La felicità è uno stato mentale. Quando il cervello produce dopamina(è altri chimici che non sto ad elencare), si ha uno stato di benessere, di leggera euforia, la felicità appunto. Questo stato non può durare in eterno ma è di breve durata, poi si ritorna allo stato di normalità( di ricerca di stimoli). È un continuo alternarsi di Felicità, normalità, tristezza e noia. Viviamo in uno stato perenne di ricerca di stimoli gratificanti, che producano dopamina. Anche stando sdraiato in un divano si può essere felici, magari semplicemente pensando. Oppure c'è chi ha bisogno di lunghe camminate per sentirsi bene. Ripeto la felicità è solo uno stato mentale, uno stato alterato di chimici. L'evoluzione è anche la continua ricerca del benessere, che ci ha portato a progredire. Il cervello ama tutto quello che produce dopamina, anche al costo di morire. Infatti il nostro cervello non riconosce i veleni come le droghe appunto. Bisogna aimè con il lungo andare aumentare le dosi, perché subentra l'abitudine, quindi bisogna rinnovare o cambiare lo stimolo che generi felicità. Inutile quindi possedere tanto denaro, il segreto è comprendere come la mente funziona e giocare d'astuzia. Non diventare abitudinario e non eccedere. Non c'è ricetta ne via per la felicità. L'unica cosa certa è che dobbiamo comprendere il meccanismo mentale e trarne il miglior beneficio. A volte basta solo il pensiero a stimolate dopamina, musica, socializzare, sesso, sport etc etc. Non bisogna alterare il cervello usando droghe o diventando dipendenti da cibo, cose o persone. Un buon equilibrio si ottiene con il giusto mezzo. L'amore che prova una madre per il figlio è un esempio di grande felicità, oppure come opposto, un Monaco che raggiunge la pace mentale in completa solitudine. Non esiste un manuale, voi siete i vostri maestri, voi siete unici. Diffidate di chi vi propone una via, cercatela in voi stessi. Tanto tutti cercano dopamina in un modo o nell'altro. Che vogliate o no siamo tutti dipendenti della felicità. È il nostro scopo, essere felici. Buona dopamina a tutti.
Citazione di: daniele75 il 12 Dicembre 2019, 04:26:14 AM
La felicità è uno stato mentale. ... Tanto tutti cercano dopamina in un modo o nell'altro. Che vogliate o no siamo tutti dipendenti della felicità. È il nostro scopo, essere felici. Buona dopamina a tutti.
Presto fatto:
basta andare in farmacia.
Ahaha non fa. La dopamina esiste come farmaco solo per il parkinson. Sono già andato. Ahaha
Prova con internet. Si trova tutto... corrompi la farmacista...ingegnati.
Niente da fare, solo integratori fasulli. La dopamina viene digerita dallo stomaco. Al massimo trovi ossitocina spray, oppure antidepressivi sierotoninergici. Esagerando alla Bob, un bel cannone e via
Guarda che è una flebo iniettabile. Non passa per lo stomaco.
Si ma scusa devo stare sotto flebo? A quel punto fumo, o cerco vie naturali per produrla. Se hai consigli da darmi. Non flebo però ahahsh
Per come la vedo io esistono due livelli:
1- benessere: quando soddisfiamo le "richieste" che provengono dalla nostra natura inferiore.
2- felicità: quando integriamo le "richieste" che provengono dalla nostra natura inferiore all'interno della nostra natura superiore (creatività, intelligenza, libero arbitrio, compassione). In sintesi quando riusciamo ad esercitare la nostra "creatività".
Spesso si confonde il concetto di benessere col concetto di felicità.
Tutto il tuo parlare di dopamina riguarda solo il benessere che riguarda solo la nostra natura inferiore.
E' per questo che la dopamina con la felicità non c'entra nulla.
La felicità è un concetto legato alla nostra natura superiore e siamo "felici" solo quando agiamo a partire dalla nostra natura superiore esercitando la nostra "creatività"(con intelligenza, libero arbitrio e compassione).
Perchè questo è ciò per cui siamo stati creati...questo è il motivo della comparsa dell'homo sapiens. Questa è la nostra specificità.
La nostra specificità sta nella nostra natura superiore. E siamo felici solo quando siamo "sintonizzati" con la nostra natura superiore e quando possiamo esercitare la nostra natura superiore integrando in essa la nostra natura inferiore (che non va demonizzata nè repressa).
Guarda che è tutto un miscuglio di chimici. Stai sbagliando. Tua madre senza l'ossitocina non ti avrebbe amato
Citazione di: daniele75 il 12 Dicembre 2019, 11:07:45 AM
Guarda che è tutto un miscuglio di chimici. Stai sbagliando. Tua madre senza l'ossitocina non ti avrebbe amato
Non credo.
L'ossitocina determina il "sentire"...il "percepire" L'ATTACCAMENTO. E' cioè un meccanismo che nasce dalla nostra natura inferiore.
Dopodichè, l'amore va ben oltre il semplice "sentire" o "percepire" L'ATTACCAMENTO. L'amore è AZIONE...e coinvolge tutte le caratteristiche della nostra natura superiore.
È solo poesia. L'amore è chimica.
Citazione di: daniele75 il 12 Dicembre 2019, 11:15:14 AM
È solo poesia. L'amore è chimica.
Sciocchezze.
L'innamoramento è chimica (natura inferiore).
L'amore è AZIONE INTENZIONALE e coinvolge le qualità della nostra natura superiore (creatività, intelligenza, libero arbitrio, compassione)
Se hai uno squilibrio chimico non riesci ad amare nessuno. Il risultato dell'azione dipende dalla salute e dal l'equilibrio dei chimici. Prova senza serotonina a socializzare.
Salve danieole75 e myfriend. Voglio farvi i miei complimenti poichè state inaugurando una nuova angolazione dalla quale discutere il fenomeno "felicità". La chimica organica. Sulla quale io sinceramente credo sia basato tutto il mondo delle nostre emozioni. Almeno a livello oggettivo.
Il fatto è che la felicità è argomento interessante per noi tutti solo se affrontato in via soggettiva.
Inoltre il punto di vista biochimico di questi aspetti competerebbe secondo me alla sezione "scienza e tecnologia" e non certo a quella filosofica. Cominque saluti ed auguri.
Che ci piaccia o no, è tutta una questione di chimici. Infatti lo sanno bene quelli del marketing "il mercato della dopamina". Siamo progettati per stimolare la secrezione di alcuni chimici della felicità. Il resto è filosofia. Questa è scienza.
Buona dopamina a tutti. Riprendendo il discorso sull'approvvigionamento della felicità mica ci dobbiamo arrestare di fronte a leggi inique che la garantiscono solo ai parkinsoniani e passare sotto le forche caudine delle multinazionali americane che fanno i soldi sulla sofferenza altrui. Anche la loro costituzione afferma il diritto alla felicità (di quelli che si facevano servire nei campi, a tavola e a letto da schiavi africani) e quindi andiamocela a prendere laddove la saggezza orientale riesce a produrla a buon mercato fottendosene delle barriere monopolistiche e ideologiche occidentali. Se ha da essere dopamina, dopamina sia. Mica integratori o surrogati: dopamina pura opportunamente veicolata. La chimica orientale è valida come quella occidentale e da chimica ve lo posso garantire. Chi ha esperienza di droghe e farmacologia potrà poi insegnarci il metodo di somministrazione miglior per ottimizzare l'assunzione dalla dopamina sintetica. Buona felicità a tutti.
Sarei curioso dove reperire tali chimici. Io ho provato prodotti naturali molto deludenti come la griffonia per la serotonina. Attendo link o utili conoscenze
Citazione di: daniele75 il 12 Dicembre 2019, 11:21:09 AM
Se hai uno squilibrio chimico non riesci ad amare nessuno. Il risultato dell'azione dipende dalla salute e dal l'equilibrio dei chimici. Prova senza serotonina a socializzare.
Se hai uno squilibrio chimico stai male, ed è ovvio che non riesci ad amare qualcuno. O meglio...è molto più difficile e complicato.
Allo stesso modo...se hai fame e non mangi da una settimana, stai male. Tutto il tuo organismo è "risucchiato" dalla natura inferiore che reclama di essere soddisfatta.
Il problema è che tu mischi tutto insieme per il semplice fatto che ignori i fondamenti della natura umana.
Prendiamo la fame, per esempio.
Certamente quello che muove l'organismo è l'istinto primordiale della fame. E, di fatto, basterebbe "sfamarsi" come fanno gli animali.
Eppure noi homo, a partire dalla fame, abbiamo creato i ristoranti, gli chef, la bellezza di una tavola imbandita, le ricette, le tradizioni culinarie, i piatti tipici e l'invito a cena.
E' chiaro che quello che muove tutto è l'istinto animale (natura inferiore) della fame.
Tuttavia noi homo, a partire da questo istinto e sopra questo istinto, applicando le nostre specifiche facoltà della natura superiore (creatività e intelligenza), abbiamo arricchito di creatività e di intelligenza questo istinto primordiale.
Lo stesso è per l'amore.
Tutto parte sempre da un istinto primordiale (natura inferiore). Ma, esattamente, come avviene per la cucina, noi homo sapiens abbiamo la possibilità di arricchire di creatività e intelligenza questo istinto primordiale.
Il tuo modo di vedere l'amore/felicità è limitato al semplice soddisfacimento di istinti primordiali attivati da sostanza chimiche.
E ignori tutto il resto.
E' un po' come dire che limiti il nutrirsi al semplice sfamarti.
Il semplice sfamarti "soddisfa" un istinto primordiale, ma non ti dà felicità.
La felicità nasce quando riusciamo a integrare questo stimolo primordiale all'interno delle nostre facoltà superiori: una cena con una bella tavola imbandita, magari a lume di candela in una bella atmosfera in riva al mare. Con una bella bottiglia di vino. E delle ricette ben fatte.
Lo stesso è per l'amore.
Tu non stai parlando di amore. Stai parlando del semplice istinto di "attaccamento"/innamoramento e di soddisfazione sessuale.
L'amore è qualcosa di molto più ampio che coinvolge anche le nostre facoltà superiori.
Esattamente come nutrirsi, per noi, non significa solo sfamarci. Ma significa integrare l'istinto primordiale della fame all'interno di un contesto "creativo" più ampio.
Per chi è in grado di apprezzarlo eh.
Poi certo...ci sono anche quelli che quando mangiano si "sfamano" e basta.
Ma come si dice in quel caso? "Sembri un animale!". E c'è del vero in questa affermazione.
Limitare la felicità all'assunzione di droghe signifca prendere una grossa cantonata.
Ti puoi drogare con tutte le sostanze che vuoi. Renderai soddisfatto il tuo corpo. Ma non sarai mai felice.
Che è esattamente quello che capita ai drogati di sostanze stupefacenti.
Confondono il benessere con la felicità.
Esattamente come fai tu.
Manca una distinzione fondamentale del latino, felicitas =\= levitas. Avere album interi di foto a 32 denti e avere 2 appuntamenti dallo psichiatra a settimana è ormai la norma sociale, visto che non si riesce a capire la differenza.
Salve myfriend. Citandoti : "La felicità nasce quando riusciamo a integrare questo stimolo primordiale all'interno delle nostre facoltà superiori: una cena con una bella tavola imbandita, magari a lume di candela in una bella atmosfera in riva al mare. Con una bella bottiglia di vino. E delle ricette ben fatte".
La corretta definizione di felicità dovrebbe secondo me essere "la condizione al cui interno - per avvenuta loro soddisfazione o per loro eliminazione - risultano adempiuti od assenti tutti i bisogni e tutti i desideri". Trovi ? Saluti.
Tornare alle origini di un concetto fa sempre bene. C'è poco da aggiungere alla
Lettera a Meneceo di Epicuro per capire cos'è la felicità. Piuttosto da togliere. Ma già lui aveva cominciato a farlo, con la discrezione leggera di chi ha capito il senso della caverna platonica.
Citazione di: viator il 12 Dicembre 2019, 21:35:32 PM
Salve myfriend. Citandoti : "La felicità nasce quando riusciamo a integrare questo stimolo primordiale all'interno delle nostre facoltà superiori: una cena con una bella tavola imbandita, magari a lume di candela in una bella atmosfera in riva al mare. Con una bella bottiglia di vino. E delle ricette ben fatte".
La corretta definizione di felicità dovrebbe secondo me essere "la condizione al cui interno - per avvenuta loro soddisfazione o per loro eliminazione - risultano adempiuti od assenti tutti i bisogni e tutti i desideri". Trovi ? Saluti.
No, non trovo. Non sono d'accordo.
Primo punto: gli istinti di base (natura inferiore) non si possono "eliminare". Questo è proprio quello che cercano di fare le religioni istituzionalizzate da secoli...cioè la "repressione" degli istinti di base ritenuti opera del demonio. Una sciocchezza colossale che causa, nella migliore delle ipotesi, la ipocrisia. Nella peggiore delle ipotesi, la pedofilia e turbe psichiche rilevanti.
Gli istinti di base (natura inferiore) non sono opera del demonio, ma sono i meccanismi creati dall'evoluzione per consentire il perpetuarsi della vita. Meccanismi che noi, homo sapiens, abbiamo ricevuto in eredità dall'evoluzione e dalle specie che ci hanno preceduti nella scala evolutiva.
Negare o reprimere gli istinti primordiali (natura inferiore) produce solo l'effetto contrario...cioè quello di potenziarli.
Se hai fame e non mangi (negando o reprimendo questo istinto di base), il tuo organismo non farà altro che potenziare il "bisogno di mangiare"...cioè l'istinto diventerà sempre più potente fino a prendere il sopravvento su ogni altra cosa.
Secondo punto: soddisfare gli istinti di base. Anche questo è un errore. Ed è un errore perchè gli istinti di base (natura inferiore) sono concepiti e calibrati per vivere una realtà di "competizione". Gli istinti di base, cioè, sono validi in un livello di realtà (quello anteriore alla comparsa dell'homo sapiens...cioè la realtà "animale") in cui il lupo mangia l'agnello, in cui branchi di leoni combattono tra loro per il predominio del territorio e della razza.
Quindi, anche l'affermazione in base alla quale "dobbiamo soddisfare tutti i bisogni o istinti di base" non è corretta, per il semplice motivo che non tiene conto del fatto che noi homo abbiamo (in più rispetto agli altri animali) una "natura superiore" (creatività, intelligenza, compassione, libero arbitrio).
Quindi, per me, la definizione corretta è e rimane:
La felicità nasce quando noi homo sapiens riusciamo a integrare e armonizzare i nostri istinti/bisogni/desideri di base primordiali (natura inferiore) all'interno delle nostre facoltà superiori (natura superiore). Cioè quando riusciamo a "illuminare" la nostra natura inferiore con le facoltà o caratteristiche della nostra natura superiore (creatività, intelligenza, compassione, libero arbitrio).
Per spiegare questo concetto ho fatto l'esempio della differenza tra "branco" e "comunità".
Il nostro istinto primordiale di base (natura inferiore) ci porta a vivere nella logica del branco: cioè un gruppo chiuso, in cui vige la legge della sottomissione al branco e al capobranco, in cui c'è la rivalità tra branchi avversari e la competizione/lotta per il predominio del territorio e della razza. Assecondare o soddisfare questo istinto di base ha portato alla nascita di ideologie come la mafia/massoneria, la monarchia, il nazismo, il comunismo e alla nascita delle religioni istituzionalizzate e gerarchizzate.
Armonizzare questo istinto di base all'interno delle nostre facoltà superiori, invece, significa la creazione della "comunità"...che è la versione più evoluta (che nasce dalla nostra natura superiore) dell'istinto di base "branco" (che appartiene alla nostra natura inferiore): nella comunità la leadership è condivisa, non c'è sottomissione perchè ognuno è leader, c'è apertura verso altre comunità, non c'è rivalità nè competizione.
Quindi...non si nega nè si reprime un istinto di base (branco). Nè si soddisfa l'istinto di base (branco) per quello che è e per come lo abbiamo ricevuto in eredità dall'evoluzione (la nostra natura inferiore). Ma questo istinto di base viene "illuminato" dalla nostra natura superiore e si crea una realtà nuova (comunità)...specifica nostra di homo sapiens, che parte da un nostro istinto di base della nostra natura inferiore (branco) che però viene "illuminato" dalle facoltà superiori della nostra natura superiore.
Questo è ciò che ci rende felici.
Saluti.
Oltre due secoli prima che lo psicologo statunitense Abraham Maslow concepisse il concetto
"gerarchia dei bisogni o esigenze", divulgato nel suo libro "Motivation and personality", pubblicato nel 1954, il filosofo italiano Giambattista Vico nel 1725 scrisse nella prima edizione de "I princìpi della scienza nuova": Gli uomini prima sentono il necessario; poi badano all'utile; appresso avvertiscono il comodo; più innanzi si dilettano nel piacere; quindi si dissolvono nel lusso; e finalmente impazzano in strapazzar sostanze".
In psicologia
il bisogno è la percezione della mancanza totale o parziale di uno o più elementi che costituiscono il benessere dell'individuo.
Questa scala di bisogni secondo Maslow è suddivisa in cinque differenti livelli, dai più elementari (necessari alla sopravvivenza dell'individuo) ai più complessi (di carattere sociale). L'individuo si realizza passando per i vari stadi, i quali devono essere soddisfatti in modo progressivo. Questa scala è internazionalmente conosciuta come la "
piramide di Maslow".
(http://1.bp.blogspot.com/_ovrHR1mjU7Y/TBIBiGSg5UI/AAAAAAAAAjs/Uh2UFQduOYw/w1200-h630-p-k-no-nu/maslow.jpg)
I livelli di bisogno concepiti sono:
Bisogni fisiologici ( fame sete, ecc.)
Bisogni di salvezza, sicurezza e protezione
Bisogni di appartenenza ( affetto, identificazione)
Bisogni di stima, di prestigio, di successo.
Bisogni di realizzazione di sé (realizzando la propria identità e le proprie aspettative e occupando una posizione soddisfacente nel
g gruppo sociale).
Successivamente sono giunte critiche a questa scala di identificazione, perché semplificherebbe eccessivamente i bisogni dell'uomo e, soprattutto, il loro livello di importanza. La scala sarebbe perciò più corretta in termini funzionali alla semplice sopravvivenza dell'individuo che in termini di affermazione sociale.
Sarebbero i bisogni di tipo psicofisiologico, più che psicologico. Altre critiche: la successione dei livelli potrebbe non corrispondere a uno stato oggettivo condivisibile per tutti i soggetti.
Lo stesso Maslow nel libro Toward a Psychology of Being del 1968 aggiunse alcuni livelli che aveva inizialmente ignorato.
@altamarea
Mi sembra un ottimo contributo. Ignoravo la "piramide di Maslow" che mi sembra un ottimo spunto di riflessione.
Riflettendoci, però, non sono d'accordo.
I bisogni nascono dagli strati del nostro cervello.
1-cervello rettiliano, il più antico: fame, sete, riproduzione sessuale, attacco e fuga, individualismo/egoismo, competitività, territorialità, aggressività
2-cervello paleomammaliano, lo strato intermedio: è la sede delle emozioni, della vita in branco e della socializzazione: bisogno di salvezza, protezione, sicurezza (nel branco)...bisogno di appartenenza e dipendenza al branco e identificazione col branco (legami affettivi e parentali, protezione dei cuccioli, relazioni sociali, sottomissione al branco e al capobranco, creazione di clan nel branco)...bisogno di stima e prestigio (fa sempre parte delle dinamiche del branco unite all'individualismo...e cioè bisogno di essere accettato dal branco e di scalare posizioni di prestigio nel branco)
3- neocorteccia, lo strato più esterno e nuovo: bisogno di realizzazione di sè...perchè il "sè" nasce dall'autoconsapevolezza. Bisogno di creatività, bisogno di libertà, bisogno di empatia e compassione.
Dopodichè...il modo in cui questi bisogni si combinano a si esprimono dipende dalla nostra crescita psico-spirituale.
Esistono persone che hanno raggiunto la vecchiaia ma non hanno ancora superato la logica e i bisogni del branco.
Come esistono persone che hanno raggiunto la vecchiaia e non hanno ancora superato la logica rettiliana e i bisogni rettiliani.
Il problema è che gli istinti della natura inferiore (rettiliano e paleomammaliano) ce li abbiamo gratis perchè sono fortemente radicati in noi...sono infatti il risultato di centinaia di milioni di anni di evoluzione radicati nel nostro cervello.
Nessuno infatti ti deve insegnare ad avere fame...come nessuno ti deve insegnare le logiche del branco e nessuno ti deve insegnare a desiderare un uomo o una donna. Sono bisogni fortemente radicati in noi...ed emergono spontaneamente ed hanno spontaneamente il sopravvento. Proprio perchè sono radicati in centinaia di milioni di anni di evoluzione.
Le nostre facoltà superiori, invece, non le abbiamo gratis. Vanno coltivate perchè sono recenti...non si sono ancora radicate, infatti esistono da soli 200mila anni.
Infatti mandiamo i bambini a scuola non certo per insegnargli a sentire la fame o a vivere in branco o a desiderare un maschio o una femmina...ma per sviluppare la loro intelligenza, creatività, spirito critico...tutte facoltà della nostra natura superiore.
E non basta una vita intera per coltivare e sviluppare le facoltà della nostra natura superiore.
Citazione di: daniele75 il 12 Dicembre 2019, 11:21:09 AM
Se hai uno squilibrio chimico non riesci ad amare nessuno. Il risultato dell'azione dipende dalla salute e dal l'equilibrio dei chimici. Prova senza serotonina a socializzare.
Ciao Daniele, la maggior parte delle volte lo squilibrio chimico ha una causa precisa, per cui bisognerebbe agire su quella, i processi chimici avvengono in modo normale se c'è una mente e una psiche sana, la serotonina la si può assumere sotto prescrizione medica, ma ci deve essere in contemporanea anche un aiuto psicologico e riucire in qualche maniera a risolvere i blocchi.
Per come la vedo io, penso che la felicità sia uno stato mentale che non dura tantissimo, ci sono momenti estrema felicità, alternati ad altri stati d' animo, non puoi far durare sempre e alla stessa intensità lo stato d' animo gioioso, per cui bisognerebbe lavorare su se stessi per la serenità e l' equilibrio interiore.
Citazione di: daniele75 il 12 Dicembre 2019, 04:26:14 AM
Non esiste un manuale, voi siete i vostri maestri, voi siete unici. Diffidate di chi vi propone una via, cercatela in voi stessi. Tanto tutti cercano dopamina in un modo o nell'altro. Che vogliate o no siamo tutti dipendenti della felicità. È il nostro scopo, essere felici. Buona dopamina a tutti.
Non condivido molto la tua tesi, della quale, in coerenza con quanto scrivi,
dovrei diffidare.Tuttavia non condivido affatto la diffidenza verso gli altri. Anzi ritengo che l'esperienza degli altri sia molto utile perché sebbene siamo unici siamo molto simili, uguali per moltissimi aspetti. Infatti se rivolgi i tuoi consigli agli altri stai supponendo che gli altri siano come te.
"Che rumore fa la felicità? Aveva il brillio degli occhi di un Palomino. Profonde pozze d'inchiostro. Perdevi il fiato in istanti, ritrovavi la tua dimesione in attimi. Galloppa adesso che ancor le gambe ti reggono. Sorridi in un'unione. Oggi la felicità ha l'odore di un equino, il suono del suo nitrire, la profondita delle sue iridi."
La scrissi in un momento di buona Felicità, non ancora ottima.
Per me, soggettivo parere, la felicità migliore è quella immotivata, senza ragione alcuna. Difficile ottenerla, io ebbi un solo momento nella vita dove provai tale felicità. Scrissi un racconto mentre mi trovavo in quello stato e riscontrai che dopo un tot di tempo esso evaporava.
Raggiunto tramite l'accurata meditazione, nell'annullamento dei pensieri vigevano solamente le emozioni, seppur forti, in quel frangente risultavano ordinate.
Conosco la serenità e l'euforia, tanto quanto l'entusiasmo. Ma la felicità la conosco ben poco e quindi non posso esprimermi a pieno regime.
Vi leggo e leggerò, intanto continuo a somministrare domapina alla mia persona, che sia (citando voi) un'erbetta miracolosa, o meglio un mantra antico per mettere in sordina nuovamente i pensieri.
Certo bisogna ammettere che zittire la mente, leggendovi, è improbabile se non impossibile(ahah). Siete un'ottima fonte di riflessione e di questo vi ringrazio. C'è da imparare ed arrichirsi sempre.
Ritengo che la felicità, intesa come l'aver appagato ( solo animalescamente o anche sentimentamente) tutti i desideri, sia in contrasto con il vivere.
Ritengo infatti che per vivere sia necessario avere sempre un desiderio da appagare.
La sofferenza per la mancanza di qualcosa è il motore della vita.