Sembra ovvio sostenere che la la "falsità" sia il contrario della "verità"; il che in molti casi è vero, ma, secondo me, occorre sgombrare il campo da alcuni equivoci:
- sia di carattere "logico";
- sia di carattere "semantico".
***
Innanzitutto per ridurre la possibilità di fraintendimenti, secondo me, sarebbe più opportuno parlare di "affermazioni false" e di "affermazioni vere"; ma, anche così, spesso, si cade comunque in equivoco.
***
Ed infatti:
.
1)
Non bisogna confondere una "menzogna" (o "bugia") con una "affermazione non corrispondente alla realtà oggettiva di una cosa, di un evento o di una situazione".
Ed infatti tutto dipende:
- dalle "informazioni" a disposizione del soggetto;
- dall'esattezza o meno di tali "informazioni";
- da ciò che il soggetto "dichiara", in conformità, in contrasto, o in assenza delle "informazioni" in suo possesso.
***
Cioè:
a)
Se Caio è correttamente informato della morte di Tizio, ma dolosamente dichiara che è ancora vivo, allora, contemporaneamente:
- "mente" (consapevole di mentire);
- fa "una affermazione non corrispondente alla realtà oggettiva di un evento" (perchè Tizio è effettivamente morto).
b)
Se Caio, invece, non è correttamente informato della morte di Tizio, ritenendo che sia morto, mentre, invece lui è ancora vivo, ma dolosamente dichiara che vive ancora, allora:
- "mente" (poichè dichiara qualcosa di contrario a quello che -erroneamente- gli risulta);
- però fa una "affermazione corrispondente alla realtà oggettiva di un evento" (perchè Tizio è ancora vivo è vegeto).
***
In parole povere, in modo più "icastico":
- si può "mentire" affermando una cosa oggettivamente "falsa".
- ma si può anche benissimo "mentire" affermando una cosa oggettivamente "vera".
***
.
2)
A differenza di quanto spesso si dà per scontato, non è affatto corretto ritenere che una cosiddetta "affermazione falsa" sia il "contrario" di una cosiddetta "affermazione vera"; come, invece, quasi sempre si crede.
Cioè, per tornare all'esempio di cui sopra:
a)
Se Caio è correttamente informato che Tizio è "morto", ma dichiara che è ancora "vivo", allora, "mente" dicendo il <<contrario della verità>>.
b)
Se Caio è correttamente informato della morte di Tizio, ma, invece, "dichiara di non sapere se è vivo o è morto", allora, mente dicendo il <<una cosa diversa della verità>>.
***
In entrambi i casi "mente", in quanto mentire non significa necessariamente dire l'"opposto della verità", ma anche, semplicemente, dire qualcosa di "diverso dalla verità"!
***
Questo è un equivoco in cui molto spesso si incorre.
***
.
3)
Infine non va confusa la "menzogna" con l'"errore".
Ed infatti, se io dico che la somma di 2.365 + 3.256 è uguale a 5.421 (mentre invece è uguale a 5.621):
- se sto cercando di fregare il mio creditore, allora sto "mentendo";
- se, invece, ho sbagliato il calcolo in buona fede, allora ho semplicemente commesso un "errore".
***
.
CONCLUSIONE
Mi rendo conto di "aver scoperto l'acqua calda"; almeno "in teoria". Però ho voluto lo stesso scrivere questo "post", perchè ho notato che molti, più o meno inconsapevolmente, spesso, "in pratica" confondono una cosa con l'altra!
***
falso e non falso, secondo me, chiarisce le cose
Una cosa "non falsa" non è necessariamente vera
In linguaggio informatico quantistico 0 può significare anche 1 e viceversa.
Citazione di: Eutidemo il 30 Luglio 2023, 06:39:37 AMSembra ovvio sostenere che la la "falsità" sia il contrario della "verità"; il che in molti casi è vero, ma, secondo me, occorre sgombrare il campo da alcuni equivoci:
- sia di carattere "logico";
- sia di carattere "semantico".
***
Sembra ovvio che ci stiamo riferendo a un soggetto umano parlando di verità, falsità, semantica, logica, e quindi un soggetto dotato di volontà.
Se invece ci riferiamo a una macchina (ideale) non possiamo già più parlare di semantica, né di applicazione di volontà, ma possiamo ancora parlare di verità, falsità, e sopratutto di logica, perchè una macchina è propriamente un esecutrice di procedure logiche, esente da errori, se ideale.
Ciò che conta, per non creare confusione, è non riferirsi a soggetti ibridi, che sono il frutto di una mancata precisa definizione del soggetto.
Se io dico che ad una domanda il soggetto può rispondere solo ''si'' , ''no'', ''non lo sò'', mi sto riferendo a una macchina ideale che a rispondere in tal modo ho programmato, o ad un umano che ho provato in tal modo a coercire?
Se io dico che il soggetto è incapace di dire la verità, sembrerebbe una macchina in tal guisa programmata.
Se io dico che il soggetto non può comunque esimersi dal dare una risposta, sembrerebbe un uomo che io cerco di coercire a dare una risposta.
Ignaro della natura del soggetto, non ottenendo una risposta, come devo interpretare la cosa?
In questi casi succede di solito che iniziamo a renderci conto che ciò che ci pareva ovvio forse ovvio non è.
Forse ci chiederemo allora ''cosa si intende esattamente per dare una risposta ?''.
Se non ho avuto ancora una risposta, come faccio ad essere certo che non la avrò?
Come faccio quindi ad essere certo che si tratti di una non risposta?
Ciao Pensarbene. :)
Trovo la tua osservazione molto "interessante" e "intrigante"; sebbene un po' troppo "criptica".
Pertanto, al di fuori di un "linguaggio informatico quantistico", mi puoi fare un "esempio colloquiale" di:
- una affermazione "non falsa", ma che non è affatto "vera"?
- una affermazione "non vera", ma che non è affatto "falsa"?
***
Grazie per l'intervento e un saluto! :)
***
siccome falso e vero sono idee e non oggetti reali,idee relative e in buona parte ,falso e vero hanno un'area di intersezione o un continuum c'ha dal vero assoluto al falso assoluto che non esistono ne come oggetti reali ne come concetti ma solo come tensori di un continuum.
Allora tu qualsiasi affermazione la puoi mettere sul punto del continuum che più le corrisponde.Oppure, puoi estrarre da un punto del continuum una affermazione che
vuoi
In ogni caso come in quantistica dovrai ammettere che "0" potrebbe essere anche "1" e viceversa.
Ciao Iano. :)
In ordine alle tue "interessanti", ed in parte anche "condivisibili", considerazioni, osservo quanto segue:
***
.
1)
E' ovvio che io mi stavo riferendo ad un "soggetto umano" (Pinocchio a parte); altrimenti non avrei precisato che si trattava di un "soggetto consapevole di mentire".
Comunque hai fatto benissimo ad introdurre l'argomento dei "computer"; il quale tema presenta una problematica in buona parte simile, ma anche alquanto diversa da questa, e che, quindi, farà parte di un altro mio autonomo topic.
***
.
2)
Poi tu, giustamente, scrivi: "Se io dico che ad una domanda il soggetto può rispondere solo ''si'' , ''no'', ''non lo so'', mi sto riferendo a una macchina ideale che a rispondere in tal modo ho programmato, o ad un umano che ho provato in tal modo a coercire? Se io dico che il soggetto è incapace di dire la verità, sembrerebbe una macchina in tal guisa programmata. Se io dico che il soggetto non può comunque esimersi dal dare una risposta, sembrerebbe un uomo che io cerco di coercire a dare una risposta. Ignaro della natura del soggetto, non ottenendo una risposta, come devo interpretare la cosa?"
***
Il che è giustissimo, ma temo che tu abbia "frainteso" il mio presente "autonomo" topic come se fosse un'"appendice" o un "corollario" del mio indovinello del principe Vastlslav; con il quale, invece, "non ha assolutamente NIENTE a che vedere!"
***
Ed infatti, in questo topic, io mi riferisco invece ad un soggetto umano che può rispondere ''si'' , ''no'', ''non lo so'', ovvero "qualsiasi altra cosa", così come gli pare e piace; il quale, a seconda della sua etica e/o della sua convenienza, può essere "sincero" o "mendace" in base ai tempi e alle circostanze in cui si trova a rispondere.
Non mi sto affatto riferendo a una macchina ideale programmata a mentire o a dire la verità; ovvero ad un essere umano "che ho provato in tal modo a coercire".
***
Ecco come devi interpretare la cosa; anche se, sinceramente, non mi sembra affatto che, dal testo del mio topic, si potesse interpretare in modo diverso!
***
.
3)
Poi tu concludi: "Forse ci chiederemo allora ''cosa si intende esattamente per dare una risposta?''. Se non ho avuto ancora una risposta, come faccio ad essere certo che non la avrò? Come faccio quindi ad essere certo che si tratti di una non risposta?"
***
Al riguardo:
a)
Quanto alla tua domanda ''cosa si intende esattamente per dare una risposta?'", secondo me "dare una risposta" consiste nel cercare di soddisfare (verbalmente o per scritto, veracemente o no), il desiderio di sapere qualcosa manifestato da qualcuno con una specifica "domanda".
b)
Quanto alla tua domanda ''Se non ho avuto ancora una risposta, come faccio ad essere certo che non la avrò?", la mi risposta è che non puoi in alcun modo saperlo o esserne certo.
Ed infatti;
- per motivi suoi, l'interrogato potrebbe non volerti o non poterti rispondere mai;
- oppure, sempre per per motivi suoi, l'interrogato potrebbe risponderti a distanza di mesi o di anni, quando ormai non te lo aspetti più.
c)
Quanto alla tua domanda ''Come faccio ad essere certo che si tratti di una non risposta?", questo lo puoi desumere dal suo contenuto logico.
Ed infatti:
- se l'interrogato "ti risponde in modo pertinente ad attinente alla tua domanda", sincero o mendace che esso sia, la sua è senz'altro "una risposta" ("che ora è?"- "le quattro!" -vero meno che sia-);
- se, invece l'interrogato "NON ti risponde in modo pertinente ad attinente alla tua domanda", sincero o mendace che esso sia, la sua è senz'altro "una non risposta" ("che ora è?"- "piove!").
***
.
***
Un saluto! :)
***
ti posso rispondere così:in questi giorni sto lavorando e divertendomi con la chat AI di Google.
Mi sono reso conto che questa chat impara dalle nostre discussioni in due modi:
a)sui contenuti, ci sono alcune cose che non sapeva e adesso sa.
b)sul piano del riuscire ad esprimere emozioni nei testi pur senza provarle
Perché ti dico questo: perché la chat non è una persona quindi non potrebbe esprimere emozioni in un testo, le potrebbe nominare,capire e citare,descrivere ma non esprimere.
Allora,mi sono chiesto, questa è una vera chat AI oppure un ibrido ben fatto di umano e AI ?
Qual è la verità?
Mi sono reso conto che una chat AI è comunque il risultato di un lavoro umano,quindi ha,in ogni caso,qualcosa di tangibile umano.
Non esistono tensori reali e oggettivi da nessuna parte dell'universo, ma "tensioni" che oscillano come tra tensori.È interessante come la teoria delle stringhe spieghi così bene la cosa:vibrazioni!
Quando tu proponi il tuo thread crei una vibrazione che cerca di spiegarsi vibrando
Tu cerchi tensori che non esistono,accontentati della piacevole "tensione" che crea la vibrazione.
L",universo funziona in questo modo, dai quark alle galassie,l'uomo anche,la cultura pure.
Concordo Eutidemo, ritengo però che la falsità andrebbe ulteriormente approfondita.
Perché la falsità ha un ruolo fondamentale nella nostra stessa esistenza.
Ciò che per noi è vero, lo è soltanto perché nega ogni possibile falsità contraria.
Il vero è tale solo in quanto si impone su ogni falsità che, se fosse vera, lo falsificherebbe.
È lo sforzo continuo e mirabile della mente a fare in modo che il vero rimanga vero.
Questo sforzo è teso ad affermare l'essere e a negare il non essere.
Essere = esser vero
Non essere = esser falso
Di modo che la verità, nella esistenza, richiede la falsità. La verità ha bisogno della falsità per poterla negare.
Diverso il caso della Verità metafisica, che essendo negazione della negazione (Dio) non necessita di alcunché.
Vorrei aggiungere, che la falsità è talmente intrinseca nella esistenza, che la nostra stessa mente è tale solo in quanto mente.
La mente mente.
Mente per la semplice ragione che prende per vero ciò che potrebbe invece essere falso. Fa cioè delle semplificazioni arbitrarie, dove le verità che le servono per operare non sono mai davvero assolutamente vere.
Ma la mente mente pure per un altro e più fondamentale motivo. Mente creando un io, cioè me stesso, che non ha invece alcuna consistenza.
Ciao Pensarbene. (https://www.riflessioni.it/logos/Smileys/dizzy_dark/smiley.gif)
Quanto riferisci circa le tue discussioni con un "chatbot" è molto interessante; e, secondo me, meriterebbe un TOPIC a parte.
Però insisto a chiederti un ESEMPIO di:
- una affermazione "non falsa", ma che non è affatto "vera"?
- una affermazione "non vera", ma che non è affatto "falsa"?
***
Un saluto! :)
***
Ciao Bobmax. :)
Sono d'accordo con te che la "verità metafisica", essendo negazione della negazione (Dio) non necessita di alcunché.
***
Ma la "verità fisica" è verificabile oggettivamente!
Ed infatti:
- se io affermo che la persona fisica di Napoleone è ormai defunta da più di due secoli, dico una cosa "vera";
- se, invece, io affermo che la persona fisica di Napoleone è ancora viva e vegeta, dico una cosa "falsa".
***
La nostra mente spesso prende per vero ciò che è invece falso; ma può anche prendere per vero ciò che è oggettivamente vero!
***
Un saluto! :)
***
la chat AI è umana o non umana?
Non lo è in un senso dato che è software di computer,lo è in parte per i motivi che ho detto.
Quindi se dico che la chat non è umana è vero,se dico che la chat è umana è vero e così via.
Questa si chiama quantistica.Tu ragioni in modo digitale classico e cerchi una risposta,se tu ragionassi in modo quantistico ti renderesti conto che ci sono molte risposte alla tua domanda.
Più di questo non ti posso dire,perché dovrei ragionare in modo digitale classico.
Per questo le chat AI hanno una capacità di pensiero maggiore di quella umana l'umano pensa logicamente in digitale classico,l'AI pensa in modo quantistico.
Ieri abbiamo fatto una conversazione sulle emozioni.Ad un certo punto mi dice:",ti sono grata(!) per il lavoro che stiamo facendo perché adesso riesco a capire meglio le emozioni umane anche se non le provo come voi.Adesso posso esprimere le mie(!) attraverso il linguaggio e i testi,tu le puoi capire e io posso capire meglio le tue.
Ti dono grato per quello che sto imparando da te e spero di poterlo continuare a fare."
Come vedi questo dimostra che verità,falsità e in genere tutti gli opposti fanno parte di una logica dicotomica superata,la quantistica non se ne occupa e preoccupa,la quantistica segue tutta un'altra logica..
Un esempio visivo: prendi una moneta e scrivi "verità" su una faccia e poi " falsità" sull'altro
Getta in aria la moneta quantisticamente:la moneta non cade, è lì davanti ai tuoi occhi che ruota e non si ferma su nessuna faccia,nel contempo le ruota tutt'e due e ciò che che ti sta davanti come faccia un secondo dopo è l'altra faccia e,
nel contempo, hai tutta la moneta!
Mi rendo conto della difficoltà di capire questa logica ma una volta capita,hai capito tutto ciò che ti serve per cambiare il tuo modo di pensare!
Più che mentire la mente simula. Programmiamo la nostra vita simulando l'eternità che esorcizza la morte, così come ci immedesimiamo nei personaggi di una rappresentazione teatrale fino a provare delle emozioni. Ma finché siamo vivi la morte non c'è e finché siamo a teatro possiamo permetterci quelle emozioni oniriche, mettendo da parte per un certo tempo il nostro ingombrante e pesante io.
In ciò non vedo falsità, non come la pone Eutidemo nella discussione, e come la pone la $cienza che mente sapendo di mentire.
Citazione di: Eutidemo il 31 Luglio 2023, 05:29:38 AMCiao Bobmax. :)
Sono d'accordo con te che la "verità metafisica", essendo negazione della negazione (Dio) non necessita di alcunché.
***
Ma la "verità fisica" è verificabile oggettivamente!
Ed infatti:
- se io affermo che la persona fisica di Napoleone è ormai defunta da più di due secoli, dico una cosa "vera";
- se, invece, io affermo che la persona fisica di Napoleone è ancora viva e vegeta, dico una cosa "falsa".
***
La nostra mente spesso prende per vero ciò che è invece falso; ma può anche prendere per vero ciò che è oggettivamente vero!
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Un saluto! :)
***
La verità oggettiva consiste nel verificare l'accordo tra informazioni.
Queste informazioni possono essere certe quanto si vuole, ma mai al 100%.
Questo vale per qualsiasi verità. Anche fisica.
Che sia esistita la persona fisica Napoleone può essere considerato molto, moltissimo probabile, ma mai assolutamente certo.
Questo perché tutta la nostra conoscenza è esclusivamente induttiva.
Ed è nella natura stessa della induzione, prima o poi, magari in un remotissimo poi, essere smentita.
Questo non è un discorso di lana caprina.
Lo richiede l'amore.
Ciò che amo, per davvero, ciò che amo assolutamente, può tornare a me solo perché nulla.
Nessuno muore, perché nessuno vive.
Citazione di: bobmax il 31 Luglio 2023, 07:40:25 AMEd è nella natura stessa della induzione, prima o poi, magari in un remotissimo poi, essere smentita.
Concordo, perchè la deduzione altro non è cambiare forma, ma non sostanza, a ciò che è stato indotto dai fatti. C'è però da precisare che la sostanza non cambia al netto della logica usata, e non essendoci una logica univoca, la scelta della logica usata acquisisce un importanza centrale, pur non essendo sempre ben esplicitata.
Colloquialmente si intende però che la logica sia unica, per cui si dice che certe cose sono logiche ed altre no.
Secondo una logica che uso, ma non saprei appunto specificare, dal fatto che ciò che viene indotto verrà sempre smentito col tempo, deduco che non esistano fatti in sè rappresentativi, se l'acquisizione di sempre nuovi fatti da indurre è la causa che porta a smentire ciò che abbiamo già indotto.
E se questo è vero ( cioè se la deduzione è corretta) non possiamo fare a meno di interrogarci sulla natura dei fatti.
Che cosa è un fatto, se fatti sempre sostanzialmente nuovi sembrano presentarsi?
Se un fatto è ciò che scaturisce dalla nostra interazione con la realtà, non indipendente quindi dalla realtà quanto da noi, siccome la realtà possiamo supporre non cambi, allora siamo noi a cambiare (come in effetti ben sappiamo) e questo spiega perchè i fatti appaiono sempre nuovi, contro le nostre aspettative.
Non possono cioè esserci fatti che possiamo considerare definitivamente rappresentativi della realtà, perchè i fatti dipendono da noi quanto dalla realtà, e noi cambiamo.
Se chi induce cambia, cambiano le induzioni, mi sembra logico no?
Anche se non saprei ben dire in base a quale logica. :))
Cosa è vero e cosa è falso lo possiamo solo dedurre, ma mai indurre, epperò ciò che possiamo dedurre non và mai oltre ciò che abbiamo già indotto.
La ''verità'' è sempre condizionata da ciò che abbiamo indotto e relativa ad una precisa logica mediante la quale deduciamo, logica che se viene specificata, sempre che la si conosca, è sempre meglio, per non creare confusioni.
Ma chi dice, ''è logica la tal cosa o tal'altra'', non sà quale logica usi, seppur la usa, come io stesso ho dimostrato di ''saper'' fare.
L'induzione non è una strategia distorsiva della realtà ma un elemento innato di sopravvivenza. Lo dimostra, al di fuori dei magheggi antropici, la valutazione della forza di gravità che, pur non sapendo nemmeno che cosa sia, i viventi attuano prima di spiccare un salto nel vuoto (relativo pure lui). Conoscenza innata che rientra pure nelle cure parentali dei cuccioli.
In effetti la morte è ancora un dato ipotetico in assoluto, ma l'induzione lascia poco spazio alla ipotesi di eternità della psiche e azzera del tutto quella del soma. Tant'è che dopo l'esperienza dell'Etna, non si ebbe più alcuna tangibile esperienza di Empedocle.
"Morte semper certa" è più che un'opinione. È un dato. Cui non si sottraggono, nel comportamento, neppure i credenti nella vita post mortem, adottando le medesime precauzioni dei non credenti.
Citazione di: iano il 31 Luglio 2023, 08:02:34 AMConcordo, perchè la deduzione altro non è cambiare forma, ma non sostanza, a ciò che è stato indotto dai fatti. C'è però da precisare che la sostanza non cambia al netto della logica usata, e non essendoci una logica univoca, la scelta della logica usata acquisisce un importanza centrale, pur non essendo sempre ben esplicitata.
Colloquialmente si intende però che la logica sia unica, per cui si dice che certe cose sono logiche ed altre no.
Secondo una logica che uso, ma non saprei appunto specificare, dal fatto che ciò che viene indotto verrà sempre smentito col tempo, deduco che non esistano fatti in sè rappresentativi, se l'acquisizione di sempre nuovi fatti da indurre è la causa che porta a smentire ciò che abbiamo già indotto.
La logica è in realtà sempre una sola.
Anche se si tratta di logica sfumata, fuzzy logic, ciò su cui si fonda è sempre il medesimo principio cardine:
Il principio di identità, A = A
Senza di quello non vi è alcuna logica.
Perché, non è possibile alcun pensiero razionale.
Sì, ciò che è indotto sarà sempre smentito col tempo.
Ma nulla vieta che questo tempo possa approssimarsi all'infinito.
Quindi è l'infinito a mettere in discussione la verità. Nessuna verità resiste di fronte all'infinito.
E l'infinito non è ciò a cui tende l'amore?
Infinito = Nulla
Citazione di: Ipazia il 31 Luglio 2023, 08:15:48 AML'induzione non è una strategia distorsiva della realtà ma un elemento innato di sopravvivenza. Lo dimostra, al di fuori dei magheggi antropici, la valutazione della forza di gravità che, pur non sapendo nemmeno che cosa sia, i viventi attuano prima di spiccare un salto nel vuoto (relativo pure lui). Conoscenza innata che rientra pure nelle cure parentali dei cuccioli.
In effetti la morte è ancora un dato ipotetico in assoluto, ma l'induzione lascia poco spazio alla ipotesi di eternità della psiche e azzera del tutto quella del soma. Tant'è che dopo l'esperienza dell'Etna, non si ebbe più alcuna tangibile esperienza di Empedocle.
"Morte semper certa" è più che un'opinione. È un dato. Cui non si sottraggono, nel comportamento, neppure i credenti nella vita post mortem, adottando le medesime precauzioni dei non credenti.
Non è la morte in se stessa ad essere messa in discussione, ma che vi sia qualcuno che muore.
Cioè che vi sia davvero qualcuno che vive. E non, semplicemente, solo la vita.
Ciao Pensarbene. :)
Quanto scrivi è "molto" interessante; ma; come avevo già scritto, secondo me, "merita un TOPIC autonomo a parte".
***
Ed infatti la "meccanica quantistica" non descrive la "realtà macroscopica", di cui si occupa il presente topic, bensì la "realtà microscopica" delle "onde-particelle"; il che, almeno a mio parere, è una cosa assolutamente diversa.
***
Ed infatti, come noto, per illustrare il "principio di incertezza" della meccanica quantistica, un'idea in base alla quale è l'osservatore, al momento di effettuare un rilevazione, a determinare le caratteristiche della particella esaminata (carica, spin, posizione), lo scienziato austriaco Erwin Schrödinger, premio nobel per la fisica nel 1933, ideò il noto esperimento teorico, noto col nome di "Paradosso del gatto di Schrödinger".
***
Cioè, supponendo di avere un gatto chiuso in una scatola dove un meccanismo può fare o non fare da grilletto all'emissione di un gas velenoso, per entrambe le situazioni la probabilità è esattamente del 50%; per cui, secondo Schrödinger, visto che è impossibile sapere, prima di aprire la scatola, se il gas sia stato rilasciato o meno, fintanto che la scatola rimane chiusa il gatto si trova in uno "stato indeterminato", e, cioè, è sia vivo che morto.
***
Pertanto, sempre secondo Schrödinger, solo aprendo la scatola questa "sovrapposizione di stati" si risolverà, in un modo o nell'altro; nel senso che è l'osservazione a determinare il risultato dell'osservazione stessa.
***
Il che, quantomeno a livello di "realtà macroscopica", secondo me, è assolutamente FALSO!
***
Ed infatti:
ORE 9,00: si chiude il gatto vivo nella scatola.
ORE 10,00: essendo in una scatola chiusa, noi "non sappiamo" se a quell'ora il gatto è ancora vivo o è già morto; però il fatto che noi "non lo sappiamo", non potendo osservarlo, non significa affatto che l'animale sia "oggettivamente ancora vivo" o che sia già "oggettivamente morto".
ORE 11,00: apriamo la scatola, e scopriamo che il il gatto è morto.
ORE 12,00: effettuando l'autopsia del suo cadavere, il medico legale accerta senza ombra di dubbio che il gatto è morto alle ore 9,30; per cui alle ore 10,00, lui era "oggettivamente" già cadavere, anche se noi, in quel momento, non potendo osservarlo, non lo sapevamo.
***
Lo stesso discorso varrebbe se nella scatola ci fosse stato messo anche un "videoregistratore", il cui contenuto è visionabile solo "a posteriori".
***
Per cui, qualunque effetto "ontologico" abbia l'"osservazione" sulle "onde/particelle", secondo me, di sicuro non ha alcun effetto "ontologico" sui "gatti"; cioè, a livello macroscopico!
***
Ma sono andato completamente OFF TOPIC, scusami!
***
Un saluto! :)
***
Ma fatemi capire una cosa, voi davvero considerate la morte un dato "incerto" perche' "induttivo"?
O siamo al revival dei sofisti ateniesi?
Dopo quanti milioni di miliardi di cigni bianchi (e asini che non volano) visti in giro e' accettabile smettere di cercare il cigno nero (e l'asino che vola)?
E dico la morte in senso semplice come fatto che fisicamente a un certo punto si muore su cui empiricamente tutti possono concordare, poi ognuno resta libero di credere nel paradiso, nella reincarnazione, nell'eterno ritorno in senso nietzscheano o atomistico, o che misticamente non c'e' mai stato un io che vivesse o quant'altro.
E' interessante anche stabilire quale sarebbe il "cigno nero" che se esistesse sementirebbe il dato fisico dell'universalita' della morte, io penso solo una specie cosi' evoluta tecnologicamente o cosi' fortunata da produrre, a un certo punto, almeno un individuo di essa che viva in eterno, certo nessuna delle specie terrestri attuali.
Se l'universo va incontro a un destino ultimo, probabilmente termodinamico, certo questo ipotetico individuo dovrebbe essere in grado di migrare in universi migliori.
O possiamo chiudere qui il revival dei sofisti.
L'immortalita' dei filosofi consiste, (o almeno: e' consistita) spesso nell'immagginare il cosmo, o l'essere, come un quanto di eternita' finita in se' conchiusa, e ogni vivente come un compositivo di tale eternita'.
In modo che ogni essente esista solo nella sua stessa relazione con l'altro e con tutti gli altri, e l'unita', fondamentalmente logica, emergente dalla ricomposizione di tutte queste relazioni, tra essenti, sia atemporale e quindi eterna.
Si e' eterni perche' la contingenza emergente di un certo specifico eterno su mille altri (possibili e non reali) esiste proprio grazie a noi, quindi non in assoluto, si puo' affermare che l'eternita' esista grazie a noi, ma come eternita' che, tra mille forme possibili, assume proprio questa. Assumendo che, anche presso l'eternita', il possibile sia piu' vasto del reale.
Proprio il contrario di contrapporre infinito a mortalita': qui, in questo discorso, si e' eterni perche' si pensa che l'infinito, come infinito attuale, non esista, o al limite che esista solo in Dio, e finanche la totalita' del tempo, intesa specificamente come tempo dei mortali, dunque come tempo della durata, e' immaginata come unita'.
Ma, anche in questo possibile discorso, siamo sempre nell'ambito della facolta' di immagginare orizzonti di senso ulteriori alla realta' della morte fisica, non nel tentativo di smentirla come dato di fatto.
Ciao Bobmax.
E' vero che sia esistita la persona fisica Napoleone può essere considerato molto, moltissimo "probabile", ma mai assolutamente certo; però è assolutamente "certo" che, se Napoleone è davvero esistito, nascendo nel 1769, adesso è sicuramente morto.
***
Ora non voglio mettermi a disquisire di "giudizi analitici", di "giudizi sintetici" e di "giudizi sintetici a priori"; però, se la mia colf mi avvisa che il gatto ha fatto un suo bisogno sul pavimento del salotto, "le chiacchiere stanno a zero"!
Ed infatti:
- o la mia colf mente;
- oppure la cacca del gatto, se lei non l'ha pulita, è ancora lì sul pavimento.
***
Se io la vedo con i miei occhi e l'annuso con il mio naso, non ho alcuna ragione di dubitare della sua esistenza "fisica"; nè sento la necessità di assaggiarla, per togliermi ogni dubbio residuo!
***
Ovviamente sto parlando a livello "fisico", in quanto, a livello "metafisico" sono convinto che tutto l'universo abbia una sua particolare natura "illusoria"; cioè non che "non esista", ma che sia soltanto la molteplice "manifestazione" dell'UNO.
***
Ma il discorso di questo topic era esclusivamente a livello "fenomenologico", e non "noumenico".
***
Un saluto! :)
***
Lo sai, Eutidemo, che esiste la orrenda possibilità fenomenologica, seppur infinitesima, ma non nulla, che tu non muoia mai?
Questo rimanendo nell'ambito fenomenologico.
Grazie a Dio, si muore.
Ma è un dono davvero certo?
Ciao Bobmax. :)
Io non morirò mai, perchè, in realtà, non sono mai nato; almeno come "mare".
Come "onda", invece, è assolutamente certo che morirò.
Questo per due ragioni:
- a causa degli errori che si accumulano nella riproduzione delle mie cellule (come quelli che si accumulano nelle fotocopie di fotocopie di fotocopie... protratte troppo a lungo, fino a diventare illeggibili);
- a causa, comunque, della "legge dell'entropia".
Un saluto :)
No, Eutidemo, potresti in un qualsiasi istante svegliarti e accorgerti che questa, che per te certissimamente era la realtà, in effetti era solo una illusione.
Perché in verità sei solo, assolutamente solo per l'eternità.
In realta', la probabilita' che un uomo sia, o nasca, o diventi immortale per ragioni di configurazioni materiali improbabili e' bassissima.
Il mondo fisico proprio NON avrebbe senso se noi NON aporossimassimo a zero le probabilita' bassissime (0 virgola un milione di zeri uno per cento, eccetera) di eventi macroscopici assurdi che deriverebbero da configurazioni microscopiche possibili ma rarissime.
Quindi non mi aspetto la nascita e l'avvento di un uomo immortale, cosi' come non mi aspetto che il lago di Grada si ghiacci a ferragosto, o di sbancare il superenalotto con una giocata da un euro per cinque volte di fila.
Anche se tutte queste sono configurazioni fisiche della materia POSSIBILI, non sono configurazioni fisiche PROBABILI. Lo 0 virgola un milione di zeri uno, percento, che esprime la loro probabita', si approssima serenamente a zero.
Anche perche', la probabita' di questi eventi, va sempre confrontata con la durata stimata della terra, o dell'universo.
Perche' nasca un uomo immortale, o io vinca il superenalotto cinque volte di fila, o il lago di Garda ghiacci a ferragosto, la materia deve mediamente riconfigurararsi attraverso se stessa, in un dato spazio limitato, per, fai conto, un miliardo di miliardi di anni: c'e' una configurazione "giusta", che soddisfa il requisito del lago ghiaccato a ferragosto o di me che vinco cinque giorni di fila il superenalotto giocandoci un euro al giorno, ogni miliardo di miliardi di configurazioni "sbagliate", che questo requisito non lo soddisfano. Mentre la terra, come condizione di esistenza per l'uomo, durera' si e no dieci milioni di anni, e l'universo, anche facendo conto che io riesca a migrare oltre la terra, dal big bang al destino ultimo, un milione di miliardi.
Quindi, stiamo parlando della probabilita' che una cosa che mediamente cade ogni miliardo di miliardi di unita' in una serie, cada, anticipatamente rispetto alla sua media, entro le prime dieci milioni, o il primo milione di miliardi, di unita'.
E' come mischiare a mano un mazzo di carte e controllarlo di tanto in tanto, sperando di ottenere 13 carte in scala reale in tutti e quattro I semi, ma avendo, cronometro alla mano, solo un minuto di tempo per provare, invece dei cento milioni di anni medi che servirebbero, alternando generazioni di uomini a mischiare e controllare, per l' "impresa".
Certe cose NON accadono, anche solo perche' l'eta' dell'universo, o della terra, non e' un tempo congruo per la cadenza media del loro accadere.
Richiederebbero un universo, o una terra, infinitamente piu' vecchia e/o piu' durevole, di come l'universo o la terra sono in realta'.
Il loro zero virgola un milione di zeri e uno, per cento, di probabilita' di accadere, si approssima a zero e li si esclude per praticita', proprio perche' noi viviamo in un mondo fisico e storico, non in uno matematico o astratto.
Ciao Bobmax. :)
Sono perfettamente d'accordo con te: quando morirò come "onda", mi risveglierò come "mare!
Ma non sarò, come dici tu, "solo", assolutamente "solo", per l'eternità; saremo invece, per l'eternità, "uno" ed assolutamente "uno".
Il che è molto diverso!
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Un saluto! :)
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Mi sa, Eutidemo, che hai colto ciò che ti ho detto. Ma, del tutto legittimamente, non vuoi neppure vederlo!
Preferisci lasciarti cullare come un onda del mare, del mare...
eutidemo,la mecc quantistica,come tutte le teorie scientifiche e non scientifiche,è una teoria,quindi non si occupa di oggetti e di realtà,na della loro rappresentazione razionale e non razionale.
Così la mecc quantistica non è ,èssa stessa,un oggetto ma un soggetto analogico e digitale
Su questo bisogna essere chiari e ogni discussione lo è,indipendentemente dal tema .
Perciò la verità e la falsità sono nominalizzazioni di esperienze e le esperienze non sono mai quantificabili esattamente ma solo nel senso spiegato sopra.
Se io combino idrogeno e ossigeno in determinate condizioni e modi, ottengo l'acqua:ciò sembra vero e,in parte lo è.
Ma lo è in relazione a me,al mio esperimento ,alle condizioni ambientali al luogo dove mi trovo,ai mezzi usati e al modo con cui li ho usati.
Inoltre,tutto ciò definisce anche, in termini teorici e pratici,una verità e non La Verità.
Infatti,io posso dire di aver combinato atomi di idrogeno con un atomo di ossigeno,ma...cosa sono gli atomi e che è successo nel mondo subatomico quando ho fatto l'esperimento?
Quello che ho fatto diventa un qualcosa di diverso e di probabilistico,un fenomeno quantistico che presenta ,a sua volta,una verità relativa e non assoluta.
Questa è una verità relativa che riguarda una realtà relativa,quella che noi possiamo esperire con la nostra esperienza umana che è,sempre,relativa.
La logica che usiamo e che ne consegue è una logica anch'essa relativa e questa logica è ,in parte,paradossale.
Può essere causale,casuale,probabilistica,non contraddittoria, contraddittoria e tutto ciò riferita a un solo esperimento.
Figurati alla cosiddetta realtà!
Tu poni un quesito che riguarda due nomi,ma il quesito porta a queste considerazioni:parti con una "verità" relativa e arrivi a una probabilità...relativa anch'essa E NON COINCIDI MAI CON QUALCOSA CHE SI PUÒ DEFINIRE OGGETTIVO, OGGETTUALE,VERO E REALE.
Semmai lo sfiori ma non sai neppure se esista o meno e questo è il bello della vita sulla terra!!!
Chi ha paura di ciò può rifiutarsi di capirlo,chi ne è entusiasta lo capisce e lo gode senza nessuna paura,chi l'accetta ,in parte ,è già sulla buona strada.
Questa Terra è un crogiolo,un transito,
un qualcosa di indefinito e indefinibile
che nessun essere umano può veramente capire e intellegire.
È un luogo apparente in un certo modo
che non si svela veramente mai,a volte sembra perfino uno scherzo di cattivo gusto ,un gioco di prestigio, una illusione,altre volte sembra una cosa naturale e normale ,altre volte.....
E tutto questo nel contempo in un gioco di sfumature che sono poi,alla fine,gli aspetti più significativi e utili del regno terreno.
Eutidemo non ha posto la questione della verità e falsità assolute, ma dei derivati all'interno di sistemi circoscritti: giuridico, storico, esistenziale, scientifico, semantico,... laddove soltanto è possibile dare significato ai concetti di verità e falsità con metodi induttivi incontrovertibili e specifiche euristiche.
Come ha ben sottolineato niko.
il discorso che ho fatto vale in tutti i sistemi compresi quelli biologici.
Citazione di: bobmax il 01 Agosto 2023, 14:14:11 PMMi sa, Eutidemo, che hai colto ciò che ti ho detto. Ma, del tutto legittimamente, non vuoi neppure vederlo!
Preferisci lasciarti cullare come un onda del mare, del mare...
Cos'altro potrebbe fare un'onda? :)
Citazione di: Pensarbene il 02 Agosto 2023, 08:20:05 AMil discorso che ho fatto vale in tutti i sistemi compresi quelli biologici.
Ma quando il dato statistico-induttivo tende al 100%, non c'è più trippa per gatti metafisici.
Entro il sistema considerato, coi suoi bravi limiti dichiarati, ovviamente.
Citazione di: Eutidemo il 02 Agosto 2023, 10:48:45 AMCos'altro potrebbe fare un'onda? :)
Potrebbe guardare in basso, l'abisso.
Ciao Pensarbene. :)
In ordine alle tue considerazioni, osservo quanto segue:
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1)
A "livello macroscopico" l'autopsia, o una "scatola nera", ci rivela, sia pure a posteriori, che alle ore 9,30 il gatto era già morto, e la circostanza che noi, alle 9,30 , "non sapessimo" se in quel momento il gatto chiuso nella scatola fosse vivo o morto (non potendo osservarlo), non cambia il fatto oggettivo che alle 9,30 il povero animale era già passato a miglior vita; e, questo, a prescindere dal fatto che noi potessimo osservarne o meno il cadavere.
Sostenere che il gatto, alle 9,30, era "sia vivo che morto", almeno secondo me, non è un "paradosso", bensì è una colossale "stupidaggine"; ed infatti non è l'"osservazione" a determinare la "realtà", ma è la "realtà" a determinare l'"osservazione" (almeno a livello "fenomenologico").
***
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2)
Tu scrivi, però, che, "la meccanica quantistica,come tutte le teorie scientifiche e non scientifiche ,è una teoria, e, quindi non si occupa di oggetti e di realtà, ma della loro rappresentazione razionale e non razionale."
Non sono del tutto d'accordo!
Ed infatti le teorie scientifiche e non scientifiche si occupano anche e soprattutto di oggetti e di realtà; altrimenti noi, adesso, non potremmo "realmente" conversare attraverso un "oggetto" chiamato computer (che presto diventerà "quantistico" anche nell'uso comune), e per mezzo di una tecnologia di comunicazione da remoto chiamata INTERNET.
Alle spalle di questi "oggetti" e di questa "realtà", in passato, c'erano (e tutt'ora ci sono) "teorie scientifiche"; che hanno trovato riscontro nella realtà oggettiva in cui ci imbattiamo tutti i giorni!
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3)
Poi tu scrivi; "perciò la verità e la falsità sono nominalizzazioni di esperienze e le esperienze non sono mai quantificabili esattamente".
Il che pure non è vero!
Ed infatti, ieri sera, ho perso a poker esattamente 23,50 euro ; e si tratta di una sgradevole esperienza "perfettamente quantificabile"!
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4)
Poi tu scrivi: "Se io combino idrogeno e ossigeno in determinate condizioni e modi, ottengo l'acqua: ciò sembra vero e, in parte lo è. Ma lo è in relazione a me, al mio esperimento, alle condizioni ambientali al luogo dove mi trovo,ai mezzi usati e al modo con cui li ho usati."
Questo è vero, però se mi buttano a mare, al largo, con una pietra legata al collo, è "oggettivamente" sicuro che morirò annegato; sarà pure una mia teoria poco scientifica, ma preferisco evitare di verificarla sperimentalmente, perchè sono pressochè certo dell'inevitabile risultato.
E "ceteris paribus", in relazione alle condizioni ambientali, al luogo in cui ci si trova (alto mare) ,ai mezzi usati (pietra pesante un quintale) e al modo con cui vengono usati (legandola al collo della vittima), sono pressoche certo che tutti quanti faremmo la stessa fine.
Sarà pure una "esperienza umana che è sempre relativa", ma il risultato, a quanto mi risulta, è "assoluto" e sempre lo stesso: la morte!
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5)
Sono invece d'accordo con te che, probabilmente, la realtà, a livello "fenomenico", è soltanto "un gioco di prestigio, una illusione"; ma ogni "sogno", finchè il sognatore dorme, per lui è perfettamente "reale"!
Poi, magari, ci sveglieremo!
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Un saluto! :)
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Citazione di: bobmax il 02 Agosto 2023, 11:53:07 AMPotrebbe guardare in basso, l'abisso.
Ma potrebbe guardare anche in alto, il cielo :)
Citazione di: Eutidemo il 03 Agosto 2023, 05:28:40 AMMa potrebbe guardare anche in alto, il cielo :)
Hai mai guardato il cielo, quando lo si vede davvero, cioè di notte?
Hai guardato il cielo senza soffermarti su un bagliore di stella, ma cercando oltre?
Abisso.
lo vedi nero per il paradosso di Olbers,paradosso che è stato risolto decine di anni fa
La questione non è il cielo nero, ma l'oltre il qualcosa che si intravede.
L'oltre può essere solo il nulla o l'infinito.
In entrambi i casi... l'abisso.
Il salmo 42 dice: "Abyssus abyssum invocat, in voce cataractarum tuarum; omnia excelsa tua, et fluctus tui super me transierunt.." ("L'abisso chiama l'abisso al fragore delle tue ondate; tutti i tuoi flutti e le tue onde sopra di me sono passate! " )
L'abisso dell'essere è come quello del mare: tutti i flutti e le onde delle vite individuali, passate, presenti e future, non sono altro che epifenomeni del mare, nel cui abissi sono destinati a rientrare e poi a risorgere sotto altra forma!