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LOGOS - Argomenti => Tematiche Filosofiche => Discussione aperta da: anthonyi il 27 Luglio 2022, 09:22:19 AM

Titolo: L'essere funzionale
Inserito da: anthonyi il 27 Luglio 2022, 09:22:19 AM
Questo post parla di una categoria dell'essere che, a mio parere, dovrebbe essere importante per il pensiero filosofico.
Una categoria che ha la proprietà di:
Essere se gli uomini sono convinti che esista;
Non essere se gli uomini sono convinti che non esista.
Consideriamo come caso particolare lo stato, che esiste se gli uomini ne rispettano le leggi, e ne rispettano le leggi perchè sono convinti che lo stato esista.
Dal punto di vista ontologico non è possibile dire se lo stato (e quindi qualsiasi essere funzionale) esiste o meno al di la della percezione degli uomini, perchè esso dipende dalla percezione degli uomini, è ontologicamente indeterminato.
Perchè gli uomini percepiscano l'essere funzionale, questo deve essere rappresentato simbolicamente, cioè deve essere in senso epistemico, nel linguaggio umano.
Se l'essere umano crea epistemicamente, e poi si convince dell'esistenza ontologica di un qualcosa che non è percepibile attraverso nessun termine fisico questo vuol dire che questo qualcosa gli serve, da ciò la definizione che ho dato di "essere funzionale", esiste perchè funziona, perchè serve a qualcosa.
Per maggiori approfondimenti:
(PDF) L'essere funzionale | Cristiano Anthony Saltarelli - Academia.edu
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: viator il 27 Luglio 2022, 11:24:50 AM
Salve anthonyi. Complimenti. Vedo che ti cimenti anche con i concetti astratti.

Dicevo tempo fa che l"essere" - a mio parere - altro non è che la dimensione al cui interno le cause si concatenano indistinguibilmente ai loro effetti (e viceversa).

Una funzione (l'insieme coordinato di una sequenza di cause e di effetti) è un processo (un particolare modo di essere) che tende ad uno scopo.

La funzione, per potersi svolgere, ha bisogno certo non solo di cause ed effetti, ma anche e soprattutto di una struttura che metta tra loro in apposita relazione le cause e gli effetti stessi.

Quindi la funzione (cioè il concetto stesso di essa), se tende ad uno scopo umanamente determinato o comprensibile, se così ci piace, potremo chiamarla "essere funzionale".

Lo Stato è qualcosa di astratto che riesce ad esistere se riesce a porsi, attraverso la propria struttura, in relazione con altre astrazioni ad esso compatibili e funzionali (il concetto di Stato esistente - augurabilmente - nella zucca dei singoli cittadini). Saluti.
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: Eutidemo il 27 Luglio 2022, 11:50:39 AM
Ciao Anthony. :)
La parola "Stato" è "polisemica", in quanto può significare cose molto diverse tra di loro.
Principalmente:
- "Stato Comunità", che indica astrattamente un popolo localizzato in un determinato  territorio e organizzato politicamente in modo autonomo rispetto ad altri Stati;
- "Stato Apparato", che, invece, indica concretamente l'insieme delle strutture istituzionali che esercitano i poteri sovrani su una determinata popolazione stanziata su un determinato territorio.
***
Da quello che scrivi, mi sembra di capire che tu ti riferisca a tale seconda accezione del termine "Stato"; che va scritto sempre con la maiuscola, per non confonderlo con il participio passato del verbo "essere" ("stato").
***
Se così è, può anche darsi che ci siano dei cittadini che non ne rispettano le leggi perchè sono convinti che lo "Stato Apparato" non esista; ma poichè, invece, lo "Stato Apparato" ontologicamente ha una sua reale esistenza fisica, concreta e autonoma, indipendentemente da come viene percepito, se un cittadino non ne rispetta le leggi finisce in galera, laddove ha modo di percepire direttamente l'esistenza dello Stato e delle sue leggi.
***
Ed infatti, mentre lo "Stato Comunità" potrebbe anche non essere fisicamente o concettualmente percepito da qualcuno, se non in termini funzionali, diversamente lo "Stato Apparato"  è concretamente percepibile attraverso ben concreti elementi fisici (dalle manette alle pallottole).
***
Avevo ben chiara tale distinzione, quando, essendo molto giovane, ero di tendenze anarchiche; e tutt'ora mi resta ben chiara, essendo comunque rimasto un "giusnaturalista".
***
Un saluto! :)
***
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: anthonyi il 27 Luglio 2022, 13:54:35 PM
Citazione di: Eutidemo il 27 Luglio 2022, 11:50:39 AM
Ciao Anthony. :)
La parola "Stato" è "polisemica", in quanto può significare cose molto diverse tra di loro.
Principalmente:
- "Stato Comunità", che indica astrattamente un popolo localizzato in un determinato  territorio e organizzato politicamente in modo autonomo rispetto ad altri Stati;
- "Stato Apparato", che, invece, indica concretamente l'insieme delle strutture istituzionali che esercitano i poteri sovrani su una determinata popolazione stanziata su un determinato territorio.
***
Da quello che scrivi, mi sembra di capire che tu ti riferisca a tale seconda accezione del termine "Stato"; che va scritto sempre con la maiuscola, per non confonderlo con il participio passato del verbo "essere" ("stato").
***
Se così è, può anche darsi che ci siano dei cittadini che non ne rispettano le leggi perchè sono convinti che lo "Stato Apparato" non esista; ma poichè, invece, lo "Stato Apparato" ontologicamente ha una sua reale esistenza fisica, concreta e autonoma, indipendentemente da come viene percepito, se un cittadino non ne rispetta le leggi finisce in galera, laddove ha modo di percepire direttamente l'esistenza dello Stato e delle sue leggi.
***
Ed infatti, mentre lo "Stato Comunità" potrebbe anche non essere fisicamente o concettualmente percepito da qualcuno, se non in termini funzionali, diversamente lo "Stato Apparato"  è concretamente percepibile attraverso ben concreti elementi fisici (dalle manette alle pallottole).
***
Avevo ben chiara tale distinzione, quando, essendo molto giovane, ero di tendenze anarchiche; e tutt'ora mi resta ben chiara, essendo comunque rimasto un "giusnaturalista".
***
Un saluto! :)
***

Ciao eutidemo, quello che tu chiami "stato apparato", ha una sua ontologia fatta di funzionari ed edifici, ma quello che coordina i comportamenti di questi funzionari non é ontologico perché é un insieme di relazioni tra individui che funzionano nella misura in cui gli individui stessi credano a queste relazioni.
I funzionari di stato credono nella forza della legge, se non ci credessero nessuno di loro la applicherebbe, e non avremmo uno stato apparato. 
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: Ipazia il 27 Luglio 2022, 14:30:48 PM
I funzionari non sono tenuti a credere nella validità e forza della legge, ma solo ad applicarla. E laddove non ci credono la applicano, se possibile, cum grano salis. Eventualmente, girando la testa dall'altra parte.
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: anthonyi il 27 Luglio 2022, 16:07:13 PM
Citazione di: Ipazia il 27 Luglio 2022, 14:30:48 PMI funzionari non sono tenuti a credere nella validità e forza della legge, ma solo ad applicarla. E laddove non ci credono la applicano, se possibile, cum grano salis. Eventualmente, girando la testa dall'altra parte.
Se tutti i funzionari di uno stato non credessero nella forza della legge, per quale motivo dovrebbero applicarla?
I funzionari dello stato hanno prevalentemente la funzione di controllori, rispetto ai comuni cittadini, per cui a maggior ragione valgono le proprietà dell'essere funzionale, cioè di qualcosa che esiste solo se coloro che ci si rapportano ci credono. 
Poi per carità, avremo le singole eccezioni, ma quella che definisco é una necessaria generalità. 
Oltretutto il caso che fai, cioè del conflitto che per un funzionario può innescarsi tra dovere istituzionale e senso morale, é interessante perché anche la morale ha le proprietà dell'essere funzionale, esiste ed ha effetto sulla società solo se le persone credono in essa. 
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: anthonyi il 27 Luglio 2022, 16:18:54 PM
Citazione di: viator il 27 Luglio 2022, 11:24:50 AMSalve anthonyi. Complimenti. Vedo che ti cimenti anche con i concetti astratti.

Dicevo tempo fa che l"essere" - a mio parere - altro non è che la dimensione al cui interno le cause si concatenano indistinguibilmente ai loro effetti (e viceversa).

Una funzione (l'insieme coordinato di una sequenza di cause e di effetti) è un processo (un particolare modo di essere) che tende ad uno scopo.

La funzione, per potersi svolgere, ha bisogno certo non solo di cause ed effetti, ma anche e soprattutto di una struttura che metta tra loro in apposita relazione le cause e gli effetti stessi.

Quindi la funzione (cioè il concetto stesso di essa), se tende ad uno scopo umanamente determinato o comprensibile, se così ci piace, potremo chiamarla "essere funzionale".

Lo Stato è qualcosa di astratto che riesce ad esistere se riesce a porsi, attraverso la propria struttura, in relazione con altre astrazioni ad esso compatibili e funzionali (il concetto di Stato esistente - augurabilmente - nella zucca dei singoli cittadini). Saluti.
Il punto, viator, é che la funzione si compone di individui che hanno un rapporto cognitivo con la realtà ontologica. Hanno dei meccanismi di senso che gli permettono di percepirla in maniera corretta, ma nei rapporti con questa funzione essi devono credere come ontologico un qualcosa che non fa parte dell'ontologia.
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: viator il 27 Luglio 2022, 16:36:58 PM
Citazione di: anthonyi il 27 Luglio 2022, 16:18:54 PMIl punto, viator, é che la funzione si compone di individui che hanno un rapporto cognitivo con la realtà ontologica. Hanno dei meccanismi di senso che gli permettono di percepirla in maniera corretta, ma nei rapporti con questa funzione essi devono credere come ontologico un qualcosa che non fa parte dell'ontologia.

Salve anthonyi. Come tuo solito, tu ti concentri completamente ed unicamente sul significato umano e sociologico di un argomento, trascurandone completamente le più ampie, naturali ed impersonali interpretazioni e significati universali (cause ? umane!....effetti ?....umani...funzioni ? socialumane !...................).

L'ontologia non si occupa solo di cose umane.

E' chiaro che - restando nell'ambito esclusivamente umano che tu privilegi costantemente.........in esso fungono solamente i meccanismi di senso (.......toh! umano) e cioè IL CREDERE (toh!, cioè un qualche genere di fede) ONTOLOGICO CIO' CHE MAGARI NON PUO' FAR PARTE DELL'ONTOLOGIA. Saluti.
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: anthonyi il 27 Luglio 2022, 17:53:12 PM
Citazione di: viator il 27 Luglio 2022, 11:24:50 AMLo Stato è qualcosa di astratto che riesce ad esistere se riesce a porsi, attraverso la propria struttura, in relazione con altre astrazioni ad esso compatibili e funzionali (il concetto di Stato esistente - augurabilmente - nella zucca dei singoli cittadini). Saluti.
Con astrazione si intende "astrazione dalla realtà", estrapolazione di concetti da una realtà molteplice, come nel caso di una legge scientifica che é astratta, ma proviene dall'osservazione della realtà fisica.
Il concetto di stato non é estrapolabile invece da supporti fisici. In uno stato ci sono individui, territori, etc. Ma tutte queste cose non definiscono il di più che lo stato rappresenta, cioè un'idea che é "nella zucca dei cittadini" e che sarebbe più corretto definire inventata che astratta. 
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: Ipazia il 27 Luglio 2022, 22:33:53 PM
Credere appartiene all'ideologia, non alla funzione. I motivi per cui agiscono i funzionari sono innanzitutto la pagnotta, che può essere scissa, e generalmente lo è, dalla fede nella bontà o utilità del proprio agire.

La maggior parte degli umani, se potesse scegliere, farebbero tutt'altro di ciò cui la "funzionalità" sociale l'ha predestinata. E questo accade per quanto si possa fare di necessità, virtù e di una schifezza, una fede.
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: Jacopus il 28 Luglio 2022, 03:12:19 AM
CitazioneQuesto post parla di una categoria dell'essere che, a mio parere, dovrebbe essere importante per il pensiero filosofico.
Una categoria che ha la proprietà di:
Essere se gli uomini sono convinti che esista;
Non essere se gli uomini sono convinti che non esista.
Consideriamo come caso particolare lo stato, che esiste se gli uomini ne rispettano le leggi, e ne rispettano le leggi perchè sono convinti che lo stato esista.
Dal punto di vista ontologico non è possibile dire se lo stato (e quindi qualsiasi essere funzionale) esiste o meno al di la della percezione degli uomini, perchè esso dipende dalla percezione degli uomini, è ontologicamente indeterminato.
Perchè gli uomini percepiscano l'essere funzionale, questo deve essere rappresentato simbolicamente, cioè deve essere in senso epistemico, nel linguaggio umano.
Se l'essere umano crea epistemicamente, e poi si convince dell'esistenza ontologica di un qualcosa che non è percepibile attraverso nessun termine fisico questo vuol dire che questo qualcosa gli serve, da ciò la definizione che ho dato di "essere funzionale", esiste perchè funziona, perchè serve a qualcosa.

Alcune considerazioni sparse. L'essere funzionale, come qui esposto, riguarda solo quel campo che nell'ottocento veniva chiamato geistwissenshaft, o scienze dello spirito. Oggi le possiamo chiamare scienze sociali. L'altro campo, il naturwissenshaft, o scienze della natura, non hanno a che vedere con il campo in questione. Cosa che anche Anthoniy sottintende, quando dice che l'esistenza funzionale non è percepibile attraverso nessun termine fisico.

Sono però dell'idea che anche ciò che è al di fuori dell'essere funzionale in questo senso, non esaurisce ciò che ci serve. La risonanza magnetica ci serve così come il gps. Quindi non è tanto la funzionalità a descrivere questo insieme, quanto la necessità di una credenza da parte di un gruppo di soggetti in una entità che non è fondata su alcun elemento fisico.

Queste credenze sono possibili perchè siamo animali sociali dotati di cultura e quindi abbiamo bisogno di restare uniti per scopi che esulano la singola vita e la cultura ci ha dotati di strumenti simbolici e di una storia di tradizioni che ci permette di rinforzare quel nostro bisogno. Non necessariamente però, e questo lo sottolinerei, ciò che è funzionale è anche etico (nel senso di giusto e buono). E' funzionale anche la credenza che la razza bianca sia superiore alle altre razze e che esistano le razze. In questo caso una credenza funzionale può scontrarsi con altre credenze e creare un conflitto. Lo stesso si può dire anche per lo Stato, visto che vi sono teorie che uniscono parte dell'umanità con la dichiarazione della necessità di superare lo Stato, visto come forma di dominio (pensiero anarchico). Per gli anarchici l'essere funzionale è l'anarchia. Per altri, la criminalità organizzata, l'essere funzionale è il loro sodalizio criminale e lo Stato in questo caso non deve essere sconfitto, ma semplicemente parassizzato.

CitazioneCredere appartiene all'ideologia, non alla funzione. I motivi per cui agiscono i funzionari sono innanzitutto la pagnotta, che può essere scissa, e generalmente lo è, dalla fede nella bontà o utilità del proprio agire.

La maggior parte degli umani, se potesse scegliere, farebbero tutt'altro di ciò cui la "funzionalità" sociale l'ha predestinata. E questo accade per quanto si possa fare di necessità, virtù e di una schifezza, una fede.
Su questa descrizione non sono molto d'accordo. Ogni credenza è inevitabilmente una ideologia, tranne la nostra credenza preferita che diventa invece una fede, o una verità, o un compito etico assoluto. In questo caso, ad esempio, si potrebbe obiettare facilmente ad Ipazia che il marxismo è una ideologia per eccellenza, e che nella realtà storica, i suoi funzionari hanno agito "innanzitutto per la pagnotta" ed eventualmente anche per sete di potere (ai livelli apicali). Il che è ovviamente neppure vero, poichè vi sono stati funzionari e altri che credevano in quella idea che vi hanno sacrificato perfino la vita ma estremizzavo solo per far notare come gli estremismi polarizzano la nostra percezione del mondo e delle idee.
Il disincanto retrostante a questo pensiero è anch'esso una credenza, ovvero che si fa tutto in questo mondo per denaro. E' la grande vittoria del capitalismo sulle nostre menti.
Paradossalmente però, il capitalismo come ideologia, si rende conto che fondare tutte le credenze sul denaro, rende il proprio terreno e il proprio dominio scivoloso e dunque bisogna trovare qualche soluzione, qualche credenza che possa fare da puntello a questa spietata idrovora del pensiero.

Rispetto al capitalismo, lo Stato è inserito in un rapporto dialettico altalenante. Da comitato d'affari, secondo la vulgata marxista a potere capace di rovesciare i rapporti di classe o a sottometterli a valori superiori e mortiferi. Vi è stato poi un periodo di interscambio alla pari, che è stato, a mio parere, anche quello più equo, almeno nel mondo occidentale, per ora tornare, da circa quaranta anni al modello "comitato di affari". Ancora esistono, fortunatamente, i servitori dello Stato, quelli che non fanno il loro mestiere solo per la pagnotta, anche perchè essere servitori dello Stato significa riconoscere il valore della collettività e della sua tutela e questo è un grande motivatore in una specie prosociale come la nostra. Sono servitori dello Stato i pompieri, i professori, i medici, i poliziotti, i maestri, i militari, gli infermieri, gli assistenti sociali. Ruoli dove, tranne pochi casi, la pagnotta è sicura ma striminzita. Se fosse solo per la pagnotta non si farebbero molti di questi lavori.
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: anthonyi il 28 Luglio 2022, 04:38:46 AM
Citazione di: Ipazia il 27 Luglio 2022, 22:33:53 PMCredere appartiene all'ideologia, non alla funzione. I motivi per cui agiscono i funzionari sono innanzitutto la pagnotta, che può essere scissa, e generalmente lo è, dalla fede nella bontà o utilità del proprio agire.

La maggior parte degli umani, se potesse scegliere, farebbero tutt'altro di ciò cui la "funzionalità" sociale l'ha predestinata. E questo accade per quanto si possa fare di necessità, virtù e di una schifezza, una fede.
Il credere cui mi riferisco non é morale, é esistenziale, certo che il funzionario agisce per la pagnotta, ma lo fa perché crede che lo stato quella pagnotta gliela darà, e quindi crede nell'esistenza dello stato.
La funzionalità, poi, fa parte di un'altro punto di vista che non é quello del funzionario, ed é chiaramente sociale. 
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: anthonyi il 28 Luglio 2022, 05:34:53 AM
Citazione di: Jacopus il 28 Luglio 2022, 03:12:19 AMAlcune considerazioni sparse. L'essere funzionale, come qui esposto, riguarda solo quel campo che nell'ottocento veniva chiamato geistwissenshaft, o scienze dello spirito. Oggi le possiamo chiamare scienze sociali. L'altro campo, il naturwissenshaft, o scienze della natura, non hanno a che vedere con il campo in questione. Cosa che anche Anthoniy sottintende, quando dice che l'esistenza funzionale non è percepibile attraverso nessun termine fisico.

Sono però dell'idea che anche ciò che è al di fuori dell'essere funzionale in questo senso, non esaurisce ciò che ci serve. La risonanza magnetica ci serve così come il gps. Quindi non è tanto la funzionalità a descrivere questo insieme, quanto la necessità di una credenza da parte di un gruppo di soggetti in una entità che non è fondata su alcun elemento fisico.

Queste credenze sono possibili perchè siamo animali sociali dotati di cultura e quindi abbiamo bisogno di restare uniti per scopi che esulano la singola vita e la cultura ci ha dotati di strumenti simbolici e di una storia di tradizioni che ci permette di rinforzare quel nostro bisogno. Non necessariamente però, e questo lo sottolinerei, ciò che è funzionale è anche etico (nel senso di giusto e buono). E' funzionale anche la credenza che la razza bianca sia superiore alle altre razze e che esistano le razze. In questo caso una credenza funzionale può scontrarsi con altre credenze e creare un conflitto. Lo stesso si può dire anche per lo Stato, visto che vi sono teorie che uniscono parte dell'umanità con la dichiarazione della necessità di superare lo Stato, visto come forma di dominio (pensiero anarchico). Per gli anarchici l'essere funzionale è l'anarchia. Per altri, la criminalità organizzata, l'essere funzionale è il loro sodalizio criminale e lo Stato in questo caso non deve essere sconfitto, ma semplicemente parassizzato.
Su questa descrizione non sono molto d'accordo. Ogni credenza è inevitabilmente una ideologia, tranne la nostra credenza preferita che diventa invece una fede, o una verità, o un compito etico assoluto. In questo caso, ad esempio, si potrebbe obiettare facilmente ad Ipazia che il marxismo è una ideologia per eccellenza, e che nella realtà storica, i suoi funzionari hanno agito "innanzitutto per la pagnotta" ed eventualmente anche per sete di potere (ai livelli apicali). Il che è ovviamente neppure vero, poichè vi sono stati funzionari e altri che credevano in quella idea che vi hanno sacrificato perfino la vita ma estremizzavo solo per far notare come gli estremismi polarizzano la nostra percezione del mondo e delle idee.
Il disincanto retrostante a questo pensiero è anch'esso una credenza, ovvero che si fa tutto in questo mondo per denaro. E' la grande vittoria del capitalismo sulle nostre menti.
Paradossalmente però, il capitalismo come ideologia, si rende conto che fondare tutte le credenze sul denaro, rende il proprio terreno e il proprio dominio scivoloso e dunque bisogna trovare qualche soluzione, qualche credenza che possa fare da puntello a questa spietata idrovora del pensiero.

Rispetto al capitalismo, lo Stato è inserito in un rapporto dialettico altalenante. Da comitato d'affari, secondo la vulgata marxista a potere capace di rovesciare i rapporti di classe o a sottometterli a valori superiori e mortiferi. Vi è stato poi un periodo di interscambio alla pari, che è stato, a mio parere, anche quello più equo, almeno nel mondo occidentale, per ora tornare, da circa quaranta anni al modello "comitato di affari". Ancora esistono, fortunatamente, i servitori dello Stato, quelli che non fanno il loro mestiere solo per la pagnotta, anche perchè essere servitori dello Stato significa riconoscere il valore della collettività e della sua tutela e questo è un grande motivatore in una specie prosociale come la nostra. Sono servitori dello Stato i pompieri, i professori, i medici, i poliziotti, i maestri, i militari, gli infermieri, gli assistenti sociali. Ruoli dove, tranne pochi casi, la pagnotta è sicura ma striminzita. Se fosse solo per la pagnotta non si farebbero molti di questi lavori.
Ciao jacopus, invece secondo me é proprio la funzionalità ad essere caratterizzante: perché l'uomo ha la capacità, o addirittura il bisogno, di vedere ciò che non é percepibile? 
Partendo da un'ipotesi di selezione naturale della specie umana, nella quale i nostri sistemi percettivi si sono evoluti in maniera tale da favorire la nostra sopravvivenza, il fatto che essi prevedano una deviazione rispetto alla percezione della realtà non può che essere funzionale alla sopravvivenza.
Poi certo, ci sono altre cose che ci servono, ma solo l'essere funzionale esiste perché funziona, mentre la materia esiste indipendentemente dalla sua funzionalità per noi.
Nel tuo post, come fai spesso, tu parli di "capitalismo", che cos'é che ti fa credere che il "capitalismo" esista? Io nella mia cultura economica credo che sia un concetto errato, perché non é il "capitale" l'elemento caratterizzante il funzionamento dei sistemi economici. 
Come anche tu cogli, possiamo avere dei conflitti fra esseri funzionali, perché gli esseri funzionali sono relativi agli esseri umani che credono in essi. 
Vi é però nei confronti dell'essere funzionale un'altro tipo di conflitto interessante che io definisco nichilista. Il nichilismo é semplicemente non credere nell'essere funzionale. L'anarchico non crede nello stato e sa che se tutti fossero come lui lo stato smetterebbe di esistere. 

Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: Eutidemo il 28 Luglio 2022, 06:52:52 AM
Ciao Anthony. :)
Non è affatto indispensabile che i funzionari dello Stato debbano necessariamente "credere" nella legge; ed infatti, anche se non ci "credessero",  la maggior parte di essi la "applicherebbe" comunque, in quanto "forzati" a farlo.
Ed infatti, purtroppo, spesso la "forza" (della legge o di qualunque altro genere) viene materialmente "subita", senza che sia necessario alcun atto di "fede" in chi la esercita!
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/a9/5b/ec/ME154UMV_t.jpg
***
Un saluto! :)
***
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: Ipazia il 28 Luglio 2022, 06:57:56 AM
La matematica ha reso rigoroso il concetto di funzione attraverso la formulazione: y=f(x).

Definita una grandezza y, anche sociale, si tratta di individuare x.

La x di stato è domino politico. La x di capitale è dominio economico. La x di stato capitalistico è dominio politico attraverso il dominio economico.

Tutto molto oggettivo, senza scomodare etica e fedi. Spiace per il servitore dello stato, ma la sua funzione è servire questa cosa qui.

L'etica può incidere sulla forma del dominio, ma non lo fa attraverso il servizio, bensì una x di natura diversa, che imponga una funzione diversa, pure nella denominazione.
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: anthonyi il 28 Luglio 2022, 07:03:39 AM
Citazione di: Eutidemo il 28 Luglio 2022, 06:52:52 AM
Ciao Anthony. :)
Non è affatto indispensabile che i funzionari dello Stato debbano necessariamente "credere" nella legge; ed infatti, anche se non ci "credessero",  la maggior parte di essi la "applicherebbe" comunque, in quanto "forzati" a farlo.
Ed infatti, purtroppo, spesso la "forza" (della legge o di qualunque altro genere) viene materialmente "subita", senza che sia necessario alcun atto di "fede" in chi la esercita!
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Un saluto! :)
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Si ma forzati da cosa? Se uno non crede nella forza delle legge come fa ad essere forzato da questa? Il leviatano non esiste come essere materiale.
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: anthonyi il 28 Luglio 2022, 07:27:03 AM
Citazione di: Ipazia il 28 Luglio 2022, 06:57:56 AMLa matematica ha reso rigoroso il concetto di funzione attraverso la formulazione: y=f(x).

Definita una grandezza y, anche sociale, si tratta di individuare x.

La x di stato è domino politico. La x di capitale è dominio economico. La x di stato capitalistico è dominio politico attraverso il dominio economico.

Tutto molto oggettivo, senza scomodare etica e fedi. Spiace per il servitore dello stato, ma la sua funzione è servire questa cosa qui.

L'etica può incidere sulla forma del dominio, ma non lo fa attraverso il servizio, bensì una x di natura diversa, che imponga una funzione diversa, pure nella denominazione.
Ipazia, se nessuno credesse nel valore del denaro non ci sarebbe nessun dominio economico, e neanche una economia di mercato. Ti riveleró un segreto, anche la moneta é un essere funzionale, quei pezzi di carta e di metallo che ci scambiamo tra noi hanno un valore che dipende dal fatto che noi crediamo nel loro valore. 
E anche il potere(che tu chiami dominio), politico o economico che sia, potrebbe mai sussistere in un mondo nel quale nessuno di coloro che ne sono soggetti crede nella sua esistenza? 
Il potere é la possibilità di un individuo di dare ordini ad un altro individuo. Se questo secondo individuo non crede che questa possibilità esista il potere del primo individuo non esiste. 
Spiacente di contraddirti, ma é tutta una questione di credenze o fedi.
Il tuo materialismo sociale é infondato perché la società umana é fondata su qualcosa che é immateriale, anche se ha notevoli effetti materiali. 
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: Ipazia il 28 Luglio 2022, 08:12:26 AM
Citazione di: anthonyi il 28 Luglio 2022, 07:27:03 AMIpazia, se nessuno credesse nel valore del denaro non ci sarebbe nessun dominio economico, e neanche una economia di mercato.

Infatti è compito dello stato capitalistico e delle sue funzionalità accessorie, inclusa la violenza, forzare anche i più increduli a credere nella vera fede politicoeconomica, che nasce prima del capitalismo...

CitazioneTi riveleró un segreto, anche la moneta é un essere funzionale, quei pezzi di carta e di metallo che ci scambiamo tra noi hanno un valore che dipende dal fatto che noi crediamo nel loro valore.

... ma che lo stato capitalistico ha perfezionato, inventando nuove modalità di dominio, come la finanza e i suoi prodotti innovativi, che incatenano gli stati nel buio più pesto.

"Un Anello per domarli, un Anello per trovarli, Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli, Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende"

CitazioneE anche il potere(che tu chiami dominio), politico o economico che sia, potrebbe mai sussistere in un mondo nel quale nessuno di coloro che ne sono soggetti crede nella sua esistenza?
Il potere é la possibilità di un individuo di dare ordini ad un altro individuo. Se questo secondo individuo non crede che questa possibilità esista il potere del primo individuo non esiste.

Difficile non sottomettersi, davanti alla potenza di fuoco di uno stato. Eutidemo lo ha già rammentato. L'alternativa unica è una potenza di fuoco maggiore, denominata rivoluzione - evento raro e prezioso - quando la forza della ragione supera, anche militarmente, la ragione della forza.

CitazioneSpiacente di contraddirti, ma é tutta una questione di credenze o fedi.

Napoleone, che di queste cose se ne intendeva, disse che Dio sta sempre dalla parte dell'esercito che ha la migliore artiglieria.

CitazioneIl tuo materialismo sociale é infondato perché la società umana é fondata su qualcosa che é immateriale, anche se ha notevoli effetti materiali.

Doxa
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: anthonyi il 28 Luglio 2022, 09:18:55 AM
Citazione di: Ipazia il 28 Luglio 2022, 08:12:26 AMDifficile non sottomettersi, davanti alla potenza di fuoco di uno stato. Eutidemo lo ha già rammentato. L'alternativa unica è una potenza di fuoco maggiore, denominata rivoluzione - evento raro e prezioso - quando la forza della ragione supera, anche militarmente, la ragione della forza.


Spiacente di contraddirti ancora, ipazia, anche la rivoluzione é, prima di tutto, una costruzione ideologica. Gli esseri umani avanzano impavidi di fronte alle pallottole perché spinti da una fede interiore. Loro sanno che potrebbero morire ma credono che anche in questo caso la rivoluzione cambierà il mondo, fiorirà la giustizia, tutti saranno felici, cosa che poi non succede proprio puntualmente ma poco importa, l'importante é credere in qualcosa, e crederci in maniera forte, per cui non si tratta di forza della ragione ma di forza della fede, fede nella rivoluzione. 
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: iano il 28 Luglio 2022, 13:37:06 PM
Citazione di: anthonyi il 27 Luglio 2022, 09:22:19 AMQuesto post parla di una categoria dell'essere che, a mio parere, dovrebbe essere importante per il pensiero filosofico.
Una categoria che ha la proprietà di:
Essere se gli uomini sono convinti che esista;
Non essere se gli uomini sono convinti che non esista.
Consideriamo come caso particolare lo stato, che esiste se gli uomini ne rispettano le leggi, e ne rispettano le leggi perchè sono convinti che lo stato esista.
Dal punto di vista ontologico non è possibile dire se lo stato (e quindi qualsiasi essere funzionale) esiste o meno al di la della percezione degli uomini, perchè esso dipende dalla percezione degli uomini, è ontologicamente indeterminato.
Perchè gli uomini percepiscano l'essere funzionale, questo deve essere rappresentato simbolicamente, cioè deve essere in senso epistemico, nel linguaggio umano.
Se l'essere umano crea epistemicamente, e poi si convince dell'esistenza ontologica di un qualcosa che non è percepibile attraverso nessun termine fisico questo vuol dire che questo qualcosa gli serve, da ciò la definizione che ho dato di "essere funzionale", esiste perchè funziona, perchè serve a qualcosa.
Per maggiori approfondimenti:
(PDF) L'essere funzionale | Cristiano Anthony Saltarelli - Academia.edu
Sembra strano che a una definizione perentoria e inappellabile di essere come "ciò che è " seguano poi diverse categorie di essere, ma se vogliamo ricomporre in una le diverse categorie, come la definizione ci richiederebbe, quella di essere funzionale mi sembra la più papabile.
Si tratta di essere quindi che non è indipendente da noi, da quel che pensiamo, da quel che crediamo, e sopratutto da quel che facciamo, perché quel che facciamo rientra direttamente nella sfera funzionale.
Non è un essere propriamente reale, ma che si genera dentro alla realtà, la quale realtà non è in quanto tale, ma in quanto giustifica l'essere funzionale che da qualcosa deve comunque derivarsi, e si deriva infatti dal nostro rapporto con la realtà .
È un essere come uno stato che oggi c'è e domani decade perché una rivoluzione lo ha abbattuto, perché non crediamo più in ciò che credevamo.

Ma per accettare un tale essere funzionale bisognerebbe superare l'elemento percettivo come discriminante, riguardandolo come l'apoteosi della credenza.
Bisognerebbe superare il discrimine fra ciò che è fisico e ciò che è teorico.
Ma sarebbe già tanto se non continuassimo ad usare la categoria percettiva in modo acritico, come se nulla fosse intervenuto a destabilizzarla.
Ciò significa che sotto sotto noi, senza più ammetterlo, continuiamo a credere in ciò che percepiamo, ma ciò che percepiamo rimane un sottoinsieme di ciò che crediamo.
Se vogliamo allargare il campo sarebbe meglio ammettere che percepiamo ciò in cui crediamo.
È se ciò , che in tal senso percepiamo , ammetterà categorie diverse allora non ci sembrerà strano, in quanto il credere in qualcosa non ha carattere perentorio e inappellabile.
Le credenze infatti non nascono dal nulla ma da un continuo rapporto con la realtà che le muta, anche quando sembrano nascere dal nulla, perché non tutti i passaggi del nostro rapporto con la realtà sono coscienti.
Così può anche esistere la madonna, ma non perché ci appare, ma perché dietro quella apparenza vi è un lungo lavoro fatto in incognito e condiviso fra gli individui, per cui individui che condividono credenze diventano uno stato di fatto, un modo di vedere il mondo rapportandosi ad esso in modo relativamente funzionale.
Esistono stati, culture diverse, perché non esiste un modo univoco di potersi rapportare con la realtà, ciò che richiederebbe invece un essere che è in quanto tale, e che in quanto tale dovrebbe condizionare tutti gli individui in senso unico, verso un solo stato predefinito, lo stato naturale degli anarchici.
Lo stato non va' abbattuto, lo stato può essere abbattuto, e lo stato che abbattiamo è sempre il nostro, non quello di qualcun altro sentendoci così deresponsabilizzati.
Se in gioventù non siamo stati un poco anarchici , irresponsabili, e quindi giovani, allora giovani non siamo mai stati.
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: Ipazia il 28 Luglio 2022, 15:16:21 PM
Citazione di: anthonyi il 28 Luglio 2022, 09:18:55 AMSpiacente di contraddirti ancora, ipazia, anche la rivoluzione é, prima di tutto, una costruzione ideologica. Gli esseri umani avanzano impavidi di fronte alle pallottole perché spinti da una fede interiore. Loro sanno che potrebbero morire ma credono che anche in questo caso la rivoluzione cambierà il mondo, fiorirà la giustizia, tutti saranno felici, cosa che poi non succede proprio puntualmente ma poco importa, l'importante é credere in qualcosa, e crederci in maniera forte, per cui non si tratta di forza della ragione ma di forza della fede, fede nella rivoluzione.

Le rivoluzioni nascono da contraddizioni socioeconomiche reali e in quanto tali hanno fondamenti assai razionali che le portano alla vittoria sulla spinta più della necessità che della fede. La quale non guasta, ma, di fronte alle contraddizioni reali, "funziona" come un mero accessorio.

I giacobini, bolscevichi, partigiani non avevano molto da scegliere tra miseria, sopraffazione e morte. Eppure fecero la scelta giusta. Quella che ti dà un attimo di respiro storico oppure la morte, ma dignitosa, da umani con la schiena, e l'anima, dritte.
Titolo: Re: L'essere funzionale
Inserito da: niko il 28 Luglio 2022, 17:59:37 PM
La parola è il primo essere funzionale, e non si supererà mai l'uomo finché non si supererà la parola.

Nessuno ha mai visto l'equivalente materiale di una parola, eppure la parola forgia la società e la dimensione dell'intersoggettivo, mette d'accordo gli uomini riguardo alle cose.

Diventare consapevoli di fingere -dissimulare, ovvero uno degli aspetti del nichilismo- aiuta a scegliere se e cosa fingere, e responsabilizza il fingitore di turno nella scelta situazionale della finzione, guadagnando un grado minimo di indeterminazione e forse di libertà per l'uomo nichilista, mentre chi finge senza sapere di fingere (l' "idiota" metafisico) finge -amoralmente- sempre nello stesso modo, o quantomeno sempre nello stesso modo al ricorrere delle stesse situazioni e degli stessi stimoli.

Rimane però il fatto che fingere qualcosa è necessario, perché il mondo di per sé non ha senso agli occhi dell'uomo, e dunque la "funzione" stessa della maschera presso la tragedia: il "vero" motivo per fingere e di fingere è la sofferenza, tutti gli uomini soffrono e tutti gli uomini passano necessariamente da una finzione all'altra, e il tipo umano del dissimulatore, colui che passa da una finzione all'altra entro certi limiti volontariamente, non è destinato a maggior gloria o felicità rispetto al simulatore, colui che passa da una finzione all'altra secondo il caso/la tradizione.

Dimenticare che si finge, deriva dal dimenticare perché si finge, sostanzialmente perché il mondo vero non è bello e non è buono e allora ce ne costruiamo un altro inesistente a misura d'uomo, e dunque l' "eticità" della simulazione sta nel migliorare il mondo pur essendo falsa, mobilitando la cooperazione degli uomini che in essa credono.

Quando non fa più nemmeno questo, quando non soddisfa i bisogni di coloro che vi partecipano, una simulazione non è più eticamente accettabile nemmeno come simulazione.

Giudicare di una simulazione, vuol dire dunque aver giudicato prima riguardo alla sua causa.

La natura cooperativa delle simulazione, deriva forze dal fatto stesso che la causa della sofferenza è la nascita stessa e il principio di individuazione, quindi di solito, in quanto individui sofferenti noi non vogliamo sostituire una realtà individualizzante con una simulazione altrettanto individualizzante, ma una realtà individualizzante con una simulazione erotica e cooperante.

La simulazione "naturale", o spontanea, per la condizione umana, è oppositiva, alla realtà, ne cambia il segno; non ha motivo di essere riproduttiva, della realtà, di mantenerne il segno, perché il problema sta, risiede, nella realtà stessa.

Anzi, di più, si simula sempre verso l'altro, la simulazione è l'unità perduta di chi viene al mondo e fa due con il mondo, un principio di non-individuazione, perché una simulazione nella sua essenza è "riuscita" quando almeno un altro essere -non- la riconosce.

L'assurdo di una società che per simulazione produce il concetto estremizzato e feticizzato dell'individuo, come la nostra, non è normale e non è ricorrente in altre forme di società: simulare l'individuo è tradire lo scopo originario stesso che fu della simulazione, cioè quello di esorcizzare e superare la sofferenza individuale figlia proprio del principio di individuazione (il non-volto della maschera, che fu indossata, appunto, dall'attore tragico, nella situazione tragica, ma funzionale, di simulazione originaria).

Noi siamo dunque nell'iper realtà di una società che ormai simula direttamente con il volto, e non più con la maschera.

Il problema dell'individuo/individuazione è aumentato, anzi sdoppiato, non risolto, da questo tipo, vano, di simulazione.