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LOGOS - Argomenti => Tematiche Filosofiche => Discussione aperta da: Ipazia il 02 Settembre 2024, 13:55:18 PM

Titolo: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: Ipazia il 02 Settembre 2024, 13:55:18 PM
I dintorni sono l'ontologia, oggetto di competenza della "scienza", la cui fenomenologia non è riducibile ad una unica essenza metafisicamente prestabilita ma, come tutte le cose umane, deve rendere conto del contesto fattuale in cui si manifesta.

Dal mio punto di osservazione scorgo tre fenomenologie principali della scienza, esprimibili con lo stesso fonema ma non omogenee tra loro per cui, come Peter Sloterdijk col cinismo, userò una ortografia diversa per distinguerle.

scienza:

E' la fattispecie ideale, cui solo spetta l'attributo di episteme, l'idea originaria di accesso alla verità (a-letheia) disvelata attraverso il sapere (sophia) che anima il suo amante filosofo. Ha un carattere più iperuranico che terreno, interessato solo all'oggetto del suo amore, ma deve fare i conti con la realtà antropologica, più attratta dal falso che dal vero, a causa di altri interessi da soddisfare, dissimulandone gli scopi. Attrazione che dà origine alla

Scienza:

la parte ideologica della scienza (fisicalismo, scientismo), il cui mantra ripetibile ad libitum è "io credo nella Scienza". Ossimoro assoluto, visto che la fede è in rotta di collisione frontale col dubbio metodologico che anima l'amante di sophia, al contrario del soggetto fidelizzato, prodotto ad hoc della

$cienza:

la forma fenomenologica dominante, incarnata nell'attuale "comunità scientifica", sempre più dipendente dal fattore $ per svolgere il suo "mestiere". Fattore $ che poco ha da spartire con l'idea originaria di scienza-episteme e molto con l'uso utilitaristico, mercantile, (crematistico direbbe Fusaro) dell'attività di ricerca. Della quale controlla, attraverso lo strumento finanziario, tanto le scelte che le finalità e le esclusioni.

La supremazia della $cienza sulla scienza, attraverso la Scienza, ha avuto un'accelerazione impressionante man mano che la ricerca scientifica diventava primo instrumentum regni della gestione del potere. Evoluzione conclamata della formula: $cienza del Capitale. Dal cui cervello finanziario rinasce eternamente in questa specifica forma, più squalo che nottola. Cattedre universitarie, organizzazioni scientifiche, istituti di ricerca: tutto è nella disponibilità della $cienza, il cui intreccio: affari-politica-comunità scientifica si è rivelato nella sua ontologica indissolubilità in covidemia, dal laboratorio di Wuhan, alla criminale sperimentazione affaristica covaccinale di massa, fino al Nobel.

Ingenuo, o pretestuoso, isolare i singoli momenti di tale aggregato politico-$cientifico-affaristico in elementi dotati di autonomia operativa ed etica.

Questo è il mio vocabolario quando parlo di "scienza" nel bene (scienza-episteme) e nel male (Scienza, $cienza). Non sarà un vocabolario comune ma almeno l'interlocutore può associare ogni mia uscita al suo preciso contesto semantico, grazie alla grafia.

Gradite come sempre altre prospettive, anche le più discordi.

(La nottola epistemica sopravvive sempre più notturna, senza alcuna protezione e deve stare molto accorta perché la caccia è libera e abbondantemente finanziata).
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: bobmax il 02 Settembre 2024, 16:31:59 PM
La scienza è una espressione di fede. E questa fede è l'unica autentica possibile fede, essendo ogni altro credo nient'altro che superstizione.

È la fede nella Verità.

Verità che appare come nulla, che cioè non esiste, ma è proprio in questa Verità=Nulla che ogni autentico scienziato ha necessariamente fede.

Infatti la scienza è rinuncia al possesso della Verità, in nome... della Verità!
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: iano il 02 Settembre 2024, 21:32:18 PM
Io parlo solo di scienza con la s minuscola Ipazia, col significato che tu gli hai dato.
Nel mio piccolo ho avuto esperienza della $cienza, e non è una bella da cosa da vedere, ma almeno ai miei tempi c'era ancora chi pur opponendosi riusciva a camparci.
Per quanto riguarda invece la Scienza provo a dare il mio contributo per sradicarla, essendo anche il motivo per cui la chiesa l'ha vista come concorrente, fino a cercare di appoggiarsi ad essa per sostenere la sua fede, perchè in effetti c'è stato un momento in cui la scienza era Scienza, ma non ha invece  smesso di essere in parallelo anche $cienza, compreso il tempo in cui la chiesa ne aveva il monopolio, perchè comunque la scienza anche quando così non si chiamava ha  accompagnato il cammino dell'uomo dal sempre, coincidendo col suo fare che sempre limpido non è stato, e continua a non esserlo.
Però a cosa serve l'amore del sapere se non a superare  tutto ciò, provando a realizzare  la propria aspirazione di onesta intellettuale anche contro tutto e tutti?
Perchè chi può fermare il vero amore?
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: Alberto Knox il 03 Settembre 2024, 02:06:30 AM
piu che un vocabolario è un glossario , va bene, ne terremo conto. Per conto mio sono accettabilissimi ,mi soffermerò sull unico che si può discutere, (gli altri non c'è molto da aggiungere) ovvero ;
Citazione di: Ipazia il 02 Settembre 2024, 13:55:18 PMscienza:

E' la fattispecie ideale, cui solo spetta l'attributo di episteme,....
eccola qua. Problema ; con quale criterio si passa da una teoria ad un altra?

il criterio del principio di verificazione dei neopositivisti è stato soppiantato dal criterio di falsificabilità ( popper) . Per Thomas Kuhn ne una ne l altra , non c' entrano niente, secondo lui non esistono i fatti oggettivi , esistono i fatti filtrati attraverso l 'ottica del paradigma ,della teoria scientifica,  sono interpretazioni. Già Popper lo aveva anticipato quando disse che qualsiasi scienziato non si pone in maniera neutrale davanti all osservazione ma la sua mente agisce come un faro che trasmette sui fenomeni la propia teoria. Che è simile a ciò che dice Kuhn ma in un ottica piu ampia. Secondo kuhn il criterio non c'è , le sostituzioni avvengono senza seguire un unico criterio,  di certo ci sono le motivazioni valide ma possono dipendere dal contesto storico, a volte bastano dei dati empirici, a volte bastano le anomalie, non c'è un criterio ben definito. Ora c'è da dire una cosa molto importante, il nuovo paradigma che va a sostituire quello  vecchio ( paradigma si intende un insieme di teorie collegate fra di loro) sono incommensurabili fra di loro , questo vuol dire che i paradigmi fra di loro non possono essere confrontanti perchè non rappresentano due diversi modi di intendere uno stesso fenomeno. (Usiamo l'esempio stesso che fa Khun ; per un aristotelico/tolemaico l'alba è il sole che sale all orizzonte, per un Copernicano l'alba è la terra che gira) . I due paradigmi rappresentano nettamente due diverse visioni del mondo. Questo porta ad una conclusione piuttosto controversa , non sono i fatti a esistere, sono i paradigmi ad esistere , ovvero il modo in cui una certa mentalità scientifica interpreta i fatti. Usando l esempio di Khun in effetti l alba non è un fatto perchè per un Aristotelico è il sole che si muove, per un Tolemaico è la terra che si muove. Non ci può essere un confronto reale fra le due teorie perchè non c'è un fatto comune. Questo è molto interessante e riflette un pò quello che avevo detto ,cioè  che le verità scientifiche funzionano qualora si accettano determinati presupposti all interno del perimetro del paradigma dominante al momento. Non sono solo verità ma verità condizionate.
Tuttavia questi sono solo un inizio dei problemi che dovremo affrontare leggendo la tua frase . Dobbiamo ancora affrontare un grande filosofo, mi riferisco a Paul Feyerabend.
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: Ipazia il 03 Settembre 2024, 02:38:55 AM
@knox

La scienza-episteme non ha nulla di sacrale, di "rivelato". È solo la migliore interpretazione di cui disponiamo in un dato momento storico di un fatto naturale o antropologico. Essa può essersi imposta, secondo scienza (e co-scienza direbbe Cacciari), in falsificazione totale del paradigma precedente, come nel caso dell'eliocentrismo sul geocentrismo, oppure aver relegato il paradigma precedente in un ambito più ristretto, come nel caso di relatività e quantistica rispetto alla meccanica newtoniana, oppure ancora coesistere secondo prospettive epistemiche diverse, in cerca di unificazione, come relatività e quantistica.

Il "glossario" è molto personale e non pretende di essere esaustivo. Serve a giocare la partita "scienza" a carte scoperte.
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: Ipazia il 03 Settembre 2024, 02:51:51 AM
Citazione di: bobmax il 02 Settembre 2024, 16:31:59 PMLa scienza è una espressione di fede. E questa fede è l'unica autentica possibile fede, essendo ogni altro credo nient'altro che superstizione.

È la fede nella Verità.

Verità che appare come nulla, che cioè non esiste, ma è proprio in questa Verità=Nulla che ogni autentico scienziato ha necessariamente fede.

Infatti la scienza è rinuncia al possesso della Verità, in nome... della Verità!

Questo è l'elemento co-scienziale, a-letheico, del fare scienza, l'elemento in permanente salvifica rotta di collisione col feticismo scientista e le sue induzioni utilitaristiche. Sempre a rischio cicuta. Anche, e soprattutto, oggi.
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: iano il 03 Settembre 2024, 03:16:21 AM
Citazione di: Alberto Knox il 03 Settembre 2024, 02:06:30 AMTuttavia questi sono solo un inizio dei problemi che dovremo affrontare leggendo la tua frase . Dobbiamo ancora affrontare un grande filosofo, mi riferisco a Paul Feyerabend.
Moltiplicando Kuhn per Feyerabend mi risulta  Pavese:
''Un paese ci vuole, per potersene andare.... ''
Mi pare che Khun non trovi tutte le parole per dirlo, però condivido il suo pensiero.
In Feyerabendi intravedo appena qualcosa da condividere. Tutto dopo rapide letture sul Web, che mi fanno capire che sono autori da approfondire.
La mia personale bussola epistemica è la condivisione, per cui potrebbe essersi affermato fra tutti i metodi non il migliore, ma in effetti ciò che conta è quanto esso si lasci contingentemente condividere.
Il metodo, in quanto condiviso è un modo di fare un passo insieme, e meno conta se si tratta di un passo falso, perchè sempre insieme ci si potrà correggere.
Si tratta cioè banalmente di imparare per tentativi ed errori, senza però farlo in ordine sparso, ma con metodo.
Sono d'accordo con Kuhn, se non ho frainteso, che la terra che gira intorno al sole non ha un valore diverso dal sole che sorge, pur conscio del fatto che sia una affermazione forte.
E siccome forte è l'affermazione provo a spiegarla.
Se davvero credo che il sole sorga, scoprendo poi che è invece la terra a girare attorno al sole, cosa ho imparato da questa esperienza se adesso ''crederò davvero'' che la terra giri intorno al sole?
La lezione che io ne traggo è che, per non sapere ne leggere ne scrivere, non conviene assimilare la realtà alle sue descrizioni, perchè voglio dire, prevenendo le critiche, che io sonno davvero convinto che la terra giri attorno al sole, ma ero altrettanto convinto che fosse il sole a sorgere.
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: Alberto Knox il 03 Settembre 2024, 03:36:31 AM
Citazione di: Ipazia il 03 Settembre 2024, 02:38:55 AMÈ solo la migliore interpretazione di cui disponiamo in un dato momento storico di un fatto naturale o antropologico.
se è così la scienza non dice verità , ne conoscenza certa , quindi nulla a che fare con  l'attributo dell episteme, ma solo un interprestazione al momento funzionante ed esatta. ovvero in accordo con le osservazioni fatte fin ora.
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: Alberto Knox il 03 Settembre 2024, 03:48:34 AM
Citazione di: iano il 03 Settembre 2024, 03:16:21 AMSono d'accordo con Kuhn, se non ho frainteso, che la terra che gira intorno al sole non ha un valore diverso dal sole che sorge, pur conscio del fatto che sia una affermazione forte.
sono due fatti diversi , per i tolemaici è un fatto che il sole si muova quando sorge, per i Copernicani è la terra che gira attorno il sole il fatto. (sole si muove = fatto // la terra si muove=fatto)  Kuhn cerca di dire che un paradigma  non è solo una dottrina scientifica, ma un modo di vedere il mondo. è facile per noi dire che tolomeo aveva torto e Galileo aveva ragione e la chiesa aveva torto nel volerlo condannare. Se i paradigmi sono modi di vedere il mondo e stiamo a quelle regole allora era la chiesa ad aver ragione e non Galileo, perchè aveva pochissime prove a sostegno, formulava esperimenti mentali, come prova portava un telescopio rudimentale mentre il sistema tolemaico era sorretto da una serie di teorie che durava da circa due millenni.
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: iano il 03 Settembre 2024, 03:58:14 AM
Citazione di: Alberto Knox il 03 Settembre 2024, 03:48:34 AMsono due fatti diversi
Sono fatti diversi, ma che hanno una cosa in comune, che ogni volta noi vi poniamo fede, come fosse un errore al quale non riusciamo a rimediare, e forse ciò non è un caso.
Se questa fede ogni volta rinnoviamo, pur prevedendo in base alla storia passata, che sarà smentita, un motivo ci deve essere. Cioè la fede deve avere una sua precisa funzione che non riusciamo a sostituire con altro, per cui giocoforza ci ricaschiamo, sapendo di farlo.
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: Ipazia il 03 Settembre 2024, 07:08:51 AM
Citazione di: Alberto Knox il 03 Settembre 2024, 03:36:31 AMse è così la scienza non dice verità , ne conoscenza certa , quindi nulla a che fare con  l'attributo dell episteme, ma solo un interprestazione al momento funzionante ed esatta. ovvero in accordo con le osservazioni fatte fin ora.
L'episteme "sa di non sapere" fin dai tempi di Socrate. Può solo disvelare, rimuovere il buio lethe da tratti prossimi del reale per poter avanzare. Anche metafisicamente l'episteme aveva meno illusioni dello scientismo attuale e quindi una scienza-episteme è un salutare ritorno a casa della verità possibile. Accumulando indizi e prove a favore di una migliore rappresentazione della realtà, come fece Galileo.

Con ricadute importanti sull'intera scienza astronomica che vanno aldilà dell'apparire e speculare antropologico. E pure sulla metafisica che impara a districarsi, relativizzandoli, dai dogmi.
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: Alberto Knox il 03 Settembre 2024, 11:47:04 AM
Citazione di: Ipazia il 03 Settembre 2024, 07:08:51 AML'episteme "sa di non sapere" fin dai tempi di Socrate.
Già Emanuele Severino da una parte e Popper dall altra fanno notare che L'episteme (che tu giustamente fai risalire ai filosofi dell antica Grecia) non è la stessa che si usa in ambito della scienza moderna , per sua stessa ammissione. Più esattamente  la scienza moderna non pretende più di essere episteme nel senso dei filosofi dell antica Grecia.  Qual'è dunque il significato o il concetto di episteme? se lo traduciamo con scienza può essere fuorviante. Non è un sapere certo poichè passibile di falsificazione in ogni momento. è un sapere teorico. Un sapere che si impone sulla sua negazione come dice Severino. Si impone  dimostrando l'innegabilità delle sue proposizioni dove il tentativo di negazione diventa esperienza dell innegabilità a favore del contenuto epistemico della teoria stessa.
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: Alberto Knox il 03 Settembre 2024, 12:14:33 PM
Citazione di: iano il 03 Settembre 2024, 03:58:14 AMSe questa fede ogni volta rinnoviamo, pur prevedendo in base alla storia passata, che sarà smentita, un motivo ci deve essere
Si, il mio metodo di indagine e calarmi nella storia lungo i secoli , bisogna notare che a volte le teorie durano millenni prima di essere abbandonate definitivamente come nel caso della teoria Tolemaica, se mi calo in quel tempo come una persona che vive in quel contesto storico avrei pensato che finalmente sappiamo come sono le cose, poi arriva Copernico e Galileo  e siamo nel 1600 e quello che sembrava assunto per 2000 anni non lo è più , quanto tempo è passato fino all arrivo di Newton? un secolo e la sua teoria dura per tre secoli prima dell arrivo della relatività speciale di Einstein che ha un secolo assieme alla teoria quantistica. Oggi possiamo dire che abbiamo trovato dei sassolini piu belli di altri sulla spiaggia consapevoli che di fronte a noi c'è tutto  un oceano da scoprire, indagare, implementare ecc.
Non pensiamo più di essere "arrivati" anzi, siamo consapevoli di non sapere.
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: niko il 03 Settembre 2024, 13:44:01 PM
Ipazia, uno potrebbe anche non essere d'accordo nel merito, ma se presenti abilmente la discussione come una dismbiguazione delle tue stesse e frequentemente usate parole e' chiaro, che siamo tutti d'accordo  :D
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: Ipazia il 03 Settembre 2024, 16:13:18 PM
Citazione di: niko il 03 Settembre 2024, 13:44:01 PMIpazia, uno potrebbe anche non essere d'accordo nel merito, ma se presenti abilmente la discussione come una dismbiguazione delle tue stesse e frequentemente usate parole e' chiaro, che siamo tutti d'accordo  :D

L'argomento resta la scienza e il suo oggetto ontologico. Il mio "glossario" è a latere e serve a esplicitare la mia posizione a riguardo, che non pretende alcun accordo a prescindere.

@knox

Se l'episteme moderna si limitasse a rendere innegabili le sue proposizioni, sarebbe comunque sempre vincente. Bisogna però vedere con che mezzi lo fa e si ricade nella mia fenomenologia. Non credo però che questo potere sia così inscalfibile. Aletheia prende le scale e prima o poi arriva.

Gli antichi forse credevano ad una verità assoluta, perseguibile con vari dosaggi di misticismo religioso, esoterismo e tarocchi logici. Ma la barriera socratica dimostra come anche allora i più sapienti non si facessero troppe illusioni sulle facoltà cognitive umane. Per cui una episteme contestuale è il massimo che ci si potesse attendere fin dalla notte dei tempi filosofici. E oggi sappiamo che è così.

Poi si può giocare con l'apparire contrapposto all'essere, ma alla fine tutti si attendono che quando premi il pulsante della luce, la luce si accenda. E quando ciò accade siamo nell'ambito epistemico.
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: niko il 04 Settembre 2024, 14:43:14 PM
Citazione di: Ipazia il 03 Settembre 2024, 16:13:18 PML'argomento resta la scienza e il suo oggetto ontologico. Il mio "glossario" è a latere e serve a esplicitare la mia posizione a riguardo, che non pretende alcun accordo a prescindere.



Intendo che e' chiaro, che secondo te c'e' differenza tra i tre elementi del tuo trittico: scienza, Scienza e scienza col segno del dollaro.

Ed era chiaro anche prima, di questa discussione.

Io posso avere qualcosa da ridire, in negativo, contro la scienza/dollaro (terza tua disambiguazione), ma non ho niente da ridire contro la Scienza con la S maiuscola (la seconda).

E questo perche' non e' vero, che l'unica ideologia della scienza sia il fisicalismo, o lo scientismo.

L'ideologia della scienza, se non ridotta a barzelletta, barzelletta sulla scienza e sulla sua ideologia, comprende, e qui intendo che deve, comprendere, ben altri caratteri (che poi sono caratteri tipici dell'uomo/Scienziato) ed elementi costitutivi: elementi e caratteri quali il nichilismo (su un piano valoriale), lo scetticismo (su uno gnoseologico) e il progressismo (su uno politico). E anche un rapporto complesso con il cristianesimo in quanto espressione religiosa dell'occidente globale.

La Scienza, proprio nel suo non essere una episteme atemporale e generica, e' tendezialmente contro la tradizione. La Scienza produce nuovi valori, e li produce ben al di la' della tecnologia e della tecnica intese come valori; la Scienza e' direttamente applicabile alla societa'.

La Scienza si chiede come, non si chiede perche'. Il tanto frainteso, e se frainteso mortifero, nesso tra scienza e tecnica.

Ma questo come, questa domanda sul come, ben lungi dall'essere immorale, o alienante, o amorale, presuppone un grande e non retorico "perche' si'!";
insomma la domanda sul come presuppone un cambio di attenzione, e intendo di una indivisibile e originaria attenzione umana, nel suo vecchio vizio/abitudine di rivolgersi sempre o quasi al perche', ai perche' del mondo, ormai appagata, non frustrata.

Non mi chiedo adesso il come, di me stesso e di tutte le cose, perche' il chiedermi il perche' (in passato) mi ha frustrato; il mio cambio di attenzione non e' una resa, non raporesenta una rinuncia.
Viceversa mi chiedo adesso il come perche' il chiedermi il perche', in passato, mi ha appagato.
Mi chiedo il come perche' si', mi chiedo il come, perche' la risposta sul perche', ormai, io che interrogo la' so; ed essa e' un grande perche' si', un perche'/si'.

Il fisicalismo/scientismo, ma finanche il tanto accusato ed "infernale" materialismo, sono per me ideologie marginali, rispetto a quella che e' la posizione esistenziale e storica dello Scienziato.
Anzi, direi che queste sono gia' le ideologie di coloro che in un modo o nell'altro ci mangiano sopra, alle sofferte intuizioni originarie degli Scienziati (per esempio: lo slogan andra' tutto bene, come fu detto nella migliore tradizione covid).

Io personalmente, in quanto cittadino repubblicano (della Repubblica di Platone) ed eurasiano (della mia amata Eurasia), mi ritengo dunque pienamente rappresentato dalla Scienza, oltreche' dalla scienza.
Da un certo tipo di episteme.

Non sono un umanista, da me non uscira' mai una mezza parola, contro la Scienza.

E dunque non andra' tutto bene, se proprio e se davvero lo vogliamo sapere, e gia' la Scienza, per chi non la fraintenda, lo, e me lo, conferma.

La battaglia contro la scienza/dollaro, in terza ipaziana disambiguazione, invece e' come quella contro i mulini a vento: ti rovini la salute e basta, nel farla.

Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: iano il 04 Settembre 2024, 15:29:03 PM
La scienza è il nome dato all'agire umano caricato di maggior coscienza, e sempre meno perciò delegato al nume.
Questo fare poi nella misura in cui coinvolge appunto la coscienza può essere ridotto a strumento col quale fare certe cose e non altre, tecnologia, ma non c'è in ciò una discontinuità naturale, perchè anche con le mani posso farci alcune cose e non altre, motivo per cui protesi tecnologiche le possono sostituire.
Sembra essere divenuto di moda attribuire tutti i mali del mondo alla scienza e alla tecnologia adducendoli alla loro novità, dove però non c'è niente di sostanzialmente nuovo, trattandosi di fare in modo diverso quel che si è sempre fatto, nel bene e nel male.
E non è neanche vero secondo me che nel nostro agire meno caricato di coscienza non abbiamo costruito strumenti tecnologici, ma lo abbiamo fatto senza riconoscerli come tali, disconoscendoli tuttora.
Di fatto il ''mondo in cui viviamo'' è una tecnologia che possediamo come possediamo le mani,
sostituibile con protesi teoriche.
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: Ipazia il 04 Settembre 2024, 16:10:33 PM
Indubbiamente esiste anche una ideologia Antiscienza, demonizzante tutto ciò che la tecnoscienza produce. Banchettante trionfalmente di fronte all'imbufalimento della $cienza, di cui la covidemia è stata l'equivalente di Hiroshima 1945.

(Il diavolo non fa i coperchi, ma in quel caso pure la pentola gli è riuscita male)

La soluzione filosofica è evitare di rendere ideologico ciò che non lo è: la scienza-epistéme. Epistemologia aiuta.

Riguardo alla $cienza, la risposta non può che essere politica, rafforzata da tutto ciò che è umanesimo, filosofia umanistica. Senza sconto tattico o mitologico alcuno.
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: Alberto Knox il 07 Settembre 2024, 00:46:57 AM
Citazione di: Ipazia il 04 Settembre 2024, 16:10:33 PMLa soluzione filosofica è evitare di rendere ideologico ciò che non lo è: la scienza-epistéme. Epistemologia aiuta.
premesso che si sta parlando di scienza onesta e non la scienza pagata per fabbricare armi di distruzione di massa bisogna dire che la filosofia della scienza o epistemologia della scienza non pensa alla scienza come ideologia. Ad esempio ci si chiede cosa può effettivamente dimostrare un esperimento scientifico. il primo contributo di approfondimento , a partire da kuhn e Popper,  è che  non c'è mai un ossevazione pura , non c'è mai un osservazione dei fatti separati dalle teorie. La mela che cade dall albero non ti dice l'equazione della gravità universale. i fatti osservati non sono direttamente intelleggibili in leggi di natura così come ci appaiono o si presentantano alla raccolta dei dati empirici.
Collegare i dati empirici per immetterli in una struttura di comprensione richiede un passo intermedio che sia chiama teoria. Ogni osservazione dei fatti è quindi in realtà l'interpretazione di un evento a partire da ipotesi teoriche . Il metodo scientifico è ipotetico deduttivo. Se l ipotesi viene confermata dagli esperimenti allora si assume l ipotesi come legge di natura se viene negata dai fatti e dalle osservazioni empiriche viene abbandonata. Qual'è il problema di questa impostazione?  la risposta risiede in Pierre Duhem e nel suo concetto di olismo epistemologico. la cosiddetta tesi di Quine-Duhem.
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: iano il 07 Settembre 2024, 01:50:11 AM
Citazione di: Alberto Knox il 07 Settembre 2024, 00:46:57 AMil primo contributo di approfondimento , a partire da kuhn e Popper,  è che  non c'è mai un ossevazione pura , non c'è mai un osservazione dei fatti separati dalle teorie
Di fatto l'osservatore è assimilabile alle sue teorie, e si evolve modificandole.
Cioè ogni teoria equivale a un pregiudizio osservativo.
Sicuramente ciò è vero quando viene approntato un esperimento in laboratorio, perchè lo si costruisce sulla base di teorie note.
Il dubbio rimane sulla percezione naturale.
Vale anche per essa se sottosta a teorie ignote che agiscono pregiudizialmente in automatico, come in effetti io penso che sia.
Teorie che più che ignote potrebbero essere state ignorate fino ad essere dimenticate, ma non perciò rese inattive.
E' come quando impropriamente si dice che una volta che ''hai imparato ad andare in biciclette non lo dimentichi  più''.
Impropriamente perchè quando vai in bicicletta, consulti le istruzioni solo all'inizio, dopodiché di fatto le disimpari, cioè non ce le hai sempre presenti a te, ma ci vai e basta.
Se le tenessi sempre presenti rinnoveresti continuamente la fatica che hai fatto ad imparare.
Succede così anche agli scienziati?
Credo che in parte sia così, e anzi ciò viene perseguito coscientemente quando deleghi un computer a pedalare per te.





Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: Ipazia il 07 Settembre 2024, 07:18:16 AM
Certo: eliocentrismo, etere, flogisto, i dadi di Einstein, vaccini .. La storia della scienza rintrona di pre-giudizi che abitano a due passi dall'ideologia. Appena si instaura un dogma, anche nella koinè scientifica, la ruggine istituzionale (comunità scientifica, manuali e modelli consolidati) è più dura da scalfire della presa della Bastiglia. Se poi vi aggiungiamo il fattore $ ...

Le rivoluzioni scientifiche sono rivoluzioni vere, non "scherzi a parte". Rivoluzioni vere nel modo di sentire e agire il mondo, non solo di interpretarlo. E questo comporta resistenza accademica e istituzionale di cui la leggenda della pagina persa e ritrovata di Kant è paradigmatica.

L'epistemologia racconta anche questo aspetto meta-fisico della "fisica". La purezza epistemica è un ideale, un mito, un pregiudizio.
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: iano il 07 Settembre 2024, 08:07:46 AM
Citazione di: Ipazia il 07 Settembre 2024, 07:18:16 AMLa storia della scienza rintrona di pre-giudizi che abitano a due passi dall'ideologia.
E aggiungerei anche a un passo dal pensiero magico.
Se non si considera questa contiguità penso che la comprensione del processo scientifico non possa dirsi completa.
Da cosa avremmo tratto sennò l'idea che la realtà possa obbedire a formule scritte, se pur non basti per ciò pronunciarle?
Il mio però non è un invito a tornare al pensiero magico, ma tutto il contrario.
Infatti equivale ad un avvertimento: ''Attenzione, il pensiero magico è ancora fra noi !'' e non ha aiutato la sua eradicazione occultare gli scritti esoterici di Newton.
Se si raccontasse la storia in modo disinteressato, non ''pro accademia sua'', dovremmo dire che Newton è l'anello di congiunzione fra scienza e magia.
Infatti solo su uno che credeva nella magia un mela in testa poteva avere tanto effetto. :))
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: Alberto Knox il 07 Settembre 2024, 09:59:13 AM
Citazione di: iano il 07 Settembre 2024, 01:50:11 AMSicuramente ciò è vero quando viene approntato un esperimento in laboratorio, perchè lo si costruisce sulla base di teorie note.
esatto, di tutta una serie di teorie collegate fra di loro che ne fanno un gruppo . Qual'è dunque il problema?
Duhem scrive ; «Un esperimento di fisica non può mai condannare un'ipotesi isolata, ma soltanto un insieme teorico.
 il fisico non può mai sottoporre al controllo dell'esperienza un'ipotesi isolata, ma soltanto tutto un insieme di ipotesi. Quando l'esperienza è in disaccordo con le sue previsioni, essa gli insegna che almeno una delle ipotesi costituenti l'insieme è inaccettabile e deve essere modificata, ma non gli indica quale dovrà essere cambiata»

poiché ogni modello teorico (ad esempio, la meccanica newtoniana, o l'elettromagnetismo) costruito per spiegare una serie di fenomeni è costituito da una moltitudine di ipotesi tra loro interconnesse, un'eventuale falsificazione del modello alla luce dei dati sperimentali non chiarisce di per sé stessa l'ambiguità riguardo a quale (o quali) delle tante ipotesi è falsa. In questo modo la tesi di Quine-Duhem è spesso interpretata come una critica alla teoria falsificazionista di Karl Popper

ho riportato questo perchè spiega bene il motivo del mio intervento. Cioè se faccio un esperimento e l'osservazioni non collimano con le teorie , non posso sapere quale delle tante teorie interconnesse al nucleo centrale della teoria deve essere modificata o se è la teoria centrale sbagliata o lo strumento usato o il procedimento dell esperimento, o è da rivedere la lettura dei dati empirici e così via.
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: iano il 07 Settembre 2024, 10:13:13 AM
Citazione di: Alberto Knox il 07 Settembre 2024, 09:59:13 AMesatto, di tutta una serie di teorie collegate fra di loro che ne fanno un gruppo . Qual'è dunque il problema?
Duhem scrive ; «Un esperimento di fisica non può mai condannare un'ipotesi isolata, ma soltanto un insieme teorico.
 il fisico non può mai sottoporre al controllo dell'esperienza un'ipotesi isolata, ma soltanto tutto un insieme di ipotesi. Quando l'esperienza è in disaccordo con le sue previsioni, essa gli insegna che almeno una delle ipotesi costituenti l'insieme è inaccettabile e deve essere modificata, ma non gli indica quale dovrà essere cambiata»

poiché ogni modello teorico (ad esempio, la meccanica newtoniana, o l'elettromagnetismo) costruito per spiegare una serie di fenomeni è costituito da una moltitudine di ipotesi tra loro interconnesse, un'eventuale falsificazione del modello alla luce dei dati sperimentali non chiarisce di per sé stessa l'ambiguità riguardo a quale (o quali) delle tante ipotesi è falsa. In questo modo la tesi di Quine-Duhem è spesso interpretata come una critica alla teoria falsificazionista di Karl Popper.

ho riportato questo perchè spiega bene il motivo del mio intervento. Cioè se faccio un esperimento e l'osservazioni non collimano con le teorie , non posso sapere quale delle tante teorie interconnesse al nucleo centrale della teoria deve essere modificata o se è la teoria centrale sbagliata o lo strumento usato o il procedimento dell esperimento, o è da rivedere la lettura dei dati empirici e così via.
Però mi riesce difficile concordare con ciò.
Ci vorrebbe un esempio.
Mi pare che quando una teoria venga messa in crisi, nessuna ipotesi si salva, meno eventualmente quelle nascoste.
L'insieme delle ipotesi mi sembrano più un castello di carte, ne togli una e cadono tutte.
Ma più che sbagliate le ipotesi sono rese inadeguate dall'accumulo di nuovi fatti.
Cioè non è che individuando l'ipotesi inadeguata riesco a salvare le altre nella misura in cui sono coerenti fra loro.
Inoltre se in una teoria matematica cambio una sola ipotesi, la teoria non cambia in proporzione, perchè si tratta di una teoria completamente diversa.
Basta cambiare un ipotesi e cambia tutto.
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: Alberto Knox il 07 Settembre 2024, 10:20:31 AM
Citazione di: iano il 07 Settembre 2024, 10:13:13 AMBasta cambiare un ipotesi e cambia tutto.
penso sia giusto quello dici . Il fatto è che quando le osservazioni non coicidono con le teorie è un problema. Sempre da wiki riporto l esempio citato ; Ad esempio la scoperta di Nettuno, a metà Ottocento, avvenne grazie all'osservazione che l'orbita di Urano risultava non rispettare perfettamente le leggi di Newton. Un approccio rigorosamente falsificazionista avrebbe dovuto condurre all'abbandono della meccanica classica; ma le leggi di Newton non erano le sole ipotesi con cui si osservava il fenomeno, un'altra implicita ipotesi era che Urano fosse il pianeta più esterno del sistema solare. Ed era quest'ultima ipotesi che risultava falsificata dall'osservazione: le anomalie nelle orbite di Urano erano dovute agli effetti gravitazionali del più esterno Nettuno, successivamente osservato.



Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: iano il 07 Settembre 2024, 12:40:54 PM
Citazione di: Alberto Knox il 07 Settembre 2024, 10:20:31 AMpenso sia giusto quello dici . Il fatto è che quando le osservazioni non coicidono con le teorie è un problema. Sempre da wiki riporto l esempio citato ; Ad esempio la scoperta di Nettuno, a metà Ottocento, avvenne grazie all'osservazione che l'orbita di Urano risultava non rispettare perfettamente le leggi di Newton. Un approccio rigorosamente falsificazionista avrebbe dovuto condurre all'abbandono della meccanica classica; ma le leggi di Newton non erano le sole ipotesi con cui si osservava il fenomeno, un'altra implicita ipotesi era che Urano fosse il pianeta più esterno del sistema solare. Ed era quest'ultima ipotesi che risultava falsificata dall'osservazione: le anomalie nelle orbite di Urano erano dovute agli effetti gravitazionali del più esterno Nettuno, successivamente osservato.




Si, ho capito bene.
Però l'ipotesi che Urano fosse il pianeta più esterno del sistema solare, non era forse allora espressa nel modo chiaro in cui tu la esprimi col senno di poi.
Penso che l'ipotesi nascosta, non in chiaro, fosse che esistesse solo ciò che potevamo osservare.
Se la mia interpretazione è corretta, quello che dovremmo fare è non cadere nello stesso errore, che è quello di continuare a non considerare che le teorie scientifiche possano basarsi su ipotesi nascoste, oltre a quelle in chiaro.
Inoltre io sospetto che queste ipotesi nascoste siano la fonte delle nostre evidenze, e che sia da queste evidenze che si sia tratta l'idea dell'essere come cosa in sè, di cui cioè non occorre dire altro stante la sua evidenza, e che gran parte della filosofia continui a basarsi su questo ''malinteso''.
Titolo: Re: Fenomenologia della scienza e dintorni
Inserito da: Alberto Knox il 07 Settembre 2024, 13:03:44 PM
Citazione di: iano il 07 Settembre 2024, 12:40:54 PMPerò l'ipotesi che Urano fosse il pianeta più esterno del sistema solare, non era forse allora espressa nel modo chiaro in cui tu la esprimi col senno di poi.
si presumeva che lo fosse in base alle osservazioni . Non era stato visto un pianeta più esterno, nettuno è stato scoperto dopo infatti.

Dobbiamo ragionare su quali siano le conseguenze di quanto detto fin ora. Per Popper l'esperimento scientifico non può mai verificare o validare in modo definitivo un ipotesi teorica ma , al contrario, può falsificarla. Secondo Duhem non può neppure falsificare in modo definitivo una teoria e questa è , diciamo, il succo della tesi Quine-Duhem che avevo accennato in precedenza.