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LOGOS - Argomenti => Tematiche Filosofiche => Discussione aperta da: iano il 10 Gennaio 2020, 01:54:41 AM

Titolo: Una bellissima domanda.
Inserito da: iano il 10 Gennaio 2020, 01:54:41 AM
Facciamo scelte inconsce , per le quali , se ci viene chiesto , non sappiamo dire il motivo , e scelte consce di cui sappiamo dire il motivo.
L'elenco sembra così completo , perché abbiamo esaurito tutte le possibili combinazioni logiche.
Ma non è così.
Facciamo scelte consce di cui non sappiamo dire il motivo , se è vero che , dir che è  bello ciò che piace , non significa dire nulla.
Il senso estetico comunque ha un ruolo decisivo in tutti i campi umani , compreso quello della ricerca scientifica , che dovrebbe esserne però  immune , se quello che conta sono i fatti.
Ma uno dei fatti è proprio che esso sia così pervasivo e questo dovrebbe farci riflettere sul suo ruolo e sulla sua funzione.
Questo senso si esercita nel campo dell'arte , ma non è per niente relegato ad esso , cui comunque dedichiamo tempo e risorse , senza saper dire davvero  il motivo .
Perché lo facciamo?
Questa è una bellissima domanda.😅
"Una bellissima domanda" è il titolo del libro allegato alla rivista "Le Scienze" adesso in edicola.
Autore il premio Nobel per la fisica ,Frank Wilczek.

Una possibile risposta che vi propongo è che non solo il senso estetico interviene , inevitabilmente a quanto pare nella ricostruzione dei fatti (teorie scientifiche ) , ma anche nella loro costruzione.
Cioè, ciò che normalmente riteniamo ricada nel campo del conscio, non vi ricade mai del tutto.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: iano il 10 Gennaio 2020, 02:36:47 AM
Intendo nella "costruzione" dei fatti.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: Hlodowig il 10 Gennaio 2020, 14:55:36 PM
Buongiorno, amico @Iano,

La risposta più semplice che mi possa venire al momento in testa: curiosità.

Una richiesta, se non guasta i rapporti e non offende nessuno;

che si evitino i dogmi di qualunque genere essi siano, bellissima retorica, ma sempre un giro in cerchio è.

E una caverna in maggior dimensione diviene, poiché se ne esce da una più piccola, ma per entrarne in una più grande e quei riflessi stanno sempre li, dando l' illusione di una luce che rischiara.

E quel cerchio, secondo la mia sempliciotta logica, deve essere spezzato.

Grazie ✋
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: Lou il 10 Gennaio 2020, 15:25:47 PM
Uno scienziato che mi è venuto in mente che si interessò di questo vasto e bell'argomento che introduci iano è Poincarè, di cui cito un estratto:

"Lo scienziato non studia la natura perché sia utile farlo. La studia perché ne ricava piacere; e ne ricava piacere perché è bella. Se la natura non fosse bella, non varrebbe la pena conoscerla, e la vita non sarebbe degna di essere vissuta. Ovviamente, non mi riferisco alla bellezza che colpisce i sensi, alla bellezza delle qualità e delle apparenze. Non la disprezzo affatto, ma non ha niente a che fare con la scienza. Intendo riferirmi a quell'intima bellezza che deriva dall'ordine armonioso delle parti e che può essere colta da un'intelligenza pura. (...) Proprio perché la semplicità e la vastità sono entrambe belle noi cerchiamo di preferenza fatti semplici e fatti vasti; e ne traiamo piacere, ora dal seguire il corso immenso delle stelle, ora dall'osservare con un microscopio quella prodigiosa piccolezza che è anche una vastità, e ora nel ricercare nelle ere geologiche quei segni del passato che ci attraggono per la loro lontananza."
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: viator il 10 Gennaio 2020, 23:26:02 PM
Salve Iano. Citandoti : "Cioè, ciò che normalmente riteniamo ricada nel campo del conscio, non vi ricade mai del tutto".
Per la semplice ragione che è il conscio che viene dominato dall'inconscio e non certo viceversa.
Senza lo psichismo non può esservi coscienza, no ?.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: iano il 11 Gennaio 2020, 00:20:34 AM
Citazione di: viator il 10 Gennaio 2020, 23:26:02 PM
Salve Iano. Citandoti : "Cioè, ciò che normalmente riteniamo ricada nel campo del conscio, non vi ricade mai del tutto".
Per la semplice ragione che è il conscio che viene dominato dall'inconscio e non certo viceversa.
Senza lo psichismo non può esservi coscienza, no ?.
Ciao Viator.
Da un punto di vista operativo conscio e inconscio lavorano insieme e non vedo sinceramente il motivo di stabilire gerarchie sia in senso che nell'altro.
Il problema di come sia nata la coscienza credo sia un falso problema che deriva proprio dal voler stabilire gerarchie che non hanno una vera giustificazione .
Lavorano sempre insieme , e mai veramente da soli , anche quando sembra.
Questo era quel che intendevo dire.
Quando facciamo scelte consce e convinte , senza saper dire perché, come quando interviene il senso estetico , abbiamo la prova che parlare di conscio e inconscio come cose a compartimento stagno sia una semplificazione eccessiva , per quanto utile.
Immagino quindi che chi metta la coscienza al primo posto non veda il senso estetico di buon occhio , e viceversa.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: iano il 11 Gennaio 2020, 00:36:47 AM
Citazione di: Hlodowig il 10 Gennaio 2020, 14:55:36 PM
Buongiorno, amico @Iano,

La risposta più semplice che mi possa venire al momento in testa: curiosità.

Una richiesta, se non guasta i rapporti e non offende nessuno;

che si evitino i dogmi di qualunque genere essi siano, bellissima retorica, ma sempre un giro in cerchio è.

E una caverna in maggior dimensione diviene, poiché se ne esce da una più piccola, ma per entrarne in una più grande e quei riflessi stanno sempre li, dando l' illusione di una luce che rischiara.

E quel cerchio, secondo la mia sempliciotta logica, deve essere spezzato.

Grazie ✋
Ciao amico 😊
Se non interpreto male , secondo me quel cerchio si piega  , ma non si spezza.
E forse la natura di quelle ombre che scorrono sulle pareti della caverna ti sarebbe più chiara se fossero fissate come arte rupestre.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: Hlodowig il 11 Gennaio 2020, 03:27:56 AM
Ciao :)

Conosco bene l' allegoria o quantomeno, ne ho percepito l' essenza.

Spero però, di non fare la brutta fine del tizio (metaforicamente parlando), che viene linciato dai suoi fratelli.

E per il cerchio, beh.. ci proviamo lo stesso, non sia mai che ce ne si possa costruirne un altro più bello e più figo. :D

La naturale curiosità e connaturata alla meraviglia scaturita dallo scoprire, dal conoscere ed è quella che spinge ogni essere vivente (non solo l' uomo, per quanto mi riguarda e penso) a far ciò che fa.

Io credo che il bene più prezioso stia nell' aproccio che abbiamo (o che dovremmo avere) di noi stessi e che ci porta (o ci porterebbe) con consapevole equilibrio, al rapportarci con il resto del mondo e con la vita stessa.

Qualunque cosa essa sia.

È questa mia semplice considerazione, che rende l' uomo veramente libero e capace di sognare, di creare, di realizzare.

Ogni suono, ogni numero, ogni lettera, parola, frase, testo, disegno, colore, forma, sono sempre in fluido perenne stato, in attesa che un pensiero nuovo, una riflessione nuova, che un' idea nuova portino qualcosa che possa esser utile, che possa esser compresa, che possa guidare, che possa spingere la specie homo a proiettarsi nelle stelle e viver come stelle.

Solo allora non esisteranno più caverne e montagne, ma solo l' immenso sconfinato firmamento, la cui luce vedrà riflessa in uno specchio d' acqua.

Tutto, è Filosofia.

Ed è Bellissimo.

Chiedo venia per il parolaio e per la precedente entrata scenografica in questo thread.

Grazie ✋
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: iano il 11 Gennaio 2020, 06:56:10 AM
Ciao Hlodwig.
Il cerchio si allarga  perché ha flessibilità infinita , capace di portarsi a dimensioni stellari , senza spezzarsi .
Abbiamo già  disegnato le stelle sulle pareti della caverna, e noi stessi , e questo , come sappiamo da sempre , ne propizia la cattura.
Buona caccia.😁
Per allargare la caverna in economia e in modo sostenibile bisogna però prima accettarla come nostro limite.
Solo sentendola come nostra ne potremo avere cura.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: iano il 11 Gennaio 2020, 07:47:49 AM
Come diceva Jessica Rabbit , io non sono cattiva , ma è così che mi disegnano.
Sta a noi fare buoni disegni , senza deresponsabilizzarci , credendoci come un disegno fatto e proiettato da altri.
Dire che la realtà si proietta in noi è una semplificazione fuorviante , che ci induce a concentrarci sulla imperfezione del risultato.
Si tratta invece di un processo molto più complesso del quale andare fieri , senza doverci ridurre ad essere l'ombra di nessuno.
Il nostro cerchio si allarga grazie ai nostri tentativi ed errori , ma solo
se li accettiamo come tali.
In natura non esiste una carta dei diritti per cui nulla ci è dovuto.
Tutto si ottiene con fatica , ma non è una condanna , è un piacere.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: Hlodowig il 11 Gennaio 2020, 08:22:21 AM
Buongiorno amico @Iano,

Grazie per il prezioso suggerimento.

Nelle tue parole, ricordo quelle di mio padre, che è venuto a mancare poco tempo fa e con il quale si faceva discorsi abbastanza sostenuti (a volte anche focosi) tra il vecchio, il nuovo e la necessità di approdare a nuovi punti di vista.

Quindi, ti stimo.

Grazie ✋
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: Ipazia il 13 Gennaio 2020, 09:42:52 AM
La citazione che Lou trae da Poincarè pone una questione conscia e pure inconscia: la regolarità dei fenomeni è fonte di piacere, strumento canonico di bellezza. Essa ci rassicura con la sua prevedibilità e ci stimola alla ricerca di connessioni che portino alla scoperta di altre regolarità tali da rendere coerente e coeso il mondo in cui abbiamo l'avventura di vivere. O essere gettati, secondo i punti di vista.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: Lou il 13 Gennaio 2020, 17:40:11 PM
Sono molto in accordo con Ipazia, il senso estetico è connaturato ed  è sviluppato al e dal mondo animale in generale, "facoltá"  agente senza la quale, in misura inconscia e conscia, difficilmente le grandi opere artistiche e gli eleganti modelli scientifici avrebbero potuto essere ideati, per ciò che concerne l'animale uomo, in particolare. Trovo che il senso estetico giochi un ruolo fondamentale nella modellizzazione dell'universo, che l'eleganza è costantemente ricercata, in certa misura scoperta, in altra creata, o una simbiosi tra le due componenti, sia in una formula che in un battere di scalpello dello sculture, in una parola poetica e, sussurro, nel filosofare. Anche nella mia citazione che in firma, in fondo, non si fa che affermare un giudizio estetico sulla verità, sebbene nella sua rottura con la bellezza - il senso estetico gioca in ogni caso il suo ruolo.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: davintro il 13 Gennaio 2020, 20:01:18 PM
il senso estetico è reso possibile dal fatto che il soggetto a cui è presente si caratterizza come coscienza razionale. Cioè, non è un soggetto totalmente in balia degli istinti biologici inconsci, che spingerebbero il suo agire verso delle mete di cui non si ha una vera e propria consapevolezza. Al contrario, la componente di razionalità, anche se non esaustiva del suo essere, riflette la facoltà di valutare gli istinti e soppesarne la necessità di seguirli in relazione ad una sensibilità assiologica, gerarchicamente strutturata (anche se l'ordine delle preferenze esprime l'individualità del singolo soggetto, e ciascuno segue la propria gerarchia) per la quale una certa tendenza istintiva può essere repressa o quantomeno subordinata rispetto ad altre, invece rivolte verso la realizzazione di valori che la coscienza riconosce come superiori e più importanti rispetto ai fini a cui tendono gli istinti per così dire "sacrificati". E la coscienza dei valori, cioè dei fini ultimi, non rimandanti ad altro oltre se stessi, è ciò che consente di percepire le cose dal punto di vista della bellezza, cioè della prerogativa di avere in se stesso il loro valore positivo, anziché in funzione, utilitaristicamente, di altro. Da qui il nesso tra etica ed estetica, la percezione della bellezza riflette sempre un, più o meno latente, giudizio etico sulla bontà di ciò che reputiamo bello. Il che non vuol dire, nel caso della bellezza sensibile, che ad ogni persona che percepiamo di bell'aspetto si associ, razionalmente e in piena consapevolezza un giudizio di bontà morale, che sarebbe stupido e superficiale, ma che in qualche modo, le caratteristiche fisiche suscitano quel sentimento estetico, perché le si collega simbolicamente a determinati valori spirituali componenti un ideale moralmente positivo di persona che ciascuno soggettivamente elabora nella sua mente (es. i capelli lunghi associati simbolicamente alla morbidezza, alla dolcezza di una donna, fermo restando, ripeto, l'azione della razionalità, che può contrastare tale associazione immediata e simbolica, ricordando la non necessità che tutte le donne che portano i capelli in quel modo abbiano effettivamente quel tratto caratteriale)
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: Lou il 13 Gennaio 2020, 20:49:32 PM
Il punto, davintro, rispetto a quel che scrivi:la rottura tra etica ed d'estica, detta in parole povere - bello e buono - non annichilisce gli ambiti,  in trovi lì rimodelli nella loro relazione. Relazione che non viene meno, bello/ buono/ vero non è rivatubile in termini di relazione? Per rivalutarla io ritengo abbia da essere aprioristicamente posta.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: iano il 13 Gennaio 2020, 23:44:56 PM
Citazione di: Lou il 10 Gennaio 2020, 15:25:47 PM
Uno scienziato che mi è venuto in mente che si interessò di questo vasto e bell'argomento che introduci iano è Poincarè, di cui cito un estratto:

"Lo scienziato non studia la natura perché sia utile farlo. La studia perché ne ricava piacere; e ne ricava piacere perché è bella. Se la natura non fosse bella, non varrebbe la pena conoscerla, e la vita non sarebbe degna di essere vissuta. Ovviamente, non mi riferisco alla bellezza che colpisce i sensi, alla bellezza delle qualità e delle apparenze. Non la disprezzo affatto, ma non ha niente a che fare con la scienza. Intendo riferirmi a quell'intima bellezza che deriva dall'ordine armonioso delle parti e che può essere colta da un'intelligenza pura. (...) Proprio perché la semplicità e la vastità sono entrambe belle noi cerchiamo di preferenza fatti semplici e fatti vasti; e ne traiamo piacere, ora dal seguire il corso immenso delle stelle, ora dall'osservare con un microscopio quella prodigiosa piccolezza che è anche una vastità, e ora nel ricercare nelle ere geologiche quei segni del passato che ci attraggono per la loro lontananza."
Mi pare che nello scritto del grande  Poincaré qui vi sia un po' di superficialità.
Studia la natura perché gli da' piacere e gli da piacere perché è bella ... e tutto ciò è utile per pura coincidenza.
Troppo bello per essere vero.😁
Ma è il senso estetico che si dimostra utile nei fatti , e che , pur agendo indirettamente ( non sembra puntare alcun obiettivo ) non sembra però girare a vuoto come appare a prima vista.
E sopratutto non c'è bisogno di una intelligenza pura in generale.
Il senso estetico in verità cresce nell'esercizio e come il gatto si allena a cacciare topi giocando coi gomitoli.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: paul11 il 14 Gennaio 2020, 00:12:12 AM
Citazione di: iano il 13 Gennaio 2020, 23:44:56 PMFacciamo scelte inconsce , per le quali , se ci viene chiesto , non sappiamo dire il motivo , e scelte consce di cui sappiamo dire il motivo.
L'elenco sembra così completo , perché abbiamo esaurito tutte le possibili combinazioni logiche.
Ma non è così.
Facciamo scelte consce di cui non sappiamo dire il motivo , se è vero che , dir che è  bello ciò che piace , non significa dire nulla.
Il senso estetico comunque ha un ruolo decisivo in tutti i campi umani , compreso quello della ricerca scientifica , che dovrebbe esserne però  immune , se quello che conta sono i fatti.
Ma uno dei fatti è proprio che esso sia così pervasivo e questo dovrebbe farci riflettere sul suo ruolo e sulla sua funzione.
Questo senso si esercita nel campo dell'arte , ma non è per niente relegato ad esso , cui comunque dedichiamo tempo e risorse , senza saper dire davvero  il motivo .
Perché lo facciamo?
Questa è una bellissima domanda.😅
"Una bellissima domanda" è il titolo del libro allegato alla rivista "Le Scienze" adesso in edicola.
Autore il premio Nobel per la fisica ,Frank Wilczek.
La conoscenza utilizza l'intuizione e la ragion concettuale: entrambe debbono imitare.
La conoscenza intuitiva è tipica dell'arte e quella concettuale tipica della scienza.
Seppur questa divisione è puramente iconografica, perché un artista utilizza anche il concetto e lo scienziato l'intuito. Entrambi eseguono un arte-fatto

La bellezza non è il piacere.La bellezza è un' idea di armonia di forme. Il piacere è relato più al desiderio impulsivo.
La bellezza è un archetipo culturale, il piacere è istintivo e più individualistico.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: iano il 14 Gennaio 2020, 00:25:19 AM
@Paul 11
Arte-fatto è una buona sintesi.
C'è un parallelo fra intuito e senso estetico :
agiscono nell'ombra , come l'istinto, ma a differenza di quest'ultimo crescono con l'esperienza a breve termine.
E in sostanza ci stanno a dire che la pur utile suddivisione fra conscio e inconscio , pecca inevitabilmente , come per tutte le schematizzazioni , di incompletezza.
Il conscio da solo non delimita il campo dell'esperienza e quindi della scienza.
Spesso ci chiediamo come nasce la coscienza.
Esattamente come nasce l'inconscio , perché convenzionale è il loro confine.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: paul11 il 14 Gennaio 2020, 00:38:57 AM
Citazione di: davintro il 13 Gennaio 2020, 20:01:18 PM
il senso estetico è reso possibile dal fatto che il soggetto a cui è presente si caratterizza come coscienza razionale. Cioè, non è un soggetto totalmente in balia degli istinti biologici inconsci, che spingerebbero il suo agire verso delle mete di cui non si ha una vera e propria consapevolezza. Al contrario, la componente di razionalità, anche se non esaustiva del suo essere, riflette la facoltà di valutare gli istinti e soppesarne la necessità di seguirli in relazione ad una sensibilità assiologica, gerarchicamente strutturata (anche se l'ordine delle preferenze esprime l'individualità del singolo soggetto, e ciascuno segue la propria gerarchia) per la quale una certa tendenza istintiva può essere repressa o quantomeno subordinata rispetto ad altre, invece rivolte verso la realizzazione di valori che la coscienza riconosce come superiori e più importanti rispetto ai fini a cui tendono gli istinti per così dire "sacrificati".

Un tempo si diceva che la bellezza era relazionata al bene ed entrambe alla verità.
Passato quel tempo non si capisce, nonostante la maestate scientista, cosa signifchi bene, bellezza e verità.

Un tempo conscio e inconscio non esistevano, c'era l'anima.
Come è strano che la babele scientista sia riuscita a complicare la conoscenza e la sua trasmissione.Psiche non l'ha certo etimologicamente inventata la psicanalisi. Altro dispositivo culturale nientificato nel signifcato, mantenedo l'involucro linguistico del segno  per mutarne il significato
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: iano il 14 Gennaio 2020, 07:30:04 AM
@Paul 11
Bellezza bene e verità sembrano i protagonisti di una di quelle favole a lieto fine che non ci si stanca mai di ascoltare da bambini , probabilmente perché richiamano dal nostro inconscio qualcosa di fondamentale.
Ma ciò che è considerato bello , bene e vero, cambia nella nostra considerazione e nel tempo , e non nel senso che segue mode del momento.
Sembra esserci uno strano legame fra i protagonisti della nostra favola e il tempo , e quindi con l'esperienza.
In genere può sembrare strano che i bambini provino piacere nell'ascoltare una storia che già conoscono , sapendo come va' a finire.
Ma sapere come va' a finire una cosa , equivale , barando un po', a prevedere come va' a finire, e il vero piacere sta probabilmente dell'indovinare la previsione .
Indovinare la previsione significa provare il piacere di vivere in un mondo che riusciamo a controllare .
Imparare poi col tempo a fare previsioni sempre più complesse , senza barare , come nelle favole , produce autostima e sicurezza nei propri mezzi , e quindi ancora piacere.
Ognuno di noi ama diversi tipi di musica , dal semplice pop al più complesso jazz o classica.
Questa sarebbe una constatazione banale in se' , se non fosse che il tipo di musica che amiamo sembra dipendere dal tempo che possiamo dedicare all'ascolto.
La musica che piace subito , stufa subito e viceversa , con un concetto di bellezza alquanto mobile a quanto sembra.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: Ipazia il 14 Gennaio 2020, 09:10:05 AM
La relazione tra bello e buono, estetica ed etica, venne già intuita dalla sapienza greca che li coniugò nella Kalokagathia ( καλοκαγαθία) aggregando i due concetti in uno di ordine più alto (kalòs kai agathòs) che sta alla base della filosofia umanistica, tradotta in versi dall'Ulisse dantesco.

Tale elevazione non sfugge alle filosofie trascendenti più evolute, occidentali e orientali, di cui gli esempi sublimi sono la polifonia e arte rinascimentali e l'estetica orientale dalla composizione dei fiori, al naturalismo pittorico ai giardini di pietra alle molteplici ritualità della vita quotidiana, inclusa la cura del corpo e le molteplici discipline ad essa dedicate.

Esempio altamente etico è la bellezza effimera del mandala che rammenta tanto l'impermanenza che la necessità di cura e protezione della bellezza.

Perfino le dottrine più introverse e bigotte ammettono, in negativo, il valore etico della bellezza: demonizzandola e distruggendone le creazioni.

Personalmente sto dalla parte dell'etica della bellezza, contro chiunque la neghi. Soprattutto quando essa assume la forma della verità. E di quella verità particolare che è la verità scientifica. Capace pur'essa di scatenare la scintilla estatica che congiunge in un lampo di bellezza virtuosa l'attimo della scoperta.

Estasi da godersi nella sua immanenza temporale e consistenza materiale, senza indulgere fideisticamente a prolungarne il significato al di fuori del suo seminato verso le buone intenzioni tutto, nullo, uno, infinito, -logiche di cui sono lastricate le vie dell'inferno metafisico.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: doxa il 14 Gennaio 2020, 09:11:34 AM
Buongiorno Iano,

oltre al senso estetico conscio ed inconscio,  collegato alla psicoanalisi, c'è anche la "neuroestetica" per la comprensione della risposta estetica da parte dell'individuo.

Nel 1994 il neuroscienziato Semir Zeki ha avviato un nuovo ambito di ricerca, definita Neuroestetica, che si propone di studiare i meccanismi biologici alla base della percezione estetica.

La "neuroestetica" è un settore di studi della psicologia.  Questa affascinante disciplina non spiega l'opera d'arte ma la utilizza per comprendere il cervello e la sua attività di fronte a specifiche stimolazioni; essa si propone di studiare il misterioso processo percettivo e chimico che si attiva nel momento in cui i nostri occhi incontrano un'opera d'arte o la bellezza di una donna oppure di un paesaggio. E' un processo visivo attivo,  costruttore dell'immagine percepita e in grado di generare in noi quelle sensazioni di bellezza e piacere che le opere d'arte sono in grado di regalarci.

Semir Zeki  con le sue ricerche ha in parte  svelato il mistero della percezione estetica, cioè  cosa si genera nella mente quando percepiamo qualcosa di bello? Per spiegare questo concetto, l'autore considera il processo visivo come una strada che si percorre per costruire nella mente l'immagine della realtà. Affinché sia possibile percepire un'immagine è necessario il coinvolgimento non solo del sistema visivo ma anche del complesso sistema di cognizioni-emozioni-valori.
Questo sistema prende forma nel rapporto tra individuo e realtà, nel  dialogo tra cervello e ambiente. Col nostro sistema cognitivo ci creiamo aspettative, diamo significato e valore a ciò che vediamo e viviamo, creiamo quindi concetti e significati.

Semir Zeki sostiene che anche la bellezza e il piacere nascono dall'integrazione di concetti presenti nel nostro cervello, creazioni di aspettative fortemente influenzate dalla cultura, soggette quindi a differenze individuali e culturali. 

Le ricerche di Zeki hanno fatto individuare le specifiche aree cerebrali coinvolte nell'esperienza estetica: la corteccia orbito-frontale mediale. Sembra che quest'area sia correlata con esperienze visive piacevoli, con la percezione di ciò che ciascuno di noi considera bello, indipendentemente dalle caratteristiche dell'oggetto stesso. Si attiva in presenza di stimoli compresi nei concetti di bellezza, desiderio, amore, ed è parte integrante del sistema di gratificazione.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: doxa il 14 Gennaio 2020, 09:27:23 AM
Buongiorno Ipazia,

si va bene la filosofia estetica, ma penso che ormai siano concetti superati, da conservare nel thesaurus. Anche i filosofi dovrebbero allargare il loro orizzonte verso la psicologia e, in particolare, la neuroestetica, altrimenti ci si ritrova a dire sempre le stesse cose.

L'estetica come disciplina filosofica specifica nacque, come sai meglio di me,  alla fine del '700 per dare legittimazione ad un ambito che, malgrado la molteplicità di tesi e precetti, non era ancora divenuto oggetto di riflessione sistematica.

Nel nostro tempo la biologia e la genetica molecolare, le indagini con le tecniche della neuroimaging sul cervello, le scoperte di molti neurotrasmettitori che modulano le attività delle sinapsi, lo studio del funzionamento della corteccia cosiddetta associativa permettono nuove conoscenze  sul rapporto fra attività del cervello ed eventi mentali e sui meccanismi nervosi di tre creazioni del cervello: il buono, il vero ed il bello.  

Il cervello crea non solo opere d'arte, ma anche i criteri per giudicarle. E le creazioni artistiche sono esempi di come i meccanismi cerebrali, in particolare la memoria e l'emotività, trasmettano alla coscienza i qualia dell'emozione estetica.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: Ipazia il 14 Gennaio 2020, 10:01:42 AM
La neuroestetica rimane in un ambito fenomenologico che potrebbe scivolare nello scientistico. In tale scivolosa propensione si rischia di precipitare in una relazione tra etica ed estetica di stampo talebano da cui anche rifugiarsi nel Thesaurus è segno di saggezza.

Nulla da obiettare sull'indagine scientifica dei fattori estetici. Ci arrivò tanto tempo fa anche Pitagora studiando il monocordo e scoprendo le ottave. Anche le regole della prospettiva sono un supporto scientifico alla produzione artistica. Restando su questa strada - sperimentalmente fondata - auguro lunga vita alle neuroscienze, neuroestetica inclusa. Ma anche le buone intenzioni scientifiche, quando escono da quello che possono seminare, lastricano le strade per l'inferno. Opportuno rammentarlo sempre. E tornare, anche per via metafisica, alla relazione cruciale tra etica, estetica e verità. In attesa delle verità disvelate dalle neuroscenze, ma un pochino più solide del dire, come avrebbe potuto affermare un qualsiasi sofista greco, che l'uomo è un animale abitudinario.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: paul11 il 14 Gennaio 2020, 12:27:58 PM
Citazione di: iano il 14 Gennaio 2020, 07:30:04 AM
@Paul 11
Bellezza bene e verità sembrano i protagonisti di una di quelle favole a lieto fine che non ci si stanca mai di ascoltare da bambini , probabilmente perché richiamano dal nostro inconscio qualcosa di fondamentale.
Ma ciò che è considerato bello , bene e vero, cambia nella nostra considerazione e nel tempo , e non nel senso che segue mode del momento.
Sembra esserci uno strano legame fra i protagonisti della nostra favola e il tempo , e quindi con l'esperienza.
In genere può sembrare strano che i bambini provino piacere nell'ascoltare una storia che già conoscono , sapendo come va' a finire.
Ma sapere come va' a finire una cosa , equivale , barando un po', a prevedere come va' a finire, e il vero piacere sta probabilmente dell'indovinare la previsione .
Indovinare la previsione significa provare il piacere di vivere in un mondo che riusciamo a controllare .
Imparare poi col tempo a fare previsioni sempre più complesse , senza barare , come nelle favole , produce autostima e sicurezza nei propri mezzi , e quindi ancora piacere.
Ognuno di noi ama diversi tipi di musica , dal semplice pop al più complesso jazz o classica.
Questa sarebbe una constatazione banale in se' , se non fosse che il tipo di musica che amiamo sembra dipendere dal tempo che possiamo dedicare all'ascolto.
La musica che piace subito , stufa subito e viceversa , con un concetto di bellezza alquanto mobile a quanto sembra.
Noi interpretiamo da sempre l'universo, questo sì, ma c'è una bella differenza fra opinionismo esperienziale personale e il tautos che è negli universali e che da sempre sono, indipendentemente
dalle esperienze storiche e personali degli umani.
Questo è il motivo per cui una statua greca o i classici non tramonteranno mai, nonostante storie di popoli e di individui.
C'è qualcosa che permane nonostante il tempo e nonostante noi; c'è anche qualcosa che si trasforma nel tempo nella moltitudine delle apparenze.

Il controllo di qualunque situazione, naturale o culturale, negli umani genera il potere e nasce dalla paura, ma proprio perché non possiamo controllare l'atto e la potenza universale. L'unica possibilità è com-prenderlo per sapere i limiti entro cui l'uomo può o non può oltrepassare senza mettere in discussione l'esistenza stessa umana. Se la bellezza , il bene e la verità, sta nell'armonia e melodia degli universali , la nostra vita è relazionata nell'archetipo universale.

Se la composizione nasce dallo studio degli intervalli fra le note per costruire gli accordi armonici e in cui si muove la melodia intersecandosi e il suono che ne nasce è armonico al nostro udito, in qualche modo l'arte può essere medicina per l'animo. Tutto è vibrazione di energie che toccano
"tasti" fisici e psichè e noi possiamo essere assonanti o dissonanti. Se la musica che per noi è bella da sempre, ma in alcuni momenti può essere sgradevole, è perché c'è dissonanza in noi.
Siamo noi nel nostro interno che cambiamo stati emotivi e fisici.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: Lou il 14 Gennaio 2020, 12:31:43 PM
Citazione di: iano il 13 Gennaio 2020, 23:44:56 PM
Citazione di: Lou il 10 Gennaio 2020, 15:25:47 PM
Uno scienziato che mi è venuto in mente che si interessò di questo vasto e bell'argomento che introduci iano è Poincarè, di cui cito un estratto:

"Lo scienziato non studia la natura perché sia utile farlo. La studia perché ne ricava piacere; e ne ricava piacere perché è bella. Se la natura non fosse bella, non varrebbe la pena conoscerla, e la vita non sarebbe degna di essere vissuta. Ovviamente, non mi riferisco alla bellezza che colpisce i sensi, alla bellezza delle qualità e delle apparenze. Non la disprezzo affatto, ma non ha niente a che fare con la scienza. Intendo riferirmi a quell'intima bellezza che deriva dall'ordine armonioso delle parti e che può essere colta da un'intelligenza pura. (...) Proprio perché la semplicità e la vastità sono entrambe belle noi cerchiamo di preferenza fatti semplici e fatti vasti; e ne traiamo piacere, ora dal seguire il corso immenso delle stelle, ora dall'osservare con un microscopio quella prodigiosa piccolezza che è anche una vastità, e ora nel ricercare nelle ere geologiche quei segni del passato che ci attraggono per la loro lontananza."
Mi pare che nello scritto del grande  Poincaré qui vi sia un po' di superficialità.
Studia la natura perché gli da' piacere e gli da piacere perché è bella ... e tutto ciò è utile per pura coincidenza.
Troppo bello per essere vero.😁
Ma è il senso estetico che si dimostra utile nei fatti , e che , pur agendo indirettamente ( non sembra puntare alcun obiettivo ) non sembra però girare a vuoto come appare a prima vista.
E sopratutto non c'è bisogno di una intelligenza pura in generale.
Il senso estetico in verità cresce nell'esercizio e come il gatto si allena a cacciare topi giocando coi gomitoli.
Per come l'ho compreso, Poincarè rimarca il lato autoappagante del senso estetico: una componente del tutto sganciata dall'effettiva utilità e dalle ricadute e impieghi pratici dello stesso. E, a mio modesto parere, questa componente, chiamiamola, di "inutilità", ma di puro appagamento di questo senso, nella ricerca e nella scoperta esiste.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: viator il 14 Gennaio 2020, 12:57:54 PM
Salve. L'estetica affonda sempre le proprie radici nelle opere della natura. Non importa se tali radici, nelle loro contorsioni alla ricerca di nutrimento, passino anche attraverso gli strati dell'umano, dell' "arte", delle "armonie convenzionali od artificiali".

E tutto ciò che la natura contiene ed esprime, inclusa bellezza, armonia ed estetica (i quali sono concetti di invenzione umana !) risponde solamente alla sua "necessità" di esistere, ciòè ad una UTILITA' per sè nel suo insieme e per tutte le sue componenti.

Tutto ciò che noi troviamo bello, per noi lo è in quanto PERCEPIAMO (senza necessariamente CAPIRLO) la sua UTILITA'.

Più superficiale sarà l'analisi estetica, più inverosimile apparirà la conclusione di cui sopra. Approfondendo, apparirà l'inverso. Saluti.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: davintro il 14 Gennaio 2020, 17:42:12 PM
l'utilità è una categoria relazionale, una cosa è utile in relazione a qualcos'altro che invece ha il proprio valore positivo, la propria ragion d'essere oggetto di godimento in se stesso, e mi pare del tutto evidente che ciò che ha nella sua immanenza il suo valore produca in noi un godimento maggiore rispetto al godimento prodotto da qualcosa il cui valore è solo relativo, in funzione del conseguimento e fruizione di altri oggetti. E questa è la ragione per cui riconosciamo l'utilità di oggetti senza che ciò vincoli ad attribuirne un carattere estetico. Se mi reco a visitare le bellezze di Roma e prendo il treno, riconoscerò l'utilità del treno in funzione del raggiungere le bellezze romane e poterne godere, ma non per questo il treno mi apparirà "bello" di per sé (a meno di non associare, tramite un atto di immaginazione anticipatrice l'immagine del treno al pensiero delle bellezze che il treno mi consentirà di poter visitare, ma in questo caso il godimento che ne deriva non sarebbe prodotto dalla percezione del treno in sé, ma  solo dal fine a cui la sua utilità è subordinata)
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: Lou il 14 Gennaio 2020, 18:05:54 PM
Citazione di: davintro il 14 Gennaio 2020, 17:42:12 PM
l'utilità è una categoria relazionale, una cosa è utile in relazione a qualcos'altro che invece ha il proprio valore positivo, la propria ragion d'essere oggetto di godimento in se stesso, e mi pare del tutto evidente che ciò che ha nella sua immanenza il suo valore produca in noi un godimento maggiore rispetto al godimento prodotto da qualcosa il cui valore è solo relativo, in funzione del conseguimento e fruizione di altri oggetti. E questa è la ragione per cui riconosciamo l'utilità di oggetti senza che ciò vincoli ad attribuirne un carattere estetico. Se mi reco a visitare le bellezze di Roma e prendo il treno, riconoscerò l'utilità del treno in funzione del raggiungere le bellezze romane e poterne godere, ma non per questo il treno mi apparirà "bello" di per sé (a meno di non associare, tramite un atto di immaginazione anticipatrice l'immagine del treno al pensiero delle bellezze che il treno mi consentirà di poter visitare, ma in questo caso il godimento che ne deriva non sarebbe prodotto dalla percezione del treno in sé, ma  solo dal fine a cui la sua utilità è subordinata)
Sono in completo accordo, davintro. Non trovo alcunchè di superficiale nel riconoscere un appagamento fine a sè stesso svincolato dal concetto di utile. Sebbene come giustamente noti occorrerebbe chiarire a livello filosofico il concetto di utile di cui stiamo discorrendo: come ne hai tratteggiato i termini ( grazie ) ritengo che una componente del tutto svincolata dall'utilità, per come l'hai delineata insista e sussista.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: Lou il 14 Gennaio 2020, 18:07:49 PM
Citazione di: viator il 14 Gennaio 2020, 12:57:54 PM
Salve. L'estetica affonda sempre le proprie radici nelle opere della natura. Non importa se tali radici, nelle loro contorsioni alla ricerca di nutrimento, passino anche attraverso gli strati dell'umano, dell' "arte", delle "armonie convenzionali od artificiali".

E tutto ciò che la natura contiene ed esprime, inclusa bellezza, armonia ed estetica (i quali sono concetti di invenzione umana !) risponde solamente alla sua "necessità" di esistere, ciòè ad una UTILITA' per sè nel suo insieme e per tutte le sue componenti.

Tutto ciò che noi troviamo bello, per noi lo è in quanto PERCEPIAMO (senza necessariamente CAPIRLO) la sua UTILITA'.

Più superficiale sarà l'analisi estetica, più inverosimile apparirà la conclusione di cui sopra. Approfondendo, apparirà l'inverso. Saluti.
L'utilitá anch'essa è categoria umana, a dirla tutta, non trovi?
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: iano il 19 Gennaio 2020, 00:32:37 AM
Traggo questo pensiero dal libro " Una bellissima domanda" di Frank Wilczek .

Pitagora e Platone cercarono di armonizzare la Mente con la Materia mostrando che la Materia è costituita dai prodotti più puri della mente.

Questa ed altre frasi di questo libro  sembrano a me scritte dal più grande dei "divulgatori" di Filosofia , che però purtroppo è soltanto un premio Nobel per la fisica.
Vi consiglio vivamente di non perdervi questo libro.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: viator il 19 Gennaio 2020, 13:28:45 PM
Salve Lou. L'utilità è categoria e concetto relativo ANCHE umano. Al di fuori dell'ambito speculativo umano l'utilità è un semplice sinonimo di "necessità".

Proviamo a definirla (perdona la mia immarcescibilie mania per le definizioni che è quasi impossibile contestarmi (le definizioni, non la mania)) come "Ciò che funge al conseguimento di uno scopo o quantomeno di un effetto".
Naturalmente scopo ed effetto possono essere i più umanamente malefici che possiamo immaginare, ma fuori della nostra valutazione il senso di utilità strumentale o di necessarietà potrà restare intatto.

Se in una notte serena alziamo lo sguardo e cogliamo la visione della volta stellata, sai perchè la troveremo bella senza tuttavia capire una mazza di astronomia ?

Perchè percepiremo (sentiremo senza capire, godremo senza curarci di capire) sia l'UTILITA' dell'esistenza fuori di noi di qualcosa che ci permette di esistere dentro di noi, sia la NECESSITA' cosmica del mondo di continuare ad esistere per sè e per noi. Saluti..
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: davintro il 19 Gennaio 2020, 17:29:16 PM
utilità e necessità non sono sinonimi. Sulla base della definizione riportata ""Ciò che funge al conseguimento di uno scopo o quantomeno di un effetto", non se ne deduce la necessità di quello che funge, l'utile, in relazione al conseguimento dello scopo/effetto. Ci si dovrebbe limitare ad ammettere che l'utile contribuisce al raggiungimento dello scopo, ma non che in assenza di ciò a cui la categoria di "utile" è attribuita, lo scopo non potrebbe essere raggiunto. Mentre la necessità indica l'insostituibilità di qualcosa in relazione ad uno scopo, cioè l'impossibilità assoluta di poter prescindere da questo "qualcosa", l'utile indica un supporto allo scopo, ma non tale da escludere la possibilità che anche senza tale supporto lo scopo non potrebbe realizzarsi. Ad esempio, uno studente che mira allo scopo di avere COME MINIMO, nel complesso dei voti scolastici la media del 6,troverebbe certamente "utile" prendere un 10 in un singolo compito in classe, ma non "necessario": anche senza ottenere questo risultato particolare, la media del 6 potrebbe essere ugualmente raggiunta e anche superata se ci sono voti buoni in altre verifiche.

Il passaggio logico per cui collego il cielo stellato all'esistenza del mondo e di me stesso, soggetto osservatore, è una mediazione, un ragionamento atto a formulare una tesi fattuale, mentre la bellezza non è mai il prodotto di un ragionamento, ma è invece il contenuto di un sentimento, un'intuizione immediata direttamente riferibile a un oggetto colto nella sua autoreferenzialità, in ciò che è in se stesso, al di là delle relazioni con altri oggetti (difatti "intuizione" indica proprio questo "entrare dentro", penetrare l'essenza intrinseca di qualcosa, le sue proprietà peculiari, e non le relazioni con altro). Dalla constatazione dell'utilità, o necessità, del cielo stellato all'esistenza del mondo o dell'uomo, non se ne deduce alcuna motivazione oggettiva per cui dover considerare "bello" il cielo stellato. La semplice possibilità teorica di considerare un qualcosa funzionale allo scopo come non avente in se alcun valore positivo, al di là del contribuire allo scopo, che invece avrebbe in se stesso tale valore, indica come la bellezza possa essere goduta solo per la realtà che costiuisce lo scopo, ma non ciò che permette il suo realizzarsi. Il giudizio sull'utilità di un mezzo in funzione di uno scopo è la conseguenza di una riflessione, e la riflessione (a prescindere dal livello di automaticità con cui viene operata, per cui a volte sembra che la riflessione sia qualcosa di immediato, ma in realtà esprime sempre uno sforzo, anche se risulta più o meno facile in base all'abitudine con cui lo operiamo) è sempre un'azione di una volontà che decide di riflettere. La bellezza, invece, essendo un valore estetico, attiene all'ambito del sentimento immediato, non decidiamo volontariamente e razionalmente di provare bellezza per qualcosa, la bellezza è l'effetto dell'influsso diretto di un oggetto su una psiche assiologicamente, oltre che esteticamente, predisposta a percepire come "belle" le sue proprietà, ed essendo questo influsso diretto, non c'è spazio per ragionare sul modo in cui questo oggetto si inserisca in una relazione di utilità o necessità con un altro, per arrivare a questo occorre la razionalità mediatrice, cioè trascendere il livello estetico
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: viator il 19 Gennaio 2020, 18:08:40 PM
Salve davintro. Grazie per il tuo convincente intervento. Avevo precisato : "Al di fuori dell'ambito speculativo umano l'utilità è un semplice sinonimo di "necessità".

Circa poi "La bellezza, invece, essendo un valore estetico, attiene all'ambito del sentimento immediato, non decidiamo volontariamente e razionalmente di provare bellezza per qualcosa", mi sembra tu abbia voluto confermare quanto ho affermato scrivendo appunto : "...........Perchè percepiremo (sentiremo senza capire, godremo senza curarci di capire)". Saluti.
Titolo: Re:Una bellissima domanda.
Inserito da: iano il 19 Gennaio 2020, 23:03:10 PM
@Viator
Sentire senza capire.

mi sembra un ottima sintesi, anche se poi a posteriori si sente il bisogno di giustificare il sentimento.
Infatti la critica d'arte è il campo dove si tollerano gli sproloqui più strampalati , al punto che qualche critico si è sentito autorizzato a farne un arte ... a parte .
L'effetto è ridicolo quando si pretende di star usando razionalità, ma può essere sublime se si vuole fare poesia.
In effetti il modo più ragionevole di commentare un arte è quello di usare un altra arte e , se funziona l'effetto estetico diventa moltiplicativo .
Il miglior film non è un film , ma una poesia , una fotografia , una danza , una musica.
E la migliore musica ti proietta un film ...etc....
È perché no ,la migliore scienza non è scienza , ma arte matematica , anche se la scienza in se' non è matematica , come una poesia non è un film.
Ai tempi di Platone e Pitagora magari era vero il contrario , e l'estetica matematica si giovava di eventuali analoghi riscontri in natura.
Se l'arte è divisibile in categorie  , cioè nelle diverse arti, l'esercizio di spiegare una categoria inesplicabile con una diversa categoria parimenti inesplicabile in se' , è l'arte delle arti , quando l'esercizio riesce.
La scienza un po' somiglia a ciò indebitamente.
Ma non sempre , perché non tutte le teorie sembrano parimenti belle.
Le teorie in se' devono essere utili e applicabili , prima che essere comprese.
Ma quando sono belle ci sembra anche di comprenderle.
La bellezza pero' in se' non è cosa immediata , come può apparire a prima vista.
Il senso estetico cresce con l'esercizio delle arti.
La bellezza più durevole è quella più nascosta , perché
anche la bellezza ha una scadenza.
La bellezza di un artefatto resiste finché non appare l'artefatto.