, ad esempio posizione insieme a quantità di moto di una particella, effettuate in contemporanea.
Cosa c'entra tutto ciò col caso?
Possiamo confondere l'errore ''minimo'' ineliminabile previsto di una coppia di misure, e indipendente dagli strumenti di misura usati, con un evento casuale?
Direi proprio di no.
Non è una questione di nomi né di casi. Semplicemente molti hanno dei preconcetti che impediscono un approccio corretto alla Teoria dei Quanti. Esiste una gran pubblicità per questi preconcetti e un gran clamore che distrae anche chi vorrebbe applicarsi a capire senza metterci sempre un pensiero di troppo. Non saprei se tu sei tra quest'ultimi, probabilmente no.
Mauro Pastore
Citazione di: iano il 04 Aprile 2024, 21:36:34 PMImmaginare una materia che possieda un pur minimo grado di psiche/coscienza è possibile solo a partire dalla presunzione del dare per certo cosa sia la materia, per provare quindi a dipanare la matassa di qualcosa che pur percepiamo, ma con minor grado di certezza, la psiche/coscienza.
Ma più che diversi gradi di certezza direi che abbiamo diversi gradi di incertezza, per cui la materia non mi sembra una solida base da cui partire per spiegare la psiche/coscienza oggi, anche se fino ieri la cosa ci sembrava ragionevole.
Materia e psiche/coscienza condividono quindi più o meno lo stesso problema do dover essere spiegate a partire da altro.
Cosa altro?
Non si sà, o meglio si tratta di una altra eventuale discussione da aprire, ma almeno così la questione è meglio posta.
Di fatto una materia che ha una psiche è il tuo stesso corpo.
Mauro Pastore
Citazione di: PhyroSphera il 05 Aprile 2024, 09:00:37 AMDi fatto una materia che ha una psiche è il tuo stesso corpo.
Mauro Pastore
Un corpo biologico con un snc strutturato per avere una psiche. Il tutto certificato da mamma Scienza. La quale non certifica fornaci atomiche neppure di grandi dimensioni.
Citazione di: PhyroSphera il 05 Aprile 2024, 09:00:37 AMDi fatto una materia che ha una psiche è il tuo stesso corpo.
Mauro Pastore
Dunque la soluzione era sotto i nostri occhi e finora c'era sfuggita? ;D
''Non ci sono più le solide fondamenta di una volta'' per il materialismo , se il costituente di gran lunga maggioritario della materia si è visto essere il suo storico opposto, il vuoto.
Non c'è più una evidenza indiscutibile da cui partire per cercare di spiegare ciò che quella supposta piena evidenza non ha.
Ci sono, e ci sono sempre state di fatto, solo istruzioni per l'uso della realtà, e l'unico modo per resistere alla tentazione di tornare a rimitizzare il sole è abbandonare il mito dell'evidenza della materia, che è un sottoprodotto del mito del nostro rapporto diretto con la realtà.
L'opposizione materialismo/idealismo si risolve decretando la morte dei presunti opposti.
Gli opposti nascono per descrivere la realtà, e non perchè se ne spieghi uno a partire dall'altro, o viceversa, a seconda del partito che prendiamo, e prendiamo partito perchè funzionano così bene che alla fine confondiamo la realtà con le sue istruzioni per l'uso, scritte con quegli opposti caratteri.
Gli opposti si dividono nascendo e si ricompongono morendo, ma finché sono in vita sono irriducibili fra loro, sennò che opposti sarebbero?
Citazione di: Ipazia il 05 Aprile 2024, 23:52:54 PMUn corpo biologico con un snc strutturato per avere una psiche. Il tutto certificato da mamma Scienza. La quale non certifica fornaci atomiche neppure di grandi dimensioni.
E' possibile che la realtà stia oltre la materia non meno di quanto stia oltre la psiche.
Il problema allora nasce non solo dal confondere materia e psiche con la realtà, ma nel confonderle in diversa misura, per cui ognuno, in base a quale reputerà essere più solida base una piuttosto che l'altra, secondo l'evidenza soggettiva che ne ha, cercherà di spiegare l'una partendo dall'altra, quando invece entrambe servirebbero a spiegare insieme la realtà, se non fosse che ''spiegare'' è una parola troppo grossa.
Cercheremo di spiegare una cosa con l'altra solo se di una delle due possediamo l'evidenza, cioè se di almeno una delle due siamo certi della sua realtà senza doverla spiegare.
Ma esiste anche la possibilità che nessuna delle due sia reale, se non come parte di una istruzione per l'uso della realtà.
Il problema nasce allora dall'accidente di possedere delle due cose una percezione differenziata, ma essendo entrambe frutti di percezione allora c'è una parentela di fatto.
Poi posso aver più intimità con mio fratello che non con mio cugino, ma non perciò cercherò di spiegare mio cugino con mio fratello, se entrambi sono sangue del mio sangue.
D'altronde da cosa potrebbe nascere l'evidenza di una cosa se non da una confidente abitudine?
Il punto di partenza per spiegare ogni cosa naturalmente lo individueremo in ciò con cui abbiamo tale intimità dal non sentire il bisogno di considerarne la nascitura per certificarne la parentela.
Io rispetto tutto il mio prossimo, ma mio fratello per me viene prima di ogni altro.
Questo però non giustifica il voler spiegare il mio prossimo a partire da mio fratello, solo perchè con quello ho meno confidenza e perciò una diversa percezione.
Quindi, ricapitolando, ''Un corpo biologico con un snc strutturato per avere una psiche.'' direi che sono delle buone istruzioni per l'uso della realtà, ma non la realtà, se non come parte.
Magari non potremo conoscere la realtà nel senso cervellotico che abbiamo finora inteso, però quanti problemi irrisolvibili ci siamo così tolti dal groppone, e con quanta maggior leggerenza e fiducia potremo riprendere il nostro gioioso rapporto con la realtà, finalmente artefici a tutti gli effetti, nel bene e nel male, del nostro destino, senza più verità superiori e karma e fati dietro cui nasconderci.
C'è un mondo da rimettere in ordine.
Diamoci da fare.
Dipende solo da noi.
Gli esseri umani dovrebbero fare pace con la loro natura quanto mai squilibrata e disordinata e accettare di essere una specie caratteriale che usa ragione e emotività
passionale tutto sommato scontata, mimetizzata con una morale di comodo e un' etica proteiforme.
Su questa base psicopatologica si è sviluppata la storia e sguazza l'umanità.
La scienza e gli scienziati, le università, le ricerche, le riviste, la cultura, religioni e antireligioni, in questo quadro e in questa sovrastruttura millenaria sono l'orizzonte degli eventi di un buco nero pazzesco.
Considerate la singolaritá del buco come il bluff dei bluff, niente di più niente di meno. Niente. ;D :P 8) :)) O:-)
Se c'è una cosa in cui l'evoluzione naturale pare avere una intenzionalità, consiste nel coordinare rei et intellectus delle specie viventi, per offrire loro qualche possibilità di sopravvivenza. La sensorialità e l'intelletto sono tarati sulla realtà (ambientale) per forza di cose evolutive: chi è starato soccombe.
Questo per dire che, a dispetto dei metafisici, la realtà è esattamente quella in cui riusciamo a sopravvivere.
Fisica chimica e biologia sono ottimamente coordinate e intelleggibili, finché gli stregoni meta- e pata-fisici non si mettono a combinare guai.
Citazione di: iano il 06 Aprile 2024, 01:29:10 AMGli opposti si dividono nascendo e si ricompongono morendo, ma finché sono in vita sono irriducibili fra loro, sennò che opposti sarebbero?
È vero in parte. In psicologia per esempio esiste la enantiodromia, la conversione degli opposti. Fu studiata da Jung.
Mauro Pastore
Citazione di: Ipazia il 06 Aprile 2024, 21:16:54 PMSe c'è una cosa in cui l'evoluzione naturale pare avere una intenzionalità, consiste nel coordinare rei et intellectus delle specie viventi, per offrire loro qualche possibilità di sopravvivenza. La sensorialità e l'intelletto sono tarati sulla realtà (ambientale) per forza di cose evolutive: chi è starato soccombe.
Questo per dire che, a dispetto dei metafisici, la realtà è esattamente quella in cui riusciamo a sopravvivere.
Fisica chimica e biologia sono ottimamente coordinate e intelleggibili, finché gli stregoni meta- e pata-fisici non si mettono a combinare guai.
Semplice e chiaro.
Io però aggiungerei che siamo immersi nella metafisica più di quanto crediamo, perchè quello che scambiamo per realtà è una metarealtà.
E' il mondo in cui siamo convinti di vivere, che però non è la realtà, ma un interfaccia fra noi e la realtà tarata su du noi.
E' un mondo che ci dice di noi non meno che della realtà, ma di nessuno dei due in particolare.
Questa interfaccia cambia quando noi cambiamo.
Siamo partiti da un interfaccia animata per giungere ad una materiale, senza anima.
Ma questa materia e questa anima non sono una paradosso inconciliabile della realtà, perchè non sono propriamente parte della realtà, ma parte di un metamondo manipolabile in modo più o meno cosciente, ai cui soggetti è possibile attribuire un anima o togliergliela a piacere, perchè sapere come stanno le cose veramente nella realtà è un aspirazione priva di senso che porta a risultati contraddittori solo se ci convinciamo che il risultato della operazione sia la vera realtà svelata, seppur per gradi e al limite.
Questa convinzione metafisica di una verità approssimatile per gradi è la metafisica che secondo me non ci aiuta, ma non perciò la metafisica è da screditare, se metafisico è il mondo in cui di fatto viviamo.
Anima e materia in questo metamondo se ne staranno sempre al loro posto, irriducibili fra loro.
La nostra difficoltà nasce solo dalla diversa percezione che delle due cose abbiamo, per cui in base a ciò la materia, impropriamente intesa come evidente per il grado di percezione che ne abbiamo, dovrebbe condurci a comprendere l'anima, percepita con un grado minore di evidenza.
Questa operazione, come pure il suo inverso, non porteranno mai a un risultato, perchè anima e materia non sono parte della realtà, ma del metamondo attraverso il quale ''viviamo indirettamente la realtà''.
Questo metamondo non si approssima per gradi al limite a nulla, perchè è solo il frutto di un adattamento evolutivo che ha per fine solo la sopravvivenza.
Dal punto di vista filosofico secondo me il rischio è che nella metafisica che non si vuole bere poi ci si anneghi, ed ecco che così il sole sembra rianimarsi.
Se i metamondi che viviamo in successione non vanno da nessuna parte, mi sembra improbabile comunque poter riesumare metamondi dismessi con operazioni vintage, perchè ogni metafisica, una volta sgamata, è per sempre bruciata, perchè non più barattatile ''a nostra insaputa'' con la realtà.
Citazione di: PhyroSphera il 07 Aprile 2024, 08:31:51 AMÈ vero in parte. In psicologia per esempio esiste la enantiodromia, la conversione degli opposti. Fu studiata da Jung.
Mauro Pastore
Eraclito osservava che a volte le cose fredde si riscaldano e le cose calde si raffreddano e che ciò che è umido si asciuga e ciò che è arido si bagna.
Questi, caldo e freddo, umido e asciutto, sono esempi di cose facenti parte del nostro metamondo, che possono essere intese come reali, ma che col tempo vengono sgamate non essere tali, e quindi dal metamondo estromessi una volta per sempre.
Una volta cioè sgamate, sostituendo ad esse concetti come quello di energia con le sue trasformazioni, ci illudiamo allora che le cose siano cambiate, e che usciti dall'inganno adesso siamo se non nel vero, molto più vicini al vero, riproducendo però inconsapevolmente lo stesso meccanismo col quale creiamo i nostri metamondi.
Il caldo , il freddo , l'energia, l'anima e la materia, sono fatti cioè della stessa sostanza metafisica sempre barattatile, ad ogni nuova tornata con la realtà.
Quello che è improbabile però è il percorso inverso, partendo dall'energia per tornare al caldo e al freddo, perchè il gioco metafisico una volta speso non è più rimborsabile, e il gioco del sole animato non si può perciò più rifare.
Adesso si gioca un gioco nuovo.
La metafisica è come i virus, quando ci sembra di esserne del tutto guariti ce ne prendiamo un altro sempre a nostra insaputa, finché non si manifesteranno i nuovi sintomi, e il nuovo virus metafisico verrà così a sua volta sgamato.
Secondo la metametafisica i nostri metamondi seguono un fine, ma è una balla.
I nostri metamondi vanno ovunque e da nessuna parte come tutte le cose che riguardano l'evoluzione.
Il metamondo è il mondo nella prospettiva dell'universo antropologico che ha vari pianeti rotanti a orbite di diversa durata attorno ad un centro esistenziale ed et(olog)ico che è la sopravvivenza individuale e di specie (sociale).
Alcune orbite durano millenni così come la loro verità, altre sono più contingenti, fino alle più effimere del gusto, moda ed esperienza individuale.
Non ci vedo nulla di illusorio in tutto ciò se non nella prospettiva illusoria di una verità assoluta, metafisica, posta al centro delle orbite suddette. L'eterno fantasma noumenico, incapace di accettare un'episteme in perenne evoluzione cui sostituisce il Santo Graal di un centro di gravità permanente diverso dalla vita umana, sic et sempliciter.
Quella vita umana che riesce a comprendere umido, secco, asciutto, bagnato, caldo, freddo, come entanglement, nei pianeti cooperanti del significato.
(https://static.miraheze.org/nonciclopediawiki/a/a3/Termometro_a_corda.jpg)
Citazione di: iano il 08 Aprile 2024, 01:02:03 AMEraclito osservava che a volte le cose fredde si riscaldano e le cose calde si raffreddano e che ciò che è umido si asciuga e ciò che è arido si bagna.
Questi, caldo e freddo, umido e asciutto, sono esempi di cose facenti parte del nostro metamondo, che possono essere intese come reali, ma che col tempo vengono sgamate non essere tali, e quindi dal metamondo estromessi una volta per sempre.
Una volta cioè sgamate, sostituendo ad esse concetti come quello di energia con le sue trasformazioni, ci illudiamo allora che le cose siano cambiate, e che usciti dall'inganno adesso siamo se non nel vero, molto più vicini al vero, riproducendo però inconsapevolmente lo stesso meccanismo col quale creiamo i nostri metamondi.
Il caldo , il freddo , l'energia, l'anima e la materia, sono fatti cioè della stessa sostanza metafisica sempre barattatile, ad ogni nuova tornata con la realtà.
Quello che è improbabile però è il percorso inverso, partendo dall'energia per tornare al caldo e al freddo, perchè il gioco metafisico una volta speso non è più rimborsabile, e il gioco del sole animato non si può perciò più rifare.
Adesso si gioca un gioco nuovo.
La metafisica è come i virus, quando ci sembra di esserne del tutto guariti ce ne prendiamo un altro sempre a nostra insaputa, finché non si manifesteranno i nuovi sintomi, e il nuovo virus metafisico verrà così a sua volta sgamato.
Gli opposti e l'unità che li sottende sono illusioni metafisiche per chi usa la metafisica per illudersi.
Mauro Pastore
la matematizzazione quantistica supera il....binario a favore della ...stazione.
Cosa che era tempo arrivasse per stendere tutti gli -ismi e il covid ha fatto il resto.
Una informazione ot:in un anno avvengono migliaia di eclissi totali o parziali di sole in tutto il sistema solare(ovviamente in relazione ai vari pianeti)
La terra è l'unico pianeta che si eclissa anche e soprattutto per conto suo.
Citazione di: Ipazia il 08 Aprile 2024, 03:23:21 AMNon ci vedo nulla di illusorio in tutto ciò se non nella prospettiva illusoria di una verità assoluta, metafisica, posta al centro delle orbite suddette. L'eterno fantasma noumenico, incapace di accettare un'episteme in perenne evoluzione cui sostituisce il Santo Graal di un centro di gravità permanente diverso dalla vita umana, sic et sempliciter.
Chiarissimo discorso.
Potrebbe essere l'effetto dell'impropria applicazione dell'istinto di conservazione su tempi superiori a quelli in cui è programmato per dare risposte efficaci.
Per il resto io ci vedo invece molto di illusorio dove però intendo l'illusione in senso positivo, o se vuoi devo farlo per forza.
Non avrebbe senso infatti ripudiare il mondo in cui vivo dopo aver scoperto che si tratta di una illusione se comunque devo continuare a viverci, arricchito però dalla consapevolezza di tutte le manipolazioni cui nel bene e nel male può sottostare una illusione vitale.
Per chi vede il bicchiere mezzo vuoto ciò equivale a dire che ''non c'è più mondo'', mentre per chi lo vede mezzo pieno vuol dire che ci sono tanti mondi in cui possiamo essere chiamati a vivere, in ognuno dei quali potenzialmente siamo capaci di adattarci , e quello attuale ne è solo un al quale appunto ci siamo adattati.
Siccome poi questi mondi, come tu dici, sono su di noi calibrati, si tratta sempre in fin dei conti di accettare ciò che siamo per ciò che diveniamo, silenziando l'istinto di conservazione.
In effetti gran parte della filosofia mi appare come una giustificazione del perchè tale istinto non andrebbe in nessun caso oscurato, come se fosse possibile condensare in un secondo l'eternità, presupponendone di fatto una efficacia atemporale.
Citazione di: PhyroSphera il 08 Aprile 2024, 05:37:11 AMGli opposti e l'unità che li sottende sono illusioni metafisiche per chi usa la metafisica per illudersi.
Mauro Pastore
Ma se tu provassi a ribaltare l'opinione che hai sull'illusione potrebbe aprirsi a te un intero nuovo mondo fatto di possibilità, sempre che tu avessi ancora lo spirito dell'esploratore, cosa che con l'età purtroppo, come posso testimoniare, ci viene a mancare.
Però, per chi ancora quello spirito possegga, la notizia buona è che l'epoca dell'esplorazione di mondi nuovi non è finita, ma anzi solo appena iniziata.
Se poi per questioni anagrafiche siamo costretti a restare aggrappati al nostro vecchio mondo alla deriva me ne farei di ciò una ragione senza costruirci sopra una filosofia.
I viventi e i non viventi superano Shakespeare della famosa frase
Infatti, possono dire: "essere E non essere"
Oltre a questo, possono dire:
"1,0,1 può essere anche 0,0 può essere anche 1 ,i due tutte due e via dicendo.
Asimov potrebbe riscrivere "Il crollo della galassia centrale"
titolandolo "Il crollo delle illusioni terrene".
Una volta aperta la valvola del palloncino...fffssss....splash
Resta quello che cercò di capire Platone: ombre di Dei
senza Dio.
L'istinto di conservazione non confligge con la presa d'atto razionale di essere viventi a termine, così come l'appetito può avere forme diverse, anche molto raffinate, rispetto alla crapula.
Non vedo illusione in tale passaggio razionale, che non pregiudica la gioia di vivere finché si è vivi.
la vita è vita e ognuno la può vivere e godere pienamente
se lo vuole.
Il problema viene da chi vuole usare quella degli altri e abusarne.
La terra offre alla persona intelligente e sana di mente tutte le informazioni necessarie per ignorare i "vivaisti e i vivai" ad hoc.
Infatti, i più pericolosi nemici della vita sono quelli che sembrano conoscerla e viverla meglio degli altri.
"Guarda come vivo bene io(sia eremita o miliardario ..),perché non cerchi anche tu di fare come me o quanto meno seguirmi in modo tale che....ecc....ecc....ecc...."
Sulla terra hanno messo in testa ai rettili una nuvola di fumo "saccente" controllandoli poi con una manovalanza ad hoc e incantandoli con una minoranza doc.
Un capolavoro diabolico(anche senza voler religionizzare il discorso).
I dinosauri non si sono mai estinti, sono stati trasferiti....e BENE ANCHE!
Citazione di: iano il 08 Aprile 2024, 11:38:38 AMMa se tu provassi a ribaltare l'opinione che hai sull'illusione potrebbe aprirsi a te un intero nuovo mondo fatto di possibilità, sempre che tu avessi ancora lo spirito dell'esploratore, cosa che con l'età purtroppo, come posso testimoniare, ci viene a mancare.
Però, per chi ancora quello spirito possegga, la notizia buona è che l'epoca dell'esplorazione di mondi nuovi non è finita, ma anzi solo appena iniziata.
Se poi per questioni anagrafiche siamo costretti a restare aggrappati al nostro vecchio mondo alla deriva me ne farei di ciò una ragione senza costruirci sopra una filosofia.
Nella mia risposta non mi basavo su opinioni.
Mauro Pastore
Citazione di: Pio il 27 Marzo 2024, 19:01:56 PMSarò un ingenuo, ma ho sempre pensato che, per disporre di coscienza bisogna avere delle capacità percettive. Senza percezioni come si può affermare che qualcosa sia cosciente? Si dice infatti "coscienza di...". Senza organi di senso e di mente non può esserci coscienza, se non una rudimentale capacità di sofferenza istintiva, come nei vegetali. L'idea che tutto sia cosciente è tipica del New Age. È parecchio poetico il pensarlo, una bella palla di fuoco che ci riscalda e illumina amorevolmente, cosciente di essere indispensabile. Mah!.
Perchè oltre che alla coscienza sensibile noi abbiamo anche una coscienza di qualcosa altero a noi, non riscontrabile nella sensibilità.
Ovvero DIO. (vedi le discussioni su Hegel anche).
Citazione di: Pensarbene il 28 Marzo 2024, 08:23:33 AMMettiamola così: il sole è una sfera di plasma.
Teodorani e colleghi hanno analizzato a fondo le luci di Hessdalen concludendo che il 25% di esse è plasma che si comporta in un modo teoricamente impossibile per i protocolli attuali
Teodorani nota che molte di quelle luci si dispongono seguendo un geometria intelligente tutt'altro che casuale.
Quindi:
a)il sole è una sfera di plasma
b)il plasma si comporta in un numero significativo di casi come un ente intelligente.
c)il sole è intelligente
Forzo volutamente le deduzioni per invitarvi a discutere questa discussione interessante.
Aggiungo che gli studi sugli effetti dell'attività solare con la radioattività propriamente terrestre , indicano che la stella agisce su di essa anche indipendentemente dal vento solare. In particolare ,sembra che terra e sole siano entangled
e contemporaneità nonostante la distanza che la luce compie in 8 minuti.
Sono fenomeni che segnalano qualcosa di intelligente e informazioni veicolate da processi quantistici.
Quella che noi chiamiamo intelligenza è molto più diffusa e comune di quanto pensiamo ANCHE nel mondo inorganico che così inorganico non è!!!
NB Teodorani nota che il fatto di operare misurando sembra influenzare la formazione delle luci.
Questo conferma la quantistica che spiega quanto il misurare puro e semplice determini il risultato di un esperimento .
Ad esempio, ogni qual volta che si vogliono misurare le caratteristiche di un onda, questa appare e poi collassa inspiegabilmente
mentre non lo fa in altre situazioni
Ma quale sarebbe l'intelligenza inorganica?
e quale rapporto ha con la nostra che la ipotizza, o la pone semplicemente?
Citazione di: Ipazia il 28 Marzo 2024, 09:27:58 AMPerchè, non disturbandola con la misurazione, non sappiamo cosa fa e come si comporta. Per conoscerla dobbiamo disturbarla, con le conseguenze del caso. Tertium non datur.
Non tutte le misure disturbano a tal punto lo stato fisico di un sistema, altrimenti non saremmo in grado di misurare nulla. A livello macroscopico abbiamo strumenti e metodi di misura precisi che non fanno collassare il sistema.
Un esempio di collasso del sistema di misura è dato dalla microscopia ottica quando ci si avvicina a situazioni in cui i materiali distorcono a tal punto i raggi luminosi da impedire la lettura, facendo collassare il sistema di misura: vetrino- microscopio-fisiologia ottica umana.
A collassare è la funzione d'onda che da superposizione diventa atomo.
Ne abbiamo già parlato ora qui e ora là a proposito di schroedinger.
Citazione di: PhyroSphera il 28 Marzo 2024, 21:59:45 PMIl principio di indeterminazione non è una misura del limite di sperimentabilità, è proprio un principio che afferma una indeterminazione nella materia. Esso non esprime la nostra incapacità di determinare un fenomeno, bensì il fatto che la materia non è tutta sottoposta a un meccanismo di causa e effetto.
Mauro Pastore
Piu che di un meccanismo parlerei di una calcolabilità certa.
Infatti la quantistica calcola in maniera probabilistica, ma comunque calcola, e dunque può predirre di nuovo cause ed effetti.
Vedi Schroedinger.
Citazione di: PhyroSphera il 30 Marzo 2024, 10:46:12 AMLa eziologia non è tutto. La indeterminazione scoperta da Heisenberg è fisica, non metafisica. Falsificabilità da parte del filosofo significa ipotesi contraria ma non a livello scientifico... Cioè le teorie scientifiche pur non essendo saperi non sono solo strumenti per la tecnica ma riferimenti alla realtà. Si può mettere in dubbio che tale indeterminazione esista e che la fisica quantistica sia una scienza, ma se la si verifica e la si riconosce, si deve pure riconoscere il suo contenuto. La superabilità di una scienza non è la sua insignificanza; d'altronde i dati delle scienze non sono mai assoluti... Restando al nostro discorso, la indeterminazione non è solo un modo di dire adatto per il lavoro dei tecnici.
Mauro Pastore
L'inderteminazione e l'alterità (in quanto DIO) sono temi per future galassie di idee e di concetti loro concentrato (penso alla filosofia certo, ma anche alla teologia, e alla future teologie politiche che nasceranno in opposizione al dominio islamico).
Purtroppo oggi nemmeno i diretti interessati (i fisici) sono "convinti".
Ovvero attendono il bene placito dei capitalisti loro padroni.
(e dunque di loro usi anti-umani e contro la persona).
Citazione di: Pensarbene il 30 Marzo 2024, 19:13:47 PMnon esiste alcuna realtà locale per quanto riguarda la quantistica:esistono infiniti piani di realtà quantiche in cui la sovrapposizione di stati, l ' entanglement e il collasso d'onda tengono banco.
Chi sta leggendo in questo momento vive in un campo quantico locale e nel contempo molte delle sue particelle sono entangled con altre che potrebbero "appartenere" a chiunque.
Nel contempo altre sue particelle possono esistere su piani diversi e così via.
E ciò vale per tutti e per tutto!
Parlare di realtà ora e oggi è come parlare probabilisticamente di niente e di tutto!
Eppur non siamo pazzi....quindi a che serve chiedersi che cosa sia la realtà?
A impazzire?
La realtà è l'equazione di schroedinger, noi siamo una equazione, come lo è ogni fenomeno.
Pensare che i pitagorici lo supponessero di già, fa venire leggermente i brividi.
Citazione di: PhyroSphera il 05 Aprile 2024, 09:00:37 AMDi fatto una materia che ha una psiche è il tuo stesso corpo.
Mauro Pastore
Penso che Iano intenda dire che la psiche non è fatta EVIDENTEMENTE di materia.
Infatti secondo la teoria di schroedingere dovrebbe essere visibile, ma evidentemente non lo è a livello sensibile.
Mentra prima si pensava naturale che fosse la funzione del cervello, oggi possiamo cominiciare a supporre che sia su un piano NON ATOMICO.
ricordiamoci che nella eqazione di schroedinger c'è il tempo.
ma cosa è il tempo.
insomma la fisica avrebbe da studiare in tanti ma tanti campi prima di arrivare a capire cosa è la coscienza.
di certo NON è sul piano atomico.
come è ovvio per chi capisce cosa è la trasmigrazione delle anime etc...
tutto torna grazie all'indeterminazione, ossia alla sua CALCOLBAILITA' non il suo contrario MAURO!
Vale a dire che esiste una equazione che ci determinerà in futuro, ma ad oggi siamo in pieno mare aperto.
Citazione di: iano il 06 Aprile 2024, 00:51:14 AMDunque la soluzione era sotto i nostri occhi e finora c'era sfuggita? ;D
''Non ci sono più le solide fondamenta di una volta'' per il materialismo , se il costituente di gran lunga maggioritario della materia si è visto essere il suo storico opposto, il vuoto.
Non c'è più una evidenza indiscutibile da cui partire per cercare di spiegare ciò che quella supposta piena evidenza non ha.
Ci sono, e ci sono sempre state di fatto, solo istruzioni per l'uso della realtà, e l'unico modo per resistere alla tentazione di tornare a rimitizzare il sole è abbandonare il mito dell'evidenza della materia, che è un sottoprodotto del mito del nostro rapporto diretto con la realtà.
L'opposizione materialismo/idealismo si risolve decretando la morte dei presunti opposti.
Gli opposti nascono per descrivere la realtà, e non perchè se ne spieghi uno a partire dall'altro, o viceversa, a seconda del partito che prendiamo, e prendiamo partito perchè funzionano così bene che alla fine confondiamo la realtà con le sue istruzioni per l'uso, scritte con quegli opposti caratteri.
quello che intende dire mauro iano è che è proprio a partire dal nostro stesso pensare che individuiamo una differenza fra noi e il fenomeno.
mentra il materialista se ne discosta.
ma questo non aiuta a leggere la "realtà" nel suo complesso.
noi spiritualisti siamo cioè superiori (il giorno in cui sapremo anche far di calcolo ovvio :D )
Citazione di: iano il 06 Aprile 2024, 02:00:03 AME' possibile che la realtà stia oltre la materia non meno di quanto stia oltre la psiche.
Il problema allora nasce non solo dal confondere materia e psiche con la realtà, ma nel confonderle in diversa misura, per cui ognuno, in base a quale reputerà essere più solida base una piuttosto che l'altra, secondo l'evidenza soggettiva che ne ha, cercherà di spiegare l'una partendo dall'altra, quando invece entrambe servirebbero a spiegare insieme la realtà, se non fosse che ''spiegare'' è una parola troppo grossa.
Cercheremo di spiegare una cosa con l'altra solo se di una delle due possediamo l'evidenza, cioè se di almeno una delle due siamo certi della sua realtà senza doverla spiegare.
Ma esiste anche la possibilità che nessuna delle due sia reale, se non come parte di una istruzione per l'uso della realtà.
Il problema nasce allora dall'accidente di possedere delle due cose una percezione differenziata, ma essendo entrambe frutti di percezione allora c'è una parentela di fatto.
Poi posso aver più intimità con mio fratello che non con mio cugino, ma non perciò cercherò di spiegare mio cugino con mio fratello, se entrambi sono sangue del mio sangue.
D'altronde da cosa potrebbe nascere l'evidenza di una cosa se non da una confidente abitudine?
Il punto di partenza per spiegare ogni cosa naturalmente lo individueremo in ciò con cui abbiamo tale intimità dal non sentire il bisogno di considerarne la nascitura per certificarne la parentela.
Io rispetto tutto il mio prossimo, ma mio fratello per me viene prima di ogni altro.
Questo però non giustifica il voler spiegare il mio prossimo a partire da mio fratello, solo perchè con quello ho meno confidenza e perciò una diversa percezione.
Quindi, ricapitolando, ''Un corpo biologico con un snc strutturato per avere una psiche.'' direi che sono delle buone istruzioni per l'uso della realtà, ma non la realtà, se non come parte.
Magari non potremo conoscere la realtà nel senso cervellotico che abbiamo finora inteso, però quanti problemi irrisolvibili ci siamo così tolti dal groppone, e con quanta maggior leggerenza e fiducia potremo riprendere il nostro gioioso rapporto con la realtà, finalmente artefici a tutti gli effetti, nel bene e nel male, del nostro destino, senza più verità superiori e karma e fati dietro cui nasconderci.
C'è un mondo da rimettere in ordine.
Diamoci da fare.
Dipende solo da noi.
sono d'accordo in sostanza sul messaggio liberale che ne dai infine.
ma quello che il mio maestro ha sottolineato è che oggi gli stessi fisici vedono la fisica non come la realtà, ma COME DICI ANCHE TU, un semplice manuale delle istruzioni su come la realtà va calcolata.
Ossia quello che manca è proprio la cosa fondamentale, e cioè cosa è la realtà, e quella realtà che chiamiamo anima, e quella che chiamiamo dio etc....
E' anche il motivo per cui la fisica dopo il 1920 è rimasta ferma a quel ventennio di fermento intellettuale incredibile che ridefinito TUTTO.
Io lo leggo psicologicamente e socialmente: i fisici che sono corrotti nell'anima aspettano l'ordine del padrone per andare avanti.
Questo è vero sia a livello fallico-psicanalitico che quello marxista-gramsciano-di egemonia del pensiero nella lotta di classe.
Citazione di: Pensarbene il 09 Aprile 2024, 08:59:42 AMla vita è vita e ognuno la può vivere e godere pienamente
se lo vuole.
Il problema viene da chi vuole usare quella degli altri e abusarne.
La terra offre alla persona intelligente e sana di mente tutte le informazioni necessarie per ignorare i "vivaisti e i vivai" ad hoc.
Infatti, i più pericolosi nemici della vita sono quelli che sembrano conoscerla e viverla meglio degli altri.
"Guarda come vivo bene io(sia eremita o miliardario ..),perché non cerchi anche tu di fare come me o quanto meno seguirmi in modo tale che....ecc....ecc....ecc...."
Sulla terra hanno messo in testa ai rettili una nuvola di fumo "saccente" controllandoli poi con una manovalanza ad hoc e incantandoli con una minoranza doc.
Un capolavoro diabolico(anche senza voler religionizzare il discorso).
I dinosauri non si sono mai estinti, sono stati trasferiti....e BENE ANCHE!
Non potrei che essere più d'accordo, la vita offesa, è spesso offesa dalla pretesa dell'uomo che vuole il male dell'altro uomo.
Cosi l'eremita se ne sta lontando dal mondo a pensare che esista un dio, entificato, che gli parla, mentre la fisica parla di indeterminazione.
Ma almeno nel suo stare lontano dal mondo in fin dei conti non fa male a nessuno se non che a se stesso e alla sua ricerca spirituale.
Mentra il milardario per essere tale DEVE schiacciare il mondo al suo delirio di dominio, questo il cammino spirituale non l'ha mai nemmeno cominciato a fare.
Citazione di: green demetr il 17 Aprile 2024, 23:50:19 PMsono d'accordo in sostanza sul messaggio liberale che ne dai infine.
ma quello che il mio maestro ha sottolineato è che oggi gli stessi fisici vedono la fisica non come la realtà, ma COME DICI ANCHE TU, un semplice manuale delle istruzioni su come la realtà va calcolata.
Ossia quello che manca è proprio la cosa fondamentale, e cioè cosa è la realtà, e quella realtà che chiamiamo anima, e quella che chiamiamo dio etc....
E' anche il motivo per cui la fisica dopo il 1920 è rimasta ferma a quel ventennio di fermento intellettuale incredibile che ridefinito TUTTO.
Credo che sia una apparenza che tutto sia rimasto fermo agli inizi del XX secolo, perchè è cambiata la forma del manuale, ma non la sostanza.
Il vecchio manuale in forma non scritta lo usiamo ancora, ed è il mondo come ci appare.
Quel manuale è ancora compreso in noi, e perciò comprendiamo attraverso esso il mondo, contemplandolo.
Il nuovo manuale in forma scritta non è invece compreso in noi, e l'unico modo indiretto che abbiamo di comprenderlo ancora è attraverso analogie con ciò che abbiamo compreso fino a un certo punto.
Analogie che però arrancano sempre di più man mano che la scienza avanza, perchè non è la scienza che si è fermata, ma la nostra capacità di comprenderla, fisici compresi.
Forse non abbiamo ben riflettuto sulla potenza del metodo scientifico, se un giovane Einstein applicandolo ha costruito la teoria quantistica, passando poi il resto della sua vita a cercare inutilmente di confutarla , non riuscendo a comprenderla.
Questa pretesa di comprendere letteralmente ''in noi '' la realtà ha retto solo finché il ''manuale'' era tutto e solo compreso in noi, e ciò che ha prodotto il metodo scientifico è una sua esternazione.
Abbiamo esternato il manuale che era in noi, e perciò non è più comprensibile, perchè non è più compreso.
La scienza è dunque un modo diverso di rapportarsi con la realtà, ma nella forma, non nella sostanza.
All'inizio del XX secolo eravamo convinti che non ci fosse più nulla da sapere.
Non era così , ma è vero che non ci sarebbe stato più nulla da comprendere.
Agli inizi del XX secolo è avvenuta una scissione fra il sapere e la comprensione.
Conoscere la realtà non equivale più a comprenderla, dove la comprensione era una conoscenza immediata, ma solo in apparenza, perchè c'è sempre stato un manuale che mediava in incognito dentro di noi.
Oggi quel manuale è stato esplicitato grazie al metodo scientifico, e abbiamo perciò perso l'immediatezza con cui la realtà ci appariva, posto che continua ancora ad apparirci, perchè il vecchio manuale continua a funzionare, ma combacia sempre meno con il nuovo.
Purtuttavia c'è continuità fra il vecchio manuale e il nuovo, anche se ciò non è evidente, perchè il vecchio non lo abbiamo mai visto, così che il nuovo sembra essere apparso dal nulla.
Si potrebbe condensare tutta questa pappardella nel seguente modo.
Ciò che ci fà vedere il mondo non è visibile, e quando diventa visibile è l'unica cosa che riusciamo a vedere.
E' una specie di maledizione se vuoi, che spiega bene l'avversione che molti provano per la scienza.
Citazione di: iano il 18 Aprile 2024, 00:38:33 AMCredo che sia una apparenza che tutto sia rimasto fermo agli inizi del XX secolo, perchè è cambiata la forma del manuale, ma non la sostanza.
Il vecchio manuale in forma non scritta lo usiamo ancora, ed è il mondo come ci appare.
Quel manuale è ancora compreso in noi, e perciò comprendiamo attraverso esso il mondo, contemplandolo.
Il nuovo manuale in forma scritta non è invece compreso in noi, e l'unico modo indiretto che abbiamo di comprenderlo ancora è attraverso analogie con ciò che abbiamo compreso fino a un certo punto.
Analogie che però arrancano sempre di più man mano che la scienza avanza, perchè non è la scienza che si è fermata, ma la nostra capacità di comprenderla, fisici compresi.
Forse non abbiamo ben riflettuto sulla potenza del metodo scientifico, se un giovane Einstein applicandolo ha costruito la teoria quantistica, passando poi il resto della sua vita a cercare inutilmente di confutarla , non riuscendo a comprenderla.
Questa pretesa di comprendere letteralmente ''in noi '' la realtà ha retto solo finché il ''manuale'' era tutto e solo compreso in noi, e ciò che ha prodotto il metodo scientifico è una sua esternazione.
Abbiamo esternato il manuale che era in noi, e perciò non è più comprensibile, perchè non è più compreso.
La scienza è dunque un modo diverso di rapportarsi con la realtà, ma nella forma, non nella sostanza.
All'inizio del XX secolo eravamo convinti che non ci fosse più nulla da sapere.
Non era così , ma è vero che non ci sarebbe stato più nulla da comprendere.
Agli inizi del XX secolo è avvenuta una scissione fra il sapere e la comprensione.
Conoscere la realtà non equivale più a comprenderla, dove la comprensione era una conoscenza immediata, ma solo in apparenza, perchè c'è sempre stato un manuale che mediava in incognito dentro di noi.
Oggi quel manuale è stato esplicitato grazie al metodo scientifico, e abbiamo perciò perso l'immediatezza con cui la realtà ci appariva, posto che continua ancora ad apparirci, perchè il vecchio manuale continua a funzionare, ma combacia sempre meno con il nuovo.
Purtuttavia c'è continuità fra il vecchio manuale e il nuovo, anche se ciò non è evidente, perchè il vecchio non lo abbiamo mai visto, così che il nuovo sembra essere apparso dal nulla.
Si potrebbe condensare tutta questa pappardella nel seguente modo.
Ciò che ci fà vedere il mondo non è visibile, e quando diventa visibile è l'unica cosa che riusciamo a vedere.
E' una specie di maledizione se vuoi, che spiega bene l'avversione che molti provano per la scienza.
Ti do la risposta del mio maestro, che ha dato ai suoi seminaristi di fisica quantistica: voi dite che l'equazione è solo il manuale di calcolo.
Eppure la usate per decidere della realtà.
E dunque quella formula nonostante le resistenze meccaniscistiche che ancora sono in noi, dice esattamente che il fenomeno è una equazione, dunque la realtà fisica è in realtà una realtà matematica.
Questo da anche il quadro su di noi, perchè come dice Platone ciò che è bello è armonioso e ciò che è armonioso è giusto.
non riusciamo a fare questo passo, perchè vorrebbe dire che la grecia sapeva già tutto. e noi l'abbiamo distrutta.
non è solo una questione come giustamente dici tu di manuali da usare sullo stesso fenomeno.
è una questione che investe la dimensione morale e identitaria-storica.
infatti si dice che il manuale di oggi è meglio di quello di ieri...ma evidentemente non è cosi, e infatti l'ingegnere mica usa le formule della quantistica, bensi quelle vecchie della meccanica.
Insomma caro iano c'è in ballo di più.
ma di base concordiamo
ciao!
Però secondo il vecchio manuale a ben vedere continuiamo a vivere in un mondo meraviglioso, e possiamo continuare perciò a godercelo contemplandolo con amore.
Non siamo del tutto usciti dall'eden per il peccato di averlo voluto conoscere, ma siamo ancora un piede fuori e uno dentro . ;D
Citazione di: green demetr il 17 Aprile 2024, 23:17:10 PMPiu che di un meccanismo parlerei di una calcolabilità certa.
Infatti la quantistica calcola in maniera probabilistica, ma comunque calcola, e dunque può predirre di nuovo cause ed effetti.
Vedi Schroedinger.
Esistono per esempio i calcoli delle strutture in cemento che non fanno riferimento a cause ed effetti.
Mauro Pastore
Citazione di: PhyroSphera il 18 Aprile 2024, 21:20:25 PMEsistono per esempio i calcoli delle strutture in cemento che non fanno riferimento a cause ed effetti.
Mauro Pastore
Fanno riferimento ad una pratica che può essere giustificata con cause ed effetti.
Gli edifici ad esempio non starebbero in piedi se non rispettassero la legge di gravità.
Citazione di: iano il 18 Aprile 2024, 22:09:55 PMFanno riferimento ad una pratica che può essere giustificata con cause ed effetti.
Gli edifici ad esempio non starebbero in piedi se non rispettassero la legge di gravità.
ci sono molte cose sulla terra che stanno in piedi o sembrano stare in piedi proprio per la loro....gravità.
Altre che stanno in piedi per "miracolo" e altri che..... :D
Citazione di: iano il 18 Aprile 2024, 22:09:55 PMFanno riferimento ad una pratica che può essere giustificata con cause ed effetti.
Gli edifici ad esempio non starebbero in piedi se non rispettassero la legge di gravità.
Ebbene, i fisici quantistici fanno i calcoli con premesse diverse dagli ingegneri edili, ma entrambi fanno calcoli. Oltretutto dalla fisica quantistica si ottengono anche tecniche. È tristemente noto il caso delle bombe atomiche. Lo scoppio non è calcolato secondo cause e effetti, ma secondo considerazioni di tipo strutturale; per completare la bomba si usano anche calcoli di fisica classica. Voi avete in testa solo questa e non potete capire l'Era Atomica né Post Atomica... Proprio come quei preti aristotelici che non capivano il mondo dei grandi viaggi transoceanici e delle Colonie. Perché non usate la filosofia per aprire la vostra mente a nuovi orizzonti culturali?
Mauro Pastore
Citazione di: PhyroSphera il 20 Aprile 2024, 13:12:22 PMVoi avete in testa solo questa e non potete capire l'Era Atomica né Post Atomica... Proprio come quei preti aristotelici che non capivano il mondo dei grandi viaggi transoceanici e delle Colonie. Perché non usate la filosofia per aprire la vostra mente a nuovi orizzonti culturali?
Mauro Pastore
Non sono uno psicologo ma temo che tu stia facendo una proiezione di te su di noi, e non è la prima volta.
In genere hai idee molto confuse sulle questioni scientifiche, mentre sei molto più ferrato nella filosofia, la quale a quanto pare non apre però abbastanza la tua mente.
Avere idee confuse sulla scienza per i non addetti ai lavori non è una colpa grave, oltre ad essere cosa molto diffusa.
Grave per ognuno di noi è assumere un atteggiamento professorale in ogni campo, quando non possiamo permettercelo, non avendo alcuno di noi competenze a 360 gradi.
Io sono ignorante in storia del pensiero filosofico, quindi mi limito a fare filosofia come esercizio di pensiero, senza pretendere di insegnarla.
Ho maggiore competenza invece in Fisica, ma senza esagerare.
Dicamo quanto basta per capire chi si riempie la bocca di ciò che non capisce sulla materia.
Non sei il primo e non sei l'unico.
Mi spiace dovertelo dire, ma spero così di fare il tuo bene.
Secondo me la filosofia non apre la mente a questioni scientifiche, ne succede il contrario, perchè le due cose non dovrebbero andare separate, come purtroppo invece è avvenuto e continua ad avvenire, come fossero divenute corpo ed anima a partire, come ci dice la storia della filosofia, dall'essere una cosa sola .
Evidentemente la necessità di specializzazione dovuta al crescere del sapere ha fatto si che le materie in cui ci si specializza si siano così tanto di fatto separate da farcele apparire come cose a se stanti, delle quali facciamo classifica, secondo quale di esse debba aprire la mente alle altre.
Citazione di: PhyroSphera il 20 Aprile 2024, 13:12:22 PMEbbene, i fisici quantistici fanno i calcoli con premesse diverse dagli ingegneri edili, ma entrambi fanno calcoli. Oltretutto dalla fisica quantistica si ottengono anche tecniche. È tristemente noto il caso delle bombe atomiche. Lo scoppio non è calcolato secondo cause e effetti, ma secondo considerazioni di tipo strutturale; per completare la bomba si usano anche calcoli di fisica classica. Voi avete in testa solo questa e non potete capire l'Era Atomica né Post Atomica... Proprio come quei preti aristotelici che non capivano il mondo dei grandi viaggi transoceanici e delle Colonie. Perché non usate la filosofia per aprire la vostra mente a nuovi orizzonti culturali?
Mauro Pastore
Il problema come dice il mio maestro non è tanto in sè il calcolo.
Infatti come dici tu si applicano calcoli diversi, e in sè non certo quello il problema.
Ma a livello filosofico non si tratta di dire che una mela è in realtà una pera (perchè non lo è in entrambi i campi del calcolo) bensì nel dire che questi calcoli abbiano una filosofia matematica alla base.
Per l'ingegnere è normale applicare la formuletta senza fare pensieri metafisici, ma per un fisico è un peccato non pensare a ciò che gli permette di fare questi calcoli: per cui oggi ti dico la fisica pratica è di gran lunga piu considerata della fisica teorica, con il risultato che la fisica è ferma agli anni 20.
Altra cosa ancora è la sottovalutazione del problema morale di fare scienza.
Ma qui dopo il 2020 francamente non ci sono più parole per dire che NON E' così.
E va bene una pandemia indotta o cavalcata che sia, non è la stessa cosa di giocare con le armi atomiche.
Ma questi sono problemi di ordine morale esistenziale.
E d'altronde se l'uomo è solo un animale, allora la macelleria da intellettuale diventa tanatologia, con "sacrifici" annessi.
Siamo molto lontani a che questi due mondi si avvicino, anzitutto perchè anche al loro interno vi sono guerre intestine direi politicamente insanabili.
Citazione di: iano il 20 Aprile 2024, 17:10:08 PMNon sono uno psicologo ma temo che tu stia facendo una proiezione di te su di noi, e non è la prima volta.
In genere hai idee molto confuse sulle questioni scientifiche, mentre sei molto più ferrato nella filosofia, la quale a quanto pare non apre però abbastanza la tua mente.
Avere idee confuse sulla scienza per i non addetti ai lavori non è una colpa grave, oltre ad essere cosa molto diffusa.
Grave per ognuno di noi è assumere un atteggiamento professorale in ogni campo, quando non possiamo permettercelo, non avendo alcuno di noi competenze a 360 gradi.
Io sono ignorante in storia del pensiero filosofico, quindi mi limito a fare filosofia come esercizio di pensiero, senza pretendere di insegnarla.
Ho maggiore competenza invece in Fisica, ma senza esagerare.
Dicamo quanto basta per capire chi si riempie la bocca di ciò che non capisce sulla materia.
Non sei il primo e non sei l'unico.
Mi spiace dovertelo dire, ma spero così di fare il tuo bene.
Secondo me la filosofia non apre la mente a questioni scientifiche, ne succede il contrario, perchè le due cose non dovrebbero andare separate, come purtroppo invece è avvenuto e continua ad avvenire, come fossero divenute corpo ed anima a partire, come ci dice la storia della filosofia, dall'essere una cosa sola .
Evidentemente la necessità di specializzazione dovuta al crescere del sapere ha fatto si che le materie in cui ci si specializza si siano così tanto di fatto separate da farcele apparire come cose a se stanti, delle quali facciamo classifica, secondo quale di esse debba aprire la mente alle altre.
Dovresti imparare che esiste un uso pieno della filosofia invece che sparlare sui miei messaggi.
Mauro Pastore