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LOGOS - Argomenti => Tematiche Culturali e Sociali => Discussione aperta da: InVerno il 14 Maggio 2019, 14:32:08 PM

Titolo: La volgarità
Inserito da: InVerno il 14 Maggio 2019, 14:32:08 PM
Beoni illustrissimi, e voi sifilitici pregiatissimi (perchè a voi e non ad altri dedico i miei scritti) [...]

L'incipit di Gargantua e Pantagruel mi aiuta a porre il mio quesito. Quale è il giusto spazio per la volgarità?
(Qualche traduttore tralaltro mi pare sia stato intimorito dalla volgarità, traducendo "sifilitici" con un più innocuo "impestati".)
Nei rapporti personali, nei rapporti sociali, nella politica e nella letteratura.. che fine ha fatto la volgarità?

Su questo forum è per esempio censurata, in quanto commenti di natura sacrilega, sbeffeggiatoria, sarcastica o denigratoria sono moderati (occhio!) quindi sarebbe per me impossibile dare del sifilitico a qualcuno di voi, anche solo in maniera sarcastica e grottesca come Rabelais. Ma siamo proprio sicuri di non aver bisogno della volgarità? Che si tratti solamente di una disfuzione linguistica, di un tratto dell'ignoranza, di un cortocicuito argomentativo, di una fase immatura del pensiero?

Ho ripercorso recentemente le amicizie della mia vita e mi sono accorto di un particolare.. considero "veri amici" solamente le persone con cui mi sento libero di essere volgare (anche se poi magari non lo sono), e ho cominciato a vedere sotto una nuova luce quegli scherzi volgari che spesso servono per "rompere il ghiaccio" e instradare una conoscenza dell'altro.  Si può conoscere l'altro, avendo paura di essere volgare nei suoi confronti? Avendo paura dell'osceno, del pornografico, delle nostre vite? Non servono i veri amici forse proprio a indagare ciò che è volgare e osceno della vita, anzichè a rinsaldare la noia plateale dell'autocompiacimento?

Il politically correct, la forza morale opposta e contraria al volgare, sta inoltre condizionando le nostre vite. Magari sotto minaccia di una qualche querela o di una semplice ricatto sociale, abbiamo recenemente "devolgarizzato" tante categorie umane, gli abbiamo dato un volto vitreo, asettico, morto.. Allo stesso tempo chi ancora vive di passioni veraci e volgari pare non essersi piegato a questi dictat, e vede nelle nuove forze "populiste" un antitodo al pensiero "non volgare" del mainstream, ritenuto infertile, incapace di essere vettore di qualcosa di vero. E allora un "vaffanculo" diventa un movimento politico per 1\3 degli Italiani. Ma non era meglio dire "andate a quel paese?"Non sarebbe stato meno volgare?

Forse sbaglia chi crede che la volgarità sia una panacea contro l'ipocrisia, ma forse sbaglia anche chi denuncia la volgarità a priori, indipendentemente dal contesto, se non altro perchè ci lascia con pessima satira da guardare\leggere, ma sopratutto perchè ci lascia senza conflitti, senza dubbi, senza lo sporco sotto le scarpe, in un mondo pieno di merde da calpestare. E con questa volgarità, lascio la parola a chi vorrà intervenire (educatamente!)
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: Phil il 14 Maggio 2019, 16:13:52 PM
«Volgare» etimologicamente significa «che appartiene al volgo, alla gente», ovvero: a tutti. 
Si tratta dunque del denominatore comune che ci unisce ai nostri simili, l'irremovibile punto di partenza della differenziazione sociale, che poi rende alcuni meno (esplicitamente) volgari. Quello che unisce tutti è la natura biologica umana, soprattutto nelle sue funzioni basilari che, di conseguenza, sono le prime ad essere volgari (sia etimologicamente che non): il mangiare, il defecare, l'urinare, il copulare, etc. Ne consegue che i principali divieti anti-volgarità sono: non si mangia con la bocca aperta e/o quando si parla, non si defeca/urina in pubblico (i bagni sono gli ultimi avamposti della privacy in un mondo "telecamerizzato"), non si parla pubblicamente della propria attività sessuale (qui i tempi sono un po' cambiati, ma sorvolo...), etc.

Piuttosto ironico che ciò che accomuna tutti non possa essere oggetto di discorso con tutti. Ancor più ironico che ciò che accomuna tutti, dopo la sua rimozione da parte dell'educazione (che ci e-duce dalla nostra volgarità di base), possa riaffermarsi e quasi riscattarsi/rivalutarsi in veste di comicità, seppur "comicità volgare" (che non richiede particolare arguzia per essere decifrata nelle sue sagaci trame allusive). 
Il fatto che tutte le espressioni volgari più diffuse (in molte, se non tutte, le lingue) abbiano a che fare con organi genitali e affini, è dovuto alla necessità di far appello al substrato comune (tutti abbiamo quegli organi) e/o è un modo per riportare a galla il censurato, sapendo così di scandalizzare e dare veemenza al proprio discorso (facendo leva sulla cultura sociale che reprime tali espressioni)?
Qui la prassi linguistica è nuda nella sua pedissequa convenzionalità: semanticamente, perché darmi del "testa di k@##0" (due parti del corpo) dovrebbe offendermi più dell'apostrofarmi come "orecchio di ombelico"(idem)? Solo perché nella prima si cita un organo sessuale? Usanze (non addentriamoci sulle dinamiche sottese all'offesa linguistica).

L'essere volgari, quando è sinonimo di essere naturali (spontanei), sia fisiologicamente che "narrativamente", è indice, come hai osservato, di confidenza e profonda amicizia. Proprio come il mostrare all'altro sesso i propri organi sessuali (almeno qui in europa) è sinonimo di predisposizione all'accoppiamento; viceversa, entra in gioco il pudore-vergogna come vestito sociale che copre la volgarità della propria nuda natura (che oggi, nell'epoca del "culto del corpo", significa: mi lascio giudicare solo da alcuni e in determinate condizioni).

La volgarità fa appello al nostro essere sempre e comunque gente (volgo) umana, questo può essere certamente strumentalizzato in vari modi: c'è stata l'epoca dove la volgarità andava repressa, "i figli dovevano andare in città a studiare" (non in campagna a lavorare), ciò che era bello era anche raffinato e raro, etc.. ora siamo forse nell'epoca della nemesi storica, per cui la volgarità è onesta trasparenza (v. il "tu" contro il "lei"), c'è il ritorno alla campagna e la svalutazione delle lauree, il bello estetico rivaluta anche il vintage e lo sfarzoso è diventato a sua volta "volgare", etc. 
Contrappassi e dialettiche dello "spirito del tempo" (Zeitgeist).

Tuttavia, come sempre, senza una forza oppositiva, senza un'avversione, qualunque elemento sociale (soldi, valori, mode, arte, etc.) può dilagare indiscriminatamente, inflazionandosi e perdendo la sua "forza performativa" (a causa dell'assuefazione), "forza" che si basa proprio sul non essere comune, scontato e... "volgare".
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: sgiombo il 14 Maggio 2019, 16:43:25 PM
Sono per la "proprietà di linguaggio": quando ce vuole ce vuole!

Dante (nell' Inferno naturalmente, molto meno nel Purgatorio, credo per nulla nel Paradiso) non si perita certo di usare termini come "culo" o "puttana", "merda", "bordello", ecc.
E se l' ha fatto lui...
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: Jacopus il 14 Maggio 2019, 18:15:31 PM
Nei vostri discorsi non mi riconosco. Sono d'accordo solo su una osservazione di Inverno: si è davvero amici solo con quelli con cui si può essere amichevolmente volgari.
Ma qui, nel forum, non siamo amici. In tv, i tronisti o i giornalisti che si danno del tu o usano le parolacce alla Sgarbi non sono amici.
Sicuramente vi sono state epoche più volgari e il political correct ha i suoi ipocriti bachi, ma l'esercizio nella gentilezza e nelle buone maniere è una disciplina che forma le nostre stesse menti. Sta a noi poi usare questa disciplina non come manierismo forzato e falso ma come modo di interagire che permette di sviluppare il rispetto per gli altri.
Non a caso la volgarità è un tratto tipico che si associa all'esaltazione della forza, della prepotenza, del cameratismo militare.
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: viator il 14 Maggio 2019, 21:41:43 PM
Salve. La volgarità consiste nell'esprimersi, nel comportarsi trascurando ogni genere di tabù.

Notevole il fatto che essa esista e si manifesti solo all'interno di società e culture "evolute" (che sono quelle che costruiscono il maggior numero di condizionamenti e tabù ufficiali).

Nelle società primitive essa è assente ed il suo concetto del tutto inconcepibile.

L'argomento maggiormente infarcito e più frequentemente generante le volgarità è il sesso. Ovviamente, poichè il sesso è stato vigorosamente eretto a sommo tabù della civiltà non solo occidentale.

Ora, poichè il sesso è attività profondamente liberatoria a livello individuale e piuttosto pericolosa a livello sociale, ovvio che la volgarità sessuale procuri la doppia gratificazione di liberarci dalla repressione e di poter trasgredire.
Questo come movente originario, poichè siamo giunti al punto in cui, nella realtà attuale, sia il sesso che la volgarità come trasgressione sono diventati dei banali manierismi.

Sempre in ambito sessuale, c'è ad esempio la pornografia, la quale presenta un aspetto di costume assai singolare : essa si occupa - attraverso la più becera, fasulla, volgare e strumentale rappresentazione del sesso, di mostrare contemporaneamente la "nuda verità" di esso. Di combinare quindi una realtà anatomica, biologica e psicologica profondamente vera perchè atavica con la più forzata delle situazioni in cui essa può venir rappresentata.

Infine, sesso a parte, esiste poi la volgarità generata dall'ignoranza, dalla mancante consapevolezza dei valori più elevati. Ma si tratterebbe di volgarità in qualche modo appunto "non consapevole", quindi esclusa dalla intenzionalità. Saluti.
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: InVerno il 14 Maggio 2019, 22:21:58 PM
Citazione di: Jacopus il 14 Maggio 2019, 18:15:31 PM
Nei vostri discorsi non mi riconosco. Sono d'accordo solo su una osservazione di Inverno: si è davvero amici solo con quelli con cui si può essere amichevolmente volgari.
Ma qui, nel forum, non siamo amici. In tv, i tronisti o i giornalisti che si danno del tu o usano le parolacce alla Sgarbi non sono amici.
Sicuramente vi sono state epoche più volgari e il political correct ha i suoi ipocriti bachi, ma l'esercizio nella gentilezza e nelle buone maniere è una disciplina che forma le nostre stesse menti. Sta a noi poi usare questa disciplina non come manierismo forzato e falso ma come modo di interagire che permette di sviluppare il rispetto per gli altri.
Non a caso la volgarità è un tratto tipico che si associa all'esaltazione della forza, della prepotenza, del cameratismo militare.

Il termine volgare abbraccia tanti modi e tante interpretazioni , la definizione di Phil mi è parsa equidistante e ben dosata, perciò mi accoderei a quanto da lui detto. Sgarbi mi pare una caricatura del volgare, così come mi pare una caricatura di Carmelo Bene, un prodotto comico da presentare per alzare lo share. Essere maleducati non deve essere confuso con  l'essere volgari, si può essere volgari in maniera molto educata e viceversa. La nudità di San Francesco fu volgare per la gente dell'epoca e in particolare la curia, ma senza ricorrere alle parolacce. A volte i telegiornali, molto educatamente, invadono le tavole italiane con delle "cruditè" piuttosto volgari all'ora di pranzo, che sono peraltro le tattiche comunicative dei farmaci antidiarroici(anche loro fissi all'ora di pranzo).
Può sembrare un giocare sul significato della parola, ma se effettivamente il volgare è un ammiccamente a ciò che è di tutti, e perciò del volgo, Sgarbi e quel tipo di volgarità non è ciò di cui parlavo io, essendo che lo stesso si sforza continuamente di apparire "extravolgare", di astrarsi oltre al volgo e di mettere in luce l'eccellenza del suo pensiero. A parte quando si fa le foto in bagno, anche se anche questa è ormai una volgarità un pò desueta.

Insomma non mi pare così facile definire cosa sia volgare, e in particolare che cosa è rimasto di volgare in questo mondo, e perchè alcune persone abbiano sviluppato un ipersensibilità per quelle che avvertono come nuove forme di volgarità, persino nella commedia esplicita (esempio: una battuta su una persona grassa). E' la volgarità ad essere aumentata, o il moralismo?
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: sgiombo il 15 Maggio 2019, 08:38:27 AM
L' esistenza di Sgarbi é la giustificazione vivente della volgarità, non potendo essere descritto, con un minimo di realismo, che in termini obbrobriosamente merdosi.

La vita (e conseguentemente il linguaggio necessario a descriverla, se vogliamo parlarne) non é solo rose e fiori...
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: paul11 il 15 Maggio 2019, 11:09:58 AM
La volgarità, intesa come immoralità, nasce dal fatto che esista socialmente una morale che incide sui comportamenti, linguaggio verbale e dei gesti.
Un conto è letterariamente, artisticamente prendere di mira una morale corrente ritenuta magari ipocrita, e direi che nulla più dell'arte può svolgere questo compito di denuncia, ironica, sarcastica e persino  provocatoria;
e un altro in una cerchia di amici, dove c'è una certa intimità, scherzarci sopra.
Sono i contesti che aumentano o annullano una tenuta comportamentale, un clichè.
Sta al singolo capire il contesto e fin dove può "forzare" un linguaggio fra il morale e il volgare; una battuta felice può disgelare un ambiente, come quella infelice può creare disagio.
Nel contesto di un forum, sono le parole che danno le immagini di noi stessi agli altri, come scriviamo.
Non  ci sono volti, gesti, sorrisi(anche se gli emoticons questo dovrebbero servire), per cui l'ironia potrebbe essere scambiata come provocazione personale,quindi bisogna distinguere l'argomentazione da chi lo argomenta. Possiamo dire che l'argomentazione ci sembra falsa, ma non falsa la persona che la esprime.
Vale il buon senso e il buon senso non lo vendono negli scaffali dei supermercati
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: Sariputra il 15 Maggio 2019, 11:46:17 AM
Io, al contrario di te, ho abbandonato l'amicizia e la frequentazione dei miei conoscenti (o parenti, a parte la necessaria cortesia in questo caso..) volgari. Non li sopporto più. Siccome "quello che abbiamo sulla punta della lingua abbiamo anche nel cuore", ritengo che la volgarità verbale rifletta la volgarità dell'animo. E' inutile la frequentazione di persone d'animo volgare, anche se 'nascosto' (ma pronto a 'balzar fuori' in qualsiasi momento la forte avversione si impadronisce di esse...).
La volgarità verbale in una donna poi, la trovo ancor più insopportabile, foss'anche una dea , fisicamente, mi provoca subito un forte disagio che ammoscia qualunque purezza di sentimenti... disagio che cerco di controllare praticando la presenza mentale e allontanandomi, appena possibile, con cortesia e cordialità.
Oltre a ciò penso che il ricorso alla volgarità riveli una deplorevole povertà di termini...
Raramente infatti la volgarità è un tratto del fraseggio di una persona colta e sensibile ( ma che però sa usarla limitatamente e con dovizia per uso letterario o di 'coloritura', quasi un tocco di pennello più marcato...come ha scritto anche Sgiombo) ma è invece presente nella maggior parte dei buzzurri (i quali possono essere anche incredibilmente intelligenti, ma sempre buzzurri d'animo rimangono...).
Vivaddio, non siamo mica porci! Le scarpe per camminare sopra gli escrementi possiamo e sappiamo ben metterle... :(

P.S. Nella realtà, essendo quello descritto sopra un mio ideale di mondo, mi trovo purtroppo anch'io perennemente circondato dalla volgarità e ci convivo. Quasi tutti infatti , nella vita quotidiana, sono volgari nel linguaggio ( e spessissimo anche nei comportamenti...). In definitiva trovo che il mondo stesso sia, in ultima analisi, "volgare"...Oh!Come NON lo amo!... ;D
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: sgiombo il 15 Maggio 2019, 12:03:54 PM
Però, Sari, se ben ti capisco, mi sembra di capire che se di escrementi dobbiamo parlare (a volte capita i doverlo fare...) sinonimi più o meno politicamente corretti (ma pur sempre dal medesimo significato) di "merda" dovremo pure usare (vedi anche Dante, ovviamente nei luoghi ove conviene: nell' Inferno, mica nel Paradiso).

Concordo di cuore (saremo forse vecchi maschilisti) sulla repulsione terribile della volgarità nelle donne.


Aggiunta delle 12, 04:
Mi pare (se ben comprendo) che nell' aggiunta successiva fughi anticipatamente i miei dubbi.
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: Sariputra il 15 Maggio 2019, 12:14:27 PM
Citazione di: sgiombo il 15 Maggio 2019, 12:03:54 PMPerò, Sari, se ben ti capisco, mi sembra di capire che se di escrementi dobbiamo parlare (a volte capita i doverlo fare...) sinonimi più o meno politicamente corretti (ma pur sempre dal medesimo significato) di "merda" dovremo pure usare (vedi anche Dante, ovviamente nei luoghi ove conviene: nell' Inferno, mica nel Paradiso). Concordo di cuore (saremo forse vecchi maschilisti) sulla repulsione terribile della volgarità nelle donne. Aggiunta delle 12, 04: Mi pare (se ben comprendo) che nell' aggiunta successiva fughi anticipatamente i miei dubbi.

Sì, artisticamente a volte ci vuole quel "tocco forte" (tra l'altro l'ho usato anch'io in qualche post pubblicato in questo forum...). Ma è per l'appunto quel tocco di penna che sottolinea un tratto dell'opera, che lo caratterizza maggiormente. In questo caso non parlerei di 'volgarità' , perché si è consapevoli dell'uso che se ne fa...e che è tanto più efficace quanto più è limitato. Se Dante infarciva la DC di volgarità...beh!Non sarebbe stata propriamente dello stesso valore, giusto?
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: Jacopus il 15 Maggio 2019, 13:56:14 PM
Per comprendere pienamente la volgarità dei ns tempi, basta vedersi un dibattito politico degli anni '70, dove tra l'altro si fronteggiavano teorie politiche realmente alternative. Ascoltate la grazia di Almirante e le risposte chiare e comunque complesse di Moro o di Berlinguer. I politici di oggi fanno la figura di galline starnazzanti.
La volgarità è la conseguenza di un appiattimento culturale: "siamo tutti uguali e tutti ugualmente volgari". Le classi dominanti, in passato, giustificavano il loro dominio anche sulla base dell'autocontrollo degli impulsi, su una società "alta" che doveva dimostrare di non essere come gli altri, come la società volgare. Se questo poteva essere un segno di vetusta aristocrazia, dall'altro poteva essere uno sprone. E' tutto ben descritto in Metello di Pratolini.
In questo modo, impegnandosi, si poteva essere cooptati nella élite, pur appartenendo alle classi volgari.
Oggi la élite, essendosi sempre più cristallizzata e attraversata da un feroce nepotismo, non deve più aspirare al meglio o cooptare i migliori, provenienti dal basso. Può gestire meglio il potere camuffandosi da massa neotruzza-borgatara, feroce, selvaggia, così da non stimolare l'opposizione noi-loro e il risentimento di chi truzzo-borgataro lo é fino in fondo. Inoltre l'opposizione noi-loro può essere molto meglio rispondente ai desiderata del grande capitale attraverso l'opposizione nativi/immigrati.
È una dinamica comunque ben presente nella società italiana, dalla controriforma in poi e che nel marchese del Grillo ha la sua più emblematica figura.
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: sgiombo il 15 Maggio 2019, 14:08:39 PM
Per me é una questione di rapporti di forza nella lotta di classe: fin che i lavoratori, pur non essendo al potere, avevano comunque una certa, pur limitata forza politica potevano in qualche misura condizionare le classi dominanti imponendo loro determinate limitazioni delle loro proprie peggiori qualità e obiettive tendenze comportamentali, compresa quella alla volgarità.

Ma poi é caduto il muro di Berlino...
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: odradek il 15 Maggio 2019, 14:27:51 PM
a Jacopus

citazione :
La volgarità è la conseguenza di un appiattimento culturale: "siamo tutti uguali e tutti ugualmente volgari".

Verità pura.
Ma non ce ne rendiamo conto; questo fa bene a noi stessi ed alla nostra immagine che proiettiamo.
Noi siamo intrinsecamente volgari.

Potrai anche notare come la maggior parte di noi sia disposta ad accettare un pochino di volgarità giusto?
Ebbene: prova a far notare  ad un qualsiasi tuo interlocutore\corrispondente che secondo la tua modesta opinione egli ragioni  come se fosse riuscito prodigiosamente ad infilarsi la testa nel retto e non riuscisse a scriver  d' altro che di ciò che osserva.
Tu mi dirai, ma questo lo facciamo tutti , e nonostante questa tua considerazione io son certo che il soggetto a cui è rivolta la frase non la prenderà molto bene.

Personalmente preferisco l'insulto alla volgarità, ma in un periodo di "confusione" anche la volgarità ha un suo ruolo da rivendicare nel significare la cifra dell'attualità.
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: Ipazia il 15 Maggio 2019, 15:47:43 PM
Citazione di: odradek il 15 Maggio 2019, 14:27:51 PM
Personalmente preferisco l'insulto alla volgarità, ma in un periodo di "confusione" anche la volgarità ha un suo ruolo da rivendicare nel significare la cifra dell'attualità.

Il che non esclude che, come dichiarato da sari, da questa "attualità" uno cerchi di stare alla larga. Almeno finchè ci sarà ancora spazio sociale per poterlo fare. Nello strumento che stiamo usando la volgarità esplicita non è presente per fortuna, ma ve n'è sempre una implicita: l'ad personam, che non si limita ad attaccare le idee.

E' questa la differenza tra le dispute politico-sociali rievocate da Jacopus della prima repubblica e quelle subentrate dal caimano, e i suoi cortigiani, in poi. Volgarità che evoca l'uguaglianza formale in maniera tanto più becera quanto più deve occultare la disuguaglianza di fatto. Presente nelle gozzoviglie del marchese del Grillo, certamente. Ma che di essa rappresentava la sarcastica e consapevole voce della coscienza. Coscienza e consapevolezza che nella volgarità politico-sociale attuale pare scomparsa, o comunque molto imbarbarita. Come nei rapporti di lavoro ed economici regolati dal Mercato capitalistico. (E qui la relazione etica-estetica diviene trasparente)
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: Eutidemo il 16 Maggio 2019, 07:15:49 AM
Occorre anche considerare che, con il tempo, si perde lo stesso significato originario delle parole che stiamo usando.
Ad esempio, dire che un politico ricorre ad una "infimo"  tipo di propaganda, suona sì fortemente "deprecatorio", ma non certo "volgare"; ed invece, a pensarci bene, "INFIMO"  significa etimologicamente, alla lettera, "NELLA MERDA" ("in fimo"). ;D
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: viator il 16 Maggio 2019, 12:48:52 PM
Salve Eutidemo. Non credo proprio che l'etimologia di "infimo" abbia a che vedere con le feci. Secondo me rappresenta una forma contratta di "infinitesimo", con riferimento ad un livello di piccineria, di scarsità di valori tali da risultare prossimi allo zero, quindi quasi infinitesimali: Saluti.
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: donquixote il 16 Maggio 2019, 14:14:25 PM
A me risulta invece che infimo derivi dal latino "infimus" che è il superlativo di "inferus" e denota ovviamente ciò che sta in basso, negli inferi, dunque per estensione ciò che ha meno valore, mentre infinitesimo ha relazione con "infinitus" = senza limite (in=non e finis=limite). Se entrambi i termini denotano qualcosa di estremamente piccolo, il primo (infimo) si riferisce ad un ambito qualitativo mentre il secondo (infinitesimo) ad uno quantitativo, materiale.
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: InVerno il 16 Maggio 2019, 15:05:49 PM
Beh non ha tutti i torti Eutidemo, al di là dell'esempio che può essere giusto o sbagliato. Mi vengono in mente le lumache nelle miniature medievali, che a quanto so io dovevano essere una presa in giro verso i Longobardi (intesi come "lenti" e "goffi") ma oggi paiono un semplice dettaglio naturalistico  e hanno perso la propria carica volgare. Forse è anche per questo che tendiamo a non conservare il volgare, perchè la carica satirica del volgare è soggetta ai tempi, ed è estemporanea. Non so di preciso perchè è uscito fuori Dante (anzichè Boccaccio, per dire) ma il volgare letterario è molto ma molto più esteso, a riprova che il volgare può aspirare a qualcosa di più che una semplice risata, ma addirittura all'immortalità letteraria. Non sono sicuro che sia sempre una questione di "dosaggio" nell'opera, per esempio vorrei vedere chi potrebbe obbiettarmi la citazione di una poesia di Giorgio Baffo, eppure nelle poesie del medesimo il volgare straborda, senza contagocce. Facciamo ampio uso della volgarità nel presente, ma abbiamo  qualche problema quando è il momento di ricordarcene, lo spennelliamo via dalle biografie, dalle opere, e sopratutto dalla religiosità. Accettare il volgare necessita una certa dose di autoironia, e specifico "auto" perchè penso, come Pavese, che la volgarità non stia nelle parole, ma negli occhi di chi guarda (o chi legge, in questo caso).
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: viator il 16 Maggio 2019, 17:40:39 PM
Salve. Per donquixote : A te risulterà attraverso un qualche dizionario. Il quale (i quali) non rappresentano affatto la verità etimologica "sputata" e consacrata dei termini.
Infinitesimo (illimitatamente piccolo) non è altro che l'opposto speculare di infinito (illimitatamente grande).
Circa il significato quali- o quanti-tativo, basti osservare l'esistenza ben nota dell'espressione "di infima qualità" per riportare l'infimo alla sua connotazione originariamente quantitativa.
Anche perchè si usa parlare di qualità suprema, eccelsa etc. (piuttosto che bassa, scadente, inesistente etc.) e non di qualità illimitata piuttorsto che minima. Saluti.
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: Freedom il 16 Maggio 2019, 20:55:08 PM
Secondo me la volgarità e anche l'insulto, pur disgustandomi nel profondo, hanno un ruolo importante e positivo. Cerco di spiegarmi. Ci sono particolari circostanze di tensione la cui naturale conseguenza, nonostante sia illogico, è il conflitto. Fino a precipitare nella violenza. Prima verbale e magari, addirittura, fisica. Penso alle decine di battibecchi, per motivi futili, tra persone in confidenza. Un attimo prima di accendersi d'ira una sincera e inoffensiva volgarità, magari un insulto (purchè sia sproporzionato, idiota insomma grottesco) può spegnere il fuoco dentro di noi.

Mentre un silenzio sordo, carico di odio represso oppure una reazione sprezzante potrebbe essere "fatale".

Questa dinamica funziona quando le persone in questione sono estremamente educate e la volgarità/insulto è rarissima. Allora quest'ultime assolvono alla loro funzione che è di far defluire la tensione in un batter d'occhio. Quando questa modalità diventa patrimonio del comune sentire delle persone che la praticano, funziona alla grande.

Chiedetelo a quegli stronzi dei miei figli!  ;D  :o  :P
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: viator il 16 Maggio 2019, 22:27:36 PM
Salve. La accettazione e diffusione di costuni volgari - almeno nel nostro paese (che è l'unico che conosco da vicino) è la conseguenza di un appiattimento pseudodemocratico della nostra cultura. Un semplice meccanismo demo-statistico.

Se mode, costumi, ideologie pretendono che - a livello FORMALE - tutti adottino gli stessi modi di esprimersi come emblema di "parità" sociale (parità anch'essa fasulla perchè basata unicamente su pseudodemocrazia come opposizione al fascismo, assemblearismo vuoto quanto rumoroso, roboanza di principi sempre urlati e mai realizzati etc. etc. - in una parola l'eredità di Resistenza e '68), il risultato sarà quello che abbiamo di fronte.

Se il popolo era composto da una "èlite" del 5% la quale si esprimeva con misura ed educazione (mostrando di essere composta da persone apparentemente rispettabili, tanto ciò che contava era il loro potere concreto) e da una massa del 95% di persone legata a problemi molto materiali e quindi "volgari"......una volta che la minoranza del 5% decida di camuffarsi democraticamente assumendo gi strumenti comunicativi del popolo, che avviene ?

Semplicemente, le persone formalmente educate e distinte sembrano scomparire pochè il loro esprimersi scenderà al livello della maggioranza, della quale in concreto però continueranno a non fare parte, restando ricchi, istruiti e potenti.

Perchè quando i costumi si omogenizzano, il livello medio definitivo diventerà pressochè quello delle precedenti maggioranze, non certo quello delle minoranze che esso ha "assorbito".

Naturalmente ci penseranno poi i "media" ad amplificare e santificare un simile andamento. Saluti.
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: Eutidemo il 17 Maggio 2019, 13:43:42 PM
Citazione di: viator il 16 Maggio 2019, 12:48:52 PM
Salve Eutidemo. Non credo proprio che l'etimologia di "infimo" abbia a che vedere con le feci. Secondo me rappresenta una forma contratta di "infinitesimo", con riferimento ad un livello di piccineria, di scarsità di valori tali da risultare prossimi allo zero, quindi quasi infinitesimali: Saluti.

Confermo la mia etimologia, ricavabile direttamente dal vocabolario.
(http://i64.tinypic.com/1z50ta8.jpg)
Per cui "in" + "fimo", letteralmente significa "in" + "sterco"
;)
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: Eutidemo il 17 Maggio 2019, 13:54:36 PM
Citazione di: donquixote il 16 Maggio 2019, 14:14:25 PM
A me risulta invece che infimo derivi dal latino "infimus" che è il superlativo di "inferus" e denota ovviamente ciò che sta in basso, negli inferi, dunque per estensione ciò che ha meno valore, mentre infinitesimo ha relazione con "infinitus" = senza limite (in=non e finis=limite). Se entrambi i termini denotano qualcosa di estremamente piccolo, il primo (infimo) si riferisce ad un ambito qualitativo mentre il secondo (infinitesimo) ad uno quantitativo, materiale.

Confermo la mia etimologia, ricavabile direttamente dal vocabolario.
(http://i64.tinypic.com/1z50ta8.jpg)
Per cui "in"  "fimo", letteralmente significa "nello"  "sterco".
E' vero, come dici tu, che "infimus" è il superlativo contratto da "inferrimus", di "inferus", ma il senso non cambia; ed infatti, giunto nell'VIII Cerchio (Malebolge), Dante appunto racconta: "...giù nel fosso, vidi gente attuffata in uno sterco che da li uman privadi parea mosso." (Inferno, Canto XVIII) :D
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: Jacopus il 17 Maggio 2019, 15:02:33 PM
La geenna, citata nei vangeli come sinonimo di Inferno, non era altro che il sistema fognario di Gerusalemme. Se non ricordo male. Quindi confermo e vado avanti. 8)
Titolo: Re:La volgarità
Inserito da: sgiombo il 17 Maggio 2019, 15:15:44 PM
Quindi, oltre a Dante, anche i vangeli.

MI sembra confermi che "quando ce vuò, ce vuò": per parlare con proprietà di linguaggio di certe cose (e persone) bisogna adoperare certe parole.