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LOGOS - Argomenti => Tematiche Filosofiche => Discussione aperta da: Aspirante Filosofo58 il 04 Gennaio 2022, 16:11:06 PM

Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: Aspirante Filosofo58 il 04 Gennaio 2022, 16:11:06 PM
Buon giorno e buon anno a tutti! Dopo un periodo impegnativo, rieccomi... Come ho già avuto modo di raccontare, la mia situazione fisica (che chiamano disabilità) è dovuta alla mancanza di collaborazione tra alcune parti col resto del corpo; per cui ho iniziato ad accarezzare l'idea che l'insieme degli esseri umani imperfetti, possa portare alla perfezione dell'umanità.. E' un po' come in un puzzle, in cui i pezzi, tutti delle stesse dimensioni e forma (a parte quelli sul perimetro e quelli angolari) non siano realmente intercambiabili, ma abbiano un posto ben preciso da occupare. Diversamente non si riuscirebbe a comporre il puzzle correttamente. Vi risulta che qualche filosofo sia giunto a queste conclusioni?  In caso affermativo, mi dite quale filosofo? Grazie.
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: viator il 04 Gennaio 2022, 16:37:26 PM
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 04 Gennaio 2022, 16:11:06 PM
Buon giorno e buon anno a tutti! Dopo un periodo impegnativo, rieccomi... Come ho già avuto modo di raccontare, la mia situazione fisica (che chiamano disabilità) è dovuta alla mancanza di collaborazione tra alcune parti col resto del corpo; per cui ho iniziato ad accarezzare l'idea che l'insieme degli esseri umani imperfetti, possa portare alla perfezione dell'umanità.. E' un po' come in un puzzle, in cui i pezzi, tutti delle stesse dimensioni e forma (a parte quelli sul perimetro e quelli angolari) non siano realmente intercambiabili, ma abbiano un posto ben preciso da occupare. Diversamente non si riuscirebbe a comporre il puzzle correttamente. Vi risulta che qualche filosofo sia giunto a queste conclusioni?  In caso affermativo, mi dite quale filosofo? Grazie.

Salve AsFil58. Buongiorno e Buon Anno e te ed a tutti. La perfezione (dell'umanità, poi !! Figuriamoci!!) non può esistere poiche, una volta raggiunta, risulterebbe in una condizione immodificabile (esiste solo una TENDENZA astratta e concettuale alla perfezione).......quindi consisterebbe semplicemente nella morte o nel nulla.

Viceversa, la quota di umanità (essere umani) che si trovano ad essere imperfetti........anche in considerazione di quanto sopra.......risulta costantemente pari al 100 (cento) percento.

Non saprei se qualche filosofo abbia soppesato od enunciato ciò che tu ipotizzi, cioè che, selezionando un numero infinito di caratteristiche IMPERFETTE, accostandole ed organizzandole si possa con esse costruire qualcosa di perfetto.

Però, poichè non voglio essere volgare, voglio tuttavia dirti che se costui esistesse o fosse esistito.........non si sarebbe trattato di un imperfetto filosofo........bensì certamente di un perfetto imbecille.

Stai quindi tranquillo poichè io sono personalmente certissimo che qualsiasi tua imperfezione - al'interno dell'infinito repertorio dell'umanità - risulterà certamente superata da quella di numerosissimi nostri "simili". Tra limiti e difetti siam tutti assai imperfetti !. Salutoni.

Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: iano il 04 Gennaio 2022, 20:33:32 PM
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 04 Gennaio 2022, 16:11:06 PM
Buon giorno e buon anno a tutti! Dopo un periodo impegnativo, rieccomi... Come ho già avuto modo di raccontare, la mia situazione fisica (che chiamano disabilità) è dovuta alla mancanza di collaborazione tra alcune parti col resto del corpo; per cui ho iniziato ad accarezzare l'idea che l'insieme degli esseri umani imperfetti, possa portare alla perfezione dell'umanità.. E' un po' come in un puzzle, in cui i pezzi, tutti delle stesse dimensioni e forma (a parte quelli sul perimetro e quelli angolari) non siano realmente intercambiabili, ma abbiano un posto ben preciso da occupare. Diversamente non si riuscirebbe a comporre il puzzle correttamente. Vi risulta che qualche filosofo sia giunto a queste conclusioni?  In caso affermativo, mi dite quale filosofo? Grazie.
Sostituirei imperfezione con diversità , e perfezione con la ricchezza che ne deriva per l'insieme.
Un insieme di cose simili è ben povero infatti.
La sola condizione da rispettare è che i diversi comunichino.
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: Ipazia il 04 Gennaio 2022, 21:42:42 PM
Platone nel Simposio: il mito della mela o della metà.
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: Jacopus il 04 Gennaio 2022, 21:45:13 PM
Ti consiglio un libro e un autore molto interessante. Telmo Pievani, Imperfezione, Cortina editore. La sua tesi è che l'imperfezione è il motore dell'evoluzione della vita. Non può esserci vita senza imperfezione, perchè l'imperfezione trasmuta i viventi e prova nuovi modi vitali. Non è propriamente la tua tesi ma è comunque interessante concepire la nostra vita cosiddetta "perfetta", dipendere dalle imperfezioni. Ascolta l'esempio iniziale che riguarda lo scontro fra Kasparov e il Computer intelligente.


https://www.youtube.com/watch?v=j7Nu01PuT_I
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: Aspirante Filosofo58 il 05 Gennaio 2022, 08:26:45 AM

Grazie, proverò a cercarlo e a leggerlo.



Citazione di: Jacopus il 04 Gennaio 2022, 21:45:13 PM
Ti consiglio un libro e un autore molto interessante. Telmo Pievani, Imperfezione, Cortina editore. La sua tesi è che l'imperfezione è il motore dell'evoluzione della vita. Non può esserci vita senza imperfezione, perchè l'imperfezione trasmuta i viventi e prova nuovi modi vitali. Non è propriamente la tua tesi ma è comunque interessante concepire la nostra vita cosiddetta "perfetta", dipendere dalle imperfezioni. Ascolta l'esempio iniziale che riguarda lo scontro fra Kasparov e il Computer intelligente.


https://www.youtube.com/watch?v=j7Nu01PuT_I
Titolo: Re:Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: Aspirante Filosofo58 il 05 Gennaio 2022, 09:00:02 AM
Dalle risposte ricevute mi è parso di capire che in genere si intenda per vita quella terrena attuale, non considerando invece l'eventualità di una vita eterna, prima della nascita e dopo la morte. Se la vita fosse solamente quella attuale e non vi fosse nulla né prima, né dopo, sarebbe un'ingiustizia. Io faccio riferimento alla mia vita, senza tuttavia trascurare casi al pari o peggiori del mio.


Faccio due ipotesi:


1) siamo qui per un disegno divino: ciò mi creerebbe un problema, ossia quello di un Dio creatore, perfetto, onnipotente e infinitamente buono  che crea a sua immagine e somiglianza, esseri che di fatto non sono simili a Lui: non sono perfetti, né buoni, né onnipotenti.


2) siamo qui per caso: anche questo a mio avviso sarebbe un problema. Nasciamo, viviamo, invecchiamo, soffriamo, moriamo. Perché?  Che senso avrebbe ciò? Perché mai qualcuno dovrebbe navigare nell'oro e qualcun altro vivere di stenti? Perché qualcuno dovrebbe avere un fisico atletico e qualcun altro un fisico che non riesca nemmeno a reggersi in piedi?


A 63 anni, con le cadute sempre più gravi e disastrose dalle quali sono sempre riuscito a rialzarmi (e spero di riuscirvi ancora per molto), credo sia normale interrogarsi sul senso di tutto ciò. La paralisi cerebrale infantile mi ha costretto a vedere la vita in modo diverso dalla "normalità". Se io ho dovuto affrontare prove consistenti, titaniche, per poter vivere in una società sempre più frettolosa e distratta, se ho trovato dentro ii me, la forza per superare gli ostacoli sul cammino della mia vita, non può essere merito di un disegno divino, né tantomeno un caso.


Il fatto di non essere riuscito MAI a camminare correttamente, come invece accade di norma agli esseri umani, mi ha fatto pensare.  Ho interrogato esperti di neurologia, fisioterapisti, e altri esperti per capire a cosa fosse e sia dovuta questa mia incapacità. Dalle loro spiegazioni scientifiche ho dedotto che il mancato funzionamento sia dovuto alla NON collaborazione tra le varie parti del corpo. Ho trasferito il discorso dal mio corpo all'umanità. Con una sorta di equazione sono giunto alla conclusione che: così come il mio copro non funziona correttamente a causa della mancanza di collaborazione, così è per l'umanità i cui componenti non collaborano. 


Quindi ho immaginato la perfezione come umanità, esattamente come la perfezione del corpo umano fa l'atleta. Prendiamo per esempio una squadra, sia essa sportiva, di lavoro, ecc... mettendo insieme le conoscenze e le capacità di ciascun componente, la squadra funziona perfettamente, a dispetto delle imperfezioni di ognuno. Quindi, perché non vedere il discorso anche a livello di umanità, globalmente intesa?


L'imperfezione è uno stimolo a migliorarsi, è vero. E' proprio il continuo miglioramento di ogni singolo componente a rendere perfetta l'umanità. Sarà forse perché io mi trovo in una situazione di svantaggio dal punto di vista fisico, rispetto alla maggior parte dell'umanità, o forse per altri motivi che ora non mi vengono in mente, ma non temo il passaggio dall'ambito spazio/tempo in cui viviamo a quello di infinito/eternità da cui secondo me proveniamo e in cui torneremo.  Basta effettuare un volo sopra le nuvole, per capire come spazio e tempo siano relativi: le nuvole sembrano tutte uguali e tolgono ogni punto di riferimento che ci farebbe capire dove ci troviamo. 
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: viator il 05 Gennaio 2022, 11:16:58 AM
Salve AsFil58. Le tue sono sacrosante riflessioni esistenziali, prive di senso strettamente filosofico come - secondo me - dimostra l'insoddisfacenza delle repliche che hai ricevuto.

Citandoti : "non considerando invece l'eventualità di una vita eterna, prima della nascita e dopo la morte"

La vita, per definizione, non  può essere eterna (vivente è solo ciò che possiede un metabolismo, è almeno tendenzialmente adatto a riprodursi, e destinato quindi poi a morire).

La espressione "vita eterna" alla quale tu ti riferisci è quindi priva di senso  e andrebbe sostituita da ESISTENZA ETERNA.

Altrimenti si giustificherebbe l'altro "sfondone" utilizzato nel linguaggio comune ma anch'esso ridicolmente contradditorio, ciòè l'affermare possibile "LA VITA DOPO LA MORTE". Se ciò fosse letteralmente possibile, vorrebbe dire che dopo la vita ci sarebbe ancora la vita !! E che !!??. Saluti.
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: bobmax il 05 Gennaio 2022, 11:49:08 AM
@Aspirante Filosofo58

Le tue due ipotesi dovresti fonderle in una sola.

Dio infinitamente buono = Caos

Perché supporre questa coincidenza degli opposti?

Perché sono incompatibili solo apparentemente...

Che invece coincidano lo si può cogliere cambiando radicalmente prospettiva.
Cioè partendo, invece che dal conosciuto, da ciò che conta veramente.

E cosa conta davvero in questa vita?
Non è forse l'amore?
Che non si è neppure sicuri che esista per davvero, ma ciò nonostante, la sua assenza non getta ogni cosa nell'insignificanza?

E l'amore ha un senso?
O non ha invece alcuna motivazione che non se stesso?

L'amore non è forse manifestazione dello stesso Caos?

Sì, incominciare a considerare questa ipotesi implica uno stravolgimento della nostra visione del mondo e di noi stessi.

Chi sono io allora?

Non sono forse il figlio del Caos?

E rimango figlio finché ci sono, per poi tornare a essere mio padre.

Fra le tante fonti possono essere utili due pensatori attuali.
Eckhart Tolle ("Il potere di adesso") e Tony Parsons ("The open secret - Tutto ciò che è")
Presenti anche su YouTube.
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: JE il 05 Gennaio 2022, 15:58:19 PM
Ciao Aspirante,


ti pongo un quesito volutamente provocatorio, ma che mi sembra una contraddizione inevitabile da notare in questo tuo pensiero.


Se le tue parti imperfette di corpo non ti permettono di avere una totalità corporea perfetta,


cosa ti fa pensare che le imperfezioni dell'umanità porteranno ad una sua perfezione (limite tra l'altro astratto)?  :)


Posto questo,


Mi sembra che tu parta da causa finalis, cioè teleologia cosmica, cioè ragioni per scopo dell'universo assunto a priori.


Io credo piuttosto che sia l'intelligenza a porre la propria causa finale, e lo fa sempre comprendendo meglio e riprogrammandosi da questa base. Non mi baserei per questo sulle imperfezioni o debolezze del singolo ma sulle sue forze per spiegare il cammino verso l'arcobaleno della perfezione: Cosi il cieco perfeziona l'udito e può aiutare altri a fare lo stesso. Piuttosto di parlare di arcobaleni luminosi ma irraggiungibili mi sembra il caso di parlare di forze e debolezze, in questo caso per esempio la tua disabilità ti può portare ad una forza che altri non hanno motivo di sviluppare. Tuttavia questo cammino non è la somma delle debolezze, ma delle forze che si possono sviluppare su tali basi.
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: Aspirante Filosofo58 il 05 Gennaio 2022, 16:20:26 PM

In realtà io ho scritto già nel titolo del topic. imperfezione umana e perfezione dell'umanità, proprio perché ciò che manca a Tizio può essere compensato da ciò che ha Caio, e via di questo passo, fino al coinvolgimento dell'umanità. Io vedo l'umanità non come una somma di mancanze, bensì come una somma di ciò che ogni componente ha e può mettere a disposizione dell'umanità intera, per compensare le mancanze di altri. Così, una persona che non ci vede, può comunque portare sulle spalle una persona che non cammina- Questa indicherà a quella la strada, la guiderà e i due potranno arrivare lontano. Secondo me ogni essere umano nasce plurihandicappato e la vita altro non è che il continuo superamento delle varie forme di handicap che ognuno ha, indistintamente, alla nascita. Cosa sa fare un neonato, se non piangere? Quando piange non è nemmeno così sicuro che gli adulti capiscano il messaggio che vuol comunicare col pianto. E' così per tutti. Poi c'è chi si libera di certe forme di handicap, e chi di altre. Mettendo insieme ciò che ciascuno ha, si può compensare ciò che manca ad ognuno. Mettendo insieme le varie abilità si possono superare le varie disabilità. Pensiamo ad un veicolo e alle varie parti che lo compongono, ognuna delle quali ha uno scopo ben preciso. E' graze al funzionamento di ogni singola parte, per quanto di sua competenza, che il veicolo può muoversi. Ecco: l'umanità sta al veicolo come i singoli esseri umani stanno alle singole parti del veicolo. [size=78%] [/size]

Citazione di: JE il 05 Gennaio 2022, 15:58:19 PM
Ciao Aspirante,


ti pongo un quesito volutamente provocatorio, ma che mi sembra una contraddizione inevitabile da notare in questo tuo pensiero.


Se le tue parti imperfette di corpo non ti permettono di avere una totalità corporea perfetta,


cosa ti fa pensare che le imperfezioni dell'umanità porteranno ad una sua perfezione (limite tra l'altro astratto)?  :)


Posto questo,


Mi sembra che tu parta da causa finalis, cioè teleologia cosmica, cioè ragioni per scopo dell'universo assunto a priori.


Io credo piuttosto che sia l'intelligenza a porre la propria causa finale, e lo fa sempre comprendendo meglio e riprogrammandosi da questa base. Non mi baserei per questo sulle imperfezioni o debolezze del singolo ma sulle sue forze per spiegare il cammino verso l'arcobaleno della perfezione: Cosi il cieco perfeziona l'udito e può aiutare altri a fare lo stesso. Piuttosto di parlare di arcobaleni luminosi ma irraggiungibili mi sembra il caso di parlare di forze e debolezze, in questo caso per esempio la tua disabilità ti può portare ad una forza che altri non hanno motivo di sviluppare. Tuttavia questo cammino non è la somma delle debolezze, ma delle forze che si possono sviluppare su tali basi.
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: iano il 05 Gennaio 2022, 16:58:12 PM
Ciao AspFil
Complimenti per la bellezza dei tuoi post.
Sono sostanzialmente d'accordo, ma va' fatta qualche precisazione.
C'è stato un tempo in cui noi eravamo perfetti.
Allora, con la nostra acutezza visiva attuale, ci avrebbero considerati ipovedenti.
Vivevamo sugli alberi ed a quell'ambiente eravamo perfettamente adattati.


Chi è in qualche modo perfetto però non ha bisogno degli altri perché possiede tutto ciò che gli serve, se non quando arriva il momento di riprodursi.
Ma per la teoria dell'evoluzione non esistono perfetti ed imperfetti, ma adattati e disadattati che provano a riadattarsi, e quest'ultimo è il caso coronato da successo , diciamo così, dell'umanità.


Scesi dagli alberi ci siamo trovati perfettamente disadattati, da perfettamente adattati che eravamo.
Si può ben dire che abbiamo vinto una sfida impossibile, ma forse non è un modo corretto di dirlo.
In questa lotta , di tanti ominidi, siamo rimasti solo noi.
Ma ognuno di noi superstiti se confrontato con ogni altro animale risulta imperfetto in qualcosa.
Per gli scimpanzé noi siamo ciechi. Per i lupi siamo sordi.
Ma in realtà la forza evolutiva non ha una specie prediletta ne' un organo specifico in cui palesarsi, e una grande perdita come è' successo agli ominidi può diventare una grande occasione.
Così la perdita della vista si è fatta cannocchiale e microscopio, alla faccia degli scimpanzé'.


Ciò che non ti ammazza ti fortifica, esplicitando le tue capacità e riorganizzandole.
Così ci capiterà di scoprire divenendo ciechi che l'udito è il nostro senso migliore, che però lavora sotto traccia , lontano dai riflettori.
Al buio noi diventiamo ciechi, ma i ciechi no , e lo zoppo sulle spalle del cieco, quando viene notte,, scende e cammina a piedi dando la mano al cieco, facendo conto sulla sua umanità.


Ora, se capisco bene il tuo pensiero, credo tu voglia dire,
perché'  non fare di proposito ciò che facciamo solo per necessità?


Si potrebbe rispondere che sarebbe antieconomico, come fare un investimento oneroso quanto incerto, se non fosse che questo tocca fare a chi ha rinunciato a "tante perfezioni" in cambio di una "perfetta coscienza".
Cioè quell'investimento noi lo abbiamo già fatto, e tu fai bene a sollecitarci di farlo fruttare, avendone sperimentato i meccanismi dal tuo particolare punto di osservazione, accidentale, ma che non dovrebbe essere solo tale.


La morte, dici bene , andrebbe affrontata con dignità, ma ciò spesso non succede perché nessuno strumento è perfetto e anche la coscienza ha i suoi effetti collaterali, per quanto ben usata.
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: Kobayashi il 06 Gennaio 2022, 08:02:39 AM
Citazione di: Jacopus il 04 Gennaio 2022, 21:45:13 PM
Ti consiglio un libro e un autore molto interessante. Telmo Pievani, Imperfezione, Cortina editore. La sua tesi è che l'imperfezione è il motore dell'evoluzione della vita. Non può esserci vita senza imperfezione, perchè l'imperfezione trasmuta i viventi e prova nuovi modi vitali. Non è propriamente la tua tesi ma è comunque interessante concepire la nostra vita cosiddetta "perfetta", dipendere dalle imperfezioni. Ascolta l'esempio iniziale che riguarda lo scontro fra Kasparov e il Computer intelligente.


https://www.youtube.com/watch?v=j7Nu01PuT_I

Con i termini perfezione-imperfezione a me sembra che l'evoluzionista faccia rientrare dalla finestra ciò che aveva cacciato a calci dalla porta: ovvero il finalismo.
A meno di intendere "perfezionamento" come passaggio ad una maggiore capacità di sopravvivenza.
Ma l'insistenza su un termine come "perfezione", che implica un'immagine di modello completo, compiuto nel suo sviluppo, è sintomatico del fatto che si vuole rifuggire da una visione scientifica dell'evoluzione (un processo puramente casuale risultante dall'incontro di pressioni ambientali con le mutazioni genetiche casuali) per introdurre qualcosa di più umano.

Ambigue anche le osservazioni che fa su Kasparov-deep blue. Kasparov avrebbe sfruttato le sue imperfezioni di calcolo? È un'imperfezione non essere un computer?
In realtà l'uso che fa Kasparov di strategie di gioco imprevedibili sono lo sfruttamento non di imperfezioni ma di armi che la mente umana ha a disposizione: perché dovrebbero essere viste come compensazioni di limiti se non di fronte all'immagine della macchina presa come espressione della perfezione?
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: Aspirante Filosofo58 il 06 Gennaio 2022, 08:21:23 AM

Io credo che l'evoluzione abbia avuto inizio e quindi perché mai non dovrebbe avere un punto di arrivo? Perché mai non potrebbe esserci tra x anni una perfezione? In ogni caso io mi riferisco alla perfezione come umanità e non come singolo. Su Kasparov non mi pronuncio, visto che non ho letto il libro.

Citazione di: Kobayashi il 06 Gennaio 2022, 08:02:39 AM
Citazione di: Jacopus il 04 Gennaio 2022, 21:45:13 PM
Ti consiglio un libro e un autore molto interessante. Telmo Pievani, Imperfezione, Cortina editore. La sua tesi è che l'imperfezione è il motore dell'evoluzione della vita. Non può esserci vita senza imperfezione, perchè l'imperfezione trasmuta i viventi e prova nuovi modi vitali. Non è propriamente la tua tesi ma è comunque interessante concepire la nostra vita cosiddetta "perfetta", dipendere dalle imperfezioni. Ascolta l'esempio iniziale che riguarda lo scontro fra Kasparov e il Computer intelligente.


https://www.youtube.com/watch?v=j7Nu01PuT_I

Con i termini perfezione-imperfezione a me sembra che l'evoluzionista faccia rientrare dalla finestra ciò che aveva cacciato a calci dalla porta: ovvero il finalismo.
A meno di intendere "perfezionamento" come passaggio ad una maggiore capacità di sopravvivenza.
Ma l'insistenza su un termine come "perfezione", che implica un'immagine di modello completo, compiuto nel suo sviluppo, è sintomatico del fatto che si vuole rifuggire da una visione scientifica dell'evoluzione (un processo puramente casuale risultante dall'incontro di pressioni ambientali con le mutazioni genetiche casuali) per introdurre qualcosa di più umano.

Ambigue anche le osservazioni che fa su Kasparov-deep blue. Kasparov avrebbe sfruttato le sue imperfezioni di calcolo? È un'imperfezione non essere un computer?
In realtà l'uso che fa Kasparov di strategie di gioco imprevedibili sono lo sfruttamento non di imperfezioni ma di armi che la mente umana ha a disposizione: perché dovrebbero essere viste come compensazioni di limiti se non di fronte all'immagine della macchina presa come espressione della perfezione?
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: iano il 06 Gennaio 2022, 10:08:10 AM
@AspFil.
Ma come si fa' a dimostrare che l'evoluzione abbia avuto un inizio?
Noi riusciamo a raccontarne la storia e quel racconto ha necessariamente un inizio , ma non necessariamente lo ha ciò che viene raccontato .
Che ogni cosa abbia avuto un inizio o che non lo abbia avuto, non sono una necessità, ma ciò che si può porre  per fede.
Tu ti riferisci all'unanimità e non all'uomo, e non è la stessa cosa, perché a seconda dei personaggi che si scelgono per la storia, cambia la storia.
Però la storia dell'evoluzione che ha raccontato Darwin non ha come personaggi principali ne' l'uomo ne' l'umanità .
La vera rivoluzione di Darwin è non mettere l'umanità al centro della storia, e non tutti gli uomini glielo hanno ancora perdonato, come se i veri divi fossero loro.
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: Kobayashi il 06 Gennaio 2022, 10:47:17 AM
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 06 Gennaio 2022, 08:21:23 AM
Io credo che l'evoluzione abbia avuto inizio e quindi perché mai non dovrebbe avere un punto di arrivo? Perché mai non potrebbe esserci tra x anni una perfezione? In ogni caso io mi riferisco alla perfezione come umanità e non come singolo. Su Kasparov non mi pronuncio, visto che non ho letto il libro.

Se lasciamo perdere l'evoluzione biologica dell'uomo e ci riferiamo all'umanità nel senso di insieme di popolazioni, allora bisognerebbe chiedersi quale sia la forza che dovrebbe indurre alla compensazione dei propri limiti tramite le virtù dell'altro, e viceversa.
A che cosa si dovrebbe questa spinta?
L'essere umano dimostra in ogni circostanza di non avere naturalmente una propensione all'equilibrio e a questo genere di compensazione "altruistica".
Solo l'indottrinamento di un'ideologia o di una religione o di una morale può condurre per esempio il ricco a dividere le proprie risorse con i poveri, o spingere una persona a fare lo sforzo di mettere in comune le proprie capacità.
Quindi si tratterebbe di un processo di perfezionamento (se questa tendenza all'equilibrio viene intesa come perfezionamento) che andrebbe guidato, alimentato in qualche modo.
Si dovrebbe verificare un cambiamento radicale dell'umanità. E questo proprio in un periodo in cui l'individualismo domina, e dove anche morale e religione non sono più in grado di scalfire l'idolatria del benessere...
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: iano il 06 Gennaio 2022, 10:55:36 AM
Una tensione alla perfezione in chi racconta una storia sarebbe quella di provare a limitarsi a raccontarla.
Darwin ci ha provato, e questa è la novità.
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: viator il 06 Gennaio 2022, 11:05:28 AM
Salve AspFil58. Kobayashi ha perfettamente ragione. Piaccia o dispiaccia, l'uomo è espressione della natura, e la natura vive di incessante diversificazione, non certo di omogeneizzazione dei propri contenuti e generati. Che poi una conseguenza marginale, perticolare e contradditoria possa essere l'ideale (solo umano) dell'egualitarismo o della perfezione.........beh, questi appunto sono solo sogni umani. Saluti.
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: iano il 06 Gennaio 2022, 11:21:01 AM
@ Viator
E i pesci iniziarono a pensare nel loro profondo mare, come è profondo il mare...
L'anno nuovo che sta arrivando fra un anno passerà, e questa è la novità...
A proposito degli stupendi sogni che sa' fare l'umanità, e colgo l'occasione per farvi i più sentiti auguri di buon anno che ancora non vi avevo fatto, per quanto gli anni e noi stessi siamo i convenzionali protagonisti di una possibile storia, che però, ha ragione Aspirante Filosofo, sembra avere un senso solo se immaginata insieme.
Ma se l'uomo è imperfetto essendo parte di ciò che possiamo immaginare potenzialmente perfetta, l'umanità, come possiamo allora immaginare ciò di cui l'umanità è parte, se la perfezione c'è la siamo già impegnata?
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: Aspirante Filosofo58 il 06 Gennaio 2022, 12:38:14 PM
Proprio perché io sono a conoscenza del risultato cui porta la mancanza di collaborazione, ho deciso di fare della collaborazione il mio cavallo di battaglia. Avete idea di cosa si provi nel vedere i propri coetanei correre, saltare. arrampicarsi sugli alberi, senza poter agire come loro? Io sì. So che non è facile e mi sento come nel Vangelo di San Giovanni, una "voce di uno che grida nel deserto", però questo è il mio scopo di vita, la mia missione. Non avendo mai potuto camminare correttamente, e dovendo studiare dei metodi per riuscire, seppur con fatica, a svolgere i compiti che altri svolgono agevolmente, ho imparato a pensare.
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: Jacopus il 06 Gennaio 2022, 16:31:39 PM
CitazioneSe lasciamo perdere l'evoluzione biologica dell'uomo e ci riferiamo all'umanità nel senso di insieme di popolazioni, allora bisognerebbe chiedersi quale sia la forza che dovrebbe indurre alla compensazione dei propri limiti tramite le virtù dell'altro, e viceversa.A che cosa si dovrebbe questa spinta?L'essere umano dimostra in ogni circostanza di non avere naturalmente una propensione all'equilibrio e a questo genere di compensazione "altruistica".Solo l'indottrinamento di un'ideologia o di una religione o di una morale può condurre per esempio il ricco a dividere le proprie risorse con i poveri, o spingere una persona a fare lo sforzo di mettere in comune le proprie capacità.Quindi si tratterebbe di un processo di perfezionamento (se questa tendenza all'equilibrio viene intesa come perfezionamento) che andrebbe guidato, alimentato in qualche modo.Si dovrebbe verificare un cambiamento radicale dell'umanità. E questo proprio in un periodo in cui l'individualismo domina, e dove anche morale e religione non sono più in grado di scalfire l'idolatria del benessere...

Un anedotto che gira da sempre su internet è quello dello studente che chiese a M. Mead quando fosse iniziata la civiltà. M. Mead rispose: quando si scoprì lo scheletro di un uomo primitivo sopravvisuto per diversi anni ad un femore rotto. Ciò significava che per diverso tempo l'uomo con il femore rotto fu assistito e curato dai suoi simili, dal suo clan, dalla sua tribù. Secondo l'insegnante di biologia animale, Panksepp, noi mammiferi abbiamo dei campi emotivi primari che condividiamo con tutti, proprio tutti i mammaliani e fra questi (in tutto sono sette) c'è il campo emotivo della cura, in primo luogo dei familiari, ma che via via si estende ai parenti più lontani, al clan, al paese, alla nazione ed oggi al mondo intero.
I circuiti della cura sono presenti nel cervello subocorticale e prevalentemente nel mesencefalo. E allora perchè l'uomo è così crudele, egoista, terribile? Dove va, a farsi friggere, questo campo emotivo della cura? Anche qui la risposta è nel nostro cervello, ovvero nella parte cosiddetta della neo-corteccia, che è presente in tutti i mammiferi, ma che ha raggiunto dimensioni esorbitanti solo nei grandi primati e in primo luogo in homo sapiens. La neo-corteccia ha sviluppato delle competenze sconosciute al mesencefalo, perchè riesce ad interrogarsi su di sè, sul rapporto fra sè e gli altri, sul rapporto fra sè e gli altri e il mondo, sul rapporto fra sè, gli altri, il mondo, in relazione alla cultura o culture dominanti.
In questo modo i campi emotivi di base possono essere ristrutturati anche in relazione alla differenziazione sociale, inesistente nelle prime società primitive.
In questo nuovo contesto neo-corticale, ha effettivamente senso un percorso di "educazione neo-corticale", poichè solo attraverso l'apprendimento e l'educazione è possibile cablare in senso altruistico e pro-sociale la neo-corteccia. Ma la plasticità della neo-corteccia è tale che può essere cablata anche per esercitare il massimo egoismo e considerare i neri delle bestie da soma e gli altri dei soggetti da sfruttare, fondando questo cablaggio sulla ripetezione di pattern comportamentali e sull'adozione di ideologie/culture legittimanti.
Questo per dire che c'è una parte più antica del nostro cervello, dove vige un campo emotivo di cura, essenziale per la riproduzione della specie ed anche una delle cause del nostro successo come specie animale, ma quella successiva, la neocorteccia, che a sua volta è stato il motore essenziale del nostro benessere, è talmente plastico da riuscire a bypassare i campi emotivi di base, ad esempio dissimulando, manipolando, mostrando freddezza anche in un momento di altissima tensione e creando emozioni più complesse che non esistono fra quelle di base come la shadenfreude, ovvero la felicità di vedere il nostro prossimo nei guai. E' per questo motivo che solo fra gli uomini è possibile trovare uomini come Gesù e come Caligola (cambio per non fare di nuovo reductio ad Hitlerum). Le formiche e le api, anche loro detentrici di un proprio cervello non si possono permettere questi voli pindarici.
Detto questo, sta poi all'etica cercare di stabilire cosa vogliamo fare di questa neo-corteccia così versatile.

Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: iano il 06 Gennaio 2022, 19:43:42 PM
@Eutidemo.
Molto interessante.

Sembra che Aspirante Filosofo ci stia dicendo che qualcosa ne ha fatto di queste recenti nostre capacità.
Io aggiungo che, bene o male, queste capacità vanno usate, perché su di esse abbiamo pesantemente investito.
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: bobmax il 06 Gennaio 2022, 20:27:49 PM
La ricerca della perfezione è ricerca dell'assoluto.

Di modo che non può essere rivolta a una categoria.
In quanto la categoria è necessariamente relativa, cioè parziale, perciò imperfetta.

La perfezione non può infatti essere appannaggio di una parte, perché o il tutto è perfetto o non lo è alcuna sua parte.
E la categoria identifica una parte...

L'umanità, per esempio, è una categoria. Perciò sperare nel raggiungimento di una umanità perfetta è illusorio. Perché la stessa distinzione tra umano e non umano, necessaria per riferirsi alla umanità, implica l'imperfezione.

Perfetto è solo l'Uno.

Allora la brama di perfezione deve necessariamente essere onnicomprensiva.

Perciò c'è il singolo, che sei tu, che desidera la perfezione.
Una perfezione Totale!

Il singolo è imperfetto.
Ed è imperfetto per una infinità di motivi: fisici, intellettivi, morali...
Lo è sostanzialmente, cioè è imperfetto per il solo fatto di esistere.
Esistendo, infatti, è una parte del Tutto.

Tuttavia il singolo, pur nella sua connaturata imperfezione, può decidere di volere la perfezione!
Una perfezione non limitata ad alcunché. Né a se stesso, né alla umanità, a nessuna parte, perché brama la perfezione totale!

Questa sua decisione, se autentica, può essere esaudita.
Per la semplice ragione che il singolo è, nella sua essenza, lo stesso Uno.

Dio prega se stesso.
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: daniele22 il 07 Gennaio 2022, 10:58:37 AM

Buon 2022 a tutti. Buongiorno Aspirante filosofo. Come già disse Viator, mi sembra, le tue istanze assomigliano più che altro a riflessioni esistenziali/sociali più che filosofiche. Da un punto di vista filosofico mi sembra che Kobayashi abbia posto bene la domanda chiedendo "quale sia la forza che dovrebbe indurre alla compensazione dei propri limiti tramite le virtù dell'altro e viceversa".
Io non so suggerirti alcun filosofo avendo solo vaghi ricordi di storia della filosofia, ma di sicuro in me puoi trovare un eretico dilettante del comune pensare. Di fatto potrei suggerirti più di qualche idea che possa corroborare almeno in parte il tuo pensiero, però mi sembra che tu parta da presupposti che richiedono una dose di fede a mio vedere eccessiva. Voglio cioè dire che un quantum di fede in qualche verità più o meno importante sia sempre presente nei nostri discorsi. Ricorrere però a concetti come "vita eterna", oppure postulare un'umanità perfetta evidenziando imperfezioni in un certo senso vaghe, a mio giudizio non corrisponde ad un approccio filosofico al tema che tu proponi. Ripeto, c'è del vero in quel che affermi, ma dovresti esplicitarlo in modo diverso. Potresti intanto cercare di dire dove dovremmo trovare queste parti che all'interno dell'umanità non collaborano. Chi è che non collabora? La mafia? La politica? La filosofia? I media? La scienza? Il papa?
Per come la vedo io la storiella che ha postato Ipazia potrebbe dare qualche buon spunto di riflessione.
Ci sentiamo
Titolo: Re:Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: Aspirante Filosofo58 il 07 Gennaio 2022, 12:31:12 PM

Grazie per questa e per le altre risposte. Rispondo, citando questa.
Io parto da qualcosa che manca a me e che ha prodotto e produce risultati ben diversi e ben al di sotto di quelli di chi è definito normalmente normodotato. Perciò mi sono chiesto: che cosa mi ha impedito e mi impedisce di ottenere gli stessi risultati dei miei simili? Non mi sono chiesto perché non ho una vista da lince o da falco, oppure la forza di un rinoceronte, la memoria di un elefante. Mi sono rapportato con i miei simili, esattamente come quando, all'età di quattro o cinque anni, seduto ai bordi di un campo di calcio, dove i miei  coetanei giocavano allegramente, chiedevo "perché loro sì e io no"? Allora ricevevo dagli adulti, risposte che servivano a loro per aggirare l'ostacolo, ma che comunque avevano un fondo di verità: "Perché nella vita non è necessario correre dietro ad un pallone".


Crescendo mi sono imbattuto in barriere architettoniche e anche mentali a 360 gradi, ho lottato per quelli che a mio avviso erano i miei diritti ( e lo sono tuttora, e non solamente per me). Quindi ho iniziato a pensare (si dice che le difficoltà aguzzino l'ingegno) alle soluzioni ai vari problemi che dovevo affrontare, stupendomi del fatto che altri non ci avessero pensato.


Ora vengo al discorso della collaborazione a livello di umanità. La difficoltà maggiore alla sua realizzazione, a mio avviso sta nell'ego che spinge i singoli uomini a voler essere primi in qualcosa (sport, carriera, fama, possedimenti, ecc... ecc..). L'ego, di fronte agli elogi delle masse, si gonfia fino all'inverosimile. E' un circolo vizioso da cui occorre uscire. E' necessario iniziare a pensare diversamente. Non c'entra alcun credo, alcuna fede. D'altro canto, è proprio grazie alla collaborazione tra i componenti di una squadra, che la stessa riesce ad ottenere risultati. Se ognuno dei componenti pensasse inprimis agli affari propri (a soddisfare il proprio ego) , la squadra non avrebbe più alcuna ragione di esistere.


Negli anni '90 del secolo scorso fui invitato a giocare una partita di pallamano in carrozzina. Era la mia prima partita e fu anche l'unica. Dopo essermi abituato ad usare la carrozzina sportiva per qualche minuto, iniziammo a giocare e, visto che ero un principiante, cercai di mettermi in posizione tale da poter sempre vedere il gioco. Risultato? 3 goal e 4 assist. In quella partita io esistevo come parte della squadra. Ecco, questo discorso bisognerebbe trasferirlo all'umanità intera. Non ho detto che sia facile o immediato, però occorre che qualcuno parta e si metta su questa strada. Si può fare ciò, solamente dopo aver fatto un grande lavoro su se stessi: occorre limitare il proprio ego, capendo parimenti che è solamente con la collaborazione che si può ambire alla perfezione, intesa come squadra dell'umanità. Forse, proprio il fatto di non essere mai riuscito a camminare come i miei simili, in un certo qual modo, mi ha costretto ad indirizzare la mia attenzione verso altre attività. Ormai per me è diventato quasi un gioco da ragazzi (a dispetto dell'età) pensare, parlare e scrivere, mentre camminare è diventato assai problematico, nonostante gli sforzi quotidiani per evitare il peggio. Ecco in questo senso la mia abilità (chiamiamola così)  nelle attività che non richiedono il movimento delle gambe, può essere utile ad altri che, viceversa, corrono ma non sanno come mettere insieme due frasi, giusto per fare un esempio.



Citazione di: daniele22 il 07 Gennaio 2022, 10:58:37 AM

Buon 2022 a tutti. Buongiorno Aspirante filosofo. Come già disse Viator, mi sembra, le tue istanze assomigliano più che altro a riflessioni esistenziali/sociali più che filosofiche. Da un punto di vista filosofico mi sembra che Kobayashi abbia posto bene la domanda chiedendo "quale sia la forza che dovrebbe indurre alla compensazione dei propri limiti tramite le virtù dell'altro e viceversa".
Io non so suggerirti alcun filosofo avendo solo vaghi ricordi di storia della filosofia, ma di sicuro in me puoi trovare un eretico dilettante del comune pensare. Di fatto potrei suggerirti più di qualche idea che possa corroborare almeno in parte il tuo pensiero, però mi sembra che tu parta da presupposti che richiedono una dose di fede a mio vedere eccessiva. Voglio cioè dire che un quantum di fede in qualche verità più o meno importante sia sempre presente nei nostri discorsi. Ricorrere però a concetti come "vita eterna", oppure postulare un'umanità perfetta evidenziando imperfezioni in un certo senso vaghe, a mio giudizio non corrisponde ad un approccio filosofico al tema che tu proponi. Ripeto, c'è del vero in quel che affermi, ma dovresti esplicitarlo in modo diverso. Potresti intanto cercare di dire dove dovremmo trovare queste parti che all'interno dell'umanità non collaborano. Chi è che non collabora? La mafia? La politica? La filosofia? I media? La scienza? Il papa?
Per come la vedo io la storiella che ha postato Ipazia potrebbe dare qualche buon spunto di riflessione.
Ci sentiamo
Titolo: Re:Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: iano il 07 Gennaio 2022, 13:11:30 PM
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 07 Gennaio 2022, 12:31:12 PM




Crescendo mi sono imbattuto in barriere architettoniche e anche mentali a 360 gradi, ho lottato per quelli che a mio avviso erano i miei diritti ( e lo sono tuttora, e non solamente per me). Quindi ho iniziato a pensare (si dice che le difficoltà aguzzino l'ingegno) alle soluzioni ai vari problemi che dovevo affrontare, stupendomi del fatto che altri non ci avessero pensato.



Diciamo che la perfezione, se così si può dire ( ma io preferirei non dire) ha a che fare con la non coscienza del come facciamo le cose, perché dover pensare a ciò che facciamo rende l'azione non fluida.
Così, se ci viene chiesto il segreto che sta dietro a ciò in cui eccelliamo , non sappiamo cosa dire.
Questa ignoranza ci condanna quindi ad essere dei perfetti automi.
Metti che meccanismi simili possano trasferirsi per analogia all'umanita'.
Se riteniamo che in noi ci sia qualcosa che non va' occorrerebbe prendere coscienza di questi meccanismi, per poterli diversamente riorganizzare, che è quello che tu hai dovuto fare per te, e che vorresti trasferire all' umanità .
Nessuno pensa a certe cose finché non è costretto a farlo, a meno che non si ponga come priorità filosofica la conoscenza di se', e che non consiste quindi nello scoprire la verità, perché come dice bene Daniele essa contiene sempre un quanto di fede, ma nello scovare le nostre fedi nascoste, per poterle eventualmente cambiare.
Dunque possiamo dire che la tua imperfezione consiste nel non poterti astenere dal pensare a come fare ciò che fai?
Si, se non fosse che poi questo esercizio di pensiero può avere i suoi vantaggi, che è quello di non dare mai per scontato ciò che si fa', e che nin c'è un solo modo di fare le cose e che può essere utile a volte  considerarli tutti.
Ma allora perché dici che gli altri sono perfetti se poi nin sembrano pensare a ciò che fanno, comportandosi da perfetti incoscienti, ti chiederei provocatoriamente?
Insomma, si fa' presto a parlare di perfezione.
Quello che sembra perfetto è il risultato di una scelta ottimizzata in un dato contesto , e poi "dimenticata" come data per ovvia, per scontata e quindi perfettamente decontestualizzata.
Ciò impedisce di cambiarla , e diventa allora imperfetta quando il contesto cambia.
Ciò non succede a chi deve sempre pensare a ciò che che fa', adeguando l'azione al contesto in tempo reale.
Ma non sarà allora lui quello perfetto?
Direi al minimo che questo concetto di perfezione è un po' imperfetto.😅



Diciamo che l'umanità "esiste" in analogia con l'esistenza di un individuo, se al pari di un individuo, sbagliamo tutti insieme, ma anche eventualmente impariamo insieme dagli errori e ci correggiamo.
L'analogia fallisce quando proviamo a deviare , correggere il percorso dell'umanità , perché la sua inerzia non è paragonabile a quella del singolo individuo.
Così , certo si può fare tutto e non c'è cosa che non si possa ripensare e rivedere, e questo tu ci testimoni bene, ma qualcuno qui ti chiede di dirci come, e questo è più difficile da fare.
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: iano il 07 Gennaio 2022, 14:03:35 PM
Allora , caro Aspirante Filosofo, vedi bene che noi "perfetti" prendiamo dieci a scuola, ma solo perché copiamo, senza capirci mai veramente nulla. Ora il punto è, in che modo trasferiamo la tua individuale esperienza del riorganizzare diversamente le tue parti, all'umanita', di cui noi siamo parti?
La filosofia sembra ben prestarsi in quanto "inutile" esercizio del pensiero laddove nulla fosse mai da cambiare.
Stranamente però la storia della filosofia si caratterizza nella ricerca dei perfetti assoluti, di ciò che è e che perciò non può cambiare.
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: daniele22 il 07 Gennaio 2022, 19:21:14 PM
Ciao Aspirante, citandoti:
"Ora vengo al discorso della collaborazione a livello di umanità. La difficoltà maggiore alla sua realizzazione, a mio avviso sta nell'ego che spinge i singoli uomini a voler essere primi in qualcosa (sport, carriera, fama, possedimenti, ecc... ecc..). L'ego, di fronte agli elogi delle masse, si gonfia fino all'inverosimile. E' un circolo vizioso da cui occorre uscire. E' necessario iniziare a pensare diversamente. Non c'entra alcun credo, alcuna fede. ...."


Posso essere senz'altro d'accordo, ma siamo ancora a livello di chiacchiere. Per quel che riguarda invece il credo, o la fede, forse tale fede si rivela anche quando affermi che c'è un circolo vizioso da cui occorre uscire. Perché bisogna uscire? Si ritorna quindi alla domanda di Kobayashy su quale forza dovrebbe indurre la compensazione dei propri limiti tramite l'altrui virtù e viceversa. Rinnovo quindi la domanda: perché bisogna uscire? Per me, un circolo vizioso c'è, però questa tua fede devi metterla alla prova. Ad esempio, dici: i singoli individui sono spinti a voler essere primi in qualcosa. Di sicuro puoi criticare questa tua affermazione solo in parte vera, quindi dedurne una gradazione diversa. Oppure potresti pensare a quale causa sia dovuta questa abitudine alla competizione che pur non coinvolgendo tutti sembra esser trainante all'oggi. Il pensiero dominante sembra dire cmq che è così che va il mondo, appellandosi all'evoluzione, ma la mia opinione non coincide con tale interpretazione dell'evoluzione

Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: Aspirante Filosofo58 il 07 Gennaio 2022, 20:39:56 PM

Perché bisogma uscirne? Perché non farlo ci costringerà a tornare a vivere in questa valle di lacrime, magari in una situazione pari alla mia, se non peggiore. Come spieghereste questa mia vita fatta di dolori e di sofferenze, altrimenti? È probabile che io, nella vita precedente a questa sia stato un criminale; che abbia inflitto atroci sofferenze ai miei simili; che mi sia macchiato di delitti indicibili. Diversamente non riesco a spiegarmi la mia vita attuale. Che senso avrebbe, infatti, se questa mia vita fosse l'unica o facesse parte di un disegno divino? Ecco perché per me è di estrema importanza fare la mia parte verso la perfezione dell'umanità.



Citazione
Ciao Aspirante, citandoti:
"Ora vengo al discorso della collaborazione a livello di umanità. La difficoltà maggiore alla sua realizzazione, a mio avviso sta nell'ego che spinge i singoli uomini a voler essere primi in qualcosa (sport, carriera, fama, possedimenti, ecc... ecc..). L'ego, di fronte agli elogi delle masse, si gonfia fino all'inverosimile. E' un circolo vizioso da cui occorre uscire. E' necessario iniziare a pensare diversamente. Non c'entra alcun credo, alcuna fede. ...."


Posso essere senz'altro d'accordo, ma siamo ancora a livello di chiacchiere. Per quel che riguarda invece il credo, o la fede, forse tale fede si rivela anche quando affermi che c'è un circolo vizioso da cui occorre uscire. Perché bisogna uscire? Si ritorna quindi alla domanda di Kobayashy su quale forza dovrebbe indurre la compensazione dei propri limiti tramite l'altrui virtù e viceversa. Rinnovo quindi la domanda: perché bisogna uscire? Per me, un circolo vizioso c'è, però questa tua fede devi metterla alla prova. Ad esempio, dici: i singoli individui sono spinti a voler essere primi in qualcosa. Di sicuro puoi criticare questa tua affermazione solo in parte vera, quindi dedurne una gradazione diversa. Oppure potresti pensare a quale causa sia dovuta questa abitudine alla competizione che pur non coinvolgendo tutti sembra esser trainante all'oggi. Il pensiero dominante sembra dire cmq che è così che va il mondo, appellandosi all'evoluzione, ma la mia opinione non coincide con tale interpretazione dell'evoluzione
Titolo: Re:Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: Ipazia il 07 Gennaio 2022, 21:04:59 PM
Mi sembra più reale un titolo rovesciato: perfezione umana e imperfezione dell'umanità .

Il motivo è presto detto e se ne accorsero con chiarezza i nostri antichi maestri greci: eros e polemos.

Alla perfezione umana provvede l'evoluzione naturale, che provvede anche all'imperfezione: mors tua, vita mea. Un predatore perfetto è quanto di meno desiderabile per la perfezione della preda.

Nell'umanità funziona allo stesso modo e lo spazio di polemos non è aggirabile con soluzioni pietistiche, ma solo col superamento dei conflitti di interesse. Non facilmente superabili, stante l'esperienza storica che tende piuttosto ad aumentare che a colmare le disuguaglianze.

Anche eros gioca la sua parte solidale e cooperativa, ma non è l'opzione vincente a prescindere. Più un sistema è complesso più accumula imperfezioni e l'umanità non fa eccezione. Neppure nelle piccole comunità.
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: viator il 07 Gennaio 2022, 21:12:28 PM
Salve AsFil58. E qui casca l'asino ! Ovviamente tu come la maggioranza, non puoi che fare un "articolo di fede" di ciò in cui tu speri.

Infatti, citandoti : "È probabile che io, nella vita precedente a questa sia stato un criminale; che abbia inflitto atroci sofferenze ai miei simili; che mi sia macchiato di delitti indicibili. Diversamente non riesco a spiegarmi la mia vita attuale. Che senso avrebbe, infatti, se questa mia vita fosse l'unica o facesse parte di un disegno divino? Ecco perché per me è di estrema importanza fare la mia parte verso la perfezione dell'umanità".Impensabile che tu non speri, e quindi non creda, che ti tocca un qualche riscatto, risarcimento.

Che poi per la maggioranza della maggioranza la fede sia quella nella "vita eterna" quale premio divino, mentre per te la fede sia quella nel credere in ulteriori esistenze (reincarnazioni) più o meno risarcitorie................il SENSO resta il medesimo.

All'uomo (tu ovviamente incluso) non frega nulla del senso cosmico, divino, evolutivo, biologico della propria vita, ammesso che possano esistere in tali variate vesti.

All'uomo serve solamente ed a tutti i costi IL SENSO UMANO della propria vita, e tale senso umano - se il soggetto non è molto influenzabile dalle credenze e fedi tradizionali, verrà cercato e verrà trovato, collocandosi a seconda della levatura intelletttuale di chi cerca e poi crede di aver trovato il proprio senso.

Così gli sciocchi ed i poveri di spirito si daranno da sè un senso ingenuo o materialistico della propria vita, mentre i saggi e gli ispirati si daranno un senso trascendente. Poi ci sono tutte le infinite vie di mezzo, e questa è la ragione per la quale DI SENSI DELLA VITA UMANA NE ESISTONO CENTINAIA DI MILIONI, TUTTI UN POCO O MOLTO DIVERSI TRA LORO. Saluti.

Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: Kobayashi il 08 Gennaio 2022, 18:21:02 PM
Leggendo gli ultimi post mi è tornato in mente il lungo brano 55 della "Volontà di potenza" di Nietzsche.
Più o meno ecco il suo ragionamento.

Ogni morale, ogni concezione religiosa, servono a rafforzare coloro che hanno meno potere e sono quindi più soggetti alle ingiustizie. In certi periodi della storia dell'umanità la miseria e la disperazione sono state così intense che l'unico modo per sopportare l'esistenza era quello di attaccarsi a idee estreme, ardite, impossibili.
C'è in questa creatività qualcosa di notevole. Ma questa creatività ha la stessa natura della forza che spinge i più forti a combattere per predare e appropriarsi di ciò che desiderano: sete di dominio, volontà di aumentare la propria potenza.
Cosa rimarrebbe alla vittima se smettesse di sentirsi dalla parte della giustizia, del bene comune, e si rendesse conto invece di non essere su un piano diverso da quello dei potenti, fino a quel momento giudicati come i malvagi per eccellenza?
Sarebbe annientata. Esposta al pericolo di forze che non può dominare vedrebbe l'esistenza solo come un nauseante ed eterno processo privo di senso.
Per questo motivo la tendenza rimane quella di difendersi tramite le idee di morale e religione.
Oppure ci si difende attaccandosi alle proprie piccole sicurezze, alle proprie abitudini, al proprio benessere. A parole si è scettici, nichilisti, nel concreto si è piccoli uomini, uomini di paglia.
Ma chi riuscirà a dire sì alla vita senza cadere nella tentazione di morale e religione (nelle forme più diverse come quelle del progresso, dello scientismo etc.), o in quella del rimpicciolire l'esistenza?
L'uomo capace di ammettere, anzi accettare con gioia che nella vita ci sia una bella componente di casualità, assurdità, non senso.

Ora, il mio dubbio: un uomo del genere è stato veramente messo alla prova nel dolore? Non si tratta semplicemente di un uomo fortunato, che quindi può permettersi di affrontare le sfide della vita con una certa leggerezza e con il gusto per l'esperimento?

L'oltre-uomo nietzscheano è un'immagine limite che ha la funzione di aiutarci a non indietreggiare per cercare conforto nelle idee di morale e religione, e di spingerci a perseverare nel tentativo di dire sì alla vita.
Da questo punto di vista Nietzsche stesso ha dovuto, in un certo senso, estremizzare il suo ruolo di filosofo, l'importanza per se stesso della conoscenza, per poter sopportare la sua di vita, per poter dire sì al suo di destino, per non essere travolto dalla nausea.
Un sotterfugio, una maschera, diciamo così...
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: iano il 08 Gennaio 2022, 21:06:38 PM
Un piccolo passo di un filosofo per  un grande passo dell'umanità.
Se questo è un nichilista...

Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: iano il 08 Gennaio 2022, 21:55:57 PM
Citazione di: Kobayashi il 08 Gennaio 2022, 18:21:02 PM
Leggendo gli ultimi post mi è tornato in mente il lungo brano 55 della "Volontà di potenza" di Nietzsche.
Più o meno ecco il suo ragionamento.

Ogni morale, ogni concezione religiosa, servono a rafforzare coloro che hanno meno potere e sono quindi più soggetti alle ingiustizie. In certi periodi della storia dell'umanità la miseria e la disperazione sono state così intense che l'unico modo per sopportare l'esistenza era quello di attaccarsi a idee estreme, ardite, impossibili.
C'è in questa creatività qualcosa di notevole. Ma questa creatività ha la stessa natura della forza che spinge i più forti a combattere per predare e appropriarsi di ciò che desiderano: sete di dominio, volontà di aumentare la propria potenza.
Cosa rimarrebbe alla vittima se smettesse di sentirsi dalla parte della giustizia, del bene comune, e si rendesse conto invece di non essere su un piano diverso da quello dei potenti, fino a quel momento giudicati come i malvagi per eccellenza?
Sarebbe annientata. Esposta al pericolo di forze che non può dominare vedrebbe l'esistenza solo come un nauseante ed eterno processo privo di senso.
Per questo motivo la tendenza rimane quella di difendersi tramite le idee di morale e religione.
Oppure ci si difende attaccandosi alle proprie piccole sicurezze, alle proprie abitudini, al proprio benessere. A parole si è scettici, nichilisti, nel concreto si è piccoli uomini, uomini di paglia.
Ma chi riuscirà a dire sì alla vita senza cadere nella tentazione di morale e religione (nelle forme più diverse come quelle del progresso, dello scientismo etc.), o in quella del rimpicciolire l'esistenza?
L'uomo capace di ammettere, anzi accettare con gioia che nella vita ci sia una bella componente di casualità, assurdità, non senso.

Ora, il mio dubbio: un uomo del genere è stato veramente messo alla prova nel dolore? Non si tratta semplicemente di un uomo fortunato, che quindi può permettersi di affrontare le sfide della vita con una certa leggerezza e con il gusto per l'esperimento?

L'oltre-uomo nietzscheano è un'immagine limite che ha la funzione di aiutarci a non indietreggiare per cercare conforto nelle idee di morale e religione, e di spingerci a perseverare nel tentativo di dire sì alla vita.
Da questo punto di vista Nietzsche stesso ha dovuto, in un certo senso, estremizzare il suo ruolo di filosofo, l'importanza per se stesso della conoscenza, per poter sopportare la sua di vita, per poter dire sì al suo di destino, per non essere travolto dalla nausea.
Un sotterfugio, una maschera, diciamo così...
Bello il brano e belli i dubbi in chiusura.
Direi che F.N. ci invita a prendere coscienza dei meccanismi cui siamo soggetti per poter andare oltre, ma mi chiedo io cosa può esserci oltre se non meccanismi diversi ma simili?
Prendere coscienza di questi meccanismi, come morale e religione, equivale a criticarli, senza poterli sostituire contemporaneamente con altri, da cui l'accusa di nichilismo.
Nella misura in cui questa critica resta un opinione personale, si fa' un passo oltre restando isolati, prendendo così  coscienza del confort sociale in cui si viveva, e che davamo per scontato, per chiedersi se il conformismo non avesse poi il suo perché.
Il passo però non è reversibile, e capisci come si possa dissipare in poco tempo una reputazione costruita in una vita.
Noi lo sappiamo  che i lupi non aspettano altro che si faccia un passo per andare oltre il gregge.
Ma se abbiamo fatto il passo è perché abbiamo il coraggio di affrontarli .Però' quello che ci farà più male sarà il constatare che quelli che ci stanno azzannando sono pecore, le stesse che fino a ieri reclamavano giustizia e pene severe per i lupi.
Titolo: Imperfezione umana e perfezione dell'umanità
Inserito da: Ipazia il 08 Gennaio 2022, 22:17:33 PM
"Volontà di potenza" è un'opera postuma, manipolata dalla sorella alquanto bigotta,  desiderosa di dare un'immagine edulcorata del pensiero del fratello, incapace a quel punto di difendere l'autenticità della sua concezione.

Il linguaggio riportato contrasta molto con quello delle ultime opere di FN redatte da lui stesso. Assomiglia più alla analisi marxiana sull'"oppio dei popoli". Una interpretazione pietistica che espunge l'idea autenticamente nicciana della perversione tarantolata della volontà di potenza nel "mondo dietro il mondo" e del ressentiment, connessi alla religione.