Il multiculturalismo è chiaramente un sistema di idee incoerenti, una degenerazione dogmatica della democrazia e della libertà di pensiero.
Relativizzare tutto induce a ostentare rispetto anche per tradizioni medioevali che non ne meritano affatto; e si giunge al paradosso di mettere in pericolo le tradizioni, i principi, i diritti e lo stile di vita propri della nostra identità. A mio avviso bisogna incominciare a dire NO: smettiamola di elargire supposte libertà e presunti diritti a chi non rispetta le leggi dello Stato; finiamola di legittimare comportamenti che negano i valori fondanti della società europea.
Il politicamente corretto deve avere un limite, deve finire. È comprensibile ed accettabile una buona diplomazia che riesca a mediare e rendere giusti ed equilibrati i rapporti tra le nazioni, ma il "politicamente corretto" che falsifica e inverte le cose, no, non è dignitoso, non può essere accettabile.
Vi è un limite oltre il quale la tolleranza cessa d'essere virtù.
(Edmund Burke)
Personalmente sono per la remigrazione e il ritorno della società monoculturale e monorazziale tollerante nel giusto grado ed inclusivamente integrante come era l'Europa di 60 anni fa.
Multiculturalismo, multirazzialità o meticciato ?
Il sostantivo "multiculturalismo" si può accettare col significato di partecipazione spontanea dei cittadini a più culture in un territorio oppure come imposizione culturale e politica erga omnes ?
Nell'ambito della sociologia per multiculturalismo s'intende l'orientamento politico e sociale che riconosce e rispetta l'identità linguistica, religiosa e culturale delle diverse etnie presenti in una nazione, ma non il meticciato della popolazione.
Le notevoli migrazioni non consentono nella maggioranza dei casi all'integrazione-assimilazione, non voluta da molti migranti, non gradita da migliaia di "indigeni".
La convivenza forzata di culture diverse può provocare conflitti, disordini sociali.
Negli Stati Uniti d'America, in Australia, in Canada il multiculturalismo, l'integrazione ha avuto successo ? Per quanto ne so mi sembra di no. In tali Stati le varie comunità convivono mantenendo la propria identità. Ci sono le cosiddette "minoranze" che non vogliono omologarsi o fondersi ad una cultura predominante, perdendo la propria identità.
In Europa la pressione dei migranti solleva domande che vanno oltre le risposte di ordine pubblico e del multiculturalismo, ormai in crisi con l'accelerazione della globalizzazione. Ci sono ideologie politiche che auspicano il meticciato di civiltà e culture.
Il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, recentemente ha pubblicato un suo libretto titolato: "Un mondo misto. Il meticciato tra realtà e speranza". In questo testo fa emergere quanto sia concreta la mescolanza di culture e fatti spirituali che si producono quando civiltà diverse entrano in contatto.
La dimensione religiosa, spesso guardata con sospetto od esclusa dallo spazio pubblico, costituisce, secondo Scola, un fattore determinante nella costruzione non solo del dialogo e dell'accoglienza ma della pacifica convivenza in grandi città e piccoli centri urbani.
Per i credenti Scola scrive: "Posti davanti alla sfida di una nuova interpretazione culturale della nostra fede, ci rendiamo conto che essa accadrà nell'orizzonte inter-religioso, inter-culturale e delle etiche sostantive".
Citazione di: Fharenight il 19 Gennaio 2017, 02:45:10 AMPersonalmente sono per la remigrazione e il ritorno della società monoculturale e monorazziale tollerante nel giusto grado ed inclusivamente integrante come era l'Europa di 60 anni fa.
Mi mette paura sentir parlare di "monocultura" e/o di "monorazza" (se pur tollerante); personalmente non auspico di tornare a quelle "nazioni" europee che ci hanno regalato 2 guerre mondiali.
La monocultura e' tipica di un sistema dispotico, mentre le tematiche monorazziali ricordano qualcosa di tremendo accaduto nel secolo scorso.
Nessuno (e niente) potra' fermare i flussi migratori che saranno sempre piu' intensi nei prossimi decenni, quindi dovremmo imparare a convivere con culture diverse ed etnie diverse (mi disgusta parlare di razze: sarebbe piu' giusto parlare di "varieta", perché la razza e' unica: homo sapiens sapiens), e accettare anche il mix di varieta' diverse (di nuovo: aberrante usare la parola "meticciato").
Eretiko ha scritto Citazioneaberrante usare la parola "meticciato"
Eretiko permettimi di dirti che il sostantivo "meticciato" non ha nulla di aberrante, è un tuo pregiudizio linguistico che sottende la tua ideologia, la quale ti fa caricare il lemma di significati che non ha. Meticciato indica un gruppo etnico o sociale composto da individui nati da genitori di razze diverse. La parola "meticciato" viene comunemente usata nei convegni. Come ho scritto nel precedente post anche il cardinale Scola ha usato la parola meticciato per titolare il suo saggio che fa emergere il possibile "sincretismo" tra culture e religioni quando civiltà diverse entrano in contatto. Scola afferma che la dimensione religiosa è determinante per il dialogo e la pacifica convivenza in grandi città e piccoli centri urbani. Questo cardinale è consapevole che anche il cristianesimo andrà incontro ad una nuova interpretazione culturale. L'immigrazione e la declinazione del rapporto con l'Islam stanno scardinando il sistema politico e alcuni valori delle società occidentali. C'è un tratto comune in quanto avvenuto in occasione delle elezioni in Austria, Germania, Italia e pure negli Stati Uniti, un Paese nato sull'esperienza dell'immigrazione e sulla mescolanza di diverse etnie e razze.
Certo, la famosa unità culturale Italica, cosi pateticamente inesistente che i nostalgici di turno invece che addurre motivazioni millenarie parlano degli anni 60 (giustamente prima nemmeno si parlava una singola lingua). Riguardo ai "meticci" , forse non lo sapete, ma agli uffici immigrazione americani dell'inizio secolo gli Italiani non erano considerate dei bianchi (riservato solo ai sassoni e ai wasp) ma nella migliore dei casi meticci, e spesso anche negri o "almost nigga" - "guinea". Consolatevi, negri lo siam stati tutti. Poi la comicità insita nel "in Australia \ America \ Canada il multiculturalismo non ha avuto successo".. ma ci credete davvero a ste cose? Il cardinale Scola si preoccupi del "meticciato religioso" che ha generato la sua Chiesa nel continente americano prima, e in quello africano recentemente. Cos'è, la Chiesa può esportare culture ed esprorpriare delle proprie tradizioni interi continenti, ma non può riceverne? Siamo alle comiche se non fosse che stessimo parlando di razzismo\suprematismo bello e buono.
Citazione di: altamarea il 20 Gennaio 2017, 08:56:40 AM
Eretiko permettimi di dirti che il sostantivo "meticciato" non ha nulla di aberrante, è un tuo pregiudizio linguistico che sottende la tua ideologia, la quale ti fa caricare il lemma di significati che non ha.
Vero, lo ammetto: e' un mio "pregiudizio linguistico" (scusa: ma quale ideologia dovrebbe sottendere?), cosi' come ho il pregiudizio linguistico nei confronti della parola "razza" (in termini biologici 2 distinti individui appartengono a razze diverse se una loro eventuale prole non puo' riprodursi per via sessuale). E il pasticcio, prima scientifico e poi linguistico, e' proprio causato dall'utilizzo combinato delle parole "meticcio" e "razze".
Citazione di: altamarea il 20 Gennaio 2017, 08:56:40 AMScola afferma che la dimensione religiosa è determinante per il dialogo e la pacifica convivenza in grandi città e piccoli centri urbani.
Invece io ho l'impressione che la religione sia uno degli ostacoli ad una pacifica convivenza. Il fatto che molti in Italia, quando parlano di "cultura", si riferiscano essenzialmente alle (nostre) tradizioni religiose, conferma questo mio dubbio.
Citazione di: altamarea il 20 Gennaio 2017, 08:56:40 AML'immigrazione e la declinazione del rapporto con l'Islam stanno scardinando il sistema politico e alcuni valori delle società occidentali.
A me non sembra ci sia in atto alcun scardinamento politico e/o di valori causato dagli immigrati, ma forse non sono in grado di osservarlo. Mi potresti fare qualche esempio concreto?
Eretiko ha scritto:
CitazioneA me non sembra ci sia in atto alcun scardinamento politico e/o di valori causato dagli immigrati, ma forse non sono in grado di osservarlo. Mi potresti fare qualche esempio concreto?
L'esempio concreto l'ho scritto nel precedente post elencando le nazioni in cui l'elettorato sposta i suoi voti verso la "destra". Inoltre, gli attentati terroristici in Europa segnano lo spartiacque nella percezione di tanti europei delle comunità musulmane. Il concetto di "nemico in casa" è un concetto spartiacque perché ha portato non solo il terrorismo contro quelli che potevano essere degli obiettivi selezionati, ma anche il terrore nelle nostre vite ordinarie: strade, bar, teatri, alimentando le paure in maniera esponenziale. Scardinando in tal modo i valori della tolleranza, della solidarietà, della convivenza, della pace.
Pero' se l'elettorato vota le destre piu' becere non e' colpa degli "immigrati" tout-court. Ovvio che se qualcuno alimenta le paure delle persone, poi quel qualcuno prima o poi "incassa" il premio elettorale. La mia sensazione e' che ci sono motivazioni piu' profonde e variegate per spiegare la vittoria di certa destra in Europa.
Riguardo al terrorismo sembra fin troppo facile e banale l'equazione "immigrato=islam=terrorista", almeno per 2 motivi:
1) talvolta il terrorista e' cittadino di un paese europeo.
2) il motivo religioso appare spesso soltanto un pretesto per dare un substrato ideologico all'azione.
Se questo rischia di scardinare i valori di solidarieta' e tolleranza della nostra societa' forse accade perché il nostro tessuto sociale e' fragile, o forse perché in partenza non e' cosi' diffusamente permeato di questi valori.
tra "multiculturalismo" e "multirazzialità" c'è secondo me una distinzione netta e fondamentale. La cultura non coincide con la razza. Per razza andrebbe intesa l'unità di un ceppo biologico, che si manifesta attraverso caratteri fisici che si ereditano geneticamente (colore degli occhi, della pelle, taglio degli occhi...), mentre la cultura è un complesso di oggetti prodotti dalla libertà spirituale degli individui appartenenti a una certa comunità di popolo. Quindi la razza (o l'etnia) è un concetto meramente materiale e biologico, mentre la cultura è un fatto spirituale perché può solo essere un prodotto di persone dotate di libero arbitrio, capaci, in nome di tale libero arbitrio, di andare al di là dei contenuti, delle idee che vengono ricevute nell'ambiente familiare, l'ambiente che si condivide con dei nostri compagni di etnia, criticali, metterli in discussione, cosicché i modi con cui il singolo diviene soggetto culturale non coincidono con i modi inculcatigli all'interno dell'etnia di partenza. Un ebreo di sangue può tranquillamente, in linea teorica, venendo a contatto con altre culture, sviluppare un senso di appartenenza culturale assolutamente distinto dall'ebraismo, rinunciando ad esempio alla fede abramitica, convertendosi ad una nuova religione, sostituire l'uso della lingua ebraica con la lingua socialmente dominante nella cultura a cui decide di aderire, adottando diversi usi, costumi, riti... Ciò attiene alla sua libertà. Come si evince da ciò la cultura è un fatto dinamico, aperto alla luce della libera creatività degli individui e non si identifica con la trasmissione dei caratteri biologico-etnici, che si tramandano in modo estremamente più statico.
Detto questo, personalmente non avrei nulla contro la società multietnica (la convivenza di persone che differiscono solo per tratti fisici) mentre riconosco i rischi della società multiculturale, una società dove si trovano a convivere persone con diverse visioni del mondo, diversi sistemi di valori, cioè l'espressione della spiritualità delle persone. Ovviamente non tutti i sistemi di convinzioni morali sono tra loro conciliabili e compatibili e il rischio di una frantumazione dell'omogeneità valoriale come collante di una società c'è. Ma, in virtù del principio di dinamicità, cioè della trasformabilità delle culture, una pacifica convivenza non è impossibile, e il dialogo interculturale serve proprio a vagliare i margini di tale possibilità. Ci sono rischi ma anche opportunità. A me pare che su tale tema i due estermismi, la xenofobia dell'estrema destra e dei leghisti, e l'eccessivo ottimismo di certe frangie della sinistra sulla multiculturalità siano approcci evidentemente antitetici, eppure, in modi diversi finiscono paradossalmente col fondarsi sullo stesso errore, proprio la confusione tra "multirazzialità" e "multiculturalità". Da un lato la destra confonde le culture con le etnie, proiettando sul suo concetto di "cultura" la staticità propria dei caratteri fisici e biologici della razza, considerando la cultura come un sistema chiuso, e dunque vede la preservazione dell'identità culturale di un popolo come aprioristicamente escludente la possibilità di un contatto con culture diverse, viste necessariamente come ostili, distruttrici della nostra, di fronte a cui occorre barricarci il più possibile, dall'altro la sinistra confonde le differenze culturali (che riguardano le differenti sensibilità valoriali) con differenze etniche (di per sé riconoscibili come fra loro compatibili all'interno di una stessa società, alla luce del fatto che la personalità di un uomo non coincide con il colore della pelle) e deduce dalla assoluta compatibilità tra le seconde, l'assoluta compatibilità tra le prime, sottovalutando i rischi presenti nel cercare di integrare nella stessa società persone con differenti concetti di "bene", "giustizia", "libertà" ecc., che in realtà non sono certo riducibili a mere differenze esteriori, costituendo la molla motivazionale delle azioni sociali
Esatto, Altamarea. Alla fine il risultato sarebbe un meticciato non solo di etnie, ma anche di culture che porterebbe ad un appiattimento culturale ma anche ad un sovrappopolamento di determinate zone .
La situazione assurda che stiamo vivendo è che non si tratta piú di rispettare le altre culture, ma di ridimensionare o sopprimere la cultura indigena a favore delle altre, di qualunque altra, senza discernimento.
Non solo, si sta assistendo addirittura allo scenario assurdo, ingiusto, per cui le stesse istituzioni favoriscono economicamente, lavorativamente e nell'assistenza sociale, sempre più gli stranieri, chiunque essi siano, anche coloro che si macchiano di reati o che non mostrano rispetto della cultura e delle leggi di chi li ospita.
Se un italiano e uno straniero litigano fino a finire all'ospedale o uno dei due all'altro mondo, viene denunciato, arrestato, punito, sbeffeggiato più facilmente l'italiano e tacciato pure di razzismo. Tutto questo sta stancando.
Questa situazione sociale voluta dai poteri dominanti che per loro interessi portano avanti senza alcuno scrupolo e senza preoccuparsi minimamente delle ripercussioni a medio e lungo termine,
non può continuare ancora per molto, deve finire.
Più di una volta qualcuno su questo forum mi ha chiesto quale programma proporrei. Ecco per esempio alcuni punti fondamentali di un programma politico che condivido con alcuni movimenti, come Generazione Identitaria, che non sono affatto né nazisti né xenofobi o quant'altro si inventano gli attuali poteri fortie che di certo non piacerà a qualcuno, ma è una realtà di fatto esistente ed è bene prenderne atto:
-Espulsione automatica e divieto perpetuo di ritorno sul suolo nazionale italiano di cittadini stranieri che si siano macchiati di reati gravi.
-Istituzione di accordi con i Paesi d'origine che prevedano, per i rei, l'esecuzione della pena nei Paesi d'origine.
-Revoca della cittadinanza italiana per ex-cittadini stranieri che si siano macchiati di reati di qualsiasi tipo negli ultimi dieci anni.
-Creazione di un fondo destinato alla Remigrazione, e lancio di una campagna di sensibilizzazione che inciti gli immigrati a ritornare nei Paesi d'origine.
-Creazione di un Alto Commissariato per la Remigrazione.
-Accordi con i Paesi della sponda sud ed est del Mediterraneo, finanziando misure atte a contrastare l'immigrazione.
-Uscita dall'area Schengen.
-Istituire fondi che implementino lo sviluppo dei Paesi d'origine degli immigrati, ad esempio aiutando le strutture universitarie di quei Paesi con nuovi progetti di ricerca e con la formazione di nuovi docenti in università europee..
-Pena detentiva, senza sconti, per datori di lavoro che assumano immigrati non regolari, con aggravio della pena nel caso tali immigrati siano retribuiti inferiormente ai lavoratori italiani.
-Fine delle sovvenzioni per le associazioni che sostengono pubblicamente l'immigrazione clandestina e inasprimento delle pene per il reato di favoreggiamento all'immigrazione clandestina.
-Divieto di costruire moschee utilizzando fondi provenienti sia da fonti estere, sia dal pubblico erario italiano.
-Divieto di costruzione di minareti e obbligo per gli imam a tenere sermoni esclusivamente nelle lingue ufficiali all'interno della Repubblica Italiana.
-Divieto di qualsiasi tipo di velo (chador, niqab, burka) su tutto il territorio nazionale italiano.
-Scioglimento di tutte le associazioni islamiche che abbiano comprovati legami con strutture terroristiche o para-militari in Italia ed all'estero.
-Messa fuori legge della macellazione halal e istituzione di una tassa su tutti i prodotti halal provenienti dall'estero, destinando i proventi di quest'ultima alle associazioni di tutela degli animali.
-Lotta senza quartiere alla segregazione etnica nei quartieri delle città e dei piccoli centri italiani.
Eretiko, non si dovrebbe parlare sotto l'impulso della propria ideologia, ma con cognizione di causa.
Sono 70 anni che questo Paese viene in modo più o meno diretto governato dalle politiche di sinistra, adesso eterodiretto anche dall'UE, ma la vostra ossessione è sempre e solo il fascismo, di cui non ricordate/conoscete null'altro che gli aspetti meno amministrativi e più dittatoriali, legati alla guerra e all'alleanza con i tedeschi. Diamine, sono passati 70 anni, tante cose sono letteralmente cambiate, oggi poi si prospettano scenari apocalittici e voi siete rimasti accecati ancora dall'idea e dalla paura delle scorse guerre mondiali?
L'accoglienza diffusa senza fermare gli ingressi vuol dire un'Italia cancellata in pochi anni.
È il sogno segreto della sinistra per illudersi di governare ancora a lungo termine grazie alle nuove masse di semianalfabeti e ignoranti che stiamo accogliendo e che abbasseranno di molto il costo del lavoro; ma è anche il sogno segreto dell'UE che altro non è che un accentramento di potere neoliberista che, all'insegna della rimozione degli stati nazionali e sovrani, è intenta ad eliminare facilmente tutti quei diritti sociali (conquistati in 150 anni di dure lotte) mediante l'imposizione del mercato unico.
Pensi davvero che la mescolanza forzata di etnie (o razze; smettiamola con l'ipocrisia; ti ricordo che sui referti medici si scrive ancora: di "razza caucasica") che si concretizza nelle società multirazziali/multiculturali sia la soluzione per evitare altre guerre? Vediamo invece che sono l'humus per nuove povertà, degrado e nuovi conflitti sociali.
L'Italia come l'Europa intera è nelle mani delle sinistre, la dimostrazione più evidente è che ciò che resta del'ideologia di sinistra ormai è solo fallimentare e produce solo danni.
Italiani in tenda nella neve, o per terra in ospedale. Stranieri coccolati con le tasse di chi si suicida.
Così siamo schiaffeggiati da Giuda.
E basta anche con i contorti ragionamenti per cercare di eliminare la parola "razza" per eliminarne il concetto. Le differenze ci sono tra gli uomini, tra gli animale e tra le piante, ed è bello che ci siano, come ho già detto, sui referti medici si scrive ancora: di "razza caucasica".
Certo, hai detto bene che la religione sia uno degli ostacoli ad una pacifica convivenza, non tanto per causa nostra ma per i "fedeli" di qualche altra religione che di religioso ha ben poco.
Eretico dice: "Il fatto che molti in Italia, quando parlano di "cultura", si riferiscano essenzialmente alle (nostre) tradizioni religiose, conferma questo mio dubbio."
Ecco che si palesa la forma mentis dettata dalla tua ideologia; quel "nostre" messo tra parentesi poi dimostra pure un nauseante snobismo.
In Italia, quando parliamo di cultura, parliamo di CULTURA in senso pieno e vasto, e non come intendi tu secondo la tua malsana ideologia.
Eretiko dice: "A me non sembra ci sia in atto alcun scardinamento politico e/o di valori causato dagli immigrati, ma forse non sono in grado di osservarlo. Mi potresti fare qualche esempio concreto?"
Se incomincerai a ragionare con la tua testa forse ti accorgerai della realtà del mondo attorno a te.
Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti e ne sono pieni le pagine dei giornali, telegiornali e web.
Le "paure" non sono alimentate dalle destre. Semmai le destre ascoltano i reali timori, i concreti malesseri, le preoccupazioni e la disperazione delle persone, specialmente le più vulnerabili, a cui cercano di dare voce, cosa che dovrebbe fare ma che non fa più la fallita sinistra. E quindi, sì, tutto il sistema messo in piedi da decenni (diciamo pure dal dopoguerra ad oggi, lentamente) dai poteri forti con l'approvazione delle sinistre ha reso fragile il nostro tessuto sociale e sta scardinando i valori di solidarieta' e tolleranza della nostra societa' .
Hai paura di sentir sentir parlare di "monocultura" e/o di "monorazza"? Non so quanti anni hai, ma così era l'Italia degli anni '50, '60, '70, '80 '90 e mettiamoci anche il primo decennio del 2000; non mi pare che eravamo razzisti, né avevamo un sistema dispotico (mi sembra dispotico l'attuale), né abbiamo regalato guerre.
Questa immane invasione doveva e deve essere fermata, per il bene di tutti. Si può fare, basta volerlo.
Non lasciatevi abbindolare dall'ideologia di sinistra, cercate il più possibile di ragionare col vostro cervello mettendo sempre in azione il pensiero critico, e non spaventatevi se vi ritroverete poi a pensarla come quelli "di destra". Non c'è più destra e sinistra, come dice Sgarbi, ormai è un mondo di mer*a, il potere si incarna in chi lo conquista e lo usa contro di te.
La bellezza della multirazzialità/multiculturalità è solo un'invenzione e tragica conseguenza della globalizzazione. Dovete capire che il mondo non lo si può migliorare basandosi su altre ingiustizie, su squilibri, sulle migrazioni di masse di disperati.
Il "cittadino del mondo" non è quell'ammasso di disperati che viene manovrato a piacimento e fatto migrare da un paese all'altro. Lavoro non ce n'è neppure per gli autoctoni e sarà sempre così anche per il futuro perché lo sviluppo tecnologico sottrarrà la necessità di avere un gran numero di lavoratori, non per niente in Occidente abbiamo imparato a mettere al mondo meno figli. Sveglia!!!!
Un Italiano che si lamenta dell'immigrazione è un Italiano che non conosce l'Italia, dovremmo essere noi i più vaccinati di tutti e invece a quanto pare non c'è proprio speranza per nessuno. Tutti cattolici e tutti pronti a sputare in testa ai poveri, tutti figli di emigrati e tutti pronti ad affondare i barconi, tutti diversi da quelli del "paesino di la" e poi terrorizzati dal diverso, tutti compatrioti dei mafiosi e tutti a parlare di terrorismo..Ma d'altro canto..http://www.huffingtonpost.it/2014/11/02/italia-prima-indice-ignoranza-ispos-mori_n_6089298.html
Citazione di: Fharenight il 22 Gennaio 2017, 17:33:25 PM
Eretiko, non si dovrebbe parlare sotto l'impulso della propria ideologia, ma con cognizione di causa.
In Italia, quando parliamo di cultura, parliamo di CULTURA in senso pieno e vasto, e non come intendi tu secondo la tua malsana ideologia.
E quindi, sì, tutto il sistema messo in piedi da decenni (diciamo pure dal dopoguerra ad oggi, lentamente) dai poteri forti con l'approvazione delle sinistre ha reso fragile il nostro tessuto sociale e sta scardinando i valori di solidarieta' e tolleranza della nostra societa' .
Sveglia!!!!
Difficile rispondere in modo razionale ai tuoi confusi e deliranti post. Dunque tu non parli sotto l'impulso di una tua "ideologia"? Solo tu hai la facolta' di una corretta analisi, scevra da qualsiasi connotazione ideologica, della complessa societa' in cui viviamo? E solo tu hai le ricette giuste per la soluzione di complicate situazioni? E mentre la mia ideologia e' "malsana" la tua e' l'unica ad essere "sana"?
Se tu sei il rappresentante di quel tessuto sociale "solidale e tollerante" di cui favoleggi la presunta esistenza nelle nazioni pre-UE, mi sforzo di immaginare come possono essere coloro che non sono né solidali né tolleranti...
2000 anni fa le popolazioni "barbare" che premevano ai confini di un grande impero (quello romano), in circa 200 anni fecero "cadere" l'impero stesso; eppure i Romani non erano sprovveduti: favorivano una immigrazione controllata, favorivano l'integrazione, addirittura crearono il "pantheon" per tutte le divinita' delle varie popolazioni, non decretarono una religione di stato (fino a Costantino). Eppure l'impero cadde, il tessuto sociale si dissolse.
Oggi la situazione e' ben peggiore: milioni di individui, 100, 200, 400 milioni, premono ai confini dell'europa, attratti da paesi nei quali la qualita' della vita e' sicuramente migliore che nei loro paesi; studi seri affermano che nei prossimi 50 anni l'europa occidentale sara' meta di una immigrazione di proporzioni gigantesche che nessuno potra' fermare.
Alla luce di questa premessa sembra cosi' "malsana" questa ideologia che vorrebbe un'immigrazione graduale ed una integrazione sempre migliore? O tu pensi che noi potremmo bloccare centinaia di milioni di persone che, comunque tu la pensi, entreranno in europa? Se vogliamo evitare veramente che il nostro tessuto sociale crolli in poco tempo forse l'unica strada possibile e' integrare sempre piu' quelli che comunque entreranno, non credi?
Certo, esiste una strada, che probabilmente piace molto a certa opinione pubblica (oserei dire a "certa destra"): li bombardiamo, li annientiamo, e risolviamo il problema alla radice. Ma facciamolo bene questo "lavoretto" perché questi individui sono tanti e procreano in maniera a noi sconosciuta (e forse ti stupirai di sapere che la chiesa cattolica favorisce in tutti i modi la procreazione).
Sorvolo sulle tue farneticazioni circa una "sinistra dominante" in europa da 70 anni: solo tu la vedi (parli di neoliberalismo dominante, e questo difficilmente e' qualcosa di "sinistra"). Invece tu non vedi che questi esasperati nazionalismi e movimenti anti-europa rischiano di ricreare quelle condizioni pre-belliche che ci hanno regalato 2 guerre mondiali? E tu non vedi che l'intolleranza religiosa e' uno degli ingredienti della miscela esplosiva?
No, tu non vedi, e sembri non sapere che l'europa e' stata per 20 secoli terra di guerre (spesso di religione), e non sembri sapere che dietro l'idea di "europa" c'e' il desiderio di evitare che accadano ancora guerre e non solo i famosi "poteri forti" da te evocati, che poi non si capisce bene a cosa alludi (se li conosci, se sai chi sono allora elenca nomi e cognomi).
E a proposito della cultura occidentale alla quale tu ti riferisci e che tu dici essere ormai in grande pericolo: si capisce bene che tu identifichi la cultura con il cristianesimo, quindi per te e quelli che la pensano come te il grande nemico da abbattere e' l'islam, a conferma del fatto che le religioni "dividono" e saranno sempre foriere di conflitti.
Anche io ti rinnovo l'invito che tu hai fatto a me: Sveglia! Sveglia perché gli immigrati aumenteranno esponenzialmente e non saranno certo i francesi, o gli ungheresi, o gli inglesi, o Trump a fermarli: o impariamo a conviverci o ci annienteranno.
Davinto, anche tu, non ti arrampicare sugli specchi. E' vero che "multiculturalismo" e multirazzialità sono due concetti ben distinti, ma sono tuttavia strettamente consequenziali nel senso che se in una nazione il numero di stranieri aumenta in maniera esponenziale, sarà praticamente impossibile procedere per la loro integrazione e assimilazione, ma diversi fattori concorreranno a far sì che questi si aggregheranno per creare un loro quartiere, una loro zona più o meno estesa che si differenzierà dalla cultura del paese accogliente, formando così un ghetto, come minimo, se non uno stato nello Stato.
Mi dispiace per voi, ragazzi, ma non c'è dialogo se non provate almeno a sollevare le fettone di prosciutto che avete sugli occhi. Ripetete a memoria sempre gli stessi slogan sinistroidi assurdi od inesatti: L'Impero Romano cadde per debolezze interne. Certo voi oggi, similmente, siete un piccolissimo esempio della grave debolezza in cui è caduto l'Occidente. "Oggi la situazione è ben peggiore", Dici bene! Vedi che anche tu, eretiko, hai ammesso inconsapevolmente che oggi viviamo una situazione di me*da?
Le invasioni si sono sempre fermate, o perlomeno si è sempre tentato di fermare. Insomma, mi ritrovo a ripetere sempre le stesse cose. Dice il proverbio "non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire".
Ed è normale, secondo te subire in'invasione che ci distruggerebbe nell'arco di pochi decenni? Se non ci fosse il business dell'accoglienza accadrebbe ugualmente quest'esodo? NO di certo.
Certo, al buio della malsana e fallita ideologia non posso che dirti: ILLUSI! (o ipocriti), ancora state a parlare di integrazione? Ma ci siete sul serio o non sapete proprio cos'altro dire? Ma quale integrazione??? Scendete dalle vostre comode case e dai vostri assurdi sogni e andate per i quartieri ghetto anche dell'Italia, vi renderete, forse, conto di come non esiste integrazione.
Certo che lo penso, anzi è doveroso e sarebbe auspicabile farlo in breve tempo poter mettere fine all'invasione. D'altronde, ancora una volta lo devo ripetere? Eppure sono stata chiarissima nel precedente post. Il nostro tessuto sociale è già compromesso, caro, non credo sarà possibile sopportare ancora supinamente; la pazienza e la solidarietà sono già state messe a dura prova. Come risolvere il problema (creato anche dalle sinistre) l'ho già detto sopra.
Quegli individui procreano tanto perché le loro culture sottosviluppate glielo consentono e perché qui trovano tutti quei sotterfugi, favoritismi e benefici economici (sottratti agli italiani) che non hanno nei loro paesi di origine. Come dire che i topi ballano perché il gatto è impazzito.
Il neoliberismo ormai è in combutta coi partiti di sinistra e centrosinistra (forse tranne che col M5S, ma dubito, non mi fido più tanto neanche di questi) ecco perché la definisco "fallita sinistra", ma anche questo credo di averlo spiegato BENISSMO nei precedenti post.
Eretiko dice: "Invece tu non vedi che questi esasperati nazionalismi e movimenti anti-europa rischiano di ricreare quelle condizioni pre-belliche che ci hanno regalato 2 guerre mondiali? E tu non vedi che l'intolleranza religiosa e' uno degli ingredienti della miscela esplosiva?
A ridaje con le guerre passate..., mi sembra di avere già risposto a tal proposito; ma leggete bene prima di rispondere?
No io credo fermamente il contrario, e cioè che sono proprio le politiche eccessivamente accoglienti e stupidamente permissive che potranno causare un'altra guerra, e che sono quelli fortemente autolesionisti come te che alimentano involontariamente i conflitti. Non ve ne rendete conto, lo so.
Spero tantissimo che almeno Trump non mi deluda.
Io sono occidentale, italiana di cultura profondamente europea, come tale pongo in secondo piano le questioni religiose tout court, non sono musulmana, perciò ritengo che debbano essere rispettate innanzitutto le leggi; la religione è una questione privata, ma ritengo tuttavia che la nostra religione e le nostre tradizioni non debbano essere umiliate in favore di altre. Questo, personalmente, non lo permetterò mai, che piaccia o no alle fallimentari sinistre. Accoglienza, al paese mio, non significa farsi mettere i piedi in testa, questo è masochismo.
Per quanto riguarda l'islam, ci sarebbe da aprire un capitolo a parte...: è un grande sistema giuridico più che "una religione come le altre". Essendo un sistema giuridico, ad esempio, l'adulterio o l'apostasia o la blasfemia non sono peccati come noi li intendiamo, ma reati punibili molto severamente, anche con la morte. Purtroppo c'è molta ignoranza in merito. Ho già scritto tanto su di esso in altri topic, non mi va di ripetere le stesse cose.
Le invasioni distruggono come è logico che avvenga quando un popolo decide di morire. Ma, attenzione, il popolo italiano e quello europeo non è tutto pecorume, non ha deciso di morire.
Citazione di: Fharenight il 23 Gennaio 2017, 02:28:18 AM
la religione è una questione privata, ma ritengo tuttavia che la nostra religione e le nostre tradizioni non debbano essere umiliate in favore di altre. Questo, personalmente, non lo permetterò mai, che piaccia o no alle fallimentari sinistre. Accoglienza, al paese mio, non significa farsi mettere i piedi in testa, questo è masochismo.
Cerca per un attimo di liberare la tua mente da questa ossessione che hai per le "sinistre": chi e cosa sta umiliando le religione cattolica e/o le tradizioni religiose italiane? Forse qualcuno o qualcosa sta minacciando la tua libertà personale o la tua libertà di esercitare il tuo credo religioso? Chi o cosa ti impedisce di seguire le tue tradizioni? Sono veramente curioso di sapere.
Negli Stati Uniti, che come ben saprai sono un vero covo di comunisti, da anni stanno effettuando studi seri sul problema dell'immigrazione e sulle conseguenze possibili nelle società occidentali, e ti stupirai di sapere che consigliano strategie opposte a quelle da te suggerite. Per certo tu saprai che Trump è uno dei più grandi costruttori edili in USA: prova un po' a indovinare la nazionalità degli operai che lavorano nelle sue imprese? Prova un po' a indovinare che lingua parlano questi suoi operai? Piccolo suggerimento: prevedono che tra non molti anni lo spagnolo diventerà la prima lingua negli USA.
A proposito di Trump....
Oggi sul quotidiano "Il Messaggero" Roberto Gervaso nella sua rubrica titolata "Il grillo parlante" ha scritto:
"Si è finalmente assiso sul trono della Casa Bianca, Trump, quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti. Che Lincoln lo benedica, l'America (Hollywood esclusa) lo protegga, l'Europa lo rispetti. Alla cerimonia d'insediamento, quasi un milione di plauditores e qualche decina di migliaia di contestatori. Purtroppo mancava Andrea Bocelli, una voce bella e democratica. E mancava Meryl Streep, con nostra delusione e cordoglio. E mancavano divi, cantanti, ballerini, giullari, saltimbanchi dello spettacolo, democratici anche loro, quasiché chi ha votato per Donald fosse un reazionario, magari precario e senza il becco di un quattrino.
Ma quel che è peggio mancava l'intellighenzia. E voi, voi lettrici e lettori, conoscete bene il ruolo che, negli Stati Uniti, essa ha giocato per conquistare le praterie dell'Ovest. Più dei pionieri analfabeti e degli sceriffi ignoranti. Non abbiamo visto, ma, forse, è stata solo una svista, una testa d'uovo a tu per tu con un Sioux o un bufalo, e questo ci accora e ci sconforta. Le teste d'uovo, che votarono in massa per Obama, testa anche lui, ma non di uovo, sono quelle che ragionano, che vedono lontano, che si battono per il progresso, l'uguaglianza, la fratellanza e tanti altri nobili ideali più predicati che praticati. Sono il sale, ma anche il pepe e lo zenzero della terra.
Anche i liberal italiani, rigorosamente radical-chic, e ancora più pervicacemente progressisti, sono in gramaglie. Qualcuno di nostra conoscenza ha minacciato il suicidio. L'ha minacciato e, nell'attesa se n'è andato una settimana a Cortina nel suo presidiato chalet. Molti sodali si sono trasferiti da Capalbio, il Paese dei balocchi dei nostri intellettuali impegnati, di cui non tesseremo mai abbastanza l'elogio. Sarebbero ospiti di capitalisti anticapitalisti, com'è giusto che sia. I più frettolosi hanno scelto le Maldive, non possiamo dargli torto. Nelle affollatissime isole esotiche Marx è ancora popolarissimo e Che Guevara è la griffe più di moda. L'indossano anche i bagnini e i vu cumprà.
Il fior fiore dei nostri liberal, orgoglio dello Stivale e anche delle Tod's, sono, come avrete capito, affranti. Il loro idolo era Hillary che, a differenza di Buster Keaton, che non rideva mai, rideva sempre almeno fino al verdetto elettorale che l'ha condannata alla sconfitta e alla terza età.
Trump ha vinto perché gli americani lo hanno votato. E quando si vota in una democrazia, vince chi ne incassa di più. Quindi, si è giustamente cinto le tempie parruccose di quell'alloro che i nostri radical-chic, e anche quelli di oltre oceano, avrebbero voluto sulla fronte della signora Clinton. Quella fronte che in passato ne aveva conosciuti di ben più ornamentali, grazie all'intraprendenza del marito Bill, macho sanguigno e sparviero di stagiste.
Se gli Stati Uniti sono un Paese libero dove la maggioranza conta più della minoranza e decide, non protestate. Abbozzate e preparatevi fra quattro o otto anni alla riscossa. Noi conservatori d'antan, che a Robert De Niro preferiamo Gary Cooper, a Meryl Streep Mauren O'Hara, non ce l'auguriamo, ma siamo, vi piaccia o no, anche noi democratici, forse più democratici di voi. Se vincerete non ci stracceremo le vesti. Anche perché fra otto anni, il nostro guardaroba sarà vuoto".
Condivido la riflessione di Gervaso sui radical chic nostrani, sugli attori e cantanti orientati a sinistra per opportunismo e si dicono "democratici".
Sono contento che Trump e Putin siano orientati a collaborare per il bene delle loro nazioni. Sono due uomini con tendenze autoritarie, due tipologie necessarie all'Europa, all'Italia in particolare.
Citazione di: altamarea il 23 Gennaio 2017, 19:09:10 PM
Sono contento che Trump e Putin siano orientati a collaborare per il bene delle loro nazioni. Sono due uomini con tendenze autoritarie, due tipologie necessarie all'Europa, all'Italia in particolare.
Ovviamente OT.
Contento tu, contenti tutti. Lo sappiamo che agli italiani piace l' "uomo forte" , quello con le palle vere, salvo poi rinnegarlo al primo venticello contrario.
Non so dire su Trump: lo vedremo all'opera; certo che ministeri in mano a (ex)-militari, banchieri (G&S) , petrolieri e miliardari vari non sembrano essere in sintonia con le promesse elettorali, ma sicuramente Trump licenzierà le migliaia di suoi operai colombiani e venezuelani (magari clandestini e lavoratori in nero) ed assumerà solo "bianchi americani veri", quei discendenti di coloro che si sono presi una terra non loro trucidando 20 milioni di nativi. Ovviamente farà bella coppia con Putin, un altro che ama prendersi terre non sue con le armi, in perfetto stile zarista. E tutti vissero felici e contenti con il rinato spirito imperialista della nuova Great Britain che crede di poter vivere ancora sulle spalle del mondo come un secolo fa.
Onestamente, a rischio di fare la figura del radical-chic, ho impressione che per gli USA e GB sia dura accettare di non essere più quelli di una volta, quelli che "comandavano", perché ormai il mondo che conta si è spostato da un'altra parte.
E sí, di fatti uomini con le palle sembrano essere scomparsi specialmente in Italia, e Dio solo sa quanto ce ne sarebbe bisogno! Mi vengono in mente, tra i piú recenti, Falcone e Borsellino, ma erano magistrati. In politica la situzione è disastrosa, ma la speranza è l'ultima a morire.
Nei nostri politici da decenni non vedo piú spessore, capacità, serietà, coraggio, determinazione e sacrificio. Non so, sembrano tutti attori più o meno comici, burattini dotati di faccia tosta e buona favella, null'alltro. Trump al loro confronto fa ottima figura.
Eretiko, ma come, migliaia di africani possono prendersi la nostra terra, molti dei quali stuprano, ammazzano e delinquono, e a voi sta bene, mentre ti scandalizza che gli inglesi di secoli fa invasero le terre d'oltre oceano? E. delle invasioni che i guerrafondai musulmani hanno compiuto per molti secoli arrivando a depredare anche l' Europa meridionale, non vi tange? Ah... l'ipocrisia della tua ideologia è enorme!
"Eretiko"? Ma eretico di che? Sei un perfetto conformista.
Il mondo che conta si è spostato dall'altra parte? Devo ridere? E quale sarebbe poi "il mondo che conta"? Quelli alla stregua di Madonna e Maryl Streep? Puahahahahah...
A proposito di Trump:
1) Sta considerando di eliminare la sala conferenze alla Casa Bianca. Vuole curare in prima persona la comunicazione attraverso i social network, tagliando fuori le TV.
2) Ha detto che punta ad un accordo con Putin per ridurre il numero delle armi atomiche nel mondo, e che molto probabilmente cancellerà completamente le sanzioni contro la Russia se vedrà che con Putin ci può essere davvero un dialogo costruttivo.
3) Ha detto che dopo il Regno Unito ci sono altri paesi della UE che stanno segretamente considerando l'abbandono (anzi, lui ha proprio detto "abbandoneranno"... e spero tanto sia vero) e che l'euro favorisce solo la Germania.
Ha definito l'Unione Europea "uno strumento di dominazione tedesca" e la Nato una "organizzazione obsoleta" le cui priorità vanno profondamente riviste.
Ha criticato fortemente la Germania, oltre al fatto economico: ha fortissimamente criticato la politica migratoria della Merkel, definendola "un catastrofico errore" che ha avuto ripercussioni principalmente nei paesi dell'Europa dell'est.
4) Ha detto che è prontissimo a discutere nuovi accordi bilaterali con l'UK dopo la Brexit.
5) Ha detto una frase tanto banale quanto rivoluzionaria, di questi tempi dove mezzo mondo s'è fatto fottere il cervello dalla globalizzazione: "Popoli e nazioni desiderano soltanto ritrovare la propria identità".
Citazione di: altamarea il 23 Gennaio 2017, 19:09:10 PM
A proposito di Trump....
Oggi sul quotidiano "Il Messaggero" Roberto Gervaso nella sua rubrica titolata "Il grillo parlante" ha scritto:
"Si è finalmente assiso sul trono della Casa Bianca, Trump, quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti. Che Lincoln lo benedica, l'America (Hollywood esclusa) lo protegga, l'Europa lo rispetti. Alla cerimonia d'insediamento, quasi un milione di plauditores e qualche decina di migliaia di contestatori. Purtroppo mancava Andrea Bocelli, una voce bella e democratica. E mancava Meryl Streep, con nostra delusione e cordoglio. E mancavano divi, cantanti, ballerini, giullari, saltimbanchi dello spettacolo, democratici anche loro, quasiché chi ha votato per Donald fosse un reazionario, magari precario e senza il becco di un quattrino.
Ma quel che è peggio mancava l'intellighenzia. E voi, voi lettrici e lettori, conoscete bene il ruolo che, negli Stati Uniti, essa ha giocato per conquistare le praterie dell'Ovest. Più dei pionieri analfabeti e degli sceriffi ignoranti. Non abbiamo visto, ma, forse, è stata solo una svista, una testa d'uovo a tu per tu con un Sioux o un bufalo, e questo ci accora e ci sconforta. Le teste d'uovo, che votarono in massa per Obama, testa anche lui, ma non di uovo, sono quelle che ragionano, che vedono lontano, che si battono per il progresso, l'uguaglianza, la fratellanza e tanti altri nobili ideali più predicati che praticati. Sono il sale, ma anche il pepe e lo zenzero della terra.
Anche i liberal italiani, rigorosamente radical-chic, e ancora più pervicacemente progressisti, sono in gramaglie. Qualcuno di nostra conoscenza ha minacciato il suicidio. L'ha minacciato e, nell'attesa se n'è andato una settimana a Cortina nel suo presidiato chalet. Molti sodali si sono trasferiti da Capalbio, il Paese dei balocchi dei nostri intellettuali impegnati, di cui non tesseremo mai abbastanza l'elogio. Sarebbero ospiti di capitalisti anticapitalisti, com'è giusto che sia. I più frettolosi hanno scelto le Maldive, non possiamo dargli torto. Nelle affollatissime isole esotiche Marx è ancora popolarissimo e Che Guevara è la griffe più di moda. L'indossano anche i bagnini e i vu cumprà.
Il fior fiore dei nostri liberal, orgoglio dello Stivale e anche delle Tod's, sono, come avrete capito, affranti. Il loro idolo era Hillary che, a differenza di Buster Keaton, che non rideva mai, rideva sempre almeno fino al verdetto elettorale che l'ha condannata alla sconfitta e alla terza età.
Trump ha vinto perché gli americani lo hanno votato. E quando si vota in una democrazia, vince chi ne incassa di più. Quindi, si è giustamente cinto le tempie parruccose di quell'alloro che i nostri radical-chic, e anche quelli di oltre oceano, avrebbero voluto sulla fronte della signora Clinton. Quella fronte che in passato ne aveva conosciuti di ben più ornamentali, grazie all'intraprendenza del marito Bill, macho sanguigno e sparviero di stagiste.
Se gli Stati Uniti sono un Paese libero dove la maggioranza conta più della minoranza e decide, non protestate. Abbozzate e preparatevi fra quattro o otto anni alla riscossa. Noi conservatori d'antan, che a Robert De Niro preferiamo Gary Cooper, a Meryl Streep Mauren O'Hara, non ce l'auguriamo, ma siamo, vi piaccia o no, anche noi democratici, forse più democratici di voi. Se vincerete non ci stracceremo le vesti. Anche perché fra otto anni, il nostro guardaroba sarà vuoto".
Condivido la riflessione di Gervaso sui radical chic nostrani, sugli attori e cantanti orientati a sinistra per opportunismo e si dicono "democratici".
Sono contento che Trump e Putin siano orientati a collaborare per il bene delle loro nazioni. Sono due uomini con tendenze autoritarie, due tipologie necessarie all'Europa, all'Italia in particolare.
Trump e Putin "collaborare" per il bene delle nazioni.. lasciatelo dire da uno che passa metà dell'anno in Russia da anni... ti auguro di farti una 7-giorni in un campus di "collaborazione giornalistica" con Putin, per renderti conto che cosa significhi per lui "collaborare".
Nel frattempo negli U.S.A. di Trump.
- Trump richiede una parata missiilistica per l'inaugurazione della sua presidenza, x lanciamissili e x carri armati da far sfilare al momento della sua firma (viene in mente niente?). Il pentagono nega la richiesta per motivi di sicurezza, sta di fatto che il nostro padre putativo (U.S.A.) stava per ordire una sfilata milatare tipica dei regimi centro africani.
- Mike Pence, vice presidente degli stati uniti - nega per la quarta volta in pubblico vi sia una correlazione tra fumo di sigaretta e tumore ai polmoni.
- La neo-ministra (da confermare) all'istruzione Ms. Devos, non conosce la differenza tra growth e proficiency e intervistata a riguardo risponde ripetutamente "yes". Creazionista.
- Rex Tillerson viene nominato segretario di stato, immagino il nome non compaia tra i presenti al gruppo Bildberg quindi sia un "no-name", uno del populo. Nel frattempo è stato l'uomo che attraverso vie legali ha cercato di ostacolare maggiormente la cop21 di Parigi sul riscaldamento globale ( altra "bufala" sinistroide)
- Trump viene costretto ad ammettere vi sia stato un impiccio russo nelle elezioni ma non si sa in quale misura, si vocifera che il comandante della più grande forza armata mondiale sia ricattabile da Putin (il "collaborazionista") tramite dei video che vedono il sudetto farsi pisciare in faccia da delle prostitute moscovite, tradizione "cattolica" da confermare.
etc etc .. (queste sono le ultime 48 ore) ... E ci mancava Gervaso..
Citazione di: Fharenight il 23 Gennaio 2017, 23:51:09 PM
Eretiko, ma come, migliaia di africani possono prendersi la nostra terra, molti dei quali stuprano, ammazzano e delinquono, e a voi sta bene, mentre ti scandalizza che gli inglesi di secoli fa invasero le terre d'oltre oceano? E. delle invasioni che i guerrafondai musulmani hanno compiuto per molti secoli arrivando a depredare anche l' Europa meridionale, non vi tange? Ah... l'ipocrisia della tua ideologia è enorme!
Aridaje co sta ideologia. Dove sarebbe la mia ipocrisia? Mi sembra non comparabile l'imperialismo coloniale a suon di cannonate con l'invasione di povera gente disarmata. Ma se per te sono comparabili, inutile discutere. Qui non si tratta di ideologia ma di neuroni.
Guerrafondai musulmani che hanno depredato l'europa meridionale... Mi citi cortesemente le tue fonti?
Citazione di: Fharenight il 23 Gennaio 2017, 23:51:09 PM
"Eretiko"? Ma eretico di che? Sei un perfetto conformista.
Certo che sono un perfetto conformista, tranquilla.
Citazione di: Fharenight il 23 Gennaio 2017, 23:51:09 PM
Il mondo che conta si è spostato dall'altra parte? Devo ridere? E quale sarebbe poi "il mondo che conta"? Quelli alla stregua di Madonna e Maryl Streep? Puahahahahah...
Forse tu vivi su Marte, o in un universo parallelo. Se il 50% del debito pubblico americano sta in mano ai cinesi qualcosa ti dovrebbe suggerire no?
A proposito di Trump:
Citazione di: Fharenight il 23 Gennaio 2017, 23:51:09 PM
1) Sta considerando di eliminare la sala conferenze alla Casa Bianca. Vuole curare in prima persona la comunicazione attraverso i social network, tagliando fuori le TV.
Mi sembra giusto. A che servono TV e giornali se non si comportano da "amici"?
Citazione di: Fharenight il 23 Gennaio 2017, 23:51:09 PM
2) Ha detto che punta ad un accordo con Putin per ridurre il numero delle armi atomiche nel mondo, e che molto probabilmente cancellerà completamente le sanzioni contro la Russia se vedrà che con Putin ci può essere davvero un dialogo costruttivo.
Bene, giusto. Sicuramente con Putin bisogna farci i conti per tentare di spartirsi quel che resta del medio oriente. Tanto loro le guerre le fanno vicino ai nostri confini, mica vicino ai confini di casa loro...
Citazione di: Fharenight il 23 Gennaio 2017, 23:51:09 PM
3) Ha detto che dopo il Regno Unito ci sono altri paesi della UE che stanno segretamente considerando l'abbandono (anzi, lui ha proprio detto "abbandoneranno"... e spero tanto sia vero) e che l'euro favorisce solo la Germania.
Ha definito l'Unione Europea "uno strumento di dominazione tedesca" e la Nato una "organizzazione obsoleta" le cui priorità vanno profondamente riviste.
Ha criticato fortemente la Germania, oltre al fatto economico: ha fortissimamente criticato la politica migratoria della Merkel, definendola "un catastrofico errore" che ha avuto ripercussioni principalmente nei paesi dell'Europa dell'est.
Ovvio, la consueta ossessione che il mondo anglosassone ha nei confronti della Germania. USA e GB hanno sempre lottato contro la UE, perché l'Europa deve essere, secondo loro, una grande colonia, una semplice espressione geografica, a maggior ragione adesso che non esiste più il pericolo rosso, e giustamente attaccano in tutti i modi possibili il paese europeo più forte: realpolitik. Ovvio anche che ora gli USA vogliano disimpegnarsi dalla NATO, visti i danni che hanno provocato in mezzo mondo. Americani e inglesi prima incendiano il medio oriente, invadendo militarmente senza motivo paesi sovrani, favoriscono il nascere dell'integralismo islamico, ci fanno pagare parte del prezzo a noi, e adesso scappano. Tipico. Come quando gli inglesi hanno deciso che era tempo di distruggere la Libia. Tanto a 200km dalla Libia ci siamo noi, mica loro. Metti in moto i neuroni e rifletti bene: a chi conviene avere un'Europa sfaldata?
Citazione di: Fharenight il 23 Gennaio 2017, 23:51:09 PM
4) Ha detto che è prontissimo a discutere nuovi accordi bilaterali con l'UK dopo la Brexit.
Nulla di nuovo sotto il sole. Hanno sempre avuto rapporti privilegiati e tra mentitori seriali se la intendono alla grande.
Citazione di: Fharenight il 23 Gennaio 2017, 23:51:09 PM
5) Ha detto una frase tanto banale quanto rivoluzionaria, di questi tempi dove mezzo mondo s'è fatto fottere il cervello dalla globalizzazione: "Popoli e nazioni desiderano soltanto ritrovare la propria identità".
Quale grande verità! Ritorniamo al feudalesimo, avanti tutta verso il passato.
Eretikooo... InVernooo... uscite dalla vostra assurda ed ipocrita ideologia se davvero ci tenete a capire cosa sta succedendo in Occidente. Vi rispondo con queste parole che linko; vi meritate il modo di interloquire di Sgarbi, con voi solo così si può dialogare ;D :
https://www.youtube.com/watch?v=pSY7nHA4IEIdopodiché tornate a letto a dormire e a sognare... il vostro "cittadino del mondo" di un mondo che non c'è. Prima di realizzare il "cittadino del mondo" bisogna costruire il mondo. Chi ha orecchie per intendere, intenda. E smettetela di continuare a sostenere anacronistiche idee che ormai sono solo idiozie.
Citazione di: Fharenight il 24 Gennaio 2017, 12:18:01 PM
E smettetela di continuare a sostenere anacronistiche idee che ormai sono solo idiozie.
Perché non rispondi alla mia domanda: chi ha interesse a sfasciare l'Europa?
Parlate tanto di "identità culturale", di occidente in pericolo, poi applaudite a coloro che ci vogliono morti. Complimenti.
Eretiko ha scritto:
CitazioneLo sappiamo che agli italiani piace l' "uomo forte" , quello con le palle vere, salvo poi rinnegarlo al primo venticello contrario.
Numerosi "democratici" di sinistra o "sinistri democratici" dicono che in politica deve prevalere il noi sull'io, ma la situazione sociale in alcuni Stati europei motivano le persone alla ricerca del "conductor", di un leader che sappia e voglia assumersi la responsabilità di risolvere i problemi, compresi quelli causati dall'immigrazione selvaggia.In Italia, il nuovo ministro dell'Interno, Minniti, consapevole dell'allarme sociale provocato dall'immigrazione, ha detto che è compito della sinistra farsi carico della sicurezza dei cittadini. Un approccio "law and order" non nuovo in ambito progressista (esempio i governi di Blair in Gran Bretagna), ma inedito nella recente sinistra italiana, sempre divisa tra correttezza politica e timore dell'uomo solo al comando.Beppe Grillo, a capo di un movimento politico con maggior ancoraggio a sinistra che a destra, ha definito "un beneficio dell'umanità" l'esistenza di "uomini di Stato forti" come Trump e Putin. Questo anelito per un capo che decida non è esclusiva italiana. In Francia un recente sondaggio indica che il 40% dei francesi sono favorevoli ad un "regime autoritario". In Turchia la riforma costituzionale votata pochi giorni fa permette ad Erdogan (eletto democraticamente) di essere presidente della repubblica vagamente gollista.Francia e Turchia sono due nazioni che subiscono la "guerra" scatenata dal terrorismo, fenomeno questo all'origine di situazioni di emergenza che esigono un "decisore" che agisca rapidamente. Ma non è solo il terrorismo a far sperare (anche i cittadini che non s'interessano di politica) nel cosiddetto "uomo della provvidenza". Un altro fattore è lo sgretolamento dello Stato-nazione prodotto dalla globalizzazione e dalla devoluzione dei poteri all'Europa, nel caso dell'Italia. Inoltre, globalizzazione e multiculturalismo finora hanno messo in mostra i loro lati negativi, perciò foriere di un risorgente nazionalismo e di politiche identitarie. L'insofferenza e la frustrazione spinge molti cittadini a volgersi elettoralmente verso movimenti o partiti politici prodighi di promesse sulla capacità di restaurare il "bastone del comando", anche se lo temono.
Citazione di: altamarea il 24 Gennaio 2017, 16:49:43 PM
Questo anelito per un capo che decida non è esclusiva italiana
Giusto. Ma io mi riferivo a un'altra specie di "uomo forte".
Citazione di: altamarea il 24 Gennaio 2017, 16:49:43 PM
Beppe Grillo, a capo di un movimento politico con maggior ancoraggio a sinistra che a destra, ha definito "un beneficio dell'umanità" l'esistenza di "uomini di Stato forti" come Trump e Putin.
Talvolta i comici non fanno ridere. Trump un uomo forte? In cosa? Certamente avrà vita più facile avendo il congresso a favore, ma da qui a dire che è un "uomo forte" mi sembra eccessivo. Putin sicuramente lo è, anche perché ama risolvere le dispute in modo non convenzionale.
Comunque a me sembra che tutto questo amore per Trump e Putin derivi semplicemente dal loro desiderio di distruggere la UE.
Citazione di: altamarea il 24 Gennaio 2017, 16:49:43 PMFrancia e Turchia sono due nazioni che subiscono la "guerra" scatenata dal terrorismo, fenomeno questo all'origine di situazioni di emergenza che esigono un "decisore" che agisca rapidamente.
Qui è da capire cosa intendiamo per "uomo forte". Credo che tutti vogliamo un decisore rapido ed efficiente, ma anche razionale e amante della legalità. Inoltre sembra che certi capi di stato non aspettino altro che le condizioni giuste per implorare qualche rinuncia ai diritti democratici acquisiti in nome della sicurezza.
Citazione di: altamarea il 24 Gennaio 2017, 16:49:43 PMMa non è solo il terrorismo a far sperare (anche i cittadini che non s'interessano di politica) nel cosiddetto "uomo della provvidenza". Un altro fattore è lo sgretolamento dello Stato-nazione prodotto dalla globalizzazione e dalla devoluzione dei poteri all'Europa, nel caso dell'Italia. Inoltre, globalizzazione e multiculturalismo finora hanno messo in mostra i loro lati negativi, perciò foriere di un risorgente nazionalismo e di politiche identitarie.
A me sembra che sia esploso ai massimi livelli un elevato grado di irrazionalità e una scarsa lungimiranza. Il ritorno agli stati-nazione è foriero di sventure per le nazioni stesse, soprattutto quelle strutturalmente più deboli. La globalizzazione è un fenomeno dal quale difficilmente si torna indietro, neppure adottando politiche di chiusura. Forse se lo possono permettere gli USA, la Russia e in generale paesi ricchi di risorse naturali, ma le nazioni europee possono?
Citazione di: altamarea il 24 Gennaio 2017, 16:49:43 PML'insofferenza e la frustrazione spinge molti cittadini a volgersi elettoralmente verso movimenti o partiti politici prodighi di promesse sulla capacità di restaurare il "bastone del comando", anche se lo temono.
I cittadini amano volgersi a quei politici che dicono le cose che i cittadini amano sentirsi dire. La responsabilità ricade ovviamente su coloro che per calcolo elettorale affermano superficialità se non vere e proprie assurdità.
Citazione di: Fharenight il 24 Gennaio 2017, 12:18:01 PM
Eretikooo... InVernooo... uscite dalla vostra assurda ed ipocrita ideologia se davvero ci tenete a capire cosa sta succedendo in Occidente. Vi rispondo con queste parole che linko; vi meritate il modo di interloquire di Sgarbi, con voi solo così si può dialogare ;D :
https://www.youtube.com/watch?v=pSY7nHA4IEI
dopodiché tornate a letto a dormire e a sognare... il vostro "cittadino del mondo" di un mondo che non c'è. Prima di realizzare il "cittadino del mondo" bisogna costruire il mondo. Chi ha orecchie per intendere, intenda. E smettetela di continuare a sostenere anacronistiche idee che ormai sono solo idiozie.
Rifiuto a priori di discutere di "opinioni" con chi non fa altro che ripetere che l'altro è stato vittima di brainwashing facendo intendere di essere l'unico "pensatore libero". Tutti abbiamo delle culture di appartenenza e delle culle morali, questo non significa che a) non si ci possa affrancare da esse o dalle ideologie ad esse sottese b) che qualcuno sia nato "libero" e sia superiore rispetto a quelli che hanno subito il lavaggio del cervello. Per questo ho evitato di discutere nel thread se non sommamente, nonostante sia un argomento che mi interessa, e ho invece elencato alcuni FATTI recenti del governo Trump.
E nonostante il nuovo responsabile alla comunicazione alla CasaBianca. abbia recentemente dichiarato che "anche i fatti sono opinabili" (dimostrando di non conoscere il vocabolario, e precisamente la parola "fatto") Io rimango dell'opinione che i fatti siano incontrovertibili, interpretabili forse, ma non certo opinabili. Ne ho elencato alcuni, giusto per contraddire questa bellissima invettiva calcistica di Gervaso dei "rosiconi guardate il tabellone chi ha vinto". Se vuoi, puoi provare a rispondere con altri fatti, ma non entrerò nel terreno delle opinioni con te.
Non mi sembra per niente che tu ed Eretiko vi affranchiate dalle idee sinistroidi con cui vi siete nutriti. Da cosa si evince? Dal fatto che siete e rimanete sempre nel teorico, nell'ideologia, nel predeterminato ideologico, infatti parlate il più delle volte tramite slogan che veicolano l'ideologi di fondo, rarissimamente affrontate un discorso (come invece fa Altamarea) basato su un pensiero personale elaborato tenendo presente i dati di fatto, le cose oggettive e concrete che accadono nella vita reale; no, invece vi esprimete per partito preso, parlate di "paure" di ritorno del nazismo, delle 2 guerre mondiali, di quanto sia conveniente sottomettersi all'invasione pur di non finire di diventare di destra o pur di non scatenare conflitti, di "ritorno agli stati-nazione che è foriero di sventure per le nazioni stesse"... ecc ecc ecc", e sciocchezze el genere. Questo non è un ragionare affrancato dall'ideologia. Fortunatamente non sono cresciuta in una particolare formazione ideologica, non mi sono abbeverata né dalle ideologie di destra, né di sinistra, perciò ritengo il mio pensiero essere più libero del vostro. Certamente un certo orientamento politico prevalente (non fisso, immutabile) c'è anche in me, ma questo credo sia frutto di una scelta basata "anche" sul carattere, sull'indole, sui valori che fanno da sfondo alla personalità. Pertanto su questi argomenti potrei essere o sembrare di destra, anche di estrema destra, su altri potrei sembrare od essere di sinistra.
Non ripongo cieca fiducia in Trump, sono soltanto contenta che non abbia vinto la Clinton o altro "democratico", sperando che tenga fede nel migliore dei modi a quanto promesso, poi, quello che effettivamente farà, si vedrà, certamente farà innanzitutto gli interessi del suo Paese.
Ed io per il mio Paese voglio una classe politica che faccia innanzitutto gli interessi dell'Italia e degli italiani, non dell'Ue, perché la stessa UE si è rivelata una specie di piovra, uno Stato-sovranazione accentratore di potere che schiaccia le identità nazionali e decide sulle nostre teste, a modello dell'ex Unione Sovietica. Questo è un FATTO, non un'opinione.
Sono contro il multiculturalismo e il multirazziale per i motivi che ho già espresso, non credo affatto che il percorso intrapreso per formare la bella società multirazziale sia quello giusto.
Il Multiculturalismo e la multirazzialità in senso assoluto sono, fuor di dubbio, valori positivi. E' ovvio, del tutto ovvio, che il confronto tra culture e razze diverse arricchisce ogni parte dello scambio.
Il problema nasce quando queste cose sono prodotte e producono uno sfruttamento senza precedenti nella storia umana. Cioè quando questi valori sono promossi da forze che usano le culture e le razze ESCLUSIVAMENTE a fini economici e politici. Cioè quello che sta accadendo oggi nel mondo.
Il problema non è dunque il fenomeno in sé ma il modo nel quale lo si sta creando e gestendo. Credo che una riflessione in questo senso sia opportuno farla.
E per scarsità di risorse che i popoli migrano. Poi, per ragioni di sopravvivenza, popoli diversi che condividono lo stesso territorio finiscono per adattarsi l'uno all'altro, quindi vi è uno scambio di usi e conoscenze. Ma non è per necessità che nasce la cultura. Tanto e vero che la cultura greca, capostipite di quella occidentale, è nata in un periodo di relativa pace e floridità, dove gli uomini avevano tempo per riflettere liberi dall'affanno delle necessità contingenti. Nelle condizioni di confusione del mondo attuale, dove la Cina da lezioni di libero mercato agli Usa, dove chi predica l'uguaglianza sociale vede in un tycoon al potere la soluzione, dove l'incapacità dei politici apre la strada alla democrazia diretta, non esiste capacità di creare cultura. Chi vuole deve fare da se.
Non ho nulla contro l'unione delle razze ( non essendo nazi non vedo perché dovrei temere questa parola), ma il più delle volte si tratta di gente sola che non se la fila nessuno che va a fare un viaggetto in posti sottosviluppati e torna con l'avvenente prodotto della fauna locale, il quale vede nel reietto un buon partito.
Citazione di: Fharenight il 24 Gennaio 2017, 23:44:58 PMEd io per il mio Paese voglio una classe politica che faccia innanzitutto gli interessi dell'Italia e degli italiani, non dell'Ue, perché la stessa UE si è rivelata una specie di piovra, uno Stato-sovranazione accentratore di potere che schiaccia le identità nazionali e decide sulle nostre teste, a modello dell'ex Unione Sovietica. Questo è un FATTO, non un'opinione.
Sono contro il multiculturalismo e il multirazziale per i motivi che ho già espresso, non credo affatto che il percorso intrapreso per formare la bella società multirazziale sia quello giusto.
Tu puoi anche essere contro al multiculturalismo, tuttavia c'è una premessa da verificare, ovvero se la globalizzazione sia un fenomeno reversibile (come, quando, e perchè). A questo punto serve indicare modelli economici no-global che siano in grado di essere economicamente validi e sufficienti a sostenere l'economia di un paese. E bisogna fare attenzione ad un piccolo dettaglio, non devono essere funzionali "in vitro", ma funzionali concorrenzialmente. Perchè? Perchè se un solo stato, per esempio l'Italia, decidesse di adottare un modello economico no-global senza la concertazione degli altri stati, dovrebbe essere certo che non verebbe sbranato dalla concorrenza della manovalanza a basso costo. Oggi come oggi, l'Italia sfrutta goffamente la globalizzazione e galleggia (più che altro per demografia e benessere accumulato) nella top10 mondiale, sfruttando a sua volta molte risorse globali. Tu sei sicura di avere in mente un modello economico che permetta all'Italia di evitare di "sporcarsi le mani" nel mercato globale, e sopravvivere alla concorrenza degli stati che invece ne fanno man bassa? (p.s. non puoi abbandonare il mercato globale, prima o poi avrai bisogno di tirare fuori i soldi per pagare il petrolio che nella magica italia non hai).
Il paradosso è che per recedere la globalizzazione (ma se ci pensi bene, qualsiasi altro progresso umano) sarebbe necessaria una scelta concertata a livello globale, perchè se un solo stato (o un piccolo gruppo) vanno per primi, finiscono al macello. Insomma. E' lo stesso motivo per cui non si riesce a denuclearizzare, nessuno vuole privarsi per primo di tutte le testate, e nel frattempo nuovi stati sviluppano testate nucleari. Anche io posso essere "contro le testate nucleari" questo tuttavia non lo rende un obbiettivo realistico, ma al contrario ideologico, e mentre io mi diverto a colorare striscioni di protesta, il mondo va avanti e il mio impatto su di esso è vicino allo zero. Lo so che è "brutto" essere deterministi, però spesso ci si azzecca. Non puoi dirti contro al multiculturalismo senza dirti contrario alla globalizzazione per un semplice motivo, la globalizzazione ha reso mobile non solo il capitale ma anche la sua "dark side" la povertà. E la povertà è ciò che spinge le migrazioni, la povertà sotto forma di semplice povertà ecomica, o conflitto armato. Ad oggi, hai la possibilità di dislocare sacche di povertà in zone remote del mondo non contigue con la tua nazione. Comodo. Ma se un azienda "Italiana" sposta le sue sedi in Moldavia, creando un sottoproletariato povero e capitalista, hai davvero da sorprenderti se queste stesse persone a cui hai proposto il modello capitalista, ora vogliono sfruttare non solo la sua dark side, ma anche arricchirvisi, emigrando verso il paese che ha provato a tenere per se il capitale e dislocare la povertà? Io direi di no, gli hai fatto produrrre gli iphone? bene ora ne vogliono comprare uno, e vengono dove lo stipendio glielo permetterà. Ci sarebbe molto da discutere riguardo se quei fabbricanti "moldavi" siano meno di Italiani di te solo perchè vivono a migliaia di kilometri (ma lavorano per il tuo benessere tanto quanto i tuoi compatrioti). Potresti anche pensare "va bene, continuo a sfruttarli e se provano a varcare il confine gli sparo". Non male come idea, per generare interi continenti di terroristi (lasciando perdere l'etica). Il capitalismo se ne fotte dei confini nazionali, tanto che ricevi le ondate migratorie di paesi che non sono stati sfruttati dalla tua nazione ma da altre, e sbarcano sulla tua solamente per questioni geografiche. Allora ancora una volta si nota come le scelte nazionali siano ininfluenti e per recedere la globalizzazione, paradossalente, serva la globalizzazione. Sei in grado di imporre all'intero sistema occidentale lo stop allo sfruttamento delle nazioni più povere, votando Meloni? Ho paura di no. Però gli stricioni fanno sempre.. RADICAL CHIC. La Germania sfrutta le nazioni estere e si rende conto che le migrazioni che produce sono una risorsa da sfruttare, avere la stessa manovalanza sotto casa in un contesto di decrescita demografica è una comodità, ha sfruttato i Turchi come i Veneti hanno sfruttato gli immigrati per decenni, e ad oggi la Germania è quello che è (cosi come il Veneto). Noi invece preferiamo farli girare a zonzo senza fare niente perchè assumerli e farli lavorare sarebbe reato, e tutto questo mentre era stato coniato l'innovativo "reato d'immigrazione" che ha avuto incredibili risultati di nulla assoluto.
Addendum. Ad oggi esiste un solo casus-belli internazionalmente (e direi anche socialmente) accettato : l'autodifesa. Ne deriva che "essere sotto attacco" da parte di qualcuno o qualcosa, è funzionale a determinate spinte, in modo chiaro e palese. Attenzione a quelli, che strumentalizzati o senzienti, paventano continuamente l'essere sotto attacco, perchè queste persone stanno giocando col fuoco, un fuoco che non ricordano più quanto scotti. Sono passate le fatidiche "tre generazioni" come già i Greci sapevano. Forse noi saremo troppo "paurosi" sta di fatto che continuare a ripetere di essere "sotto attacco" è come continuare a ripetere di avere in mano un casus-belli, equivalente. vedi un po te.
Citazione di: Freedom il 25 Gennaio 2017, 08:42:53 AM
Il problema nasce quando queste cose sono prodotte e producono uno sfruttamento senza precedenti nella storia umana. Cioè quando questi valori sono promossi da forze che usano le culture e le razze ESCLUSIVAMENTE a fini economici e politici. Cioè quello che sta accadendo oggi nel mondo.
Non capisco il senso della tua osservazione. Globalizzare e mischiare genti e culture diverse risponde appunto ad esigenze di carattere economico e politico, e non vedo quali altri realistici motivi possano esserci. Allargare i confini del mercato arricchisce maggiormente le affamate multinazionali ma produce anche reddito per chi non aveva reddito, e mischiare le genti dovrebbe essere un mezzo per evitare conflitti.
Citazione di: Fharenight il 24 Gennaio 2017, 23:44:58 PM
Ed io per il mio Paese voglio una classe politica che faccia innanzitutto gli interessi dell'Italia e degli italiani, non dell'Ue, perché la stessa UE si è rivelata una specie di piovra, uno Stato-sovranazione accentratore di potere che schiaccia le identità nazionali e decide sulle nostre teste, a modello dell'ex Unione Sovietica. Questo è un FATTO, non un'opinione.
Sei sicura che è un FATTO e non un'opinione? Parli della UE come se fossero marziani messi lì non si sa bene da chi e per quali motivi. Sono i nostri governi nazionali che decidono in base a regole che si sono dati e a trattati internazionali ratificati non da dittatori ma da rappresentanti democraticamente eletti. Non c'è qualcuno che impone qualcosa all'Italia contro i nostri interessi: semplicemente c'è qualcuno che ci ricorda che abbiamo sottoscritto degli impegni. Ovviamente possiamo anche non rispettare questi impegni, nessuno ce lo impone con la forza. Ma coloro che dicono questo dovrebbero anche spiegare quali sarebbero le conseguenze, cosa accadrebbe "dopo".
Freedom, meno male che ci sei tu, Altamarea e pochi altri, mi rincuorate, vuol dire che non siamo finiti, che c'è ancora chi usa l'intelligenza, che c'è ancora una speranza per noi. D'altronde dopo 70 anni di dominio ideologico di sinistra non potevamo aspettarci di meglio, purtroppo.
Sí, sono d'accordo che il multiculturalismo sia bello, ma finché ognuno rimane nel proprio paese. Il problema E' il fenomeno in sé, anche se aggravato dallo sfruttamento a fini economici e politici.
D'altro lato il mondo è bello perché è vario, ed è vario perché è grande ed ogni popolo ha la possibilità di sviluppare la propria cultura nella propria terra, altrimenti non esisterebbero le varie culture. Quindi c'è anche un controsenso nella folle idea del multiculturalismo.
Non è possibile, o comunque è molto difficile e sempre problematico, governare sotto un unico Stato diverse comunità etniche con culture troppo differenti tra loro. Oitretutto si necessiterebbe di torritori molto vasti e non intensamente abitati per avere un minimo minimo minimo di vivibilità.
Non è una bella società, si vive male, e lo sappiamo tutti.Non siate masochisti.
Certo, se si ha la fortuna di essere ricchi, magari radical-chic, ci si può permettere il lusso di far finta di niente, che sia tutto folklore... Purtroppo però gli aspetti negativi sono molto piú pesanti e numerosi di quelli positivi.
...............
CVC, quello che racconti sono favole, vai a vivere insieme alla tua famiglia in un ghetto islamico (tanto per fare un esempio) a Birmingham o anche a Londra e poi ne parliamo.
http://www.corriere.it/cronache/08_febbraio_26/allam_tribunali_islamici_londra_dbb4f5c4-e433-11dc-9486-0003ba99c667.shtml.
Voi siete matti davvero, non per offendervi, ma davvero parlate in preda ad una visione del mondo che non è reale.
Putrtroppo il problema di molti di voi è che siete tutta teoria senza nessun rapporto con la realtà. Siete paurosi, senza coraggio e senza il senso della dignità delle proprie origini e cultura, siete fissati col nazismo.
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UnVerno, bello il tuo discorso sulla globalizzazione, ma, al contrario di te, penso che non può durare a lungo senza causare altri disastri. DEVE finire, o almeno essere di molto ridimensionato per il bene di tutti e dello stesso pianeta. Come è iniziato così potrà finire, stiamo già andando in questo senso, ancora non si vede ma è così. Se tu la pensi in quel modo vuol dire o che approvi la globalizzazione, o che non sei in grado di lottare o ci hai rinunciato per rassegnazione; brutta bestia la rassegnazione.. La lotta non si fa con le bandierine e i gessetti o cantando Imagine di John Lennon... ;D che tra l'altro è una bella canzone e mi suscita bei ricordi, ma le lotte, quando sono dure, si fanno con altri mezzi (non alludo alle armi, tranquilli).
Citazione di: Fharenight il 25 Gennaio 2017, 16:44:13 PM
CVC, quello che racconti sono favole, vai a vivere insieme alla tua famiglia in un ghetto islamico (tanto per fare un esempio) a Birmingham o anche a Londra e poi ne parliamo.
http://www.corriere.it/cronache/08_febbraio_26/allam_tribunali_islamici_londra_dbb4f5c4-e433-11dc-9486-0003ba99c667.shtml.
Voi siete matti davvero, non per offendervi, ma davvero parlate in preda ad una visione del mondo che non è reale.
Putrtroppo il problema di molti di voi è che siete tutta teoria senza nessun rapporto con la realtà. Siete paurosi, senza coraggio e senza il senso della dignità delle proprie origini e cultura, siete fissati col nazismo.
Amen. Tanto a cambiare il mondo ci pensi già tu.... e ti avanza pure tempo per scrivere sul forum
Citazione di: Fharenight il 25 Gennaio 2017, 16:44:13 PM
InVerno, bello il tuo discorso sulla globalizzazione, ma, al contrario di te, penso che non può durare a lungo senza causare altri disastri. DEVE finire, o almeno essere di molto ridimensionato per il bene di tutti e dello stesso pianeta. Come è iniziato così potrà finire, stiamo già andando in questo senso, ancora non si vede ma è così.
Nono il mio determinismo è cosi radicale da comprendere anche i disastri, necessari a volte, per imparare da essi. Finchè ci sarà chi, invece che partire da presupposti realistici e usarli come base di partenza di un ragionamento sociale, farà battaglie per risultati utopistici rendendo nulla la sua partecipazione al dibattito reale, il "progresso" sarà sempre più fuori controllo, ed è assolutamente possibile che questo deragli in un disastro. Ho fatto l'esempio sulla denuclearizzazione per chiamare in causa un argomento con meno bias politico e che auspicabilmente possa attirare commenti più neutrali e ragionati. Per me puoi pure prendere uno striscione "STOP NUCLEAR" e andare su un cavalcavia a manifestare, ci potete andare tutti, non cambierà una virgola a parte il fatto che queste decisioni saranno nelle mani di leader sempre più soli perchè leader di un popolo che si pronuncia attraverso utopie invece che in ragionamenti sul "come", e a lungo andare è possibilissimo che da questa situazione scaturisca un disastro. Allo stesso modo è successo con l'immigrazione. Abbiamo reso l'integrazione
impossibile attraverso iter legislativi assurdi? Bene, ora c'è un 10% della popolazione a zonzo, che è emigrata comunque,
e che non ha nulla da perdere (situazione che li rende potenzialmente fuori controllo). Io a volte li vedo camminare per le strade senza un caspio da fare e senza un soldo in mano e davvero non mi capacito di come a qualcuno non venga in mente di fare qualche cazzata, devo essere sincero, io la farei. Che cosa me lo impedirebbe? La paura della prigione? Ma se si sta meglio in prigione che fuori? Rendetegli la vita impossibile e la prigione presto sarà un premio invece di una punizione, e a quel punto sarà il disastro. Ma di chi sarà la colpa? Di chi tentava di integrarli, o di chi pensava di reimpatriare milioni di persone con ipotetici aerei e nel frattempo li ha ridotti all'osso dell'umanità? Pensateci.
Citazione di: Eretiko il 25 Gennaio 2017, 10:35:56 AM
Non capisco il senso della tua osservazione. Globalizzare e mischiare genti e culture diverse risponde appunto ad esigenze di carattere economico e politico, e non vedo quali altri realistici motivi possano esserci. Allargare i confini del mercato arricchisce maggiormente le affamate multinazionali ma produce anche reddito per chi non aveva reddito, e mischiare le genti dovrebbe essere un mezzo per evitare conflitti.
Chi si ricorda l'esodo, il grande esodo dei giovani degli anni '60 e '70 dall'Occidente verso l'Oriente? Il rifiuto di una civiltà già allora dominata da un'egoismo economico sfrenato e da una caduta di valori verticale?
Oggi accade il contrario e, vinto dalla propaganda televisiva, l'esodo ha invertito la direzione e assunto proporzioni colossali. Non è solo questione di guerre e/o povertà inaccettabile. Quei problemi c'erano anche allora. Forse più duri.
E' che oggi il modello liberista occidentale, in assenza di alternative credibili e spinto da una propaganda grottesca, ha stravinto su tutta la linea.
L'analisi dovrebbe essere molto più profonda, articolata e complessa ma, in un Forum di ricercatori spirituali, mi permetto di soprassedere e contare sulla vostra intuizione. Azzardo solo una terribile ma, ahimè motivatissima conclusione: è la vita che viviamo in Occidente desiderabile, invidiabile? Non siamo forse abbruttiti in maniera intollerabile? Non abbiamo del tutto perso la tramontana e viviamo, pur fra mille agi e comodità, una vita che possiamo agevolmente definire......di merda?!
Spero saprai perdonarmi se ho espresso un'opinione così diversa da quelle che si ascoltano oggigiorno su questa problematica così delicata.
InVerno, tu sei per lo status quo, per la rassegnazione o per il costante adattamento sempre al ribasso delle nostre condizioni economiche e sociali.
In questo modo andremo dritti verso un'unico destino: un'esistenza da inferno, dove saremo costretti a sopprimere qualcuno per solravvivere. Davvero siete matti, ma matti da legare, voi ma in primo luogo tutti quei politici che per incapacità o interessi agiscono secondo questo pensiero. Ho già detto che la globalizzazione deve finire, ormai è già in crisi. Con le nuove tecnologie potremmo fare a meno in futuro di tanto petrolio e centrali nucleari (giusto per citare due esempi che hai fatto). Purtroppo sono i "benpensanti" come te a rendere piú difficile il percorso verso il suo declino. E sono i "benpensanti" e buonisti come te (vedasi gli idioti dei centri sociali) che hanno contribuito all'immigrazione selvaggia impossibile da integrare tutta e dar loro un lavoro decente. Di questi disperati a zonzo ce ne sono tanti e tantissimi altri ne arriveranno ancora, grazie al vostro "buon cuore" e alla vostra illuminata lungimiranza... dei miei stivali. Cosa vuoi integrare quando sono tantissimi?Masse di semianalfabeti, tra cui molti avanzi di galera e psicopatici. Prostitute nigeriane e chissà quanta altra bella gente, dove li metti? Che futuro gli puoi offrire se il lavoro manca anche a noi? Dove alloggeranno se fra poco mancheranno pure gli alberghi? Mi sa che siamo davvero rimbambiti.
Se da anni avessimo organizzato il blocco navale invece di umiliare e ridurre la nostra Marina alla stregua di un servizio tipo Costa Crociere per clandestini, e se "l'UE Sovietica" non ci avesse obbligati a prenderli e a sperperare tantissimi soldi (dei cittadini) arricchendo cooperative, caritas e quant'altro, alimentando il circolo vizioso della delinquenza che ci sguazza, non avremmo preso questo squallido declivio.
Ci state preparando davvero un bel futuro! Complimenti.
E' in crisi da decenni il sistema culturale, il sistema economico-sociale, quello politico.
Non ci sono teorie nuove.
Da parecchio il modello conformismo- progressismo non regge più, come "sinistra" e "destra" politica.
Detto in maniera sintetica, il livello della tecnica e tecnologia ha permesso nei rami primari e secondari economici
che sono i reali settori di aumento della produzione lorda vendibile, una tele efficienza ed efficacia economica, per cui
l'aumento demografico della popolazione è troppo superiore alla quantità di lavoro per unità di vendita.
Significa che nel mondo, se lo estendiamo alla globalizzaizone, c'è una popolazione " in esubero".
La dimostrazione è la crescita del potere negli ultimi decennio del ramo terziario( finanziario, commercio) che è cresciuto in maniera enorme prendendo il valore aggiunto creato da agricoltura e industria.
Si è avuto il seguente paradosso, la crescita economica, in ambiente efficente ed efficace, crea una tale massa monetaria dove è impossiblie investire con gli stessi tassi di sviluppo e altrettanti tassi di profitto,perchè il mercato è saturo, perchè non regge più il rapporto : lavoro= reddito.
Ergo, sta finendo un ciclo storico-economico anche se viene allargato il mercato in termini espansivi,creando pressioni sociali con emigrazioni e immigrazioni, alla stessa velocità di come si muovono i capitali, gli investimenti, le speculazioni all'interno delle filiere economiche dove è strategico il detenere le materie prime che sono soprattutto ormai nelle aree del terzo-quarto mondo.
Questa troppo breve premessa è per arrivare a dire che il sistema economico mette sotto pressione quello politico e culturale ,perchè la velocità del cambiamento è superiore a quello politico e culturale.
Se la globalizzazione è basata su trattati per aree geografiche e ormai ve ne sono molti effettuati e altrettanti con tavoli di negoziazione aperti,che tendono a standardizzare i processi di scambio economico e persino i diritti sociali(del lavoro fra l'altro), il concetto di Stato e appartenenza diventano impedimento.
Sta accadendo un'altro paradosso.Gli USA ,promotori della globalizzazione, sanno che la curva della loro civiltà, come potere mondiale, declina con la stessa velocità della globalizzazione che fa scendere la propria curva ad esempio e salire in Cina(il vero suo antagonista).
Basta vedere il rapporto del pil USA in rapporto a quello di tutto il mondo nell'ultimo secolo, per sapere che c'è una ridistribuzione globale e oggi la tecnologia atomica per costruire anche bombe lo hanno troppi stati internazionali.
Nella storia il primo principio è basato sui rapporti di forza.
Non posso quì dilungarmi oltre. Dico quindi che questo sistema globale ha reso obsoleto il modello di equilibri dell' economia, i modelli politici e culturali,
Gli antichi rimedi di fingere che tutto quanto ci gira attorno non ci coinvolge,per cui difendiamo arroccandoci
difensivamente, è umano, ma non è strategico, è perdente già nel breve periodo, perchè è impossible ad esempio per l'Italia ricostruire un' autarchia, perchè economicamente trasformiamo, non abbiamo materie prime,viviamo sull'intesrcambio e interdipendenza.
Il modello occidentale economico è talmente avulso dal tempo che oggi dovrebbero essere proprio l'Africa, Brasile, aree con miniere e piantagioni di prodotti strategici a detenere il potere,
Invece la nostra economia ha insegnato che l'occidentale ha il potere se ricatta politicamente militarmente quelle aree imponendo accordi commerciali in cambio di protezionismo militare corrompendo i poteri "sovrani" di stati del terzo, quarto mondo; esportando le tensioni internazionali facendo esplodere le proprie contraddizioni lontano dai propri confini di chi li ha generati violentando culture, standardizzando processi e modelli di pensiero con i propri modelli consumistici e di sviluppo.
La diversità è un pregio se esiste l'apertura dell'incontro.Se la diversità viene vissuta come violenza alla propria identità allora non ci si riconosce nell'altrui, finisce la pace e inizia la guerra.
Citazione di: Freedom il 25 Gennaio 2017, 20:14:46 PM
E' che oggi il modello liberista occidentale, in assenza di alternative credibili e spinto da una propaganda grottesca, ha stravinto su tutta la linea.
L'occidentalizzazione del mondo è iniziata nel 1945, con 2 ordigni nucleari, con il Giappone che ha dovuto ingoiare a forza i "nostri". valori. Concordo, il modello "americano" ha vinto su tutta la linea. Non ci sono stati modelli alternativi, e quello del "socialismo reale" è fallito, e la globalizzazione, insieme alle nuove tecnologie, ha accelerato il fenomeno. Non piace nemmeno a me questo modello, ma non posso farci molto; quello che mi auspico è che, perlomeno, sia in grado di togliere dall'indigenza miliardi di persone e sia in grado di evitare quanto più possibile i conflitti.
Citazione di: Eretiko il 26 Gennaio 2017, 09:17:02 AMquello che mi auspico è che, perlomeno, sia in grado di togliere dall'indigenza miliardi di persone e sia in grado di evitare quanto più possibile i conflitti.
I suoi seguaci affermano che la globalizzazione ha strappato dall'indigenza oltre un miliardo di persone negli ultimi 20 anni ma invece, a saper guardare meglio, ha trasformato un miliardo di poveri in un miliardo in più di miserabili dipendenti dalla globalizzazione stessa e da chi la controlla; e il trend non potrà che proseguire trasformando sempre più persone che sono semplicemente (e spesso orgogliosamente) povere in miserabili schiavi dei poteri che controllano i mercati.
Citazione di Donquixote: " I suoi seguaci affermano che la globalizzazione ha strappato dall'indigenza oltre un miliardo di persone negli ultimi 20 anni ma invece, a saper guardare meglio, ha trasformato un miliardo di poveri in un miliardo in più di miserabili dipendenti dalla globalizzazione stessa e da chi la controlla; e il trend non potrà che proseguire trasformando sempre più persone che sono semplicemente (e spesso orgogliosamente) povere in miserabili schiavi dei poteri che controllano i mercati."
Sono d'accordissimo!
Eretiko dice: " L'occidentalizzazione del mondo è iniziata nel 1945, con 2 ordigni nucleari, con il Giappone che ha dovuto ingoiare a forza i "nostri". valori. Concordo, il modello "americano" ha vinto su tutta la linea. Non ci sono stati modelli alternativi, e quello del "socialismo reale" è fallito, e la globalizzazione, insieme alle nuove tecnologie, ha accelerato il fenomeno..."
La sinistra, almeno dal sessantotto in poi, ha pian piano accantonato la sua battaglia storica fra Capitale e Lavoro tipicamente Marxista, spostandosi sulle battaglie per la difesa delle minoranze (migranti, gay, femministe, etc etc) ereditate dai Radicali o sulle battaglie ideologiche e liberali (UE, moneta unica, no borders, etc)
Finché il "proletariato" aveva grosso modo la pancia piena non se ne è accorto nessuno.
La sinistra ha abbandonato via via il "socialismo" in nome di un élitarismo superiore che schifa il proletariato, il popolo e i lavoratori (basta leggere l'Unità, Scalfari, la Repubblica e cavolate varie per accorgersene). Cioè i vecchi elettori.
Non è da stupirsi quindi che il Job Act in Italia, la legge Valls in Francia ecc. siano state create dalle sinistre.
Oggi quello spazio di lotta per il lavoro, per il salario, per l'occupazione è stato lasciato vuoto ed è stato preso dalle destre.
Quindi ad oggi, il paradosso, è che - ad esempio - il candidato di "sinistra" in Francia sia a tutti gli effetti la Le Pen ed in Italia Salvini.
"A un certo punto, guidati dal PCI che s'inventò l'eurocomunismo nel mentre trattava il suo cambio di campo con gli Usa, i "fu" comunisti della nostra area s'inventarono d'essere di sinistra, ma non seppero essere nemmeno questo perché nient'affatto riformisti, soltanto semplici traditori e pronti ad ogni nefandezza, tipica dei servi che sono nel contempo furfanti matricolati. Mi verrebbe voglia di tirare fuori il "caso Moro" per quanto riguarda i peggiori e più infami eurocomunisti europei, ma soprassediamo."
Citazione di: donquixote il 26 Gennaio 2017, 11:08:05 AM
Citazione di: Eretiko il 26 Gennaio 2017, 09:17:02 AMquello che mi auspico è che, perlomeno, sia in grado di togliere dall'indigenza miliardi di persone e sia in grado di evitare quanto più possibile i conflitti.
I suoi seguaci affermano che la globalizzazione ha strappato dall'indigenza oltre un miliardo di persone negli ultimi 20 anni ma invece, a saper guardare meglio, ha trasformato un miliardo di poveri in un miliardo in più di miserabili dipendenti dalla globalizzazione stessa e da chi la controlla; e il trend non potrà che proseguire trasformando sempre più persone che sono semplicemente (e spesso orgogliosamente) povere in miserabili schiavi dei poteri che controllano i mercati.
Penso che sia proprio questo uno dei motivi dell'immigrazione, dopo il fallimento di costruire democrazie e modelli occidentali nel terzo e quarto mondo. Vista la storia degli USA e degli immigrati europei, ci sono tre buoni motivi: 1) contenimento del costo di manodopera anche dei residenti europei; 2) il denaro guadagnato dagli immigrati viene comunque gestito dal potere finanziario; 3) cambiargli la mentalità.
Stiamo parlando di persone non legate ai tempi finanziari e cicli industriali, è l ostesso passaggi odala contadino all'operaio infabbrica.
Cambia tutto il metabolismo biologico, adattato ai tempi economici.
Nutro delle perplessità da anni se ricchezza voglia dire felicità.Certo il minimo di sopravvivenza e poi? Rincoglionimento nel mondo di "plastica"? La stiamo già subendo noi, figuriamoci loro.
La sicurezza (che poi non è mai sicura) economica in cambio della perdità di identità personale, culturale?
Il fallimento di esportare il modello democratico in paesi dove il legame familiare, parentale, comunitario è concepito diversamente dal nostro attuale che tende a frantumare tutti i legami a cominciare dalle famiglie (almeno a Natale ci vediamo tutti insieme?.... sappiamo parlare senza avere un televisore acceso?) potrebbe essere anche uno dei motivi, di piallare, standardizzare le personalità.
Che poi vuol dire avere un popolo di servi e il massimo e renderli felici della propria sottomissione , facendoli diventare popolo di consumo e di nuovo altri mercati... ed ecco preparata la strada per implementare il modello di pseudo democrazia sui loro territori.
Ma capisco anche che per l'italiano, ma non solo, è sentirsi aggredito da una quantità enorme di immigrati par ad una città ogni anno..
Ma come, ci chiediamo, siamo in crisi economica e vengono altri, e sono trattati meglio dei nostri "clochard" che muoiono all'adiaccio come mosche. E' vero, ci sono incongruenze. Noi stiamo meglio di loro e per loro già questo è tanto, e noi stiamo peggio di prima e il futuro non ci rallegra.abbiamo già i nostri problemi e altri ne creano ulteriori.
I politicanti. lo sanno, ma giocano di retorica da due soldi , perchè le tensioni socio-economiche sono foriere di disastri anche politici, di chi cavalca il populismo, salvo a suo tempo averlo legiferato.
Stiamo subendo una situazione che come popoli non andrebbe bene nè a noi e nemmeno a loro,costretti a lasciare Paesi di origine.
Il rischio è la "guerra fra poveri".
No, non solo la guerra tra poveri, guerra tra ideologie diverse, tra culture diverse, guerra per la difesa dell'identità. E rischiano molto anche i politici e tutti i responsabili di tale disastro, altro che "populismo". La gente è tutta superincazzata. Che caxso significa poi
"populismo"? È un modo radical-chic per disprezzare l'antagonista politico.
Certo, dall'alto della tua sapienza, Paul, tu non parli da "italiano che si sente aggredito dalla grande quantità di clandestini". Voi siete superuomini, non fate parte del popolo. Voi sapete solo giudicare... e in definitiva, con belle parole, dire caxxate.
Citazione di: donquixote il 26 Gennaio 2017, 11:08:05 AM
I suoi seguaci affermano che la globalizzazione ha strappato dall'indigenza oltre un miliardo di persone negli ultimi 20 anni ma invece...
Io non sono seguace di niente, non sono amministratore delegato di una multinazionale, semplicemente sono nato in questo mondo e cerco di comprenderlo per quanto possibile. Esistono forse ingenui che credono che la famosa "globalizzazione" sia stata decisa a "tavolino" da N persone? Ci sono stati altri modelli, ci sono state "terze vie", tutto fallito. Dunque? Potrà non piacere, ma questa è la realtà.
O forse c'è qualcuno ancora più ingenuo da credere che è esistita un'era bucolica in cui tutto era bello e perfetto? Ci piaccia o no questo è il capitalismo e il modello, e noi ci siamo dentro, tutti, come schiavi, sia nella globalizzazione sia nel localismo e nel protezionismo.
Citazione di: Fharenight il 26 Gennaio 2017, 13:11:48 PM
Quindi ad oggi, il paradosso, è che - ad esempio - il candidato di "sinistra" in Francia sia a tutti gli effetti la Le Pen ed in Italia Salvini.
Wow, mi dispiace per te allora. Sarai costretta a vivere in altri 70 anni di "dominio ideologico della sinistra" (parole tue). Okkio, i comunisti esistono ancora, e rischi di trovarli ad ogni angolo.
Eretiko dice: "
O forse c'è qualcuno ancora più ingenuo da credere che è esistita un'era bucolica in cui tutto era bello e perfetto? Ci piaccia o no questo è il capitalismo e il modello, e noi ci siamo dentro, tutti, come schiavi, sia nella globalizzazione sia nel localismo e nel protezionismo."
Ah, certo, se gli uomini si fossero sempre rassegnati saremmo rimasti tutti un gregge di pecore dominati dai padroni, non ci sarebbero mai state le rivoluzioni che hanno cambiato il corso della storia.
Ma abbiamo capito che tu sei un "rassegnato"perché ti fa comodo, magari ti senti un "dritto" come quelli che costituiscono la parte attiva della globalizzazione, di quelli che si arricchiscono alle spalle degli altri, magari sei un figlio di... papà, che ha passato gran parte del suo tempo sui libri universitari tra un cappuccino caldo e uno snack, con la casa vicino l'università e l'affitto pagato da papà, ed è diventato un dottorino o dottorando, atteggioso, supponente e prepotente, come tanti tuoi simili.
Eretiko dice: "
Wow, mi dispiace per te allora. Sarai costretta a vivere in altri 70 anni di "dominio ideologico della sinistra" (parole tue). Okkio, i comunisti esistono ancora, e rischi di trovarli ad ogni angolo. "
Sì, blatera pure, non hai capito niente. Voglio dire che la sinistra ormai è fallita, non ha più niente da offrire per migliorare la società, sta solo procurando danni:
"
Gli eventi degli ultimi mesi dell'anno appena trascorso – dalla "brexit" al NO referendario italiano, passando per l'evento di gran lunga più importante, le elezioni presidenziali statunitensi – hanno messo allo scoperto la vera natura, peraltro individuata da tempo, degli omuncoli di una "sinistra", che in Italia proviene in maggioranza addirittura da un partito usurpatore già da decenni della denominazione di comunista. In tempi, in cui ancora sussisteva un minimo di intelligenza nei ceti detti colti, la vera sinistra non aveva nulla a che vedere con i comunisti.Era in definitiva composta da filo-capitalisti riformisti, in Europa in sostanza i socialdemocratici. E se uno ricorda non tanto quelli italiani quanto i "nordici" (ad es. svedesi) o anche i tedeschi tipo Brandt, Schmidt, ecc., difficilmente può non concordare che si trattava di personalità di spessore e degne di stima; anche se magari i comunisti li ritenevano, e tutto sommato con ragione, nemici o come minimo avversari.
A un certo punto, guidati dal PCI che s'inventò l'eurocomunismo nel mentre trattava il suo cambio di campo con gli Usa, i "fu" comunisti della nostra area s'inventarono d'essere di sinistra, ma non seppero essere nemmeno questo perché nient'affatto riformisti, soltanto semplici traditori e pronti ad ogni nefandezza, tipica dei servi che sono nel contempo furfanti matricolati. Mi verrebbe voglia di tirare fuori il "caso Moro" per quanto riguarda i peggiori e più infami eurocomunisti europei, ma soprassediamo.
E' più che sufficiente ricordare quello che fecero i piciisti italiani non appena cadde il campo "socialista" e subito dopo l'Urss, cambiando reiteratamente denominazione: Ds, Pds, Pd, sprofondando sempre più nell'ignominia. E furono chiamati a governare l'Italia per conto degli Stati Uniti con l'infame operazione giudiziaria ben nota. Per fortuna si mise in mezzo, anche se per meri interessi personali, Berlusconi che approfittò dell'odio degli elettori democristiani e socialisti – vistisi "derubati" dei loro partiti dalla magistratura "democratica" (sic!) – che votarono per lui.
Da allora, i "poteri forti" (soprattutto americani, sempre seguiti dai nostri "cotonieri") hanno continuato ad agitarsi per ridurre in servitù il nostro paese, operazione non complicata come dimostrato da quanto facilmente il "nano d'Arcore" si è poi genuflesso davanti ad Obama (ma era già disponibile prima).
Alla fin fine, ridotto a complice un personaggio meschino quanto il berlusca e sostituiti dopo un paio d'anni i piddini d'origine piciista, dimostratisi inetti al massimo grado, con il bamboccione toscano – che non è detto sia fuori gioco come lo si vorrebbe troppo affrettatamente far passare per concedergli ulteriori manovre sottobanco – gli arruffoni di una "sinistra" sempre più fantomatica speravano di andare a vele spiegate. Invece sono intervenuti gli eventi citati all'inizio – uniti al fenomeno dell'immigrazione che ha messo a nudo tutta l'incapacità e i falsi buoni sentimenti di un ceto medio arricchitosi, pronto a rovinare i propri paesi pur di munirsi di "masse di manovra" a basso costo per il mantenimento del loro fallimentare potere – e i loro piani si sono fatti al momento più complessi.
Da qui il notevole smascheramento di come questi individui, di falsa bontà, siano in realtà malvagi al massimo grado, privi di ogni sensibilità, carogne esemplari che dovrebbero essere soppresse quanto prima. L'ultimo esempio, l'accanirsi contro un bambino di 10 anni per odio a suo padre (Trump appunto), non è la cosa più grave e pericolosa che è ormai nei loro piani; tuttavia, è indicativa di una perversione e di un abbrutimento sconosciuti fino ad ora.
Sono pronti a tutto. E per i loro fini alimenteranno sempre più quello che già Marx indicava come "sottoproletariato", mostrando pieno disprezzo nei suoi confronti e vedendolo come un pericoloso, e criminale, ostacolo a quello che lui sperava potesse essere un progresso verso il socialismo e comunismo. Questi semicolti del ceto medio arricchitosi – soprattutto in qualità di "nani e ballerine" (attori, registi, cantanti, presentatori TV, intrattenitori di somma stupidità, giornalisti, abietti scrittorucoli, ecc.; tutta gentaglia pronta a propinare al "popolo" il necessario per addormentarlo di fronte alle loro furfanterie) – sono di una pericolosità ormai evidentissima per le sorti della nostra società.
Eretiko dice: "
O forse c'è qualcuno ancora più ingenuo da credere che è esistita un'era bucolica in cui tutto era bello e perfetto?"Oh, beh, di certo tra questi "ingenui" non ci sei tu.
Per fortuna esiste chi è "ancora ingenuo", chi è folle e non si arrende nel voler cambiare lo status quo.Sono tutti quegli Uomini e Donne che hanno avuto il coraggio di ribellarsi alle ingiustizie pagando a caro prezzo la loro "ingenuità". UOMINI che hanno saputo sfidare le idee della loro epoca, hanno coraggiosamente aperto nuove strade e instillato nuove speranze. UOMINI che hanno contribuito a migliorare il mondo, a togliere milioni di altri uomini dalla schiavitù, dalla miseria, dall'oppressione, e reso la vita più felice. https://www.youtube.com/watch?v=lVsDUq4cwl8
Citazionequello che mi auspico è che, perlomeno, sia in grado di togliere dall'indigenza miliardi di persone e sia in grado di evitare quanto più possibile i conflitti.
I suoi seguaci affermano che la globalizzazione ha strappato dall'indigenza oltre un miliardo di persone negli ultimi 20 anni ma invece, a saper guardare meglio, ha trasformato un miliardo di poveri in un miliardo in più di miserabili dipendenti dalla globalizzazione stessa e da chi la controlla; e il trend non potrà che proseguire trasformando sempre più persone che sono semplicemente (e spesso orgogliosamente) povere in miserabili schiavi dei poteri che controllano i mercati.
Globalizzazione e capitalismo andranno pure a braccetto ma non sono sinonimi.
Citazione di: paul11 il 26 Gennaio 2017, 13:19:40 PMPenso che sia proprio questo uno dei motivi dell'immigrazione, dopo il fallimento di costruire democrazie e modelli occidentali nel terzo e quarto mondo. Vista la storia degli USA e degli immigrati europei, ci sono tre buoni motivi: 1) contenimento del costo di manodopera anche dei residenti europei; 2) il denaro guadagnato dagli immigrati viene comunque gestito dal potere finanziario; 3) cambiargli la mentalità. Stiamo parlando di persone non legate ai tempi finanziari e cicli industriali, è l ostesso passaggi odala contadino all'operaio infabbrica. Cambia tutto il metabolismo biologico, adattato ai tempi economici. Nutro delle perplessità da anni se ricchezza voglia dire felicità.Certo il minimo di sopravvivenza e poi? Rincoglionimento nel mondo di "plastica"? La stiamo già subendo noi, figuriamoci loro. La sicurezza (che poi non è mai sicura) economica in cambio della perdità di identità personale, culturale? Il fallimento di esportare il modello democratico in paesi dove il legame familiare, parentale, comunitario è concepito diversamente dal nostro attuale che tende a frantumare tutti i legami a cominciare dalle famiglie (almeno a Natale ci vediamo tutti insieme?.... sappiamo parlare senza avere un televisore acceso?) potrebbe essere anche uno dei motivi, di piallare, standardizzare le personalità. Che poi vuol dire avere un popolo di servi e il massimo e renderli felici della propria sottomissione , facendoli diventare popolo di consumo e di nuovo altri mercati... ed ecco preparata la strada per implementare il modello di pseudo democrazia sui loro territori. Ma capisco anche che per l'italiano, ma non solo, è sentirsi aggredito da una quantità enorme di immigrati par ad una città ogni anno.. Ma come, ci chiediamo, siamo in crisi economica e vengono altri, e sono trattati meglio dei nostri "clochard" che muoiono all'adiaccio come mosche. E' vero, ci sono incongruenze. Noi stiamo meglio di loro e per loro già questo è tanto, e noi stiamo peggio di prima e il futuro non ci rallegra.abbiamo già i nostri problemi e altri ne creano ulteriori. I politicanti. lo sanno, ma giocano di retorica da due soldi , perchè le tensioni socio-economiche sono foriere di disastri anche politici, di chi cavalca il populismo, salvo a suo tempo averlo legiferato. Stiamo subendo una situazione che come popoli non andrebbe bene nè a noi e nemmeno a loro,costretti a lasciare Paesi di origine. Il rischio è la "guerra fra poveri".
Se la mia famiglia vive in un villaggio e ha un pezzetto di terra su cui crescono frutta e ortaggi, razzolano polli e magari grufola qualche maiale, non muore certo di fame, e quel che eventualmente mi manca lo posso comprare o scambiare al mercato locale. Se invece ho una bottega artigiana scambierò ciò che produco con derrate alimentari, se ne ho necessità. Queste attività, però, non generano fatturato ai fini statistici, muovendo un quantitativo di denaro praticamente trascurabile. Se invece io lascio la mia terra per andare in città a lavorare per una grande multinazionale i miei guadagni e le mie spese, di necessità molto maggiori, andranno ad aumentare la "ricchezza" complessiva, il PIL, e quindi anche la ricchezza media procapite. Ma nel contempo la mia famiglia, privata delle braccia più giovani e capaci, si ritroverà a non poter badare alla terra e a tutto il resto finendo per dipendere dal mio reddito per quanto concerne le loro esigenze e la loro mera sopravvivenza. Finirà quindi che io sarò statisticamente molto più "ricco", ma nei fatti molto più povero poichè oltre ad avere maggiori spese dovrò mantenere anche la famiglia lasciata sola. Mentre poi la primavera arriva sempre, i frutti maturano e i polli crescono, se si verifica una crisi nel settore in cui lavoro io rischio di perdere il posto senza avere alternative e rischiando di non poter sopravvivere, perchè nel frattempo la mia terra è stata magari acquisita dalle grosse aziende agricole che la devono "valorizzare", ovvero sfruttare in grande stile a fini mercantili. Non avendo soluzioni finirò quindi, insieme con la mia famiglia, nel vortice del "mercato del lavoro" in cui la domanda e l'offerta non tengono conto delle esigenze di sopravvivenza ma solo di quelle della convenienza. L'equilibrio del villaggio, in cui vi è naturalmente il senso della comunità e della solidarietà fra persone e famiglie che si conoscono da sempre, viene completamente perduto nelle grandi metropoli ove ognuno è lasciato in balia di se stesso, e se è pur vero che vi sono grandi opportunità, vi sono ancor più grandi tentazioni, per cui ognuno sarà risucchiato dalla spirale della produzione e del consumo non riuscendo mai a produrre sufficiente reddito per soddisfare desideri sempre maggiori, diventando in tal modo un miserabile, preda di qualunque schiavista che al posto della frusta ha il libretto degli assegni (gli "schiavi salariati" di niciana memoria). I milioni di persone che hanno formato le megalopoli moderne sono per la gran parte questi miserabili, tenendo conto del fatto che la miseria non è una condizione assoluta ma relativa: sei un miserabile non se guadagni poco, ma se i tuoi guadagni non sono sufficienti a garantire un tenore di vita tale da non essere costretto a sacrificare ad esso il valore della libertà, della famiglia, dell'amicizia, della cultura, del tempo, insomma di tutto ciò che caratterizza un essere umano libero, diversamente da una macchina per produrre e consumare che altri accendono o spengono secondo il loro comodo. Dunque i dati macroeconomici diranno che il PIL della tal nazione in questi ultimi vent'anni è salito del tot percento, affermando implicitamente che i loro abitanti si sono arricchiti e dunque la globalizzazione è positiva, ma gli stessi dati affermano al contrario che, anzichè arricchirsi, milioni e milioni di persone hanno solo monetizzato la loro libertà, i loro valori, il loro tempo, le loro famiglie; nel complesso hanno venduto le loro vite rendendosi schiavi di un sistema che li trasformati in subumani, esseri miserabili.
Il modello democratico che citi è, più esattamente, quello liberalcapitalistico, poiché differenti sono le forme di democrazia. La democrazia liberale e l'individualismo che da questa è nato sono il brodo di coltura del sistema mercantile attuale, ove si tende ad annullare progressivamente qualunque limite culturale per esaltare il desiderio individuale, funzionale al commercio e alla diffusione di "prodotti" che soddisfino qualunque "bisogno", solitamente innaturale e indotto dal sistema che deve alimentare il mercato. Ai tempi del colonialismo la maggior parte dei paesi coloniali si limitava a saccheggiare le risorse dei colonizzati (oro, diamanti, petrolio, risorse minerarie di ogni genere) ma i due popoli rimanevano essenzialmente separati e continuavano nella sostanza a vivere come avevano sempre fatto. Quando gli inglesi, nelle loro innumerevoli colonie, hanno cominciato a chiedere tributi ai colonizzati questi, che non avevano nulla e nulla potevano pagare, sono stati costretti ad entrare nel "sistema" mettendosi alle dipendenze degli inglesi che fornivano loro un salario, ma questo serviva, oltre a pagare i tributi, a comprare le loro merci che producevano in patria. Spesso forzavano la situazione come in India ove avevano vietato la tessitura per poter vendere agli indiani i tessuti che fabbricavano in Inghilterra, e proprio la disobbedienza a questa disposizione diede l'inizio alla rivolta di Gandhi che si concluse con la cacciata dell'impero britannico. In America sempre gli inglesi si inventarono il concetto di "vantaggio competitivo" cercando di convincere gli americani ad acquistare le locomotive inglesi poichè costavano meno di quelle fabbricate in America, tentando di renderli quindi perennemente dipendenti dalla ex madre patria. In Cina fecero la famigerata "guerra dell'oppio" per poter vendere la droga ai cinesi che non la volevano poichè vietata dalla loro cultura, e le conseguenze furono fra l'altro che i cinesi dovettero concedere agli inglesi il controllo del porto di Hong Kong come porta d'ingresso nel mercato cinese. La medesima cosa accadde con il porto di Singapore per quanto riguarda il sud-est asiatico, e poi con quello di Macao a favore dei portoghesi.
La decolonizzazione avvenuta a seguito della seconda guerra mondiale, lungi dall'aver liberato le ex colonie, si è potuta realizzare proprio a seguito di accordi con i governi di tali paesi a mantenere rapporti commerciali privilegiati con gli ex colonizzatori, che molto spesso ponevano alla guida di questi governi proprie "teste di legno" a scapito della volontà dei popoli. Il sistema è quindi cambiato consentendo alle ex colonie di vendere i propri prodotti, in cambio però impoverivano i propri popoli arricchendo solo pochi satrapi e soprattutto scardinavano un equilibrio culturale basato sull'economia di sussistenza e sulla sobrietà, che è chiaramente incompatibile con un sistema che ambisce ad un commercio sempre più ampio di merci. Impoveriti economicamente e sradicati culturalmente molti hanno iniziato ad emigrare dalla periferia miserabile dell'impero economico e finanziario verso il suo centro, creando una serie di cortocircuiti che in un futuro non lontano non potranno che provocare una serie incontrollabile di esplosioni.
La divisione del mondo in blocchi d'influenza durante la guerra fredda ha "protetto" gran parte del mondo da questo sistema, ma il crollo dell'89 con la successiva globalizzazione ha inserito nel sistema di mercato anche questa fetta, imponendo un'accelerazione inaudita al medesimo sull'onda dell'aumento esponenziale dell'avidità umana certificato dal corrispondente aumento delle disuguaglianze economiche fra i popoli e al loro interno.
In un mondo ormai dominato dal mercato globale la cultura, con le sue regole, i suoi simboli e i suoi limiti, è un impaccio, un inutile e arcaico orpello che impedisce la diffusione della merce con motivazioni che al mercante, da sempre e per definizione privo di cultura, appaiono incomprensibili. Dunque è il mercante, il cosiddetto "borghese", che si inventa e alimenta tutte le sciocchezze moderne fra cui il multiculturalismo, evidente ossimoro, riducendo le culture ad una mera serie di vuote consuetudini che possono essere mantenute a patto che non ostacolino la diffusione dei prodotti, delle merci, del business. La storia racconta che dai tempi di Colombo gli eserciti dei paesi europei hanno solcato i mari per invadere e saccheggiare le terre altrui e schiavizzare i popoli ai fini di aumentare il benessere materiale delle proprie nazioni, impedendo nel contempo con i medesimi eserciti qualunque ingresso non desiderato nei territori europei, ma se questa cosa può apparire estremamente ingiusta ancora più ingiusta, se possibile, appare la situazione attuale che, per soddisfare l'avidità e la concupiscenza di pochi mercanti privati, impone all'occidente di schiavizzare non solo quelli altrui ma anche i propri popoli mettendo i cittadini in concorrenza con disperati che provengono da ogni parte del mondo, poiché il sistema globalizzato e funzionale unicamente al profitto necessita da un lato un numero sempre maggiore di consumatori, e dall'altro di produttori sempre meno costosi.
Citazione di: Fharenight il 26 Gennaio 2017, 17:53:05 PM
Ma abbiamo capito che tu sei un "rassegnato"perché ti fa comodo, magari ti senti un "dritto" come quelli che costituiscono la parte attiva della globalizzazione, di quelli che si arricchiscono alle spalle degli altri, magari sei un figlio di... papà
Lo ammetto, mi hai smascherato. Tu sei una grande rivoluzionaria, solo che finora io non ho capito quali sono i punti salienti della rivoluzione che tu proponi, a parte una serie di farneticazioni deliranti in cui sembra che l'hai con il mondo intero.
Finora io ti ho sentito soltanto dire:
- lotta senza quartiere agli immigrati
- lotta estrema all'Islam
- lotta totale alla UE
- chiusura delle frontiere
- lotta alla globalizzazione
(non so cosa pensi dell'euro, ma sono sicuro che fai parte di coloro che dicono "fuori!")
Questa è la "rivoluzione" che tu auspichi?
Comunque io non ti ho sentito argomentare su questi punti, tu semplicemente li lanci come slogan, nella convinzione che i mali dell'Italia dipendano essenzialmente da quei punti. Inoltre tu dai sempre del "coglione" a chi non la pensa come te, perché tu sola sei depositaria della verità assoluta e tu sola hai le ricette giuste. Certo, sono punti interessanti, sui quali si potrebbero fare discussioni ma tu non discuti: tu sentenzi, senza nemmeno cercare di capire le argomentazioni degli altri.
Quello che si capisce è che tu ce l'hai con la sinistra che secondo te comanda da 70 anni (addirittura in combutta con gli USA, tu dici), e stai sempre ripetendo questo fino alla nausea; ce l'hai su con la UE che secondo te è una dittatura come l' URSS e allo stesso tempo ti piace Putin, ce l'hai su con gli americani capitalisti e neoliberisti e poi ti piace Trump, ce l'hai su con i comunisti però sei anche contro il capitalismo: insomma, un po' di coerenza, senza cadere in contraddizione.
Di padri nobili della patria non né abbiamo più, i nostri politici sono quel che sono e rispecchiano fedelmente il paese: abbiamo la classe dirigente che ci meritiamo, non illudiamoci che noi "persone comuni" siamo migliori di loro. Stiamo pagando amaramente errori, grandi errori, compiuti negli anni '60, quando ammaliati dallo sviluppo che l'Italia conosceva in quel periodo, sono rimaste inascoltate le voci di coloro che ammonivano di cambiare il nostro modello di "sviluppo senza ricerca". Invece no, abbiamo preferito andare avanti con il nostro capitalismo all'italiana, drogato dagli aiuti di stato, drogato dal continuo ricorso alla svalutazione monetaria, refrattario a qualsiasi innovazione e refrattario alle tecnologie (abbandonata l'elettronica) puntando tutto su una produzione industriale a scarso valore aggiunto (in termini di tecnologia, di innovazione). Ecco, oggi paghiamo quegli errori. Vero, la globalizzazione unita all'euro ha avuto un effetto negativo per i nostri tradizionali comparti forti (tessile, calzature, arredamento), ma la colpa è nostra, i nostri concorrenti non debbono essere i paesi asiatici che possono produrre quei beni a prezzi inferiori.
Nel frattempo importiamo tecnologia, importiamo beni ad elevato valore aggiunto: qui sta un nostro grande problema, altro che UE, perché a parte qualche piccola nicchia nella quale siamo molto competitivi con l'export (ad esempio in macchine utensili), per il resto la nostra bilancia commerciale è molto squilibrata.
Forse mettere dazi e mettere un po' di protezionismo potrebbe migliorare la situazione a breve? Questo può funzionare per paesi forte come gli USA, ma per l'Italia molti economisti sono in dubbio che possa funzionare ed anzi affermano che nel medio periodo possa solo ritorcersi contro negativamente.
Sono solo alcune considerazioni, ma sulle quali forse si dovrebbe discutere seriamente, senza cadere nel tranello di chi ci propone soluzioni semplici per problemi molto complessi.
Eretiko Eretiko... "Farneticazioni deliranti"? Non sai neppure esprimerti correttamente, non dico con educazione (sarebbe troppo) , ma almeno con appropriatezza. Sono irritata, furente, rabbiosa, per non dire incazzata, per l'imbecillità, l'ipocrisia e l'opportunismo altrui che trapela anche da molti vostri interventi.
Mi esprimo con schiettezza, dico le cose come stanno, non parlo per teorie o ideologia, sono sincera e sono un'anima viva, non un'anima morta e rassegnata come alcuni di voi.
Sei tu che farnetichi davvero: "lotta senza quartiere"? "lotta estrema"? "lotta totale"? E che vor di'? Quando mai avrei usato questi termini? E quando mai ho detto di essere la depositaria assoluta della vedità? Evidentemente non sei in grado di distinguere certe parole o frasi e interpreti a modo tuo le mie idee (è tipico dei sinistroidi). E Io sono sicura che tu sei il classico fighetto figlio di papà che aborre l'idea di uscire dall'euro per pura vigliaccheria, per semplice paura anche solo del pensiero di perdere qualche agio acquisito. In realtà non si sa cosa accadrebbe se uscissimo dall'euro, dipende da diverse varianti. Invece prima di entrare nell'euro qualcuno sapeva a quale catastrofe andavamo incontro ed è stato deciso ugualmente.
È evidente che l'UE è una trappola antidemocratica che ci sta dominando e strozzando lentamente, sono rimasti in pochi gli ipocriti che lo negano.
Putin mi piace e sono contro le sanzioni adottate verso il suo Paese. l'URSS non esiste piú. Forse c'è piú comunismo residuo in Italia che in Russia.
Dove starebbe la contraddizione?
Trump mi piace per diversi punti del suo programma ed è antiglobalizzazione.
Dove starebbe la contraddizione?
Non sono contro il capitalismo tout court, in genedale, ma contro determinate forme di capitalismo, come quello della globalizzazione.
Evidentemente sei tu che non leggi bene i miei post e quindi non capisci. I comunisti del calibro di Togliatti mi sarebbero pure piaciuti, perlomeno li avrei stimati, disprezzo e avverso fortemente tutta la sinistra e il centrosinistra attuale.
La classe politica che abbiamo rispecchia fedelmente quello che il Paese è per la maggioranza, cioè persone come te.
Nessuno propone soluzioni semplici per problemi molto complessi. Il problema sono quelli come te, proni ad accettare lo status quo e paurosi anche solo di poter cercare delle soluzioni od impedire che si continui nel proseguimento verso una strada sbagliata.
Ma mi faccia il piacere...
Citazione di: Fharenight il 27 Gennaio 2017, 09:55:50 AM
Sono irritata, furente, rabbiosa, per non dire incazzata, per l'imbecillità, l'ipocrisia e l'opportunismo altrui che trapela anche da molti vostri interventi.
Capisco la vis polemica però è opportuno che tu usi un linguaggio più appropriato. Tra l'altro lo reclami a gran voce nei tuoi interlocutori e poi mi cadi così rovinosamente?
Penso che ci siano molte analogie tra i processi dell'evoluzione delle culture e quelli dell'evoluzione delle specie viventi, anche se i meccanismi sono diversi: la cultura nasce, cresce e muore, come la specie biologica. Non trovo alcun esempio nella storia umana di una monocultura, aggiungo per fortuna. In ambito religioso significativa è l'allegoria, il mito della torre di Babele.
Trovo molto fantasiose le ricostruzioni del passato, che viene rimpianto, evidentemente si svalutano gli aspetti della storia dell'ecologia e dell'economia che smentiscono il quadro idilliaco, equilibrato e che spiegano le ragioni dei cambiamenti avvenuti, per cui suggerisco di guardare una serie stimata millenaria della popolazione umana mondiale per intuire la drammaticità dei disequilibri sottostanti: che una qualunque ecologia, economia, cultura stia in equilibrio stabile è una illusione.
L'agricoltura del passato aveva continuamente fame di terre nuove (la tecnica del disboscamento e del debbio sono banali esempi), un tecnico agrario può spiegarne i motivi. I miei genitori di provenienza contadina mi ricordavano sempre della fame e miseria che avevano vissuto nella loro infanzia, che non rimpiangevano affatto.
Chi rimpiange o auspica l'uomo forte, il pastore, la dittatura, è evidentemente un debole, una pecora addomesticata. Le pecore del pastore comunque fanno una brutta fine.
Non c'è identità senza solidarietà, e la solidarietà è minata in quel subdolo modo che Niemoller riassunse nel "prima vennero a prendere i.." La solidarietà è l'unico modo che hanno le persone per combattere l'accentrazione di potere (Adam Smith, non Marx). L'assenza di soldarietà è comoda solamente alle plutocrazie, anche se forse non hanno ancora ben compreso che cosa significhi portare l'individualismo all'estremo e quali sono i pericoli di una oclocrazia anche per i plutocrati stessi. Eleggere un plutocrate per "salvaguardare" la propria identità culturale, quando è nel suo interesse e della sua schiera, che avvenga esattamente l'opposto, è come eleggere un lupo a guardia di un pollaio. L'unica identità che al plutocrate capitalista interessa è quella del consumatore, possibilmente il più individualista possibile, incapace di associarsi con altri in condizioni peggiori o simili. L'idea di pagare le tasse lo repelle, e repelle tutti i suoi seguaci, perchè il suo motto smithiano è "tutto a me ed agli altri niente".
Figurarsi i cosidetti "35€", mai spesa pubblica è stata più vicina all'essere odiata. Prima vennero a prendere i 35€ e a me andava bene, perchè non volevo quei zozzoni. Poi vennero a prendere la scuola pubblica, e a me andava bene, perchè non avevo figli.. poi etc etc. Nel caso poi specifico di Trump le cose si complicano vista la potenza economica che andrà a comandare, la sua totale avversità alle politiche di rispetto ambientale se dovesse regnare gli states per un periodo considerevole, andrà a impattare gravemente sul terzo tipo di migrazioni ancora marginali, quelle climatiche (Messico in primis). Ovviamente sempre per fare un favore alla plutocrazia. Se uno si meraviglia del paradosso insito nei babbucchioni che urlano e sbraitano per i 35€ ai migranti ma se ne strafottono di vedere immense e innimmaginabili quantità di denaro ammucchiate nelle mani dei plutocrati, non ha ancora visto il meglio del meglio.
Difensori dell'identità nazionale e del monoculturalismo, che si lamentano su internet. Di gran lunga lo strumento principe della multiculturalità, equivalente a miliardi di "barconi" di compenetrazione culturale e di "inquinamento" identitario giornalieeri, il no-global usa internet (e mentre lo fa, smussa lentamente la sua identità stessa).Come girare un documentario contro le videocamere ed il cinema.
Poco importa se come atto inziale, un VERO difensore della monocultura dovrebbe cacciare dalla finestra il proprio computer (e convincere più persone possibile a farlo - indizio anche per non udenti dell'impossibilità della sua missione) esso continua indefesso a scrivere su internet quanto esso sia "contro il rimescolamento delle culture", come quando i difensori dell'impero romano padano si preoccupavano assiduamente dei posti di lavoro rubati, della disonestà insita nel "terun" che ci avrebbe portato al collasso, salvo mai pensare di spegnere quella televisione (e quelle scuole) che pian piano stavano omogeneizzando l'Italia (a partire dall'insegnare una singola lingua). Il punto è che a nessuno interessa difendere la propria cultura, la xenofobia è una cosa diversa, è una fobia appunto, non c'è nessuno spirito costruttivo o difensivo in essa, è irrazionale come tutte le altre fobie e nell'irrazionalità coltiva il paradosso.
Citazione di: InVerno il 27 Gennaio 2017, 11:52:28 AMNon c'è identità senza solidarietà, e la solidarietà è minata in quel subdolo modo che Niemoller riassunse nel "prima vennero a prendere i.." La solidarietà è l'unico modo che hanno le persone per combattere l'accentrazione di potere (Adam Smith, non Marx). L'assenza di soldarietà è comoda solamente alle plutocrazie, anche se forse non hanno ancora ben compreso che cosa significhi portare l'individualismo all'estremo e quali sono i pericoli di una oclocrazia anche per i plutocrati stessi. Eleggere un plutocrate per "salvaguardare" la propria identità culturale, quando è nel suo interesse e della sua schiera, che avvenga esattamente l'opposto, è come eleggere un lupo a guardia di un pollaio. L'unica identità che al plutocrate capitalista interessa è quella del consumatore, possibilmente il più individualista possibile, incapace di associarsi con altri in condizioni peggiori o simili. L'idea di pagare le tasse lo repelle, e repelle tutti i suoi seguaci, perchè il suo motto smithiano è "tutto a me ed agli altri niente". Figurarsi i cosidetti "35€", mai spesa pubblica è stata più vicina all'essere odiata. Prima vennero a prendere i 35€ e a me andava bene, perchè non volevo quei zozzoni. Poi vennero a prendere la scuola pubblica, e a me andava bene, perchè non avevo figli.. poi etc etc. Nel caso poi specifico di Trump le cose si complicano vista la potenza economica che andrà a comandare, la sua totale avversità alle politiche di rispetto ambientale se dovesse regnare gli states per un periodo considerevole, andrà a impattare gravemente sul terzo tipo di migrazioni ancora marginali, quelle climatiche (Messico in primis). Ovviamente sempre per fare un favore alla plutocrazia. Se uno si meraviglia del paradosso insito nei babbucchioni che urlano e sbraitano per i 35€ ai migranti ma se ne strafottono di vedere immense e innimmaginabili quantità di denaro ammucchiate nelle mani dei plutocrati, non ha ancora visto il meglio del meglio. Difensori dell'identità nazionale e del monoculturalismo, che si lamentano su internet. Di gran lunga lo strumento principe della multiculturalità, equivalente a miliardi di "barconi" di compenetrazione culturale e di "inquinamento" identitario giornalieeri, il no-global usa internet (e mentre lo fa, smussa lentamente la sua identità stessa).Come girare un documentario contro le videocamere ed il cinema. Poco importa se come atto inziale, un VERO difensore della monocultura dovrebbe cacciare dalla finestra il proprio computer (e convincere più persone possibile a farlo - indizio anche per non udenti dell'impossibilità della sua missione) esso continua indefesso a scrivere su internet quanto esso sia "contro il rimescolamento delle culture", come quando i difensori dell'impero romano padano si preoccupavano assiduamente dei posti di lavoro rubati, della disonestà insita nel "terun" che ci avrebbe portato al collasso, salvo mai pensare di spegnere quella televisione (e quelle scuole) che pian piano stavano omogeneizzando l'Italia (a partire dall'insegnare una singola lingua). Il punto è che a nessuno interessa difendere la propria cultura, la xenofobia è una cosa diversa, è una fobia appunto, non c'è nessuno spirito costruttivo o difensivo in essa, è irrazionale come tutte le altre fobie e nell'irrazionalità coltiva il paradosso.
Io direi, al contrario, che non c'è solidarietà senza identità, poichè la prima sorge dall'identificazione dell'altro in me stesso, in un mio simile, in uno che la pensa come me e vede le cose nel mio stesso modo. Se quella nei confronti di un mio simile è solidarietà quella nei confronti dello straniero è ospitalità, che se in ogni cultura è considerata un dovere sacrosanto superiore spesso al dovere verso se stessi e i propri simili, d'altro canto bisogna considerare che quella dell'ospitalità è una situazione contingente e temporanea (l'ospite è come il pesce). L'accoglienza sine die non è più ospitalità, e si può realizzare solo quando lo straniero assume l'identità comune in cui ogni appartenente alla comunità si riconosce. Il borghese, il mercante e il plutocrate hanno tutto l'interesse a minare l'identità comune in quanto una massa di singoli è decisamente più funzionale ai loro interessi che non un popolo unito, e mi appare strana quella frase di Smith che hai citato dato che il medesimo teorizzava il perseguimento degli interessi privati di ognuno dato che poi ci avrebbe pensato la "mano invisibile" del mercato a creare un equilibrio favorevole alla collettività. Che poi sia un'assurdità eleggere un plutocrate per salvaguardare la propria identità è palese, ma in un mondo (e soprattutto in una nazione) dove si possono eleggere solo plutocrati le alternative sono inesistenti o impraticabili (anche perchè di fatto gli Usa sono una nazione senza identità nata in un momento in cui borghesi, mercanti e plutocrati la facevano già da padrone) e in fondo si chiede al plutocrate non di difendere un'inesistente identità ma la "robba". Per quanto concerne il sermone di Niemoller (che alcuni attribuivano a Marcuse) questo ha senso appunto in un luogo senza più identità, frammentato in gruppi separati che vivono ognuno alla propria maniera ed è più facile sottomettere o eliminare; se tutti si riconoscessero nella medesima identità non avrebbe senso dire "prima vennero a prendere..." perchè quelli saremmo già noi. Il multiculturalismo auspica proprio questa frammentazione, in cui i mercanti e i plutocrati avranno buon gioco a mantenere e consolidare il potere; anzi la progressiva invasione dello straniero sarà funzionale proprio a questo scopo, alimentando una guerra fra poveri e miserabili in cui solo il ricco potrà avere la meglio e sfruttare la situazione favorevole. Per quanto riguarda il computer questo non è lo strumento principe della multiculturalità, ma semmai quello della cultura unica, della diffusione ovunque di informazioni nella quasi totalità dei casi inutili e spesso anche dannose così come si fa con le merci che nella grande maggioranza dei casi sono inutili o dannose, la qual cosa crea confusione e mina dall'interno le culture ancora in vita che necessitano di continuo impegno nel rinnovamento in coerenza con la tradizione. Se internet è come un'immensa biblioteca in cui si può trovare tutto e il suo opposto è però anche possibile in teoria scegliere, come in una biblioteca, le informazioni che possano essere funzionali alla salvaguardia di una cultura e contribuiscano a rafforzarla: basta saper scegliere. E mi sembra insensato auspicarne la non frequentazione da parte dei difensori delle culture e delle società "chiuse", in quanto in una città ove il 100% dei cittadini frequenta i McDonald anche al più feroce critico dei fast food capiterà di mangiarci, una volta ogni tanto. L'estremismo, da qualunque parte arrivi, è sempre deleterio.
Citazione di: donquixote il 26 Gennaio 2017, 18:47:56 PM
Citazione di: paul11 il 26 Gennaio 2017, 13:19:40 PMPenso che sia proprio questo uno dei motivi dell'immigrazione, dopo il fallimento di costruire democrazie e modelli occidentali nel terzo e quarto mondo. Vista la storia degli USA e degli immigrati europei, ci sono tre buoni motivi: 1) contenimento del costo di manodopera anche dei residenti europei; 2) il denaro guadagnato dagli immigrati viene comunque gestito dal potere finanziario; 3) cambiargli la mentalità. Stiamo parlando di persone non legate ai tempi finanziari e cicli industriali, è l ostesso passaggi odala contadino all'operaio infabbrica. Cambia tutto il metabolismo biologico, adattato ai tempi economici. Nutro delle perplessità da anni se ricchezza voglia dire felicità.Certo il minimo di sopravvivenza e poi? Rincoglionimento nel mondo di "plastica"? La stiamo già subendo noi, figuriamoci loro. La sicurezza (che poi non è mai sicura) economica in cambio della perdità di identità personale, culturale? Il fallimento di esportare il modello democratico in paesi dove il legame familiare, parentale, comunitario è concepito diversamente dal nostro attuale che tende a frantumare tutti i legami a cominciare dalle famiglie (almeno a Natale ci vediamo tutti insieme?.... sappiamo parlare senza avere un televisore acceso?) potrebbe essere anche uno dei motivi, di piallare, standardizzare le personalità. Che poi vuol dire avere un popolo di servi e il massimo e renderli felici della propria sottomissione , facendoli diventare popolo di consumo e di nuovo altri mercati... ed ecco preparata la strada per implementare il modello di pseudo democrazia sui loro territori. Ma capisco anche che per l'italiano, ma non solo, è sentirsi aggredito da una quantità enorme di immigrati par ad una città ogni anno.. Ma come, ci chiediamo, siamo in crisi economica e vengono altri, e sono trattati meglio dei nostri "clochard" che muoiono all'adiaccio come mosche. E' vero, ci sono incongruenze. Noi stiamo meglio di loro e per loro già questo è tanto, e noi stiamo peggio di prima e il futuro non ci rallegra.abbiamo già i nostri problemi e altri ne creano ulteriori. I politicanti. lo sanno, ma giocano di retorica da due soldi , perchè le tensioni socio-economiche sono foriere di disastri anche politici, di chi cavalca il populismo, salvo a suo tempo averlo legiferato. Stiamo subendo una situazione che come popoli non andrebbe bene nè a noi e nemmeno a loro,costretti a lasciare Paesi di origine. Il rischio è la "guerra fra poveri".
Se la mia famiglia vive in un villaggio e ha un pezzetto di terra su cui crescono frutta e ortaggi, razzolano polli e magari grufola qualche maiale, non muore certo di fame, e quel che eventualmente mi manca lo posso comprare o scambiare al mercato locale. Se invece ho una bottega artigiana scambierò ciò che produco con derrate alimentari, se ne ho necessità. Queste attività, però, non generano fatturato ai fini statistici, muovendo un quantitativo di denaro praticamente trascurabile. Se invece io lascio la mia terra per andare in città a lavorare per una grande multinazionale i miei guadagni e le mie spese, di necessità molto maggiori, andranno ad aumentare la "ricchezza" complessiva, il PIL, e quindi anche la ricchezza media procapite. Ma nel contempo la mia famiglia, privata delle braccia più giovani e capaci, si ritroverà a non poter badare alla terra e a tutto il resto finendo per dipendere dal mio reddito per quanto concerne le loro esigenze e la loro mera sopravvivenza. Finirà quindi che io sarò statisticamente molto più "ricco", ma nei fatti molto più povero poichè oltre ad avere maggiori spese dovrò mantenere anche la famiglia lasciata sola. Mentre poi la primavera arriva sempre, i frutti maturano e i polli crescono, se si verifica una crisi nel settore in cui lavoro io rischio di perdere il posto senza avere alternative e rischiando di non poter sopravvivere, perchè nel frattempo la mia terra è stata magari acquisita dalle grosse aziende agricole che la devono "valorizzare", ovvero sfruttare in grande stile a fini mercantili. Non avendo soluzioni finirò quindi, insieme con la mia famiglia, nel vortice del "mercato del lavoro" in cui la domanda e l'offerta non tengono conto delle esigenze di sopravvivenza ma solo di quelle della convenienza. L'equilibrio del villaggio, in cui vi è naturalmente il senso della comunità e della solidarietà fra persone e famiglie che si conoscono da sempre, viene completamente perduto nelle grandi metropoli ove ognuno è lasciato in balia di se stesso, e se è pur vero che vi sono grandi opportunità, vi sono ancor più grandi tentazioni, per cui ognuno sarà risucchiato dalla spirale della produzione e del consumo non riuscendo mai a produrre sufficiente reddito per soddisfare desideri sempre maggiori, diventando in tal modo un miserabile, preda di qualunque schiavista che al posto della frusta ha il libretto degli assegni (gli "schiavi salariati" di niciana memoria). I milioni di persone che hanno formato le megalopoli moderne sono per la gran parte questi miserabili, tenendo conto del fatto che la miseria non è una condizione assoluta ma relativa: sei un miserabile non se guadagni poco, ma se i tuoi guadagni non sono sufficienti a garantire un tenore di vita tale da non essere costretto a sacrificare ad esso il valore della libertà, della famiglia, dell'amicizia, della cultura, del tempo, insomma di tutto ciò che caratterizza un essere umano libero, diversamente da una macchina per produrre e consumare che altri accendono o spengono secondo il loro comodo. Dunque i dati macroeconomici diranno che il PIL della tal nazione in questi ultimi vent'anni è salito del tot percento, affermando implicitamente che i loro abitanti si sono arricchiti e dunque la globalizzazione è positiva, ma gli stessi dati affermano al contrario che, anzichè arricchirsi, milioni e milioni di persone hanno solo monetizzato la loro libertà, i loro valori, il loro tempo, le loro famiglie; nel complesso hanno venduto le loro vite rendendosi schiavi di un sistema che li trasformati in subumani, esseri miserabili.
Il modello democratico che citi è, più esattamente, quello liberalcapitalistico, poiché differenti sono le forme di democrazia. La democrazia liberale e l'individualismo che da questa è nato sono il brodo di coltura del sistema mercantile attuale, ove si tende ad annullare progressivamente qualunque limite culturale per esaltare il desiderio individuale, funzionale al commercio e alla diffusione di "prodotti" che soddisfino qualunque "bisogno", solitamente innaturale e indotto dal sistema che deve alimentare il mercato. Ai tempi del colonialismo la maggior parte dei paesi coloniali si limitava a saccheggiare le risorse dei colonizzati (oro, diamanti, petrolio, risorse minerarie di ogni genere) ma i due popoli rimanevano essenzialmente separati e continuavano nella sostanza a vivere come avevano sempre fatto. Quando gli inglesi, nelle loro innumerevoli colonie, hanno cominciato a chiedere tributi ai colonizzati questi, che non avevano nulla e nulla potevano pagare, sono stati costretti ad entrare nel "sistema" mettendosi alle dipendenze degli inglesi che fornivano loro un salario, ma questo serviva, oltre a pagare i tributi, a comprare le loro merci che producevano in patria. Spesso forzavano la situazione come in India ove avevano vietato la tessitura per poter vendere agli indiani i tessuti che fabbricavano in Inghilterra, e proprio la disobbedienza a questa disposizione diede l'inizio alla rivolta di Gandhi che si concluse con la cacciata dell'impero britannico. In America sempre gli inglesi si inventarono il concetto di "vantaggio competitivo" cercando di convincere gli americani ad acquistare le locomotive inglesi poichè costavano meno di quelle fabbricate in America, tentando di renderli quindi perennemente dipendenti dalla ex madre patria. In Cina fecero la famigerata "guerra dell'oppio" per poter vendere la droga ai cinesi che non la volevano poichè vietata dalla loro cultura, e le conseguenze furono fra l'altro che i cinesi dovettero concedere agli inglesi il controllo del porto di Hong Kong come porta d'ingresso nel mercato cinese. La medesima cosa accadde con il porto di Singapore per quanto riguarda il sud-est asiatico, e poi con quello di Macao a favore dei portoghesi.
La decolonizzazione avvenuta a seguito della seconda guerra mondiale, lungi dall'aver liberato le ex colonie, si è potuta realizzare proprio a seguito di accordi con i governi di tali paesi a mantenere rapporti commerciali privilegiati con gli ex colonizzatori, che molto spesso ponevano alla guida di questi governi proprie "teste di legno" a scapito della volontà dei popoli. Il sistema è quindi cambiato consentendo alle ex colonie di vendere i propri prodotti, in cambio però impoverivano i propri popoli arricchendo solo pochi satrapi e soprattutto scardinavano un equilibrio culturale basato sull'economia di sussistenza e sulla sobrietà, che è chiaramente incompatibile con un sistema che ambisce ad un commercio sempre più ampio di merci. Impoveriti economicamente e sradicati culturalmente molti hanno iniziato ad emigrare dalla periferia miserabile dell'impero economico e finanziario verso il suo centro, creando una serie di cortocircuiti che in un futuro non lontano non potranno che provocare una serie incontrollabile di esplosioni.
La divisione del mondo in blocchi d'influenza durante la guerra fredda ha "protetto" gran parte del mondo da questo sistema, ma il crollo dell'89 con la successiva globalizzazione ha inserito nel sistema di mercato anche questa fetta, imponendo un'accelerazione inaudita al medesimo sull'onda dell'aumento esponenziale dell'avidità umana certificato dal corrispondente aumento delle disuguaglianze economiche fra i popoli e al loro interno.
In un mondo ormai dominato dal mercato globale la cultura, con le sue regole, i suoi simboli e i suoi limiti, è un impaccio, un inutile e arcaico orpello che impedisce la diffusione della merce con motivazioni che al mercante, da sempre e per definizione privo di cultura, appaiono incomprensibili. Dunque è il mercante, il cosiddetto "borghese", che si inventa e alimenta tutte le sciocchezze moderne fra cui il multiculturalismo, evidente ossimoro, riducendo le culture ad una mera serie di vuote consuetudini che possono essere mantenute a patto che non ostacolino la diffusione dei prodotti, delle merci, del business. La storia racconta che dai tempi di Colombo gli eserciti dei paesi europei hanno solcato i mari per invadere e saccheggiare le terre altrui e schiavizzare i popoli ai fini di aumentare il benessere materiale delle proprie nazioni, impedendo nel contempo con i medesimi eserciti qualunque ingresso non desiderato nei territori europei, ma se questa cosa può apparire estremamente ingiusta ancora più ingiusta, se possibile, appare la situazione attuale che, per soddisfare l'avidità e la concupiscenza di pochi mercanti privati, impone all'occidente di schiavizzare non solo quelli altrui ma anche i propri popoli mettendo i cittadini in concorrenza con disperati che provengono da ogni parte del mondo, poiché il sistema globalizzato e funzionale unicamente al profitto necessita da un lato un numero sempre maggiore di consumatori, e dall'altro di produttori sempre meno costosi.
Hai scritto un concetto economico (ma non solo e poi lo spiego...) che è esatto, tant'è che lo scissi nel vecchio forum.
E' vero quello che scrivi, e quando leggo che un Paese dell'Africa ha un PIL procapite di pochi dollari, sorrido, perchè non è un indice tout court di ricchezza/povertà, ma semplicemente la loro economia non è basata sullo scambio del valore aggiunto, a volte è addirittura baratto e altre è valore d'uso.
Ti dirò, forse quel tipo di economia è da ripensare quanto meno, se sia possible anche da noi , perchè:
1) la nostra economia è basata sulla divisione del lavoro
2) dividere il lavoro significa dividere la conoscenza
3) "dividi et impera" si sa che è un motto tipico di chi gestisce un certo modo di potere personale e non certo emancipativo di un popolo
Ma se l'organizzazione economica sociale è divisa, anche l'organizzazione sociale della città, di uno Stato si modella sulla base produttiva.Ecco l'urbanizzazione divisa in quartieri sociali e i servizi. (Avete notato che gli immigrati tendono a vivere vicino le stazioni ferroviarie?) Ogni cultura fa gruppo a sè per solidarizzare ,per comunicare, per appartenenza,ecc. tanto più si sente differente rispetto alla cultura ospitante..
Dividere socialmente il lavoro e la conoscenza, signifca ,come la conoscenza scientifica, dividere l'unità produttiva, in sottoinsiemi dove nessuno di chi produce conosce l'unità, ma solo chi lo progetta(ho estremizzato il concetto...)
Entrare nel meccanismo del mercato occidentale, significa ha ben poco di creatività umana e quindi di artistico, ma si entra a far parte di gerarchie funzionali. Quindi siamo braccia o mente al servizio di qualcuno, di quel tipo di mercato .
Non siamo quindi umani nella loro intererzza, ma parti da vendere sul mercato che decide di espellere se non è utile.
Accade che non è assolutamente vero che questo sistema economico sia mai stato"sicuro", certo nelle crisi emerge la contraddizione.
a soprattutto accade che l'uomo è fortemente ricattabile, non ha alternative allla vendita di sè.
Non ha una casa con un orto, non ha un pollaio o stalla , non ha quel minimo di sostentamento che la città degli alveari condominiali ha ridotto come vincolo senza via di uscita.
Se in un sistema dove lavoro= reddito, se non c'è una minima alternativa,si passa da un vita economicamente "normale" a chiedere la carità.
Mia nonna viveva come dici tu, era povera, ma non moriva di fame, perchè anche in alta montagna ci sono le castagne, ci sono le patate, e c'era il pollaio, la stalla ,così le popolazioni marittime e delle campagne.
E' da ripensare seriamente.
Citazione di: donquixote il 27 Gennaio 2017, 14:43:49 PM
Citazione di: InVerno il 27 Gennaio 2017, 11:52:28 AMNon c'è identità senza solidarietà, e la solidarietà è minata in quel subdolo modo che Niemoller riassunse nel "prima vennero a prendere i.." La solidarietà è l'unico modo che hanno le persone per combattere l'accentrazione di potere (Adam Smith, non Marx). L'assenza di soldarietà è comoda solamente alle plutocrazie, anche se forse non hanno ancora ben compreso che cosa significhi portare l'individualismo all'estremo e quali sono i pericoli di una oclocrazia anche per i plutocrati stessi. Eleggere un plutocrate per "salvaguardare" la propria identità culturale, quando è nel suo interesse e della sua schiera, che avvenga esattamente l'opposto, è come eleggere un lupo a guardia di un pollaio. L'unica identità che al plutocrate capitalista interessa è quella del consumatore, possibilmente il più individualista possibile, incapace di associarsi con altri in condizioni peggiori o simili. L'idea di pagare le tasse lo repelle, e repelle tutti i suoi seguaci, perchè il suo motto smithiano è "tutto a me ed agli altri niente". Figurarsi i cosidetti "35€", mai spesa pubblica è stata più vicina all'essere odiata. Prima vennero a prendere i 35€ e a me andava bene, perchè non volevo quei zozzoni. Poi vennero a prendere la scuola pubblica, e a me andava bene, perchè non avevo figli.. poi etc etc. Nel caso poi specifico di Trump le cose si complicano vista la potenza economica che andrà a comandare, la sua totale avversità alle politiche di rispetto ambientale se dovesse regnare gli states per un periodo considerevole, andrà a impattare gravemente sul terzo tipo di migrazioni ancora marginali, quelle climatiche (Messico in primis). Ovviamente sempre per fare un favore alla plutocrazia. Se uno si meraviglia del paradosso insito nei babbucchioni che urlano e sbraitano per i 35€ ai migranti ma se ne strafottono di vedere immense e innimmaginabili quantità di denaro ammucchiate nelle mani dei plutocrati, non ha ancora visto il meglio del meglio. Difensori dell'identità nazionale e del monoculturalismo, che si lamentano su internet. Di gran lunga lo strumento principe della multiculturalità, equivalente a miliardi di "barconi" di compenetrazione culturale e di "inquinamento" identitario giornalieeri, il no-global usa internet (e mentre lo fa, smussa lentamente la sua identità stessa).Come girare un documentario contro le videocamere ed il cinema. Poco importa se come atto inziale, un VERO difensore della monocultura dovrebbe cacciare dalla finestra il proprio computer (e convincere più persone possibile a farlo - indizio anche per non udenti dell'impossibilità della sua missione) esso continua indefesso a scrivere su internet quanto esso sia "contro il rimescolamento delle culture", come quando i difensori dell'impero romano padano si preoccupavano assiduamente dei posti di lavoro rubati, della disonestà insita nel "terun" che ci avrebbe portato al collasso, salvo mai pensare di spegnere quella televisione (e quelle scuole) che pian piano stavano omogeneizzando l'Italia (a partire dall'insegnare una singola lingua). Il punto è che a nessuno interessa difendere la propria cultura, la xenofobia è una cosa diversa, è una fobia appunto, non c'è nessuno spirito costruttivo o difensivo in essa, è irrazionale come tutte le altre fobie e nell'irrazionalità coltiva il paradosso.
Io direi, al contrario, che non c'è solidarietà senza identità, poichè la prima sorge dall'identificazione dell'altro in me stesso, in un mio simile, in uno che la pensa come me e vede le cose nel mio stesso modo. Se quella nei confronti di un mio simile è solidarietà quella nei confronti dello straniero è ospitalità, che se in ogni cultura è considerata un dovere sacrosanto superiore spesso al dovere verso se stessi e i propri simili, d'altro canto bisogna considerare che quella dell'ospitalità è una situazione contingente e temporanea (l'ospite è come il pesce). L'accoglienza sine die non è più ospitalità, e si può realizzare solo quando lo straniero assume l'identità comune in cui ogni appartenente alla comunità si riconosce. Il borghese, il mercante e il plutocrate hanno tutto l'interesse a minare l'identità comune in quanto una massa di singoli è decisamente più funzionale ai loro interessi che non un popolo unito, e mi appare strana quella frase di Smith che hai citato dato che il medesimo teorizzava il perseguimento degli interessi privati di ognuno dato che poi ci avrebbe pensato la "mano invisibile" del mercato a creare un equilibrio favorevole alla collettività. Che poi sia un'assurdità eleggere un plutocrate per salvaguardare la propria identità è palese, ma in un mondo (e soprattutto in una nazione) dove si possono eleggere solo plutocrati le alternative sono inesistenti o impraticabili (anche perchè di fatto gli Usa sono una nazione senza identità nata in un momento in cui borghesi, mercanti e plutocrati la facevano già da padrone) e in fondo si chiede al plutocrate non di difendere un'inesistente identità ma la "robba". Per quanto concerne il sermone di Niemoller (che alcuni attribuivano a Marcuse) questo ha senso appunto in un luogo senza più identità, frammentato in gruppi separati che vivono ognuno alla propria maniera ed è più facile sottomettere o eliminare; se tutti si riconoscessero nella medesima identità non avrebbe senso dire "prima vennero a prendere..." perchè quelli saremmo già noi. Il multiculturalismo auspica proprio questa frammentazione, in cui i mercanti e i plutocrati avranno buon gioco a mantenere e consolidare il potere; anzi la progressiva invasione dello straniero sarà funzionale proprio a questo scopo, alimentando una guerra fra poveri e miserabili in cui solo il ricco potrà avere la meglio e sfruttare la situazione favorevole. Per quanto riguarda il computer questo non è lo strumento principe della multiculturalità, ma semmai quello della cultura unica, della diffusione ovunque di informazioni nella quasi totalità dei casi inutili e spesso anche dannose così come si fa con le merci che nella grande maggioranza dei casi sono inutili o dannose, la qual cosa crea confusione e mina dall'interno le culture ancora in vita che necessitano di continuo impegno nel rinnovamento in coerenza con la tradizione. Se internet è come un'immensa biblioteca in cui si può trovare tutto e il suo opposto è però anche possibile in teoria scegliere, come in una biblioteca, le informazioni che possano essere funzionali alla salvaguardia di una cultura e contribuiscano a rafforzarla: basta saper scegliere. E mi sembra insensato auspicarne la non frequentazione da parte dei difensori delle culture e delle società "chiuse", in quanto in una città ove il 100% dei cittadini frequenta i McDonald anche al più feroce critico dei fast food capiterà di mangiarci, una volta ogni tanto. L'estremismo, da qualunque parte arrivi, è sempre deleterio.
Bah, solidarietà e identità sono inscindibili, qualsiasi sia l'ordine di apparizione sulla scena mi pare il dilemma dell'uovo e la gallina. Non c'è nulla di strano nella mia citazione di Smith (la trovi in "La ricchezza delle nazioni"), E ancora, secondo lo stesso, l'accentramento del capitale era una "devianza" possibile e obbligatoria per via della diversa natura del capitale e del lavoro, uno mobile e l'altro no. Esso non aveva tuttavia previsto che la forza lavoro per via dell'incremento della tecnica sarebbe necessariamente diventata più mobile e avrebbe "inseguito il capitale". Quello che è importante notare è che mentre la globalizzazione è un risultato della tecnica, la plutocrazia è un risultato della regolamentazione democratica (o meglio, della "deregolamentazione"). Ne consegue che una è strettamente legata alla tecnica è può recedere solamente se recede la tecnica, la seconda è "ancora" influenzata dall'andamento democratico. Se non ti convince l'esempio di internet (di cui a me non convince la tua spiegazione) è meglio massimizzare attraverso un iperbole, seppure mi esporrò alla ridicolizzazione per via della sua natura di iperbole. Supponi di vivere un mondo dove sia stato inventato il teletrasporto, e che esso sia fruibile a basso prezzo. La globalizzazione non solo sarebbe il naturale "corso degli eventi" ma sarebbe anche strettamente legata all'utilizzo di quel tipo di tecnologia, e solo privarsi di quella tecnologia potrebbe ridare un senso ai confini territoriali. Quante speranze hai, seriamente, che l'uomo abbandoni il teletrasporto? Se credi che sia un iperbole eccessiva, ragiona, e considera che il teletrasporto delle merci è già una realtà attraverso internet (i dati di internet sono effettivamente una merce) e che molto presto questa informazione verrà trasformata in produzione (attraverso la meccanizzazione informatizzata). Internet è questo, una forma rudimentale di teletrasporto. Non a caso, le famose "cellule ISIS" vengono attivate attraverso questo strumento. "Teletrasportare informazioni" equivale a teletrasportare identità, ed essendo l'identità una somma di informazioni, il gioco è fatto. I movimenti migratori globali nel 1990 ammontavano a 100milioni di persone, nel 2000 a 175 milioni di persone, nel 2015 a 250 milioni di persone. Considera, che l'intera tratta dei negri avvenuta nel corso di 3 secoli conta qualcosa come 11 milioni di persone, e si trattava di uno sforzo economico redditizio, non di una "involontaria deviazione". Evito di collegare i puntini perchè ho rispetto della tua intelligenza.
Citazione di: Fharenight il 27 Gennaio 2017, 09:55:50 AM
E quando mai ho detto di essere la depositaria assoluta della vedità? Evidentemente non sei in grado di distinguere certe parole o frasi e interpreti a modo tuo le mie idee (è tipico dei sinistroidi).
Tu mi definisci "imbecille" (e mi potrebbe anche stare bene, non ho la presunzione di credere che quel che penso sia necessariamente corretto), "opportunista" (per quale motivo? non sai chi sono, cosa faccio nella vita, però tu sai che io sono opportunista), ed "ipocrita", quindi tu ritieni che il tuo pensiero sia, a priori, l'unico corretto e sensato.
Citazione di: Fharenight il 27 Gennaio 2017, 09:55:50 AME Io sono sicura che tu sei il classico fighetto figlio di papà che aborre l'idea di uscire dall'euro per pura vigliaccheria, per semplice paura anche solo del pensiero di perdere qualche agio acquisito.
Scusami, se anche io fossi fighetto figlio di papà dove sarebbe la vigliaccheria? Quale agio mi avrebbe fatto acquisire l'euro rispetto a te o altre persone? Si chiami euro, o lira, o qualsiasi altro modo, se io sono figlio di papà cambierebbe ben poco o no? O credi che io ho la stamperia di euro in cantina? Poi non capisco perché tu etichetti le persone: cerca di argomentare, invece di etichettare.
Citazione di: Fharenight il 27 Gennaio 2017, 09:55:50 AMIn realtà non si sa cosa accadrebbe se uscissimo dall'euro, dipende da diverse varianti. Invece prima di entrare nell'euro qualcuno sapeva a quale catastrofe andavamo incontro ed è stato deciso ugualmente.
Sono alcuni anni che si stanno ipotizzando scenari possibili in caso di uscita dall'eurozona, e non sembrano scenari molto piacevoli. Una svalutazione oscillante dal 15% al 20% (leggi: perdita del potere di acquisto), aumento degli interessi sui titoli di stato (leggi: aumento del debito pubblico), restituzione preventiva di 385 miliardi (di euro) alla BCE, maggior costo per acquisto di materie prime come il petrolio (ti ho nominato solo gli effetti negativi più vistosi). Di contro avremmo un probabile miglioramento nell'export che probabilmente nel breve periodo potrebbe favorire l'aumento della domanda interna ma sembra che i vantaggi non riescano ad azzerare gli svantaggi. L'arma della svalutazione, per una moneta debole come sarebbe una nuova "lira", provocherebbe gli stessi squilibri, amplificati, che ha prodotto fino agli anni '90 (basta leggere le relazioni della Banca d'Italia).
Quando l'Italia entrò nell'euro uno dei motivi principali fu proprio quello di "costringere" in qualche modo il sistema Italia a cambiare passo rispetto a quelle anomalie, di cui ho parlato nel post precedente, inerenti le nuove strategie industriali che avrebbe dovuto adottare il sistema industriale. Se non è avvenuto (contrariamente a quanto hanno fatto altri paesi), la colpa non è dell'euro in quanto tale, ma del nostro sistema imprenditoriale, sindacale e governativo.
Citazione di: Fharenight il 27 Gennaio 2017, 09:55:50 AMÈ evidente che l'UE è una trappola antidemocratica che ci sta dominando e strozzando lentamente, sono rimasti in pochi gli ipocriti che lo negano.
Mi risulta che il parlamento europeo è democraticamente eletto. Mi risulta anche che coloro che prendono le decisioni, ovvero i capi di governo, siano anch'essi espressione di libere e democratiche elezioni. I funzionari della commissione non fanno altro che richiamare i singoli stati a rispettare quelle regole che gli stati stessi scrivono. Dunque dove sta il sistema "antidemocratico" da te evocato? Dove stanno i dittatori? Certo, abbiamo ceduto un po' di sovranità in nome dell'unione, ma questo era inevitabile, ma da qui a dire che ci stanno dominando e strozzando ce ne vuole. Dietro all'idea dell'unione europea c'è anche il desiderio di tenere insieme quelle nazioni che nel secolo scorso hanno provocato 2 guerre mondiali. Tu mi hai sbeffeggiato su questo argomento, ma ricordati che i motivi di divisione, i nazionalismi, i protezionismi, stanno ancora tutti lì, pronti ad emergere di nuovo. E passare dalle guerre economiche alle guerre di fatto il passo è molto breve.
Citazione di: Fharenight il 27 Gennaio 2017, 09:55:50 AMPutin mi piace e sono contro le sanzioni adottate verso il suo Paese. l'URSS non esiste piú. Forse c'è piú comunismo residuo in Italia che in Russia.
Dove starebbe la contraddizione?
Putin è talmente democratico che ai suoi avversari regala polonio a volontà, sinceramente non mi fiderei troppo a prenderci un caffè insieme. Inoltre prende terre non sue con la forza (vedi Crimea) e pretende che gli altri stiano buoni e zitti a guardare. In Siria lancia 20 bombe all'Isis e 80 bombe agli oppositori di Assad poi pretende di essere il paladino dell'umanità. Poi se per realpolitik diciamo che è bene avere buoni rapporti con Putin, anche per motivi commerciali, questo è un altro discorso.
Citazione di: Fharenight il 27 Gennaio 2017, 09:55:50 AMTrump mi piace per diversi punti del suo programma ed è antiglobalizzazione.
Dove starebbe la contraddizione?
Ci andrei cauto a dire che Trump è contro la globalizzazione. Lui è contro il Giappone e la Germania, essenzialmente, e proprio per questi motivi ha abolito il trattato del pacifico (schiaffo al Giappone) e auspica la rottura dell'unione europea. Noi siamo talmente masochisti da fare il tifo per uno (Trump) che ci vuole annientare economicamente. Che le sue misure possano essere positive per gli USA è certo, ma altrettanto certo è che molto probabilmente saranno negative per noi.
Citazione di: Fharenight il 27 Gennaio 2017, 09:55:50 AMIl problema sono quelli come te, proni ad accettare lo status quo e paurosi anche solo di poter cercare delle soluzioni od impedire che si continui nel proseguimento verso una strada sbagliata.
Onestamente, che io possa essere un problema, mi sembra eccessivo. Io sono un problema a causa delle mie idee? Comunque, a me piace confrontarmi con le persone, argomentando in modo razionale, ma vedo che tu non hai lo stesso interesse perché tu parli per slogan, per etichette, e anche in modo offensivo. Non mi sembra una discussione costruttiva.
Citazione di: Fharenight il 27 Gennaio 2017, 09:55:50 AM
Ma mi faccia il piacere...
Appunto... ecco i tuoi argomenti.
Citazione di: Eretiko il 26 Gennaio 2017, 15:31:44 PM
Citazione di: donquixote il 26 Gennaio 2017, 11:08:05 AMI suoi seguaci affermano che la globalizzazione ha strappato dall'indigenza oltre un miliardo di persone negli ultimi 20 anni ma invece...
Io non sono seguace di niente, non sono amministratore delegato di una multinazionale, semplicemente sono nato in questo mondo e cerco di comprenderlo per quanto possibile. Esistono forse ingenui che credono che la famosa "globalizzazione" sia stata decisa a "tavolino" da N persone? Ci sono stati altri modelli, ci sono state "terze vie", tutto fallito. Dunque? Potrà non piacere, ma questa è la realtà. O forse c'è qualcuno ancora più ingenuo da credere che è esistita un'era bucolica in cui tutto era bello e perfetto? Ci piaccia o no questo è il capitalismo e il modello, e noi ci siamo dentro, tutti, come schiavi, sia nella globalizzazione sia nel localismo e nel protezionismo.
Quando parlo dei seguaci della globalizzazione non mi riferisco in particolare a te, ma solo appunto ai suoi seguaci, che mi risulta essere molti ad iniziare dal presidente cinese che ha fatto una spericolata conversione ad U rispetto all'ideologia da cui proviene. Mi rendo conto che il mondo è questo, che la direzione verso cui sta andando è chiara e definita, ma il fatto di non poterci fare niente non mi impedisce comunque di evidenziarne la profonda ingiustizia, che certo non si limita alle disuguaglianze economiche di cui fra l'altro non mi potrebbe fregare di meno e che a mio avviso sono meno criticabili di tanti altri aspetti. Il modello non è il capitalismo, al quale sono state opposte le alternative che hanno fallito, ma è, più profondamente, l'idea moderna che la felicità e il benessere dell'uomo debbano dipendere dal possesso e dal consumo (quindi dalla distruzione) di quanti più oggetti materiali possibile, idea che ha decretato il successo dell'industrialismo che è stato declinato poi nel capitalismo e nelle ideologie alternative. Il modello che critico è questo, e non certo una delle sue declinazioni che sono solo delle varianti ugualmente deprecabili.
E' impossible storicamente tornare indietro, ma analizzare cosa abbiamo perso e cosa abbiamo guadagnato in termini di coscienza e di dignità umana che salvaguarda la propria identità e originalità in quanto esseri senzienti che non hanno rubato a nessuno il diritto di esitere, sì-
O bisogna avere una crescita culturale oppure una sapienza aprioristica per capire se ci stiamo evolvendo o torneremo ad essere scimmie in un mondo altamente tecnologico.
Intendo dire che paradossalmente sono le popolazioni più selvagge quelle più identitarie,quelle che hanno ancora una sapienza aprioristica dettata dal connubio identità di una comunità dentro una tradizione che lega spirito e materia.
Noi uomini tecnologicamnete evoluti abbiamo perso velocemente quella identità, essendo individualisti, atomizzati, deve la regola è farsi i propri affari.
I filosofi più acuti oltre un secolo fa avevano capito il pericolo della tecnica e di quella predisposizione umana ad adattarsi più del topo ad ogni situazione ambientale. la mente "plastica" è fatta anche per un mondo di plastica.
L'uomo è capace di autoconvincersi come la sindrome di Stoccolma, di amare le proprie catene e il proprio aguzzino, pur di trovare una nuova ragione per giustifcarsi esistenzialmente.
Il multiculturalismo e la multirazzialità sono possibili come convivenza solo se si smette di fare retorica da due soldi, si accettano le diversità culturali e provenienza geografica, quindi non si perde la propria originalità identitaria e la propria dignità umana e culturale, perchè non esiste una dignità più di un'altra dignità in quanto ogni umano ha il diritto di far guerra a chiunque lo opprima,dentro o fuori dalla propria comunità, per difendere la propria dignità per il solo fatto che esiste ; è possible se si accetta come concetto superiore che il genere umano è l'insieme di appartenenza di tutti, culture e razze ,per cui si rispetta la diversità.
Non può esistere una democrazia politica senza una democrazia economica.Non può esistere una politica limitata nei poteri dal diritto con una economia illimitata nel potere economico e nella concentrazione delle ricchezze.
Questa è la base del ricatto del grande borghese che si nasconde dalla trasparenza del diritto pagando i prestanomi della politica per bivaccare al banchetto delle briciole che cadono dal suo tavolo.
Il capitalismo è la metafora culturale dello stato brado di natura.Adatto che l'occidentale è impigrito e rincoglionito dal suo stesso" benessere" da paese della cuccagna che lo ha alienato, educato al "signorsì" in cambio di uno status passato come sicurezza, vincerà alla lunga l'astuzia, la determinazione e il coraggio di popoli e individui ancora capaci di un minimo di dignità che conoscono ancora il limite oltre il quale ci si ribella e non si sopporta più,proprio perchè capaci di percepirsi ancora come coscienza individuale e sociale.
Citazione di: paul11 il 27 Gennaio 2017, 22:42:07 PMIl capitalismo è la metafora culturale dello stato brado di natura.Adatto che l'occidentale è impigrito e rincoglionito dal suo stesso" benessere" da paese della cuccagna che lo ha alienato, educato al "signorsì" in cambio di uno status passato come sicurezza, vincerà alla lunga l'astuzia, la determinazione e il coraggio di popoli e individui ancora capaci di un minimo di dignità che conoscono ancora il limite oltre il quale ci si ribella e non si sopporta più,proprio perchè capaci di percepirsi ancora come coscienza individuale e sociale.
Nella prima parte della tua argomentazione (non citata) c'è un sentore di incenso riguardo alle "società identitarie\primitive" quasi Rousseiano, salvo poi dire che il capitalismo è una metafora dello stato brado. Come stanno insieme queste due cose? Detto questo, allo stato brado il "capitalismo" (darwinismo sociale?) regola la vita di tutti gli aderenti alla comunità, il capitalismo moderno si applica solamente alla base della piramide, più si sale verso la punta dei "sacerdoti del capitalismo" più incontri il più forte protezionismo e corportativismo. I plutocrati son capitalisti solo a parole, d'altro canto senza l'illusione dell'ascensore sociale (a che serve se sei già in cima) il capitalismo a che serve? Conviene bloccare l'ascensore. Se questo ha un precedente è invece nelle società statuali dove è già sviluppata una forte aristrocrazia. Quella che Walter Lippmann intuì e poi venne chiamata "la spirale del silenzio" è parte integrante di qualsiasi sistema capitalistico, le alternative sono "fallite" per il semplice fatto che rappresentavano versioni annacquate e meno competitive di quello che vediamo oggi che è "il miglior capitalismo possibile" (per parafrasare Leibniz). Ma cosa abbiamo da aspettarci? L'organizzazione sociale è sempre stata piramidale, di riflesso, i sistemi economici non possono essere che piramidali. E nelle piramidi funziona così, la base è cosi numericamente eccedente che per forza di cose essa deve essere anestetizzata in qualche misura. Finchè non avremo il coraggio di rivedere i rapporti di forza sociali, umani, basati sull'autorità (e quindi sulla gerarchia) quale speranza di vedere un sistema economico di diversa forma? Siamo sicuri che la cultura che tentiamo cosi avidamente di conservare, non sia invece l'ostacolo principale allo sviluppo di sistemi economici diversi e che non prevedano l'anestetizzazione fino all'irrigidimento? Per ora si impara dagli errori, dal collasso per irrigidimento, sperando di non fare una botta "troppo grossa" da non poter recuperare.
Citazione di: InVerno il 28 Gennaio 2017, 00:26:10 AMCitazione di: paul11 il 27 Gennaio 2017, 22:42:07 PMIl capitalismo è la metafora culturale dello stato brado di natura.Adatto che l'occidentale è impigrito e rincoglionito dal suo stesso" benessere" da paese della cuccagna che lo ha alienato, educato al "signorsì" in cambio di uno status passato come sicurezza, vincerà alla lunga l'astuzia, la determinazione e il coraggio di popoli e individui ancora capaci di un minimo di dignità che conoscono ancora il limite oltre il quale ci si ribella e non si sopporta più,proprio perchè capaci di percepirsi ancora come coscienza individuale e sociale.
Nella prima parte della tua argomentazione (non citata) c'è un sentore di incenso riguardo alle "società identitarie\primitive" quasi Rousseiano, salvo poi dire che il capitalismo è una metafora dello stato brado. Come stanno insieme queste due cose? Detto questo, allo stato brado il "capitalismo" (darwinismo sociale?) regola la vita di tutti gli aderenti alla comunità, il capitalismo moderno si applica solamente alla base della piramide, più si sale verso la punta dei "sacerdoti del capitalismo" più incontri il più forte protezionismo e corportativismo. I plutocrati son capitalisti solo a parole, d'altro canto senza l'illusione dell'ascensore sociale (a che serve se sei già in cima) il capitalismo a che serve? Conviene bloccare l'ascensore. Se questo ha un precedente è invece nelle società statuali dove è già sviluppata una forte aristrocrazia. Quella che Walter Lippmann intuì e poi venne chiamata "la spirale del silenzio" è parte integrante di qualsiasi sistema capitalistico, le alternative sono "fallite" per il semplice fatto che rappresentavano versioni annacquate e meno competitive di quello che vediamo oggi che è "il miglior capitalismo possibile" (per parafrasare Leibniz). Ma cosa abbiamo da aspettarci? L'organizzazione sociale è sempre stata piramidale, di riflesso, i sistemi economici non possono essere che piramidali. E nelle piramidi funziona così, la base è cosi numericamente eccedente che per forza di cose essa deve essere anestetizzata in qualche misura. Finchè non avremo il coraggio di rivedere i rapporti di forza sociali, umani, basati sull'autorità (e quindi sulla gerarchia) quale speranza di vedere un sistema economico di diversa forma? Siamo sicuri che la cultura che tentiamo cosi avidamente di conservare, non sia invece l'ostacolo principale allo sviluppo di sistemi economici diversi e che non prevedano l'anestetizzazione fino all'irrigidimento? Per ora si impara dagli errori, dal collasso per irrigidimento, sperando di non fare una botta "troppo grossa" da non poter recuperare.
Perchè nessuna società primitiva applica il capitalismo,non gli conviene è inefficace e inefficente.
Non è vero che la totalità delle singole individualistiche efficace ed efficenze formano una toalità algebricamente migliore, semplicemnte perchè produce sovrabbondanza e crisi per sovrapproduzione e questa è la grossa contraddizione capitalistica.E pur non essendo degli economisti quei primitiv in comunità hanno i mezzi di produzione, vale adire cucinano insieme, lavorano insieme si distribuiscono il cibo raccolto e cacciato insieme.
Il mutuo soccorso è più efficace ed efficiente dell'individualismo oltre che socialmente autogratificante e quindi c'è meno criminalità o nessuna, e così via.
Non confondiamo la nostra cultura e supremazia tecnologica con quella dei primitivi, con la cultura.
Noi siamo molto più evoluti tecnologicamente, non abbiamo più dignità culturale di nessuno, e non è detto che siamo più felici.
E di nuovo, non confondiamo l'ambito di Rousseau che è il giusnaturalismo, la filosofia morale, del diritto e politica, con i principi economici di Adam Smith.
Darwin, detto per inciso, fu fortemente influenzato dalle risposte che gli diedero gli allevatori inglesi e dal suo amico economista Malthus, famoso per la teoria demografica.
Sono d'accordo sulla piramide sociale nel capitalismo. Ai primi posti ci sono famiglie che come i nobili di un tempo si sposano fra loro.E' la dimostrazione che mutano le forme ,ma non la regola del gioco.
E' una balla che il capitalismo sia il più efficiente ed efficace sistema è chiaramente ideologico.
La dimostrazione che la famiglia proletaria è efficace per economie di scala interne ad essa.
La comunità utilizza pochi mezzi e per tutti e non tanti mezzi per ogni singolo produttore , o utilizzatore o consumatore.
Un telefonino è progettato per un ciclo di vita di circa quattro anni, o si rompe l'hardware o salta la batteria o il software comincia ad essere obsoleto.Il capitalismo impone "usa e getta" perchè la reiterazione del tempo di produzione e del tempo di consumo siano allineati, oppure deve mutare il ciclo economico .
La disoccupazione che è strutturale nel capitalismo per tenere basso il costo del lavoro, è un'ignominia,un'offesa all'onestà intellettuale.Un sistema che accetta tale barbaria solo un'umanità adattata ad essere schiava dei mezzi di produzione come lo è l'attuale ne è capace a sopportarla.
Ti risulta che nella comunità primitiva oltre al capo e allo stregone vi siano gerarchie tecno-funzionali?
La tua chiusa, il finale mi pare contraddittorio con quanto precedentemente scrivi.
Le vostre analisi sono, in qualche modo, centrate. Le differenze che reciprocamente sollevate diventano un ginepraio meramente intellettuale. E non consentono di arrivare alla radice del problema. Alla profondità delle cause. Che, a mio avviso, sono magistralmente riassunte nel celeberrimo dialogo tra Michel Douglas e Charlie Sheen nel film Wall Street del 1987. Quello sull'avidità........ e se non lo avete presente ve lo vado a cercare perchè veramente merita.
E' quello il problema! Il resto è sovrastruttura.
E' tuttavia vero che, nell'attesa di una ricetta che possa risolvere o almeno lenire l'avidità umana, da qualche parte bisognerà pur cominciare e qualcosa bisognerà pur fare. Ebbene, nonostante io non sia mai stato comunista (sono sempre stato anarchico) credo che forse tendere alla società comunista sia, allo stato attuale, l'unica alternativa proponibile. Voi direte che il comunismo è stato il più grande fallimento del XX secolo e avete pienamente ragione. Ma perchè? Perchè è una proposta irricevibile o perchè è stato sbagliato qualcosa nella sua applicazione pratica? Non ho la presunzione di avere la risposta ma una cosa è certa: non possiamo accettare l'esistente come il migliore dei mondi possibile!
Citazione di: donquixote il 27 Gennaio 2017, 21:09:47 PM
Quando parlo dei seguaci della globalizzazione non mi riferisco in particolare a te, ma solo appunto ai suoi seguaci, che mi risulta essere molti ad iniziare dal presidente cinese che ha fatto una spericolata conversione ad U rispetto all'ideologia da cui proviene. Mi rendo conto che il mondo è questo, che la direzione verso cui sta andando è chiara e definita, ma il fatto di non poterci fare niente non mi impedisce comunque di evidenziarne la profonda ingiustizia, che certo non si limita alle disuguaglianze economiche di cui fra l'altro non mi potrebbe fregare di meno e che a mio avviso sono meno criticabili di tanti altri aspetti. Il modello non è il capitalismo, al quale sono state opposte le alternative che hanno fallito, ma è, più profondamente, l'idea moderna che la felicità e il benessere dell'uomo debbano dipendere dal possesso e dal consumo (quindi dalla distruzione) di quanti più oggetti materiali possibile, idea che ha decretato il successo dell'industrialismo che è stato declinato poi nel capitalismo e nelle ideologie alternative. Il modello che critico è questo, e non certo una delle sue declinazioni che sono solo delle varianti ugualmente deprecabili.
Concordo nelle critiche, e per quanto mi riguarda questo modello di società è abbastanza lontano dai miei ideali. Il problema è che forse è illusorio pensare che una società complessa come è diventata la nostra sia in grado di uscire da questa trappola che crea cittadini-consumatori per alimentare se stessa. E' una spirale dalla quale non vedo via di uscita (ma non lo dico per pessimismo). Che questo sistema ci avrebbe portato a questa situazione lo aveva già predetto Marx, e non è un caso che oggi molti economisti stanno rivalutando le sue analisi e previsioni di allora.
Citazione di: paul11 il 28 Gennaio 2017, 02:20:11 AM
Perchè nessuna società primitiva applica il capitalismo,non gli conviene è inefficace e inefficente.
Non è vero che la totalità delle singole individualistiche efficace ed efficenze formano una toalità algebricamente migliore, semplicemnte perchè produce sovrabbondanza e crisi per sovrapproduzione e questa è la grossa contraddizione capitalistica.E pur non essendo degli economisti quei primitiv in comunità hanno i mezzi di produzione, vale adire cucinano insieme, lavorano insieme si distribuiscono il cibo raccolto e cacciato insieme.
Il mutuo soccorso è più efficace ed efficiente dell'individualismo oltre che socialmente autogratificante e quindi c'è meno criminalità o nessuna, e così via.
Non confondiamo la nostra cultura e supremazia tecnologica con quella dei primitivi, con la cultura.
Noi siamo molto più evoluti tecnologicamente, non abbiamo più dignità culturale di nessuno, e non è detto che siamo più felici.
E di nuovo, non confondiamo l'ambito di Rousseau che è il giusnaturalismo, la filosofia morale, del diritto e politica, con i principi economici di Adam Smith.
Darwin, detto per inciso, fu fortemente influenzato dalle risposte che gli diedero gli allevatori inglesi e dal suo amico economista Malthus, famoso per la teoria demografica.
Sono d'accordo sulla piramide sociale nel capitalismo. Ai primi posti ci sono famiglie che come i nobili di un tempo si sposano fra loro.E' la dimostrazione che mutano le forme ,ma non la regola del gioco.
E' una balla che il capitalismo sia il più efficiente ed efficace sistema è chiaramente ideologico.
La dimostrazione che la famiglia proletaria è efficace per economie di scala interne ad essa.
La comunità utilizza pochi mezzi e per tutti e non tanti mezzi per ogni singolo produttore , o utilizzatore o consumatore.
Un telefonino è progettato per un ciclo di vita di circa quattro anni, o si rompe l'hardware o salta la batteria o il software comincia ad essere obsoleto.Il capitalismo impone "usa e getta" perchè la reiterazione del tempo di produzione e del tempo di consumo siano allineati, oppure deve mutare il ciclo economico .
La disoccupazione che è strutturale nel capitalismo per tenere basso il costo del lavoro, è un'ignominia,un'offesa all'onestà intellettuale.Un sistema che accetta tale barbaria solo un'umanità adattata ad essere schiava dei mezzi di produzione come lo è l'attuale ne è capace a sopportarla.
Ti risulta che nella comunità primitiva oltre al capo e allo stregone vi siano gerarchie tecno-funzionali?
La tua chiusa, il finale mi pare contraddittorio con quanto precedentemente scrivi.
Io non ho detto che il sistema capitalistico è il migliore sistema possibile, ho detto che "questo capitalismo" generalizzando il moderno capitalismo, è il "migliore possibile" in termini di competitività (se confrontato con quello degli anni 20 e 60, forme quasi "non parentate" tanta è la distanza). Ma non è un giudizio assoluto, ma solo riguardante il parametro competitivo (che è quello che conta nella sopravvivenza di un sistema). Le economie di gruppo allo stato brado, il mutuo soccorso, sono efficienti solamente per basse demografie, una volta che la demografia aumenta i contropesi per tenerle in atto sono cosi gravi da far impallidire. La "teoria di Malthus" è la scoperta dell'acqua calda derivata dal fatto che durante il suo tempo l'infanticidio (tramite l'abbandono nei conventi, o il soffocamento in fase di allattamento) era un fenomeno appariscente. Purtroppo, l'infanticidio nelle società tribali è un contropeso necessario e di gran lunga superiore in termini di impatto e numero. Alla faccia del "mutuo soccorso". Per questo ho intravisto incenso, perchè è facile citare le società allo stato brado e "dimenticarsi" dei fenomeni che le tengono in piedi, come appunto l'infanticidio sistematico delle femmine . Mi risulta peraltro che nelle società prestatuali vi siano "gerarchie tecno-funzionali", arrivate molto prima del sacerdote. Quelle legate al controllo delle armi (guardie, vedette) quelle legate al controllo delle sementi (l'agricoltura è una tecnologia), e quelle legate al controllo dell'irrigazione (poi sfociate negli "stati idraulici") etc. Posto che queste possano essere considerate "società allo stato brado", ma se parli di un sacerdote, queste sono inevitabilmente arrivate prima, il sacerdote
mangia nel granaio.
CitazioneE' tuttavia vero che, nell'attesa di una ricetta che possa risolvere o almeno lenire l'avidità umana, da qualche parte bisognerà pur cominciare e qualcosa bisognerà pur fare. Ebbene, nonostante io non sia mai stato comunista (sono sempre stato anarchico) credo che forse tendere alla società comunista sia, allo stato attuale, l'unica alternativa proponibile. Voi direte che il comunismo è stato il più grande fallimento del XX secolo e avete pienamente ragione. Ma perchè? Perchè è una proposta irricevibile o perchè è stato sbagliato qualcosa nella sua applicazione pratica? Non ho la presunzione di avere la risposta ma una cosa è certa: non possiamo accettare l'esistente come il migliore dei mondi possibile!
Per esempio tentando di contrastare il più possibile lo scollamento della proprietà dal possesso (etimologico- "sedere sopra"). Considera questo fatto recente, le industrie stanno smettendo di spostare la produzione in Cina perchè hanno impoverito cosi tanto il tessuto sociale dove vendono da non avere più acquirenti, o averne cosi pochi da non rendere più competitivo spostare la produzione in Cina\Bangladesh (sto parlando per esempio della Adidas, mica di pizzaioli). Per quanto si sforzano i plutocrati non possono comprare 10mila paia di scarpe, hanno solo 2 piedi e possono "sedere sopra" ad una sola sedia. L'altra faccia della medaglia, è che hanno spostato la produzione in Germania dove sarà completamente robotizzata. La prossima sfida: dare un valore economico, e avere gerarchie basate sul "valore economico", quando il lavoro per ottenere quel valore è vicino allo zero, e i soldi son cartastraccia.
** scritto da Freedom:
CitazioneVoi direte che il comunismo è stato il più grande fallimento del XX secolo e avete pienamente ragione. Ma perchè? Perchè è una proposta irricevibile o perchè è stato sbagliato qualcosa nella sua applicazione pratica?
Il comunismo non funziona perché alla gente piace possedere cose. ... (F. Zappa)
Citazione di: Duc in altum! il 28 Gennaio 2017, 12:05:09 PMIl comunismo non funziona perché alla gente piace possedere cose. ... (F. Zappa)
E torniamo al problema N°1: l'avidità umana. Io (e anche te!) la ricetta ce l'abbiamo ma coinvolge la fede cristiana.........bisogna dunque immaginare e proporre qualcosa che possa essere condivisibile da tutti. Indipendentemente dalla fede o non fede seguita.
Citazione di: InVerno il 28 Gennaio 2017, 11:39:37 AM
CitazionePer esempio tentando di contrastare il più possibile lo scollamento della proprietà dal possesso (etimologico- "sedere sopra"). Considera questo fatto recente, le industrie stanno smettendo di spostare la produzione in Cina perchè hanno impoverito cosi tanto il tessuto sociale dove vendono da non avere più acquirenti, o averne cosi pochi da non rendere più competitivo spostare la produzione in Cina\Bangladesh (sto parlando per esempio della Adidas, mica di pizzaioli). Per quanto si sforzano i plutocrati non possono comprare 10mila paia di scarpe, hanno solo 2 piedi e possono "sedere sopra" ad una sola sedia. L'altra faccia della medaglia, è che hanno spostato la produzione in Germania dove sarà completamente robotizzata. La prossima sfida: dare un valore economico, e avere gerarchie basate sul "valore economico", quando il lavoro per ottenere quel valore è vicino allo zero, e i soldi son cartastraccia.
Concordo pienamente e profondamente sul superare il possesso. Tra l'altro, per chi si ricorda, uno dei valori più significativi prodotti dalla "rivoluzione Internettiana" del 2.000 fu proprio questo! Per qualche anno si ritenne del tutto superato il possesso in favore dell'uso. Passò proprio di moda e si impose questo nuovo modello culturale: la nuova ricchezza era poter usare tutto senza possedere niente. Poi, i capi trovarono il sistema di sotterrare questa nuova consapevolezza che minava in radice il modello di sviluppo che tutti conosciamo e subiamo.
Il resto del tuo intervento è altrettanto condivisibile e affronta problematiche che rappresentano un vero e proprio limite di questa economia. Se fossi sprovveduto mi metterei alla finestra e mi divertirei un sacco a vedere come i capi riusciranno a superare un'impasse veramente grande. Ma poichè non mi sembra di vivere su Marte sono viceversa preoccupato. Preoccupatissimo!
Come intendono ovviare alla debolezza logica di un modello di sviluppo sbagliato in radice? Una crescita infinita su un pianeta finito? E come ovviare ad una crisi di sovrapproduzione oramai conclamata? E ad una crescita demografica del tutto fuori controllo? E ad una povertà a livello macroeconomico e geopolitico vicina all' incontrollabilità? Per quanto riguarda la problematica di una civiltà sostanzialmente infelice riescono ancora a metterci una pezza con la promozione di valori marci e instupidendo il popolo cioè il popolino con i media. Ma domando, ancora per quanto tempo?
Freedom
...e hai trovato un'altro anarchico.
Il problema è a monte dell'avidità,per un certo verso.
Qual'è l'organizzazione in termini di qualità e di numero di persone che permette da una parte al singolo di non sentirsi oppresso e sfruttato, condizionato e dall'altra che permette alla comunità il controllo sociale.
Non vorrei esser frainteso, non auspico il ritorno ad un primitivismo, non ha senno storico, è impossibile.
Ma quella organizzazione in comunità ha delle qualità perse oggi nella contemporaneità.
Insomma:qual'è la società migliore che pone l'uomo come centrale e non ridotto a merce di scambio ?
E' vero quel che dice Eretiko, più l'allargamento dei limiti dei poteri sovranazionali,economici e politici, è oltre la possibilità del mio esercizio di controllo e più perdo fiducia e, ne sono condizionato, ma soprattutto per il singolo è impossibile modificare, intervenire: ma questa non è più democrazia, va rimodulata.
Ma perdo tutto ciò che mi identifica in una tradizione, in una cultura, divento uno "spiantato" in balia delle onde mosse dai mercati.Sono una merce mortificata e alienata persa nelle problematiche artificiose create dalle organizzazioni sociali.E dove sarebbe il miglioramento rispetto a chi deve procacciarsi il cibo don caccia e agricoltura? Almeno questi ultimi sanno dove e cosa fare.
Inverno
semplicemente mutando tecniche e tecnologie, i mezzi di produzione sono diventati altamente efficaci ed efficienti in funzione dei costi,ma la finalità essendo il profitto e l'interesse economico, costruisce e finalizza i processi in un certo modo, vale a dire i fattori produttivi e i principi economici sono veicolati teleologicamente.
Ma questo è il mondo del ognuno si fa gli interessi propri,non può in quanto minata alla base dal principio edonistico, costruire comunitarismo.
Non è vero. le banche occidentali in origine erano anche Mutui, Pegni.
Persino il "padrone" costruiva case, servizi per i dipendenti:dove è finito quel minimo di solidarismo interclassista?
Oggi sono i benefit per i dirigenti, vale a dire per coloro altamente fiduciari dalla proprietà, perchè fanno quel che a loro dice.
L'uomo occidentale è contro la natura, teme di morire oltre il timore naturale, perchè non sa più vivere in quanto in un ambiente totalmente condizionato dal sistema culturale.
Per quelle culture è naturale che un neonato muoia o sopravviva e quindi sanno ancora accettare le regole del gioc naturali e non artifical culturali del nostro sistema.
Ma per quanto spiegato prima, non mi interessa incensire la società primitiva, si tratta di capire cosa abbiamo perso nella cultura storica e dove siamo arrivati oggi. E' possible recuperare un circolo virtuoso a misura d'uomo ,oggi? Questo mi interessa che l'uomo non sia una coscienza infelice con in seno un uovo di serpente.
Il concetto di proprietà e possesso normificato nel diritto è molto antico.Ed appartiene proprio a quella "razza" che dal profondo Medio Oriente si coagulerà anche nei Greci, antesignani dei nostri pilastri culturali.
Noi siamo belligeranti e conquistatori di natura, la nostra indole è avida e feroce.
Non lo sono affatto proprie quelle società tribali che non avendo motivi di andare oltre i propri confini e vivendo le regole di natura che sono anche crudeli a loro volta, vivono in pace e non sono stati spinti a cercarsi tecniche superiori.
Noi siamo avidi, feroci, problematici e costruttori di artefici sia culturali che tecnologici.
Ma perchè dobbiamo invadere e violentare altre culture?
Il grande errore implicito del capitalismo è che c'è una prima fase di invasione in nuovo territorio 8tigri asiatiche e Cina ad esempio) per costi inferiori.Ma gli indigeni lavorando imparano il know-how, la conoscenza. Cominciano le solidarietà fr sfruttati, scioperi collettiv e rivendicazioni, aumentano i costi e intanto nuove aziende nascono ma dallo Stato indigeno.Come pensi che i giapponesi siano diventati industrialmente forti da mettere in ginocchio qualche anno fa la general Motors? Fra qualche anno arriveranno auto cinesi.Guardiamo le classifiche per settori delle aziende a livello globale.La Cina ha già in mano il debito pubblico USA, alcune banche sono fra le prime dieci, il settore navale siderurgico è già al primo posto,il loro problema è tenere sotto controllo le fasi di evoluzione capitalistiche(tensioni socio-economiche) sapendo che necessitano di enorme fonti energetiche per sostenere tassi di sviluppo.
Nel codice di Hammurabi c'è già la proprietà e l'interesse economico relativo alle coltivazioni.
Il problema è tenere sotto controllo quella parte di natura umana non-virtuosa e costruire gratificazioni sociali, individuali per i comportamenti virtuosi.E non come oggi dove l'onesto si sente preso per i fondelli dal fisco, da uno Stato repressivo ma solo con chi vuole.La sovrastruttura, lo Stato, condiziona questo circolo virtuoso, o lo esalta o lo mortifica. L'economia come proprieetà deve essere limitata.Non esiste in natura che un leone stermina i branchi di gazzelle, li mette in frigorifero ,apre uno spaccio sotto il baobab vendendo agli altri leoni fettine di gazzella.
La parsimonia umana ad un certo punto è diventata avidità, quando ha superato il limite virtuoso del vedere negli altri uomini non più un se stesso, ma un pinco pallino da sfruttare, da aggirare.E la nostra cultura ha assecondato alla grande questo processo, perchè potere e denaro sono il connubio della forza,, quella forza che da natura diventa cultura nelle organizzazioni sociali.
Citazione di: Freedom il 28 Gennaio 2017, 09:54:11 AMLe vostre analisi sono, in qualche modo, centrate. Le differenze che reciprocamente sollevate diventano un ginepraio meramente intellettuale. E non consentono di arrivare alla radice del problema. Alla profondità delle cause. Che, a mio avviso, sono magistralmente riassunte nel celeberrimo dialogo tra Michel Douglas e Charlie Sheen nel film Wall Street del 1987. Quello sull'avidità........ e se non lo avete presente ve lo vado a cercare perchè veramente merita. E' quello il problema! Il resto è sovrastruttura. E' tuttavia vero che, nell'attesa di una ricetta che possa risolvere o almeno lenire l'avidità umana, da qualche parte bisognerà pur cominciare e qualcosa bisognerà pur fare. Ebbene, nonostante io non sia mai stato comunista (sono sempre stato anarchico) credo che forse tendere alla società comunista sia, allo stato attuale, l'unica alternativa proponibile. Voi direte che il comunismo è stato il più grande fallimento del XX secolo e avete pienamente ragione. Ma perchè? Perchè è una proposta irricevibile o perchè è stato sbagliato qualcosa nella sua applicazione pratica? Non ho la presunzione di avere la risposta ma una cosa è certa: non possiamo accettare l'esistente come il migliore dei mondi possibile!
L'avidità è una semplice caratteristica umana fra le tante, presente da sempre in tutti gli uomini (molte storie di uomini avidi sono presenti in tutti i luoghi e in tutti i tempi, a cominciare dal mitico re Mida) e quindi non può essere questa la causa principale (o addirittura unica) di una situazione che è esplosa negli ultimi tre/quattro secoli. Se l'avidità appare però più evidente nei tempi moderni è perchè ha trovato un modello intellettuale che l'ha esaltata anzichè tenerla sotto controllo, come si faceva nei tempi antichi e come si fa nelle (poche) culture tradizionali che ancora sono rimaste in vita. Ogni peculiarità umana può essere esaltata o mortificata dalla cultura in cui gli uomini sono inseriti, e quella attuale è una cultura che esalta proprio l'avidità, la competitività, la sopraffazione (quindi il conflitto permanente, nelle sue varie forme) e mortifica l'equilibrio, la solidarietà, l'armonia, in una parola la giustizia. Che io sappia il solo Max Stirner, fra gli intellettuali e i filosofi che conosciamo, ha teorizzato l'avidità umana come una caratteristica positiva, ma non è necessario esaltarla direttamente affinchè questa si sviluppi e progredisca, basta fornire agli uomini un modello di vita che abbia l'avidità quale motore indispensabile per essere realizzato. Da quando i filosofi illuministi hanno cominciato a dire che esiste solo la materia, gli uomini hanno iniziato a pensare che la loro felicità potesse dipendere solo dal possesso di quanti più oggetti materiali possibile o di mezzi per ottenerli (leggi: denaro), facendo così la fortuna di borghesi, industriali e mercanti che in pochi decenni hanno acquisito il potere sulle vite altrui. Ma siccome gli oggetti materiali (e la materia in generale) non è infinita coloro che ambivano a possederne in maggior misura per poter essere dunque più "felici" furono costretti a sottrarli ad altri uomini (o alla natura, che da allora si è sempre più impoverita); l'avidità risultava quindi determinante ai fini del conseguimento di tale obiettivo e dunque, ultimamente, del raggiungimento della felicità. Col tempo poi questa è aumentata e si è diffusa sempre di più fino a raggiungere i livelli attuali. Il capitalismo industriale e mercantile ha continuato a cavalcare ai propri fini questa caratteristica umana volgendola in positivo e proclamando, con Von Mises, "non è bene accontentarsi di ciò che si ha", condannando così l'umanità ad una infelicità permanente. Appare chiaro a chiunque che nei paesi capitalisti le persone non sono affatto felici, e non solo quelle sfruttate ma anche quelle che rientrano nella categoria degli sfruttatori. Gente che guadagna milioni di dollari al giorno che non dorme la notte per curare i propri affari e guadagnare sempre di più la si può chiamare felice? Sono solo, tecnicamente, degli squilibrati che non troveranno mai un punto di arrivo della propria felicità e del proprio benessere perché saranno costretti dal sistema di cui anche loro sono in qualche modo vittime a spostare quel traguardo sempre più avanti, all'infinito.
Il comunismo, modello teoricamente alternativo al capitalismo, non poteva e non può che fallire poichè essendo basato sui medesimi presupposti (il possesso e lo sfruttamento dei beni materiali ai fini del raggiungimento della felicità) ha il grosso difetto di non essere una vera alternativa ma solamente un'altra teoria economica che ultimamente non fa altro che "ridiscutere" l'allocazione di tali beni materiali; non tenendo nella giusta considerazione l'avidità, ovvero la natura umana, quest'ultima come sempre accade ha avuto la meglio. Come convincere infatti la gente ad accontentarsi di meno di quel che ha se quel che ha non è mai abbastanza? Sarebbe come dire: "sii felice di essere infelice". Si è provato a farlo con i regimi assolutisti e la propaganda, ma nonostante l'apparato propagandistico e la violenza in tutte le forme i risultati sono stati quelli che abbiamo visto. Anche il capitalismo utilizza un sistema mediatico e propagandistico poderoso per autoalimentarsi, ma lo fa assecondando una caratteristica naturale dell'umanità, quindi gli riesce anche più facile fare breccia nell'immaginario collettivo: se tu remi controcorrente andrai innanzitutto più piano, poi finirai per stancarti e la corrente avrà la meglio; se invece andrai favore di corrente potrai arrivare alla foce senza remare, e se lo farai ci arriverai più velocemente.
L'unico modo quindi di sconfiggere il capitalismo selvaggio è spostare il centro d'interesse verso beni immateriali, spirituali, che per loro natura e al contrario di quelli materiali possono essere posseduti in massima misura da chiunque senza togliere nulla a nessuno (io posso in teoria possedere tutta la sapienza divina senza che ciò impedisca a te o a chiunque altro di possederla tutta a sua volta): in tal modo l'avidità non produrrà alcun danno ma anzi potrà essere il motore di un circolo virtuoso; se tutti applicassero l'avidità nei confronti dei beni immateriali nessuno ci perderebbe ma tutti ci guadagnerebbero, anche se per acquisire un tal genere di beni l'avidità è perlopiù inutile e quindi questa pulsione diminuirebbe.
Migliaia di anni fa l'uomo sapeva bene queste cose senza alcun bisogno di antropologia, filosofia, sociologia, economia, psicologia e tutte quelle altre discipline che hanno falsamente convinto l'uomo moderno di essere più "intelligente" ed "evoluto" di quello antico, mentre è solo infinitamente più insipiente, e dunque i saggi e i sapienti di ogni parte del mondo predicavano in questo modo: "Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore."
Citazione di: paul11 il 28 Gennaio 2017, 14:52:01 PMIl concetto di proprietà e possesso normificato nel diritto è molto antico.Ed appartiene proprio a quella "razza" che dal profondo Medio Oriente si coagulerà anche nei Greci, antesignani dei nostri pilastri culturali.
Noi siamo belligeranti e conquistatori di natura, la nostra indole è avida e feroce.
Non lo sono affatto proprie quelle società tribali che non avendo motivi di andare oltre i propri confini e vivendo le regole di natura che sono anche crudeli a loro volta, vivono in pace e non sono stati spinti a cercarsi tecniche superiori.
Noi siamo avidi, feroci, problematici e costruttori di artefici sia culturali che tecnologici.
Ma perchè dobbiamo invadere e violentare altre culture?
No. Il ricorso alla mitologia dell'età dell'oro è antico quanto pleonastico e infantile, freudiano in un certo senso. Possibile (ma non lo darei per certo, che fine hanno fatto gli altri ceppi di ominidi?) che prima che le società diventassero sedentarie il nomadismo abbia contribuito a risolvere i contrasti intra-uomini, essendo che gli stessi potevano liberamente muoversi per evitare il conflitto. Arduo però a quel punto diventa parlare di "cultura" e "know-how"(e a questo punto sfuma il soggetto che si cerca di difendere). L'impennata culturare dell'uomo è nata con le società sedentarie, prima di esse ciò che sappiamo della cultura umana e del suo know-how sono graziose quanto primitive punte di lancia. Sebbene sia ancora in disputa chi abbia originato chi (se la cultura attraverso le prime forme religiose abbia costretto gli uomini a fermarsi, o il contrario) è chiaro e palese che ad ogni colonizzazione umana di nuovi territori, corrisponde un estinzione di massa di animali in quel territorio. La più famosa e limpida quella dei grandi mammiferi nord americani. Parliamo ancora di società nomadi, che cagionarono una tale disgrazia sul continente e una tale penuria di animali da costringere i propri successori al cannibalismo per secoli. Alla faccia dei "bonaccioni" che vivevano in comunione con la natura. Le società sedentarie da li in avanti, non faranno altro che amplificare questo processo ed estenderlo agli uomini stessi per mancanza di soggetti altri (per l'appunto, fino all'estremo del cannibalismo). Se proprio non ce ne frega niente dell'ambiente, possiamo dare per "terminata" l'età dell'oro con la fine delle terre vergini, altrimenti, non è mai esistita. Sono pronto (o forse dovrò prepararmi, ma c'è materiale sufficiente per chiunque voglia farlo) a demolire qualsiasi idea di "età dell'oro perduta" attraverso la descrizione delle più truci violenze avvenute sistemicamente in passato verso l'ambiente e verso l'uomo stesso, e poi e solo dopo avremo da fare simpatici paragoni con il capitalismo. Al contrario, non riuscirò mai a demolire il senso di colpa dell'uomo per ciò che commette quotidianamente, tale che ha sempre da inventarsi idilliache situazioni passate per riscattare la propria "morale traviata dal presente cattivo". E' una cosa che ha a che fare con il finto iddilio dell'infanzia, io non posso farci granchè.
No, un momento, ora rischiamo di scadere nell'ideologia sinistroide. Ma meno male... ora ho visto che è intervenuto Donxiquote. L'argomento che ho messo in discussione è il multiculturalismo e la multirazzialità, due fenomeni che hanno mostrato tutto il loro tremendo aspetto negativo, ma che non sono il frutto esclusivamente della globalizzazione, tutt'altro, rientrano nel clou della delirante ideologia di sinistra (ormai tutta radicale) dominante, ecco perché burocrati e sinistri vanno ormai a braccetto...
...
Eretiko: ".... Mi risulta che il parlamento europeo è democraticamente eletto"
Il Parlamento europeo non conta una ceppa! O sei ignorante o fai il finto tonto. I funzionari della commissione non fanno altro che richiamare i singoli stati a rispettare quelle regole che gli stati, volenti o no alla fine sottoscrivono, infatti non per niente ci siamo stufati dei partiti leccapiedi dell'UE, in primis tutti quelli di sinistra).
Citazione: "Dietro all'idea dell'unione europea c'è anche il desiderio di tenere insieme quelle nazioni che nel secolo scorso hanno provocato 2 guerre mondiali."
Quello è L'UNICO desiderio, e lo stanno realizzando nel peggiore dei modi.
Citazione: "Tu mi hai sbeffeggiato su questo argomento, ma ricordati che i motivi di divisione, i nazionalismi, i protezionismi, stanno ancora tutti lì, pronti ad emergere di nuovo. E passare dalle guerre economiche alle guerre di fatto il passo è molto breve."
E grazie a Dio che i nazionalismi sono tutti lì! Non è il nazionalismo in sé stesso ad essere negativo, semmai lo è la degenerazione di esso, così come oggi assistiamo alla degenerazione della democrazia. Anche la situazione che stiamo vivendo oggi, con la dittatura dell'UE potrà può portare una guerra, anzi, a mio avviso è già iniziata.
Poi bisogna vedere cos'è più pericoloso, Assad o la politica estera di Obama?
Per quanto riguarda Trump non credo ci voglia annientare economicamente, resta il fatto che l'euro, la globalizzazione e le regole dell'UE ci ha già annientato economicamete.
Eretiko dice: "...ovvero i capi di governo, siano anch'essi espressione di libere e democratiche elezioni."
Ah ah ah... certo, come quello italiano attuale, una nazione nelle mani delle sinistre, la dimostrazione più evidente è l'esempio della Presidente della Camera, il suo "partito" prende il 3% e viene eletta per varie ragioni e intrecci di potere, consolida il suo potere e da sola impone tutto quelle che vuole.
Eretiko dice:" Sono alcuni anni che si stanno ipotizzando scenari possibili in caso di uscita dall'eurozona, e non sembrano scenari molto piacevoli. Una svalutazione oscillante dal 15% al 20% (leggi: perdita del potere di acquisto), aumento degli interessi sui titoli di stato (leggi: aumento del debito pubblico), restituzione preventiva di 385 miliardi (di euro) alla BCE, maggior costo per acquisto di materie prime come il petrolio (ti ho nominato solo gli effetti negativi più vistosi). Di contro avremmo un probabile miglioramento nell'export che probabilmente nel breve periodo potrebbe favorire l'aumento della domanda interna ma sembra che i vantaggi non riescano ad azzerare gli svantaggi. L'arma della svalutazione, per una moneta debole come sarebbe una nuova "lira", provocherebbe gli stessi squilibri, amplificati, che ha prodotto fino agli anni '90 (basta leggere le relazioni della Banca d'Italia).
Quando l'Italia entrò nell'euro uno dei motivi principali fu proprio quello di "costringere" in qualche modo il sistema Italia a cambiare passo rispetto a quelle anomalie, di cui ho parlato nel post precedente, inerenti le nuove strategie industriali che avrebbe dovuto adottare il sistema industriale. Se non è avvenuto (contrariamente a quanto hanno fatto altri paesi), la colpa non è dell'euro in quanto tale, ma del nostro sistema imprenditoriale, sindacale e governativo."
Tutte chiacchiere per intimorire la gente e mantenere e rafforzare il dominio della UE, Basta. Anche l'euro ci ha danneggiato, continua a farlo e andremo sempre peggio. Non so dove vivi e cosa fai, probabilmente la crisi non la senti e sprechi il tempo nella tua 'ideologia. Gli scenari poco piacevoli di previsioni immaginati in seguito ad un'eventuale uscita dall'euro è più uno spauracchio psicologico perché è logico pensare che i vertici dell'UE farebbero di tutto non solo prima, per non far uscire nessuna nazione dall'eurozona, ma anche dopo, con ritorsioni sia di tipo economico che politico. Restituzione di 385 miliardi (di euro) alla BCE? E a noi chi ci ripaga del danni causati dalle politiche economiche della UE? E' stata un'idea malsana l'istituzione dell'euro che ha favorito solamente la Germania che tra l'altro è stata furba nei primi anni ed ha ottenuto aiuti dall'Italia che poi non ha ricambiato. Dici bene che l'Italia è stata "costretta" ad entrare anche nell'euro. E' ovvio che ogni nazione europea ha il suo "sistema economico", anche per questo nell'euro siamo entrati non partendo tutti allo stesso livello e con le stesse possibilità; noi stavamo bene fino agli anni '90, se qualcosa doveva cambiare allora doveva essere imposto dall'interno, dalla nostra politica, non eterodiretto dall'UE. E comunque, ci sono tanti altri danni che l'Ue ha prodotto in Italia, vedi nell'ambito delle agricoltura ...
Eretiko: "anche se io sono figlio di papà cambierebbe ben poco o no? O credi che io ho la stamperia di euro in cantina? Poi non capisco perché tu etichetti le persone: cerca di argomentare, invece di etichettare."
Certo che c'èntra qualcosa se sei figlio di papà, vuol dire che appartieni al'ancora nutrita schiera dell'ipocrisia di tutti i radical-chic, che parlano da intellettuali e progressisti ma che nei fatti o non conoscono la realtà delle vita concreta di tutti i giorni, oppure fanno finta di nulla perché a loro non tocca vivere nelle periferie. Per questo siete un problema. Avete stancato... francamente.
Citazione: "Comunque, a me piace confrontarmi con le persone, argomentando in modo razionale, ma vedo che tu non hai lo stesso interesse perché tu parli per slogan, per etichette, e anche in modo offensivo. Non mi sembra una discussione costruttiva."
Non sembra proprio che ti piace argomentare razionalmente visto che ripeti a memoria gli stessi slogan sinistroidi.
E trova qualcos'altro da dire, non rimpallare sempre le stesse cose che io dico a te
Donxiquote, condivido la tua analisi, e, come hai concluso: "Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.", aggiungerei che per vivere bene non occorre la ricchezza ma neppure necessariamente la povertà, basterebbe essere moderatamente benestanti e lo saremmo tutti quanti. Però l'altra faccia del fascino del denaro è costituita dal potere che la ricchezza determina, quindi non solo l'avidità.
Citazione di: donquixote il 28 Gennaio 2017, 15:12:40 PM
L'unico modo quindi di sconfiggere il capitalismo selvaggio è spostare il centro d'interesse verso beni immateriali, spirituali,
Ho condiviso pienamente e profondamente tutto il tuo intervento (come spesso accade :) ) ma quoto solo queste poche
ma tuttavia decisive parole (che sono certamente anche la mia ricetta) che mi consentono di proseguire nell'analisi.Come arrivarci? Ho proposto una tappa intermedia (comunismo) non con la convinzione che sia quella giusta ma con la disperazione di chi altro non vede. E' anche condivisibile la tua analisi sul suo fallimento ma, aggiungo io, perchè ha promesso ciò che non poteva mantenere: la felicità. Essa non si raggiunge attraverso la soddisfazione dei bisogni primari. Così come ha fallito il capitalismo promettendola attraverso la soddisfazione di ogni sorta di stupido e superfluo desiderio. Non si raggiunge attraverso la soddisfazione dei bisogni materiali quali essi siano. Questo è acclarato. E già mi scapperebbe il ditino sulla tastiera per dire alcune cose ma comincerei a parlare di spiritualità e non è questo il post adatto.Dico solo di soddisfare i bisogni primari e, contestualmente, ricavarsi tempo libero. Chiamo questo comunismo solo perchè alla base c'è l'analisi di uno dei più grandi economisti di tutti tempi. E questa eccellenza sono oramai in molti a riconoscerla. E anche perchè ipotizzo che sia l'unico modo possibile per richiamare una moltitudine di persone dirette verso lo stesso obiettivo.Altro, in tutta franchezza e umiltà, non riesco ad immaginare.
Citazione di: Fharenight il 28 Gennaio 2017, 17:13:30 PME comunque, ci sono tanti altri danni che l'Ue ha prodotto in Italia, vedi nell'ambito delle agricoltura ...
Tipo ?
Citazione di: InVerno il 28 Gennaio 2017, 19:37:40 PM
Citazione di: Fharenight il 28 Gennaio 2017, 17:13:30 PME comunque, ci sono tanti altri danni che l'Ue ha prodotto in Italia, vedi nell'ambito delle agricoltura ...
Tipo ?
Tipo?
Tipo l'olivicoltura; l'olio di bassa qualità che si deve importare dalla Tunisia a dazio zero. Il dramma è per tutti, anche per noi comuni consumatori che non sappiamo più dove acquistare l'olio di buona qualità italiano pur spendendo non poco per qualsiasi bottiglia d'olio che si trova ora in commercio. Ti basta o devo proseguire?
@FHARENIGHT
Sono figlio di papa', ricco da fare schifo. In vita mia non ho dovuto mai fare nulla, non so nemmeno cosa sia il lavoro. Me ne frego dell'euro, della UE, di Trump, di Putin, dell'Islam, degli immigrati e delle periferie (e anche dell'olio tunisino). Sono un sinistroide radical-chic (ovviamente per opportunismo) che vive sulle spalle tue e di altri milioni di italiani, ho rovinato l'Italia e me ne vanto e mi dispiace solo di non essermi impegnato a fare di peggio.
bye bye
P.S.: sono convinto che sei una bellissima persona, ma sono maltrettanto convinto che e' inutile avere un contraddittorio con te
Inverno,
non so di quale pianeta parli, a me risulta che sono stanziali gli aborigeni australiani, quelle del Borneo, quelle amazzoniche, eccetera eccetera.Siamo noi ad avere inventato il colonialismo.
Fharenight,
mi auguro che vi siano destre e sinistre intelligenti e serie, quello che non sono più da decenni ovunque, non solo in Italia. Se non c'è cultura alla base, progetti e idee, noi vedremo sempre più dei quaquaraquà finanziati da capi bastone , vale a dire questo sistema è nei fatti mafioso travestito da democrazia.
Ci sono stati uomini di pensiero seri nel passato sia di destra che di sinistra.
Donquixote,
mi trovo d'accordo, ma porrei alcuni elementi di riflessione
Marx non fa un'analisi sull'uomo come natura e ovviamente nega lo spirtualismo,Ma costruisce una trascendenza e una teleologia. Si contrappone sullo stesso piano ontologico al capitalismo, come analisi economica come logica e strumento di classe. Finisce che i soviet teorizzati che sarebbero dovuto essere più autogestionari che comandati da una gerarchia tecnocratica e centralizzata, vengono svuotati del progetto iniziale.
Finisce che il popolo ha delle sicurezze di base, servizi anche di base importanti ma non ha spinte motivazionali a migliorarsi e migliorare l'organizzazione centralizzata.
Le società spirtualistiche,animistiche panteistiche, sono conformistiche, non evolvono tecnicamente, non ne hanno motivo.
Il problema è riuscire a costruire concetti trascendenti culturali (Dio?) in cui le differenze culturali.razziali, accettano
almeno i principi, paradigmi, lasciando libere le interpretazioni e quindi dialogando per migliorare.
Vorrebbe dire accettare il metodo della tolleranza, pur sapendo che non avendo nessuno verità assolute, nessuno può imporre ad altri la sua cultura se non nel dialogo.
L'organizzazione sociale deve lasciare libertà di inizativa ,ma ponendo limiti di potere economico come ddi quello politico.Dovrebbe esserci un reddito di cittadinanza, dei servizi garantiti.la meritcrazia è accettata ma anch'essa come limite di differenze.
Insomma dovrebbero garantirsi una dignità economica a tutti, una motivazione meritocratica, una libertà culturale e imprenditoriale, ma soprattutto e quì sono completamente d'accordo, se non si orienta l'umanità a qualcosa al di sopra della materialità,in cui l'individuo e la società si riconoscano come identificazione,avremmo tutti contro tutti.
Il paradosso è che non convincono più gli appelli al bene comune, patria, vale a dire quei valori trascendenti, perchè fra pensiero ed azione deve esserci una coerenza per costruire una fiducia.
L'uomo occidentale prima ha creato verità trascendenti, poi si è focalizzato su verità nelle differenze, infine ha disintegrato anche queste verità disntegrando anche la propria identità relativizzando il tutto.Ma se tutto diventa opinione, tutti siamo quaquaraqua, un rumore di fondo di chiacchiere senza nessuna possibliità di dialogo proficuo, dove il vincente non può essere un'opinione, essendo appunto opinione, ma chi alza la voce, chi mostra le armi,chi ha il potere di condizionare gli altri,Ecco allora il rapporto di forza della natura, traslato nell'artificio contraddittorio di quella stessa cultura che non crede più nemmeno a se stessa e in cui l'individuo si sente alienato.
@Donquixote
Il comunismo, almeno nel pensiero di Marx, non e' semplicemente un modello alternativo al capitalismo, ma un suo ineluttabile completamento che avrebbe eliminato l'alienazione derivante dallo sfruttamento intrinseco di una societa' capitalista, mediante una redistribuzione di quel capitale la cui accumulazione, nella visione marxista (materialismo storico), e' avvenuta togliendo qualcosa agli altri. Marx insiste sull'alienazione, e non su una presunta felicita' derivante da beni materiali.
Citazione di: Fharenight il 28 Gennaio 2017, 23:46:28 PM
Citazione di: InVerno il 28 Gennaio 2017, 19:37:40 PM
Citazione di: Fharenight il 28 Gennaio 2017, 17:13:30 PME comunque, ci sono tanti altri danni che l'Ue ha prodotto in Italia, vedi nell'ambito delle agricoltura ...
Tipo ?
Tipo?
Tipo l'olivicoltura; l'olio di bassa qualità che si deve importare dalla Tunisia a dazio zero. Il dramma è per tutti, anche per noi comuni consumatori che non sappiamo più dove acquistare l'olio di buona qualità italiano pur spendendo non poco per qualsiasi bottiglia d'olio che si trova ora in commercio. Ti basta o devo proseguire?
Ovviamente non consideri che l'ipotesi del crollo dell'EU significhebbe perdere un (ipotetico) dazio d'importazione per l'olio di Tunisi, e averne 28 di esportazione per tutti i paesi membri a cui oggi esporti liberamente. Devi proseguire, fino a fare un elenco che faccia da controaltare al fatto che le aziende agricole sono finanziate al 50\70% su tutte le opere di ammodernamento da 20anni con i piani di sviluppo rurali. Capito? Spendi 100 paghi 30-50. Riguardo all'olio, considera che prima dei migranti tunisini sono arrivate le piante di oliva andaluse. Eh già, sono arrivate a rubare il lavoro alle olive Italiane. E mentre eravamo tutti felici di aver trovato un oliva che produceva olio di merda a basso costo, ora c'è qualcuno che piange perchè ha scoperto che c'è chi riesce a farlo ancora più a basso costo. Però si galleggia guarda, da quando negli uliveti ci sono i negri tutto sommato si potrebbe parlare di "little-Tunisi"
Citazione di: paul11 il 29 Gennaio 2017, 01:32:19 AM
Inverno,
non so di quale pianeta parli, a me risulta che sono stanziali gli aborigeni australiani, quelle del Borneo, quelle amazzoniche, eccetera eccetera.Siamo noi ad avere inventato il colonialismo.
Ci credo che sono stanziali, vivono nelle riserve o in terre quasi impossibili da colonizzare (ah praticano ancora tutti l'infanticidio perchè non sanno dove sfogare l'espansione demografica, essendo che li vicino ci sta una metropoli e non un altro popolo di giavellottisti da decimare)... Sicuramente nel Borneo ci sono ci sono nati, non ci sono arrivati... ma io boh..
Citazione di: Eretiko il 29 Gennaio 2017, 09:13:38 AM
@Donquixote
Il comunismo, almeno nel pensiero di Marx, non e' semplicemente un modello alternativo al capitalismo, ma un suo ineluttabile completamento che avrebbe eliminato l'alienazione derivante dallo sfruttamento intrinseco di una societa' capitalista, mediante una redistribuzione di quel capitale la cui accumulazione, nella visione marxista (materialismo storico), e' avvenuta togliendo qualcosa agli altri. Marx insiste sull'alienazione, e non su una presunta felicita' derivante da beni materiali.
Con permesso....
Il concetto marxista è impadronirsi dei mezzi di produzione che costruiscono la disparità della disuguaglianza in quanto costruisce quel plusvalore che non è altro che il profitto privato.
Quindi l'abolizione della proprietà privata e la restituzione alla comunità non direi solo della redistribuzione, ma anche della produzione della ricchezza, perchè sono due fasi importanti e distinte.
Ad esempio la fiscalizzazione negli Stati liberal-democratici è il tentativo di ricostruire(o dovrebbe essere...) l'eguaglianza nella fase della ridistribuzione senza intaccare la proprietà privata dei mezzi di produzione e la libera imprenditorialità..
Lo Stato ,come concetto trascendente di una società, in quanto personalità giuridica ( e c'è tutta una storia sul concetto di personalità giuridica e fisica nella nostra cultura ) diventa centrale di un partito che avrebbe dovuto, dal pensiero marxista alla prassi leninista dell'organizzazione del partito e delle forme organizzate dei mezzi di produzione (soviet) consentire quell'uguaglianza nel popolo come comunità.
La fase finale (escatologica?) è il dissolvimento dello stesso Stato nel pensiero marxista, vale a dire l'anarchia.
Il principio cardine dell'analisi marxista in economia è lo studio del ciclo economico, delle fasi interne di accumulazione del plusvalore, investimenti, riduzione del costo del lavoro, rivendicazioni di classe, sovraproduzione,ecc....il discorso è lungo e rischio di esser o,t.
E' vero comunque, che il pensiero marxista insiste sulla negatività. sfruttamento, alienazione e non positività, felicità ecc. Forse ritene che sia implicito nella materiailità dello sfruttamento che si estrinseca nel plusvalore, quindi togliere lo sfruttamento porta alla "felicità",intesa come nuova possibilità di costruire o ricostruire relazioni umane più fraterne e solidali
Per tornare al tema del topic: "multiculturalismo e multirazzialità"...
Il Presidente Trump ha firmato due decreti esecutivi per tenere fuori dall'America i terroristi ed ha bloccato per quattro mesi il programma di accoglienza per i profughi provenienti da alcuni Stati dell'Africa e del Medio Oriente. Subito si sono levate voci di protesta.
Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio, su Twitter ha scritto: "Società aperta, identità plurale, nessuna discriminazione. Sono i pilastri dell'Europa".
"identità plurale" ?
Nell'ambito della psicologia sociale per "identità" s'intende le caratteristiche che rendono specifico un individuo, mentre per "identità plurale" le caratteristiche che definiscono un gruppo (valori, credenze, esperienze comuni) e permettono al singolo di riconoscersi e di essere riconosciuto come membro.
Il sociologo polacco Zygmunt Bauman, nel suo libro "La società individualizzata", afferma che l'identità è divenuta oggi un prisma, ed il giornalista Gad Lerner nel suo libro titolato "Identità plurali" ribadisce che vivendo in società pluralistiche non si può considerare la propria singola visione del mondo come l'unica e "la" giusta. Bisogna accettare e convivere con tutte le differenze, e questo rappresenta non un limite, bensì la vera ricchezza del nostro mondo (?).
Le identità plurali rispecchiano la complessità delle società occidentali e molte persone racchiudono in sé identità diverse (pluralità identitaria), paradigma di un processo di meticciamento.
I processi di ibridazione esistono con l'homo sapiens sapiens, ma l'ibridazione culturale ed il meticciato biologico inducono a convivere in pace e solidarietà o può condurre molte persone al disturbo dissociativo d'identità ? Lo psichiatra Otto Friedmann Kernberg ha introdotto il concetto di "diffusione dell'identità" come elemento centrale nelle personalità borderline. La diffusione di identità induce a rappresentazioni di sé e dell'altro parziali, anziché integrate, che risultano da meccanismi di difesa psicologica, come la scissione.
** scritto da Freedom:
Citazionebisogna dunque immaginare e proporre qualcosa che possa essere condivisibile da tutti. Indipendentemente dalla fede o non fede seguita.
E' impossibile, altrimenti la fede cesserebbe di essere una grazia, di custodire l'unico merito umano possibile di giudizio, di rendere valido il senso e lo scopo dell'esistenza.
Certo, come tu ben dici e proponi: possiamo immaginare, illuderci, ma restiamo sempre nella dimensione della fede:
io credo che questa soluzione sia valida ...io credo che questa politica sia più vantaggiosa ...io credo che questo statuto concederà maggior diritto ...io credo ecc. ecc.Citazione. Io (e anche te!) la ricetta ce l'abbiamo ma coinvolge la fede cristiana.........
Per un cristiano autentico non esistono altre ricette (altrimenti commettiamo lo stesso strafalcione confessionale del cittadino Renzi:
Io sono cattolico ma faccio politica da laico: ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo. - che, grazie a Dio, alcuni catechisti e sacerdoti e capi-scou, stanno prendendo,
con coraggio, come spunto per segnalare cosa non deve dire un cristiano per non contraddire la propria fede, peggio se poi diviene anche azione, "opera").
La Costituzione cristiana, che non ha rivali come formula per il bene e per il miglioramento di tutti, è stata conclamata, ancora una volta, proprio oggi (toh, guarda caso!) dal Vangelo, non ha bisogno di essere immaginata già c'è, già è, già funziona dove viene accolta:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli». Non esiste antidoto più repellente delle Beatitudini all'avidità umana, ma allo stesso tempo non può essere un comando, bensì una logica adesione personale fiduciosa nella ricchezza dei sentimenti che ognuno (quindi tutti) possiede nel cuore e non nei tesori che concernono ed elargiscono l'avere, il potere e l'apparire.
Ciò che ben sostiene
@donquixote:
CitazioneAppare chiaro a chiunque che nei paesi capitalisti le persone non sono affatto felici, e non solo quelle sfruttate ma anche quelle che rientrano nella categoria degli sfruttatori. Gente che guadagna milioni di dollari al giorno che non dorme la notte per curare i propri affari e guadagnare sempre di più la si può chiamare felice? Sono solo, tecnicamente, degli squilibrati che non troveranno mai un punto di arrivo della propria felicità e del proprio benessere perché saranno costretti dal sistema di cui anche loro sono in qualche modo vittime a spostare quel traguardo sempre più avanti, all'infinito.
Citazione di: altamarea il 29 Gennaio 2017, 18:28:53 PMPer tornare al tema del topic: "multiculturalismo e multirazzialità"... Il Presidente Trump ha firmato due decreti esecutivi per tenere fuori dall'America i terroristi ed ha bloccato per quattro mesi il programma di accoglienza per i profughi provenienti da alcuni Stati dell'Africa e del Medio Oriente. Subito si sono levate voci di protesta. Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio, su Twitter ha scritto: "Società aperta, identità plurale, nessuna discriminazione. Sono i pilastri dell'Europa". "identità plurale" ? Nell'ambito della psicologia sociale per "identità" s'intende le caratteristiche che rendono specifico un individuo, mentre per "identità plurale" le caratteristiche che definiscono un gruppo (valori, credenze, esperienze comuni) e permettono al singolo di riconoscersi e di essere riconosciuto come membro. Il sociologo polacco Zygmunt Bauman, nel suo libro "La società individualizzata", afferma che l'identità è divenuta oggi un prisma, ed il giornalista Gad Lerner nel suo libro titolato "Identità plurali" ribadisce che vivendo in società pluralistiche non si può considerare la propria singola visione del mondo come l'unica e "la" giusta. Bisogna accettare e convivere con tutte le differenze, e questo rappresenta non un limite, bensì la vera ricchezza del nostro mondo (?). Le identità plurali rispecchiano la complessità delle società occidentali e molte persone racchiudono in sé identità diverse (pluralità identitaria), paradigma di un processo di meticciamento. I processi di ibridazione esistono con l'homo sapiens sapiens, ma l'ibridazione culturale ed il meticciato biologico inducono a convivere in pace e solidarietà o può condurre molte persone al disturbo dissociativo d'identità ? Lo psichiatra Otto Friedmann Kernberg ha introdotto il concetto di "diffusione dell'identità" come elemento centrale nelle personalità borderline. La diffusione di identità induce a rappresentazioni di sé e dell'altro parziali, anziché integrate, che risultano da meccanismi di difesa psicologica, come la scissione.
Giovanni Sartori, in un libretto intitolato "multiculturalismo, pluralismo ed estranei" afferma che il pluralismo culturale è praticamente l'opposto del multiculturalismo, poichè quest'ultimo tende a formare dei gruppi chiusi che non riconoscono la cultura di altri gruppi ritenendola sbagliata, mentre il pluralismo è un'insieme di formazioni, di associazioni, che sono certamente indipendenti e riconoscibili come tali, ma caratterizzate dal fatto di essere volontarie e non esclusive, aperte ad affiliazioni multiple. In pratica, da come ho capito io quel che intende Sartori, le società pluralistiche sono le democrazie liberali moderne, società aperte ove i gruppi possono essere paragonati ai partiti politici a cui chiunque può affiliarsi volontariamente ma anche cambiare partito, e se fra partiti diversi sorgono frequentemente dei conflitti tutti si trovano d'accordo sul loro metodo di composizione (nel caso dei partiti questo è il consenso elettorale). Le idee e i progetti dei partiti politici sono stati spesso confusi con le "culture" tout court definendo le persone "di cultura comunista", "di cultura liberale" eccetera (del resto, in particolare per quanto riguarda i comunisti, esisteva anche un'etica e una ritualità particolari che li caratterizzavano), e questa idea del tutto sballata (poichè le culture propriamente dette sono tutt'altra cosa e sono essenzialmente chiuse) si è poi diffusa a tutti i gruppi sociali (abbiamo la cultura garantista, quella giustizialista, quella del sospetto, quella dell'accoglienza, del complotto e così via) tanto che ormai il termine "cultura" è tanto inflazionato quanto irrilevante. Siccome non ritengo Sartori un ignorante e siccome ha cominciato a pronunciarsi chiaramente su queste questioni da quando si sono create frizioni fra i gruppi di religione islamica per affermare che l'ingresso in Europa dovrebbe essere vietato a costoro, sono costretto a pensare che mostri una discreta malafede, poichè non poteva non sapere cos'è effettivamente una cultura e quindi non poteva in nessun modo paragonare un gruppo di cultura buddhista o taoista o protestante o ebraica ad un partito politico o ad una associazione culturale purchessia, dato che molti gruppi "chiusi" sono presenti in Europa da sempre ma il problema è sorto solo negli ultimi anni. Sartori, nelle sue dotte analisi sulla democrazia e le sue definizioni, non ha mai sollevato un problema di tal genere, ma invece esaltava la "tolleranza" lockiana nei confronti di chiunque come un valore fondante del liberalismo.
Citazione di: altamarea il 29 Gennaio 2017, 18:28:53 PM
Per tornare al tema del topic: "multiculturalismo e multirazzialità"...
Non rilevo post OT. Quando si solleva un problema così profondo, complesso e articolato come quello indicato da te mi pare sia abbastanza naturale spaziare nell'organizzazione sociale e politica di un civiltà.
Citazione di: Duc in altum! il 29 Gennaio 2017, 20:27:13 PM
** scritto da Freedom:
Citazionebisogna dunque immaginare e proporre qualcosa che possa essere condivisibile da tutti. Indipendentemente dalla fede o non fede seguita.
E' impossibile, altrimenti la fede cesserebbe di essere una grazia, di custodire l'unico merito umano possibile di giudizio, di rendere valido il senso e lo scopo dell'esistenza.
Il comunismo diciamo......primitivo è molto simile al cristianesimo diciamo.....primitivo. Sono certo che tu conosca quei passi degli Atti degli Apostoli dove i partecipanti alla comunità cristiana si spossessano totalmente di ogni bene e lo mettono in comune. A testimonianza dell'importanza non secondaria della questione, ricordo che Pietro, addirittura, ammazza uno degli adepti che si era tenuto qualcosa per sé mentre tutti dovevano dare tutto. Quindi abolizione della proprietà privata tout court.
Naturalmente non prendermi per fanatico: è solo un'indicazione di percorso la cui applicazione pratica dovrebbe essere modulata col il buon senso e la sensibilità del caso.
Citazione di: paul11 il 29 Gennaio 2017, 14:03:08 PM
Citazione di: Eretiko il 29 Gennaio 2017, 09:13:38 AM@Donquixote Il comunismo, almeno nel pensiero di Marx, non e' semplicemente un modello alternativo al capitalismo, ma un suo ineluttabile completamento che avrebbe eliminato l'alienazione derivante dallo sfruttamento intrinseco di una societa' capitalista, mediante una redistribuzione di quel capitale la cui accumulazione, nella visione marxista (materialismo storico), e' avvenuta togliendo qualcosa agli altri. Marx insiste sull'alienazione, e non su una presunta felicita' derivante da beni materiali.
Con permesso.... Il concetto marxista è impadronirsi dei mezzi di produzione che costruiscono la disparità della disuguaglianza in quanto costruisce quel plusvalore che non è altro che il profitto privato. Quindi l'abolizione della proprietà privata e la restituzione alla comunità non direi solo della redistribuzione, ma anche della produzione della ricchezza, perchè sono due fasi importanti e distinte. Ad esempio la fiscalizzazione negli Stati liberal-democratici è il tentativo di ricostruire(o dovrebbe essere...) l'eguaglianza nella fase della ridistribuzione senza intaccare la proprietà privata dei mezzi di produzione e la libera imprenditorialità.. Lo Stato ,come concetto trascendente di una società, in quanto personalità giuridica ( e c'è tutta una storia sul concetto di personalità giuridica e fisica nella nostra cultura ) diventa centrale di un partito che avrebbe dovuto, dal pensiero marxista alla prassi leninista dell'organizzazione del partito e delle forme organizzate dei mezzi di produzione (soviet) consentire quell'uguaglianza nel popolo come comunità. La fase finale (escatologica?) è il dissolvimento dello stesso Stato nel pensiero marxista, vale a dire l'anarchia. Il principio cardine dell'analisi marxista in economia è lo studio del ciclo economico, delle fasi interne di accumulazione del plusvalore, investimenti, riduzione del costo del lavoro, rivendicazioni di classe, sovraproduzione,ecc....il discorso è lungo e rischio di esser o,t. E' vero comunque, che il pensiero marxista insiste sulla negatività. sfruttamento, alienazione e non positività, felicità ecc. Forse ritene che sia implicito nella materiailità dello sfruttamento che si estrinseca nel plusvalore, quindi togliere lo sfruttamento porta alla "felicità",intesa come nuova possibilità di costruire o ricostruire relazioni umane più fraterne e solidali
Da qualunque parte lo si guardi il marxismo mette al centro il lavoro e il controllo dei mezzi di produzione, ovvero gli strumenti per modificare la materia. Non offre, rispetto al capitalismo, un'alternativa "ideale" valida e credibile, anche considerando che nei paesi liberalcapitalisti vi è almeno la libertà di professare un culto (per quanto la religione sia ridotta a fatto "privato") mentre in quelli comunisti la religione era proibita per legge (e abbiamo visto la reazione del popolo russo dopo il 1989 come ha ricominciato a frequentare le chiese, tanto che i paesi ex comunisti e la Russia in particolare sono ora quelli nettamente più religiosi d'Europa). Se queste idee sono nate per difendere gli oppressi e gli sfruttati non si può però considerarle esaustive della necessità di senso della vita umana; se qualcuno mi libera dalle catene gli sarò grato, ma questa libertà non darà certo senso alla mia vita, e dovrò comunque trovarlo altrove. Il capitalismo, con il cosiddetto "american dream", ha proposto invece un modello che ha avuto successo, e ormai chiunque nel nostro mondo si spende e si spreme in tutti i modi possibili, leciti o meno, per avere ricchezza, fama, successo e riconoscimento da parte dei propri simili. La mistica del vincente è l'ideale del capitalismo, ma quello del comunismo qual è?
Citazione di: altamarea il 29 Gennaio 2017, 18:28:53 PM
Per tornare al tema del topic: "multiculturalismo e multirazzialità"...
Il Presidente Trump ha firmato due decreti esecutivi per tenere fuori dall'America i terroristi ed ha bloccato per quattro mesi il programma di accoglienza per i profughi provenienti da alcuni Stati dell'Africa e del Medio Oriente. Subito si sono levate voci di protesta.
Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio, su Twitter ha scritto: "Società aperta, identità plurale, nessuna discriminazione. Sono i pilastri dell'Europa".
"identità plurale" ?
Nell'ambito della psicologia sociale per "identità" s'intende le caratteristiche che rendono specifico un individuo, mentre per "identità plurale" le caratteristiche che definiscono un gruppo (valori, credenze, esperienze comuni) e permettono al singolo di riconoscersi e di essere riconosciuto come membro.
Il sociologo polacco Zygmunt Bauman, nel suo libro "La società individualizzata", afferma che l'identità è divenuta oggi un prisma, ed il giornalista Gad Lerner nel suo libro titolato "Identità plurali" ribadisce che vivendo in società pluralistiche non si può considerare la propria singola visione del mondo come l'unica e "la" giusta. Bisogna accettare e convivere con tutte le differenze, e questo rappresenta non un limite, bensì la vera ricchezza del nostro mondo (?).
Le identità plurali rispecchiano la complessità delle società occidentali e molte persone racchiudono in sé identità diverse (pluralità identitaria), paradigma di un processo di meticciamento.
I processi di ibridazione esistono con l'homo sapiens sapiens, ma l'ibridazione culturale ed il meticciato biologico inducono a convivere in pace e solidarietà o può condurre molte persone al disturbo dissociativo d'identità ? Lo psichiatra Otto Friedmann Kernberg ha introdotto il concetto di "diffusione dell'identità" come elemento centrale nelle personalità borderline. La diffusione di identità induce a rappresentazioni di sé e dell'altro parziali, anziché integrate, che risultano da meccanismi di difesa psicologica, come la scissione.
La Lega Araba si dice "preoccupata" di questa decisione di Trump. Capito da quale pulpito arriva la predica? Li abbiamo coccolati, vezzeggiati, accontentati e compatiti troppo a lungo, adesso che la pazienza del politicamente corretto sta per finire non sapranno dove attaccarsi, loro e tutti i loro fiancheggiatori occidentali. Non dimentichiamoci che questi in fondo al cuore desiderano islamizzare il mondo occidentale; sono secoli che di tanto in tanto si affaccia nei loro puri cuori il desiderio di conquistare l'Occidente, Trump è il primo politico che sta spegnendo la luce di questa loro recondita speranza."Identità plurale" .... ??? Se ne inventano di cotte e di crude. Vogliono farci diventare matti con personalità multipla o borderline! Più probabilmente vogliono farci diventare una massa informe di poveri rimbecilliti da manipolare come meglio credono.Quello che dice il signor Gad Lener è ridicolo: "bisogna" accettare che ? Parlasse per sé, io questo "bisogno" non lo sento, sento il bisogno opposto. Sento il bisogno che sparisca innanzitutto lui dalla Rai per cui pago il canone.
donquixote ha scritto
CitazioneGiovanni Sartori, in un libretto intitolato "multiculturalismo, pluralismo ed estranei" afferma che il pluralismo culturale è praticamente l'opposto del multiculturalismo, poichè quest'ultimo tende a formare dei gruppi chiusi che non riconoscono la cultura di altri gruppi ritenendola sbagliata, mentre il pluralismo è un'insieme di formazioni, di associazioni, che sono certamente indipendenti e riconoscibili come tali, ma caratterizzate dal fatto di essere volontarie e non esclusive, aperte ad affiliazioni multiple.
Giovanni Sartori ha anche evidenziato che l'immigrante di cultura teocratica pone problemi solitamente più seri e più gravi rispetto all'immigrante che accetta la separazione tra politica e religione. C'è poi da comprendere potenzialità e limiti delle religioni, di qualsiasi religione, in termini di educazione al ragionamento e predisposizione a porsi in ascolto dell'altro e delle sue ragioni.Un amico del politologo Giovanni Sartori fu il politologo Nicola Matteucci (1926-2006), il quale invitava a non considerare sinonimi pluralismo e multiculturalismo. Reputava il il multiculturalismo degenerazione e perversione del pluralismo.
Se pluralismo è l'accettazione del nuovo e del diverso, non significa che ogni novità e ogni diversità possano essere incamerate e gestite all'interno della logica della convivenza sociale senza suscitare l'inevitabile condivisione di spazi, magari in una prossimità così stretta da eccitare quell'istinto naturale all'aggressività che agita l'animale uomo, secondo le note osservazioni dell'etologo Konrad Lorenz. È proprio questa prossimità incontrollata e invasiva che, sperimentata sulla propria pelle, genera una diversa valutazione del multiculturalismo particolarmente apprezzato invece da chi solitamente ne ha un'idea teorica, o dispone di quelle risorse materiali che consentono di mantenere le distanze di sicurezza dai crescenti insediamenti a forte connotazione etnica.Un conto è la frequentazione occasionale in una comunità, altra cosa è il contatto obbligato e ininterrotto nel tempo, dove la quotidianità rende difficoltosa la convergenza attiva di interessi e abitudini difformi persino tra singoli individui omologhi per lingua, usi e costumi, figurarsi quindi fra gruppi che seguono regole di organizzazione interna tra loro molto distanti. Nicola Matteucci si domandava:"Quanta diversità può sopportare una società al suo interno? L'ideale è ex pluribus unum; ma cosa succede se quei "pluribus" diventano divaricanti?"
Citazione di: altamarea il 29 Gennaio 2017, 18:28:53 PM
Per tornare al tema del topic: "multiculturalismo e multirazzialità"...
Il Presidente Trump ha firmato due decreti esecutivi per tenere fuori dall'America i terroristi ed ha bloccato per quattro mesi il programma di accoglienza per i profughi provenienti da alcuni Stati dell'Africa e del Medio Oriente. Subito si sono levate voci di protesta.
Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio, su Twitter ha scritto: "Società aperta, identità plurale, nessuna discriminazione. Sono i pilastri dell'Europa".
"identità plurale" ?
Nell'ambito della psicologia sociale per "identità" s'intende le caratteristiche che rendono specifico un individuo, mentre per "identità plurale" le caratteristiche che definiscono un gruppo (valori, credenze, esperienze comuni) e permettono al singolo di riconoscersi e di essere riconosciuto come membro.
Il sociologo polacco Zygmunt Bauman, nel suo libro "La società individualizzata", afferma che l'identità è divenuta oggi un prisma, ed il giornalista Gad Lerner nel suo libro titolato "Identità plurali" ribadisce che vivendo in società pluralistiche non si può considerare la propria singola visione del mondo come l'unica e "la" giusta. Bisogna accettare e convivere con tutte le differenze, e questo rappresenta non un limite, bensì la vera ricchezza del nostro mondo (?).
Le identità plurali rispecchiano la complessità delle società occidentali e molte persone racchiudono in sé identità diverse (pluralità identitaria), paradigma di un processo di meticciamento.
I processi di ibridazione esistono con l'homo sapiens sapiens, ma l'ibridazione culturale ed il meticciato biologico inducono a convivere in pace e solidarietà o può condurre molte persone al disturbo dissociativo d'identità ? Lo psichiatra Otto Friedmann Kernberg ha introdotto il concetto di "diffusione dell'identità" come elemento centrale nelle personalità borderline. La diffusione di identità induce a rappresentazioni di sé e dell'altro parziali, anziché integrate, che risultano da meccanismi di difesa psicologica, come la scissione.
Prima di analizzare sociologhi e psichiatri (alcuni dei quali hanno emesso "sentenze" non molto rassicuranti su Trump). Analizziamo il decreto "salva terroristi"
Alla prima press conference il neopresidente eletto ha giustificato il decreto dicendo che avrebbe evitato l'ingresso di terroristi che avrebbero potuto commettere altri atti simili a 9\11 e la strage di San Bernardino (ha citato esattamente queste due).
Bene, uno degli attentatori di san Bernardino era statunitense, l'altro pakistano. Gli attentatori del 9\11 provenivano Saudi Arabia (15su19), Libano, Egitto ed Emirati Arabi.
- Nessuno di questi stati è nella lista degli stati bannati.
- L'Iran, che non hai avuto a che fare con gli attentati di matrice sunnita, ma anzi ha svolto un ruolo di contrasto cruciale a riguardo, è bannato.
- Saudi Arabia, patria del wahabitismo(la matrice ideologica dell'ISIS), e finanziatrice conclamata di gravi attentati non è bannata.
- In tutti gli stati "a maggioranza islamica" non bannati, Trump ha towers\hotels\golf clubs etc.
Lasciate dormire in pace Bauman... Questo è un decreto "anti terrorismo" solamente per chi, quando si parla di "islam", ha in mente un confuso mappamondo dove più o meno riesce a indicare con il pollicione la zona del golfo ma ancora ha difficoltà a capire chi sia questo e chi sia quello..
Citazione di: donquixote il 29 Gennaio 2017, 22:02:13 PM
Citazione di: paul11 il 29 Gennaio 2017, 14:03:08 PM
Citazione di: Eretiko il 29 Gennaio 2017, 09:13:38 AM@Donquixote I......... La mistica del vincente è l'ideale del capitalismo, ma quello del comunismo qual è?
La sicurezza, Da sempre l'uomo teme l'incognita naturale la mano divina.
La contraddizione è che il capitalismo rappresenta l ostato di natura come insicurezza, il paragone è che la crisi e come la carestia e la devastazione naturale, i cicli economici come i cicli naturali, la competizione come il darwinsmo e per questo ritengo quest'ultimo la strumentalizzazione ideologica giocata ad arte da certa cultura di potere.
Avere un "posto di lavoro sicuro" si diceva e si dice; la sicurezza sociale e della giustizia.
Quello che vuole il lavoratore prestatore di lavoro subordinato è esattamente l'opposto di ciò che incarna il datore di lavoro imprenditore.Non è solo un concetto economico è culturale. L'imprenditore incarna il rischio del mercato,ciò che sta fra analisi ponderata e i fattori variabili di rischio dei mercati imponderabili: quindi gestisce l'incertezza dei possibili ventagli di scenari futuri.L'uomo da sempre tende ad anticipare il futuro, proprio per ponderarne il rischio, togliere l'incertezza per darne certezza e quindi stare al sicuro.
Da sempre le scienze sono predittive
Comunque mi trovo d'accordo con i tuoi post che hai scritto.
La cultura ebrea è un esempio da studiare, non dico da imitare, ma da capirne i segreti.
In qualunque luogo geografico sono emigrati mantengono forte il legame identitario.
Eppure convivono da dominatori nel capitalismo
Hanno una struttura organizzativa sociale che gli permette continuamente di rigenerarsi in qualunque situazione e latitudine si trovino.
Sono d'accordo quindi la società aperta è la visione, ma non l'identità.
E' come chiedere ad uno schizofrenico con quale delle personalità sta concettualizzando se non si ha più un'identità,ne partoriscono contraddizioni non riconducibili ad una coerenza fra soggetto e concetto.
Ed è questo il regno dell'ipocrisia,della malafede, parlare per immagini retoriche che non hanno più attinenza con una realtà priva di identità e suonano quindi come "tromboni".
Sono altrettanto d'accordo, come ha sottolineato anche Duc, che i malati sono soprattutto quelli che hanno potere e denaro perchè questa è la loro identità, divenuta una condanna. Quando si è invidiati per una posizione di "prestigio" perdere quel prestigio e sinonimo d'identità: spesso si suicidano.
Hanno focalizzato il loro essere nell'avere ,nel'esteriorità, compiaciuti dell'assenso sociale e dei privilegi e riconoscimenti. ma per questo molti di loro vivono dietro le quinte, lontano dagli occhi, dall' apparire e sono
i più furbi e intelligenti. Hanno delegato alla massa di dirigenti e funzionari il loro compito,sono loro i soldati più schiavi dei loro schiavi.E questa massa che è corrosa da invidie e gelosie, è ancora più pericolosa dei grandi veri detentori dei cosiddetti poteri forti. Perchè rappresentano tutta la contraddizione insita nella nostra società e come classe rappresentano l'enorme cuscino che sta fra il vero capitalista e il la cosiddetta base popolare dei lavoratori.
Sono la protezione sociale, culturale(direi inculturale e insipiente) che Marx non contemplò nell'analisi sociale: l'enorme esercito di tecnocrati e burocrati .
Chiedo scusa, Freedom , Paul e gli altri, però quando la digressione si prolunga approfondendo altri temi, e se altri utenti poi tornano al tema principale, sarebbe meglio aprire un topic a parte, altrimenti si finisce col dividere l'argomento in due o più filoni sullo stesso topic. Purtroppo gli argomenti sui forum non si possono strutturare come un libro e suddividerlo in parti, capitoli e paragrafi, con indice, rimandi e note a piè di pagina. Non che non ritenga interessante il tema sul comunismo primitivo come metodo economico e sociale alternativo al capitalismo ma per non passare da un approfondimento ad un altro e spezzettare il filo del discorso.
Citazione di: Fharenight il 30 Gennaio 2017, 02:07:12 AM
Chiedo scusa, Freedom , Paul e gli altri, però quando la digressione si prolunga approfondendo altri temi, e se altri utenti poi tornano al tema principale, sarebbe meglio aprire un topic a parte, altrimenti si finisce col dividere l'argomento in due o più filoni sullo stesso topic. Purtroppo gli argomenti sui forum non si possono strutturare come un libro e suddividerlo in parti, capitoli e paragrafi, con indice, rimandi e note a piè di pagina. Non che non ritenga interessante il tema sul comunismo primitivo come metodo economico e sociale alternativo al capitalismo ma per non passare da un approfondimento ad un altro e spezzettare il filo del discorso.
A me non sembra una digressione. Se anche tu, come credo, ritieni che alla base del multiculturalismo e della multirazzialità, ci siano motivi economici, di sfruttamento economico! e geopolitici, che si nascondono sotto la foglia di fico dell'accoglienza tout court; allora parlare del sistema economico politico di una società è andare in profondità sino alla radice stessa del problema.
Pur tuttavia ti riconosco l'autorevolezza di capothread 8) :D e dunque non ho difficoltà ad accontentarti e proverò a starmene buono e rientrare in altro momento o in altro thread addirittura. :)
Citazione di: Fharenight il 30 Gennaio 2017, 02:07:12 AMChiedo scusa, Freedom , Paul e gli altri, però quando la digressione si prolunga approfondendo altri temi, e se altri utenti poi tornano al tema principale, sarebbe meglio aprire un topic a parte, altrimenti si finisce col dividere l'argomento in due o più filoni sullo stesso topic. Purtroppo gli argomenti sui forum non si possono strutturare come un libro e suddividerlo in parti, capitoli e paragrafi, con indice, rimandi e note a piè di pagina. Non che non ritenga interessante il tema sul comunismo primitivo come metodo economico e sociale alternativo al capitalismo ma per non passare da un approfondimento ad un altro e spezzettare il filo del discorso.
Provo io a introdurre una connessione fra i due argomenti che mi sembra tutt'altro che irrilevante, anche se indubbiamente concordo su fatto che se bisogna discutere di colpe o meriti "storici" di comunismo e capitalismo e delle loro radici filosofiche è opportuno farlo altrove. L'elemento "politico" che mi pare determinante e incisivo nei comportamenti dell'Europa post 1989 è che i partiti tradizionalmente di sinistra, che si ispiravano al marxismo e nella loro versione storica si sono sempre occupati di difendere gli interessi degli sfruttati (i proletari) contro quelli degli sfruttatori (i padroni o "borghesi"), dopo il crollo dell' URSS hanno abbracciato di fatto l'ideologia liberalcapitalista (significativo il viaggio che fece D'Alema nel 1999 nella "City" di Londra per ottenere la legittimazione del suo governo, il primo post-comunista della storia d'Italia, da parte della élite finanziaria europea) e si sono nel contempo trasformati adeguandosi alle ideologie dei democratici (i cosiddetti "liberal") statunitensi, che se pur colà vengono definiti "di sinistra" questo appellativo ha tutt'altro significato rispetto a quello tradizionalmente in uso in Europa. Da qui il progressivo spostamento dell'attenzione della cosiddetta "sinistra liberal" nostrana dalla difesa degli operai e dei disoccupati a quella delle donne, dei gay, dei transgender, degli immigrati e anche degli animali, quindi una conversione verso quella che loro chiamano "globalizzazione dei diritti" che è del tutto trasversale e non più classista, e lungi dall'essere espressione di una cultura la nega in radice poiché ogni cultura ha un proprio equilibrio interno fra diritti e doveri che deriva dai principi (e dalle loro gerarchie di importanza) sui quali si basa per elaborarlo. E non è affatto un paradosso che la cosiddetta "destra" sia vista come più funzionale alla difesa dei più poveri, dei più sfruttati, della cosiddetta "classe lavoratrice", poichè oltre alla destra considerata "liberale", giolittiana, è sempre esistita (da un secolo almeno) la cosiddetta "destra sociale" che tentava di coniugare i valori nazionalistici con quelli della giustizia sociale, al contrario della sinistra che quando era tale era anche fieramente mondialista e fautrice dell' "internazionalismo proletario". Il risultato di questa trasformazione è stato che, se la sinistra "liberal" americana difendeva i diritti di cittadini americani che non ne avevano perchè la società di quel paese era ancora nel profondo razzista e schiavista, quella de noantri è costretta a difendere gli immigranti che ancora non sono immigrati poichè qui da noi lo schiavismo non c'era più da secoli e il "razzismo" è stato perlopiù limitato all'antisemitismo, raggiungendo con una paradossale eterogenesi dei fini e per mezzo di politiche insensate l'obiettivo di reintrodurre in Europa queste disgraziate pratiche.
Citazione di: altamarea il 29 Gennaio 2017, 23:49:21 PMNicola Matteucci si domandava:"Quanta diversità può sopportare una società al suo interno? L'ideale è ex pluribus unum; ma cosa succede se quei "pluribus" diventano divaricanti?"
Questo motto, guarda caso adottato dagli Stati Uniti e riportato nel suo simbolo, è esattamente l'opposto di quello che era in vigore di fatto in Europa, che si può sintetizzare con "ex unum, pluribus". La regola è questa mentre l'altra, la versione americana, non è nemmeno eccezione, ma solo confusione. L'Europa, a differenza degli Stati Uniti, era (secoli fa) culturalmente unita da Roma alla Scandinavia e dai Pirenei (e poi, dopo la "reconquista", dall'Atlantico) alla Russia, poi si è divisa prima negli stati-nazione che hanno rivendicato una cultura loro propria e poi in gruppi culturali sempre più piccoli (indipendentemente dai confini geografici); gli Stati Uniti al contrario sono partiti da gruppi culturali divisi e frammentati (che già erano tali in Europa e che in territori diversi hanno potuto esaltare la loro identità) e quindi hanno avuto la necessità di trovare un punto d'unione.
Dato che gli USA non hanno mai avuto una cultura comune in cui riconoscersi (la loro costituzione è l'esaltazione di valori negativi e non affermativi) hanno dovuto trovare il punto d'unione nella difesa del loro "way of life" contro i nemici che di volta in volta dovevano essere inventati per unire il popolo contro di loro ed evitare l'esplosione di conflitti interni incontrollabili.
Gli uomini sono il prodotto della loro cultura, sono come le foglie di un albero che ad ogni stagione muoiono e ricrescono ma il tronco rimane sempre il medesimo con le radici ben piantate nella terra e consentono alle foglie di vivere e nutrirsi. Se si tolgono le foglie e le si ammucchia insieme queste inevitabilmente si seccheranno, così come se si sradica un uomo dalla sua cultura questo diverrà inevitabilmente un apolide culturale. L'Europa illuministica ha reciso le radici culturali dei popoli europei lasciandoli in balia di loro stessi e assecondando la progressiva secchezza culturale, consentendo così ad altri "cespugli" culturali (che alcuni amerebbero definire "gramigna") di prendere piede e occupare il posto delle foglie secche che essendo tali possono essere spazzate via da un alito di vento.
Citazione di: altamarea il 29 Gennaio 2017, 23:49:21 PM
Giovanni Sartori ha anche evidenziato che l'immigrante di cultura teocratica pone problemi solitamente più seri e più gravi rispetto all'immigrante che accetta la separazione tra politica e religione. C'è poi da comprendere potenzialità e limiti delle religioni, di qualsiasi religione, in termini di educazione al ragionamento e predisposizione a porsi in ascolto dell'altro e delle sue ragioni.
L'esimio Sartori verso il quale (a scanso di equivoci) nutro stima rispetto e persino riverenza, mentre passa gli anni della sua felice senilità a dividere il mondo attraverso lo "ius Sartori" (chi ha letto i suoi libri\partecipato alle sue lezioni vs il resto del mondo) che ha colpito persino Obama, reo di aver bighellonato a lezione e per questo politico spicciolo. Ha recentemente messo in luce una questione che tra persone, non dico degne dello ius Sartori, ma informate, dovrebbe essere la norma di discussione, e invece qui siamo a pagina 6 e lungi dal vedersi. Quella del "furbacchione Francesco", rappresentate di spicco delle nostre tanto amate "radici cattoliche".Furbacchione, perchè allo stesso tempo artefice (pro-tempore) dell'assoluta anarchia demografica africana e primo esponente dell'accoglienza. A pensar male si fa peccato, e mai vorrei peccare contro il papa, eppure quel "furbacchione" starebbe proprio a significare che l'idea che questo flusso sia un "incidente di percorso" sarebbe proprio uno scherzetto di cattivo gusto. Eh già perchè mentre ci preoccupiamo di un pugno di siriani che scappano dalla guerra, e possibilmente anche dall'Italia se solo riuscissero a raggiungere il confine tedesco, il flusso africano è una questione ormai secolare e a prevedere l'andamento demografico del continente africano destinata se non altro a peggiorare gravemente. Come è stato detto, ci sarebbe molto da imparare dagli ebrei, cosi bravi a mantenere la striscia di Gaza reclusa. Eppure pare perlomeno improbabile che anche noi riusciremo ad avere una striscia-lager per i nostri comodi, una sorta di "striscia Africana" dove far morire di stenti il diverso, se non altro per questione geografica e di puri numeri. Ci abbiamo provato, ci siamo riusciti, ma i numeri ci stanno scappando di mano. Lo stesso Sartori che ha poi recentemente bollato l'idea di un "meticciato Italiano" come assurda, essendo che qui da sempre vale la legge del "moglie e buoi dai paesi tuoi" (dimenticando la vissuta questione genetica dei terun, immagine esplicativa: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/4d/Haplogroups_europe.png) si può consolare. Ad oggi, il partito secessionista Italiano per eccellenza, si è dimenticato di essere secessionista, ed a capo della frangia nazionalista. Gli stessi che il giorno prima raccontavano al bar quanto si vergognassero di essere Italiani (sparsi in tutta la penisola, non certo solo in Veneto), oggi difendono con tutte le forze la patria cultura. I cattolici, cosi preoccupati della difesa delle loro "radici", oggi pregano di fronte un prete di colore che hanno importato dal Gambia. Alleluja! Il miracolo è avvenuto! Dopo 100 di anni di repubblica, finalmente siamo tutti (o quasi) Italiani! In attesa dell'invasione dei marziani, per sentirci tutti esseri umani.
Ragazzi, mi piace come si sta sviluppando il discorso (e cosí è davvero costruttivo) con ramificazioni tutti interessanti, peccato che si debba però saltare da un ramo all'altro..
Ora molte anime belle, tra cui InVerno, si preoccupano e si scandalizzano che Trump abbia firmato dei decreti esecutivi per bloccare per quattro mesi l'ingresso di profughi dai paesi mediorientali e africani per cui non ci sia sicurezza che possano nascere focolai di terrorismo, peccato che queste anime belle non si scandalizzano e non protestano contro quelle nazioni che non accettano il passaporto con timbri e visti israeliani, che sono: Iran, Libano, Libia, Sudan, Siria e Yemen.
Il problema rimane l'interesse finanziario ed economico(ancor troppo vivo anche in Trump?) con certi stati come l'Arabia Saudita; se non smetteremo di dare assoluta priorità agli interessi finanziari davvero noi occidentali rischiamo molto, rischiamo di perdere tutto.
In Italia tutti i sinistri dei salotti buoni e non, sono intervenuti per dire le loro cretinate. Per fortuna che Trump se ne infischia dei giudizi degli europei sinistri.
Noi non abbiamo un presidente come Trump e quindi succede che gli italiani terremotati stanno al freddo mentre per i clandestini si trovano subito case ed alberghi, naturalmente tutto a nostre spese... Non vi pare che ci sia piú di qualcosa che non va? Chi difende i cittadini italiani?
Citazione di: Fharenight il 30 Gennaio 2017, 14:43:22 PM
Noi non abbiamo un presidente come Trump e quindi succede che gli italiani terremotati stanno al freddo mentre per i clandestini si trovano subito case ed alberghi, naturalmente tutto a nostre spese... Non vi pare che ci sia piú di qualcosa che non va? Chi difende i cittadini italiani?
Vedi (mi permetto il tu) è stata qui precedentemente evocata la psichiatria (addirittura l'etologia) parlando di disturbi borderline. Allora parliamo di psichiatria. Si definisce "psicopatia culturale" o "narcisismo culturale" quella patologia (apparentemente una "devianza" dalla norma, seppure non ne sarei convinto) che impedisce l'empatia nel caso in cui vi siano elementi culturali a frapporsi tra il soggetto e l'oggetto. Una persona che indossa un capo di abbigliamento strano, una persona che prega in modo diverso, una persona di diverso colore. etc. Questi semplici tratti a quanto pare basterebbero per bloccare il processo empatico tra soggetti, ne deriva l'assurda situazione che venti italiani rimasti sotto una slavina sono una tragedia per cui sperticarsi per una settimana, ma un barcone di mille persone che affonda, nella migliore delle ipotesi "rincuora" quello stesso soggetto che si strappava le vesti per gli italiani sotterrati dalla neve. Vedi qui non si tratta di "ideologie", non si tratta di razzismo, se vogliamo entrare nella psichiatria, qui si parla di patologie, seppure io non sia convinto esista una cura. E mentre uno può tranquillamente pensare "chi se ne frega, in fin dei conti almeno compatisco i connazionali" la fregatura è dietro l'angolo. Perchè un soggetto psico\sociopatico, nel senso che manca di empatia o la cui empatia è facilmente frenabile da quid culturali, nella maggior parte dei casi
simula quella stessa empatia di cui è sprovvisto nei confronti dei " non connazionali". L'augurio mio, quando un giorno attraverserai la strada e un camion si presenterà di fronte al tuo sguardo, è quello che vicino a te non sia presente questo soggetto. Perchè la simulazione empatica ha dei limiti, e sono prettamente egoistici, è molto probabile che quello stesso soggetto vedendoti in difficoltà e vedendo il rischio di finire sotto il camion egli stesso, se ne fregherà altamente di simulare empatia e di lanciarsi sotto il camion per salvarti (anche connazionale), perchè i rischi saranno nettamente superiori ai suoi guadagni personali, e non ci sarà nessuna empatia a lanciarlo nell'atto romantico di provare a salvarti. Personalmente, se quando attraverso la strada questo soggetto mi starà distante, mi sentirò più sicuro, perchè c'è anche il rischio del contrario, ovvero che per salvare egli stesso butterà sotto me. Senza offesa, e pacificamente. Preferisco attraversa la strada accompagnato da altri.
Citazione di: donquixote il 30 Gennaio 2017, 12:00:36 PM
L'elemento "politico" che mi pare determinante e incisivo nei comportamenti dell'Europa post 1989 è che i partiti tradizionalmente di sinistra, che si ispiravano al marxismo e nella loro versione storica si sono sempre occupati di difendere gli interessi degli sfruttati (i proletari) contro quelli degli sfruttatori (i padroni o "borghesi"), dopo il crollo dell' URSS hanno abbracciato di fatto l'ideologia liberalcapitalista...
Contrariamente a quello che teorizzava Marx, non esiste un passaggio deterministico dal capitalismo al comunismo, non c'è nessuna relazione causale. Il comunismo può essere imposto solo con la forza, appiattendo la società, probabilmente verso il basso, e questo né ha decretato il fallimento. Forse la progressiva scomparsa delle classi medie in qualche modo conferma l'intuizione marxiana che il capitalismo avrebbe portato a una società divisa in sole 2 classi (anche se non si può parlare di "proletariato" e "borghesia" in termini classici, ma in senso lato di "classe povera" e "classe ricca"). Ma credo che a questa nuova situazione non sono preparati né i partiti di sinistra, né quelli di destra, vista l'irrazionalità con la quale vengono proposte le ricette.
InVerno, sei tu che sragioni, rapito dal delirio della tua ideologia insensata; non c'entra una emerita ceppa l'empatia di cui parli. Avete proprio ROTTO L'ANIMA con i vostri discorsi sinistroidi che non si sopportano piú. Empatia? Ma allora con voi si parla a vanvera. Abbiamo scritto tanto e spiegato diversi aspetti del problema e questi ritornano sempre sulla balorda idea sinistroide priva di razionalità, di equilibrio, di senso della giustizia. Si è parlato anche della necessità, del bisogno fondamentale dell'individualità e dell'identità e questo insiste nella sua fissazione, Non è possibile ragionare coi sinistroidi. Non ragionano e hanno una visione distorta, tutta loro della realtà, dei valori e delle religioni. Siete teste dure e, ne sono convinta, profondamente ipocriti.
Per cortesia allora non andate piú fuori tema. Voglio che si continui con la discussione reintrodotta da Altamarea, . Andate altrove a (s)ragionare di comunismo e anarchismo come alternativa al capitalismo attuale, che mi avete già stomacato parecchio, anche perché oltre al fatto che il comunismo ha mostrato tutto il suo fallimento, la sinistra tutta ha comunque nel suo dna il principio del mescolamento delle etnie e del multiculturalismo, quindi è già bannata, bandita e condannata a morte per questo ed è perciò discorso chiuso.
Donquixote, anche i tuoi interventi li trovo molto interessanti, quindi prego proseguire in tal senso, grazie.
Citazione di: InVerno il 30 Gennaio 2017, 15:41:28 PMVedi (mi permetto il tu) è stata qui precedentemente evocata la psichiatria (addirittura l'etologia) parlando di disturbi borderline. Allora parliamo di psichiatria. Si definisce "psicopatia culturale" o "narcisismo culturale" quella patologia (apparentemente una "devianza" dalla norma, seppure non ne sarei convinto) che impedisce l'empatia nel caso in cui vi siano elementi culturali a frapporsi tra il soggetto e l'oggetto. Una persona che indossa un capo di abbigliamento strano, una persona che prega in modo diverso, una persona di diverso colore. etc. Questi semplici tratti a quanto pare basterebbero per bloccare il processo empatico tra soggetti, ne deriva l'assurda situazione che venti italiani rimasti sotto una slavina sono una tragedia per cui sperticarsi per una settimana, ma un barcone di mille persone che affonda, nella migliore delle ipotesi "rincuora" quello stesso soggetto che si strappava le vesti per gli italiani sotterrati dalla neve. Vedi qui non si tratta di "ideologie", non si tratta di razzismo, se vogliamo entrare nella psichiatria, qui si parla di patologie, seppure io non sia convinto esista una cura. E mentre uno può tranquillamente pensare "chi se ne frega, in fin dei conti almeno compatisco i connazionali" la fregatura è dietro l'angolo. Perchè un soggetto psico\sociopatico, nel senso che manca di empatia o la cui empatia è facilmente frenabile da quid culturali, nella maggior parte dei casi simula quella stessa empatia di cui è sprovvisto nei confronti dei "connazionali". L'augurio mio, quando un giorno attraverserai la strada e un camion si presenterà di fronte al tuo sguardo, è quello che vicino a te non sia presente questo soggetto. Perchè la simulazione empatica ha dei limiti, e sono prettamente egoistici, è molto probabile che quello stesso soggetto vedendoti in difficoltà e vedendo il rischio di finire sotto il camion egli stesso, se ne fregherà altamente di simulare empatia e di lanciarsi sotto il camion per salvarti (anche connazionale), perchè i rischi saranno nettamente superiori ai suoi guadagni personali, e non ci sarà nessuna empatia a lanciarlo nell'atto romantico di provare a salvarti. Personalmente, se quando attraverso la strada questo soggetto mi starà distante, mi sentirò più sicuro, perchè c'è anche il rischio del contrario, ovvero che per salvare egli stesso butterà sotto me. Senza offesa, e pacificamente. Preferisco attraversa la strada accompagnato da altri.
Ho la sensazione che tu abbia imboccato una strada sbagliata e tra l'altro credo che la "psicopatia culturale" o la "devianza culturale" (due "patologie" che non avevo mai sentito nominare prima) siano invenzioni alquanto moderne e del tutto funzionali ad un progetto che non voglio chiamare "neoschiavista" per non semplificare troppo ma che comunque ci va molto vicino. Più che l'empatia bisognerebbe considerare l'identificazione come tratto caratteristico di appartenenti alla medesima cultura che porta ad adottare atteggiamenti confidenti nei confronti dei nostri simili e diffidenti nei confronti degli stranieri e che poi conducono a situazioni come la condivisione e la partecipazione a sofferenze causate da tragedie come quella di Rigopiano o l'apparente distacco nel caso delle tragedie in mare. L'empatia è un sentimento individuale che ogni uomo può provare o meno (vi sono persone più empatiche e altre meno) ma è totalmente slegato dalla cultura di riferimento. Una persona naturalmente empatica si preoccuperà della sofferenza altrui da qualunque parte questa provenga, mentre una poco empatica non se ne preoccuperà nemmeno se a soffrire fosse un appartenente alla sua stessa cultura. In ogni caso l'empatia (tratto caratteriale eminentemente femminile che è tanto di moda di questi tempi a causa dell'eccessiva "femminilizzazione" del mondo), al contrario dell'identificazione è molto spesso deleteria e distruttiva: un antico proverbio marchigiano recita: "il medico pietoso fa il dito cancrenoso", quindi il medico empatico che si intenerisce per la sofferenza del paziente che ha una gamba incancrenita evitando di amputargliela per non farlo soffrire ulteriormente finirebbe per ucciderlo, facendogli quindi un servizio peggiore. Nei tempi attuali l'empatia è inflazionata al punto che qualche tempo fa in una trasmissione televisiva la conduttrice assunse un'espressione sofferta empatizzando con una pianta che il fiorista ospite stava potando, e sollecitata si rifiutò di potarla lei stessa. La stragrande maggioranza delle persone che gridano contro gli immigrati sono certo che non sarebbero mai in grado di lasciarli morire in mare senza fare nulla se si trovassero di fronte a loro, così come del resto nessun ragazzino o ragazzina di città, sempre per via dell'empatia, è più in grado di tirare il collo ad un pollo e finirebbe, se lasciato a se stesso, per morire di fame. L'aumento, questo sì patologico, dell'empatia negli ultimi decenni ha fatto un numero enorme di disastri riducendo gli uomini a pappette per neonati, e sarebbe opportuno che diminuisse lasciando spazio al buonsenso, alla razionalità, e soprattutto alla giustizia.
P.S. Fharenight, dato che elogi gli interventi "costruttivi", vorrei pregarti di contribuire in tal senso, senza farti prendere da frenesie che di costruttivo non hanno nulla. Se vuoi scrivere post come quello qui sopra fa' pure, poi una volta che hai scritto e ti sei sfogata anzichè premere "invia post" cancella tutto e ricomincia cercando di argomentare in modo, appunto, costruttivo. Grazie
Citazione di: donquixote il 30 Gennaio 2017, 22:42:44 PM
Citazione di: InVerno il 30 Gennaio 2017, 15:41:28 PMVedi (mi permetto il tu) è stata qui precedentemente evocata la psichiatria (addirittura l'etologia) parlando di disturbi borderline. Allora parliamo di psichiatria. Si definisce "psicopatia culturale" o "narcisismo culturale" quella patologia (apparentemente una "devianza" dalla norma, seppure non ne sarei convinto) che impedisce l'empatia nel caso in cui vi siano elementi culturali a frapporsi tra il soggetto e l'oggetto. Una persona che indossa un capo di abbigliamento strano, una persona che prega in modo diverso, una persona di diverso colore. etc. Questi semplici tratti a quanto pare basterebbero per bloccare il processo empatico tra soggetti, ne deriva l'assurda situazione che venti italiani rimasti sotto una slavina sono una tragedia per cui sperticarsi per una settimana, ma un barcone di mille persone che affonda, nella migliore delle ipotesi "rincuora" quello stesso soggetto che si strappava le vesti per gli italiani sotterrati dalla neve. Vedi qui non si tratta di "ideologie", non si tratta di razzismo, se vogliamo entrare nella psichiatria, qui si parla di patologie, seppure io non sia convinto esista una cura. E mentre uno può tranquillamente pensare "chi se ne frega, in fin dei conti almeno compatisco i connazionali" la fregatura è dietro l'angolo. Perchè un soggetto psico\sociopatico, nel senso che manca di empatia o la cui empatia è facilmente frenabile da quid culturali, nella maggior parte dei casi simula quella stessa empatia di cui è sprovvisto nei confronti dei "connazionali". L'augurio mio, quando un giorno attraverserai la strada e un camion si presenterà di fronte al tuo sguardo, è quello che vicino a te non sia presente questo soggetto. Perchè la simulazione empatica ha dei limiti, e sono prettamente egoistici, è molto probabile che quello stesso soggetto vedendoti in difficoltà e vedendo il rischio di finire sotto il camion egli stesso, se ne fregherà altamente di simulare empatia e di lanciarsi sotto il camion per salvarti (anche connazionale), perchè i rischi saranno nettamente superiori ai suoi guadagni personali, e non ci sarà nessuna empatia a lanciarlo nell'atto romantico di provare a salvarti. Personalmente, se quando attraverso la strada questo soggetto mi starà distante, mi sentirò più sicuro, perchè c'è anche il rischio del contrario, ovvero che per salvare egli stesso butterà sotto me. Senza offesa, e pacificamente. Preferisco attraversa la strada accompagnato da altri.
Ho la sensazione che tu abbia imboccato una strada sbagliata e tra l'altro credo che la "psicopatia culturale" o la "devianza culturale" (due "patologie" che non avevo mai sentito nominare prima) siano invenzioni alquanto moderne e del tutto funzionali ad un progetto che non voglio chiamare "neoschiavista" per non semplificare troppo ma che comunque ci va molto vicino. Più che l'empatia bisognerebbe considerare l'identificazione come tratto caratteristico di appartenenti alla medesima cultura che porta ad adottare atteggiamenti confidenti nei confronti dei nostri simili e diffidenti nei confronti degli stranieri e che poi conducono a situazioni come la condivisione e la partecipazione a sofferenze causate da tragedie come quella di Rigopiano o l'apparente distacco nel caso delle tragedie in mare. L'empatia è un sentimento individuale che ogni uomo può provare o meno (vi sono persone più empatiche e altre meno) ma è totalmente slegato dalla cultura di riferimento. Una persona naturalmente empatica si preoccuperà della sofferenza altrui da qualunque parte questa provenga, mentre una poco empatica non se ne preoccuperà nemmeno se a soffrire fosse un appartenente alla sua stessa cultura. In ogni caso l'empatia (tratto caratteriale eminentemente femminile che è tanto di moda di questi tempi a causa dell'eccessiva "femminilizzazione" del mondo), al contrario dell'identificazione è molto spesso deleteria e distruttiva: un antico proverbio marchigiano recita: "il medico pietoso fa il dito cancrenoso", quindi il medico empatico che si intenerisce per la sofferenza del paziente che ha una gamba incancrenita evitando di amputargliela per non farlo soffrire ulteriormente finirebbe per ucciderlo, facendogli quindi un servizio peggiore. Nei tempi attuali l'empatia è inflazionata al punto che qualche tempo fa in una trasmissione televisiva la conduttrice assunse un'espressione sofferta empatizzando con una pianta che il fiorista ospite stava potando, e sollecitata si rifiutò di potarla lei stessa. La stragrande maggioranza delle persone che gridano contro gli immigrati sono certo che non sarebbero mai in grado di lasciarli morire in mare senza fare nulla se si trovassero di fronte a loro, così come del resto nessun ragazzino o ragazzina di città, sempre per via dell'empatia, è più in grado di tirare il collo ad un pollo e finirebbe, se lasciato a se stesso, per morire di fame. L'aumento, questo sì patologico, dell'empatia negli ultimi decenni ha fatto un numero enorme di disastri riducendo gli uomini a pappette per neonati, e sarebbe opportuno che diminuisse lasciando spazio al buonsenso, alla razionalità, e soprattutto alla giustizia.
P.S. Fharenight, dato che elogi gli interventi "costruttivi", vorrei pregarti di contribuire in tal senso, senza farti prendere da frenesie che di costruttivo non hanno nulla. Se vuoi scrivere post come quello qui sopra fa' pure, poi una volta che hai scritto e ti sei sfogata anzichè premere "invia post" cancella tutto e ricomincia cercando di argomentare in modo, appunto, costruttivo. Grazie
Ma vedi io non sarei mai stato propenso a portare la psichiatria sul campo, però mi sono sentito costretto a farlo se non altro per aggiungere materiale a delle citazioni mirate. La psichiatria lavora incessantemente a classificare i comportamenti umani, e se ha uno secondo scopo è quello di vendere farmaci più che qualsiasi forma di neoschiavismo, e questo mi basta e avanza per averne una certa diffidenza. Tuttavia, se leggi bene, abbiamo detto la stessa cosa, solo che la tua è priva di "determinismo medico". Soggetti non empatici costretti dalle spinte sociali che tu stesso descrivi, a simulare empatia nei confronti di determinati soggetti per un calcolo puramente egoistico, quello per esempio di avere un argomento retorico, attraverso la correlazione tra i terremotati e i migranti. Non mi interessa dilungarmi a riguardo, che questa patologia o meno esista non è questione appurabile. Quello che mi interessa è considerare due semplici fatti. La società moderna e i media che ne fanno da megafono ha trasformato l'individualismo in solitudine, e la solidarietà in narcisismo. E a fare da controaltare a questo, per una sorta di ricatto morale, è arrivata solamente empatia finta, simulata, pericolosa, perchè cela la vera fibra degli esseri umani che la compongo e ci autoinganna nel credere di essere migliori di quelli che siamo. Ma la natura simulata-empatica di questa società incapace di vedersi per quello che è, nei momenti di pericolo (metaforicamente, il camion) prima o poi potrebbe uscire fuori in tutta la sua virulenza e violenza. Non è un caso che il padrone del mondo eletto, oggi sia un narcisista.
Riguardo alle donne: sarebbe un argomento molto lungo, i matriarcati non sono automaticamente società più empatiche e umane (chiedere del
matriarcato di Winnie Mandela), tuttavia molto curiosamente si parlava di cosidette "età dell'oro perdute", e allora lasciando perdere i residuati bellici del borneo, bisorrebbe parlare della gilania della dea madre europea. Trump è evidentemente un colpo di coda, un canto del cigno, a questo punto la speranza è che sia il canto del sistema patriarcale anzichè dell'intero occidente, almeno avremo una seconda chance.
e insiste eh. Questo offende gli italiani che si ribellano ad una situazione assurda ed ingiusta.
Im realtà ci siamo riempiti fino al collo del "politicamente corretto" ricavandone interessi d'ogni tipo al punto che ormai non sappiamo più farne a meno. E quello di Trump è un semplice blocco alle frontiere per un semplice e dovuto controllo a protezione del proprio paese (ciò che dovrebbero fare anche le nazioni europee), viene preso come un affronto alla libertà od offesa verso i paesi islamici. Ci siamo scordati del politicamente corretto, del senso dell'equilibrio e della giustizia e c'è chi ne approfitta.
Addirittura in Italia c'è chi organizza corsi di sci per i profughi. Neanche un po' di vergogna, niente, e si va avanti cosí.
P.S.: Avete cancellato il mio ultimo post, non ne vedevo la necessità, il motivo, visto che ho dato una risposta in sintonia alle sciocchezze scritte da Inverno e dato che Inverno rispondeva riferendosi a quanto scritto da me. inoltre c'erano anche delle mie considerazioni. Oltretutto nessuno però si è preoccupato di eliminare il post di Inverno quando ha usato una parolaccia in altro topic. Capisco che in questo forum siete in gran parte della stessa sua ideologia ma confrontarsi forse vi può essere utile.
Faccio presente che per scrivere un post, anche breve, si impiega molto tempo e un lavoro incredibile specialmente quando si è costretti a scrivere da uno smartphone e ci si ritrova a sforzare e ad affaticare la vista.
Comunque un po di infografiche utili del bravissimo Max Galka.
- Incremento demografico globale comparato - 1800-2100 (notare la "questione africana" del "Furbacchione")
http://metrocosm.com/world-population-history-map/
- Immigrazioni verso l'EU 2010-2015 e altro (da-a)
http://metrocosm.com/mapping-eu-immigration/
- Flussi di richiedenti asilo (da - a)
http://www.lucify.com/the-flow-towards-europe/
- % di popolazione islamica che si è arruolata nell'ISIS per nazione (comparare con i ban di Trump, che ha dimenticato la Francia) e varie statistiche sociali
http://metrocosm.com/foreign-isis-fighters/
- Amarcord, c'era una volta il migrante Europeo
http://metrocosm.com/us-immigration-history-map.html
Buona fruizione.
donquixote ha evidenziato che la locuzione latina "E ( da ex) pluribus unum" è il motto originario degli Stati Uniti d'America ed è scritto sia sullo stemma nazionale sia sulle monete statunitensi. Significa "Da molti l'unità", rappresentata dal Presidente americano Trump, fino a prova contraria regolarmente eletto. Come tale dovrebbe essere accettato anche da chi ha votato la democratica Hillary Clinton. Invece in questi giorni viene contestato per il decreto esecutivo, di durata temporanea, riguardante non l'emigrazione ma chi arriva da alcuni "Stati canaglia" dell'Africa e del Medio Oriente.
Trump viene contrastato perché mantiene le promesse fatte durante la campagna elettorale, eppure, di solito, tutti si indignano quando un leader, una volta eletto non mantiene le promesse.
Queste sue decisioni non piacciono al "tribunale del politicamente corretto", a molti immigrati in Usa arrivati dall'Africa, dall'Asia e dal Sud America, non piacciono ai clandestini sul suolo americano, non piacciono a tanti democratici "benpensanti", i quali dicono: "ma come ti permetti", "sei stato eletto contro il nostro gradimento ma ora devi fare quello che diciamo noi". E' ciò che sta succedendo nei confronti del cosiddetto "muslin ban" di Trump, cioè le misure di chiusura provvisoria delle frontiere americane per cittadini provenienti da sette nazioni.
Nel famigerato ordine esecutivo non si fa riferimento all'Islam, come a nessun'altra religione, si specifica che non saranno fatti entrare in Usa solo chi ha legami con il terrorismo e provenienti dai sette Stati scelti. Furono selezionati nel gennaio del 2016 dall'amministrazione Obama e non da Trump. L'ordine di Trump va certamente oltre le restrizioni obamiane, ma questo è quanto egli aveva proposto durante la sua campagna elettorale, allora perché indignarsi ? La sua decisione può non piacere ma è legittima, rispetta le regole della Costituzione americana.
In questi giorni gli Usa hanno dovuto sentirsi impartire lezioni di democrazia e di libertà da alcuni governanti europei e dal Canada, persino dall'Iran. Con quale coraggio altri Paesi mettono in discussione le azioni intraprese dalla nazione americana per difendersi ? E' grottesco evocare il fascismo o addirittura le leggi razziali.
Legali e legittime sembrano le scelte dell'amministrazione Trump, cosi come, ovviamente sono legittime le opposizioni, le critiche, le manifestazioni degli americani che non le condividono. Mi paiono invece puerili quelle degli altri Paesi, come la petizione degli inglesi per "vietare l'ingresso a Trump nel Regno Unito.
Forse ci si aspetta che in una democrazia il presidente eletto onori i suoi impegni elettorali considerando anche le istanze di coloro che non lo hanno votato, soprattutto quando si viene eletti grazie ad una legge elettorale che consegna una vittoria pur avendo avuto un minor numero di voti del proprio avversario, e forse è proprio per questo che si comporta come un rullo compressore.
In ogni caso non capisco perché le critiche di altri paesi agli USA sono puerili: anche Trump critica pesantemente altri paesi.
Sui mass-media si legge che "Dilaga la protesta contro Trump"! Ma protesta di che? E' dal giorno della sua elezione che si è organizzata la protesta, manco avesse fatto un colpo di stato, manco si fosse insediato un governo non eletto come ha fatto la sinistra con gli ultimi governi in Italia. Quindi noi che dovremmo organizzare? Non appena fa un passo si alzano, come un'orchestra ben diretta, i cori di protesta.
Secondo il sistema elettorale americano ha vinto Trump alla grande, in maniera piena ed indiscutibile. Ed ora sta mantenendo fede alle sue promesse. Democraticamente sta invitando coloro che non fossero d'accordo con le sue decisioni (che tra l'altro non avrebbero dovuto nemmeno accettare l'incarico) ad andarsene.
La decisione che ha preso è simile a quella che Obama adottò nel 2011 quando vietò i visti per i profughi provenienti dall'Iraq per sei mesi. I sette paesi coinvolti dal decreto esecutivo sono gli stessi paesi precedentemente individuati dall'amministrazione Obama come a rischio di terrorismo.
Non si tratta di religione, si tratta di terrorismo e di sicurezza del Paese. Ci sono oltre 40 diversi paesi nel mondo che sono a maggioranza musulmana, che non sono interessati da questo ordine. Ci sarà di nuovo il rilascio dei visti per tutti i paesi una volta si sia accertato che abbiano esaminato e attuato le politiche di sicurezza.
Dicevo... Trump è la logica conseguenza di decenni di politica sbagliata, improntata sull'ipocrisia, sul politicamente corretto, e che ha messo in seria difficoltà il popolo; d'altronde anche in Italia e in Europa ci troviamo nella stessa situazione.
Vincesse le prossime elezioni Salvini (di meglio non abbiamo, solo di peggio) e avesse davvero la capacità di tenere degnamente fede a quanto dice adesso, sarebbe un vero miracolo per noi italiani abituati al continuo voltagabbana e all'arte del servilismo.
Certo che sono stupide ed antidemocratiche le critiche dei Paesi europei che colgono al balzo le notizie distorte dei mass-media. Ad esempio la petizione degli inglesi per "vietare l'ingresso a Trump" nel Regno Unito è Incredibile! Ma ci rendiamo conto a quale paradosso siamo arrivati con i partiti più o meno di sinistra tutt'uno ormai da decenni con le élite del liberalcapitalismo?
E' proprio l'esempio lampante di un'Europa illuministica che sta recidendo le proprie radici culturali, consentendo ad altri "cespugli" culturali (tra cui diversa "gramigna") di attecchire e occupare il loro posto. Esattamente come un bel giardino che viene abbandonato all'assoluta incuria e alla mercé di chiunque.
Il problema dei sostenitori di Trump è che forse hanno seguito distrattamente la sua campagna elettorale, e mentre si crogiolano sul mantenimento delle promesse, non si rendono conto che i prossimi nel mirino siamo proprio noi Europei, se manterrà le promesse. Marchionne è già stato ricevuto e sarà stato ragguagliato sul futuro prossimo delle politiche del lavoro, non mi sorprenderebbe se entro poco la Fiat facesse qualche annuncio che non piacerà molto agli Italianissimi.. ma non si sa mai eh, c'è gente in Italia che seriamente ha preso come una bella notizia la promessa di smantellare la NATO solo perchè è uscita dalla bocca del novello beniamino statunitense. Eh già, non è il nostro presidente, e ci sono quelli che si sperticano per difenderlo e quelli si sperticano per attaccarlo..d'altro canto è solo il leader del mondo occidentale..
La problematica è di una complessità difficilmente interpretabile in maniera univoca. Molti difendono la scelta di Trump argomentando che ci sono ben 14 Paesi arabi che non consentono l'ingresso nel loro Stato agli israeliani. Anche se il paragone, a mio avviso, non regge perchè nel caso di Israele è tutto lo Stato che si comporta in un certo modo. Mentre nel caso degli immigrati a cui Trump non consente l'entrata non è tutto lo Stato che viene giudicato ma solo alcuni cittadini. Insomma si fa di tutta l'erba un fascio. Senza considerare che è difficilmente comprensibile non riservare lo stesso ostracismo ad alcune nazioni, su tutte l'Arabia Saudita. La quale ha dimostrato, nel corso degli anni, legami molto compromettenti con il terrorismo islamico o, quantomeno, con la fede islamica più oltranzista. Ma la Saudi Arabia, è noto, è un grandissimo alleato statunitense e ha tanti, tantissimi quattrini.......
Insomma due pesi due misure.
Stasera, per esempio, ho ascoltato dai notiziari che diverse aziende della celeberrima Silicon Valley attaccano, duramente, Trump. Su tutte Amazon. Amazon?? Chi segue da vicino le vicende del lavoro sa bene che Amazon è un'azienda che pratica, deliberatamente e notoriamente, lo schiavismo. Legalizzato ma pur sempre schiavismo. Non sto esagerando e chi vuole documentarsi lo può fare e rileverà che è così. Jeff Bezos paladino della libertà è una roba così grottesca che stasera, per la prima volta, ho dubitato del mio essere contrario alla politica di Trump. ;D 8)
Per quanto mi riguarda non credevo che Trump potesse essere eletto, poichè non essendo granchè interessato alle vicende statunitensi mi adeguavo alla maggioranza delle previsioni che lo davano nettamente perdente, ma se avessi dovuto a forza scegliere fra i due avrei scelto lui non tanto per quel che aveva intenzione di fare in America quanto perchè fra i suoi programmi c'era quello di intervenire il meno possibile nelle vicende altrui, e questa mi sembrava una ragione più che sufficiente per preferirlo alla Hillary. Dunque ritengo del tutto superfluo, e anche sbagliato, criticare le decisioni che prende in casa sua come parimenti ritengo superfluo e sbagliato criticare chi protesta in America contro le sue decisioni, dato che il fatto che sia stato eletto non vieta ai cittadini di manifestare contro i suoi atti, altrimenti ogni protesta in patria contro qualsiasi governo democratico sarebbe di per sé illegittima. Coerentemente con quanto sopra trovo profondamente sbagliato protestare contro le decisioni che altri governi, con altre storie, altre culture e altre tradizioni assumono in casa loro nei confronti degli stranieri, delle donne, dei gay e di ogni altro cittadino.
Detto ciò dal punto di vista degli immigrati non bisogna fare parallelismi indebiti fra la situazione americana e quella europea. Se gli immigrati hanno in qualche modo costruito l'America (e sottolineo "qualche" e "costruito" che andrebbero precisati meglio) gli stessi stanno dando invece il colpo finale alla distruzione dell'Europa. In America i "natives" erano giustamente troppo orgogliosi per ridursi a diventare gli schiavi dei "mercanti" europei tanto che preferirono la morte in combattimento, e siccome una volta eliminati quelli non era rimasto più niente i mercanti hanno dovuto andarsi a prendere lo straniero a casa sua con le negriere per portarlo a lavorare alla costruzione del nuovo paradiso terrestre. Se la "storia" dell'America è iniziata in quel periodo quella dell'Europa, vecchia di duemila anni, era già in declino nonostante i valori di fondo fossero gli stessi; si può dire che l'America sia nata vecchia, e siccome i coloni che si stabilirono sull'altra sponda dell'Atlantico recisero in fretta i legami col Vecchio Continente e i suoi retaggi la senescenza culturale ha subito una brusca accelerazione. L'Europa ha compiuto negli ultimi secoli un suicidio culturale che l'ha progressivamente disgregata, ma il dominio subito dai cugini d'oltreoceano depo il '45 ha compiuto l'opera, esportando una serie di germi distruttivi che credo si possano ben sintetizzare nelle due patologie della "economia finanziaria" per quanto riguarda il lato materiale e della "politically correctness" per quanto concerne quello culturale. Lungi dall'essere una "ricchezza" come da più parti viene sempre predicato, e come per certi versi fu effettivamente in America, gli stranieri che vengono in Europa da chissà dove porteranno solo, loro malgrado e senz'altro contro la loro volontà, povertà materiale e culturale, e gli unici effetti tangibili che avranno saranno quelli da un lato di ingrassare gli sfruttatori di ogni risma che non devono neanche più andare in Africa a prenderli spendendo soldi poichè arrivano qui gratis, anzi a loro spese, e dall'altro quello di distruggere definitivamente quel poco di collante sociale che è rimasto in coloro che si ostinano ancora a prendere sul serio la nozione di "popolo".
Gli intellettuali e i leaders europei che non paiono più in grado di vedere una situazione che è lampante davanti ai loro occhi poichè tutti impegnati a rimirare il loro ombelico sono le cartine di tornasole di un "cupio dissolvi" che incombe minaccioso sul Vecchio continente, che dopo essere stato per secoli il dominatore (e spesso anche lo stupratore) del mondo preferisce ora crogiolarsi nei suoi sensi di colpa spacciati per "valori" facendosi trainare dal carro statunitense senza comprendere che come all'Europa di un tempo non fregava niente dei destini altrui così agli Stati Uniti di oggi non frega nulla del destino dell'Europa, e così facendo si condanna ad una morte che, per quanto inevitabile, avrebbe certamente potuto essere quantomeno più dignitosa.
Citazione di: Freedom il 31 Gennaio 2017, 23:03:24 PM
La problematica è di una complessità difficilmente interpretabile in maniera univoca. Molti difendono la scelta di Trump argomentando che ci sono ben 14 Paesi arabi che non consentono l'ingresso nel loro Stato agli israeliani. Anche se il paragone, a mio avviso, non regge perchè nel caso di Israele è tutto lo Stato che si comporta in un certo modo.
Invece regge, il problema è che mentre sono cosi intenti a trovare la frase retorica che li giustifichi, non si accorgono che stanno dicendo che gli states stanno applicando politiche estere dello stesso respiro di quelle del Bangladesh. Halleluja? La difesa del beniamenino statunitense è quanto di più comico e contradditorio un europeo potrebbe fare. Feste e balli, Trump ha bloccato le migrazioni. Bene questo significa che tutti quei migranti che non andranno li facilmente bloccabili per via dell'Atlantico che li divide, verrano in Europa, e nella cara penisola. E sta ballando chi di solito urla "prima gli Italiani! Oppure "dobbiamo ripartirli maggiormente" Ma come? Prima gli Italiani, e poi un leader estero incrementa gli sbarchi sulle nostre coste, e siamo tutti felici? Ma che bei patrioti che abbiamo, hanno davvero a cuore e chiaro l'interesse del paese. Nel frattempo un sostenitore di Trump canadese ha fatto una strage in una moschea. Inizialmente si sapeva solo che aveva urlato "allah akbar" e i siti casapoundiani erano in fase multi-orgasmica, poi si è scoperto era uno stronzo dei nostri, quindi niente "Je suis" e la notizia si è sgonfiata. Rimangono le statistiche a descrivere la commedia: Hanno ucciso più islamici i sostenitori di Trump nelle ultime 48 ore, di quanti americani siano morti per mano dei migranti delle 7 nazioni bannate negli ultimi 30anni. Sembra l'inizio di un romanzo fantastico, tenetevi forte.
Citazione di: donquixote il 31 Gennaio 2017, 23:34:38 PM
Per quanto mi riguarda non credevo che Trump potesse essere eletto, poichè non essendo granchè interessato alle vicende statunitensi mi adeguavo alla maggioranza delle previsioni che lo davano nettamente perdente, ma se avessi dovuto a forza scegliere fra i due avrei scelto lui non tanto per quel che aveva intenzione di fare in America quanto perchè fra i suoi programmi c'era quello di intervenire il meno possibile nelle vicende altrui, e questa mi sembrava una ragione più che sufficiente per preferirlo alla Hillary. Dunque ritengo del tutto superfluo, e anche sbagliato, criticare le decisioni che prende in casa sua come parimenti ritengo superfluo e sbagliato criticare chi protesta in America contro le sue decisioni, dato che il fatto che sia stato eletto non vieta ai cittadini di manifestare contro i suoi atti, altrimenti ogni protesta in patria contro qualsiasi governo democratico sarebbe di per sé illegittima. Coerentemente con quanto sopra trovo profondamente sbagliato protestare contro le decisioni che altri governi, con altre storie, altre culture e altre tradizioni assumono in casa loro nei confronti degli stranieri, delle donne, dei gay e di ogni altro cittadino.
Detto ciò dal punto di vista degli immigrati non bisogna fare parallelismi indebiti fra la situazione americana e quella europea. Se gli immigrati hanno in qualche modo costruito l'America (e sottolineo "qualche" e "costruito" che andrebbero precisati meglio) gli stessi stanno dando invece il colpo finale alla distruzione dell'Europa. In America i "natives" erano giustamente troppo orgogliosi per ridursi a diventare gli schiavi dei "mercanti" europei tanto che preferirono la morte in combattimento, e siccome una volta eliminati quelli non era rimasto più niente i mercanti hanno dovuto andarsi a prendere lo straniero a casa sua con le negriere per portarlo a lavorare alla costruzione del nuovo paradiso terrestre. Se la "storia" dell'America è iniziata in quel periodo quella dell'Europa, vecchia di duemila anni, era già in declino nonostante i valori di fondo fossero gli stessi; si può dire che l'America sia nata vecchia, e siccome i coloni che si stabilirono sull'altra sponda dell'Atlantico recisero in fretta i legami col Vecchio Continente e i suoi retaggi la senescenza culturale ha subito una brusca accelerazione. L'Europa ha compiuto negli ultimi secoli un suicidio culturale che l'ha progressivamente disgregata, ma il dominio subito dai cugini d'oltreoceano depo il '45 ha compiuto l'opera, esportando una serie di germi distruttivi che credo si possano ben sintetizzare nelle due patologie della "economia finanziaria" per quanto riguarda il lato materiale e della "politically correctness" per quanto concerne quello culturale. Lungi dall'essere una "ricchezza" come da più parti viene sempre predicato, e come per certi versi fu effettivamente in America, gli stranieri che vengono in Europa da chissà dove porteranno solo, loro malgrado e senz'altro contro la loro volontà, povertà materiale e culturale, e gli unici effetti tangibili che avranno saranno quelli da un lato di ingrassare gli sfruttatori di ogni risma che non devono neanche più andare in Africa a prenderli spendendo soldi poichè arrivano qui gratis, anzi a loro spese, e dall'altro quello di distruggere definitivamente quel poco di collante sociale che è rimasto in coloro che si ostinano ancora a prendere sul serio la nozione di "popolo".
Gli intellettuali e i leaders europei che non paiono più in grado di vedere una situazione che è lampante davanti ai loro occhi poichè tutti impegnati a rimirare il loro ombelico sono le cartine di tornasole di un "cupio dissolvi" che incombe minaccioso sul Vecchio continente, che dopo essere stato per secoli il dominatore (e spesso anche lo stupratore) del mondo preferisce ora crogiolarsi nei suoi sensi di colpa spacciati per "valori" facendosi trainare dal carro statunitense senza comprendere che come all'Europa di un tempo non fregava niente dei destini altrui così agli Stati Uniti di oggi non frega nulla del destino dell'Europa, e così facendo si condanna ad una morte che, per quanto inevitabile, avrebbe certamente potuto essere quantomeno più dignitosa.
Che bello Donquixote, che belle cose hai scritto, anche nei precedenti post! Si vede che sei una persona in gamba e seria.
Non credo ai miei occhi! :D
Finalmente vedo che anche altri incominciano a pensarla come me!
Credevo fosse un'impresa molto ardua farsi comprendere e ottenere che gli altri riconoscessero e affermassero pubblicamente il fallimento e la condanna dell'attuale ideologia che domina tutto il mondo occidentale.
Bravo Donquixote, sai esporre molto bene le tue idee, secondo me potresti entrare in politica! :)
InVerno ha scritto:
CitazioneTrump ha bloccato le migrazioni. Bene questo significa che tutti quei migranti che non andranno li facilmente bloccabili per via dell'Atlantico che li divide, verrano in Europa, e nella cara penisola.
Scusami InVerno se ti consiglio di ascoltare meglio i telegiornali o di leggere meglio i quotidiani riguardo il decreto esecutivo di Trump, di durata temporanea, soli quattro mesi. Il presidente Usa non ha bloccato l'emigrazione ma solo chi vorrebbe arrivare in America da sette Stati considerati "canaglia" dell'Africa e del Medio Oriente. Ciò l'ho scritto in un mio precedente post in questo topic.
Citazione di: donquixote il 31 Gennaio 2017, 23:34:38 PM
L'Europa ha compiuto negli ultimi secoli un suicidio culturale che l'ha progressivamente disgregata
Suicidio culturale addirittura iniziato negli ultimi secoli? Quando esattamente? nel '600? '700? '800? '900? Dove? Iniziato da chi?
Citazione di: altamarea il 01 Febbraio 2017, 16:17:40 PM
InVerno ha scritto:
CitazioneTrump ha bloccato le migrazioni. Bene questo significa che tutti quei migranti che non andranno li facilmente bloccabili per via dell'Atlantico che li divide, verrano in Europa, e nella cara penisola.
Scusami InVerno se ti consiglio di ascoltare meglio i telegiornali o di leggere meglio i quotidiani riguardo il decreto esecutivo di Trump, di durata temporanea, soli quattro mesi. Il presidente Usa non ha bloccato l'emigrazione ma solo chi vorrebbe arrivare in America da sette Stati considerati "canaglia" dell'Africa e del Medio Oriente. Ciò l'ho scritto in un mio precedente post in questo topic.
Scusami altamarea, ma ti consiglio di riflettere su quello che scrivi, che non cambia la situazione dei fatti. In questi 4 mesi
(che potrebbero essere tranquillamente prorogati, specialmente se gli americani si adeguassero a questa novità come tanti credono sia la cosa giusta da fare, o se la tensione aumenterà con altri attentati terroristici come è lecito aspettarsi) il migrante proveniente da quegli stati "canaglia" che voleva andare negli U.S.A. sceglierà invece di venire da te. Oppure pensi che rimarrà a casa perchè la prima opzione si è bruciata? E' la stessa cosa di quando i cugini francesi li bloccano a Ventimiglia, se aiuta a capire.
Citazione
L'Europa ha compiuto negli ultimi secoli un suicidio culturale che l'ha progressivamente disgregata, ma il dominio subito dai cugini d'oltreoceano depo il '45 ha compiuto l'opera, esportando una serie di germi distruttivi che credo si possano ben sintetizzare nelle due patologie della "economia finanziaria" per quanto riguarda il lato materiale e della "politically correctness" per quanto concerne quello culturale.
E' probabile che la political correctness sia un "germe americano", ma sviluppato da quale istanze? Probabilmente iniziato come una sorta di riscatto morale per una nazione che era inizialmente poco più che un covo di pirati ma che ambiva ad una nuova verginità, è stato ampliato e probabilmente suggellato dal metodo scientifico di cui la stessa nazione è diventata velocemente il centro del mondo. Lo studio dei dati e delle istanze, ha però dato risultati che nella maggior parte dei casi non ci aspettavamo, il che ci ha insegnato una certa prudenza esistenziale. Uomini come Chomsky che hanno fatto una missione di vita della raffinatura e desogettivizzazione dell'analisi storica, hanno attechito ma fino ad un certo punto, l'eccezionalismo americano non ha mai superato l'esame della political correctness. Per contro, se uno si fa un giro sulle televisioni Italiane e Americane, direbbe chiaramente che il germe si è mosso in realtà nella direzione opposta. Il livello di "satira concessa" dalle due culture per esempio è di una diversità abissale, un qualsiasi satiro Americano su una televisione Italiana farebbe invocare alle belle anime il ritorno della buon costume dopo la prima serata. E forse proprio questa "palestra" che l'americano medio fa verso il volgare, il patetico, la porcheria, è ciò che gli dona la libertà morale di votare qualcuno come Trump. Nel 1969 viene pubblicato "The psicology of Self Esteem", inizia il "Self esteem movement" nelle scuole, siamo tutti speciali, premiamo tutti, i ritardati si chiamano "diversamente abili" etc. E' la culla del politically correct moderno. Invochiamo la libertà dal politically correct solamente per insultare gli altri, i politici che portano avanti questo vessillo ne sono la prova vivente, ma siamo pronti a ricevere gli stessi insulti? Non ci giurerei. La political correctness è come il pacifismo, una disciplina di autocontrollo che può essere mantenuta dalla moltitudine in tempi di mucche grasse, e poi rimane appannaggio di pochi "Ghandi". In America sembra già crollata, e forse presto per la "felicità di tutti" crollerà anche nei progressisti europei. Non capisco tutta questa fretta che hanno certe persone di smantellare la odiata politically correctness che fin ora gli ha fatto credere di essere "diversamente abili", ma se continueranno ad insistere il muro del politically correct che tanto odiano presto potrebbe davvero crollare, e dovranno confrontarsi con quello che sono, con il nome giusto.
Non rispondo ai due ultimi messaggi di Eretiko e InVerno non per sottrarmi alla discussione ma perchè si finirebbe inevitabilmente O.T. e su questo topic abbiamo già dato; lo farò volentieri se i medesimi argomenti susciteranno interesse e verranno proposti in un topic apposito.
Un processo si contaminazione normale tra due o più culture dovute alle reciproche influenze comprende anche il mescolamento delle lingue e tradizioni dalle quali tutte possono trarre arricchimento reciproco. Questo processo di contaminazione-assimilazione, dunque, quando non è forzato, si realizza nell'arco di parecchi secoli. C'è da osservare, tuttavia, che gli uomini tendono a contaminarsi ed integrarsi più agevolmente tra popoli che presentano caratteristiche razziali (differenziazioni biologiche genetiche), culturali e religiose molto simili alla proprie. Così come il singolo individuo ha bisogno della propria identità che si esplica attraverso il riflettersi nell'altro per riconoscere la propria individualità e quindi specificità', allo stesso modo anche un popolo, una comunità, una società ha bisogno della propria identità che si realizza nel vivere con individui quanto più simili tra loro sia etnicamente che culturalmente.
Purtroppo la natura si fonda sulla diversità, e diverso significa distinguersi dall'altro, essere anche all'opposto all'altro. Anche noi in questo contesto esprimiamo idee molto differenti gli uni dagli altri nonostante siamo nati e cresciuti con la stessa cultura di base. Le differenze sono essenziali in natura per il proseguimento dell'evoluzione.
Non saprei immaginarla un'unica società mondiale multirazziale, con l'andare del tempo cosa accadrebbe? Svanirebbero le differenze? Oppure si realizzerebbero ulteriori assetti per separare nuovamente i gruppi umani?
Attualmente stiamo assistendo allo stravolgimento totale degli equilibri sociali causati dalla commistione tra ideologie e politiche che avallano la globalizzazione ed hanno accelerato e artefatto moltissimo il normale processo di contaminazione tra i popoli, costruendo così la cosiddetta "società multirazziale".
L'Identità nasce dunque dalle nostre radici, dall'idea che siamo il prodotto di una terra, di un lignaggio e di una storia come l'anello di una catena.
Essere identitario non è un dogma né un'ideologia, ma al contrario, un principio fondato sulla realtà, su ciò che realmente siamo.
Io sono una identitaria. Gli identitari sono coloro che considerano la preservazione delle identità di fronte al rullo compressore mondialista come una missione storica del nostro tempo. Noi leviamo dunque la bandiera dell'identità contro la mondiale uniformità massificante.
L'IDENTITA'
L'identità nasce come eredità e trasmissione ed è la base delle tradizioni popolari, delle lingue, degli usi e dei costumi ed è l'accettazione e la presa di conoscenza di un passato comune che ci unisce e la volontà di vivere assieme come comunità nei tempi a venire.
L'identità è la celebrazione della vita, è il ricordo dei nostri morti, un modo di concepire il mondo e di raccontarlo, basato su di una comune memoria culturale, etnica e spirituale.
L'identità di ogni popolo rende quest'ultimo incomparabile, inimitabile ed unico.
Seppur siamo tutti uomini, ogni uomo è diverso dall'altro e nessuno è mai uguale a qualcun altro; lo stesso avviene dunque anche per le nazioni ed i popoli. L'identità è plurale e si articola su più livelli: l'identità locale (Lombarda, Sicula, Piemontese, Sarda ecc), l'identità storica (Italiana in tutte le sue forme) e quella di civiltà (Europea). Per noi queste identità sono complementari e mai in conflitto tra loro. Una persona può sentirsi, ad esempio, Piemontese, Italiano ed Europeo, oppure Catalano, Spagnolo ed Europeo, oppure ancora Bavarese, Tedesco ed Europeo. Ciascuna di queste identità rafforza l'altra e costituisce un insieme organico coerente.
Uno dei fondamenti della Civiltà europea sono le sue radicigreco-romane, mail filo conduttore che l'ha unita tutta donandole un profilo umanizzante verso sé stessa e verso il resto del mondo sono le sue radici cristiane.
Le società, come gli individui, prosperano quando le loro identità sono forti, ben definite e rispettate, inoltre, identità fortemente caratterizzate sono una ricchezza e permettono scambi culturali proficui tra popoli e culture diverse. Ma oggi le migrazioni, gli scambi commerciali ormai fuori controllo e la globalizzazione mettono in serio pericolo la pluralità delle identità dei popoli Europei. In ogni angolo del mondo le identità sono in risveglio. Dall'Ungheria alla Scozia, dalla Russia al Tibet, dal Venezuela all'India, etnie e popoli affermano con forza le loro specificità che li rendono unici. Molte persone sentono il bisogno di difendere le identità di popoli lontani (i Palestinesi, i Tibetani, gli Hutu, i Karen). A noi sembra legittimo difendere le nostre identità: locali, nazionali, Europee. L'identità, infine, consente all'uomo di sapere chi è e dove va, baluardo e protezione contro ogni forma di totalitarismo, politica o religiosa che sia.