qualcuno storcerà il naso già dal titolo perchè il pensiero dell occidente vuole l'amore romantico, il donarsi all altro, il cedere se stessi che non è incorretto , solo che secondo me si perde di vista il vero significato dell amore. Faccio una piccola premessa , io sono Greco e parlo da Greco , non sono Greco di Nazionalità ma come predisposizione al pensiero quindi presenterò l amore un p diverso da come lo racconterebbe Polly Anna. E chi a mio avviso ha colto nel centro il significato di amore è stato Platone. Per Platone ciò che cottradistingue di più la nostra persona non è l'io razionale, è la follia che ci abita. l'io razionale è come disse anche Froid la punta dell Iceberg dove sotto le acque si cela la follia dell inconscio. dice Platone "la follia dal Dio proveniente è assai più bella dell umana ragione" che detto da uno qualsiasi sarebbero solo belle parole , ma dette da colui a cui dobbiamo il modo di pensare e di parlare merita una riflessione. Sì, noi parliamo e pensiamo come Platone ci ha insegnato a parlare e pensare e non lo sappiamo. Prima di Platone si parlava per metafore invece di dire "Ercole era coraggioso" si parlava per metafore "come l'indomino leone della foresta così Ercole" è stato platone ha inserire la ragione nelle parole e nel pensiero che non è altro che il principio di non contraddizione. Ma il principio di non contraddizione è vero, risponde alla realtà?...No. il principio di non contraddizione è utile , è utile a far si che noi ci capiamo e abbiamo un linguaggio univico e stiamo tranquilli se uno prende un coltello a tavola perchè presumiamo che si attiene ai principi della ragione per cui un coltello serve per tagliare una bistecca e non per tagliarti la gola. Ma non è vero. i bambini vivono nella verità, sono abitati dalla follia divina dice Platone, perchè vivono nell indifferenziato, vedono le cose nella loro molteplice funzione e valenza , per cui un pennarello può servire per disegnare, per usarlo come pugnale , per metterlo in bocca ecc. Platone individua quattro follie che ci abitano, quella profetica, quella inziatica , quella poetica e infine la più grande, la più divina e la più eccelsa , la follia dell amore. L'amore per Platone è un mediatore fra la nostra parte razionale e la nostra parte folle che ci abita e che è ben più potente della nostra parte razionale.
Nell amore la ragione viene infatti messa fuori gioco, voi non fate l 'amore con la ragione ma con la follia, se lo fate con la ragione non state facendo l amore , state facendo idraulica. E quando si dice "mi fai impazzire" o "mi fai perdere la testa" sono espressioni che indicano la sospensione della razionalità durante la fase erotica. Ed è propio qui che arriva Platone nel suo dilalogo del Simposio. Se vuoi parlare d'amore non puoi rimanere nel registro della razionalità ma devi dislocarti. le parole che si scambiano due innamorati estrapolati da quel contesto amoroso non hanno lo stesso spessore di significato , sono cariche di simboli , sono cariche di riferimenti, cariche di allusioni ma fuori da quel contesto sono parole normali. Allora l'amore carica di significato le cose, ma perchè le può caricare? perchè trasgredisce l'ordine razionale, perchè non rispetta i principi di non contraddizione, l'amore è sempre contradditorio, non c'è mai un amore puro. Platone scrive il discorso di Socrate che dice "cosa fa l'amore?" e risponde dicendo che l'amore fa due cose , l' amore traduce e interpreta. Traduce le parole degli umani ai Divini (ricordo che per la mitologia Greca negli Dei abita la follia , gli umani la ragione , la ragione non è traducibile nella follia) quindi traduce le parole alla follia , sta in mezzo a questi due mondi, tra i mortali e gli immortali traducendo agli immortali che sono gli Dei le parole della ragione e ai mortali interpretando le parole dei Divini quindi le parole della follia che ci abita. Quindi amore sta tra la ragione e la follia mettendole in comunicazione e questo significa che io in una condizione d'amore scopro la mia follia di cui sono affascinato perchè si tratta di cui propiamente sono, perchè noi non siamo noi stessi per le regole della ragione, questa ce l abbiamo in comune con tutti, noi siamo affascinati da quella peculiarità nostra, unica, che è la qualità della nostra follia , questo ci affascina, e chi ce la rivela? ce la rivela chi ci ama. In che senso? nel senso che l'amore dell altro mi scopre, intercetta la mia follia , me la rappresenta, me la fa vedere e a quel punto lì, se la cosa è reciproca , nasce l amore. Ma attenzione , l amore, dice chiaramente Platone, non è un rapporto fra me e te, ma è un rapporto fra la mia parte razionale e la mia parte folle grazie a te che me l hai svelata e grazie a me che la svelo a te , sempre che la cosa sia reciproca, amore è relazione fra la tua parte razionale e la tua parte folle. Dopo di che le parole non bastano più ed entra in gioco il corpo nell amplesso , perchè nello svelare la parte folle si è già messo a nudo l'altro/a prima ancora che si spogli. Perchè non si fa l'amore con tutti (oggi sì ma non è interessante) ma solamente all interno di una relazione dove propio perchè tu hai scoperto e rivelato la mia follia quindi io di te mi fido e mi affido perchè non posso entrare da solo nella mia follia perchè potrei perdermici. Non è il caso di insistere da soli nella propia follia ma allora ecco che con te io posso guardarla, scoprirla e uscirne fuori grazie a te. Non posso dire io ti amo se non nella forma delle riconoscenza che mi hai fatto scoprire la mia follia e nella forma della reciproca riconoscenza perchè io ho fatto scoprire la tua qualora ci si è davvero amati.
Mi pare ci fu una ricerca scientifica che concluse qualcosa di analogo, cioè che nel processo di innamoramento si sviluppano equilibri ormonali simili a quelli che si sviluppano in alcune patologie mentali ossessive.
Io però dissentirei dall'eguaglianza amore=irrazionalità. Una condizione di sofferenza e di bisogno dell'altro può addirittura sollecitare l'uso della razionalità al fine di superare questa sofferenza.
Sì ma tu non ti innamori usando la tua razionalità , non scegli di chi innamorarti . E se ti fanno notare che quella ragazza non fa per te. Tu puoi anche rispondere "lo so , ma non ci posso fare niente" perchè la follia di amore è molto più potente e travolgente della tua razionalità . è classico di noi uomini cercare di difenderci e prendere distanza dalla dimensione folle che ci abita. Le donne sono più sensibili alla loro follia e infatti quando noi non ci capiamo un accidenti di quello che ci dicono diciamo " tu sei matta" ma in realtà sta cercando di comunicare con la parte più vera di se stessa e noi non capiamo.
A mio vedere, per tutte le cose che giungono al nostro cospetto esiste un prima e un dopo nelle nostre relazioni con esse, anche quando si tratta di persone: il prima sarebbe mosso dalla sfera emotiva, il dopo da quella razionale. Pur separando però questo prima e questo dopo intendo anche che emotività e ragione influenzino costantemente sia il prima che il dopo (influenzano in subordine però) Direi quindi che sicuramente nell'innamoramento domina l'emotività, l'irrazionalità, ma nel prosieguo del rapporto d'amore la ragione tende a rosicchiare terreno a quella parte emotiva che originò l'innamoramento.
Salto un pezzo e giungo alla conclusione: è tutta colpa della nostra devozione al concetto di famiglia e dell'amore, quest'ultimo distortamente interpretato come forma di possesso. L'amore di per se non sarebbe follìa, ma semplicissimo atteggiamento di rispetto e attenzione senza fanatismi di sorta
Senza dubbio l amore ci dona forti emozioni ma prima di essere emozione è sopratutto desiderio e il desiderio è mancanza , noi desideriamo solo ciò che ci manca. Non dovete pensare alla follia equiparandola alla malattia mentale , diventa malattia qualora l io razionale non è più in grado di risalire a galla . è successo a Van Gogh , è successo a tanti poeti . Karl Jasper che fu uno dei più importanti psicopatologi del 900 disse che davanti ad un opera. d arte noi ci comportiamo come quando ammiriamo una perla dimenticandoci che la perla è la malattia della conchiglia e senza la follia dell artista l opera d arte non sarebbe venuta alla luce. Sono d accordo quando affermi la forma di possesso che si utilizza nelle famiglie . parole come " mio marito" , " mia moglie" " mio figlio" sarebbero da rivedere . tu di tuo non hai niente! A parte il tuo essere . vivi e condividi la vita con una persona che ha accesso alla tua follia e tu alla sua.
Se vogliamo scomodare Platone,
raccontiamola tutta la storia.
Citazione di: Ipazia il 07 Novembre 2022, 12:43:04 PMSe vogliamo scomodare Platone, raccontiamola tutta la storia.
Mi sembri più interessata a Cristina D Avena veramente
Citazione di: Alberto Knox il 07 Novembre 2022, 10:21:46 AMSenza dubbio l amore ci dona forti emozioni ma prima di essere emozione è sopratutto desiderio e il desiderio è mancanza , noi desideriamo solo ciò che ci manca. Non dovete pensare alla follia equiparandola alla malattia mentale , diventa malattia qualora l io razionale non è più in grado di risalire a galla .
Hai ragione, pulsioni ed emotività non sono la stessa cosa, ma appartengono comunque alla sfera interiore irrazionale. Naturalmente non penso alla follìa equiparandola alla malattìa mentale, ma solo perché penso che la follìa corrisponda, da un punto di vista per così dire fenomenologico ad una emanazione del "credere che", cosa in cui tutti siamo coinvolti. Come dici tu, diventa malattìa quando la ragione non è più in grado di risalire a galla e questo accadrebbe a mio giudizio poiché la ragione non domina la forza e l'aggressività con cui si esplicita questo "credere che".
Citazione di: Alberto Knox il 07 Novembre 2022, 10:21:46 AMSono d accordo quando affermi la forma di possesso che si utilizza nelle famiglie . parole come " mio marito" , " mia moglie" " mio figlio" sarebbero da rivedere . tu di tuo non hai niente! A parte il tuo essere . vivi e condividi la vita con una persona che ha accesso alla tua follia e tu alla sua.
Non mi lancio certo a criticare l'aggettivo possessivo, ma non intendevo dire che la mia compagna dovrei chiamarla compagna e basta, tanto cambierebbe poco nonostante più di qualcuno sia convinto dell'esistenza di un presunto determinismo linguistico. Per come la vedo io la famiglia rappresenta un concezione che ha consolidato l'ideologia della proprietà nel momento in cui qualcuno ha deciso di generare una separazione in seno al gruppo. Va da se che la proprietà probabilmente generò la famiglia. Tornando al mio post precedente quindi, una volta che la ragione rosicchia fino a livelli poco sostenibili le aspettative generatisi durante l'innamoramento si dovrebbe avere il buon senso di mollare l'osso, ma questa idea di possesso metterebbe spesso i bastoni tra le ruote
Citazione di: daniele22 il 07 Novembre 2022, 15:46:39 PMHai ragione, pulsioni ed emotività non sono la stessa cosa, ma appartengono comunque alla sfera interiore irrazionale. Naturalmente non penso alla follìa equiparandola alla malattìa mentale, ma solo perché penso che la follìa corrisponda, da un punto di vista per così dire fenomenologico ad una emanazione del "credere che", cosa in cui tutti siamo coinvolti. Come dici tu, diventa malattìa quando la ragione non è più in grado di risalire a galla e questo accadrebbe a mio giudizio poiché la ragione non domina la forza e l'aggressività con cui si esplicita questo "credere che".
molti credono che la barra che tiene il timone della nostra esistenza sia il nostro io razionale e ragionevole. Ma è solo un illusione , la barra che tiene il timone dell esistenza è la natura o la specie che ci ha fornito di due pulsione utili alla
sua economia,non la nostra .. per il
suo scopo, non il nostro, che è la salvaguardia e la riproduzione della specie e sono "aggressività per la difesa della famiglia e desiderio sessuale e sì si trovano nell inconscio. l'io è condannato a giocare con i propi scenari di autorealizzazione , con i suoi pensieri , progetti , affetti, filosofie di vita ma la verità è che egli deve nascere, crescere, riprudursi e infine morire secondo natura . Alla specie della nostra felicità o realizzazione non gliene frega niente. ma è nella pulsione sessuale che la nostra follia interiore gioca un ruolo dominante perchè io la pulsione sessuale la posso soddisfare in mille maniere e nei modi più scandalosi immaginabili e questi modi vengono dalla follia che ci abita.
Citazione di: daniele22 il 07 Novembre 2022, 15:46:39 PMNon mi lancio certo a criticare l'aggettivo possessivo, ma non intendevo dire che la mia compagna dovrei chiamarla compagna e basta, tanto cambierebbe poco nonostante più di qualcuno sia convinto dell'esistenza di un presunto determinismo linguistico. Per come la vedo io la famiglia rappresenta un concezione che ha consolidato l'ideologia della proprietà nel momento in cui qualcuno ha deciso di generare una separazione in seno al gruppo. Va da se che la proprietà probabilmente generò la famiglia.
teoria interessante
Citazione di: daniele22 il 07 Novembre 2022, 15:46:39 PMornando al mio post precedente quindi, una volta che la ragione rosicchia fino a livelli poco sostenibili le aspettative generatisi durante l'innamoramento si dovrebbe avere il buon senso di mollare l'osso, ma questa idea di possesso metterebbe spesso i bastoni tra le ruote
questo se l'innamoranamento scade nella noia e nella routine certo, bisognerebbe trovare il modo di rinnovarlo ogni giorno o al limite mollare tutto . Ma qui mi sa che si entra nel campo delle esperienze personali in amore.
L'uomo è un centauro, qualche volta si impone il cavallo, altre l'uomo e il più delle volte le due parti scendono a compromesso. Sicuramente la salute proviene dall'integrare con equilibrio e aurea mediocritas la parte razionale e quella irrazionale, il corpo con i suoi fluidi e la mente con le sue costruzioni e il suo mondo che rispecchia il mondo. Anche l'amore risponde a questa danza fra follia e ragione. Se restasse sempre follia, quell'amore brucerebbe o si consumerebbe per non essere all'altezza delle aspettative (e questo è il motivo di tante separazioni). Se fosse solo ragione sarebbe un'unione di comodo, priva di scintille, che lascerebbe gli amanti come due manichini, due estranei l'uno all'altro, ed anche questa unione sarebbe destinata al fallimento. Resta vero che ogni amore conosce una fase di amore così intenso da far pensare alla follia. Un così intenso slancio verso l'altro da confondere la stessa percezione della nostra soggettività. Diventiamo due, ma restiamo comunque uno. Si riproduce la stessa situazione del feto dentro la placenta, arricchita dalla vita vissuta da entrambi gli amanti. Lavoro e amore, queste sono le spinte essenziali dell'uomo, secondo Freud.
Citazione di: Jacopus il 07 Novembre 2022, 19:12:59 PML'uomo è un centauro, qualche volta si impone il cavallo, altre l'uomo e il più delle volte le due parti scendono a compromesso. Sicuramente la salute proviene dall'integrare con equilibrio e aurea mediocritas la parte razionale e quella irrazionale, il corpo con i suoi fluidi e la mente con le sue costruzioni e il suo mondo che rispecchia il mondo. Anche l'amore risponde a questa danza fra follia e ragione. Se restasse sempre follia, quell'amore brucerebbe o si consumerebbe per non essere all'altezza delle aspettative (e questo è il motivo di tante separazioni). Se fosse solo ragione sarebbe un'unione di comodo, priva di scintille, che lascerebbe gli amanti come due manichini, due estranei l'uno all'altro, ed anche questa unione sarebbe destinata al fallimento. Resta vero che ogni amore conosce una fase di amore così intenso da far pensare alla follia. Un così intenso slancio verso l'altro da confondere la stessa percezione della nostra soggettività. Diventiamo due, ma restiamo comunque uno. Si riproduce la stessa situazione del feto dentro la placenta, arricchita dalla vita vissuta da entrambi gli amanti. Lavoro e amore, queste sono le spinte essenziali dell'uomo, secondo Freud.
esattamente, hai colto nel segno quando dici che l'amore è una danza fra ragione e follia .
L'ultima sulla spinta al lavoro non sono d'accordo.
Citazione di: Ipazia il 07 Novembre 2022, 12:43:04 PMSe vogliamo scomodare Platone, raccontiamola tutta la storia.
In realta' ci sono fondate ragioni per ritenere che nel corpus platonico il punto di vista del personaggio di Socrate sia in qualche modo privilegiato su quello degli altri personaggi; quindi da un punto di vista strettamente ermeneutico qui ha ragione Alberto, (al netto del suo modo di esprimersi un po' "vivace") nel sostenere che il punto di vista di Socrate, (dell'amore come follia, mancanza e mediazione tra umano e divino) sia piu' importante, quantomeno nelle plausibili intenzioni originali di Platone in quanto autore, del punto di vista di Aristofane (dell'amore come nostalgia per l'unita' perduta), che, per altro, nel Simposio viene confutato.
Per equiparare in importanza il il discorso di Socrate a quello di Aristofane, cosa che pure si puo' fare, bisogna in un certo senso sposare una linea interpretativa, diciamo cosi', iper-moderna, secondo la quale in Platone non vi sono punti di vista privilegiati perche' in sostanza il vero "protagonista" del corpus platonico non e' il personaggio di Socrate, ma la filosofia stessa, come nascente metodo e stile di vita, e quindi il dialogare paritetico di tutti i personaggi.
"
Citazione di: Alberto Knox il 07 Novembre 2022, 16:49:27 PMmolti credono che la barra che tiene il timone della nostra esistenza sia il nostro io razionale e ragionevole. Ma è solo un illusione , la barra che tiene il timone dell esistenza è la natura o la specie che ci ha fornito di due pulsione utili alla sua economia,non la nostra .. per il suo scopo, non il nostro, che è la salvaguardia e la riproduzione della specie ...................
Senz'altro d'accordo nella premessa, ma rilevo che è l'individuo a costituire una specie, non il contrario
Citazione di: niko il 07 Novembre 2022, 21:55:40 PMIn realta' ci sono fondate ragioni per ritenere che nel corpus platonico il punto di vista del personaggio di Socrate sia in qualche modo privilegiato su quello degli altri personaggi; quindi da un punto di vista strettamente ermeneutico qui ha ragione Alberto, (al netto del suo modo di esprimersi un po' "vivace") nel sostenere che il punto di vista di Socrate, (dell'amore come follia, mancanza e mediazione tra umano e divino) sia piu' importante, quantomeno nelle plausibili intenzioni originali di Platone in quanto autore, del punto di vista di Aristofane (dell'amore come nostalgia per l'unita' perduta), che, per altro, nel Simposio viene confutato.
Per equiparare in importanza il il discorso di Socrate a quello di Aristofane, cosa che pure si puo' fare, bisogna in un certo senso sposare una linea interpretativa, diciamo cosi', iper-moderna, secondo la quale in Platone non vi sono punti di vista privilegiati perche' in sostanza il vero "protagonista" del corpus platonico non e' il personaggio di Socrate, ma la filosofia stessa, come nascente metodo e stile di vita, e quindi il dialogare paritetico di tutti i personaggi.
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Socrate doveva vedersela con Xantippe, ad Aristofane immagino sia andata meglio. Alla fine anche l'ermeneutica soccombe ai fatti della vita. Platone ha ereditato da Socrate una buona dose di misoginia, ma è una figura assai sfaccettata; al contrario di Aristofane, stimava l'educazione spartana che concedeva molta più libertà alla donna di quella ateniese.
Equiparare l'amore alla follia mi pare comunque una stupidaggine patriarcale tendente a svalutare un aspetto ritenuto femmineo ed insidioso per il maschio 100%. Il quale si perde così il meglio del vivere.
Citazione di: daniele22 il 08 Novembre 2022, 08:51:00 AMSenz'altro d'accordo nella premessa, ma rilevo che è l'individuo a costituire una specie, non il contrario
La specie è costituita dalla riproduzione degli individui , l ultimo della specie è l estinzione della specie.
Ipazia non è una gara di torte. Ho spiegato perfettamente in che senso l amore ha a che fare con la follia che ci abita. Ma dimentico che sarai convita di non esserne abitata
Scusandomi se sono troppo pedante faccio un piccolo appunto anche ad Alberto: quando, come in questo caso, gran parte del tuo post, e anche di un tuo commento, e' un copia incolla di un autore famoso, come Galimberti, penso che dovresti indicarlo come fonte.
Sicuramente condividi appieno il suo pensiero e non volevi intenzionalmente creare equivoci, ma indicare le fonti di pensieri non competamente propri e' sempre corretto ed importante ai fini di un buon dialogo filosofico :).
Certo Galimberti è stata la mia fonte predominante in questo post ma ho riassunto tutto il suo discorso. daltronde ormai Galimberti si ripete in tutte le conferenze che fa. Per forza di cose mi son rimaste impresse le sue citazioni e le ho trascritte .
Citazione di: Alberto Knox il 08 Novembre 2022, 10:22:28 AMLa specie è costituita dalla riproduzione degli individui , l ultimo della specie è l estinzione della specie.
Forse non hai inteso bene il senso della mia risposta. Voglio dire che rigetto l'idea che una specie abbia un'autonomia propria, se non quando appare come soggetto per comodità umane in relazione ai propri uffici (lo studio). L'amore può divenire follìa partendo da un momento in cui uno si ostina a credere che l'altro possa essere come ce lo immaginavamo nel momento in cui ci si è innamorati. In ogni caso una persona sensata e non di primo pelo dovrebbe sapere che dopo l'innamoramento appaiono aspetti che subito non si notano (robe tipo psicopatologie quotidiane, vizi capitali o altre abitudini non gradite). Proseguendo, la routine e la noia possono anche starci in un rapporto d'amore, succede anche tra amici e i rapporti d'amore amicale reggono saldi comunque. Quello che invece non potrebbe proprio starci, e qui sì giungiamo alla follìa, sarebbe la malsopportazione di questi aspetti da parte dell'uno o dell'altro nel mentre che uno prevarichi l'altro imponendo il proseguimento del rapporto
Mi chiedo cosa spinga Persone di grande cultura e conseguentemente di grande curiosita' come quelle presenti su questo forum ( me escluso) a "parcellizzare" l'esistenza in questo modo. Ogni aspetto dell'esistenza fisica e psichica e' la risultanza di una quantita' di variabili di cui e' impossibile avere completa "composizione" pertanto l'equiparazione di " amore" e "follia" senza in realta' essere neanche in grado di spiegare cosa siano l'uno e l'altra oltre al proporre domande di questo tipo , mi pare puro esercizio di astrazione concettuale completamente senza possibilita' di costrutto (ossia di conclusione dei ragionamenti).
Io sento , avverto , riecheggiare nella spiegazione che ho dato, estrapolata dalla spiegazione di Galimberti, un ennesimo tentativo di scoprire se stessi e quindi riecheggia il Delfico "conosci te stesso" una ricerca verso l inconscio , guardarlo , rendere conscio ciò che era inconscio e attraverso l ignoto ora noto gli antichi hanno visto , percepito , indagato la follia che sta sotto la ragione e i poeti sanno meglio di chiunque altro cosa vuol dire allentare il coperchio della ragione e accedere alla follia così che la luna non è più un oggetto nel cielo ma un interlocutrice femmina a cui domandare il significato della vita .
Citazione di: Alberto Knox il 08 Novembre 2022, 10:22:28 AMLa specie è costituita dalla riproduzione degli individui , l ultimo della specie è l estinzione della specie.
Se accettiamo quello che dici, e condividiamo l'evoluzionismo di Darwin, ne deriverebbe che sul pianeta vi è una sola specie che coincide con l'insieme di tutti gli esseri viventi.
Infatti non esiste essere che non derivi da riproduzione di altri esseri.
Citazione di: atomista non pentito il 08 Novembre 2022, 14:57:15 PMMi chiedo cosa spinga Persone di grande cultura e conseguentemente di grande curiosita' come quelle presenti su questo forum ( me escluso) a "parcellizzare" l'esistenza in questo modo. Ogni aspetto dell'esistenza fisica e psichica e' la risultanza di una quantita' di variabili di cui e' impossibile avere completa "composizione" pertanto l'equiparazione di " amore" e "follia" senza in realta' essere neanche in grado di spiegare cosa siano l'uno e l'altra oltre al proporre domande di questo tipo , mi pare puro esercizio di astrazione concettuale completamente senza possibilita' di costrutto (ossia di conclusione dei ragionamenti).
Scusa atomista.......ma tu hai mai trovato un costrutto a delle considerazioni filosofiche (cioè ti è mai capitato di trovare dei sani di mente che giungano a rivelarci la verità definitiva circa i massimi concetti, astrazioni e sentimenti ?).
Se sei alla ricerca di una verità assodata (ovviamente relativa e soggettiva.....e con questo la verità continuerà sempre a latitare) devi rivolgerti ad una fede, non alle ideologie (che sono una strategia per cambiare qualcosa che non ci piace in qualcos'altro che ci piaccia, per poi tirare avanti sperando che il Mondo prenda a funzionare secondo i nostri desideri).......non alla speculazione filosofica (strumento narcisistico per riempire la propria vita una volta che noi si abbia già di che soddisfare i nostri bisogni).......
L'amore - detto tra semiignoranti come noi due - è un sentimento.....in particolare si tratta del desiderio di poter uscire da sè stessi per venir assorbiti da ciò che ci ama (al limite...il Mondo nel suo insieme, oppure anche solo la persona che "amiamo" e della quale ci piacerebbe fare parte e venir "completati"). Indistilguibilmente, l'amore è anche (oppure ?) il desiderio di poter avere per sè ciò o chi si ama.......con analoga conseguenza di far diventare le due "cose" (il sè ed il ciò che si ama) una cosa sola.
La follia è appunto questa : l'amore è l'aspirazione a rendere possibile l'impossibile : fondere in uno solo ciò che sarà sempre duplice : il soggetto dell'amore (l'amante) e l'oggetto di esso amore (l'amato).
Ma non preoccuparti e sopratutto non darmi retta : continua a leggere gli inteventi dei "colti ed intelligenti" ! Vedrai che tra tre o quattrocentomila "posts" qualcuno di loro ti spiegherà - forse in modo un pochetto più verboso del mio - quale è la Verità fondamentale che include - tra il resto - anche significato, origine, svolgimento, contraddizioni e futuri sviluppi di tutti i componenti del Mondo, amore incluso. Salutoni.
Citazione di: iano il 08 Novembre 2022, 18:31:00 PMSe accettiamo quello che dici, e condividiamo l'evoluzionismo di Darwin, ne deriverebbe che sul pianeta vi è una sola specie che coincide con l'insieme di tutti gli esseri viventi.
Infatti non esiste essere che non derivi da riproduzione di altri esseri.
mi piacerebbe restare sul tema del topic , la mia frase intedeva "riproduzione degli individui -sottinteso- della stessa specie. I panini li fanno più avanti
Citazione di: viator il 08 Novembre 2022, 18:53:29 PML'amore - detto tra semiignoranti come noi due - è un sentimento.....in particolare si tratta del desiderio di poter uscire da sè stessi per venir assorbiti da ciò che ci ama (al limite...il Mondo nel suo insieme, oppure anche solo la persona che "amiamo" e della quale ci piacerebbe fare parte e venir "completati"). Indistilguibilmente, l'amore è anche (oppure ?) il desiderio di poter avere per sè ciò o chi si ama.......con analoga conseguenza di far diventare le due "cose" (il sè ed il ciò che si ama) una cosa sola.
La follia è appunto questa : l'amore è l'aspirazione a rendere possibile l'impossibile : fondere in uno solo ciò che sarà sempre duplice : il soggetto dell'amore (l'amante) e l'oggetto di esso amore (l'amato).
queste sono osservazioni che nei dialoghi del Simposio sono presenti ! cioè quando dici "fondere in uno solo ciò che sarà sempre duplice " è citato , è citato da Aristofane quando racconta il mito dell Androgino. vai a cercarlo e capirai l'anologia che ne esce.
Citazione di: Alberto Knox il 08 Novembre 2022, 18:56:06 PMmi piacerebbe restare sul tema del topic , la mia frase intedeva "riproduzione degli individui -sottinteso- della stessa specie. I panini li fanno più avanti
Volevo esprimerti la mia idea che una specie è un insieme di individui arbitrario, deciso secondo caratteristiche funzionali, che possono includere o meno i modi riproduttivi.
Quando dai per scontate cose che scontate non sono dovremo pur fartelo notare, o no?.
Si fà presto a dire panini...come si fà a capire cosa sono se non si riproducono?
Eppure anche i panini possono dividersi per specie.
Naturalmente c'è un modo convenzionalmente accettato di suddividere gli individui in specie, ma non è assoluto ed è in continua evoluzione da Linneo in poi.
Quindi non puoi parlare di specie, e in particolare di specie umana in termini assoluti.
Citazione di: iano il 08 Novembre 2022, 20:24:31 PMche possono includere o meno i modi riproduttivi.
ma come possono fare a meno della riproduzione? dovrebbero essere eterni. una specie persiste nella sua esistenza grazie al ricambio generazionale. Una specie svincolata dai modi riproduttivi deve avere la qualità di non morire.
Posto che la definizione di specie è una convenzione, sempre convenzionalmente si ammette che una specie derivi da una altra senza che gli individui smettano di riprodursi, e che una generazione appartenga alla vecchia specie o alla nuova è ancora un fatto convenzionale.
Non sono le specie a riprodursi, ma gli individui e in teoria nessuno ci impedisce di fare di ogni individuo una specie.
Si tratta di convenzioni arbitrarie, ma non nel senso di astruse, perchè hanno la funzione di farci dominare un insieme di individui dove ogni individuo fà storia a sé a rigore, senza bisogno così però di dover raccontare una storia per ogni individuo.
In sostanza le specie non esistono finché noi non le creiamo al fine di raccontare la storia della vita, ma i criteri con cui le individuiamo si evolvono col tempo, al crescere della conoscenza.
Quindi a rigore la specie umana in sé non esiste, se non per una convenzione momentanea a cui tutti in genere aderiamo nella misura in cui si mostra funzionale alle conoscenze attuali.
Darwin non poteva scrivere la storia dell'evoluzione se non parlando di specie, ma non si tratta di una storia univoca, perchè convenzionale è la definizione di specie.
va ben Iano , facciamo che è tutto convenzionale e chiudiamo l ot.