Vi sono evidenti problemi di comunicazione... anzi forse di razionalizzazione.
Si può fare un banalissimo esperimento:
basta scrivere "Le donne sono stupide."
Questa è una frase.
Una frase vera, in particolare.
Ora, basta immaginare la reazione della maggior parte delle persone sia donne che uomini alla lettura di tale pensiero:
occhi sgranati, sguardi attoniti, bocche a forma di O, il famoso pokerface insomma...
Perchè esser dalla parte delle donne ormai è di moda e bla bla bla...
oggi si deve difendere il concetto di "donna" a spada tratta, a qualunque costo e soprattutto qualsiasi cosa facciano...
Mode che vengono, tempi che passano... passeranno... come tutto.
Immagino solo la Mussolini inveire contro gli uomini alla lettura di questa frase, la Santanchè ricordarmi le nostre radici cristiane e precristiane, la Carlucci insultare i miei parenti, la D'Urso parlarmi delle implicazioni di tale affermazione sulla psiche dei nostri figli con quella sua faccia di plastica presa ad esempio dalle nostre figlie e concittadine...
ecco... involontariamente penso a questi quattro esempli lampanti che comprovano la tesi: le donne sono stupide.
Se diciamo che le eccezioni sono esistenti ma statisticamente irrilevanti, abbiamo che l'affermazione può benissimo esser considerata vera. Le donne sono stupide.
Questo è maschilismo, decisamente, ecco il pensiero/condanna della lettrice donna che, sentitasi tirata in causa, vede annebbiarsi le sue poche e confuse idee perdendo immediatamente l'obiettività e la razionalità (sempre le abbia mai avute).
La frase "le donne sono stupide" viene INEVITABILMENTE elaborata ed interpretata come "le donne sono stupide MENTRE GLI UOMINI SONO INTELLIGENTI".
Sbagliato !
Ho scritto che le donne sono stupide. Punto.
Il fatto che io dica che le donne sono stupide non implica in nessun modo che io affermi l'intelligenza dell'uomo maschio. Non c'è una dualità: negando A non affermo B. Anche perchè non sto negando niente.
Imparate a recepire il messaggio che vi viene sottoposto, non quello che IMMAGINATE di aver letto.
Il mio messaggio è chiaro: "le donne sono stupide". Non c'è possibilità di fraintendimenti od errori da parte mia, la frase e ben chiara, quindi l'errore è tutto in fase di lettura. Dal punto di vista logico e sintattico non c'è alcun errore. Eppure se io pronunciassi la frase nessuno penserebbe al fatto che tale affermazione può essere parte di molti modi più ampi di vedere le cose.
"Le donne sono stupide. E gli uomini sono pelosi."
"Le donne sono stupide. E le fragole sono mature."
"Le donne sono stupide. E che Dio le benedica."
Tantomeno sarebbero tutti tanto impegnati con le accuse di misoginia e maschilismo che nessuno penserebbe che il modo di vedere le cose potrebbe essere il più semplice e realista, nonchè il modo di vedere le cose più brutalmente ed innegabilmente vero.
Ciao bluemax. Ti vorrei far notare, ad un primo livello, che stai usando un certo tipo di razionalità: quella digitale di tipo informatico, dove le informazioni sono univoche e decontestualizzate. Il linguaggio umano, essendo correlato intimamente con la società e con gli altri discorsi che nelle società umane si sviluppano, hanno bisogno di un altro approccio, comunemente detto analogico. Ovvero occorre necessariamente contestualizzare ogni comunicazione con le altre. Pertanto in questo momento storico, dove il problema del femminicidio, dell'uguaglianza di genere, e della violenza famigliare sono temi al centro dell'attenzione, una frase come quella che intitola la discussione, può provocare le reazioni che da te sono considerate illogiche, parziali e irrazionali.
Ad un secondo livello, invece più razionale e logico, occorre sempre motivare e dimostrare le proprie affermazioni, altrimenti la tua frase ha lo stesso valore di dire: "I bambini sono profondamente malvagi se visitano la Francia".
Ad un terzo livello invece hai le tue ragioni, poichè ogni discorso/comunicazione non può dire "tutto" quello che c'è da dire su ogni argomento e necessariamente si deve lasciare uno spazio per immaginare l'argomentatore di "le donne sono stupide" come capace anche di altre attività, espressioni, parole, pensieri e non appenderlo a quell'unica frase detta in un certo momento della sua vita (magari dopo 3 minuti avrebbe potuto dire anche "le donne sono intelligenti).
Le donne sono astute, a volte anche manipolatrici, tutt'altro che stupide insomma......
Cerco di spiegare meglio il concetto visto che forse la FRASE di per sè puo' creare fraintendimenti.
Tutto è nato ieri con una riflessione fatta tra me e mia figlia. Una litigata con sua madre per la frase su citata.
Da tale frase abbiamo cominciato a parlare e sono venuti fuori diversi argomenti interessanti...
Innanzi tutto ho scritto "LE DONNE SONO STUPIDE" per due motivi che possono aprire discussioni interessanti.
1) Se avessi scritto "GLI UOMINI SONO STUPIDI" sarebbe stato interpretato come OGNI ESSERE UMANO è stupido unito al fatto che di solito l'uomo (maschio) cerca una spiegazione a tale frase, si mette subito in discussione, in altre parole pensa "PUO' ESSERE VERO".
La donna invece crea subito un confronto ed ecco che la frase viene "IMMAGINATA" come diversa.
Tutto questo perchè ultimamente i mezzi di informazione (la Zanzara ad esempio o tutti i programmi televisivi pomeridiani (guarda caso diretti da donne per un pubblico femminile) associano ad una affermazione cose che quella affermazione non ha.
La discussione con mia figlia è nata perchè lei ha detto alla madre (in un momento di rabbia) che le donne sono stupide e come risposta ha immediatamente avuto "E PERCHE' GLI UOMINI " ?
2) La discussione tra me e mia figlia ci ha portato a far notare come da tanto, troppo tempo ormai OGNI TIPO DI FILM, SERIE TELEVISIVA, PROGRAMMA TV che viene dagli stati uniti (se non sbaglio a partire dal primo film di alien) ha una costante.
In ogni film la donna è "la migliore". Quella che risolve il problema, quella eticamente perfetta, fisicamente prestante, capace di competere e poi battere l'uomo in ogni circostanza.
Tale cosa me lo ha fatto notare mia figlia di 17 anni... pensa che io non ci avevo mai fatto caso... e mi sono accorto essere vero.
IN OGNI FILM HOLLYWOODIANO la parte della donna è SEMPRE, ripeto SEMPRE messa in risalto e divinizzata, mentre l'uomo umiliato e reso quasi deficiente. Per non parlare di cartoni quali i Simpson dove i personaggi parlano da soli...
insomma...la frase non l'ho scelta per offendere qualcuno ma per far riflettere su due cose:
1) La frase genera immediatamente un confronto ed una discussione, cosa che non avverrebbe se vi fosse scritto "GLI UOMINI SONO STUPIDI"
2) La figura maschile zerbinata da decenni di pattume hollywoodiano ci ha resi in molti casi complici della prepotenza femminile
Ps. Detta da mia figlia, nel suo gruppo, le donne si permettono di offendere, prendere a ceffoni, zerbinare tutti i ragazzi e si chiede ancora il motivo per cui cio' possa avvenire... :)
beh... io e mia figlia abbiamo avuto una bella discussione e forse puo' nascere anche qua qualche riflessione...
PS. mi scuso in anticipo per grammatica e semantica ma ho scritto veramente di fretta... ciao :)
Citazione di: bluemax il 11 Maggio 2018, 19:35:53 PM
Cerco di spiegare meglio il concetto visto che forse la FRASE di per sè puo' creare fraintendimenti.
Tutto è nato ieri con una riflessione fatta tra me e mia figlia. Una litigata con sua madre per la frase su citata.
Da tale frase abbiamo cominciato a parlare e sono venuti fuori diversi argomenti interessanti...
Innanzi tutto ho scritto "LE DONNE SONO STUPIDE" per due motivi che possono aprire discussioni interessanti.
1) Se avessi scritto "GLI UOMINI SONO STUPIDI" sarebbe stato interpretato come OGNI ESSERE UMANO è stupido unito al fatto che di solito l'uomo (maschio) cerca una spiegazione a tale frase, si mette subito in discussione, in altre parole pensa "PUO' ESSERE VERO".
La donna invece crea subito un confronto ed ecco che la frase viene "IMMAGINATA" come diversa.
Tutto questo perchè ultimamente i mezzi di informazione (la Zanzara ad esempio o tutti i programmi televisivi pomeridiani (guarda caso diretti da donne per un pubblico femminile) associano ad una affermazione cose che quella affermazione non ha.
La discussione con mia figlia è nata perchè lei ha detto alla madre (in un momento di rabbia) che le donne sono stupide e come risposta ha immediatamente avuto "E PERCHE' GLI UOMINI " ?
2) La discussione tra me e mia figlia ci ha portato a far notare come da tanto, troppo tempo ormai OGNI TIPO DI FILM, SERIE TELEVISIVA, PROGRAMMA TV che viene dagli stati uniti (se non sbaglio a partire dal primo film di alien) ha una costante.
In ogni film la donna è "la migliore". Quella che risolve il problema, quella eticamente perfetta, fisicamente prestante, capace di competere e poi battere l'uomo in ogni circostanza.
Tale cosa me lo ha fatto notare mia figlia di 17 anni... pensa che io non ci avevo mai fatto caso... e mi sono accorto essere vero.
IN OGNI FILM HOLLYWOODIANO la parte della donna è SEMPRE, ripeto SEMPRE messa in risalto e divinizzata, mentre l'uomo umiliato e reso quasi deficiente. Per non parlare di cartoni quali i Simpson dove i personaggi parlano da soli...
insomma...la frase non l'ho scelta per offendere qualcuno ma per far riflettere su due cose:
1) La frase genera immediatamente un confronto ed una discussione, cosa che non avverrebbe se vi fosse scritto "GLI UOMINI SONO STUPIDI"
2) La figura maschile zerbinata da decenni di pattume hollywoodiano ci ha resi in molti casi complici della prepotenza femminile
Ps. Detta da mia figlia, nel suo gruppo, le donne si permettono di offendere, prendere a ceffoni, zerbinare tutti i ragazzi e si chiede ancora il motivo per cui cio' possa avvenire... :)
beh... io e mia figlia abbiamo avuto una bella discussione e forse puo' nascere anche qua qualche riflessione...
PS. mi scuso in anticipo per grammatica e semantica ma ho scritto veramente di fretta... ciao :)
Mah, anche la frase "gli uomini sono stupidi", sia in senso di uomini inteso nel significato di ogni essere umano, che uomini in riferimento al fattore M genera un confronto, è opinabile e meramente dossica sinchè non la si dimostra veritiera mettendola e mettendosi in discussione. Non capisco perchè sostieni che non avrebbe come esito un confronto.
P.s. Perché sia immaginata come "diversa" la frase, può a livello metalinguistico, ma non è detto che accada, essere vissuta dal ricevente come una provocazione (perchè?), e, pure, potrebbe essere* intenzionalmente espressa quale provocazione*, e, in quest'ultimo caso( non il post ma l'esempio che ho asteriscato*), sarebbe davvero un fraintendimento?
Essendo contrario ad ogni riduzionismo ritengo impraticabile racchiudere un genere in una frase. Dunque sarebbe altrettanto ingannevole la proposizione 'le donne sono intelligenti'. Ma capisco l'intento provocatorio della discussione rivolto all'attegiamento della nostra società e lo condivido. In realtà le donne rispetto ai maschi sono più impulsive, istintive, passionali. La nostra società tende a porre sempre più la donna al centro del palcoscenico perché se la società ragiona sempre più in modo 'femminile', allora sarà sempre più propensa all'acquisto compulsivo. Essendo la nostra una civiltà, un sistema economico basato sui consumi, credo che questa sia la spiegazione.
Riguardo alle differenze uomo-donna sono rimasto impressionato da un ragionamento di Galimberti, il quale pone l'accento sul differente rapporto che uomo e donna hanno col proprio corpo. Rispetto alla donna l'uomo ha un rapporto più semplice. Ad esempio io mi alzo la mattina, mi lavo, metto su qualcosa di pulito, aggiusto i capelli e via. Le donne invece hanno un corpo che le impegna di più per via della maternità, dei cicli di fecondità, di una maggiore attenzione all'ordine e all'igiene, per doversi solitamente occupare anche di qualcun altro, ecc. Quindi mi sembra abbastanza naturale che all'uomo resti più tempo per pensare e riflettere. Lo dimostra anche la scarsa frequentazione femminile su questo forum. Anche se ciò non significa assolutamente che le donne non riflettono o non sono intelligenti quanto o più degli uomini.
In realtà, almeno a mio modesto parere, non c'è soltanto la questione del fatto che si vuole mettere la donna su un piedistallo per motivi economici legati ai consumi, ma esiste anche il tentativo sociale della donna di stabilire una specie di rivalsa da secoli di maschilismo, per cui vorrebbe avere sempre più forza e potere anche a danno dell'uomo stesso o comunque oscurando il maschile. La stessa rivendicazione della parità, pur giusta, nasconde la volontà di emergere, di acquisire importanza: ora, siccome non tutte le donne sono equilibrate, è facile passare dalla parità alla volontà di essere sempre più considerate e importanti, anche a danno della controparte. Ultimamente, anche se i dati non vengono divulgati, sta aumentando il fenomeno delle donne violente verso il partner: la violenza femminile spesso non è denunciata ma esiste comunque, poiché l'uomo spesso si vergogna di essere vittima di sopraffazione e violenza.
Certo ognuno combatte con le armi che ha. E in un contesto sempre più individualistico è sempre più necessario combattere per la propria affermazione sociale. E dovendo combattere ognuno cerca di scegliere il campo di battaglia a lui più congeniale. Nel caso delle donne è quello dell'emotività. Sarebbe interessante indagare sulla connessione fra crescente individualismo e crescente protagonismo delle donne (e decrescere di ideali condivisi).
Non sono del tutto convinta che il campo più congeniale delle donne sia quello dell'emotività. O meglio, andrebbe un tantino presa con le pinze anche questa affermazione in quanto potrebbe anche essere che sia figlia di un retaggio culturale e secolare dove si è applicata una rigida dicotomia tra le caratteristiche proprie di ogni genere con tanto di rispettivi ruoli, il che ha prodotto anche stereotipi che semplificano, a mio parere, rozzamente e poco razionalmente una realtà soggettiva assai complessa di cui la considerazione dell'emotività come caratteristica spiccata di un genere rispetto all'altro risulta essere un terreno interessante da discutere per valutarne le concause e le conseguenze che, ammesso ma non concesso, sia veritiera e non meramente stereotipizzata, ricadono quando essa diviene arma di affermazione.
Citazione di: Lou il 12 Maggio 2018, 13:00:04 PM
Non sono del tutto convinta che il campo più congeniale delle donne sia quello dell'emotività. O meglio, andrebbe un tantino presa con le pinze anche questa affermazione in quanto potrebbe anche essere che sia figlia di un retaggio culturale e secolare dove si è applicata una rigida dicotomia tra le caratteristiche proprie di ogni genere con tanto di rispettivi ruoli, il che ha prodotto anche stereotipi che semplificano, a mio parere, rozzamente e poco razionalmente una realtà soggettiva assai complessa di cui la considerazione dell'emotività come caratteristica spiccata di un genere rispetto all'altro risulta essere un terreno interessante da discutere per valutarne le concause e le conseguenze che, ammesso ma non concesso, sia veritiera e non meramente stereotipizzata, ricadono quando essa diviene arma di affermazione.
Ciò che intendevo non era dire che le donne hanno una emotività più spiccata o un migliore rapporto con essa o un migliore uso di essa. Mi riferivo al fatto che - per quanto ho potuto osservare empiricamente - le donne hanno molta più proprnsione a parlare delle proprie emozioni rispetto agli uomini, si vergognano meno delle proprie fragilità e al loro cospetto noi appariamo più bacchettoni. Pertanto alludevo ad un vantaggio per lo più dialettico da parte delle donne per quel che riguarda le emozioni. Come per esempio il fatto che gli uomini tendono a teattenere il pianto, a non confessare di avere paura, a non parlare facilmente di cose intime, ecc.
Citazione di: cvc il 12 Maggio 2018, 13:10:44 PM
Ciò che intendevo non era dire che le donne hanno una emotività più spiccata o un migliore rapporto con essa o un migliore uso di essa. Mi riferivo al fatto che - per quanto ho potuto osservare empiricamente - le donne hanno molta più proprnsione a parlare delle proprie emozioni rispetto agli uomini, si vergognano meno delle proprie fragilità e al loro cospetto noi appariamo più bacchettoni. Pertanto alludevo ad un vantaggio per lo più dialettico da parte delle donne per quel che riguarda le emozioni. Come per esempio il fatto che gli uomini tendono a teattenere il pianto, a non confessare di avere paura, a non parlare facilmente di cose intime, ecc.
secondo me invece le cose negli ultimi decenni si sono completamente ribaltate,oggi e' la donna che e' diventata "fredda" nelle sue emozioni interiori e che non lascia veramente trapelare e al contrario e' l'uomo che si sente fragile e ne assume gli atteggiamenti corrispondenti.Inoltre ho sempre riscontrato che le donne non amano affatto parlare di se, al limite possono dartene una parvenza, ma le loro sono infatti emozioni del momento,cangianti come le nuvole in un giorno molto ventoso..le emozioni più intime se le tengono chiuse, forse perché non lo sanno manco loro veramente cosa hanno davvero dentro o forse perché avvertono, senza nemmeno rendersene conto razionalmente,di essere profondamente contraddittorie al loro interno.Trovo che questa massima qui sotto di Oscar Wilde sia veramente azzeccata"Le donne non hanno niente da dire ma lo dicono cosi bene"
Oscar ha una eleganza e una sensibilità nel dire tale da rendere sublime anche la più becera delle menzogne. :P
Salve. Per Aquario69 e Lou: Profondamente d'accordo. Una delle personalità più intriganti della storia moderna. Non per nulla era omosessuale egli omosessuali posseggono una mentalità ed una sensibilità che sono il prodotto sia del peggio che del meglio di entrambi i sessi. E forse sono l'espressione di una umanità (scusate, ma stavolta non vorrei proprio apparire ironico) trans-sessuale, cioè contemporaneamente includente ed escludente la componente sessuale.
Diverse narrative di orgine femminista hanno fatto si che la donna si ritagliasse un posto da martire nella società, alcune fondate, alcune perniciose, altre fantasmagoriche. Una volta che un essere umano si ritaglia il ruolo di "vittima" insultarlo risulta immorale, o perlomeno ingeneroso, apatico. Tuttavia come molte femministe fanno notare, anche essere una "specie protetta" è una sorta di subalternità sociale, subalterna alla volontà del protettore. E' vero come dice acquario che ultimamente il femminino e il mascolino si sono invertiti, mescolati, resi più sfuggevoli..ma il vero miracolo sta nel aver ottenuto uno status che normalmente le società moderne tolleranti riservano alle minoranze, nonostante le donne rappresentino metà della popolazione, e abbiano ora pieno controllo della propria sessualità (che utilizzano sovente come leva di potere - affermazione pacifica, senza connotazioni morali -). Questa retorica di appoggio (a questioni spesso sacrosante) è entrata facilmente nella cultura, gli uomini non hanno opposto resistenza a teorie come quella del "patriarcato" che li dipinge come cupi oppressori senza scrupoli di vittime inermi, anzi capitano uomini più femministi delle donne (la dura oppressione è terminata con una resa incondizionata?) .. al di la di tutto ciò, la maggior parte degli studi scientifici nega esistano sostanziali differenze tra uomo e donna, al di la di una diversa affinità per alcune questioni, ma che si presentano più in la nell'età, quando è probabile che l'influenza sociale sia più prominente rispetto alla genetica.
Citazione di: InVerno il 13 Maggio 2018, 08:49:53 AM
Diverse narrative di orgine femminista hanno fatto si che la donna si ritagliasse un posto da martire nella società, alcune fondate, alcune perniciose, altre fantasmagoriche. Una volta che un essere umano si ritaglia il ruolo di "vittima" insultarlo risulta immorale, o perlomeno ingeneroso, apatico. Tuttavia come molte femministe fanno notare, anche essere una "specie protetta" è una sorta di subalternità sociale, subalterna alla volontà del protettore. E' vero come dice acquario che ultimamente il femminino e il mascolino si sono invertiti, mescolati, resi più sfuggevoli..ma il vero miracolo sta nel aver ottenuto uno status che normalmente le società moderne tolleranti riservano alle minoranze, nonostante le donne rappresentino metà della popolazione, e abbiano ora pieno controllo della propria sessualità (che utilizzano sovente come leva di potere - affermazione pacifica, senza connotazioni morali -). Questa retorica di appoggio (a questioni spesso sacrosante) è entrata facilmente nella cultura, gli uomini non hanno opposto resistenza a teorie come quella del "patriarcato" che li dipinge come cupi oppressori senza scrupoli di vittime inermi, anzi capitano uomini più femministi delle donne (la dura oppressione è terminata con una resa incondizionata?) .. al di la di tutto ciò, la maggior parte degli studi scientifici nega esistano sostanziali differenze tra uomo e donna, al di la di una diversa affinità per alcune questioni, ma che si presentano più in la nell'età, quando è probabile che l'influenza sociale sia più prominente rispetto alla genetica.
Interessante questa tua osservazione. Fa riflettere...
Noi ragazzi, o meglio ex ragazzi visti i miei 40 anni, abbiamo un limite all'insulto, alla provocazione.
Sappiamo che, superato quel limite, non e' piu' possibile verbalizzare la violenza, allora ci sono due strade:
il disimpegno (l'allontanamento dei due litiganti, o di uno dei due) oppure la violenza fisica, che puo' iniziare con uno spintone, uno schiaffo, o un pugno. Insomma : FUGA o ATTACCO.
Nei bambini o ragazzi (purtroppo) generalmente avviene cosi'.
Questo fa' parte delle leggi naturali, lo impariamo fin da piccoli. Si litiga se si continua si combatte.
Tutti i ragazzi hanno provato e sanno cos'e' la violenza fisica. Non abbiamo la lingua velenosa come
le donne, oltre la lingua abbiamo le mani. Abbiamo sperimentato e conosciamo bene i limiti da non
superare se vogliamo vivere in pace col prossimo, perche' nessuno di noi vuole la violenza fisica.
Per cui arrivati al limite ci fermiamo.
Questo negli ultimi anni almeno non vale per le donne, la maggior parte di loro non sa' nemmeno cosa significa la violenza fisica.
Non hanno combattuto con le loro coetane da bambine o adolescenti, non si sono azzuffate se non a suon di "parole".
Spesso nemmeno i loro genitori gli hanno mai tirato un ceffone, e quindi risulta ovvio che un semplice ceffone
e' per loro una tragedia di proporzioni immani.
Chi di noi non ha preso ceffoni dai genitori, o dalle maestre, dagli amici e li ha restituiti. Questa "violenza"
(notare le virgolette) ci ha maturati, ha mitigato il nostro orgoglio, sappiamo qual'e' il nostro posto, conosciamo il nostro valore qualunque esso sia. Sappiamo per esempio che non siamo invincibili e che se possiamo "teoricamente" darle a uno, possiamo "teoricamente" prenderle dall'altro.
Le donne tutto questo non lo sanno. Sono protette da una specie di intoccabilita'. Perche' sono donne.
Fin qua' mi potrebbe andare bene. Il guaio e' che le intoccabili poi, imparano ad usare questa dote, anzi proprio in virtu' della loro intoccabilita' a volte sviluppano un grado di stronzaggine e di stupidita' mentale piu' elevata del sesso maschile.
"non mi puo' toccare nemmeno con un dito, ed io ho il diritto di dirgli quello che mi pare!"
tradotto
"lei e' nettamente piu' debole di me fisicamente, non c'è onore in uno scontro del genere, ma pero' mi rompe le palle anche oltre ogni limite possibile immaginabile"
E per limite, mi riferisco a quel limite di cui parlavo prima, oltre il quale per il maschio non e' piu' possibile
verbalizzare, e deve per forza esserci o lo scontro oppure la fuga. Ovvio che per non mettersi dalla
parte del torto si sceglie la fuga.
E quando questa non fosse possibile in quando i due sono sposati?
be allora, dai oggi e dai domani, alla fine il povero frustato mentale alla fine la fesseria la fa', anche
solo uno schiaffo e lei lo denuncia per violenza fisica, chiede divorzio per colpa, asseggo, figli, e.. ci siamo capiti.
Ma ritoriniamo al limite oltre il quale per il maschio diventa difficile verbalizzare e per la donna no.
Oltre quel limite, dove il maschio perde potenza nella parola perche' in lui si agitano forze fisiche,
la donna acquista maggior vigore e veleno, astuzia e finezza per proclamarsi vincitrice della discussione,
sopratutto da quando un'analisi oggettiva dei fatti lei e' dalla parte del torto (molto spesso).
Sappiamo bene come in queste condizioni di stress maschile le donne impongono le loro verita' fasulle
basate non sulla logica e sul raziocinio, ma sull'egoismo uterino promosso a verita' suprema.
La donna in queste discussioni assume il ruolo di provocatrice piu' o meno consapevole. Anche se il piu' delle volte e' inconsapevole. E quando il maschio sbotta, insomma fa' il botto, e' come una bomba che esplode. E tutti vedono la bomba, ma nessuno vede la miccia.
E' questo limite maschile oltre il quale non puo' verbalizzare, credo non dipenda certo da una presunta superiorita' femminile nell'affrontare le discussioni, no di certo. Ma da un fatto puramente organico.
E' il livello di adrenalina che cresce, e ci prepara alla zuffa come accadrebbe per una lite con un'altro maschio. L'adrenalina porta alla prontezza fisica, ma riduce le capacita' verbali, non c'e' bisogno di essere
grandi oratori mentre si menano le mani.
Le donne sono state sempre delle grandi rompigloglioni, anche in passato.
Ma prima l'uomo si sentiva (ed era considerato dalla societa' ) come superiore, per cui raramente partecipava alla lite, si limitava a "far sfogare" una che in fondo considerava inferiore. Oggi gli dicono CON OGNI MEZZO MEDIATICO che la donna sia "piu'" di lui, sia di tutto sempre piu'. Ovvio che lei che sfoga non e' piu' da considerarsi come una "inferiore" da lasciar sfogare. Ma una alla pari, anzi una che si atteggia a superiore che ti vuole pure mettere sotto moralmente, e cosi' nascono le liti in famiglia, oggi piu' di ieri, per niente ci si divorzia, ed e' sempre lei che accende la miccia.
Non c'è bisogno di essere uterine/i per notare come la conclusione di questa lunga dissertazione affermi " è colpa delle donne, sempre." Tesi non inedita, ma che ha una lunga tradizione.
Citazione di: Lou il 14 Maggio 2018, 14:31:30 PM
Non c'è bisogno di essere uterine/i per notare come la conclusione di questa lunga dissertazione affermi " è colpa delle donne, sempre." Tesi non inedita, ma che ha una lunga tradizione.
no... perdonami, non intendevo assolutamente che la colpa sia SEMPRE della donna...
se è passato questo messaggio perdonami non era mia intenzione...
volevo solo far capire il senso del limite che oggi, secondo me, sia nella famiglia, sia nella crescita dei propri figli, sia in ambito sociale stà svanendo.
Questo sia in TV che nella stampa sia in questo stesso forum dove ho scritto ALCUNE cose volutamente provocatorie visto che la provocazione genera una riflessione.
Ti chiedo ancora scusa per il fraintendimento...
:)
Beh mi pare che si siano dette alcune sciocchezze; la donna non è affatto piú impulsiva e istintiva dell'uomo, l'aspetto predominante che l'ha sempre caratterizzata è la riflessione, la capacità di ponderare bene ogni cosa nonostante la sua spiccata sensibilità; è sempre stata la figura femminile a contenere l'eccessiva impulsività dell'uomo.
Ammetto che oggi molte donne per emulare gli uomini o per mettersi in competizione con loro abbiano un comportamento piú sfrontato e poco prudente nel rapporto di coppia, anzi, spesso aggressivo, ma questo dilemma non può essere risolto solo dalla donna, come avveniva in passato quando solo lei era ritenuta 'sacrificabile' per il bene della famiglia. Infatti il problema si presenta quando uno dei due vuole prevalere sull'altro. In un rapporto paritario il rispetto deve essere reciproco; occorre il buon senso e la maturità di entrambi e saper valutare ogni volta quando è meglio tacere, quando è il caso di non andare oltre i limiti e smetterla per primo, quando è opportuno arrabbiarsi sul serio e quando no. Di solito in una coppia normale prevale non il litigio ma il dialogo, la discussione e il confronto leale. Si può anche arrivare al litigio, ma senza insultare, tanto meno alzare le mani: cosa tremendamente incivile e che rovina l'amore, ammesso che ci sia.
Se proprio non si riesce piú a tollerare il partner perché non c'è piú amore, allora è meglio lasciarsi poiché qualsiasi convivenza forzata e mal tollerata è a rischio, specialmente oggi che non è piú molto sentito il senso del rispetto verso l'altro, verso la donna, il genitore, l'anziano, ecc., e si travalica perché i freni inibitori sono allentati. Occorre tener presente il carattere dell'altro, l'ambiente di provenienza, la cultura che possiede, l'educazione ricevuta e comportarsi di conseguenza, ma tutti questi fattori sarebbe piú opportuno valutarli prima di decidere di sposarsi.
E basta col maschilismo che si evince chiaramente da ciò che scrivete.
Ci sono tanti mariti "rompicoglioni", non solo le donne.
E non è vero che le donne non hanno combattuto anche loro con le coetanee da bambine o da adolescenti. Il fatto è che prima eravamo meno litigiosi tutti e arrivare alle mani era raro per i ragazzi ancor per le ragazze, ma quando capitava se le davano di santa ragione! Capitò a mia nonna (una gianburrasca) sia nel cortile di casa e sia alle elementari con compagne di classe (parliamo degli anni '20, '30)!
A me è capitato solo due volte, da bambina con una coetanea troppo sfacciata per i miei gusti... ancora se le ricorda le sberle che prese. L'altra volta avevo ben 24 anni, ma solo per difesa, ero stata attaccata e io non porgo l'altra guancia.
Con un uomo la lotta sarebbe impari per ovvi motivi, quindi ricordatelo sempre, se siete veri uomini: "La donna non si tocca neanche con un fiore"... perché "la donna è la carezza della vita".
Forse esagero ma questa discussione mi conferma quello che penso, ovvero che la "differenza imposta socialmente per assicurarsi un potere" fra uomo e donna, sia il prototipo di ogni tipo di razzismo. Con questo non voglio dire che non ci siano differenze fra uomo e donna come fra un cinese e un canadese, ma che queste differenze invece di essere considerate come un bene, un tesoro da condividere e da utilizzare, venga "manipolato" per affermare che le donne sono stupide, o sono più adatte a fare attività "emotive", oppure che sia il turacciolo che una volta stappato, fa venire meno ogni senso del limite.
Che vi siano discriminazioni mi sembra evidente, basta ogni tanto ricordarsi degli studi che dicono che a parità di professione le donne guadagnano di meno. E viviamo comunque nello splendido occidente. Immaginate solo lontanamente di quello che accade nel terzo mondo, dove ancora impera indisturbato il mito della "differenza" fra uomo e donna. Non risulta che il codice del dna della donna sia diverso da quello dell'uomo. Ciò che cambia è l'educazione e l'inserimento in un contesto sociale dove vengono interiorizzati dei ruoli di subalternità. Personalmente, nella mia esperienza professionale, devo dire che le donne, forse perché giunte alla realizzazione nel lavoro da meno tempo, sono mediamente più serie dei colleghi maschietti.
Difendere la parità dei diritti uomo-donna, pertanto è un dovere per ogni persona che voglia difendere i diritti di tutti, perchè la condizione simbolica di "donna" è stata nel corso dei secoli attribuita agli ebrei, ai negri, ai meridionali, agli arabi, ai giapponesi, ai mussulmani, ai cristiani, ai protestanti, ai russi ed anche agli italiani.
Che agli uomini dia fastidio perché così devono pensare anche loro a rammendare la camicia, o preparare il pasto o cambiare il pannolino, mi sembra questo davvero stupido e degno di un paese culturalmente arretrato, come del resto in parte ancora siamo.
Citazione di: Jacopus il 15 Maggio 2018, 22:57:19 PMChe agli uomini dia fastidio perché così devono pensare anche loro a rammendare la camicia, o preparare il pasto o cambiare il pannolino, mi sembra questo davvero stupido e degno di un paese culturalmente arretrato, come del resto in parte ancora siamo.
A me invece questo ricorda la bufala del secolo (sulle donne) ovvero che badare all'ecosistema familiare ("focolare") e curarsi dei propri cari ("rammendare la calza") sia attività deprecabile in confronto al modello di donna in tailleur in volo su Taipei per comprare dei bond.. Bellissima storia che ha raddoppiato la forza lavoro, buttato i bambini negli asili, i vecchi negli ospizi, e depredato le famiglie del proprio senso, oltre che aver precarizzato economicamente.
Non è una questione di genere, come dimostrano i "mammi" (perchè i papà virtuosi devono essere chiamati mammi?) dei paesi nordici in grande crescita, che lasciano la sfavillante carriera alla compagna, e decidono di crescere i figli, ritenendola attività maggiormente degna. In attesa che anche le donne facciano la loro sbornia di potere e tornino coi piedi per terra, alle cose che contano davvero..
Citazione di: Jacopus il 15 Maggio 2018, 22:57:19 PM
Forse esagero ma questa discussione mi conferma quello che penso, ovvero che la "differenza imposta socialmente per assicurarsi un potere" fra uomo e donna, sia il prototipo di ogni tipo di razzismo. Con questo non voglio dire che non ci siano differenze fra uomo e donna come fra un cinese e un canadese, ma che queste differenze invece di essere considerate come un bene, un tesoro da condividere e da utilizzare, venga "manipolato" per affermare che le donne sono stupide, o sono più adatte a fare attività "emotive", oppure che sia il turacciolo che una volta stappato, fa venire meno ogni senso del limite.
Che vi siano discriminazioni mi sembra evidente, basta ogni tanto ricordarsi degli studi che dicono che a parità di professione le donne guadagnano di meno. E viviamo comunque nello splendido occidente. Immaginate solo lontanamente di quello che accade nel terzo mondo, dove ancora impera indisturbato il mito della "differenza" fra uomo e donna. Non risulta che il codice del dna della donna sia diverso da quello dell'uomo. Ciò che cambia è l'educazione e l'inserimento in un contesto sociale dove vengono interiorizzati dei ruoli di subalternità. Personalmente, nella mia esperienza professionale, devo dire che le donne, forse perché giunte alla realizzazione nel lavoro da meno tempo, sono mediamente più serie dei colleghi maschietti.
Difendere la parità dei diritti uomo-donna, pertanto è un dovere per ogni persona che voglia difendere i diritti di tutti, perchè la condizione simbolica di "donna" è stata nel corso dei secoli attribuita agli ebrei, ai negri, ai meridionali, agli arabi, ai giapponesi, ai mussulmani, ai cristiani, ai protestanti, ai russi ed anche agli italiani.
Che agli uomini dia fastidio perché così devono pensare anche loro a rammendare la camicia, o preparare il pasto o cambiare il pannolino, mi sembra questo davvero stupido e degno di un paese culturalmente arretrato, come del resto in parte ancora siamo.
Beh... per quanto riguarda il salario lavorativo, se la differenza fosse dovuta a discriminazione, sarebbe più bassa nei paesi che premiano il merito, in quanto ad un imprenditore basterebbe assumere donne per ottenere maggiori profitti. Invece la differenza è più bassa in paesi a bassa meritocrazia come l'Italia. La differenza è assente nel settore pubblico italiano, in cui la meritocrazia è assente.
penso che la differenza salariale sia dovuta ad EVIDENTI e BANALI motivazioni (secondo me ovviamente)
Gli uomini lavorano più delle donne. (gli uomini dedicano più tempo al lavoro).
Gli uomini accettano i lavori pesanti. (piu' pagati)
Gli uomini accettano i lavori rischiosi. (piu' pagati)
Gli uomini accettano le difficoltà. (le donne tendono a vedere discriminazioni inesistenti in tutto, alla prima difficoltà iniziano a recriminare contro tutto e tutti, avvitandosi in una spirale che le porta ad auto-emarginarsi)
Gli uomini hanno migliori prestazioni fisiche. (Se un muratore porta più mattoni di una muratora, è giusto che vengano pagati eguale ?)
Continuo dicendo che nel fiorentino ho conosciuto una ragazza marocchina (molto carina) [A parte il fatto la pretesa di conversione alla sua religione che non accetto] e sue amicizie.
Incuriosito sono entrato in contatto con la loro cultura. Ho conosciuto amichE, amici, parenti, fratelli e sorelle.
Beh... in poche parole il loro RUOLO di donna è PRETESO da questa cultura e non come molti dicono IMPOSTO. Il velo la donna lo vuole portare.
Per le ragazze l' UOMO non deve essere un "finocchietto occidentale" (parole loro :D )
[PS. Nel fiorentino finocchio identifica un omosessuale o effemminato]
L'uomo deve farsi rispettare dalla donna, perchè per natura tende ad imporsi (detto da una donna eh... ) deve farla sentire protetta tramite la sua AUTOREVOLEZZA (che non è autorità) e non come i Froci (PS. Froci a Firenze significa sempre omosessuale od effemminato) di Firenze che ti chiedono sempre il tuo parere...
Secondo loro, la nostra cultura è destinata a morire perchè non coerente con le leggi naturali che bilanciano il tutto da sempre.
Per loro (i fratelli) i ragazzi occidentali sono stati femminilizzati ed infrociti visto come si fanno trattare dalle donne :)
e sinceramente, guardandomi attorno, comincio a PENSARLO. Pieno di femminilizzati pronti a farsi umiliare ed impauriti dalla donna.
Da troppi anni vi è un continuo, assillante, perpetuo bombardamento su ogni tipo di MEDIA dove la donna deve essere quel che non puo' essere.
La cosa, poi, mi ha incuriosito ed ho chiesto cosa ne pensasse un mio collega Giapponese (vero che vive da molti anni in toscana ma ha una educazione del tipo nipponico che non vuole lasciare).
Beh... mi ha detto che ad esempio nel Giappone quando la coppia cammina non lo fa mai a fianco. Ma l'uomo cammina avanti la donna in segno di protezione. L'uomo ha precisi compiti di protezione e virilità mentre la donna ne ha completamente altre (naturalmente quando ho raccontato lui la storia della marocchina, sorridendo, ha confermato che noi siamo troppo effemminati ed impauriti e ci siamo scordati cosa significa UOMO e DONNA :) ).
da qui comincio a sospettare che vi sia davvero una DENATURALIZZAZIONE Dell'uomo soprattutto grazie ai media.
PS. non di ultima la notizia che "alcune" mamme hanno preteso che alle scuole elementari non si racconti piu' la favola della bella addormentata nel bosco perchè quella è violenza visto che la principessa viene baciata senza consenso... e questo sinceramente fa pensare...
ciao :)
(ho scritto sempre di fretta quindi chiedo perdono ) :)
A me sembra ovvio, naturale, che le differenze biologiche sessuali producano differenze economiche e sociali.
Mi sembra altrettanto ovvio che la riduzione delle differenze economiche e sociali passi attraverso una politica e un diritto che tratti in modo differente le due (?) principali classi sessuali: per ridurre la discriminazione di origine biologica devo discriminare, nel senso di trattare diversamente, i sessi in campo economico e sociale. Paradossale ma inevitabile.
Citazione di: InVerno il 16 Maggio 2018, 10:16:25 AM
Citazione di: Jacopus il 15 Maggio 2018, 22:57:19 PMChe agli uomini dia fastidio perché così devono pensare anche loro a rammendare la camicia, o preparare il pasto o cambiare il pannolino, mi sembra questo davvero stupido e degno di un paese culturalmente arretrato, come del resto in parte ancora siamo.
A me invece questo ricorda la bufala del secolo (sulle donne) ovvero che badare all'ecosistema familiare ("focolare") e curarsi dei propri cari ("rammendare la calza") sia attività deprecabile in confronto al modello di donna in tailleur in volo su Taipei per comprare dei bond.. Bellissima storia che ha raddoppiato la forza lavoro, buttato i bambini negli asili, i vecchi negli ospizi, e depredato le famiglie del proprio senso, oltre che aver precarizzato economicamente. Non è una questione di genere, come dimostrano i "mammi" (perchè i papà virtuosi devono essere chiamati mammi?) dei paesi nordici in grande crescita, che lasciano la sfavillante carriera alla compagna, e decidono di crescere i figli, ritenendola attività maggiormente degna. In attesa che anche le donne facciano la loro sbornia di potere e tornino coi piedi per terra, alle cose che contano davvero..
Raddoppiare la forza lavoro, l'istituzione degli asili e delle case di riposo, sono, secondo me, fatti positivi e non negativi. Significa fare affidamento sulla comunità e non sulla famiglia, più o meno allargata. La precarizzazione, al contrario, è il risultato di politiche basate sull'individuo o sulla famiglia.
Citazione di: bluemax il 16 Maggio 2018, 10:18:27 AM
Continuo dicendo che nel fiorentino ho conosciuto una ragazza marocchina (molto carina) [A parte il fatto la pretesa di conversione alla sua religione che non accetto] e sue amicizie.
Incuriosito sono entrato in contatto con la loro cultura. Ho conosciuto amichE, amici, parenti, fratelli e sorelle.
Beh... in poche parole il loro RUOLO di donna è PRETESO da questa cultura e non come molti dicono IMPOSTO. Il velo la donna lo vuole portare.
Per le ragazze l' UOMO non deve essere un "finocchietto occidentale" (parole loro :D )
[PS. Nel fiorentino finocchio identifica un omosessuale o effemminato]
Il problema non è se la donna vuole portare il velo, il problema nasce se la donna non lo vuole portare.
Il problema non è se la donna vuole un maschio dominante, il problema nasce se la donna non vuole un maschio dominante.
Spero che sia chiara la differenza. Sulla base di questa differenza amo la mia civiltà, cultura Occidentale "femminilizzata" o "effeminata" rispetto alle altre culture.
Ami la nostra "civiltà"? Io non molto, a dir la verità. Nella cosiddetta "civiltà occidentale" le donne sono sin troppe sfacciate, provocanti, spregiudicate, spesso cambiano i ragazzi e li "usano" a loro piacimento come se fossero vestiti da indossare quando a loro fa piacere e da gettar via se non le soddisfano più. Alcune si prostituiscono letteralmente solo per avere una ricarica del cellulare, per pagarsi gli studi o semplicemente perché cercano mezzi di guadagno facili! E' una libertà che equivale a licenza. Se questi sono gli effetti della libertà, preferisco semmai la donna marocchina con tanto di velo, mi dispiace ma è così.
Citazione di: Socrate78 il 16 Maggio 2018, 11:10:36 AM
Ami la nostra "civiltà"? Io non molto, a dir la verità. Nella cosiddetta "civiltà occidentale" le donne sono sin troppe sfacciate, provocanti, spregiudicate, spesso cambiano i ragazzi e li "usano" a loro piacimento come se fossero vestiti da indossare quando a loro fa piacere e da gettar via se non le soddisfano più. Alcune si prostituiscono letteralmente solo per avere una ricarica del cellulare, per pagarsi gli studi o semplicemente perché cercano mezzi di guadagno facili! E' una libertà che equivale a licenza. Se questi sono gli effetti della libertà, preferisco semmai la donna marocchina con tanto di velo, mi dispiace ma è così.
Nella famiglia tradizionale c'è una serva al servizio della famiglia e uno schiavo della società.
Nella società moderna non c'è nessuno che fa servizio alla famiglia e ci sono due schiavi della società.
la nostra società occidentale invece preferisce avere 2 schiavi lavoratori: doppi soldi, doppie cazzate da comprare, no tempo per i figli, no tempo libero, necessità di subappalatare il lavoro che una madre dovrebbe fare a babysitter, servizio pulizie, asili o simile... il PIL aumenta e il benessere scende.
Penso che le donne hanno abdicato al loro ruolo naturale che è quello di madri.
E la cosa grave è che non se sono accorte!! È per questo che sono iperstressate nevrasteniche e soprattutto depresse.
Gli uomini invece di solito se sono depressi è per il motivo opposto: una compagna che non vuole fare il ruolo che la natura gli ha affidato, oppure perchè non riescono a mantenere la famiglia (Le separazioni e relativi furti sono un capitolo a parte)
Citazione di: baylham il 16 Maggio 2018, 10:42:40 AM
Citazione di: InVerno il 16 Maggio 2018, 10:16:25 AM
Citazione di: Jacopus il 15 Maggio 2018, 22:57:19 PMChe agli uomini dia fastidio perché così devono pensare anche loro a rammendare la camicia, o preparare il pasto o cambiare il pannolino, mi sembra questo davvero stupido e degno di un paese culturalmente arretrato, come del resto in parte ancora siamo.
A me invece questo ricorda la bufala del secolo (sulle donne) ovvero che badare all'ecosistema familiare ("focolare") e curarsi dei propri cari ("rammendare la calza") sia attività deprecabile in confronto al modello di donna in tailleur in volo su Taipei per comprare dei bond.. Bellissima storia che ha raddoppiato la forza lavoro, buttato i bambini negli asili, i vecchi negli ospizi, e depredato le famiglie del proprio senso, oltre che aver precarizzato economicamente. Non è una questione di genere, come dimostrano i "mammi" (perchè i papà virtuosi devono essere chiamati mammi?) dei paesi nordici in grande crescita, che lasciano la sfavillante carriera alla compagna, e decidono di crescere i figli, ritenendola attività maggiormente degna. In attesa che anche le donne facciano la loro sbornia di potere e tornino coi piedi per terra, alle cose che contano davvero..
Raddoppiare la forza lavoro, l'istituzione degli asili e delle case di riposo, sono, secondo me, fatti positivi e non negativi. Significa fare affidamento sulla comunità e non sulla famiglia, più o meno allargata. La precarizzazione, al contrario, è il risultato di politiche basate sull'individuo o sulla famiglia.
L'istituzione di essi non è negativa di per se, è negativo il fatto che le persone della famiglia non abbiano più la liberta di badare ne ai figli ne agli anziani, perchè devono correre a timbrare qualche cartellino (eh, perchè il raddoppio della forza lavoro avrà fatto bene al pil, ma ora servono minimo due stipendi - dove è finito il potere di acquisto?). I bambini purtroppo non si possono lamentare di ciò, ma un vecchio in un ospizio (esclusa la libera scelta e\o la necessità assoluta, come è sempre stato) te lo dice volentieri se vive meglio in un ospizio o a casa, con qualcuno che lo ama e che bada a lui (maschio o femmina). Se il benessere dell'individuo è prioritario, la discussione finisce qui. A me piacerebbe che fossero libere scelte, ma non lo sono più sono sistematicamente demandate alla comunità, e chi non si può permettere ciò ovviamente finisce nella melma, come sempre più spesso accade a chi rimane fuori dall'asilo o non può pagare la badante. I costi moltiplicano, e spesso è lo stato a non "poterselo permettere più" e una bella serie di casi limite e disumani accadono ogni giorno.
Io ritengo che queste istituzioni di per sè abbiano origine per venire incontro alle esigenze di tutti coloro, donne e uomini, che non limitano la propria realizzazione all'accudimento famigliare, ma la estendono anche oltre e non solo a questo ambito, ma a un ambito lavorativo esterno alla famiglia. Ora, mi sembra quantomeno riduttivo pensare che tutte le donne possano realizzare sè stesse come madri, mogli etc, ci sono donne che si sentono e sono realizzate nell'espetare e vi vere questi ruoli, altre che si realizzano in ruoli diversi, altre che realizzano sè stesse sia come madri che come lavoratrici al di fuori della famiglia. Dove per lavoro non intendo ridurlo al timbro di un cartellino.La scelta non è libera? A volte sì e a volte no.
Il posto che che le donne - ogni donna - intendono ritagliarsi nella società e, in primis nella propria vita, mi auguro abbiano come base la realizzazione di sè e l'opportunità e il diritto e il dovere di combattere per attuarla, parimenti a ogni uomo.
La sensazione leggendo questo topic è che sotto una veste critica riemerga l' antica tendenza a voler decidere quale sia il posto degli altri.
Citazione di: Lou il 16 Maggio 2018, 19:26:29 PM
Io ritengo che queste istituzioni di per sè abbiano origine per venire incontro alle esigenze di tutti coloro, donne e uomini, che non limitano la propria realizzazione all'accudimento famigliare, ma la estendono anche oltre e non solo a questo ambito, ma a un ambito lavorativo esterno alla famiglia.
Ecco... questa frase secondo me è molto importante...
sono le ESIGENZE che sono state, volutamente aggiungo, ad essere state cambiate... ESIGENZE che vedono denaturalizzare sia l'uomo che la donna.
Alla seconda è stato insegnato che esiste qualcosa di più importante dei propri figli, della propria famiglia, del proprio essere...
molto spesso questo qualcosa è semplicemente eggettistica.
Parlo di sovraesposizione alle illusioni...
Le esigenze cambiano e divengono continuamente, non restano fisse nel tempo poichè sono risultanti da i soggetti, le condizioni, i limiti , le opportunità, l'ambiente, la società e una miriade di ingredienti che decostruiscono ogni pretesa di mantenere fissa una presunta naturalità di ruoli. Non ritengo che sia stato insegnato che esiste qualcosa di più importante dei figli, piuttosto è emerso il desiderio sommerso - questo sì per secoli da volontà altrui, in parte condizionato e in parte incondizionato, che orienta le volizioni di molte donne a divenire tali ed esprimersi e realizzarsi nel mondo, nella società e nella storia con un minimo di libertà spesso sottratta, non solo nell'espilicitare e vivere attivamente il ruolo di madri, ma anche ad avere una voce in altri ambiti da cui per lungo tempo sono state escluse essendo considerati prerogativa maschile: parlo della politica, della possibilità di studiare, di scegliere da sè il proprio percorso esistenziale e tentare di affermarlo, di non essere relegate all'illusione d'altri che ne fanno oggetti passivi e non soggetti con volontà e desideri e voci proprie, essendo stati soggetti a cui spesso la storia non ha dato voce, considerate difettose, incapaci, stupide illuse :P secondo una lunga tradizione religiosa, filosofica e, in senso ampio, culturale dove la stessa rappresentazione e narrazione delle donne è stata fatta da uomini, non da sè stesse, tranne rare eccezioni etc.
Premetto che non ho letto gli ultimi interventi.
Nel mio primo commento stavo per evidenziare il forte, profondo e soffocato maschilismo di Bluemax che vorrebbe nascondere, ma a tratti esplode evidentissimo. Sono anni che sostengo che noi in Occidente siamo riusciti ad emancipare la donna ma non l' uomo. In molti uomini europei è rimasto tutt'oggi un nascosto sottofondo maschilista e misogino e ciò è dovuto al fatto che non si è completato il processo di emancipazione, non c'è stato il passo successivo: all'emancipazione della donna doveva seguire l'emancipazione dell'uomo, con un lavorio continuo su sé stesso e con tutte quelle attività sociali e culturali per educare anche gli uomini ad emanciparsi dai loro pregiudizi e schemi mentali; questo purtroppo non è avvenuto, per cui oggi ci ritroviamo con tanti uomini incapaci di confrontarsi con le donne, arrivando quindi anche alla violenza. Non solo. Purtroppo con l'arrivo in massa di uomini e donne di culture molto differenti dalla nostra cioè di cultura supermaschilista e ultramisogina derivante in massima parte dalla mentalità islamica, non solo rende complicato e molto piú difficile l'integrazione di questi stranieri con cui siamo costretti a convivere, non solo rende piú difficile il completamento dell'emancipazione nel rapporto civile tra uomo e donna che avevamo intrapreso, ma stiamo rischiando una nostra pericolosa involuzione. Lo dimostra sempre Bluemax quando, evidentemente non realmente pronto ad assimilare l'emancipazione della donna occidentale, si appella e si rifugia nella sventurata ed arretrata sorte di molte donne di cultura islamica. (Mi sto interessando ed informando molto sullo sviluppo dell'islam in Italia e in Europa, e ciò che sto apprendendo non è affatto tranquillizzante, credetemi).
Per esempio, a parte il fatto che non c'è tanta differenza tra PRETENDERE e IMPORRE il velo, ma spesso viene proprio IMPOSTO con la violenza. So che molte donne dichiarano che è una loro scelta, certo, ma il buon maschilista occidentale che apprezza una certa cultura non si chiede perché una donna dovrebbe "scegliere" spontaneamente di coprirsi, imbacuccarsi, anche d'estate "spontaneamente"? Non si chiede come mai per la donna si PRETENDONO tanti sacrifici e abnegazione verso l'uomo. Non sfiora minimamente il dubbio che, dietro l'ipocrisia di voler "proteggere" la donna non ci sia in realtà una profonda convinzione di inferiorità di questa per sottometterla all'uomo? Per la sostanziale paura che questi uomini hanno della donna. Buemax scrive: "Secondo loro, la nostra cultura è destinata a morire perchè non coerente con le leggi naturali che bilanciano il tutto da sempre."
Infatti tutti i paesi islamici sono molto piú avanti di noi, da loro prospera benessere sia materiale, culturale che spirituale, continua crescita, emancipazione, diritti umani, felicità, democrazia e libertà.
È la LORO cultura che in realtà "è già morta" da secoli e non se ne accorgono neppure.
Sono convinta che la nostra cultura sia certamente destinata a morire se assimileremo la loro cultura e ci lasceremo imporre la loro mentalità.
L'Occidente attualmente è in crisi, non c'è dubbio, ma è una crisi di crescita. Una crisi causata anche dall'americanizzazione dell'Europa.
È avvilente che un uomo occidentale debba scrivere nel 2018 che "Da troppi anni vi è un continuo, assillante, perpetuo bombardamento su ogni tipo di MEDIA dove la donna deve essere quel che non puo' essere."
Siamo a posto. Stiamo già sulla via del declino... se, se... come occidentali, non sapessimo trovare gli anticorpi a questa malattia autodistruttiva che ci sta invadendo. Io credo di far parte dell'Occidente sano, dei suoi anticorpi che lotteranno affinché la cultura occidentale non muoia per crisi e delirio autolesionistico e conseguente suicidio. Infatti sono sostenitrice del PAI, Partito Anti Islamizzazione italiano. Sono anni che io e altri miei collaboratori e sostenitori dell'antislamismo stiamo lavorando per costituire un'associazione, un movimento politico e culturale che si occupi di rafforzare il sistema immunitario dell'Occidente; per contrastare il pericolo di una disastrosa 'involuzione di cui noi donne saremmo ancora una volta le vittime dacrificali. Grazie anche a noi è potuto nascere il PAI.
È TERRIBILE quello che sto leggendo in questo topic, e non solo da Bluemax, a dimostrazione del pericolo involutivo a cui stiamo andando incontro, e che occorre prendere sul serio provvedimenti. Mi auguro che ciò faccia riflettere Jacopus e che finalmente possa comprendere che ho forse ragione, e del perché sono contro l'immigrazione incontrollata, perché sono contro il "multiculturalismo", che da noi significa almeno così come lo stiamo realizzando, arretramento della nostra cultura. Non dunque per un supposto "razzismo" o per un'immaginaria "xenofobia"; il problema purtroppo è serio ed è molto piú profondo e complesso di quanto possa superficialmente sembrare.
Citazione di: Elia il 21 Maggio 2018, 12:20:59 PM
Premetto che non ho letto gli ultimi interventi.
Nel mio primo commento stavo per evidenziare il forte, profondo e soffocato maschilismo di Bluemax
grazie :D
comunque volevo sottolineare il fatto che lo spunto è stato preso da testi moderni di antropologia e psicologia.
Quello scritto non è del tutto di Bluemax ma di una attenta riflessione sociologica e culturale su cui oggi molti stanno riflettendo :)
il testo da cui ho avuto spunto ad esempio è di una Certa (famosa ma defunta) Ida Magli (per giunta ex femminista )
ciao e grazie per il tuo intervento sinceramente fa riflettere :)
Citazione di: Lou il 21 Maggio 2018, 14:30:36 PM
Ida Magli offre prospettive e considerazioni interessanti, posto una una sua intervista v
https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/22/ida-magli-addio-io-destinata-alla-famiglia-ho-studiato-solo-perche-mio-padre-e-morto/2485249/
Ida Magli ha una personalità che è cresciuta nel tempo...
Come ben sai è una pentita femminista e negli ultimi suoi anni ha (secondo me sbagliando) con i suoi "articoli", chiesto più volte scusa al genere maschile riscoprendo non solo gli errori fatti dalle "donne" (notare la minuscola) moderne (ossia femministe) ma ha riscoperto la purezza e la grandezza d'animo (parole sue) del genere maschile che le donne non potranno mai egualiare.
Sono fermamente convinto (forse anche alla filosofia di cui mi interesso) che il maschile DEVE rimanere maschile e non femminilizzarsi e viceversa il femminile rimanere tale e non invadere campi a lei non congeniali scimmiottando l'uomo che la rende una caricatura di se stessa.
Detto questo gli ultimi articoli (come i primi che ho letto con interesse quanto gli ultimi) sembrano voler comunicare come vi sia stata una evoluzione culturale e spirituale dell'antropologa...
Sicuramente è una filosofa che ha cambiato idee e posizioni nel tempo, senza dubbio.
Bluemax, non sono femminista e non ho mai condiviso tutte le loro idee. Il femminismo non mi piace perché ha mascolinizzato la donna assimilando i difetti degli uomini anziché elevare tutte le caratteristiche della femminilità e farle rispettare, le ha messe invece in ridicolo.
"L'attenta riflessione sociologia e culturale su cui oggi molti stanno riflettendo", la conosco bene, e ti assicuro che sono riflessioni anche contro l'islamizzazione.
Quello che hai riportato di Ida Magli sono solo piccole parti estrapolate dal suo pensiero. Ida Magli, come anche Silvana De Mari (che fa parte di quel movimento di attuale riflessione sociologica e culturale) sostengono che l'uomo debba rimanere uomo, nella sua mascolinità e che la donna debba rimanere donna nella propria femminilità. Che anche i rispettivi ruoli debbano essere distinti e non competitivi tra loro. Ma tutto questo nella piena libertà di scelta. Se una donna è dotata di una predisposizione per esercitare una professione o un mestiere più adatto solitamente agli uomini, ad esempio vuole fare il camionista od entrare nell'Esercito, lo fa, deve poterlo fare senza problemi ed ostacoli di sorta. Se una donna invece desidera dedicarsi alla famiglia, ai lavori domestici e all'accudimento e all' educazione dei figli, per scelta, deve poterlo fare senza essere o sentirsi svalutata e mortificata. Per questo ritengo che il lavoro di casalinga dovrebbe essere retribuito. Definire un uomo emancipato e rispettoso della donna un "finocchietto", scusa, ma solo una marocchina di cultura islamica poteva dirlo. Si tenessero in tutta libertà i loro uomini rudi e maleducati verso le donne e, per me possono tornarsene nei loro paesi di origine, veloce veloce.
La famiglia è entrata in crisi non per la dovuta emancipazione della donna bensì per la competizione e conflittualità che è sorta tra uomo e donna. Anche l'eccessiva (e sottolineo 'eccessiva') liberazione sessuale e la troppa facilità con cui si ottiene il divorzio ha contribuito allo sfascio della famiglia.
L'uomo deve rispettare e farsi rispettare dalla donna.
Ma l'uomo che cammina sempre avanti alla donna "in segno protezione" come se portasse un cagnolino al guinzaglio, per me se ne può tornare veloce veloce in Giappone.
Citazione di: Elia il 21 Maggio 2018, 15:26:52 PM
ad esempio vuole fare il camionista od entrare nell'Esercito, lo fa, deve poterlo fare senza problemi ed ostacoli di sorta.
Sono perfettamente d'accordo con tutto quel che hai scritto.
Ho evidenziato finalmente un punto (a mio avviso) molto molto interessante... sul "LO FA".
quel "LO FA" secondo me è una forzatura, una cosa INDOTTA, una sorta di lavaggio del cervello che, ahime, negli anni ha visto sempre più donne considerare il proprio ruolo di MADRE, COME UN QUALCOSA di cui vergognarsi da abbandonare, da EVITARE con ogni mezzo.
La riflessione dovrebbe, secondo me, focalizzarsi molto su quel "lo fa".
Come detto ho una personale convinzione. Cosa che ha distrutto la società in ogni sua forma. Dalla famiglia in primis ad una o piu' generazioni in toto. Per questo motivo TEMO che la nostra società sia arrivata al capilinea. Mi ripeto ma...
Nella famiglia tradizionale c'è una serva al servizio della famiglia e uno schiavo della società.Nella società moderna non c'è nessuno che fa servizio alla famiglia e ci sono due schiavi della società.Il "capitalismo" (notare virgolette in quanto non si tratta di questo) invece preferisce avere 2 schiavi lavoratori: doppi soldi, doppie cazzate da comprare, no tempo per i figli, no tempo libero, necessità di subappalatare il lavoro che una madre dovrebbe fare a babysitter, servizio pulizie, asili o simile... il PIL aumenta e il benessere scende.Penso che le donne hanno abdicato al loro ruolo naturale che è quello di madri.E la cosa grave è che non se sono accorte!! È per questo che sono iperstressate nevrasteniche e soprattutto depresse.Gli uomini invece di solito se sono depressi è per il motivo opposto: una compagna che non vuole fare il ruolo che la natura gli ha affidato, oppure perchè non riescono a mantenere la famiglia (Le separazioni e relativi furti sono un capitolo a parte) detto questo sarebbe anche opportuno ANALIZZARE quel "LO FA" e capire se non sia un "GLI E' STATO DETTO CHE MEGLIO FARLO". non a caso oggi le "mamme" combattono piu' per avere asili nido dove parcheggiare i propri figli (ormai percepiti come un peso) che invece combattere per il proprio ruolo NATURALE (e nobile aggiungo). E gli uomini adoperarsi per RECLAMARE una condizione tale per poter ASSISTERE e PROTEGGERE la propria famiglia come da tempo memorabile. grazie per l'intervento... :)
Ma come puoi generalizzare così dicendo che oramai le donne percepiscono i propri figli come un peso?
Citazione di: Lou il 21 Maggio 2018, 16:15:51 PM
Ma come puoi generalizzare così dicendo che oramai le donne percepiscono i propri figli come un peso?
Generalizzare ha un suo significato ben preciso. Oggi percepito come ERRORE DI VALUTAZIONE mentre in realtà identifica un FENOMENO.
Beh... per quanto mi riguarda (vuoi quel che leggo su facebook, quel che sento in TV, quel che sento da mamme che conosco ecc... ecc... diciamo che GENERALMENTE il modo di vedere il proprio ruolo di MAMMA o meglio donna (notare la minuscola) è questo o meglio... quel che ho percepito.
Stai generalizzando in modo arbitrario e sconsiderato, [questo era il messaggio ben preciso (forza! Ma che l'hai capito invece di maestrare bacchettando in maiuscolo)], estendendo a una intera categoria una tendenza "per le mamme i figli sono un peso" che trova come sua fonte una tua percezione (e ferme convinzioni), basata per altro su social, tv e sentito dire.
Veniamo al "lo fa", ora se una donna vuole fare il politecnico? Non la femminista pentita o il camionista, ci può stare, va bene, sfascia la società se vuol fare e riesce a fare l'ingegnere e non la sarta o i ricami? Che dite mette i piedi in campi che non le competono? Non è nobile costruire ponti, arti artificiali etc?
Citazione di: Lou il 21 Maggio 2018, 17:13:03 PM
Stai generalizzando in modo arbitrario e sconsiderato, [questo era il messaggio ben preciso (forza! Ma che l'hai capito invece di maestrare bacchettando in maiuscolo)], estendendo a una intera categoria una tendenza "per le mamme i figli sono un peso" che trova come sua fonte una tua percezione (e ferme convinzioni), basata per altro su social, tv e sentito dire.
no scusami... il maiuscolo lo uso per richiamare l'attenzione su certe parole :) solitamente non riesco ad alzare la voce quindi per me il maiuscolo ha altra valenza ;)
volevo anche riportare il senso della mia
generalizzazione su dati statistici ben precisi a disposizione sul sito del ministero della pari opportunità che vede questo fenomeno (dove le donne preferiscono la vita lavorativa a quella di maternità con rispettivo calo delle nascite ed estinzione della famiglia) in rapida espansione
Ecco quindi che la generalizzazione a cui faccio riferimento era un dato relativo a questo fenomeno.
Da considerare inoltre che in passato (dove la famiglia vedeva l' uomo e la donna COLLABORARE invece che COMPETERE sullo stesso campo) mai una donna avrebbe mirato a fare la soldatA o la politicA o la sindacA ecc... ecc... come mai l'uomo avrebbe mirato ad essere un ballerinA o un sartA o un cuocA... se non negli ultimi anni dove tale cosa è non solo ampiamente accettata ma stranamente invogliata ;)
ecco il tutto (compresa la generalizzazione) era per pensare a tal fenomeno bizzarro che secondo me merita di qualche riflessione. L'uomo e la donna stanno perdendo della loro femminilità e mascolinità del loro essere diversi il tutto naturalmente accettato e... come si dimostra... difeso :)
ciao :)
Citazione di: Lou il 21 Maggio 2018, 18:08:00 PM
Veniamo al "lo fa", ora se una donna vuole fare il politecnico? Non la femminista pentita o il camionista, ci può stare, va bene, sfascia la società se vuol fare e riesce a fare l'ingegnere e non la sarta o i ricami? Che dite mette i piedi in campi che non le competono? Non è nobile costruire ponti, arti artificiali etc?
si... mette i piedi in campi che non solo non le competono...ma non ne è capace ;)
come viceversa l'uoma che vuole fare il mammo. Semplicemente non ne è capace ;)
ciao :)
;)
A dopo.
Bluemax. Nel passato la donna non collaborava: era semplicemente sottomessa. Come accade ora nei paesi islamici. In tutti questi discorsi ci vorrebbe maggiore coerenza.
Brevemente la storia di mia madre. Primogenita in una famiglia patriarcale. Sempre trattata come una serva e non come figlia. Dopo la V elementare viene ritirata dalla scuola mentre i suoi fratelli proseguono fino alle superiori (parliamo degli anni 60 dello scorso secolo). Si sposa e soffre per tutta la vita di crisi depressive che subiamo noi, figli e marito, del tutto innocenti rispetto a quel mondo patriarcale violento e maschilista. Capisci quanto, ai miei occhi, i tuoi discorsi siano falsi, magari con tutte le migliori intenzioni, ma falsi.
Jaco, Blue (ci) gioca la carta "conflitto" (in slang dicesi "mette le mani nel sangue"), artefatta a "collaborazione". Sono entrambe bare, ma nella loro barità ci stanno momenti verità. ( BLUE - ti urlo! ;)- non nei "big" (ahahah) dati del ministero o nel richiamo all'auctoritas di una femminista pentita, roba islamic e PONTIficazioni varie ed eventuali nostalgiche su capacità and so on..., questa è la purezza riflessiva che decanti?), sempre sussurrato con quell' affetto dal sapore retrò,
Lou