Nelle epoche passate, ci furono tantissimi filosofi, ma esistono ancora filosofi oggi? In Italia il più famoso sembra essere Diego Fusaro.
Ciao estack, sicuramente Fusaro è quello che fa più propaganda di se stesso, oltretutto ha avuto l'opportunismo di fare comunella con svariate tesi populiste che vanno per la maggiore sul web. In effetti più che un filosofo può essere definito un uomo da palcoscenico, buono a fare presenza negli studi televisivi dove un ideologo di una certa sinistra ormai fuori dalla storia fa sempre comodo, soprattutto alla destra.
Comunque i veri filosofi ci sono davvero, filosofo é chiunque si ponga domande importanti sulla realtà che osserva, e cerchi di rifletterci sopra, con l'onestà di domandarsi non quello che è meglio per lui, ma quello che è meglio per tutti.
Senza proprio cercare le ultime novità, in Italia è morto recentemente un filosofo che sarà studiato in futuro come un classico, ovvero E. Severino. Volendo altri grandi grandi filosofi quasi contemporanei o contemporanei, Agamben, Cacciari, Sini, Bodei, Curi. Fusaro, paragonati a questi, scompare.
Fusaro è, marxianamente, un filosofo della prassi. Pertanto è naturale che sia inaccettabile per i veterometafisici in comunella con la sinistra pentita ultraliberista di cui egli mostra le indecenti nudità. Nel suo eclettismo mischia cose diverse tra religione, dottrine filosofiche e attualità politica. Discutibile, come ogni pensiero umano, ma averne in questo osceno tardo impero del Capitale, con gli intellettuali a 90 gradi, impegnati esclusivamente a coltivare il loro orticello pubblicistico consegnato a domicilio da Amazon e YouTube. Lo fa anche Fusaro, ma non fa solo quello, e, per quanto l'intelligenza del Capitale ci provi, non assume solo la posizione a 90 gradi. Prova ne sia la capacità della sua narrazione, sorretta da un consistente bagaglio filosofico, di stimolare dialettica in un mondo in cui i padroni del mondo hanno fatto un deserto mentale politicamente corretto e l'hanno chiamato arcobaleno.
Le teorie filosofiche di Fusaro non le ho mai approfondite, ma certe sue posizioni politiche, i suoi interventi in Tv, come se fosse una filo-star, sono interventi gretti, da società ottocentesca, in sintonia con molto provincialismo italico o se si preferisce con certo marxismo tradizionale incapace di cogliere la differenza delle società odierne con quelle, appunto ottocentesche.
Siamo una società ottocentesca che ha restaurato quel capitalismo da bambini in miniera e schiavi nei campi, dopo lo scampato pericolo del novecento89. Fusaro ha il difetto di farlo notare alle anime candide dei barconi. Altro fenomeno assai ottocentesco.
In realtà Fusaro ha anche il difetto di pensare che un mutamento possa avvenire senza coinvolgere il popolo dei barconi, che sono i veri proletari di oggi, assai diversi dai proletari blue collar dell'Ottocento. Le diversità con due secoli fa inoltre sono talmente tante che mi rifiuto di proseguire un discorso "serio" su questo supposto argomento.
Inoltre, se Fusaro fosse portatore di tutta questa carica eversiva sarebbe stato silenziato da tempo, mentre invece risulta il piu noto filosofo.
Le diversità con l'ottocento sono più formali, tecniche, che sostanziali, politiche. Siamo tornati al potere assoluto di chi è proprietario delle risorse. L'aggiunta dei media alle risorse naturali e territoriali non cambia di uno iota la sostanza politica dell'analogia. Semmai l'aggrava. Quanto alle risorse umane, esse sono in balia dei flutti ben più del secolo scorso quando, dal 17 all'89, la borghesia capitalistica si è spaventata davvero e qualche anello del catename era saltato. Mentre ora è tornata a dormire sonni tranquilli, sognando il trantran politico-economico-migratorio che gioca tutto dalla sua parte.
Anche il migratorio, ben più attratto, per sociologica forza di gravità, dalle fascie basse della schiavitù e dell'imprenditorialità criminale - entrambi fenomeni ad alto valore aggiunto per il Capitale - che da una coscienza di classe ancora agonizzante, dopo la sconfitta del '900, certosinamente esorcizzata da un Capitale sempre più astuto e potente.
Con alleati nel pentitismo di sinistra che gli portano il potere con le orecchie, peggio dei più beceri reazionari di destra. Ulivo-Benetton brucia ancora e ce lo siamo appena ricomprato coi buoni postali. Su questo Fusaro stravince. E che non sia stato silenziato dimostra solo lo strapotere del Capitale che può indossare la maschera griffata "democrazia". A tempo debito, come insegna il regime covidemico, si attueranno strategie meno friendly. Ma per ora sarebbero controproducenti, visto che la tribuna basta e avanza quanto a utili serventi e l'agente del Britannia vigila su tutto e tiene il malloppo al sicuro. Anche nel nostro strapiccolo strapaesano il Capitale ha stravinto. E spalancato i porti ad maiorem Capitalis gloriam. Perfino il cazzaro verde si è adeguato alla nuova italica Pax Capitalis. Che vuoi di più !
Interessante "il fenomeno migratorio ben più attratto dalle fasce basse della imprenditorialità criminale". Manca però la necessaria aggiunta dei meridionali "ben più attratti anche loro da fasce basse della imprenditorialità criminale,
Che però, grazie al tempo si è evoluta. Dobbiamo solo sperare in una sana concorrenza fra criminalità etnicamente definite (modalità sarcasmo off).
E' la legge del tasso di profitto che rende vincente chi lo ha più alto, indipendente da ogni catechismo etico. L'ultimo vincente lo sappiamo entrambi chi è: non arriva coi barconi e non è nato a Palemmo. Ha tanti scheletri nel suo armadio globale da rendere Totò Riina un chierichetto e la mafia nigeriana un'associazione scoutistica.
Citazione di: Jacopus il 13 Giugno 2021, 11:25:10 AM
In realtà Fusaro ha anche il difetto di pensare che un mutamento possa avvenire senza coinvolgere il popolo dei barconi, che sono i veri proletari di oggi, assai diversi dai proletari blue collar dell'Ottocento. Le diversità con due secoli fa inoltre sono talmente tante che mi rifiuto di proseguire un discorso "serio" su questo supposto argomento.
Inoltre, se Fusaro fosse portatore di tutta questa carica eversiva sarebbe stato silenziato da tempo, mentre invece risulta il piu noto filosofo.
Non se ne accorto, ma su la 7 non viene chiamato da tempo, comunque la discussione è andata fuori secondo me, volevo capire se ci fossero ancora dei filosofi.
Il più famoso filosofo classico filosofava nella tv del suo tempo, l'agorà di Atene. Fusaro fa altrettanto, al netto di ogni intellettualistico sussiego. Che trova poco spazio in una autentica filosofia della prassi.
Oltre a quelli già citati a me viene in mente Gianni Vattimo.
Ma esistono ancora filosofi oggi ? Se per filosofi si intende la filosofia classica, essa mi pare sia morta insieme all'ontologia, traghettata con tutto il suo codazzo di discipline (psicologia, antropologia, sociologia, pedagogia, ...) sotto le ubertose ali della Bigscience. L'essere classico ormai interessa solo la teologia ed è giusto che sia così. Essere e non essere, essere e divenire, essere e tempo, hanno fatto il loro tempo ed oggi nessun filosofo con un minimo di velleità accademiche si giocherebbe l'immagine professionale rilanciando tali questioni che rimangono reperto storico oppure oggetto di fede e di pratica mistica.
Eppure la filosofia attira molto, riempie le sale fisiche o virtuali di pubblico in cerca di un pharmakon che dia risposte almeno all'esistere, dopo che l'essere ha tradito tutte le aspettative. E poichè l'esistere, a differenza dell'essere, è sempre stato certo, e di esso si sono occupati i filosofi d'oriente e occidente fin dalla nascita del pensiero filosofico, il filosofo professionale è l'erudito creativo che sa offrire il pharmakon filosofico in dosaggi inediti, con le misture più originali e aggiornate alla contingenza esistenziale del momento. Realizzando il karma del profeta che recita: merita di essere signore del suo tempo colui che si limita ad anticiparlo. Coi tempi della rete basta qualche millisecondo di anticipo per godersi un microattimo di gloria. In ciò si vede l'animale filosofico e tutti i citati lo sono, Fusaro incluso.
Umberto Curi, accademico integrato, ha recentemente pubblicato un libretto delizioso non sul tempo ma addirittura sulla morte del tempo, prendendo come spunto un famoso quadro di Goya. La filosofia ha ancora molto da dire anche su temi relativi all'essere, ma ovviamente non può fingere che nel frattempo non sia accaduto nulla.
Il signor Fusaro ha il suo bel partitino oltreché il suo bell'orticello intellettuale, quindi il suo obbiettivo a breve-medio termine, oltre ai libri, le marchette televisive eccetera, per chi ancora non lo avesse capito è fare il parlamentare, tipica professione produttiva nel senso settecentesco e giacobbino prima, e coscienzainfelicesco ed hegeliano poi, del termine (se domani sparissero tutti i parlamentari, il mondo, ma penso anche l'universo intero, si incepperebbe nella sua intrinseca possibilità di andare avanti stante la dinamica antropologica attuale, e si fermerebbe).
Quindi il minimo che si possa dire di un personaggio del genere è che crede nella possibilità di cambiare il sistema dall'interno, o almeno vuol far credere che lo creda, sta di fatto che quando ci riuscirà, e quindi molto presto (a diventare parlamentare, non a cambiare il sistema), pagheremo tutto noi, a lui e a famiglia (rigorosamente non arcobaleno), come al solito. Arrivato dove deve arrivare, il saluto del prof diventerà sempre più "caro".Comunque la fine del urss secondo il verbo del fusarismo/fusaresimo non segna neanche il trionfo della borghesia (magari...) ma l'epoca in cui il proletariato e la borghesia sono schiacciati insieme dalla mano della finanza turbo masso capitalista, e quindi sono tutti fratelli(ni) nella lotta nazional popolar Stato-etist rossobrun comunitarista che ne deriva.
E dico questo senza malizia, di un personaggio che di recente ho rivalutato tantissimo insieme a Sgarbi in quanto forse le uniche due voci "note", se non "autorevoli", del paese (siamo messi bene), che si sono levate in modo eclatante contro la dittatura sanitaria del covid, ma come "serietà" umana e politica complessiva li metto allo stesso livello, i due personaggi, Sgarbi e Fusaro intendo, solo che l'uno è in politica da tempo, l'altro sta per entrarci.
Beh innanzitutto chi sono i filosofi? Non ricordo una volta aver sentito qualcuno esser chiamato con questo appellativo, a meno che non avesse qualche titolo di studio in storia della filosofia, un requisito che restringe il campo drasticamente, praticamente equiparandolo salvo rarissime eccezioni (addirittura chiamare qualcuno "filosofo" senza che esso abbia un titolo di studio, può essere anche una neanche troppo velata presa per il culo). Perciò ce ne sono tanti, la maggior parte lavora nella costellazione di qualche accademia, si esprime principalmente a favore e nel tentativo di impressionare questo ristretto circolo, e ambisce magari o a essere ricordato nei corsi a venire, dove un sempre minore numero di pubescenti vorrà partecipare con la promessa di diventare novelli Socrate, ma nella migliore delle ipotesi, anzichè scendere in strada e parlare con la gente, finirà a insegnare la materia che hanno appena imparato . E' un pò quello che succede (mi han detto) a egittologia. Fusaro non ha paura del torbido, e in questo lo apprezzo, nel resto meno.
riporto qui un appunto del mio zibaldone:
"Dopo aver scritto "Il professore riluttante" ora dovrei scrivere "Il filosofo riluttante".[/size]Ad esempio: ho iniziato a leggere "Storia del nulla" di Torno e dopo qualche pagina irritato ho smesso: quante inutili chiacchiere! La storia del nulla, il nulla della storia, il nulla e il nichilismo, il rimosso dell'essere, ecc. ecc. Non sopporto questo arzigogolino lessicale e argomentativo, la pedanteria del commento, la esibita sottigliezza ermeneutica che infine - mi pare - si perde nella banalità. Io ho cartesianamente bisogno di idee chiare e distinte.[/size]Perciò continuo ad essere contemporaneamente attratto e respinto dalla filosofia. Ma il problema è la filosofia o piuttosto i filosofi che fanno "quella" filosofia trasformata è deformata in chiacchiera?Vediamo un po': chi è il filosofo ?Un docente di filosofia è un filosofo? No, è uno che racconta il pensiero dei filosofi, sfoglia l'album di famiglia, fa storia della filosofia. Uno che scrive libri di filosofia è un filosofo? No, Socrate non ha scritto libri ma pare che fosse un filosofo, anzi: il protofilosofo, mentre De Crescenzo ha scritto libri di filosofia ma non è un filosofo, piuttosto un suo mediocre divulgatore. Ovviamente il libro serve al filosofo per esporre il proprio pensiero, ma è ovvio che è appunto il pensiero che deve esserci; talvolta stento a trovarcelo...Filosofo può essere allora chi pensa problemi, non chi commenta o divulga i pensieri problematici degli altri. Ergo: magari il filosofo sedicente è' il membro di una corporazione o di una comunità professionale, ma il vero filosofo è colui che pensa, che conosce il gusto (malinconico) della riflessione, che immagina mondi possibili, che pensa e conosce l'arte di tacere, per dire l'essenziale. Il resto è retorica."
A proposito - e perdonatemi se mi faccio un poco di pubblicità - il libro l'ho scritto e tra un po' sarà pubblicato, col titolo "il filosofo impertinente". Mentre "Il professore riluttante", del 2019, è stata la mia resa dei conti con la scuola, questo è la mia resa dei conti con la filosofia, che ormai guardo con occhio stanco e strabico, sono stufo di tante chiacchiere autoreferenziali, di problemi arzigogolati, di estenuanti discussioni per decidere - tanto per fare un esempio che appassiona l'ontologia - se la nave di Teseo è la nave di Teseo.
p.s certo che è difficile seguire queste vostre conversazioni, sono un continuo zigzagare tra gli argomenti...
Salve caro Tiziano Gorini. Citandoti : "Ad esempio: ho iniziato a leggere "Storia del nulla" di Torno e dopo qualche pagina irritato ho smesso: quante inutili chiacchiere!".Ma come..........non ti è bastato il titolo ? Speravi che una simile sincerità di titolazione contenesse delle chiacchiere UTILI ?.L'utilità dell'opera esisterà certamente, ma essa utilità sarà unicamente connessa al ruolo dell'Autore all'interno della cultura più o meno accademica..........non certo alla volontà o capacità di chiarire il concetto di nulla quale "negazione dell'esistente". Saluti ed auguri per le tue prossime letture.
Citazione di: tiziano gorini il 14 Giugno 2021, 19:12:28 PM...sono stufo di tante chiacchiere autoreferenziali, di problemi arzigogolati, di estenuanti discussioni per decidere - tanto per fare un esempio che appassiona l'ontologia - se la nave di Teseo è la nave di Teseo.
Non è un caso se l'ontologia, quella seria, è transitata armi e bagagli nella ricerca scientifica. La filosofia dovrebbe occuparsi di tutto ciò che è fuori portata della scienza, di etica, di senso della vita. Dovrebbe diventare una
filosofia della prassi come richiesto da K.Marx. Ma stenta a fare pure questo. Per cui dobbiamo accontentarci di professori di filosofia che ce ne raccontano, più o meno arzigogolando, la storia.
Fusaro è un giovane filosofo, allievo di quel Costanzo Preve che non aveva paura di vedere la nuova intellettualità a destra.
Di filosofi ce ne sono ancora, li abbiamo citati e se torni indietro di qualche mio post capirai anche quelli più importanti.
Agamben anzitutto, Severino attualissimo, Cacciari se ti interessa il pensiero metafisico, Esposito che devo ancora affrontare sul politico. Vattimo e Rovatti se ti interessa il pensiero debole, la rivista aut aut per conoscere i giovani nuovi intellettuali.
Ma ce ne sono molti altri, il buon Fusaro qui ha fatto un bell'elenco https://www.filosofico.net/1900.htm buona ricerca! ;)
Citazione di: tiziano gorini il 14 Giugno 2021, 19:12:28 PM
riporto qui un appunto del mio zibaldone:
"Dopo aver scritto "Il professore riluttante" ora dovrei scrivere "Il filosofo riluttante".Ad esempio: ho iniziato a leggere "Storia del nulla" di Torno e dopo qualche pagina irritato ho smesso: quante inutili chiacchiere! La storia del nulla, il nulla della storia, il nulla e il nichilismo, il rimosso dell'essere, ecc. ecc. Non sopporto questo arzigogolino lessicale e argomentativo, la pedanteria del commento, la esibita sottigliezza ermeneutica che infine - mi pare - si perde nella banalità. Io ho cartesianamente bisogno di idee chiare e distinte.Perciò continuo ad essere contemporaneamente attratto e respinto dalla filosofia. Ma il problema è la filosofia o piuttosto i filosofi che fanno "quella" filosofia trasformata è deformata in chiacchiera?Vediamo un po': chi è il filosofo ?Un docente di filosofia è un filosofo? No, è uno che racconta il pensiero dei filosofi, sfoglia l'album di famiglia, fa storia della filosofia. Uno che scrive libri di filosofia è un filosofo? No, Socrate non ha scritto libri ma pare che fosse un filosofo, anzi: il protofilosofo, mentre De Crescenzo ha scritto libri di filosofia ma non è un filosofo, piuttosto un suo mediocre divulgatore. Ovviamente il libro serve al filosofo per esporre il proprio pensiero, ma è ovvio che è appunto il pensiero che deve esserci; talvolta stento a trovarcelo...Filosofo può essere allora chi pensa problemi, non chi commenta o divulga i pensieri problematici degli altri. Ergo: magari il filosofo sedicente è' il membro di una corporazione o di una comunità professionale, ma il vero filosofo è colui che pensa, che conosce il gusto (malinconico) della riflessione, che immagina mondi possibili, che pensa e conosce l'arte di tacere, per dire l'essenziale. Il resto è retorica."
A proposito - e perdonatemi se mi faccio un poco di pubblicità - il libro l'ho scritto e tra un po' sarà pubblicato, col titolo "il filosofo impertinente". Mentre "Il professore riluttante", del 2019, è stata la mia resa dei conti con la scuola, questo è la mia resa dei conti con la filosofia, che ormai guardo con occhio stanco e strabico, sono stufo di tante chiacchiere autoreferenziali, di problemi arzigogolati, di estenuanti discussioni per decidere - tanto per fare un esempio che appassiona l'ontologia - se la nave di Teseo è la nave di Teseo.
p.s certo che è difficile seguire queste vostre conversazioni, sono un continuo zigzagare tra gli argomenti...
Francamente mi fate sempre molto ridere voi analitici, se non capite un cavole della metafisica occidentale, sono problemi vostri, guardate altrove.
Ma ovviamente lo dico sorridendo il fenomeno degli "haters" io l'ho compreso molto molto tempo fa.
E guarda un pò sono proprio gli analitici che non possono capirlo...(il passaggio al fatto che la filosofia analitica sia la filosofia degli haters, è pressochè già scritto nevvero? Ma immagino che lo capisco solo io e qualche altro illuminato)
Salve green demetr. Citandoti : ".......Ma immagino che lo capisco solo io e qualche altro illuminato).
Ecco la tragedia ecologica del mondo : gli illuminati sono troppo pochi ma - soprattutto - essi non riescono ad illuminare.........................perciò la luce dovrà continuare a venir prodotta da mostruose centrali alimentate a combustibile fossile !!. Saluti e buone ferie, sperando solo che la non-produttività di un sano e prolungato periodo feriale sia accompagnata da una corrispondente riduzione delle abitudine energivore (Mica andrai in ferie in automobile con condizionamento........per raggiungere un qualche ambiente dotato di condizionatore d'aria etc. etc., spero !).
Storia del nulla è di Givone non di Torno, comunque io non sono abbastanza "illuminato" da considerare alcuni "minori" come filosofi, tipo il signor Fusaro, che dice sempre le stesse cose e tira acqua al suo mulino non solo editoriale ma anche politico, come si fa a considerare (ai giorni nostri e nel nostro paese) uno che è in politica o aspira ad entrarci in tempi brevi come filosofo?
Non lo dico solo come cosa perché mi sta antipatico Fusaro, vale ad esempio anche per Negri e in alcuni momenti della sua carriera anche per Cacciari, come fa uno che sta in politica e prende stipendi ed emolumenti come politico, visto anche come è marcia e corrotta la politica italiana, a dirsi contemporaneamente anche filosofo? non c'è (palese e plateale) conflitto di interessi?
Mi viene in mente che i filosofi della Grecia classica, Platone, Aristotele, i sofisti, consigliavano e istruivano i politici e la classe politica, coltivavano l'arte della persuasione scritta e orale, avevano a volte grandi progetti politici in mente e nel cuore (Platone) ma non si rendevano mai ridicoli e, allo stesso tempo, vulnerabili, facendo politica e coltivando ambizioni di governo in prima persona, erano, o almeno ambivano ad essere, dei consiglieri della politica, non dei politici.
Poi ok, da Marx in poi possiamo parlare di filosofia della prassi, e di nobilitazione della figura del politico-filosofo, ma "filosofia della prassi" nel 2020 vuol dire per forza fare il politico strapagato e pieno di privilegi a vita e oltre vita? Che magari piazza i suoi parenti in posizioni strategiche? Non mi fate parlare oltre, và...
La filosofia cerca di esorcizzare il nulla (così come la letteratura la parte tossica dell'emotività umana), e in questo si vede costretta a costruire continui percorsi di verità che però sembrano durare sempre meno.
Il fatto che i testi filosofici mantengano almeno in parte la struttura retorica di una rivelazione, il fatto che si abbia una propensione per l'oscurità dello stile, la teatralità che in Heidegger per esempio raggiunge livelli demenziali, il gusto di ribaltare continuamente la visione consueta delle cose, ebbene tutto questo fa parte dei mezzi di cui a volte il filosofo abusa, mezzi però indispensabili a ricreare la magia del possesso della verità.
L'illusione riuscita è che non ci sia più il nulla, il vuoto di senso, la violenza, la crudeltà pura e semplice, il disfacimento della morte, ma una storia profonda abbastanza da incatenarci ad essa.
Poi però come il protagonista di un racconto di Dazai Osamu ("Il suono del martello") veniamo raggiunti dal suono banale del mondo che cancella l'incanto e ci riporta alla realtà, ogni volta più stanchi della volta precedente...
Citazione di: viator il 15 Giugno 2021, 12:52:54 PM
Salve green demetr. Citandoti : ".......Ma immagino che lo capisco solo io e qualche altro illuminato).
Ecco la tragedia ecologica del mondo : gli illuminati sono troppo pochi ma - soprattutto - essi non riescono ad illuminare.........................perciò la luce dovrà continuare a venir prodotta da mostruose centrali alimentate a combustibile fossile !!. Saluti e buone ferie, sperando solo che la non-produttività di un sano e prolungato periodo feriale sia accompagnata da una corrispondente riduzione delle abitudine energivore (Mica andrai in ferie in automobile con condizionamento........per raggiungere un qualche ambiente dotato di condizionatore d'aria etc. etc., spero !).
Illuminarsi, lavarsi, climatizzarsi e cucinare coi pannelli solari e filosofare macinando chilometri in bicicletta verso mete a km poco sopra zero è forse la soluzione corretta ?
Essere filosofi nel 2021 implica un rapporto privilegiato con la modernità, capace di comprendere i deliri del suo essere post. Le antiche distinzioni sono nei manuali che, anche Green ammette, bisogna conoscere e subito dopo lasciare. Chronos accorcia i suoi tempi e spezzetta con un furore sarcastico che Eraclito, se da qualche parte assiste, chissà quanto se la gode. Aiòn resta chiuso nella fortezza di qualche illuminato che sa ancora gustare l'arte di vivere. Kairòs è in frenetica attività, ma limita l'intelletto ai pupari. Per i pupi è solo riflesso condizionato di un filo che pure le Parche disdegnano.
Fusaro, come Negri e Cacciari nel loro tempo andato, subisce il fascino dell'autonomia del politico. Errore che costò non poche traversie anche al padre spirituale della specie: il venerabile Platone. Che pare, venne venduto pure come schiavo. Nulla osta che Kairòs lo assista anche se la vedo più difficile che scoprire l'origine di sarscov2 o la verità su Pinelli, piazza Fontana e Ustica.
Il disdegno delle Parche per le ultime vicende umane ha concesso una canna di ossigeno anche a chi solo tre anni fa doveva redimere il belpaese dai suoi mali atavici e oggi si trova a burattinare al comando di un plenipotenziario della spectre finanziaria globale che a bacchetta comanda (nomine enti pubblici e authority, recovery fund) pure un altro che evidentemente gli attributi politici li ha solo di fronte agli straccioni sul canotto.
Tempi duri anche per la filosofia della prassi in questa postmodernità in cui l'unico spirito aleggiante è quello del Capitale. Ovvero un'assenza di spirito per definizione. Quindi Givone ha visto giusto (come sulla "metafisica della peste"). L'unica filosofia attuale è il nulla. L'inattuale, caro Friedrich, può attendere. Del resto l'avevi previsto: 200 anni. Senza sconto. A noi il calice dell'"ultimo uomo". Da bere fino in fondo con lo spirito di Seneca. Eterno ritorno dell'antico. E poi c'è chi dice: a cosa serve la filosofia ?
Ipazia ha scritto:
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"Fusaro, come Negri e Cacciari nel loro tempo andato, subisce il fascino dell'autonomia del politico."
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Per me c'è una bella differenza tra "subire il fascino dell'autonomia del politico" e fare il politico, in termini di conflitto di interessi tra quello che ci si può aspettare da un filosofo e quello che ci si aspetta da un politico, insomma non riesco proprio a vedere il filosofo-politico di pura "discendenza" marxiana come un parlamentare o un deputato dei giorni nostri, o comunque dei brevi tempi che ho visto in età della ragione in vita, sarò poco illuminato o troppo giovane io, era questo il senso del mio discorso.
L'autonomia del politico che poteva affascinare Negri e Cacciari ai tempi loro, allora, a dirla tutta, sta all' "autonomia del politico" che può affascinare oggi personaggi come Fusaro, beh, sta come, per non essere volgari, l'oro sta al bronzo nella simbologia usata da Platone ecco, senza nemmeno passare per la mediazione dell'argento.
Non mi pare che Fusaro abbia bisogno di un mestiere servile come la politica per realizzarsi. Semmai è la politica che ha bisogno di personaggi come Fusaro per elevare il suo abissale livello di intelligenza raggiunto nel presente. Non so quante illusioni si faccia Fusaro su tale missione. Ma sperimentare in proprio è la via maestra della conoscenza e questo, il filosofo Fusaro, certamente lo sa. Per male che vada tornerà, come Cacciari, a scrivere libri e tenere seminari. Con qualche sapere in più.
Citazione di: Ipazia il 16 Giugno 2021, 14:35:07 PM
Non mi pare che Fusaro abbia bisogno di un mestiere servile come la politica per realizzarsi. Semmai è la politica che ha bisogno di personaggi come Fusaro per elevare il suo abissale livello di intelligenza raggiunto nel presente. Non so quante illusioni si faccia Fusaro su tale missione. Ma sperimentare in proprio è la via maestra della conoscenza e questo, il filosofo Fusaro, certamente lo sa. Per male che vada tornerà, come Cacciari, a scrivere libri e tenere seminari. Con qualche sapere in più.
A certi personaggi non gli basta mai, e mi riesce difficile immaginare che facciano politica per missione.
Quanto alla conoscenza, un filosofo per essere tale, oltre ad essere erudito, (ma non necessariamente pedante), dovrebbe avere un pensiero suo originale, e viene da chiedersi cosa Fusaro aggiunga o tolga al suo maestro Preve.
Forse che l'uno ha perso le ambizioni politiche in vecchiaia, l'altro le ha ritrovate in gioventù.
Mercoledì, giorno dei ladri. Trovandomi in questi giorni presso la dimora della mia compagna di una mezza vita, stamattina presto ho fatto una solitaria capatina fin su nel Renon. Vi è in quei luoghi la "Freud promenade" che già percorsi in compagnia più volte. Una camminata tra i boschi e qualche lussuosa villa o qualche lussuoso hotel dislivello irrisorio cento metri/cinque km. Li ho catturato una foto dove stava scritto in tre lingue (provincia autonoma di bolzano non si scherza!): Nel corso dei tempi la megalomania dell'uomo ha dovuto sopportare due grandi mortificazioni: la prima quando comprese che la nostra terra non è al centro dell'universo; la seconda, quando la ricerca biologica annientò la pretesa posizione di privilegio dell'uomo nella creazione. La terza, quando l'odierna indagine psicologica ha mostrato all'Io che non è padrone in casa propria.
So che Freud fu criticato, non so in che termini e in più non conosco il pensiero freudiano.
Io sono un filosofo nè più nè meno di come lo siamo tutti noi. Quel che penso è che un buon filosofo non dovrebbe permettersi di indossare una maschera che non sia quella del filosofo quando occorra. C'è una cosa in cui dissento (oggi però, non al tempo di Freud) dal pensiero di Sigismondo: l'Io che pensa di governare a casa propria è riuscito a ribaltare la seconda mortificazione inventandosi, forte di qualche buon indizio, la mutazione genetica casuale, facendo così assumere ad una mortificazione l'aspetto di una mezza mortificazione. Lo ha fatto pure in malafede a mio modo di vedere, poiché, se messo alle strette, qualsiasi buon genetista ti dirà che in fondo si tratta di non conoscerne la vera causa. In ogni caso, il paradigma di tale mezza mortificazione sta nell'enunciato "gli uomini sono anche animali". Il buon filosofo sa che tutta l'umanità filosofa, ma così come la filosofia risponde alle sue domande, anche ciascun individuo tiene le proprie domande, che spesso se non sempre sovrastano quelle filosofiche con la dovuta forza
Citazione di: niko il 16 Giugno 2021, 15:29:07 PM
Quanto alla conoscenza, un filosofo per essere tale, oltre ad essere erudito, (ma non necessariamente pedante), dovrebbe avere un pensiero suo originale, e viene da chiedersi cosa Fusaro aggiunga o tolga al suo maestro Preve.
Fermi pensava la stessa cosa per lo "scienziato", titolo che dovrebbe spettare solo a chi scopre qualcosa. Se passasse tale principio non esisterebbero più né scienziati né filosofi visto che la ricerca in entrambi i campi ormai su fonda su teorie masticate e rimasticate. O sarebbero pochissimi a meritare il titolo.
Rimane sempre utilizzabile quello di
ricercatore. Ricercatori lo siamo tutti. Anche solo di un po' di fortuna.
Citazione di: niko il 15 Giugno 2021, 13:39:03 PM
Storia del nulla è di Givone non di Torno, comunque io non sono abbastanza "illuminato" da considerare alcuni "minori" come filosofi, tipo il signor Fusaro, che dice sempre le stesse cose e tira acqua al suo mulino non solo editoriale ma anche politico, come si fa a considerare (ai giorni nostri e nel nostro paese) uno che è in politica o aspira ad entrarci in tempi brevi come filosofo?
Non lo dico solo come cosa perché mi sta antipatico Fusaro, vale ad esempio anche per Negri e in alcuni momenti della sua carriera anche per Cacciari, come fa uno che sta in politica e prende stipendi ed emolumenti come politico, visto anche come è marcia e corrotta la politica italiana, a dirsi contemporaneamente anche filosofo? non c'è (palese e plateale) conflitto di interessi?
Mi viene in mente che i filosofi della Grecia classica, Platone, Aristotele, i sofisti, consigliavano e istruivano i politici e la classe politica, coltivavano l'arte della persuasione scritta e orale, avevano a volte grandi progetti politici in mente e nel cuore (Platone) ma non si rendevano mai ridicoli e, allo stesso tempo, vulnerabili, facendo politica e coltivando ambizioni di governo in prima persona, erano, o almeno ambivano ad essere, dei consiglieri della politica, non dei politici.
Poi ok, da Marx in poi possiamo parlare di filosofia della prassi, e di nobilitazione della figura del politico-filosofo, ma "filosofia della prassi" nel 2020 vuol dire per forza fare il politico strapagato e pieno di privilegi a vita e oltre vita? Che magari piazza i suoi parenti in posizioni strategiche? Non mi fate parlare oltre, và...
Il buon Fusaro lo sto seguendo.
Anzitutto bisogna distinguere la sua figura di intellettuale, da quella di teoretico della politica.
Stavo leggendo la prefazione alla storia dell'idealismo tedesco di Marx, fatto dal nostro.
Se vuoi capire la sua sottigliezza filosofica devi partire da lì.
Il buon Preve vedeva nel ragazzo un futuro possibile di grande filosofo.
Teniamo conto che è molto giovane, si inizia a essere filosofi a quarant'anni.
Per quanto riguarda la politica, trovo più triste l'integrazione al potere di Cacciari (cosa che fa a pugni, come al solito, con la sua filosofia più avanzata), che la spirale di complottismo in cui si sta facendo risucchiare Fusaro.
Che comunque si è accollato un bel peso.
Nemmeno io sopporto i suoi attacchi all'omofilia, come se la famiglia debba essere l'unico modus vivendi.
(io direi di lasciare la libertà di scelta).
Egli sa benissimo che per andare al potere serve anche un strategia militare.
Lo ha anche stigmatizzato in occasione della separazione del suo partito.
Che per inciso significa, che la sua è una chimera di dimensioni gigantesche. :D
Deve ancora imparare molto di se stesso, di tutte gli inciampi psicologici che sottendono la sua utopia.
Certo in questo momento è difficile dargli credito, ma ripeto dividiamo il politico dall'intellettuale, che è poi il motivo per cui uno lo segue, in campo filosofico.
Ma d'altronde quando i maestri scompaiono (ricordo che l'"ultimo" di loro, ovvero, Severino ci ha lasciati poco tempo fa, lasciando l'intero mondo intellettuale in un oscurità, da cui non si riprenderà mai più) cosa vi aspettavate??? :D
accontentiamoci di quello che c'è gente!
Citazione di: Kobayashi il 15 Giugno 2021, 15:45:07 PM
La filosofia cerca di esorcizzare il nulla (così come la letteratura la parte tossica dell'emotività umana), e in questo si vede costretta a costruire continui percorsi di verità che però sembrano durare sempre meno.
Il fatto che i testi filosofici mantengano almeno in parte la struttura retorica di una rivelazione, il fatto che si abbia una propensione per l'oscurità dello stile, la teatralità che in Heidegger per esempio raggiunge livelli demenziali, il gusto di ribaltare continuamente la visione consueta delle cose, ebbene tutto questo fa parte dei mezzi di cui a volte il filosofo abusa, mezzi però indispensabili a ricreare la magia del possesso della verità.
L'illusione riuscita è che non ci sia più il nulla, il vuoto di senso, la violenza, la crudeltà pura e semplice, il disfacimento della morte, ma una storia profonda abbastanza da incatenarci ad essa.
Poi però come il protagonista di un racconto di Dazai Osamu ("Il suono del martello") veniamo raggiunti dal suono banale del mondo che cancella l'incanto e ci riporta alla realtà, ogni volta più stanchi della volta precedente...
L'uso smodato di neologismi di Heidegger però va ascritto al suo tentativo di far capire la sua filosofia.
Oggi come oggi è impossibile parlare di metafisica senza riferisti a gesù.
Quanti testi di laureandi si sono spesi per questo impossibile connubio tra filosofia e religione.
La filosofia guarda in faccia il nulla, è il cristianesimo che lo esorcizza.
Certo che il vuoto ci distrugge, sopratutto quando questo è riempito dell'orrore, e del terrore del quotidiano.
E io la penso come te, intendo dire proprio il semplice rumore dei muratori che mi stanno fracassando la testa sotto casa mia!!!!
E' proprio così siamo sempre più stanchi.
Questa è la filosofia, guardare le cose per come stanno.
cit quara di copertina di società della stanchezza di Byung-Chul Han , nottempo edizioni
"
Rivisitando alcune categorie classiche del pensiero novecentesco, il lavoro di Byung-Chul Han si focalizza con particolare attenzione sul disagio dell'individuo tardo-moderno nella società odierna, caratterizzata dalla prestazione, dalla competizione e, soprattutto, dall'appiattimento delle contraddizioni e dal venir meno della negatività. Le analisi sviluppate nei saggi qui raccolti mettono in luce, nello specifico, come l'ossessione dell'iperattività e la tendenza sempre piú forte al multitasking arrivino a produrre disturbi di natura depressiva e nevrotica. Tali espressioni di malessere e di "stanchezza" vengono interpretate come ovvia conseguenza dell'incapacità del soggetto di sostenere i ritmi dell'iperproduzione postcapitalistica in un contesto in cui non esiste piú un modello sociale imposto dall'Esterno, dall'Altro, ma è anzi il soggetto stesso ad averlo introiettato."
Secondo te il filosofo esorcizza o fa analisi?
Credo sia tutta qua la questione mai risolta fra di noi.
Ciao!
Citazione di: Ipazia il 16 Giugno 2021, 07:59:17 AM
Citazione di: viator il 15 Giugno 2021, 12:52:54 PM
Salve green demetr. Citandoti : ".......Ma immagino che lo capisco solo io e qualche altro illuminato).
Ecco la tragedia ecologica del mondo : gli illuminati sono troppo pochi ma - soprattutto - essi non riescono ad illuminare.........................perciò la luce dovrà continuare a venir prodotta da mostruose centrali alimentate a combustibile fossile !!. Saluti e buone ferie, sperando solo che la non-produttività di un sano e prolungato periodo feriale sia accompagnata da una corrispondente riduzione delle abitudine energivore (Mica andrai in ferie in automobile con condizionamento........per raggiungere un qualche ambiente dotato di condizionatore d'aria etc. etc., spero !).
Illuminarsi, lavarsi, climatizzarsi e cucinare coi pannelli solari e filosofare macinando chilometri in bicicletta verso mete a km poco sopra zero è forse la soluzione corretta ?
Essere filosofi nel 2021 implica un rapporto privilegiato con la modernità, capace di comprendere i deliri del suo essere post. Le antiche distinzioni sono nei manuali che, anche Green ammette, bisogna conoscere e subito dopo lasciare. Chronos accorcia i suoi tempi e spezzetta con un furore sarcastico che Eraclito, se da qualche parte assiste, chissà quanto se la gode. Aiòn resta chiuso nella fortezza di qualche illuminato che sa ancora gustare l'arte di vivere. Kairòs è in frenetica attività, ma limita l'intelletto ai pupari. Per i pupi è solo riflesso condizionato di un filo che pure le Parche disdegnano.
Fusaro, come Negri e Cacciari nel loro tempo andato, subisce il fascino dell'autonomia del politico. Errore che costò non poche traversie anche al padre spirituale della specie: il venerabile Platone. Che pare, venne venduto pure come schiavo. Nulla osta che Kairòs lo assista anche se la vedo più difficile che scoprire l'origine di sarscov2 o la verità su Pinelli, piazza Fontana e Ustica.
Il disdegno delle Parche per le ultime vicende umane ha concesso una canna di ossigeno anche a chi solo tre anni fa doveva redimere il belpaese dai suoi mali atavici e oggi si trova a burattinare al comando di un plenipotenziario della spectre finanziaria globale che a bacchetta comanda (nomine enti pubblici e authority, recovery fund) pure un altro che evidentemente gli attributi politici li ha solo di fronte agli straccioni sul canotto.
Tempi duri anche per la filosofia della prassi in questa postmodernità in cui l'unico spirito aleggiante è quello del Capitale. Ovvero un'assenza di spirito per definizione. Quindi Givone ha visto giusto (come sulla "metafisica della peste"). L'unica filosofia attuale è il nulla. L'inattuale, caro Friedrich, può attendere. Del resto l'avevi previsto: 200 anni. Senza sconto. A noi il calice dell'"ultimo uomo". Da bere fino in fondo con lo spirito di Seneca. Eterno ritorno dell'antico. E poi c'è chi dice: a cosa serve la filosofia ?
Come già detto sopra, Fusaro sa benissimo che la politica non va da sola.
E' proprio nella filosofia della storia, che lui sta cercando i capi fila del nodo in cui ci siamo avvilupati.
Non essendo percorribile la strada militare, non rimane che quella che cerchi di sviluppare quelle possibilità che la storia offre sempre ad un intero popolo, proprio nella dimensione agonistica col l'avanzare del nulla.
E beviamoci questo calice cara Ipazia.
Io ritengo che la filosofia si fa anche in punto di morte, come un lavoro.
Come Mozart che compone il suo capolavoro mentre sta morendo.
E' così! che il pensiero si spenga perendo!! come ci augurava Nietzche!!!
8)
Morte come introiezione del grande Altro, come da citazione post sopra, non solo come morte fisica, quella è più banale. 8)
Citazione di: niko il 16 Giugno 2021, 13:31:50 PM
Ipazia ha scritto:
-----------------------------
"Fusaro, come Negri e Cacciari nel loro tempo andato, subisce il fascino dell'autonomia del politico."
----------------------------
Per me c'è una bella differenza tra "subire il fascino dell'autonomia del politico" e fare il politico, in termini di conflitto di interessi tra quello che ci si può aspettare da un filosofo e quello che ci si aspetta da un politico, insomma non riesco proprio a vedere il filosofo-politico di pura "discendenza" marxiana come un parlamentare o un deputato dei giorni nostri, o comunque dei brevi tempi che ho visto in età della ragione in vita, sarò poco illuminato o troppo giovane io, era questo il senso del mio discorso.[/size]
L'autonomia del politico che poteva affascinare Negri e Cacciari ai tempi loro, allora, a dirla tutta, sta all' "autonomia del politico" che può affascinare oggi personaggi come Fusaro, beh, sta come, per non essere volgari, l'oro sta al bronzo nella simbologia usata da Platone ecco, senza nemmeno passare per la mediazione dell'argento.
Vabbè stai criticando il suo "far soldi" a spese della massa ignorante.
Però questo si riduce ad un attacco personale. E poi tutti fanno soldi a spese della massa ignorante.
Sarebbe più interessante che cercassi di capire quali sono le cose che veramente ti danno fastidio a livello politico, non trovi?
Citazione di: green demetr il 18 Giugno 2021, 10:26:34 AM
Citazione di: niko il 16 Giugno 2021, 13:31:50 PM
Ipazia ha scritto:
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"Fusaro, come Negri e Cacciari nel loro tempo andato, subisce il fascino dell'autonomia del politico."
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Per me c'è una bella differenza tra "subire il fascino dell'autonomia del politico" e fare il politico, in termini di conflitto di interessi tra quello che ci si può aspettare da un filosofo e quello che ci si aspetta da un politico, insomma non riesco proprio a vedere il filosofo-politico di pura "discendenza" marxiana come un parlamentare o un deputato dei giorni nostri, o comunque dei brevi tempi che ho visto in età della ragione in vita, sarò poco illuminato o troppo giovane io, era questo il senso del mio discorso.
L'autonomia del politico che poteva affascinare Negri e Cacciari ai tempi loro, allora, a dirla tutta, sta all' "autonomia del politico" che può affascinare oggi personaggi come Fusaro, beh, sta come, per non essere volgari, l'oro sta al bronzo nella simbologia usata da Platone ecco, senza nemmeno passare per la mediazione dell'argento.
Vabbè stai criticando il suo "far soldi" a spese della massa ignorante.
Però questo si riduce ad un attacco personale. E poi tutti fanno soldi a spese della massa ignorante.
Sarebbe più interessante che cercassi di capire quali sono le cose che veramente ti danno fastidio a livello politico, non trovi?
Sì, critico il suo fare soldi a spese della massa ignorante, ma volevo fare anche una differenziazione in linea generale, tra l'autonomia del politico che poteva riguardare una certa generazione, diciamo quella degli anni settanta, differentemente da un'altra, diciamo quella dei giorni nostri.
Poi faccio anche una critica di poca originalità, e dico che il suo pensiero è uguale spiccicato a quello di Preve, non cerco proprio niente in Fusaro che mi "dia fastidio" a livello politico, e non cerco perché è semmai lo stesso insieme di cose che mi hanno "dato fastidio" di Preve a loro tempo, quindi "ho già trovato", anche se ho già trovato le magagne dell'uno in un altro.
Quali siano queste cose penso che non interessi a nessuno, perché questa è una discussione sui filosofi nel 2021, non su cosa piace e non piace a me di Preve e Fusaro.
Senza andare troppo fuori argomento, posso dire che sono comunista, che ritengo che comunismo e comunitarismo siano due cose assolutamente inconciliabili proprio come a suo tempo e a suo modo fallì il modello staliniano di "socialismo in un solo paese", che non penso che la linea storica e di pensiero heghelo-marxiana possa essere un antidoto resuscitato e preconcetto al nichilismo come problema ma al contrario che marxismo e nichilismo siano speculari tra di loro, e in ultimo che, in quanto comunista, sono in linea generale
per la globalizzazione, e non
contro.
Citazione di: niko il 18 Giugno 2021, 15:12:01 PM
Quali siano queste cose penso che non interessi a nessuno, perché questa è una discussione sui filosofi nel 2021, non su cosa piace e non piace a me di Preve e Fusaro.
Interessa perchè se Fusaro è l'erede ideologico di Preve, essendo Fusaro l'unico filosofo italiano che abbia una visione politica militante, bisogna per forza confrontarsi con lui e col suo precursore.
CitazioneSenza andare troppo fuori argomento, posso dire che sono comunista, che ritengo che comunismo e comunitarismo siano due cose assolutamente inconciliabili proprio come a suo tempo e a suo modo fallì il modello staliniano di "socialismo in un solo paese", che non penso che la linea storica e di pensiero heghelo-marxiana possa essere un antidoto resuscitato e preconcetto al nichilismo come problema ma al contrario che marxismo e nichilismo siano speculari tra di loro, e in ultimo che, in quanto comunista, sono in linea generale per la globalizzazione, e non contro.
Condivido con te la formazione marxista, ma non me la sento di confondere globalizzazione e internazionalismo, classe operaia e lumpenproletariat da diporto. La feroce ricomposizione di classe, che assomiglia più ad una disintegrazione, era intuita dai profeti, Lenin soprattutto, nelle teorizzazioni sull'imperialismo e la finanziarizzazione del Capitale. Ma certo non potevano immaginarsi che il Capitale si sarebbe emancipato a tal punto dal lavoro e dalla manifattura concentrando tutto il potere politico sulla finanza fino ad innescare processi economici totalmente liberisti intorno al conio stesso del denaro, come avviene con le criptovalute. E tutto ciò mentre il fattore di produzione
lavoro perde sempre più valore di mercato. Di fronte a tale sviluppo politico-economico com'è possibile credere ancora ad una linearità del progresso sociale per via capitalistica. Fusaro, studiando Marx, ha capito che la teoria politica va riscritta proprio per salvare quel programma.
Anche i cinesi, che Marx l'hanno studiato, si guardano bene dal dare briglia sciolta alle forze del mercato, che pure amministrano capitalisticamente, con un sovranismo di dimensioni tali da resistere alla spectre finanziaria globale, di cui usano gli artifici quando serve. Da comunista, non vedo alternativa politica ed etica alla Resistenza al globalismo. Il passaggio tra globalismo e reazione è una cruna di ago, ma va, filosoficamente, oltre che politicamente, percorso. Magari allargandolo sia dalla parte del rosso che del nero. Mostrando le nudità, ingenuità e disonestà di entrambi.
Citazione di: Ipazia il 18 Giugno 2021, 20:00:36 PM
Citazione di: niko il 18 Giugno 2021, 15:12:01 PM
Quali siano queste cose penso che non interessi a nessuno, perché questa è una discussione sui filosofi nel 2021, non su cosa piace e non piace a me di Preve e Fusaro.
Interessa perchè se Fusaro è l'erede ideologico di Preve, essendo Fusaro l'unico filosofo italiano che abbia una visione politica militante, bisogna per forza confrontarsi con lui e col suo precursore.
CitazioneSenza andare troppo fuori argomento, posso dire che sono comunista, che ritengo che comunismo e comunitarismo siano due cose assolutamente inconciliabili proprio come a suo tempo e a suo modo fallì il modello staliniano di "socialismo in un solo paese", che non penso che la linea storica e di pensiero heghelo-marxiana possa essere un antidoto resuscitato e preconcetto al nichilismo come problema ma al contrario che marxismo e nichilismo siano speculari tra di loro, e in ultimo che, in quanto comunista, sono in linea generale per la globalizzazione, e non contro.
Condivido con te la formazione marxista, ma non me la sento di confondere globalizzazione e internazionalismo, classe operaia e lumpenproletariat da diporto. La feroce ricomposizione di classe, che assomiglia più ad una disintegrazione, era intuita dai profeti, Lenin soprattutto, nelle teorizzazioni sull'imperialismo e la finanziarizzazione del Capitale. Ma certo non potevano immaginarsi che il Capitale si sarebbe emancipato a tal punto dal lavoro e dalla manifattura concentrando tutto il potere politico sulla finanza fino ad innescare processi economici totalmente liberisti intorno al conio stesso del denaro, come avviene con le criptovalute. E tutto ciò mentre il fattore di produzione lavoro perde sempre più valore di mercato. Di fronte a tale sviluppo politico-economico com'è possibile credere ancora ad una linearità del progresso sociale per via capitalistica. Fusaro, studiando Marx, ha capito che la teoria politica va riscritta proprio per salvare quel programma.
Anche i cinesi, che Marx l'hanno studiato, si guardano bene dal dare briglia sciolta alle forze del mercato, che pure amministrano capitalisticamente, con un sovranismo di dimensioni tali da resistere alla spectre finanziaria globale, di cui usano gli artifici quando serve. Da comunista, non vedo alternativa politica ed etica alla Resistenza al globalismo. Il passaggio tra globalismo e reazione è una cruna di ago, ma va, filosoficamente, oltre che politicamente, percorso. Magari allargandolo sia dalla parte del rosso che del nero. Mostrando le nudità, ingenuità e disonestà di entrambi.
Agente 007 | Il mio gatto sicuro - il Blog! (wordpress.com)Il capo supremo di una spectre è sempre un uomo senza volto che accarezza un gatto, dunque la sua ossessione non è il potere politico, ma il gatto. Il capitale non può costituirsi come assoluto perché il lavoro vivo (il gatto), per quanto piccolo e asimmetrico rispetto al colosso, esiste sempre, ed esiste come residuo, per cui, stante il residuo, l'assoluto non può costituirsi nemmeno come insieme delle parti (nel linguaggio filmico e letterario dei racconti di 007, il gatto è, è inquadrato per intero, e di conseguenza l'uomo più cattivo del mondo è sempre senza testa o senza volto) ed esiste come oggetto di amore (desiderio del desiderio), per cui neanche l'uomo più potente e più cattivo del mondo lo può avere con la forza. I vivi sono infinitamente numericamente minori dei morti, eppure non fanno insieme armonico delle parti con i morti, sono una differenza irriducibile, e così pure il lavoro dei vivi.
Mi annoiano quindi le teorie fusaro-previane del capitale come assoluto, quelle per cui tu metti la C maiuscola, che alla fine devono mettere insieme borghesi e proletari come i nuovi sfruttati (precariato) dall'aristocrazia finanziaria, non si capisce che la borghesia universale tante altre volte nella storia ha ceduto parte del potere a qualcuno (monarca, imperatore, dittatore...) ma è sempre rimasta classe dominante.
E poi il localismo, a cui finisce per ridursi il comunitarismo a giudizio di chi ha una prospettiva globale, dà adito a tutta una serie di concetti ed esternazioni dei suoi sostenitori che a me stanno antipatici a pelle anche a prescindere da ogni elaborazione, come critica distruttiva all'antifascismo nel presente, al mito del sessantotto, al femminismo, rigurgiti di nazionalismo, familismo, populismo, deismo, clericalismo, etica del lavoro presupponente uno stato etico, xenofobia, è proprio roba che non fa per me, preferisco sballarmi con altro.
Per essere più precisi, se torniamo alla figura dell'uomo senza volto con il gatto in grembo (mi dispiace, ma la spectre richiama in me associazioni filmiche e letterarie, solo in questo senso riesco a prenderla sul serio), il deisiderio/gatto non integrabile nella figura umana è infinito (il
desiderio infinito di cui parla spesso Fusaro come se fosse un problema e un'aberrazione contingente del capitalismo post muro di Berlino, e non un destino da accettare nietzscheanamente con amore), perché rappresenta l'ambizione infinita intrinseca del capitale che è incompatibile con la sua stessa costituzione in assoluto, e quindi anche il suo (scontato) destino di fallimento nel dominare completamente la natura, ma questa stessa ambizione infinita è la corretta (
corretta nel senso di ricettacolo possibile di immedesimazione istintuale umana e realistica, tale è il capitale, tale è la natura) mimesi della natura che dovrà sopravvivere nella società liberata che prenderà il posto del capitalismo, il
residuo che, a mio personale giudizio, fu a suo tempo il bene nel male, il piccolo gatto non integrato nel colosso, e rimarrà, o almeno mi auguro che rimanga, nella nascente società del comunismo, o quantomeno del meglio, come filo conduttore del vecchio col nuovo: raccogliere la bandiera della rivoluzione borghese è raccogliere il desiderio di infinito, da un punto di vista dell'eros, e riecheggiando i conflitti religiosi cinquecenteschi che la nascita del capitalismo hanno segnato, una mistica unionista, non comunionista; io non sono per un comunismo della finitezza o per un'attivazione (hegeliana) della coscienza nel mondo della quotidianità.
Condivido abbastanza i nessi tra marxismo e nichilismo accuratamente individuati da Preve (risponderò anche a green demeter in un'altra discussione), ma mi sembra che Preve quando tematizza tale nichilismo -implicito nella non-filosofia sociale di Marx- a problema e tenta di superarlo, lo faccia nel senso di una rifondazione etica retrospettiva che guarda, indietro, ad Hegel, all'astuzia della ragione come manifestazione dello spirito nella storia;
cade anche lui nella serie delle "rifondazioni" comuniste anche se annuncia profeticamente di non cadervi (lo slogan dell'ex partito di Fusaro era "valori di destra, idee di sinistra" uno slogan tutto hegeliano e tutto un programma); non tenta un altro possibile superamento nel senso di un'accettazione attiva e destinale del nichilismo alla maniera di Nietzsche, insomma a prescindere dal mero fatto della caduta o no degli dei, egli ha paura della caduta degli dei. Per lui è veritativa la filosofia, non la condizione umana, e tenta di recuperare l'aspetto classicamente filosofico (logico-ontologico) di Marx, che lui ravvisa nella concezione marxiana di individuo, diversa, (proprio sul piano della differenza realismo-nichilismo) e non mai perfettamente conciliata, con quella invece marxiana di società.Per me invece, Il nichilismo non si "risolve" con il prenderne coscienza, ma con il farsene qualcosa, l'unione stessa tra materia inerte, specie e individuo che è ogni vivente, mi fa pensare che la sofferenza non finirà mai in quanto necessaria al divenire; il potere di direzionare il divenire deve/può quindi essere desiderato solo abissalmente e senza intenzione, bisogna "accettare" quindi anche il capitalismo, per superarlo.
Sui nessi tra marxismo e nichilismo individuati da Preve di cui parlavo sopra, ecco link a un suo articolo, rimanda al punto uno, ma si può sfogliare in avanti.
Costanzo Preve su nichilismo e marxismo I (kelebekler.com)
Credo che nel momento in cui, un individuo, alla ricerca di risposte moltiplica le domande.. Allora sta filosofeggiando.
Citazione di: niko il 19 Giugno 2021, 15:34:52 PM
Sui nessi tra marxismo e nichilismo individuati da Preve di cui parlavo sopra, ecco link a un suo articolo, rimanda al punto uno, ma si può sfogliare in avanti.
Costanzo Preve su nichilismo e marxismo I (kelebekler.com)
Stavo rileggendo questo topic a caso:
Interessante la diatriba tra te e Ipazia. Ma poi la cosa è mai proseguita?
Ciao, tu stesso hai aperto un topic
"Marxismo oggi in risposta ad alcune considerazioni di niko"
e lì è continuata la discussione per un po', magari non te lo ricordavi, quindi, se cerchi tra i tuoi topic dal tuo profilo, lo trovi.