Si è parlato tanto di 'femminicidio', si è trattato il termine come la necessaria integrazione dell'altro, l'omicidio, ma in realtà quest'ultimo già contiene in sé il significato del primo, assieme a quest'altro: 'maschicidio', a torto non usato, perché se si ha fatta la specificazione sulle femmine, la si deve fare anche sui maschi...
La legge italiana tuttavia che io sappia ha menzionato il delitto aggiungendo specificazione per entrambi i generi, senza ricorrere ad altro termine che il generale.
Dalla sperequazione linguistica del 'femminicidio' si deduce che un vasto ambiente sogna provvedimenti iniqui, sostenendo un femminismo a oltranza che va oltre ogni possibile diritto... Questo ambiente per ora ha avuto in sorte solo un linguaggio che lo rende a suo modo involontariamente sincero...
L'attuale legge, nonostante la ossessione linguistica che ho descritto, tutela i maschi ugualmente alle femmine; l'ossessione invece è indice di una società matriarcale emersa dalla clandestinità e che non conosce vero senso di uguaglianza tra i sessi. Questa società, intromessa anche nell'autentico dialogo politico, è sostenuta dal cattivo giornalismo, che manifesta anche le cortesie eccessive del vecchio maschilismo, il quale si sente in colpa per le sue prepotenze e finisce col desiderare concessioni eccessive.
Si rivelano insomma in questa vicenda un femminismo e un maschilismo inaccettabili da una vera democrazia e che sono sostenuti da moltitudini massificate, che continuano ad organizzarsi mediante concetti non del tutto dichiarati, evidentemente incompatibili con il minimo senso di uguaglianza necessario alle vere moltitudini democratiche.
Queste massificazioni sono ostili alla vera politica perché non sostengono vere idee, che potrebbero rappresentare qualcosa in politica; la idea tradizionale patriarcale ne è distinta e quella progressista-femminista ne è altra cosa...
Si tratta di fenomeni di massa che sono ostili anche ad un corretto uso della lingua italiana e che a ben vedere sono per impulsività e irriflessività costituiti da un primitivismo alieno dalla vera civiltà italiana, ancor di più alieno dalla eredità civile greca, quella che ci proviene direttamente dai tempi antichi e che non è estranea all'Italia.
Infatti questo primitivismo non ha alcuna coerenza naturale.
MAURO PASTORE
Il termine "femminicidio" è nato per evidenziare il divario di genere esistente negli omicidi caratterizzati da motivazioni che un tempo venivano eufemisticamente chiamate "passionali".
Giustamente la legge, che prevede le aggravanti per delitti nei contesti "sentimentali" e familiari, non fa distinzioni di genere, ma il suo utilizzo una quantificazione di genere ce l'ha. E finché ce l'avrà sarà giustificato pure questo termine.
Quanto al "matriarcato emerso dalla clandestinità" non se ne vede traccia, se non nelle fobie di una mentalità patriarcale dura a morire. La diatriba su sfondo sessuale prosegue come da sempre, ma la proliferazione dei generi e delle preferenze sessuali ha già reso absoleta la polemica maschio-femmina.
Citazione di: Ipazia il 26 Ottobre 2022, 20:10:43 PMIl termine "femminicidio" è nato per evidenziare il divario di genere esistente negli omicidi caratterizzati da motivazioni che un tempo venivano eufemisticamente chiamate "passionali".
Giustamente la legge, che prevede le aggravanti per delitti nei contesti "sentimentali" e familiari, non fa distinzioni di genere, ma il suo utilizzo una quantificazione di genere ce l'ha. E finché ce l'avrà sarà giustificato pure questo termine.
Quanto al "matriarcato emerso dalla clandestinità" non se ne vede traccia, se non nelle fobie di una mentalità patriarcale dura a morire. La diatriba su sfondo sessuale prosegue come da sempre, ma la proliferazione dei generi e delle preferenze sessuali ha già reso absoleta la polemica maschio-femmina.
A me questa risposta pare motivata dal proposito di mettere confusione. Si parte in apparenza bene si continua realmente non bene e si finisce proprio male...
Se si adotta la specificazione del femminicidio, si deve adottare anche l'altra del maschicidio.
Le mancate tracce del suddetto matriarcato, sono frutto del non voler vedere o del non voler far vedere... Eppure basta notare l'abuso che si fa di 'luoghi' comuni quali la figura della donna come "angelo del focolare" per individuare questo matriarcato ancora vivo e operante.
Quanto al superamento della diade maschio/femmina, si tratta di illusione e follia. La vera scienza ha provato solo casi di scarsa caratterizzazione di un sesso oppure di soli accenni, peraltro inattivi, dell'altro sesso; i presunti cambi di sesso, più ingannevolmente detti "transizioni", sono inesistenti, finti; la conoscenza di sé più elementare attesta la divisione in due soli sessi...
E questo discorso non è accettato da chi fraintende volontariamente l'omosessualità a causa di propria omofobia. Certo tutto ciò non corrisponde alla maggioranza dei criteri "LGBT" e neppure agli altri aggiunti, ma si tratta di falsi criteri, di ritrovati subculturali, adatti solo per folle di sessuofobici che recitano la parte degli emancipati.
MAURO PASTORE
Il "matriarcato" non è ancora così ferocemente insediato da aver prodotto un modello comportamentale maschicida. La brama di proprietà e dominanza sessuale estesa fino all'omicidio è una prerogativa ancora tutta patriarcale. Basti pensare al femminicidio della figlia che rifiuta il matrimonio combinato.
Piuttosto che alla omologazione linguistica del maschicidio auspicherei il venir meno delle cause che hanno generato, nei fatti e nella linguistica, il femminicidio.
Sulla sovraestensione della problematica gender e della sessualità in generale, penso anch'io si sia superato il limite del buongusto e della ratio. Ma sono sintomi marginali di una decadenza bizantina la cui patologia va ricercata molto più a fondo, ed in cui l'integralismo patriarcale può soltanto aggravare gli effetti. Oltre ad essere eticamente inaccettabile, grondando sangue da tutte le parti della sua storia, fino ai femminicidi odierni.
Precisazione: il femminicidio è l'omicidio di una donna in quanto donna e quindi non va confuso con l'omicidio generico. Sono omicidi che si sviluppano all'interno delle relazioni familiari, come ad esempio una figlia che non porta il velo, che non accetta un marito combinato, che vuole divorziare o semplicemente andare a lavorare e quindi non restare sotto il controllo assoluto del compagno. Secondo l'istat nel 2021, reati di questo genere hanno fatto condannare per il 98,3 per cento degli uomini e per l'1,7 delle donne, gran parte delle quali, quest'ultime, come complici degli uomini che uccidono. Con questi numeri parlare di maschicidio è o il frutto di malafede o di una profonda ideologia misogina.
Citazione di: Jacopus il 27 Ottobre 2022, 08:25:39 AMPrecisazione: il femminicidio è l'omicidio di una donna in quanto donna e quindi non va confuso con l'omicidio generico. Sono omicidi che si sviluppano all'interno delle relazioni familiari, come ad esempio una figlia che non porta il velo, che non accetta un marito combinato, che vuole divorziare o semplicemente andare a lavorare e quindi non restare sotto il controllo assoluto del compagno. Secondo l'istat nel 2021, reati di questo genere hanno fatto condannare per il 98,3 per cento degli uomini e per l'1,7 delle donne, gran parte delle quali, quest'ultime, come complici degli uomini che uccidono. Con questi numeri parlare di maschicidio è o il frutto di malafede o di una profonda ideologia misogina.
La legge deve tutelare tutti, anche se pochi o se nessuno di effettivo. Non è una questione risolvibile con le statistiche, che peraltro sono dipendenti da sistemi di accertamento che non sono infallibili. Quanto all'omicidio e al femminicidio, col primo sono ovviamente considerati tutti i casi di colpevole uccisione, non si fa eccezione alla morte di una "donna in quanto donna", espressione che tu usi invece di descrivere la motivazione del delitto, che non è l'essere donna evidentemente: non sarebbe mai movente sufficiente per un delittuoso... Inoltre esiste anche il femminicidio perpetrato da donne. In verità siete fuori da ogni logica ed è penoso ricevere le risposte che date.
MAURO PASTORE
Citazione di: Ipazia il 27 Ottobre 2022, 07:20:26 AMIl "matriarcato" non è ancora così ferocemente insediato da aver prodotto un modello comportamentale maschicida. La brama di proprietà e dominanza sessuale estesa fino all'omicidio è una prerogativa ancora tutta patriarcale. Basti pensare al femminicidio della figlia che rifiuta il matrimonio combinato.
Piuttosto che alla omologazione linguistica del maschicidio auspicherei il venir meno delle cause che hanno generato, nei fatti e nella linguistica, il femminicidio.
Sulla sovraestensione della problematica gender e della sessualità in generale, penso anch'io si sia superato il limite del buongusto e della ratio. Ma sono sintomi marginali di una decadenza bizantina la cui patologia va ricercata molto più a fondo, ed in cui l'integralismo patriarcale può soltanto aggravare gli effetti. Oltre ad essere eticamente inaccettabile, grondando sangue da tutte le parti della sua storia, fino ai femminicidi odierni.
Che siano pochi i maschicidi, ma ci sono e comunque se non ve ne fossero la legge dovrebbe in ogni caso premunirsi ugualmente che per le femmine. La questione che voi ponete è faziosa fino all'intontimento... Ignori per esempio che esistono madri che commettono infanticidio e che esistono casi di delitto specificamente contro il maschio? Come lo giustifichereste il vostro amore per la statistica di fronte anche a una sola vittima, anche solo potenziale? Che il diavolo vi porti.
MAURO PASTORE
Citazione di: Jacopus il 27 Ottobre 2022, 08:25:39 AMPrecisazione: il femminicidio è l'omicidio di una donna in quanto donna e quindi non va confuso con l'omicidio generico. Sono omicidi che si sviluppano all'interno delle relazioni familiari, come ad esempio una figlia che non porta il velo, che non accetta un marito combinato, che vuole divorziare o semplicemente andare a lavorare
Io direi piuttosto: "il femminicidio é l'omicidio di una donna perché rivendica autonomia rispetto ad un uomo che pretende di avere potere su di lei in quanto uomo"
Il maggior numero di omicidi che hanno donne come vittime sono anche dovuti al fatto che il maschio, nella lite, è fisicamente più aggressivo e dotato della femmina, e vedendosi soccombere sul piano dialettico e delle urla ricorre alla forza bruta, accecato dalla rabbia provocata dagli insulti della compagna. Questa dinamica la noto nei vicini dove le altissime grida e gli improperi della donna fanno da contraltare ai rumori di oggetti che si romponoe brontolii cupi dell'uomo.
L'uso corretto della lingua riferisce a convenzioni linguistiche, le convenzioni hanno natura sociopolitica, la lingua ha natura sociopolitica così come il suo uso corretto, il problema linguistico è inesistente, salvo che le limitazioni top-down possono confliggere con la libertà di espressione. Detta questa trivialità, la motivazione per cui si è creato un caso giuridico a parte anzichè una aggravante è, se non ricordo male, che i proponenti parlavano di un "emergenza". I dati a cui ho avuto accesso smentiscono questa versione, non esiste nessuna emergenza, in generale sugli omicidi, su donne bambini uomini, l'Italia è uno dei paesi più sicuri in europa e perciò del mondo, riguardo gli omicidi. Il maschicidio esiste, si chiama suicidio, evento che gli uomini soffrono in proporzione 10:1 rispetto alle donne. Alle femministe non frega una ceppa di niente, così come non frega di nessun dato che dimostri una situazione di svantaggio per gli uomini, perchè la parità di genere le interessa quanto a me interessa il cricket, vi diranno che la questione sarà risolta quando ci saranno più donne in posizione apicale nella società :-*
Non esiste la fattispecie giuridica "femminicidio". Esiste una aggravante rigorosamente bisex che riguarda anche la violenza sui bambini. (L.69/2019)
Quindi datevi una calmata riguardo al delitto di vilipendio della metà del cielo maschile.
Tirare poi in ballo il suicidio o l'accesso d'ira improvviso ::) Maddai, cosa non si fa per negare la specificità patriarcale storicamente determinata della violenza di genere.
Certamente è vero che la violenza maschilista in altre parti del mondo è più diffusa che in
Italia, ma qui è sintomatica tanto quanto, avendo la stessa matrice scatenante e giustificante. Giustificante pure il riferimento alla tradizione patriarcale di quella violenza.
Salve. Ovviamente femminicidio e maschicidio sono delle bestialità giuridiche partorite dal disfacimento della cultura e dei costumi, che nei nostri tempi - complice la mostruosa sovrabbondanza di strumenti comunicativi e la possibilità di sfruttarli demagogicamente - predica lo snaturamento dei concetti di democrazia, del "politically correct", di eguaglianza (priva di distinzione dalla PARITA') e di tutto quanto il resto della "cultura da un tot al chilo", utilizzata per lo sfruttamento della imbecillità delle masse, il cui cervello sta ormai appunto "all'ammasso".
Il diritto dovrebbe occuparsi solamente di "PERSONICIDIO", ma tale termine purtroppo suona sgraziatamente.
Vogliamo mettere "FEMMINICIDIO" ? : fa immensamente più torbido, più "noir", più arrapante, più macabro, più utile alle sinistre, le quali hanno sempre pescato nelle categorie "minoranze deboli e discriminate" pur bramando il voto delle "maggioranze" (a proposito.......negli organismi giudiziari prevalgono orientamenti di destra o di sinistra ?).
Inoltre - sempre proposito delle masse, a mio immodesto parere l'88% delle PERSONE non sa neppure discernere il significato corretto di tale ultimo termine rispetto a quelli delle categorie che esso contiene (maschi piuttosto che femmine, uomini piuttosto che donne).
Comunque tranquilli : la logica è quella che ha provveduto ad istituire il reato di omicidio stradale (buffoni!).
Tra poco avremo l'OMICIDIO PEDONALE, quello CICLISTICO, quello NAUTICO, quello AEREO........spero solo ci evitino di instaurare il reato di LESIONI COLPOSE TRAMITE VIOLENZA PETALE. Saluti.
Per carità è vero che la lingua è viva e rappresenta e interpreta, in profondità, una civiltà.
E' tuttavia una cosa del tutto ridicola pensare di affidarle la soluzione dei problemi in virtù dei poteri taumaturgici del linguaggio. Mi riferisco, in particolar modo, alla colossale sciocchezza del politically correct e di tutto quanto sottende.
Proprio perché la lingua è viva e dunque viene alimentata e si evolve naturalmente, è velleitario pensare di forzarla artificialmente. In altre parole è il Dizionario della Lingua italiana a correre dietro ai mutamenti e non viceversa. E' quindi grottesco assistere a lettere/e-mail o anche annunci verbali che cominciano con "Cari tutte, tutti, lgbtq" poi velocizzate con ə oppure grandi discussioni sulla differenza di significato tra "donna di strada" (prostituta) e "uomo di strada" (?).
Trovo tutto ciò farsesco e lontanissimo dal vero problema. Che è il seguente: il maschio è più aggressivo della femmina ed, essendo fisicamente più forte, il problema si aggrava.
Se si pensa di poterlo risolvere anche, ripeto anche, da un punto di vista culturale è condivisibile. Ma se si pensa che questa evoluzione culturale passi da una costrizione del linguaggio credo si sia molto lontani dalla verità.
Io credo che sia, viceversa, una grandissima ipocrisia che allontana da una possibile via d'uscita. Che, sia chiaro, è difficilissima da individuare.
Mi vien da dire che il maggior sforzo debbano necessariamente farlo le femmine. Così come un popolo oppresso non può attendere che siano i carcerieri (chi comanda) a liberarlo è difficile attendersi che siano i maschi a cedere il comando. Nel senso che, per la violenza fisica esercitata la legge già oggi offre un supporto accettabile; si può migliorare, certo, ma non siamo all'anno 0 di quando, per esempio, era contemplato il delitto d'onore. Per la supremazia economica, politica e culturale dovranno essere le donne necessariamente a darsi da fare.
Qui siamo su un piano nel quale la maggior aggressività maschile può essere sconfitta aggirandola con una sapiente ed efficace strategia. La Ceo di General Motors ha tenuto testa al Ceo di Fiat. L'attuale governatrice Bce sta opponendosi a più di mezza Europa. Anche l'Italia, pur se ahimè forse si poteva scegliere meglio ::), si è dotata di un premier femmina. Con calma, non nego la grande lentezza del processo, però si sta andando nella direzione giusta.
E' questa, a mio modesto avviso, la strada da percorrere: donne più capaci di uomini si prendono il posto più elevato.
Non vorrei chiudere apparendo un'anima bella: anche a me fa orrore ogni volta che sento una femmina picchiata, stuprata e magari uccisa da un maschio. Provo una grande pena per la vittima e una grande rabbia per il carnefice.
Ma non sarà una schaw o tutte le sciocchezze del politically correct a mutare le coscienze delle persone. Al contrario è un cammino che, purtroppo, necessita tempo e impegno.
Io, nel mio piccolo, stiro, lavo, faccio la spesa, accudisco i figli insomma sono esattamente uguale a mia moglie. E sapete perché faccio così? Non so nel profondo rispondere con assoluta rispondenza alla realtà ma so che da bambino vedevo farlo a mio padre e sono convinto che questo abbia aiutato.
Ma se credo nell'uguaglianza di diritti e doveri non credo, assolutamente non credo nell'uguaglianza di sensibilità e attitudini. Non ho mai preteso di accudire i figli come sapeva farlo la loro madre quando erano in fasce, non ho mai preteso di fare meglio di una donna quello che sa fare una donna.
Mi piace viceversa aprire una porta e/o cedere il passo a una signora, offrirmi per i lavori di fatica, volerle bene quando le sue sensibilità femminili contrastano con le mie sensibilità maschili, etc.
Concordo con freedom, ma non farei di tutta l'erba delle rivendicazioni femminili un unico fascio. Le demenze linguistiche schwa e * prevengono dalle frange bisessuali del genderismo rampante e poco hanno a che fare con la liberazione ed emancipazione femminile. Lo stesso dicasi della tartufesca imbiancatura del sepolcro sociale denominata: "politicamente corretto".
Oltretutto, le istanze gender hanno aperto un vaso di Pandora tra uteri in affitto e transessualità indotte perfino sui bambini, che appartengono più al museo degli orrori umani che a reali processi di liberazione. Le prime ad opporsi sono state proprio le femministe d'antan che prima di altri hanno colto gli obrobbri di queste forme di "liberazione sessuale" in perfetta sintonia col "libero mercato" della putrefazione etica liberal-liberista.
Io avrei una proposta sul tema linguistico: gli italiani accettano le modifiche proposte alla grammatica, pur consci che si tratti di un pericoloso precedente con possibili risvolti totalitari, a patto che i proponenti si prendano la briga di dimostrarne anche l efficacia , ovvero che effettivamente cambiare la lingua alteri il modo di pensare.( Perché prendersi rischi del genere quando il consenso accademico è che non succederà niente ?) Così oltre ad avere una lingua più "inclusiva", faremo la più grande scoperta linguistica dai tempi della grammatica universale , e avremo la Boldrini che sbertuccia Chomsky in tutte le accademie. Più seriamente : queste proposte hanno rilevanza rispetto alle discussioni politiche che suscitano,non per le modifiche grammaticali in sé.
Citazione di: Ipazia il 28 Ottobre 2022, 15:19:19 PMConcordo con freedom, ma non farei di tutta l'erba delle rivendicazioni femminili un unico fascio. Le demenze linguistiche schwa e * prevengono dalle frange bisessuali del genderismo rampante e poco hanno a che fare con la liberazione ed emancipazione femminile. Lo stesso dicasi della tartufesca imbiancatura del sepolcro sociale denominata: "politicamente corretto".
Oltretutto, le istanze gender hanno aperto un vaso di Pandora tra uteri in affitto e transessualità indotte perfino sui bambini, che appartengono più al museo degli orrori umani che a reali processi di liberazione. Le prime ad opporsi sono state proprio le femministe d'antan che prima di altri hanno colto gli obrobbri di queste forme di "liberazione sessuale" in perfetta sintonia col "libero mercato" della putrefazione etica liberal-liberista.
Quanti pregiudizi in un post solo...
E non solo Ipazia eh, anche da altri ne ho lette, di affermazioni viziate da pregiudizio.
Rispondo pero' a queste, come rispista che vuole valere anche per altre.
* La pratica dell'utero in affitto e' solo marginalmente legata al transessualismo o all'omosessualita', perche' anche normalissime coppie eterosessuali (bianche e conformiste... ) vi ricorrono, naturalmente in caso di sterilita' della donna della coppia e al fine di avere un'esperienza il piu' simile possibile alla preclusa genitorialita' "naturale" nonostante la sterita' della donna della coppia.
Quindi una tecnologia a cui ricorrono ANCHE i gay e i trans, viene in una certa insulsa retorica presentata come la tecnologia SOLO dei gay e dei trans per deprecarla e per dare addosso ai diritti dei gay e dei trans.
Per fortuna che a volte l'etero saccente si ritrova lui personalmente alle prese con la tragedia umana ed esistenziale di essere sterile o di aver sposato un partner sterile, e si ricrede, riguardo ai suoi pregiudizi sull'utero in affitto come una tecnologia biomedica "da froci".
* l'utero in affitto e' una tecnologia assolutamente etica e innocua di per se', la retorica bruna delle destre o rossobruna di certa sinistra antiquata confonde le degenerazioni possibili di questa pratica (laddove ad esempio alcune donne possono essere costrette ad affittare l'utero per miseria, con la pratica in se') con la pratica in se'.
Il problema, se di problema si puo' parlare in questa pratica, e' che l'utero sia "in affitto" (e non ad esempio in dono, "in regalo" o mediato da altri possibili o futuribili rapporti di organizzazione interumana e/o di potere) , cioe' che questa tecnica venga messa in opera in un'era dominata dalla forma merce e in cui la forma merce media le manifestazioni di potenza e di liberta' umane, ma la demonizzazione della tecnica in se', che nella peggiore retorica avviene a prescindere dal suo pur mercificato contesto, (come se il problema qui fosse la tecnica, e non il contesto) e' pur sempre la demonizzazione di un ritrovato utile e razionale della medicina volto a rimuovere ostacoli corporei e fisiologici ad una esistenza piena e felice e a far stare meglio le persone, una cosa che io trovo francamente trogloditica.
* l'utero in affitto e' una pratica simile, al netto della tecnologia, alla pratica dell' "adozione in grembo" cioe' degli accordi finalizzati all'adozione di un nascituro tra due coppie umane di cui una sterile e una no, accordi che iniziano e vengono stipulati prima ancora che il bimbo nasca, e a volte prima ancora che venga concepito.
Se l' "utero in affitto" come pratica biotecnologica esiste da qualche decina d'anni, l'adozione in grembo come versione simile e non tecnologia di questa pratica esiste fin dall'eta' del bronzo, e' continuata allegramente e nemmeno tanto criticata per tutta l'era cristiana, e quelli che si stracciano i capelli per la potenzialmente dura vicenda psicologica della madre che porta in grembo il bambino il poi lo deve cedere a terzi, solo in malafede o per ignoranza possono ricondurre questa vicenda alla realta' specificamente medico/tecnologica dell'utero in affitto, perche' tale vicenda, al netto di una recente "piccola" modificazione tecnologica del suo specifico prodursi di per se' psicologicamente e psichicamente irrilevante va in scena, sulla scena delle comuni prassi umane, appunto fin dall'eta' del bronzo.
* che le coppie transessuali o di mente aperta verso il transessualismo inducano alla transessualita' i figli minori con gravi danni psicologici per loro, come si e' qui piu' o meno apertamente insinuato e' semplicemente falso, una calunnia ingiuria che lascia il tempo che trova.
In generale, anche su questo forum, i pregiudizi contro bisessualita' e transessualismo si sprecano.
Pensavo che non sarei mai stato costretto a ricordare in questa sede che una persona bisessuale non e' una persona "indecisa", e' una persona che fa una scelta degna di rispetto come tutte le altre, e intendo in tutti i sensi, come tutte le altre persone, che sono degne di rispetto, e come tutte le altre scelte, che sono degne di rispetto.
Compreso il transesessualusmo.
Che e' una scelta etica rispettabile, e non unan ideologia, ne' un complotto.
* anche io trovo ridicola la battaglia delle schwa, del linguaggio inclusivo e degli asterischi portata avanti da certi ambienti gay e di sinistra (indifendibile, in tutti i sensi) pero' non mi sembra quella il massimo dei problemi di questa era, e non mi piace che si risponda cose e battaglie stupide con altre cose e battaglie stupide.
Detto da uno che quando ha fatto la tesina di laurea si e' ritrovato la professoressa femminista che mi correggeva la dicitura "uomini" o "uomo'" per indicare genericamente l'intera umanita' e mi ha fatto riscrivere ogni volta la dicitura "esseri umani" perche' quello secondo lei era linguaggio inclusivo in quanto "esseri umani" secondo lei era piu' presumibile che includesse anche le donne.
Avrei anche potuto scrivere "organismi umani" o "esseri umani e esseri umane" ma il fatto e' che ci sono in giro professori universitari che al nobile fine di portare rispetto alle donne non portano rispetto all'italiano, lingua in cui "uomini" in certi contesti puo' ben voler dire "umanita' ".
Citazione di: niko il 28 Ottobre 2022, 21:10:26 PMDetto da uno che quando ha fatto la tesina di laurea si e' ritrovato la professoressa femminista che mi correggeva la dicitura "uomini" o "uomo'" per indicare genericamente l'intera umanita' e mi ha fatto riscrivere ogni volta la dicitura "esseri umani" perche' quello secondo lei era linguaggio inclusivo in quanto "esseri umani" secondo lei era piu' presumibile che includesse anche le donne.
Avrei anche potuto scrivere "organismi umani" o "esseri umani e esseri umane" ma il fatto e' che ci sono in giro professori universitari che al nobile fine di portare rispetto alle donne non portano rispetto all'italiano, lingua in cui "uomini" in certi contesti puo' ben voler dire "umanita' ".
Povera Italia. cultura classica, lauree, insegnamento universitario, dottrine sociali, sessantotto, femminismo, discriminazione sessuale.......................e il povero Niko, ma soprattutto la sua professoressa d'esame..........che devono passare la vita a cercare il termine giusto per definire, qualificare, evitare di discriminare degli "esseri ......".
Il termine c'e ma è troppo difficile perchè coloro che sono colti, ma soprattutto ossessionati da troppi generi di masturbazioni ideologiche, non riescono a capire che non si tratta di parlare di donne, uomini, maschi, femmine, esseri UMANI o esseri DONNESCHI.
Ossessionati dal sessismo - dicevo - non sanno e non capiscono CHE IL TERMINE IMPARZIALE NON DISCRIMINANTE E NON QUALIFICANTE E' SEMPLICEMENTE "PERSONA".
Credo, come Niko, che vi siano, in questo campo, moltissimi insulsi pregiudizi anche da parte di una numerosa schiera di sedicenti progressisti. L'anima degli italiani è molto "nera", anche se parecchi cercano di aggiustarsela o di non farla vedere, neppure ai propri occhi. È un po' la stessa cosa che è accaduta a Freedom. Lui è diventato paritario, perché ha visto ed emulato suo padre. I suoi principi morali, la sua visione del mondo, come quella di tutti noi, proviene da quanto abbiamo appreso dalle figure rilevanti che ci hanno accudito da piccoli. Non possiamo farci niente. I processi rieducativi di soggetti traumatizzati da genitori maltrattanti durano anni se non decenni, proprio perché la forza dell'imprinting culturale nei nostri primi anni di vita è straordinariamente potente. Una società patriarcale si basa su questo passaggio generazionale e se non c'è un percorso politico correttivo, una corrente culturale alternativa, un processo economico o tutte queste dinamiche insieme, il patriarcato non cambierà. E per cambiarlo va bene tutto, compresa la lingua, la quale non è così neutra come si crede. Chi pensa in italiano ha una conformazione cerebrale completamente diversa da chi pensa in inglese, per non parlare di chi parla due o più lingue o di chi ha la fortuna di avere come madre lingua una lingua ideo/grammatica. Non credo che la massificazione o la minaccia alla democrazia provenga da qui. Mi sembra piuttosto un capovolgimento delle cause dei problemi. Il femminicidio è causato da una cultura per la quale vi è una sottomissione e una oggettificazione della donna, che è la stessa cultura che tende a sottomettere e ad oggettificare lo straniero, il povero o il marginale. Combattere la differenza di genere come fondamento di potere maschile sul genere femminile significa combattere le disparità di ogni tipo, perché quella è la disparità archetipica, "naturale", che giustifica le altre ed è anche per questo che il dibattito non si esaurisce tanto facilmente.
Faccio un esempio interessante. La sentenza 131 della corte costituzionale datata 31 maggio 2022 ha reso possibile la scelta da parte dei genitori di attribuire il cognome ai figli, che possono così prendere quello del padre o della madre. Attenzione: l'Italia è stata l'ultima nazione dell'Occidente classico a rendere possibile questa opzione. Fino al 30 maggio la nostra legislazione era analoga a quella dei paesi arabi e africani tradizionalisti. Una sentenza ha reso paritario questo aspetto delle relazioni uomo/donna. Su trans, utero in affitto ha spiegato tutto molto bene Niko e non mi dilungo, se non per dire che vi è trasmissione di dna, fra placenta e feto anche se nella placenta è innestato un ovulo estraneo geneticamente alla portatrice. L'affitto dell'utero è una pratica che sottolinea ancora una volta il dominio dell'inanimato (denaro) sulla vita ma non c'entra nulla rispetto al percorso che conduce alla parità di genere.
Citazione di: Jacopus il 28 Ottobre 2022, 22:56:04 PM. Chi pensa in italiano ha una conformazione cerebrale completamente diversa da chi pensa in inglese
Ma hai qualcosa per provarlo o è solo un pregiudizio nero? Qualcosa peer reviewed possibilmente. No perché di solito è una teoria che piace molto ai nazionalisti, poco alle persone non motivate politicamente, forse anche tu devi lavorare sulle tue radici nere e patriarcali.
Ipazia interpreta semplicemente una branca del femminismo chiamata TERF, non è sola o pazza, sono quelle femministe che hanno le chiavi del cancello sul vittimismo , hanno imparato da quelle più diffuse che sostengono che il maschio non può mai essere vittima se non vittima di sé stesso, ed estendono il concetto ai trans. Non mi scandalizzano le prime perché dovrebbero le seconde? Stessa ratio ma estesa.
Citazione di: InVerno il 29 Ottobre 2022, 09:12:15 AMMa hai qualcosa per provarlo o è solo un pregiudizio nero? Qualcosa peer reviewed possibilmente. No perché di solito è una teoria che piace molto ai nazionalisti, poco alle persone non motivate politicamente, forse anche tu devi lavorare sulle tue radici nere e patriarcali.
Ipazia interpreta semplicemente una branca del femminismo chiamata TERF, non è sola o pazza, sono quelle femministe che hanno le chiavi del cancello sul vittimismo , hanno imparato da quelle più diffuse che sostengono che il maschio non può mai essere vittima se non vittima di sé stesso, ed estendono il concetto ai trans. Non mi scandalizzano le prime perché dovrebbero le seconde? Stessa ratio ma estesa.
Non sono d'accordo, il femminismo e' un'ideologia nobile e dignitosa, le versioni terf e swerf del femminismo sono secondo me solo le degenerazioni cattocomuniste di esso, che non vanno confuse con il femminismo vero, o comunque migliore.
Per chi non lo sapesse, terf sta per versione del femminismo che odia i trans o comunque sostiene che una persona trans non potra' mai essere una "vera" femminista; swerf sta per femminismo che odia o commisera in modo peloso le prostitute e sostiene che una prostituta professionista, escort o simili, almeno finche' non si "redime", non potra' mai essere una "vera" femminista.
Naturalmente, quasi tutte le femministe terf, sono anche swerf, e come ciliegina sulla torta odiano la pornografia che vedono come strumento del patriarcato, finendo complessivamente per avere posizioni morali e di apertura mentale simili a quelle del papa emerito Ratzingher.
Ancora piu' naturalmente, quasi tutte le femministe nel 2020 non sono ne' terf ne' swerf.
Maschile e femminile possono essere politicizzati in quanto componenti dell'anima e non in quanto sessi o generi.
Ciao Inverno. Ti linko un articolo che mi sembra ben fatto e può essere introduttivo rispetto a ciò che penso sull'argomento. Ovviamente conosco le teorie neuroscientifiche sull'universalità della sintassi, il cui precursore è stato Chomsky, ma qui ci muoviamo in un campo diverso che non è sintattico, ma storico-culturale, o meglio, ci troviamo all'incrocio reciprocamente condizionante di cultura, lingua e cervello.
Una lettura che non è peer rewiew ma che trovo illuminante ed anche tragica per il momento in cui fu scritta è LTI, la lingua del terzo Reich, di V. Klemperer, ovvero l'anticipazione storico-filologica della neolingua orwelliana.
Qui sotto, invece, il link,
https://www.che-fare.com/almanacco/societa/diritti/linguaggio-visione-politica-pensiero/
Citazione di: Jacopus il 29 Ottobre 2022, 13:11:49 PMCiao Inverno. Ti linko un articolo che mi sembra ben fatto e può essere introduttivo rispetto a ciò che penso sull'argomento. Ovviamente conosco le teorie neuroscientifiche sull'universalità della sintassi, il cui precursore è stato Chomsky, ma qui ci muoviamo in un campo diverso che non è sintattico, ma storico-culturale, o meglio, ci troviamo all'incrocio reciprocamente condizionante di cultura, lingua e cervello.
Una lettura che non è peer rewiew ma che trovo illuminante ed anche tragica per il momento in cui fu scritta è LTI, la lingua del terzo Reich, di V. Klemperer, ovvero l'anticipazione storico-filologica della neolingua orwelliana.
Qui sotto, invece, il link,
https://www.che-fare.com/almanacco/societa/diritti/linguaggio-visione-politica-pensiero/
Non chiedo peer reviewed per elitismo, chiedo per vedere se esiste qualcuno che sa sottoporre a persone di pari preparazione certe idee. Leggo al secondo paragrafo che esisterebbero 20 parole per definire la neve in russo , ricorda male, ne esiste solo una, quello a cui riferisce è il famoso caso degli eskimo. È famoso perché è il caso scuola usato da tutti i linguisti proprio per sostenere l'inconsistenza della teoria sapirwhorfiana , ha persino una sua pagina Wikipedia https://en.m.wikipedia.org/wiki/Eskimo_words_for_snow. Il resto dell' articolo come potrà andare? Meglio, perché parla di connessioni di senso, e il problema sta proprio qui, il significato è intrinsecamente collegato al contesto, che è fuori controllo per chiunque, salvo di vivere in uno stato totalitario che ha controllo su aspetti ben più pervasivi della lingua. Esempio cretino : la Boldrini ( "la" come un oggetto , direbbero :D) diventa PDC e pretende di essere chiamata presidentA urbi e torbi, segue un quinquennio dove fa una figuraccia dopo l altra , che succede alla parola presidentA ? Diventa sinonimo di persona altezzosa e pretenziosa che fa figuracce una dopo l altra. Che si fa ora? O la presidentA si mette a legiferare per censurare qualsiasi critica e arresta chi la prende in giro, oppure la parola è persa e va per gli affari suoi, possibilmente danneggiando la reputazione delle donne che in futuro vorranno usarla. Se si vuole controllare il senso bisogna controllare la società, in maniera totale, per poter alterare tutte le connessioni di senso. È quello che ha provato a fare Putin cancellando la parola guerra, e offrendo giorno dopo giorno un intero nuovo lessico di connessione, secondo me neanche lui ha fatto molto più che scalfire la superficie, serve ancora più potere , bisogna entrare nel privato delle persone , mettere microfoni anche nei cessi. Non ci muoviamo in un campo diverso, la grammatica universale ( che è un vero messaggio egualitaristico) è assolutamente incompatibile con il relativismo linguistico. Se la polemica che scaturisce crea scompiglio sociale, e perciò lessicale, è la polemica ad alterare il senso, non la grammatica in sé.
Ma figuratevi quanto me ne fotto dei lgbtq... al punto da sprecare energie negative o positive che siano. Come Hannah Arendt, amo solo i miei amici che, indipendentemente dai loro gusti sessuali, evitano quanto me le carnevalate lgbtq tanto in piazza che nel linguaggio. Est modus in rebus, anche nel modo di vivere la propria sessualità e affettività.
Vedo invece anche qui un livore misogino da tramonto del maschio. Problemi vostri che non mi tangono per nulla dopo diecimila anni di patriarcato ancora virulento q. b.
Citazione di: niko il 29 Ottobre 2022, 11:18:21 AMNon sono d'accordo, il femminismo e' un'ideologia nobile e dignitosa, le versioni terf e swerf del femminismo sono secondo me solo le degenerazioni cattocomuniste di esso, che non vanno confuse con il femminismo vero, o comunque migliore.
Come ben saprai le femministe si dividono(tra di loro, non io) in ondate, ed è molto comune che quelle della seconda (quelle della prima son morte) o non partecipino o siano critiche della terza e quarta ondata, dicendo pressoché quello che dice ipazia, non si tratta per niente di una minoranza, è che l atomizzazione sistematica della società prevede che non ci sia neanche un solo un femminismo, ma decine, che si accusano l un l altra di mille cose. Io sono un femminista della sesta ondata, la mia previsione è che a quel punto i gruppi saranno individuali e ognuno sarà femminista a modo proprio e critico di tutti gli altri perché servi della dominazione di migliaia di altri gruppi. Per una società migliore, ovviamente.
Citazione di: InVerno il 29 Ottobre 2022, 17:29:26 PMCome ben saprai le femministe si dividono(tra di loro, non io) in ondate, ed è molto comune che quelle della seconda (quelle della prima son morte) o non partecipino o siano critiche della terza e quarta ondata, dicendo pressoché quello che dice ipazia, non si tratta per niente di una minoranza, è che l atomizzazione sistematica della società prevede che non ci sia neanche un solo un femminismo, ma decine, che si accusano l un l altra di mille cose. Io sono un femminista della sesta ondata, la mia previsione è che a quel punto i gruppi saranno individuali e ognuno sarà femminista a modo proprio e critico di tutti gli altri perché servi della dominazione di migliaia di altri gruppi. Per una società migliore, ovviamente.
Per fortuna invece lo sono, una minoranza... veterofemminsmo... non se le fila piu' nessuno ...
Non hai tutti i torti Inverno. Anzi hai ragioni da vendere. Intervenire sulle parole può diventare un'alibi piuttosto grottesco per mantenere differenze materiali ben più consistenti e pesanti. Eppure penso che vi sia una interazione fra mondo materiale (economico) e mondo culturale, meno triviale della relazione univoca struttura-sovrastruttura di certo marxismo semplificato. Si tratta effettivamente di un percorso culturale che non può solo essere attivato dall'alto ma contemporaneamente da quelle due dimensioni che Husserl chiamava System (alto) e Lebenswelt (basso).
Credere di poterlo fare solo dall'alto, si ottengono risultati buffi o dittatoriali, che non fanno che replicare un odioso dominio. Credere di poterlo fare solo dal basso, non fa altro che rimandare alle calende greche un possibile cambiamento, perchè in questo campo la riproduzione del modello culturale è certamente molto più conservatore che innovativo.
Solo una condivisa direzione top/down può dare dei risultati duraturi. Mutatis mutandis, mi viene da pensare al rispetto delle leggi esistente in Germania, rispetto alla nostra simpatica anarchia. Il suddetto rispetto proviene da un duplice flusso culturale. Dall'alto perchè la legge viene fatta rispettare da una organizzazione giudiziaria che funziona e che rende certa la sanzione, qualunque essa sia (anche una sanzione alternativa, la pulizia del parco, la multa) e dal basso per la storia culturale di quel paese, che però viene in qualche modo rinforzata dal contesto burocratico_giudiziario_statuale. Noi partiamo svantaggiati, perchè dal basso, i valori culturali sono estremamente conservatori, familistici, materiali, poco avvezzi allo sforzo ed invece inclini ad un atteggiamento fatalistico, nei casi più gravi cristallizzato in forme di pensiero che si credono immutabili. Per reazione, probabilmente, si crede che agire dall'alto possa compensare questo ritardo, ma in realtà si ottiene l'effetto contrario. In ogni caso, un reale miglioramento della nostra società potrà avvenire solo quando si comprenderà che l'uguaglianza fra i generi, compresi i generi non-binari, non è un capriccio da società che balla sul Titanic, ma una esigenza che potenzialmente potrebbe suscitare un profondo mutamento dei rapporti sociali, nel senso di una democrazia sostanziale e non solo formale.
Partendo dall'assunto del "patriarcato" (come binomio problema->soluzione) si può agire da top, down, left and right, è come domandarsi qual'è il giusto modo di far penetrare nella società i Savi di Sion. Esempio: lezioni di inglese in Kenya, ragazze di 13-14 anni, arriva signora femminista di Parigi per due ore di emancipazione della donna. Prima ora: gli assorbenti come strumento del controllo patriarcale, la libertà del "free flowing" del sangue sulle gambe, le ragazze si guardano negli occhi: mai visto un assorbente, e se avessero visto probabilmente l'avrebbero usato, comunque idea dell'igiene sicuramente superiore alla signora. Seconda ora, una serie di consigli su come liberarsi del patriarcato, tra i quali prendersi la libertà di circolare liberamente nelle ore notturne in assenza di "patriarchi". Passano i giorni, la signora è già tornata a Parigi a bersi il suo Martini, un gruppetto delle ragazze decide di essere diligenti e segue il suo consiglio, una finisce in ospedale, portata in spalla da un patriarca benevolo che interrompe i tragici eventi. Diapositiva perfetta di cosa succederebbe dando una macchina del tempo ad una femminista che crede che ogni norma sia l'arbitrario risultato di una struttura oppressiva. Io non avrei girato solo di notte, perchè il mio colore della pelle significa "preda dal portafoglio gonfio" in metà del mondo, sarà il negrantato? Se un antropologo arriva in una tribù africana circondata di nemici agguerriti, probabilmente troverà un "patriarcato" dove la maggior parte del potere politico è in mano a degli uomini. Se sbarca su un isola sperduta nel pacifico dedidica a pesca e agricoltura, magari parlerà di "matriarcato". Dico magari, ma se proprio non riesce a fare un analisi più dettagliata e usa le cartoline del tabacchino per capire il mondo che vede. Termini descrittivi e riflessivi delle condizioni socioeconomiche, l'idea che si tratti di un complotto da parte di un genere per opprimerne sistematicamente un altro io lo chiamerei più che altro "dementato", nel senso che è evidentemente un popolo di dementi, problema che di solito si risolve da solo quando vengono conquistati dalla tribù vicina, perchè disfunzionali. Esistono sovrastrutture ossificate dalla tradizione che hanno perso di senso e possono essere abbandonate? Migliaia.. i cognomi, una di tante citate. Valutazioni storiche retroattive? Conoscendo quello di cui si parla.. Pungolarle continuamente per vedere se la società ne ha ancora bisogno o stanno lì a fare le statuine? Sacrosanto. Distruggerle punto e basta in quanto risultato dell'oppressione? Poche possibilità di successo, probabilità di danni gravissimi, comprese di corse all'ospedale. Vien da piangere a sapere che ci sono persone che leggono la storia mettendosi queste lenti, è una disgrazia educativa che offusca l'immenso lavoro che uomini e donne, insieme, hanno fatto per arrivare fin qui. Consiglio di visione: La città delle donne di Fellini.
Citazione di: InVerno il 30 Ottobre 2022, 08:58:25 AMPartendo dall'assunto del "patriarcato" (come binomio problema->soluzione) si può agire da top, down, left and right, è come domandarsi qual'è il giusto modo di far penetrare nella società i Savi di Sion. Esempio: lezioni di inglese in Kenya, ragazze di 13-14 anni, arriva signora femminista di Parigi per due ore di emancipazione della donna. Prima ora: gli assorbenti come strumento del controllo patriarcale, la libertà del "free flowing" del sangue sulle gambe, le ragazze si guardano negli occhi: mai visto un assorbente, e se avessero visto probabilmente l'avrebbero usato, comunque idea dell'igiene sicuramente superiore alla signora. Seconda ora, una serie di consigli su come liberarsi del patriarcato, tra i quali prendersi la libertà di circolare liberamente nelle ore notturne in assenza di "patriarchi". Passano i giorni, la signora è già tornata a Parigi a bersi il suo Martini, un gruppetto delle ragazze decide di essere diligenti e segue il suo consiglio, una finisce in ospedale, portata in spalla da un patriarca benevolo che interrompe i tragici eventi. Diapositiva perfetta di cosa succederebbe dando una macchina del tempo ad una femminista che crede che ogni norma sia l'arbitrario risultato di una struttura oppressiva. Io non avrei girato solo di notte, perchè il mio colore della pelle significa "preda dal portafoglio gonfio" in metà del mondo, sarà il negrantato? Se un antropologo arriva in una tribù africana circondata di nemici agguerriti, probabilmente troverà un "patriarcato" dove la maggior parte del potere politico è in mano a degli uomini. Se sbarca su un isola sperduta nel pacifico dedidica a pesca e agricoltura, magari parlerà di "matriarcato". Dico magari, ma se proprio non riesce a fare un analisi più dettagliata e usa le cartoline del tabacchino per capire il mondo che vede. Termini descrittivi e riflessivi delle condizioni socioeconomiche, l'idea che si tratti di un complotto da parte di un genere per opprimerne sistematicamente un altro io lo chiamerei più che altro "dementato", nel senso che è evidentemente un popolo di dementi, problema che di solito si risolve da solo quando vengono conquistati dalla tribù vicina, perchè disfunzionali. Esistono sovrastrutture ossificate dalla tradizione che hanno perso di senso e possono essere abbandonate? Migliaia.. i cognomi, una di tante citate. Valutazioni storiche retroattive? Conoscendo quello di cui si parla.. Pungolarle continuamente per vedere se la società ne ha ancora bisogno o stanno lì a fare le statuine? Sacrosanto. Distruggerle punto e basta in quanto risultato dell'oppressione? Poche possibilità di successo, probabilità di danni gravissimi, comprese di corse all'ospedale. Vien da piangere a sapere che ci sono persone che leggono la storia mettendosi queste lenti, è una disgrazia educativa che offusca l'immenso lavoro che uomini e donne, insieme, hanno fatto per arrivare fin qui. Consiglio di visione: La città delle donne di Fellini.
Tutto giustificazionismo becero del patriarcato...
le donne sono state per millenni escluse dai diritti politici e considerate alla stregua degli schiavi, considerate oggetti di vendita e di
proprieta', escluse dalle arti e dalle scienze, dalle professioni forensi, dal sacerdozio... fino a pochi anni fa l'occidente aveva il delitto d'onore, ll matrimonio riparatore e lo stupro considerato reato contro la morale e non contro la persona, e l'Itaia aveva un codice civile che recitava testualmente:
"il marito e' il capo della famiglia".
Il personaggio proncipale della bibbia al limite in un certo senso posso concedere che non ha sesso, ma guardacaso il personaggio principale del vangelo un sesso ce l'ha, ed e' maschio.
E il suo cadaverino sta appiccicato in tutte o quasi le scuole del regno/repubblica.
In Italia ci e' voluto il massacro del Circeo per far riconsiderare lo stupro reato contro la persona e non contro la morale.
Tutte queste e molte altre non sono "differenze culturali", sono oppressione sistematiche di un sesso/genere su un altro.
Rientrano nell'odioso ambito di quelle specifiche "differenze culturali" che vanno a vantaggio sistematico sempre degli stessi "alcuni" contro gli stessi "altri," rientrano appieno in una dialettica di oppresso ed oppressore e quindi non sono "mere" differenze culturali.
Non c'e' e non c' e' mai stato nessun motivo pratico o utitaristico di una distribuzione asimmetrica del potere simile, con tutti gli uomini al comando e tutte le donne escluse, solo semmai il motivo universale della sete umana di potere in generale, che spinge a concentrare il potere in poche mani per perpetuarlo.
Escludendo la meta' dell'umanita' dal potere, ci abbiamo perso in giustizia.
La considerazione (considerazione di destra, perche' destra e sinistra hanno ancora significato, con buona pace di alcuni) che forse pero' , pur avendoci perso in giustizia , ci abbiamo "guadagnato" in ordine, disciplina, prevedibilita' degli schemi sociali e autoperpetuazione di uno status quo evolutivo e tecnologico, a me, che sono di sinistra, non mi interessa.
Io ho perso la vis polemica per questo argomento parecchio tempo fa, solo tristezza, come quando nel cunicolo che porta alla cappella Sistina vedi gente infilarsi per la fast exit per il souvenir shop. Inizialmente ti viene da prenderli per il braccio, poi capisci che è futile. Ricordo le mani rugose ed incallite dei vecchi, un uomo e una donna proteggere una fievole fiammella di speranza con tutte le forze, presi per il culo dai figli dell' aria condizionata e la lavatrice. Un professore mi disse "prendono a martellate le statue di Churchill perché gli fanno ombra, generazioni del nulla che cercano la luce martellando il passato" . Continua pure ::)
Salve InVerno. Ovvio che le nuove generazioni sorgano dal quasi nulla. Esse sono generate da ciò che deve restare a tutti i costi identico a sè stesso (la funzione replicatrice della riproduzione) ed insieme - indistinguibilmente - da ciò che deve ogni volta infuturarsi, modificarsi, innovarsi senza attenzione alcuna per il passato (quindi la funzione innovatrice della riproduzione stessa).
Uscendo da tale troppo remota (ma sempre comunque IMPERATIVA) prospettiva biologica (ed addirittura - prima ancora - fisicistica)......gli identici moventi son quelli che troviamo all'interno della storia e della cultura umane.
La storia umana mica è fatta per insegnare qualcosa alle nuove generazioni. Ci mancherebbe altro !!. Se ciò accadesse, succederebbe che per accumulo di esperienza, di conoscenza iperdistillata, di saggezza..........l'umanità si avvierebbe verso una qualche forma di perfezione. Cioè verso quella certa condizione la quale - non risultando modificabile perchè appunto "perfetta e certo non più perfettibile".......rappresenterebbe una condizione di cristallizzazione della condizione umana sia individuale che sociale, consistente quindi nella sua morte.
La Storia quindi, dico sopra, è bene che non insegni nulla, mentre quella che dovrebbe insegnare - e sa benissimo cosa "insegnare" - è la Natura.
La Storia ha la molto più limitata e formale funzione di permettere di CELEBRARE oppure di CRITICARE la generazione precedente e tutte le altre ancora ancora precedenti, i cui componenti umani verranno via via inghiottiti dall'oblio.
Naturalmente a nessuna generazione di vivi piace tale prospettiva, e la maggioranza infatti, pur destinata a venir travolta e poi persin dimenticata dal "nuovo destinato a ripetersi", non troverà di meglio che attaccarsi al tram della speranza in un qualche genere di IMMORTALITA'.(al minimo - STORICA, altrimenti spiritualtrascendente) Saluti.
Salve Viator. Ma davvero non capisco. Visto che la storia non insegna nulla e noi poveri fessi invece speriamo il contrario, perché con il tuo esempio non ci mostri quello che dichiari? Sarebbe molto istruttivo vederti indossare una pelle di leopardo e trascinare per i capelli la tua donna. Oppure organizzare un banchetto per chiedere il ripristino della schiavitù per tutti i debitori insolventi. O anche la più semplice cancellazione della legge di violenza sessuale con il ritorno della mitica "offesa al senso del pudore", perché si sa, la donna è sempre un po' prostituta dentro. Non so, dimmi tu cosa ne pensi.
Citazione di: InVerno il 30 Ottobre 2022, 15:51:08 PMIo ho perso la vis polemica per questo argomento parecchio tempo fa, solo tristezza, come quando nel cunicolo che porta alla cappella Sistina vedi gente infilarsi per la fast exit per il souvenir shop. Inizialmente ti viene da prenderli per il braccio, poi capisci che è futile. Ricordo le mani rugose ed incallite dei vecchi, un uomo e una donna proteggere una fievole fiammella di speranza con tutte le forze, presi per il culo dai figli dell' aria condizionata e la lavatrice. Un professore mi disse "prendono a martellate le statue di Churchill perché gli fanno ombra, generazioni del nulla che cercano la luce martellando il passato" . Continua pure ::)
Lo scopo del passato e' passare.
E' proprio perche' il passato e' immodificabile, proprio perche' e' un "blocco" -un diamante- se non unico, quantomeno unitario, dove si infrange lo scalpello della volonta' e della tecnica, proprio perche' esso e' il luogo della teoresi e della visione (accecante... in tutti gli altri sensi), che o lo si ama o lo si odia: non ci sono mediazioni possibili.
La complessita', del presente e del futuro, si riduce, in ampiezza di opzioni e varieta', quando si tratta del passato.
Noi siamo enti volenti, esseri di volonta'.
E proprio in quanto enti volenti, proprio in quanto esseri di volonta', siamo invitati dalla vita e dalla nostra posizione nel tempo a scegliere, oppure a non scegliere, il blocco visivo e visionario DEL passato in quanto tale, e in quanto totalita', proprio perche' tandenzialmente NEL passato, dentro il passato, tra i dettagli, e i bivii del nostro passato, non c'e' un bel niente, da scegliere.
Quando prende questo strano "oggetto" ad oggetto -il passato- la volonta' , l'evoluzione tecno-logica che tanto ci inorgoglisce, e' costretta all' aut aut, e' costretta a inglobare o a rifiutare radicalmente, qualcosa di definitivamente dato proprio perche' stavolta, con questo speciale "oggetto", non puo' fare il suo solito lavorio, non puo' fare quello che fa con tutti gli altri oggetti: non puo' plasmare ne' manipolare.
Non c'e' al mondo nulla di piu' infinito dell'uomo, semmai c'e' al mondo qualcosa di piu' duro, di piu' resistente, dell'uomo e di tutte le sue arti e tecniche.
Il passato e' un luogo di bassa entropia. E' meno probabile del presente e del futuro. E piu' ordinato.
Il passato non ha, o tende a non avere, macrostati nel senso fisico del termine; non contiene grandi effetti sintetici o sovraunitari scatenati da una pluralita' indefinita e convergente di cause: il passato e' il luogo ideale in cui e' vero che a una e una sola causa corrisponde uno e un solo effetto, e che allo stesso numero di cause, corrisponde lo stesso numero di effetti.
Insomma il passato e' prima, che noialtri avessimo la parola e le mani.
Anche l'umana volonta', che in fondo in fondo non e' idiota, semmai lo vede, lo vede come tale.
Lo ha sempre visto, come tale.
Come un "luogo di bassa entropia", improbabile e ordinato, che chiede solo di essere se stesso.
Il passato e' il panorama, e' luogo che gli antichi, (i quali, rispetto a noi, erano piu' osservatori e meno progressisti) dicevano di avere davanti agli occhi, laddove il futuro, gli era, in quanto invisibile, dietro la nuca: e' il luogo della teoresi.
Un paradiso dove finalmente cantano tutti quegli esseri di volonta', tutti gli stati della volonta', innamorati della componente salvifica della loro teoresi, o al limite identificati, con la loro teoresi.
La volonta' del passato, e' quella di passare.
E chi lo ha amato, lo ha lasciato passare.
La decadenza invece, e' quando l'apparente amore verso passato si esprime fatalmente invertito in odio verso il passare: in odio quindi della volonta', e dell'essenza, e della richiesta implicita, del passato stesso.
Ma questa e' volonta' di dominio e, peggio, di autodominio.
Desiderio che si rivolge alla permanenza del desiderato nel tempo perdendo di vista il panorama, tradendo il suo oggetto originario. Desiderio di incompiutezza.
Citazione di: Jacopus il 30 Ottobre 2022, 18:21:21 PMSalve Viator. Ma davvero non capisco. Visto che la storia non insegna nulla e noi poveri fessi invece speriamo il contrario, perché con il tuo esempio non ci mostri quello che dichiari? Sarebbe molto istruttivo vederti indossare una pelle di leopardo e trascinare per i capelli la tua donna. Oppure organizzare un banchetto per chiedere il ripristino della schiavitù per tutti i debitori insolventi. O anche la più semplice cancellazione della legge di violenza sessuale con il ritorno della mitica "offesa al senso del pudore", perché si sa, la donna è sempre un po' prostituta dentro. Non so, dimmi tu cosa ne pensi.
Salve jacopus. Con te,
storia vecchia.
Tattica dialettica già nota, la tua.
Fingi di ignorare (mentre non sei abbastanza sciocco da non capire benissimo......) la precisa distinzione che ho presentato tra Storia Umana e Storia Naturale. Stammi bene.
buonasera Viator. Io ho letto la precisa distinzione che fai fra storia umana e storia naturale. Fatto sta che la storia umana provoca dei cambiamenti molto rilevanti nel mondo delle società umane, e gli esempi che ti ho fatto sono solo alcuni dei millemila che potrei proporti e pertanto:
CitazioneLa Storia ha la molto più limitata e formale funzione di permettere di CELEBRARE oppure di CRITICARE la generazione precedente e tutte le altre ancora ancora precedenti, i cui componenti umani verranno via via inghiottiti dall'oblio.
questa tua dichiarazione, permettimi di dirlo, è falsificabile in due secondi.
Citazione di: niko il 30 Ottobre 2022, 19:26:31 PMLo scopo del passato e' passare.
E' proprio perche' il passato e' immodificabile, proprio perche' e' un "blocco" -un diamante- se non unico, quantomeno unitario, dove si infrange lo scalpello della volonta' e della tecnica, proprio perche' esso e' il luogo della teoresi e della visione (accecante... in tutti gli altri sensi), che o lo si ama o lo si odia: non ci sono mediazioni possibili.
La complessita', del presente e del futuro, si riduce, in ampiezza di opzioni e varieta', quando si tratta del passato.
Noi siamo enti volenti, esseri di volonta'.
Sei ai piedi di una colata lavica, é l unico modo che hai per assistere ad un eruzione del passato da vivo, certo che l'entropia è zero, certo che è cristallizzata, certo che sei l'unico volente in un mucchio di pietre. Ma perché sei lì? Per un mucchio di pietre? O perché quelle pietre erano magma? Hai solo l'immaginazione e la tecnica fantastica per vedere l'eruzione, la vita che le ha animate. Ma no, sono solo pietre che volevano schiacciare altre pietre, si sono ammucchiate, al massimo ne prendi una e ci fai un portacenere per le tue teorie. Erano vita, se non ci vedi vita ma solo morte e sopraffazione, è un problema tuo. Generazioni di persone aggrappate con le unghie e coi denti alla vita, che hanno lottato per la vita. La decadenza è vedere solo pietre.
Il passato è ciò che ci rende quello che siamo. Ma Prometeo ci ha insegnato che il passato non solo può ma deve essere superato. In questo sta la missione dell'uomo. Essersi svincolato dall'eterno ripetersi della natura lo ha reso protagonista di questo viaggio artificiale. Se non fosse avvenuto ciò saremmo solo un primate particolarmente abile che popola le savane. Ovvio che questo ruolo andrebbe gestito con maggiore responsabilità ma neppure si può invocare la tradizione e il passato per ogni nefandezza delle società del passato e fra queste una particolarmente nefanda è proprio il patriarcato.
E qui si manifesta un altro corto circuito delle società occidentali e specialmente di quelle periferiche come la nostra. Ovvero il pensiero liberale/capitalistico che ha (apparentemente) un grande vantaggio di diffusione e di interiorizzazione dei valori, non riesce ad abbattere questi valori patriarcali che sono esattamente il contrario del liberalismo.
Altra precisazione. Talvolta ho sentito come argomento contrario alla critica del
Patriarcato, la constatazione del femminismo come una sorta di rovesciamento dei ruoli, per cui si passerebbe dal patriarcato al matriarcato sempre secondo il modulo dominante/dominato. In questo caso cambierebbero solo gli addendi ma non il risultato. È chiaro che esiste un femminismo militante di questo genere ma si tratta di un'area che combatte il patriarcato in forma reattiva ma che ne riproduce le stesse identiche dinamiche. In realtà si tratta di cercare un nuovo modello sociale che superi il modello dominante/dominato.
In una società dove tutte le qualità tipicamente maschili (biologicamente) sono in netto decremento di richiesta, principalmente per la meccanizzazione e l'assenza di conflitti armati, è ovvio e palese che le donne saranno largamente favorite. Nessun complotto matriarcale, è come vanno le cose, salvo repentini cambiamenti sociali (invero, probabili) questo sarà il secolo delle donne. In America e nelle accademie americane è ormai sempre più comune riferirsi con "sesso debole" al maschio, per ora provocatoriamente, ma sempre più fattualmente, viste le statistiche. Esorto i colleghi portatori di pene a non cadere in teorie assurde sul matriarcato e accettare con dignità e onore il nuovo ruolo nella società, sarà traumatico, ma una soluzione si può trovare.
Citazione di: InVerno il 31 Ottobre 2022, 08:00:24 AMSei ai piedi di una colata lavica, é l unico modo che hai per assistere ad un eruzione del passato da vivo, certo che l'entropia è zero, certo che è cristallizzata, certo che sei l'unico volente in un mucchio di pietre. Ma perché sei lì? Per un mucchio di pietre? O perché quelle pietre erano magma? Hai solo l'immaginazione e la tecnica fantastica per vedere l'eruzione, la vita che le ha animate. Ma no, sono solo pietre che volevano schiacciare altre pietre, si sono ammucchiate, al massimo ne prendi una e ci fai un portacenere per le tue teorie. Erano vita, se non ci vedi vita ma solo morte e sopraffazione, è un problema tuo. Generazioni di persone aggrappate con le unghie e coi denti alla vita, che hanno lottato per la vita. La decadenza è vedere solo pietre.
Volere e desiderare e' un prerequisito ineludibile, per essere persone, non un optional.
O almeno per essere considerati persone da me, che non sono un umanista, ne' in generale un pensatore accomodante.
Ora, che cosa vogliono i morti?
Probabilmente nulla.
Che cosa hanno voluto -in passato- essi?
Probabilmente tutto.
Per questo ho scritto che lo scopo del passato e' quello di passare.
Amare la "persona" nel morto, e' amare la volonta' nel, e del, morto, e, nel caso specifico del morto, la negativita' di questa volonta', il suo essere una volonta' non piu' attuale, fa problema.
Possiamo amare solo se capiamo. Solo se abbiamo empatia con l' "oggetto" amato e con lo stato vero e reale dell'oggetto amato.
Non si tratta qui di amare il ricordo. L'empatia con chi non c'e' piu' e' un caso limite, la cui comprensione si puo' guadagnare solo comprendendo in che modo e in che senso i morti "sono" con noi, e viceversa, in che modo e in che senso anche noi, come loro, "non ci siamo piu' ".
La volonta', (e quindi anche la "personificabilita' " in senso umano e umanista, giusto per sforzarmi di parlare la tua lingua) del passato, e dei morti che il passato contiene, e' una volonta' conchiusa, finita.
Il problema dei morti non e' che essi non hanno mai voluto, ma che hanno finito di volere. Essi hanno finito, portato a termine, non un loro specifico e concettualmente separabile compito, ma proprio quello stesso identico compito che, dal punto di vista dei vivi, e' invece infinito: il compito stesso del volere.
Non sono certo obbligato ad amarla, la volonta' dei morti, ma, semmai la amo, la devo amare per quello che e', (amare di amore sincero), e non per quello che mi piacerebbe incidentalmente che fosse (amare di amore ipocrita).
Volonta' dei morti, e quindi Volonta'-con-la-morte, volonta' che proprio e specificamente qui, nel discorso sul lutto piuttosto che in quello sulla storia, si compone anche e soprattutto della sua finitudine (seppure non si esaurisce in essa), volonta' finita.
Se io proprio qui nel mio attimo presente la devo vivificare, se la devo servire, se la devo sentire forte in me stesso, una volonta' cessata e all'istante presente non piu' operante (come altro mai potrei, senno', amare di amore SINCERO dei MORTI?! Amare non la loro inessenziale e inattuale memoria, ma amare il loro "velle", il loro essere, per me finanche attualmente, esseri di volonta', stati della volonta'?), ebbene io, che in quanto vivente sono in linea di principio fuorcluso, dall'esperienza e dalla comunione "pura" di una cessazione di volonta' (sono obbligato dalla mia condizione di vivente a volere) insomma sono fuorcluso dal provare e dal poter provare fino in fondo quello che "prova" un morto, devo CONTESTUALIZZARE, rappresentarmi per analogia quella che dal punto di vista (attuale) del morto concepisco come una CESSAZIONE, di volonta' -perche' amo il morto nella sua "natura" di morto- , con quella che, dal MIO punto di vista, DI VIVO, non puo' che essere una TRASFORMAZIONE della volonta', un volere altro.
Ogni fine e' anche un inizio, e la vita, a differenza della morte, lo sa.
Per questo la vita ha le sue regole, la sua grammatica, per comprendere in se' la morte rimanendo vita.
Io posso ridefinire lo smettere di volere dei morti, la loro appartenenza alla grande consolatrice, come un volere di piu', come un incominciare da un certo punto in poi a volere altro, perche' io volente o nente, modestamente o immodestamente, vedo piu' lontano dei morti, guardo come un nano da sopra le loro spalle; perche' anche geometricamente, quello che in un segmento piu' breve e' "meramente" un punto terminale, l'ultimo punto, in un altro segmento piu' lungo su cui sovrapponiamo parzialmente il segmento piu' breve e' un punto divisivo tra due meta', un punto di svolta.
Il segmento e' il velle, la volonta', dove la stessa identica liminarita' che per il morto vale come cessazione, come ultimo punto, per il vivo vale come marchio di differenza, punto di svolta.
Per questo ho scritto che diciamo si' o no al passato pur senza modificarlo.
Per questo ho scritto che il passato e' la dimensione temporale in cui termina la continuita' plastica e inconcussa delle opzioni, e inizia quantomeno la discretezza e la discrezionalita' numerabile delle opzioni, la necessita' di dire di si e no ad un blocco unico, o quatomeno di fare una lista biunivoca, del tipo uno corrisponde ad uno, delle cause e degli effetti.
Questo e' il passato visto dalla nostra volonta', dalla parte piu' veritativa di noi.
Una cosa decontestualizzata tende a terminare con una fine assoluta, con un grande o piccolo nulla, quella stessa identica cosa ma visualizzata in un contesto ad essa piu' ampio, tende a terminare con una sua propria "fine" che e' anche un inizio di altro, un inizio di qualcos'altro
Banalmente, se il pesce e' nell'acqua, il pesce non termina nel nulla, termina a nell'acqua.
Se un pesce di volonta' e' in un'acqua di volonta, e' sempre la maggiorita' e la sovrabbondanza relativa dell'acqua rispetto ad esso che ci permette di riformulare in un contesto piu' ampio il suo terminare -non piu' assoluto- in quello che si rivela essere piuttosto un cambiare, in un divenire, di volonta'. Una essere parte di un ente di volonta' maggiore e composito, che si compone di esso ma non solo di esso.
Non e' il Nietzsche della sopraffazione, che mi interessa qui, ma il Nietzsche del "cosi' volli che fosse" e del superamento della spirito di vendetta.
Se l'essenza del mondo e' il divenire e non l'essere, il proggetto dell'uomo non puo' che essere un progetto unitivo, e risolutivo di una solo apparente differenza: un proggetto che tenda a far coincidere la volonta' DEL passato (e quindi la tradizione, il pensiero che il presente sia sostanziamente decadente) con la volonta' PASSATA (il tradimento, l'amore per il nuovo). Non cosi' fu, ma cosi' volli che fosse.
Amo ogni cosa nella sua natura, le cose finite in quanto finite, le cose attuali in quanto attuali.
Non mi illudo che il passato si continui laddove esso su un piano di realta' non si continua, o che il presente si concluda laddove esso su un piano di realta' non si conclude.
Amare ogni cosa e' fare la volonta', di ogni cosa.
La volonta' finisce perche' si trasforma, e si trasforma perche' finisce.
Vivi e morti possono amarsi, possono servirsi, possono comunicare, perche', e nella misura in cui, hanno qualcosa in comune tra loro.
Venire per divenire. Forse tornare
Chi sopravvive e' sempre la figura necessitata di colui che si e' chiesto il come, e non il perche', della vita.
E cosi' forse, un giorno, la volonta' del passato coincidera' con la volonta' passata (e non meramente con il passato della volonta', il che implicherebbe ancora una volta la verita' dell'irreversibile e del tempo come durata), la tradizione con il tradimento, la grande illusione della decadenza con la grande illusione dell'eskaton.
Dire che le dimensioni temporali passato presente e futuro siano, alla lunga, uguali, equivale a dire che non se ne puo' preferire una alla altre, che non si puo' eticizzare arbitrariamente una delle tre "parti" fondamentali del tempo per l'uomo e metterla su un piedistallo.
Non si puo' dire: questa qui, delle tre, e' il bene, qui e solo qui, abita il bene.
Il ridicolo, deve colpire colui che lo fa, in quanto costui mette sul piedistallo una parte del tempo semplicemente uguale alle altre parti, uguale alle altre due.
La giustizia, alla fine, prevale contro l'ordine.
Una risata, nichilista nel senso buono, seppellisce l'antichita' classica, lo scientismo e il cristianesimo.
A parte che tiri in mezzo cose che non ho mai detto, tipo mai parlato di amore e varie coniugazioni dell'atto sui vivi e i morti, tutto molto interessante quanto sproporzionato al semplice monito di non giudicare il passato con gli occhi di oggi. Con gli occhi di oggi vedo che mentre i 4/5 delle persone sono a favore di pari diritti, solo una minoranza di donne è disposta a definirsi femminista (percentuali variabili ma per fare un minestrone-media dal 10 tedesco al 30% svedese) e la motivazione principale, ma non l'unica, è che lo vedono come un movimento misandrico. Sai com'è alcune sono madri di maschi. Io ascolto le donne, e tu? Saluti ;)
Il maschio patriarcale, sempre più misogino man mano che prende coscienza della sua decadenza, funziona come la Nato, che prima di sparire deve dichiarare guerra al mondo. Nel caso del maschio patriarcale, al mondo femminile. Muoia Sansone con tutte le filistee. Te credo che di fronte a questo suon di mitraglia solo una piccola percentuale è disposta a dichiararsi bersaglio del maschio patriarcale, ovvero femminista. E fa bene, visto che anche il femminismo è la proiezione negativa, vista dal maschio, del maschilismo.
Io sono una donna e lotto da donna senza bisogno di aggiungere alcun ismo alla mia lotta. È lotta tout court, come quella dello schiavo, del negro, e viene prima di qualsiasi ideologia, ennesima trappola patriarcale.
Citazione di: InVerno il 31 Ottobre 2022, 16:19:00 PMA parte che tiri in mezzo cose che non ho mai detto, tipo mai parlato di amore e varie coniugazioni dell'atto sui vivi e i morti, tutto molto interessante quanto sproporzionato al semplice monito di non giudicare il passato con gli occhi di oggi. Con gli occhi di oggi vedo che mentre i 4/5 delle persone sono a favore di pari diritti, solo una minoranza di donne è disposta a definirsi femminista (percentuali variabili ma per fare un minestrone-media dal 10 tedesco al 30% svedese) e la motivazione principale, ma non l'unica, è che lo vedono come un movimento misandrico. Sai com'è alcune sono madri di maschi. Io ascolto le donne, e tu? Saluti ;)
Io amo che vengano posti problemi reali in contesti reali, e quindi non scelgo in modo scontato e buonista tra spirito di parita' e spirito di rivalsa; tra questi estremi rifiuto di scegliere, laddove invece credo che tutti i bravi borghesi posapiano, evangelizzati e vagamente progressisti, se fosse per loro, sceglierebbe a mani basse lo spirito di parita', e abborrirebbero lo spirito di rivalsa.
Chi e' stato schiavo, deve sognare la parita', o deve sognare la vendetta sul padrone e contro il padrone?
Le verdi colline della Georgia (del famoso sogno di Martin Luther King) o le pantere nere?
Il fatto e' che se per duecento di anni lo schiavo e' schiavo, e poi si passa a uno stato di parita' in cui la schiavitu' viene abolita, a queste idilliache condizioni non c'e' vendetta, quelli che sono stati padroni di schiavi per duecento anni, in parole semplici, e brutali, non la pagano.
La schiavitu' secolare di un gruppo etnico riconoscibile anche nell'idillio di una riconciliazione parificante rimane insensata, perche' invendicata.
Non dico che la soluzione sia il carnevale in cui lo schiavo diventa padrone e il padrone schiavo, dico solo che questo, questa alternativa tra parita' e rivalsa e' un problema filosofico, un problema aperto.
Come bianchi e neri, cosi' uomini e donne. Borghesi e proletari.
Un problema aperto tra parificazione e rivalsa. Tra perdono e giustizia/vendetta.
Io non sono cristiano. Non sono perdonista. Non sono anima bella. In alcune situazioni, situazioni socialmente incancrenite, "c'e' in giro" un odio giustificato perche' c'e' un debito -di sangue e di esistenze negate- da pagare, e' inutile girarci intorno. E' inutile non riconoscerlo.
La parita'. O la misandria. Sono d'accordo con il problema. Con la posizione in termini generali del problema. Non sono d'accordo con il dare per scontata la soluzione.
Citazione di: Ipazia il 31 Ottobre 2022, 20:15:22 PMIl maschio patriarcale, sempre più misogino man mano che prende coscienza della sua decadenza, funziona come la Nato, che prima di sparire deve dichiarare guerra al mondo. Nel caso del maschio patriarcale, al mondo femminile. Muoia Sansone con tutte le filistee. Te credo che di fronte a questo suon di mitraglia solo una piccola percentuale è disposta a dichiararsi bersaglio del maschio patriarcale, ovvero femminista. E fa bene, visto che anche il femminismo è la proiezione negativa, vista dal maschio, del maschilismo.
Io sono una donna e lotto da donna senza bisogno di aggiungere alcun ismo alla mia lotta. È lotta tout court, come quella dello schiavo, del negro, e viene prima di qualsiasi ideologia, ennesima trappola patriarcale.
Pero' te ne fotti delle lotte degli altri, se non sei disposta a rispettare le lotte degli lgbt.
Lotti SOLO in funzione di quello che sei.
O peggio che credi di essere.
O forse hai argomenti per sostenere che la violenza patriarcale contro i gay e i trans sia storicamente finita, mentre quella contro le donne perduri.
Il Sansone dell'eteronormativita'.
Ammesso che ad oggi non sappiamo se si nasca gay o trans o ci si diventi... anche ammesso questo...
Chi lotta per difendere il suo essere e' piu' degno di rispetto di chi lotta per difendere il suo divenire?
Chi onora e difende la sua nascita e' piu' comune e piu' comunista di chi onora e difende la sua adolescenza?
Se una donna biologica e fisica ha il "diritto" di emergere e lottare, perche' mai il lato femminino di un uomo in un uomo invece... no?
E questo chi l'ha stabilito?
La metafisica stessa dell'essere?
Citazione di: niko il 31 Ottobre 2022, 20:18:16 PMChi e' stato schiavo, deve sognare la parita', o deve sognare la vendetta sul padrone e contro il padrone?
Le verdi colline della Georgia (del famoso sogno di Martin Luther .
Fai bene a tirare fuori altri regimi di sfruttamento sistematici, infatti un analisi comparata potrebbe facilmente dimostrare che il patriarcato non ha niente a che fare con essi. Una caratteristica di questi sistemi è che appioppano sistematicamente i peggiori posti della società agli sfruttati, nel patriarcato al contrario gli sfruttatori occupano simultaneamente le posizioni apicali e quelle basali. Bizzarro. Non ho mai sentito per esempio di donne usate come carne da macello degli eserciti, ne di latifondisti seduti sull'aia fumare il sigaro mentre il loro harem lavora nei campi, né di donne mandate a lavorare nelle industrie mentre i patriarchi le aspettano a casa per mettere nella cassaforte la paga e gestire le spese del focolare, ancora oggi il 99% delle morti sul lavoro sono da contarsi tra i presunti dominatori, un eguaglianza che non interessa particolarmente raggiungere. A che pro perciò usare retorica incendiaria e lessico guerresco, se non l'odio, la frustrazione, la paranoia ? Il "patriarcato" può tornare con uno schiocco delle dita al mutare delle condizioni socioeconomiche, non ha importanza quante bombolette spray e cartelloni mandi in ucraina, dal 22 febbraio il bicipite è tornato di moda. Allora il preservare di quelle condizioni favorevoli diventa esiziale per salvare le conquiste sociali. Ho detto in un altro topic che l ineguaglianza economica è uno dei più importanti predittori di un collasso sociale. Un altro è il numero di maschi, giovani, disoccupati, celibi e a bassa scolarizzazione. Siccome stanno aumentando vertiginosamente, chiunque abbia a cuore la conservazione di questo stato delle cose dovrebbe interessarsene, ma se ideologicamente sono persone da trascurare per rivalse storiche, schiavisti che meritano di espiare, il conto arriverà quando raggiungeranno massa critica. Fortunatamente si tratta di teorie di minoranze molto rumorose , e la reciprocità e il mutuo soccorso sono ancora valori fondativi di persone sane che vogliono società sane.
Il patriarcato e' un at
Citazione di: InVerno il 01 Novembre 2022, 10:50:33 AMFai bene a tirare fuori altri regimi di sfruttamento sistematici, infatti un analisi comparata potrebbe facilmente dimostrare che il patriarcato non ha niente a che fare con essi. Una caratteristica di questi sistemi è che appioppano sistematicamente i peggiori posti della società agli sfruttati, nel patriarcato al contrario gli sfruttatori occupano simultaneamente le posizioni apicali e quelle basali. Bizzarro. Non ho mai sentito per esempio di donne usate come carne da macello degli eserciti, ne di latifondisti seduti sull'aia fumare il sigaro mentre il loro harem lavora nei campi, né di donne mandate a lavorare nelle industrie mentre i patriarchi le aspettano a casa per mettere nella cassaforte la paga e gestire le spese del focolare, ancora oggi il 99% delle morti sul lavoro sono da contarsi tra i presunti dominatori, un eguaglianza che non interessa particolarmente raggiungere. A che pro perciò usare retorica incendiaria e lessico guerresco, se non l'odio, la frustrazione, la paranoia ? Il "patriarcato" può tornare con uno schiocco delle dita al mutare delle condizioni socioeconomiche, non ha importanza quante bombolette spray e cartelloni mandi in ucraina, dal 22 febbraio il bicipite è tornato di moda. Allora il preservare di quelle condizioni favorevoli diventa esiziale per salvare le conquiste sociali. Ho detto in un altro topic che l ineguaglianza economica è uno dei più importanti predittori di un collasso sociale. Un altro è il numero di maschi, giovani, disoccupati, celibi e a bassa scolarizzazione. Siccome stanno aumentando vertiginosamente, chiunque abbia a cuore la conservazione di questo stato delle cose dovrebbe interessarsene, ma se ideologicamente sono persone da trascurare per rivalse storiche, schiavisti che meritano di espiare, il conto arriverà quando raggiungeranno massa critica. Fortunatamente si tratta di teorie di minoranze molto rumorose , e la reciprocità e il mutuo soccorso sono ancora valori fondativi di persone sane che vogliono società sane.
A te sembra statisticamente normale che la Meloni sia la prima premier donna in questo paese?
Ti sembra statisticamente normale che i femminicidi siano numericamente dieci volte di piu' dei corrispettivi "maschicidi", pur possibili, a parti invertite, che eventualmente si producano per gli stessi identici motivi per cui si producono i femminicidi, quindi motivi di possessivita', gelosia e oggettificazione del corpo e della persona dell'altro?!
Ti sembrano statisticamente normali paesi e forme statuali come l'ISIS, l'Iran e compagnia cantando?
Che le donne anche in QUESTO paese votino da meno di cento anni (spannometricamente due generazioni umane) e siano denominate nel codice civile come "pari al marito" da meno di cinquanta, anni (spannometricamente una e una sola generazione)?
Anche questo, statisticamente normale?
Che possano trasmettere il cognome ai figli per comune accordo della coppia di genitori anche se esiste un partner maschio che comunque legalmente riconosce i figli da meno di cinque, anni?
E quindi, di che cosa stiamo parlando?!
Del mondo come esso e', o di quello come ci piacerebbe che fosse?
Statisticamente normale è quante volte è uscito l'88 sulla ruota di Bari, la formulazione delle tue domande non ha alcun senso. Se la Meloni è il primo ministro donna in Italia vuol dire che tutti i pm precendenti (uomini) hanno tutelato anche i diritti delle donne, visto che sono cresciuti sotto il comando di uomini, mentre la Meloni, donna, vuole ridurli. Non c'è alcuna correlazione tra il sesso di un politico e le politiche che avvoca, solo nella mentalità tribale è vero il contrario. Le donne hanno ottenuto il diritto di voto 1-2-3 generazioni dopo gli uomini, che a loro non lo possedevano salvo essere ricchi. Il fatto che ci siano società o partiti politici che usano libro dell'etá del bronzo per giustificare politiche anacronistiche, è la dimostrazione dimostrata di quello che sostengo.
Citazione di: niko il 31 Ottobre 2022, 20:43:56 PMPero' te ne fotti delle lotte degli altri, se non sei disposta a rispettare le lotte degli lgbt.
Lotti SOLO in funzione di quello che sei.
O peggio che credi di essere.
O forse hai argomenti per sostenere che la violenza patriarcale contro i gay e i trans sia storicamente finita, mentre quella contro le donne perduri.
A onor del vero ho simpatia per chi lotta per essere quello che è e antipatia per chi sfrutta il prossimo per quello che crede di essere e poter fare. C'è molta misoginia e sfruttamento anche in area gay e trans, basta non lasciarsi ipnotizzare da "tessera e distintivo".
CitazioneSe una donna biologica e fisica ha il "diritto" di emergere e lottare, perche' mai il lato femminino di un uomo in un uomo invece... no?
Non avrei il compagno che ho se non avesse fatto emergere il suo lato femminino :D Non sopporto i macios.
Citazione di: InVerno il 31 Ottobre 2022, 10:17:25 AMIn una società dove tutte le qualità tipicamente maschili (biologicamente) sono in netto decremento di richiesta, principalmente per la meccanizzazione e l'assenza di conflitti armati, è ovvio e palese che le donne saranno largamente favorite. Nessun complotto matriarcale, è come vanno le cose, salvo repentini cambiamenti sociali (invero, probabili) questo sarà il secolo delle donne. In America e nelle accademie americane è ormai sempre più comune riferirsi con "sesso debole" al maschio, per ora provocatoriamente, ma sempre più fattualmente, viste le statistiche. Esorto i colleghi portatori di pene a non cadere in teorie assurde sul matriarcato e accettare con dignità e onore il nuovo ruolo nella società, sarà traumatico, ma una soluzione si può trovare.
A proposito di
vittimismo: fortuna che riguardava solo le femministe :)) Se le cose andranno per il meglio, sarà il secolo in cui, caduta la foglia di fico patriarcale, si vedrà chi ha gli attributi e chi no. In entrambe le metà del cielo, comprese le frange "indeterministiche" care a Niko. Nessun pregiudizio che non sia contro "chi sfrutta chi". Vittimisti e menagrami (
maschile sovraesteso) inclusi.
Citazione di: InVerno il 01 Novembre 2022, 12:58:16 PMStatisticamente normale è quante volte è uscito l'88 sulla ruota di Bari, la formulazione delle tue domande non ha alcun senso. Se la Meloni è il primo ministro donna in Italia vuol dire che tutti i pm precendenti (uomini) hanno tutelato anche i diritti delle donne, visto che sono cresciuti sotto il comando di uomini, mentre la Meloni, donna, vuole ridurli. Non c'è alcuna correlazione tra il sesso di un politico e le politiche che avvoca, solo nella mentalità tribale è vero il contrario. Le donne hanno ottenuto il diritto di voto 1-2-3 generazioni dopo gli uomini, che a loro non lo possedevano salvo essere ricchi. Il fatto che ci siano società o partiti politici che usano libro dell'etá del bronzo per giustificare politiche anacronistiche, è la dimostrazione dimostrata di quello che sostengo.
Statisticamente l'88 sulla ruota di Bari dovrebbe avere la stessa probabilita' di uscire di tutti gli altri numeri, e, sui grandi numeri, uscira' ne' piu' e ne' meno che un novantesimo delle volte, dato che che numeri totali del bussolotto sono novanta.
La serie dei premiar dell' Italia invece, ci dice invece tutt'altra cosa, e cioe' che la Meloni e' l'unica donna su una trentina circa di premier uomini, mentre le donne sono circa la meta' della popolazione italiana, quindi, postulando la parita' dei sessi nell'accesso alle cariche massime di potere, ci aspettiamo un risultato effettivo nella distribuzione di uno su due, insomma cinquanta per cento: ci aspettiamo la serie di trenta premier suddivisa in, circa, quindici e quindici tra uomini e donne; troviamo invece che la REALTA' contraddice la nostra ASPETTATIVA con un bell'uno su trenta, con una bella serie di trenta risultati possibili divisa in ventinove da una parte e uno e uno solo dall'altra, quindi, delle due, l'una:
* o abbiamo vinto la lotteria della sfiga del discostamento assolutamente casuale dei numeri dalla media, una cosa che "succede", o meglio puo' suuccedere, in una distribuzione possibile su un milione di milioni di distribuzioni possibili, (tiro una moneta non truccata: faccio ventinove volte di fila croce e infine una testa?!)
* oppure le probabilita' di questo sorteggio intrinsecamente non sono del cinquanta per cento e non lo erano fin dall'inizio, e' un normalissimo risultato medio come potrebbe essere quello otrenuto da un dado poliedrico con ventinove facce con su disegnata la C di croce, e una e una sola con la T di testa.
Ma se delle due che ho segnato con l'asterisco scegliamo la seconda, come spiegazione verosimile, allora una donna non ha le stesse probabilita' di un uomo di diventare premier.
Cosa c'entra tutto questo che ho detto fino ad ora con l'orientamento politico della Meloni, o con quali politiche fara' o non fara' la Meloni, lo sai solo tu, InVerno.
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Veniamo all'argomento:
"Le donne hanno ottenuto il diritto di voto solo due o tre generazioni dopo gli uomini, quindi piu' o meno sono pari"
Falso, falsissimo, perche' in precedenza alcune élites di uomini in molte delle le societa' statualmente organizzate del mondo, sia pure anche solo selettivamente per censo o per diritti di stirpe e di casta acquisiti, bene o male, in un modo o nell'altro VOTAVANO, hanno comunque fatto l'azione di votare nel flusso della storia umana, come prassi sociale considerata in se' stessa e avulsa da un contesto di cui capsiosamente qui si pretende l'universalita'; mentre il voto alle donne e' stato un unicum temporale che si e' prodotto da un certo punto in poi a prescindere dal voto delle élites maschili dominanti anche su altri maschi.
Quindi, se riaggiustiamo i dati temporali con la considerazione anche del voto elitario e producentesi per élites, e rimettiamo il discorso con i piedi per terra, possiamo dire che gli uomini, maschietti, volavano in modo significativo per la vita di uno stato nel senso pieno del termine quantomeno fin dall'Atene di Alcibiade e di Pericle, se non fin da prima; le donne donne italiane invece, fin dal secondo dopoguerra.
Intendo insomna che prima non c'era mai stato nulla di simile, a livello di uno stato evoluto non tribale di cui si conosca la storia scritta, non c'era mai stato un voto alla donne, neanche per élites, o per censi, o per caste privilegiate di donne.
Le due categorie, secondo verita' dunque, si distaccano tra di loro di qualche migliaio di anni, non di un paio di generazioni.
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Per quanto riguarda la tua definizione:
"Le politiche dell'isis e dell'Iran sono ANACRONISTICHE"
falso, falso nel senso di edulcorato, ottimstico, eufemistico:
Le politiche dell'isis e dell'Iran, sono PATRIARCALI, e MASCHILISTE.
Non derivano certo da un libro sacro che si e' "inventato" il maschilismo dal nulla, calando dall'alto in una societa' che in precedenza era paritaria o femminista; derivano da un libro sacro che e' maschilista perche' scritto in una societa' che gia' al tempo della sua stessa redazione era patriarcale e maschilista: l'idolatrazione assoluta del libro, non ha fatto altro che cristallizare, e far perdurare, il momento del tempo, momento storico gia' maschilista, in cui esso fu scritto.
Salve Niko. Citandoti : " La serie dei premiar dell' Italia invece, ci dice invece tutt'altra cosa, e cioe' che la Meloni e' l'unica donna su una trentina circa di premier uomini".
Che la Meloni sia una donna è tuttora da verificare. Dal momento che il fatto tutti i "Premiers" sinora succedutisi siano stati qualificati come uomini.....non significa certo che fossero del maschi.
A meno che tu non voglia averli considerati uomini certamente maschi per via del fatto che il loro comportamento, sicuramente ed invariabilmente, sia consistito nel sottoporre a coito anale tutto il popolo italiano. Ti è mai capitato di sentire dei movimenti in zona perineale o perianale?.
Staremo a vedere, prima di poter giudicare se la Meloni si comporterà da donna-femmina o meno. Se ce lo metterà anche lei in quel posto.....vorrà dire che appartiene allo stesso sesso dei suoi troppo numerosi predecessori. Saluti ed auguri.
Sinceramente non vedo alcuna deriva delle masse nell'introduzione del termine femminicidio, che connota semplicemente l'omicidio di una donna da parte di un uomo per motivi prevalentemente di carattere sentimentale, sessuale, e nel femmnismo, un movimento politico e sociale moderno e progressista. Il matriarcato non so proprio dove stia, tranne che in qualche etnia residuale, mentre il patriarcato è purtroppo assai diffuso con conseguenze negative.
Se devo giudicare e intervenire giuridicamente, socialmente, politicamente su un fenomeno quale l'omicidio, devo necessariamente fare delle distinzioni sulle cause, il movente, dell'omicidio.
La parità tra i sessi è un ossimoro, valido soltanto laddove la distinzione sessuale sia giustamente considerata giuridicamente indifferente. Un esempio contrario: nel caso di aborto per me l'unico sesso cui spetta la decisione conclusiva è quello femminile.
Citazione di: niko il 01 Novembre 2022, 14:03:45 PMStatisticamente l'88 sulla ruota di Bari dovrebbe avere la stessa probabilita' di uscire di tutti gli altri numeri, e, sui grandi numeri, uscira' ne' piu' e ne' meno che un novantesimo delle volte, dato che che numeri totali del bussolotto sono novanta.
Io ho tirato fuori le estrazioni per dire l'ovvio che l'accesso al potere e alla rappresentazione non sono random, perciò non dovrei aspettarmi che si comporti come un dado. Se vuoi una democrazia per estrazione, si chiama demarchia, la democrazia attuale non è per estrazione, e non c'è nessun motivo di aspettarsi che si comporti come un estrazione, ma il solo fatto che tu pensi il contrario e tiri fuori tutta una serie di elucubrazioni a riguardo mi lascia piuttosto basito.
Al massimo di Meloni rilevo questo: sono abbastanza sicuro che la prossima leader femmina proverrà di nuovo dalla destra, e il motivo molto semplice è che il sistema di "quote di estrazione", implicito ed esplicito, che è in vigore a sinistra è antitetico a produrre leadership, se una leader donna uscirà dalla sinistra sarà
nonostante una filosofia che attivamente seleziona negativamente. Per il resto sei tu che hai tirato fuori Meloni come se dimostrasse qualcosa, per me è irrilevante, può essere anche l'ultima premier donna per i prossimi cinque secoli, non vuol dire niente del sistema sociale Italiano nè della qualità della vita delle donne che lo vivono. In Islanda per esempio i recenti governi sono composti di una stragrande maggioranza di donne, non è un matriarcato, e non lo sarà neanche se questa situazione dovresse protrarsi per cinque secoli, gli uomini islandesi non hanno nulla da temere riguardo ai propri diritti o la loro rappresentazione.
Ora non so ti aspetti che io faccia il giro del mondo e della storia in 80 parole, partendo dal mondo classico fino ad oggi. Lo lascio a te, che hai una teoria che incorpora tutta la storia su tutti i continenti ed in tutte le culture con un unico movente sociale. Beato te. Ti faccio solo notare che quando trovi la parola "patriarcato" in un testo antropologico o storico, si intende un sistema prettamente familiare, che non ha niente a che fare con quello che pensi tu. Ci sono diversi sistemi patriarcali, ed in essi le donne hanno diverso ruolo e capacità come agenti. Per esempio il sistema patriarcale romano è che io sappia riconosciuto come uno piuttosto avanzato e libertario riguardo alle donne, se confrontato agli altri del tempo, sicuramente rispetto a quello biblico. Certo è che se qualcuno volesse riproporlo oggi perchè ossessionato della bontà di certi testi romani, sarebbe sicuramente anacronistico e considerato retrogrado. Le donne hanno avuto maggior accesso in politica man mano che il potere politico ed il potere militare hanno smesso di sovrapporsi in maniera così precisa come per lungo tempo è stato, questo è dovuto a centinaia di ragioni, e lo sanno anche le femministe, salvo avere un complotto anche per giustificare questo (ovvero che i maschi si facevano guerra per mantenere il potere in mano ai maschi:
teoria geniale). Lo stesso dicasi della mortalità infantile che costringeva famiglie a fare 15 bambini per sperare di averne 5 e centinaia di altri motivi, regionali, storici e culturali, e anche biologici (perchè il dimorfismo sessuale è un fatto) tanto che nessuno ha mai visto un matriarcato (inteso
non come sistema familiare (quello esiste), ma come opposto di quello che tu pensi sia un patriarcato). Ma se non esiste il bianco, quelli che scelgono il nero, sono dei "neristi"?
Citazione di: viator il 01 Novembre 2022, 15:00:08 PMSalve Niko. Citandoti : " La serie dei premiar dell' Italia invece, ci dice invece tutt'altra cosa, e cioe' che la Meloni e' l'unica donna su una trentina circa di premier uomini".
Che la Meloni sia una donna è tuttora da verificare. Dal momento che il fatto tutti i "Premiers" sinora succedutisi siano stati qualificati come uomini.....non significa certo che fossero del maschi.
A meno che tu non voglia averli considerati uomini certamente maschi per via del fatto che il loro comportamento, sicuramente ed invariabilmente, sia consistito nel sottoporre a coito anale tutto il popolo italiano. Ti è mai capitato di sentire dei movimenti in zona perineale o perianale?.
Staremo a vedere, prima di poter giudicare se la Meloni si comporterà da donna-femmina o meno. Se ce lo metterà anche lei in quel posto.....vorrà dire che appartiene allo stesso sesso dei suoi troppo numerosi predecessori. Saluti ed auguri.
C'è uno strumento adatto alla bisogna, il dildo o strap-on, non serve cambiare sesso.
Citazione di: InVerno il 02 Novembre 2022, 11:24:46 AMIo ho tirato fuori le estrazioni per dire l'ovvio che l'accesso al potere e alla rappresentazione non sono random, perciò non dovrei aspettarmi che si comporti come un dado. Se vuoi una democrazia per estrazione, si chiama demarchia, la democrazia attuale non è per estrazione, e non c'è nessun motivo di aspettarsi che si comporti come un estrazione, ma il solo fatto che tu pensi il contrario e tiri fuori tutta una serie di elucubrazioni a riguardo mi lascia piuttosto basito.
Al massimo di Meloni rilevo questo: sono abbastanza sicuro che la prossima leader femmina proverrà di nuovo dalla destra, e il motivo molto semplice è che il sistema di "quote di estrazione", implicito ed esplicito, che è in vigore a sinistra è antitetico a produrre leadership, se una leader donna uscirà dalla sinistra sarà nonostante una filosofia che attivamente seleziona negativamente. Per il resto sei tu che hai tirato fuori Meloni come se dimostrasse qualcosa, per me è irrilevante, può essere anche l'ultima premier donna per i prossimi cinque secoli, non vuol dire niente del sistema sociale Italiano nè della qualità della vita delle donne che lo vivono. In Islanda per esempio i recenti governi sono composti di una stragrande maggioranza di donne, non è un matriarcato, e non lo sarà neanche se questa situazione dovresse protrarsi per cinque secoli, gli uomini islandesi non hanno nulla da temere riguardo ai propri diritti o la loro rappresentazione.
Ora non so ti aspetti che io faccia il giro del mondo e della storia in 80 parole, partendo dal mondo classico fino ad oggi. Lo lascio a te, che hai una teoria che incorpora tutta la storia su tutti i continenti ed in tutte le culture con un unico movente sociale. Beato te. Ti faccio solo notare che quando trovi la parola "patriarcato" in un testo antropologico o storico, si intende un sistema prettamente familiare, che non ha niente a che fare con quello che pensi tu. Ci sono diversi sistemi patriarcali, ed in essi le donne hanno diverso ruolo e capacità come agenti. Per esempio il sistema patriarcale romano è che io sappia riconosciuto come uno piuttosto avanzato e libertario riguardo alle donne, se confrontato agli altri del tempo, sicuramente rispetto a quello biblico. Certo è che se qualcuno volesse riproporlo oggi perchè ossessionato della bontà di certi testi romani, sarebbe sicuramente anacronistico e considerato retrogrado. Le donne hanno avuto maggior accesso in politica man mano che il potere politico ed il potere militare hanno smesso di sovrapporsi in maniera così precisa come per lungo tempo è stato, questo è dovuto a centinaia di ragioni, e lo sanno anche le femministe, salvo avere un complotto anche per giustificare questo (ovvero che i maschi si facevano guerra per mantenere il potere in mano ai maschi: teoria geniale). Lo stesso dicasi della mortalità infantile che costringeva famiglie a fare 15 bambini per sperare di averne 5 e centinaia di altri motivi, regionali, storici e culturali, e anche biologici (perchè il dimorfismo sessuale è un fatto) tanto che nessuno ha mai visto un matriarcato (inteso non come sistema familiare (quello esiste), ma come opposto di quello che tu pensi sia un patriarcato). Ma se non esiste il bianco, quelli che scelgono il nero, sono dei "neristi"?
Certo che deve comportarsi come una estrazione. Dire che:
"una donna ha avuto in un tempo definito le stesse probabilita' di un uomo di diventare premier"
E' una affermazione verificabile o falsificabile dalla -scienza- statistica, non rientra a pieno titolo nel campo del filosofare o della libera opinione.
L'accesso delle donne alla carica di premier si "deve" (intendo qui deve descrittivamente, non prescrittivamente) comportare come una estrazione anche se a te non piace, e ci si deve comportare proprio ai fini della verificabilita' o falsificabilita' delle tue stesse affermazioni (non esiste un patriarcato).
Una serie di eventi NON influenzata dal sesso/genere dei protagonisti di tali eventi mostra una distribuzione tendenzialmente identica a quella biologica standard del sesso/genere, una serie di eventi e personaggi INFLUENZATA dal genere una distribuzione DIVERSA.
Continua pure a rimanere basito.
Pensa, nei paesi scandinavi hanno pensato che anche la presenza nelle facoltà tipicamente popolate in maggioranza dai patriarchitm doveva raggiungere risultati simili all'estrazione, hanno riempito di bonus le ragazze che si iscrivevano a ingegneria tanto che ci mancava la proverbiale "fetta di sedere" e il risultato è che hanno avuto più donne iscritte a medicina dove già le donne erano troppe (secondo loro). Si chiama paradosso scandinavo ed è uno dei testi di partenza per la preparazione dell'individuo "ghe pensi mi a far la società giusta, c'ho lo schema in testa, aspettate plebei mo ve dico la formula e voi fate".
Non sono sicuro di seguire l'accostamento fra governanti e statistica: in democrazia, i rappresentanti del popolo dovrebbero rappresentare la composizione statistica dei votanti oppure il volere (o almeno i gusti) degli elettori? Se, dando un numero a caso, il 20% della popolazione è obesa (ipotetico fatto), è giusto (valore) che circa il 20% dei premier sia obeso, a prescindere da ciò che indicano i votanti (voto che è processo di selezione, non estrazione), altrimenti significa che c'è discriminazione degli obesi in politica? Il cratos del demos dovrebbe essere imbrigliato (autocontraddittoriamente) da vincoli statistici di "composizione biologica" dell'elettorato per essere "buono e giusto"?
Non è che «patriarcato» sta diventando la nuova "buzzword di ribellione generalista" (sostituendo «nazismo» e altro) per indicare superficialmente tutto ciò che non ci piace socialmente (anche se ben poco ha a che fare con il patriarcato)? Trovo che questa fascinazione per alcuni termini sia più "sociologicamente sintomatica" delle desinenze grammaticali, nel cui caso è appunto sintomatico il discorso che suscitano, non la loro funzione grammaticale in sé (uso «sintomatico» non in senso clinico, ma come indice di una situazione più profonda e complessa dell'elemento in questione).
A proposito di emblematico, nella sua umana sincerità, lo è il fatto che spesso (non mi interessa qui l'ad personam, parlo in generale basandomi su esperienze personali) affermazioni come «tutte le persone e tutte le scelte sono degne di rispetto» risultino piene di asterischi nascosti, e non per motivi di genere, ma perché solo qualche riga dopo si parla di «battaglie stupide», per poi finire a chiedersi, seppur con «domanda aperta», se davvero non sia il caso di passare dalle rivendicazioni alle vendette in stile legge del taglione, cavalcando il "rispettabile" (o no?) binomio «giustizia/vendetta»... ecco emergere l'uomo in quanto tale, indeciso e oscillante fra estetismi filantropici e richiamo adrenalinico del sangue, un po' donatore Avis e un po' aspirante vampiro. Chiedere a quest'uomo di "perdere" uno di questi due aspetti, significherebbe disumanizzarlo e alienarlo (più di quanto facciano attività e relazioni umane vecchie come, appunto, l'uomo...). Il tertium fra discriminazione ostile e parità forzata c'è, ma essendo una dialettica tanto delicata quanto funzionale ha i suoi limiti di "attecchimento sociale" e si finisce quindi, in modo non a caso tipicamente umano, per sbilanciarsi spesso in uno dei due poli, talvolta cambiandolo a seconda del discorso.
Citazione di: Phil il 02 Novembre 2022, 19:01:27 PMNon è che «patriarcato» sta diventando la nuova "buzzword di ribellione generalista" (sostituendo «nazismo» e altro) per indicare superficialmente tutto ciò che non ci piace socialmente (anche se ben poco ha a che fare con il patriarcato)? Trovo che questa fascinazione per alcuni termini sia più "sociologicamente sintomatica" delle desinenze grammaticali, nel cui caso è appunto sintomatico il discorso che suscitano, non la loro funzione grammaticale in sé (uso «sintomatico» non in senso clinico, ma come indice di una situazione più profonda e complessa dell'elemento in questione).
A proposito di emblematico, nella sua umana sincerità, lo è il fatto che spesso (non mi interessa qui l'ad personam, parlo in generale basandomi su esperienze personali) affermazioni come «tutte le persone e tutte le scelte sono degne di rispetto» risultino piene di asterischi nascosti, e non per motivi di genere, ma perché solo qualche riga dopo si parla di «battaglie stupide», per poi finire a chiedersi, seppur con «domanda aperta», se davvero non sia il caso di passare dalle rivendicazioni alle vendette in stile legge del taglione, cavalcando il "rispettabile" (o no?) binomio «giustizia/vendetta»... ecco emergere l'uomo in quanto tale, indeciso e oscillante fra estetismi filantropici e richiamo adrenalinico del sangue, un po' donatore Avis e un po' aspirante vampiro. Chiedere a quest'uomo di "perdere" uno di questi due aspetti, significherebbe disumanizzarlo e alienarlo (più di quanto facciano attività e relazioni umane vecchie come, appunto, l'uomo...). Il tertium fra discriminazione ostile e parità forzata c'è, ma essendo una dialettica tanto delicata quanto funzionale ha i suoi limiti di "attecchimento sociale" e si finisce quindi, in modo non a caso tipicamente umano, per sbilanciarsi spesso in uno dei due poli, talvolta cambiandolo a seconda del discorso.
Il patriarcato è un "fossile vivente" che continua a fare danni, tra cui il "femminicidio". È un fossile molto più diffuso di quello che il maschio occidentale laicizzato vuole far credere, in base all'esperienza sociale della parte di mondo in cui è relegato. Che la frontiera sia altrove non significa che possiamo fingerne l'inesistenza e banalizzare ogni discorso a riguardo.
Anche perché il mostro ha ancora una memoria genetica assai feconda e non è il caso di giocare a Jurassic Park, nemmeno laddove il patriarcato sia giuridicamente estinto. Si sa che fatta la legge, la psiche umana ha già pronto l'inganno. La giurassica, pure. Ed ogni femminicidio, e violenza (para)familistica sulla donna, la mostra.
Citazione di: Phil il 02 Novembre 2022, 19:01:27 PMNon sono sicuro di seguire l'accostamento fra governanti e statistica: in democrazia, i rappresentanti del popolo dovrebbero rappresentare la composizione statistica dei votanti oppure il volere (o almeno i gusti) degli elettori? Se, dando un numero a caso, il 20% della popolazione è obesa (ipotetico fatto), è giusto (valore) che circa il 20% dei premier sia obeso, a prescindere da ciò che indicano i votanti (voto che è processo di selezione, non estrazione), altrimenti significa che c'è discriminazione degli obesi in politica? Il cratos del demos dovrebbe essere imbrigliato (autocontraddittoriamente) da vincoli statistici di "composizione biologica" dell'elettorato per essere "buono e giusto"?
UFFAAAA, SIIII se gli obesi sono stabilmente il 20% di una popolazione da un numero significativo di anni, e, per quello stesso numero significativo di anni a partire da una lista abbastanza numerosa di premier si riscontra che NON c'e' nessun premier obeso, questo significa che con ogni probabilita' c'e' discriminazione degli obesi in politica.
Con una probabilita' e una significativita' del dato che aumenta quanto piu' aumenta il tempo storico di osservazione e la numerosita' di elementi nella lista dei premier.
Discriminazione la cui natura e originarieta' andrebbe comunque ulteriormente analizzata, perche' , ad esempio, qui non abbiamo neanche specificato se si tratta di un sistema che proprio a monte non fa candidare gli obesi, o di un sistema in cui gli obesi si candidano ma non vengono votati.
Comunque, se il venti per cento della popolazione e', ed e' rimasta, obesa per cinquanta anni, e per cinquanta anni su una lista di venti premier nessun premier e' mai stato obeso, una qualche correlazione a "monte" o a "valle" o tutt'eddue, ci deve essere, praticamente per forza.
Questa non e', o meglio non sarebbe, una libera opinione, e', o meglio sarebbe, un dato scientifico.
A questo punto rimango basito io, se c'e' gente che proprio non lo capisce concettualmente, che proprio "non ci arriva", a capirlo, a prescindere dalla, appunto, libera opinione che leggittimamente si potrebbe avere sulla gravita' e l'eticita' o meno di questa o quella discriminazione.
Ad esempio: la discriminazione degli obesi, pur se altrettanto statisticamente reale di quella delle donne, potrebbe essere considerata meno grave in quanto gli obesi gravi sono fisicamente malati, poco prestanti, non corrispondenti a canoni estetici comunemente apprezzati e anche psicologicamente in po' "nevrotici" e non perfettamente sani, nel senso di bulimici rispetto al controllo degli impulsi o quantomeno incapaci di stare a dieta quando dovrebbero, quindi si puo' opinare, appunto legittimitamente, che e' piu' etico e comprensibile che l'elettorato non si senta rappresentato da un obeso, rispetto a possibili altre situazioni oggettivamente piu' obbrobriose, gratuitamente discriminatorie e indice di pregiudizio e arretratezza culturale, come, appunto, il fatto che quello stesso elettorato, a parita' di altre condizioni, non si senta rappresentato nemmeno da una donna.
In alcuni casi la discriminazione potrebbe perfino avere un valore riconoscibile come eticamente positivo dai piu', ad esempio, se per assurdo la legge di un paese non vietasse a priori ai pregiudicati di gravi reati di candidarsi, e questi avessero l'abitudine di candidarsi spesso e in numero significativo, penso che i piu' considererebbero virtuoso un popolo che comunque, per sua libera scelta, non votasse mai e poi mai in numero significativo per i pregiudicati di gravi reati.
Come faccia pero' la discriminazione politica specificamente delle donne ad avere un valore etico positivo, o anche solo neutro, nella testa di alcuni, veramente non lo so.
E no, per fugare il campo da ogni dubbio, la statistica non e' un complotto o un'ideologia, quindi non ha bisogno di una azione cosciente o intenzionale dell'uomo come soggetto statisticamente analizzato per funzionare.
Al contrario, spesso la si puo' usare come strumento scientifico per far emergere ed evidenziare pregiudizi reconditi o inconsci, quindi propriamente culturali, pregiudizi culturali intendo, e non cospiratorii o ideologici.
Insomma la statistica in se' non presuppone che la gente agisca intenzionalmente per alterare le statistiche, ma il contrario, presuppone che non lo faccia, e proprio in questo ripone il suo valore conoscitivo.
Quindi non e' che uno si debba autoalterare, e quindi alienare, nei propri pensieri e comportamenti "spontanei" al fine di realizzare in terra un'utopia del politicamente corretto generata misticamente dall'interpretazione eticizzata della statistica; e' proprio il contrario: laddove i pregiudizi non ci sono, e le condizioni di partenza siano uguali sia nella proposta di una opzione che nella sua preferenza, ad esempio, nelle elezioni , che le donne siano piu' o meno quante i uomini fin dall'inizio tra i candidati e che gli elettori non abbiano pregiudizi, l'insieme delle motivazioni individuali "spontanee" ed estemporanee convergera', su grandi numeri e sui tempi lunghi, ad un rispecchiamento dello status quo biologico o sociologico "normale", del sesso o delle altre condizioni sociali e fisiche significative dei candidati.
Se non vi converge, questo significa che i pregiudizi esistono, vi sono.
Che poi i pregiudizi siano da debellare e correggere piu' o meno a lungo andare nel tempo o meno, beh, questo e' un dato non statistico, ma etico-politico.
A me, ad esempio, puo' ben piacere una societa' che discrimina elettoralmente le zanzare e i mafiosi, ma non le donne.
Citazione di: niko il 02 Novembre 2022, 22:33:52 PMse il venti per cento della popolazione e', ed e' rimasta, obesa per cinquanta anni, e per cinquanta anni su una lista di venti premier nessun premier e' mai stato obeso, una qualche correlazione a "monte" o a "valle" o tutt'eddue, ci deve essere, praticamente per forza.
Questa non e', o meglio non sarebbe, una libera opinione, e', o meglio sarebbe, un dato scientifico.
Solitamente si chiama
non sequitur o anche in altri modi, ma il succo della fallacia che proponi è confondere le regole statistiche dell'estrazione con quelle basate su una selezione volontaria, non casuale. Data la distribuzione di un elemento in un gruppo, prelevando un sottogruppo a campione, la proporzione fra gli elementi dovrebbe presentarsi tendenzialmente simile a quella del gruppo intero. Ciò è vero se si parla, appunto, di prelievo casuale; il voto, notoriamente, ha dinamiche ben differenti e non casuali, per questo non rispecchia i dati statistici (e non è pertinente mischiare i valori demografici con i valori politici).
Se non ci guardiamo dalle fallacie, alla statistica, presentandola come scienza inopinabile, possiamo far dir di tutto: quanti erano i possibili premier uomini prima delle elezioni? Vogliamo concludere che
oggi per una donna è così
facile diventare premier che ne basta una (o due, non so) contro tanti?
Anche in assenza di discriminazione la fallacia che proponi si conferma tale: non seguo il calcio, ma facendo una rapida ricerca è emerso che negli ultimi 40 anni nessun giocatore convocato in nazionale è stato molisano, valdostano, trentino o friulano... concludiamo che se in ben 40 anni nemmeno un giocatore di quelle regioni è stato convocato, allora, stando alla statistica, "per forza, a valle o a monte" il calcio italiano discrimina quelle regioni?
Altro esempio (dato che gli obesi non hanno avuto successo): se il 10% delle popolazione è bionda (altro numero a caso), dovrebbe essere biondo anche il 10% degli spazzini, altrimenti concludiamo che i biondi sono discriminati come spazzini?
Con ciò non dico che non ci sia discriminazione delle donne in politica (commetterei la tua fallacia al contrario), ma che per analizzarla e spiegarla non tutte le statistiche son buone a tirar acqua al proprio mulino (per quanto magari condivisibile).
@IpaziaIn un uomo che non accetta di essere lasciato ed uccide la propria compagna, o in una persona violenta fino ad uccidere per gelosia o simili, vedo poco patriarcato e tanti problemi psichici (confermo il mio sospetto che stia diventando una "parola ombrello" che mischia sospettamente antropologia ed ideologia).
Citazione di: Phil il 02 Novembre 2022, 19:01:27 PMNon è che «patriarcato» sta diventando la nuova "buzzword di ribellione generalista" (sostituendo «nazismo» e altro) per indicare superficialmente tutto ciò che non ci piace socialmente (anche se ben poco ha a che fare con il patriarcato)? Trovo che questa fascinazione per alcuni termini sia più "sociologicamente sintomatica" delle desinenze grammaticali, nel cui caso è appunto sintomatico il discorso che suscitano, non la loro funzione grammaticale in sé (uso «sintomatico» non in senso clinico, ma come indice di una situazione più profonda e complessa dell'elemento in questione).
No, patriarcato viene usato per definire la violenza e la tendenza emarginate da parte maschile sulle donne, e sugli uomini che non si conformano a certi stereotipati canoni maschili.
Se poi uno lo usa per definire la pizza coi broccoli perche' a lui non piace la pizza coi broccoli e usa "patriarcato" per definire tutto quello che a lui non piace, beh, questo eventuale soggetto avrebbe seri problemi, sia di esistenza che di comunicazione, ma mi pare che qui nessuno, abbia usato il termine in questo senso, diciamo così, "lato".
Piu' che altro magari a volte si usa "patriarcato" , laddove si potrebbero usare tranquillamente termini piu' generici e vaghi ma della stessa area semantica, come ad esempio "sessismo" o "maschilismo".
Pero' ad alcuni, come ad esempio a me, piace il termine patriarcato, perche' mette in luce che il problema non e' tanto la violenza maschile, quanto la violenza in generale conseguente alla scoperta e alla razionalizzazione cosciente umana di due grandi e terribili cose "paterne" , di due grandi e terribili verita' "paterne":
1: della realta' bio-fisiologica della paternita' - prima
(I figli non nascono senza coito e su questo non ci piove, ma non e' scontato ne' necessario che una mente cosciente questo lo sappia, in quanto il coito puo' anche avvenire, e in tutte le specie non umane di fatto avviene, anche del tutto istintualmente, edonisticamente e afinalisticamente; e, invece, da quando una mente cosciente sa', e sa rendere ragione, del nesso tra coito e procreazione in poi, quindi in altre parole da quando presso la tribu' umana si sa e si insegna che i figli non nascono dal nulla per potenziale segreto e naturale della donna ma da ben altro e sessuato motivo, la storia, e la socialita' di quella mente, e di quella cultura, che conosce tale cruciale informazione, ne risulta completamente stravolta, soprattutto nel senso di una maggiore implicazione di possessivita' e violenza: socialmente questa e' una vera rivoluzione, e una rivoluzione in generale violenta, sia per gli uomini che per le donne.
2: del contributo individuale alla paternita' - poi.
(non solo l'uomo presumibilmente a un certo punto della storia impara che i figli non nascono dal nulla ma, in un altro punto, presumibilmente piu' avanzato, scopre anche che i figli, nati dal coito, sono figli di un singolo padre e di una singola madre, ne rispecchiano i caratteri e la genetica (cosa che di per se' non e' implicita nel puro e semplice nesso coito/procreazione e nella sua minimale comprensione, ma e' un dato informativo e rappresentativo ulteriore, un'altra verita' da imparare per l'uomo!).
Essi, i figli, non perpetuano e traghettano oltre la morte genericamente la SPECIE, il gruppo dei simili indefinito, ma la COPPIA, la coppia privilegiata dei singoli che si sono uniti nel coito... e quindi nella coppia e' perpetuato anche il padre, che della gravidanza, e quindi di un nesso interindividuale visibile e privilegiato tra perpetuante e perpetuato poco dopo l'atto perpetuativo del coito di per se' non fa esperienza, almeno finche', aguzzando la vista e l'ingegno non lo comprende e non lo razionalizza, a partire da indizi sensibili infinitamente meno evidenti, e meno a portata di mano, e di cervello, di quelli offerti dalla realta' "macroscopica" della gravidanza.
Anche questa seconda scoperta, del contributo individuale alla paternita', e' presumibilmente foriera di ulteriori sconvolgimenti e violenze, in una umanita' gia' sconvolta dalla conoscenza della paternita' stessa e del nesso tra coito e procreazione stesso.
Il "patriarca" scopre come due tappe di un processo conoscitivo lungo e non scontato prima la sua stretta e ineludibile necessarieta' al processo in se' del perpetuarsi della vita, insomma si scopre un contributore "alla pari" con la donna in questo fondentale ambito, e poi scopre finanche il fatidico premio in termini di sopravvivenza INDIVIDUALE, e non solo collettiva, che partecipare al processo del perpetuarsi della vita comporta;
La donna e' "esclusa" dalla complessita' di questo percorso perche' ha a disposizione fin dall' "inizio", ovvero fin da tempi infinitamente piu' remoti rispetto alle "brillanti scoperte" possibili in merito e strettamente riguardanti l'uomo, evidenze immediate sia della sua ineludibile necessarieta' alla perpetuazione della vita, (necessarieta' che invece, a contributo reciproco invertito, costa all'uomo fatica intellettuale per essere compresa) sia del nesso strettamente individuale tra perpetuatrice e perpetuato (nesso individuale che invece, per quanto riguarda l'uomo, esiste altrettanto, ma a differenza del fatto evidente della gravidanza, costa fatica intellettuale e osservativa per essere compreso).
La sacralita' della donna e il matriarcato originario, prescindendo un attimo dalla questione della loro difficile da provare realta' storica dunque, per me, sono stati "trasognati" della mente e della volonta' in cui si puo' pensare che i figli nascano spontaneamente dal grembo della donna e dal nulla, come fiori senza una causa sessuale e sessuata, o altri stati in cui si puo' pensare che i maschi perpetuino si' la specie tramite il coito, ma che lo facciano a un livello puramente generico/collettivo, senza essere propriamente "padri" ma solo "cause scatenanti sostituibili e fungibili della maternita' ", insomma che essi si riproducano grazie alla donna e nella donna a prescindere da un nesso perpetuativo, e dunque salvifico, strettamente individuale, nesso che puo' essere ripensato come valevole solo ed esclusivamente per la donna/madre, perpetuantesi anche individualmente nel figlio.
Citazione di: Phil il 03 Novembre 2022, 00:12:01 AMSolitamente si chiama non sequitur o anche in altri modi, ma il succo della fallacia che proponi è confondere le regole statistiche dell'estrazione con quelle basate su una selezione volontaria, non casuale. Data la distribuzione di un elemento in un gruppo, prelevando un sottogruppo a campione, la proporzione fra gli elementi dovrebbe presentarsi tendenzialmente simile a quella del gruppo intero. Ciò è vero se si parla, appunto, di prelievo casuale; il voto, notoriamente, ha dinamiche ben differenti e non casuali, per questo non rispecchia i dati statistici (e non è pertinente mischiare i valori demografici con i valori politici).
Se non ci guardiamo dalle fallacie, alla statistica, presentandola come scienza inopinabile, possiamo far dir di tutto: quanti erano i possibili premier uomini prima delle elezioni? Vogliamo concludere che oggi per una donna è così facile diventare premier che ne basta una (o due, non so) contro tanti?
Anche in assenza di discriminazione la fallacia che proponi si conferma tale: non seguo il calcio, ma facendo una rapida ricerca è emerso che negli ultimi 40 anni nessun giocatore convocato in nazionale è stato molisano, valdostano, trentino o friulano... concludiamo che se in ben 40 anni nemmeno un giocatore di quelle regioni è stato convocato, allora, stando alla statistica, "per forza, a valle o a monte" il calcio italiano discrimina quelle regioni?
Altro esempio (dato che gli obesi non hanno avuto successo): se il 10% delle popolazione è bionda (altro numero a caso), dovrebbe essere biondo anche il 10% degli spazzini, altrimenti concludiamo che i biondi sono discriminati come spazzini?
Con ciò non dico che non ci sia discriminazione delle donne in politica (commetterei la tua fallacia al contrario), ma che per analizzarla e spiegarla non tutte le statistiche son buone a tirar acqua al proprio mulino (per quanto magari condivisibile).
@Ipazia
In un uomo che non accetta di essere lasciato ed uccide la propria compagna, o in una persona violenta fino ad uccidere per gelosia o simili, vedo poco patriarcato e tanti problemi psichici (confermo il mio sospetto che stia diventando una "parola ombrello" che mischia sospettamente antropologia ed ideologia).
Oh diosanto, equivale a un sorteggio perche' alla lunga si equalizza, e' ovvio che la gente vota in base a partito e programma, ma se in generale non c'e' discriminazione nell'ambito delle candidature, un candidato donna o un candidato obeso ha la stessa probabilita' di tutti gli altri di rappresentare un qualunque e qualsivoglia partito o programma.
Ogni volta la gente vota per programma e per partito, ma non ogni volta gli stessi candidati che si alternano a rappresentare i partiti e improgrammi hanno lo stesso sesso o la stessa corporatura.
Magari gli italiani, popolo tipicamente giovanile e goliardico, non votano mai "partito dei pensionati" e tutte o quasi le donne della storia italiana che sono riuscite a candidarsi, fatalmente sono riuscite a candidarsi sempre e solo nel partito dei pensionati.
Allora ci sarebbe una spiegazione ben diversa dal pregiudizio, per il fiasco delle donne in politica.
Ma non e' questo l'esempio ideale da cui partivamo.
E anche se cosi' fosse, sarebbero da indagare le complesse ragioni storiche per cui le donne hanno possibilita' di candidarsi solo nel partito dei pensionati, cioe' solo presso una certa e ricorrente parte politica.
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Quanti erano i possibili candidati alternativi alla Meloni?
Uno, naturalmente. Indovina quale?
Quello del PD.
A meno che non vogliamo supporre che Paragone, Ingroia e altri micropartitini indipendenti simili che hanno di fatto solo disperso voti concorressero per vincere e avessero reali possibilita' di vincere.
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Se il Friuli produce pochi grandi calciatori c'e' sicuramente un motivo, ma ben difficilmente quel motivo sara' la discriminazione e il pregiudizio nell'ambiente calcistico contro i friulani, vista la pletora di altre spiegazioni possibili.
Il Friuli avra' poche scuole calcio e pochi investimenti pubblici e privati sul calcio.
Staranno tutti a fare corsi di pupazzo di neve, presepio vivente e sci', ed eccelleranno in quello.
Mi sembra una spiegazione migliore.
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Citazione di: Phil il 03 Novembre 2022, 00:12:01 AMSolitamente si chiama non sequitur ...
@Ipazia
In un uomo che non accetta di essere lasciato ed uccide la propria compagna, o in una persona violenta fino ad uccidere per gelosia o simili, vedo poco patriarcato e tanti problemi psichici (confermo il mio sospetto che stia diventando una "parola ombrello" che mischia sospettamente antropologia ed ideologia).
Solitamente si chiama cherry picking, ovvero andare in cerca della cause prossime che fanno comodo, tagliando deliberatamente la distribuzione per genere del fenomeno e la storia della razza umana nel suo rapporto tra sessualità e potere, profondamente radicata nella psicologia e nella sociologia degli umani, pure della parte perdente di quella storia.
Sessismo, maschilismo e controreazioni ideologiche hanno una matrice comune nella "evoluzione" patriarcale della specie. "Patriarcato" e derivati va usato con parsimonia , ma ha ancora, purtroppo, un ampio spettro di derivate cruente, materiali, istituzionali e ideologiche, da coprire, ad ombrello, l'intera gamma dei comportamenti umani.
Un obeso può essere rappresentato solamente da un obeso perchè l'unica dimensione di relazione che intrattiene con gli altri esseri umani è un rapporto di forza per cui la sua obesità può essere uno svantaggio o un vantaggio a seconda del contesto. Un obeso intrattiene un rapporto di forza positivo con un magro su un ring di sumo, un rapporto di forza negativo con un magro al casting per la prossima copertina di vanity fair. Solo un altro obeso può capire la soggettività dell'obeso in tutti i suoi contesti perchè decine di altre caratteristiche umane (tra cui l'empatia) non esistono in un mondo popolato solo da schiavi e schiavisti, così come i "vecchi marxisti" pensano che elementi come la competenza siano solo "foglie di fico" che nascondono la vera natura del rapporto tra salariato e capitalista, lo stesso capita all'obeso, e qualsiasi tentativo da parte di un non obeso di interagire con un obeso è un attaco alla sua obesità per screditare (e cioè dominare) la sua identità, pur fosse un dottore che vuole prevenirgli un infarto, l'obeso deve "risvegliare" il suo "eterno obesino" per iniziare una lotta di classe contro i magri (body positivity) che gli permetta di ottenere una situazione di equilibrio (quota) all'interno della società. Il limite di applicazione a questo framework è inesistente (o forse basta essere poveri e avere di meglio a cui pensare), la realtà oggettiva stessa non può limitarlo, perchè essa stessa è frutto del linguaggio e alterando il linguaggio la realtà può essere alterata infinite volte. Le tribù si marcano con i tatuaggi e le piume, le tribù moderne si identificano per caratteristiche spesso inalienabili o biologiche, cosicchè sia praticamente impossibile comunicare anche nei secoli a venire: solo combattere e dominarsi/liberarsi. Se avessi voluto inventare un virus per disintegrare la società, mi avessero dato cento anni per pensarci, non sarei riuscito a fare di meglio, complimenti a quelli che ci sono arrivati pensando di migliorare la società, serendipity suppongo.
Citazione di: niko il 03 Novembre 2022, 01:16:24 AMQuanti erano i possibili candidati alternativi alla Meloni?
Uno, naturalmente. Indovina quale?
Quello del PD.
Ipazia direbbe che è
cherry picking (e stavolta avrebbe ragione): i
possibili candidati alternativi alla Meloni, non erano solo quello del PD: per fare una statistica
onesta dobbiamo contare tutti quelli presentatisi alle elezioni, dentro e fuori al gruppo della Meloni... quanti erano uomini e quante donne? Chi ha vinto?
Ovviamente (spero), la conclusione che proponevo è volutamente fallace (per essecondare la tua); dimostra bene come la statistica vada spiegata, ma possa essere anche piegata (impropriamente) alla propria ideologia.
Lieto che (almeno) il caso del Friuli abbia falsificato il fallace rapporto fra
composizione statistica del campione e
selezione umana dello stesso, fra differenziazione interna e "elezione" qualitativa esterna.
@IpaziaOnestamente individuare la causa diretta (magari sbagliando) non è
cherry picking, lo sarebbe se fra molteplici cause dirette ne escludessi in malafede alcune. Se con «patriarcato» vogliamo intendere «l'intera gamma dei comportamenti umano» (cit.) basta concordarlo a tavolino (cadendo così nella "fallacia del vero scozzese" letta al contrario: il patriarcato ha condizionato la storia dell'uomo, quindi tutto ciò che accade nella storia dell'uomo è patriarcato).
Tuttavia, proprio come la statistica di Niko e la discriminazione delle donne, non sostengo che il tuo discorso sia totalmente falso, ma, argomentativamente, le ragioni a sostegno possono essere altre e qui stiamo forse (s)forzando la semantica per farla diventare una coperta ideologica, un po' troppo corta per coprire sia antropologia che ideologia (gli ombrelli, per quanto grandi, non riparano al contempo sia dalla pioggia che dalle pozzanghere).
Citazione di: Phil il 03 Novembre 2022, 09:50:56 AMIpazia direbbe che è cherry picking (e stavolta avrebbe ragione): i possibili candidati alternativi alla Meloni, non erano solo quello del PD: per fare una statistica onesta dobbiamo contare tutti quelli presentatisi alle elezioni, dentro e fuori al gruppo della Meloni... quanti erano uomini e quante donne? Chi ha vinto?
Ovviamente (spero), la conclusione che proponevo è volutamente fallace (per essecondare la tua); dimostra bene come la statistica vada spiegata, ma possa essere anche piegata (impropriamente) alla propria ideologia.
Lieto che (almeno) il caso del Friuli abbia falsificato il fallace rapporto fra composizione statistica del campione e selezione umana dello stesso, fra differenziazione interna e "elezione" qualitativa esterna.
@Ipazia
Onestamente individuare la causa diretta (magari sbagliando) non è cherry picking, lo sarebbe se fra molteplici cause dirette ne escludessi in malafede alcune. Se con «patriarcato» vogliamo intendere «l'intera gamma dei comportamenti umano» (cit.) basta concordarlo a tavolino (cadendo così nella "fallacia del vero scozzese" letta al contrario: il patriarcato ha condizionato la storia dell'uomo, quindi tutto ciò che accade nella storia dell'uomo è patriarcato).
Tuttavia, proprio come la statistica di Niko e la discriminazione delle donne, non sostengo che il tuo discorso sia totalmente falso, ma, argomentativamente, le ragioni a sostegno possono essere altre e qui stiamo forse (s)forzando la semantica per farla diventare una coperta ideologica, un po' troppo corta per coprire sia antropologia che ideologia (gli ombrelli, per quanto grandi, non riparano al contempo sia dalla pioggia che dalle pozzanghere).
Guarda che non puoi fare statistica interpretativa o predittiva con il caso singolo: che cosa succede o non succede specificamente nell'anno dell'elezione della Meloni di per se' e' del tutto irrilevante ai fini del mio discorso iniziale, in cui, ti ripeto, l'anno dell'elezione della Meloni e' confrontato e messo in una lista comune con tutta la storia della repubblica italiana comportante circa trenta premier diversi.
Quello che tu vuoi dire sulla differenza tra composizione e selezione di un campione statistico, e anche il paradosso di Stoccolma di cui parla inverno, per non farla troppo lunga, ai fini del nostro discorso, se saltiamo direttamente alle importanti implicazioni etiche di queste considerazioni e problematiche senza stare ad annoiare tutti spiegandole (differenza tra composizione e selezione, e quindi anche paradosso di Stoccolma, intendo) esse si riducono alla considerazione che quello che appare ingiustamente discriminatorio ad alcuni e in certe chiavi di lettura, puo' apparire come libero e naturale sviluppo della personalita' umana nelle sue leggittime differenze, quindi come un qualcosa di assolutamente positivo, secondo altri e in altre chiavi di lettura.
La questione della famosa "competenza" ,che, in un quadro volontaristico e ottimistico della condizione umana, dovrebbe per giunta andare di pari passo con l'intensita', e l'intimita', del "desiderio".
La questione e' che Tizio puo' sostenere che le donne siano discriminate in politica, Caio puo' ribattere che no, le donne hanno piu' degli uomini una personalita' e una loro psicologia, piu' o meno millenaria, intrinseca e ricorrente che non ama la politica, o almeno non ama la concreta politica contemporanea per come essa e', e non ama spendere tempo, energia e proggettualita' in quella.
Quindi se le donne non riescono in politica quanto gli uomini, e' perche' non si impegano, e il loro non impegnarsi non ha nulla di negativo o deprecabile, perche' corrisponde ad impegnarsi in altro che' sia piu' compatibile con la loro visione del mondo e la loro ricerca della felicità'.
Anzi, indurle artificiosamente ad impegnarsi in politica con degli appositi incentivi sociali e legislativi in merito sarebbe inutile e controproducente, perche', dopo essersi tolte lo sfizio in tempi brevi di accedere in grande numero alla politica grazie agli incentivi e allo sfruttamento di essi, in tempi lunghi prevarrebbe a loro ineliminabile e mai sopita personalita' , che le porterebbe a disinteressarsi di nuovo della politica.
Si possono portare poi argomenti a loro volta anche statistici e di ricerca sociale, come questionari, interviste, rilevamenti, studi eccetera, a sostegno dell'una o dell'altra tesi.
Io penso che, anche se ammettiamo che una intera e numerosa categoria umana come puo' essere quella delle donne non abbia interesse o motivazione profonda ad interessarsi del potere e della cosa pubblica, (insomma della politica in senso nobile per come essa dovrebbe essere, non per come essa e') , questo sarebbe un problema, e un motivo di allarme sociale, e un indicatore di possibili occulte discriminazioni, molto piu' grave e urgente di quello che ci sarebbe se un'intera e numerosa categoria umana come quella delle donne, per esempio, non avesse interesse e motivazione ad eccellere nell'ingegneria, e preferisse, a conti fatti, intrinsecamente la medicina.
In un caso, quello della medicina, direi un grande chi se ne frega, in un altro, quello della politica, penserei che ci sia comunque a monte un problema significativo da risolvere.
E lo penserei, probabilmente, perche' come occidentale ho una concezione
democratico-universalistica della politica, Insomma una in cui il disinteresse verso la politica non e' eticamente neutro, ma negativo, vizioso.
Diceva Platone, l'ingiusto fa politica motivato principalmente dalla vanita' e dall'oro, il giusto fa politica perche' non accetterebbe mai come prospettiva di vita per se stesso quella di essere governato e diretto da un ingiusto, ne tantomeno quella di vedere i suoi cari dominati e governati da un ingiusto.
Se il giusto si disinteressa alla politica, allora l'ingiusto va al potere, e una volta andato al potere sceglie anche per il giusto, e per i piu' cari affetti del giusto.
Altroche' disobbedienza civile.
Altroche' concezione macchiavellica secondo cui il principe, motivato dalla sua furbizia ed egoismo, potrebbe anche governare lo stato bene, e meglio, di come lo governerebbe al suo posto uno sprovveduto o finanche un altruista.
Qui si parte dal presupposto che la legge in quanto autodeterminazione collettiva vada sempre rispettata, e che una legge fatta da un malvagio prescrivera' intrinsecamente il male, male a cui anche il "buono" dovra' conformarsi, smettendo cosi' "in nome della legge" stessa, almeno temporaneamente, di essere buono.