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LOGOS - Argomenti => Tematiche Filosofiche => Discussione aperta da: Jacopus il 13 Settembre 2023, 09:06:44 AM

Titolo: Metafisica della guerra
Inserito da: Jacopus il 13 Settembre 2023, 09:06:44 AM
Inizialmente volevo rispondere nella discussione sull'Ucraina ma mi sono reso conto che il discorso era più generale ovvero relativo al piano paranoico che ogni guerra sviluppa, scindendo con il rasoio affilato della baionetta ciò che è amico e ciò che è nemico.

A proposito di questa guerra posso ripetere quanto già scritto. Che Putin sia un tiranno è evidente, ma l'aver scatenato una guerra dipende anche dalle continue provocazioni dell'altro campo.
È accaduta la stessa cosa che accadde con Pearl Harbour. Una parte finisce per essere creduta vittima, mentre in realtà  erano due imperialismi che si fronteggiavano, uno dei quali più tollerante e (leggermente) meno razzista ma molto più manipolatore. Noi europei dovremmo capire qual'è il nostro interesse in termini di realpolitik e temo che non coincida con il proseguimento di questa guerra.
In secondo luogo scindere fra imperi del bene e imperi del male, può essere consolante, perché riversa sull'altro il "male" che risiede inevitabilmente anche dentro di noi. È l'atteggiamento del "puritano"(purezza del sangue, purezza della razza, purezza del genere sessuale, purezza della cultura, purezza della lingua, purezza dell'attore - cfr Favino -) il meccanismo che innesca la paranoia violenta della guerra. O meglio, questo atteggiamento diventa un moltiplicatore delle necessità di guerra, che possono essere fondate anche su altri motivi molto più prosaici, ma che traggono dal pensiero paranoico la giusta linfa, la motivazione, la giustificazione per infliggere il male. Il paradosso del puritano è usare quel male che voleva apparentemente "estirpare", infliggendo il "male".
Detto questo a scanso di equivoci, amo molti aspetti della cultura americana ma anche di quella russa, ma ancor di più amo la cultura dell'Occidente, così come si è sviluppata nell'Europa ad ovest dell'Elba e soprattutto nella cultura greca classica.
Bisognerebbe rileggere l'Iliade per aver chiara la differenza del rapporto amico/nemico nell'epoca classica ed oggi.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Ipazia il 13 Settembre 2023, 15:02:34 PM
"La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è, dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi."

Carl von Clausewitz

Metafisica (onesta) di mezzo millennio di aggressiva cultura colonialista occidentale. Meno male che al pacifista e umanitario Jacopus questa civiltà sta bene. Dico: ma un minimo di coerenza e spirito critico !  :(

Invece l'economia è un modo più civile di proseguimento della guerra con altri mezzi:

https://www.facebook.com/100064202844746/posts/pfbid02rV3NCjGJXuQaLvP5BBcQXyDS5qUoqTbzHfmjurW3hdmF4czGRPQt34RF1nBXB9f2l/
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Jacopus il 13 Settembre 2023, 15:27:02 PM
Quindi Ipazia per te l'Occidente si riduce a Von Clausevitz? Certo che l'Occidente si è macchiato di molti crimini orrendi, ma è l'unico sistema culturale che ci permette, ad esempio, di disquisire liberamente di Occidente su un forum ed anche con la pancia piena. Condizione ben poco diffusa su questo pianeta. Ma in realtà il tema della discussione era altro
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: anthonyi il 13 Settembre 2023, 19:54:58 PM
Va bene che siamo in ambito metafisico, ma parlando di guerra un po di fisica c'è sempre, fisicamente è sempre uno che inizia la guerra, costringendo l'altro a reagire. A Pearl Harbor è indiscusso che iniziarono i Giapponesi, oltretutto con l'infamia di non aver dato il preavviso con la dichiarazione di guerra.
Le provocazioni, poi, quelle si sono metafisiche, e spesso frutto di percezioni paranoiche, comunque sempre strumentalizzabili, come tutto cio che è metafisico.
Qualcuno osserverà: La guerra è il male! Beh, io non sono d'accordo, la guerra è il confronto tra esseri umani più usato nella storia, ed è sempre stato relazionato con significati religiosi e simbolici, rappresentando effettivamente una lotta tra bene e male, naturalmente visti da ciascuno nelle rispettive parti.
Certamente il desiderio della guerra, soprattutto se per ragioni ingiuste, è male. 
Non sto sostenendo che esistono guerre giuste, ma che la differenza tra le motivazioni alla base della guerra puo modificare profondamente il livello malefico della guerra, non si puo mettere sullo stesso piano una guerra nazionalista, fatta da un popolo per assoggettarne un altro e renderlo schiavo, con una guerra che si pone il fine di abolire la schiavitu.
La seconda guerra mondiale è stata per noi italiani molto pesante, ma ha sconfitto il fascismo e ci ha dato una costituzione repubblicana. E' solo nel travaglio di quella guerra che si è sviluppato in italia quello spirito democratico che evidentemente prima non era cosi forte, vista la facilità con cui il fascismo ha preso il potere.
Cosi come non credo che la guerra sia il male, non credo che il pacifismo sia il bene. La visione pacifista, il no a priori all'uso delle armi, è molto pericolosa, e se diffusa, puo mettere un paese in condizioni di estremo rischio di essere invaso. Il paese che ha avuto meno guerre negli ultimi secoli è la svizzera, non certo perche si dichiarava neutrale, ma perchè storicamente aveva un esercito talmente forte che nessuno si azzardava ad attaccarlo a casa sua. E' la condizione migliore per scongiurare la guerra, essere forti militarmente, ma non desiderosi di far la guerra ad alcuno.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Ipazia il 13 Settembre 2023, 21:08:39 PM
Citazione di: Jacopus il 13 Settembre 2023, 15:27:02 PMQuindi Ipazia per te l'Occidente si riduce a Von Clausevitz? Certo che l'Occidente si è macchiato di molti crimini orrendi, ma è l'unico sistema culturale che ci permette, ad esempio, di disquisire liberamente di Occidente su un forum ed anche con la pancia piena. Condizione ben poco diffusa su questo pianeta. Ma in realtà il tema della discussione era altro

Von Clausewitz scopre l'altarino pietista di tradizione cristianeggiante, riconoscendo quello che la civiltà europea, che ha la pancia piena grazie al colonialismo, ha fatto in giro per il mondo, in maniera sempre più feroce e pervasiva, fin dal 1492. Non è che prima si scherzasse ma, esclusi i turchi, i cristiani si scannavano tra loro seguendo la metafisica della guerra santa.

Dopo l'illuminismo almeno questa fesseria è andata fuori moda e il generale prussiano ne prende atto, offrendo pure un assist all'alleanza canaglia attuale in epoca di scintillar di sciabole occidentali, dopo la finta guerra santa contro gli islamisti sotto copertura.

Dalla Siria in poi anche la metafisica della guerra umanitaria non attacca più, e si tornerebbe ad una sana guerra di stampo eracliteo se la solita alleanza canaglia non continuasse a perseguire la metafisica della guerra col sangue degli altri.

In conclusione, pare che alla millenaria metafisica occidentale della falsità non vi sia proprio fine. Siamo sicuri che quelle di Medvedev siano farneticazioni, o ce le stiamo meritando tutte in questa vomitevole decadenza dell'impero d'occidente ?

Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Jacopus il 13 Settembre 2023, 22:11:27 PM
Continui ad essere Ot, Ipazia. Qui volevo riflettere sulla potenza del pensiero "purificatore" come volano essenziale della guerra, come esso, dietro le motivazioni di purificazione, adotti la violenza per superare la violenza. Il discorso sull'occidente l'ho solo posto come giustificazione un po' vanitosa del trovarmi in una tradizione di pensiero che ponendo come fondamento "il dubbio socratico", non può accettare fino in fondo il pensiero paranoico e scisso della purificazione e della polarizzazione. Pensiero che invece è potentissimo perché riversa sull'altro la propria inevitabile malvagità. Bisognerebbe tornare allo starec Zosima, ma illuminato dal bisogno di sapere di Edipo. Da questo centauro Edipo/Zosima è possibile leggere sia una scheggia essenziale dell'Occidente e, contemporaneamente, la critica al pensiero paranoico/puritano che è, ovviamente anch'esso parte della tradizione occidentale. Ma questo non fa altro che replicare nel mondo delle idee, la inestricabilitá di bene e male, mentre la guerra illude, con la contrapposizione amico/nemico, di aver trovato la soluzione che è contemporaneamente purificazione e sentirsi definitivamente dalla parte della ragione. Il dubbio invece blocca questa hybris di potenza e di violenza. Si tratta di scandagliare un possibile sentiero dell'occidente, nella consapevolezza che l'Occidente è un insieme molto vasto di strade possibili.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Ipazia il 13 Settembre 2023, 23:31:30 PM
Ma come ?! Ti scodello ben tre metafisiche della guerra di conio squisitamente occidentale e mi dici che sono o.t. ???

Contano solo le metafisiche politicamente corrette bollinate pensiero unico del tipo: impero del bene occidentale contro impero del male tuttoilresto ?
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Jacopus il 13 Settembre 2023, 23:40:53 PM
Esatto Ipazia, sei OT perché non riconosci l'ambivalenza e quindi sei pienamente centrata nel mondo paranoideo/puritano, specularmente simile ad altri che pur parteggiando per l'altro campo, condividono con te il pensiero scisso amico/nemico. In ogni caso sei in buona compagnia. Accettare di essere (anche) malvagi non è semplice (e non iniziare con la solita solfa critica della morale cattolica del "siamo tutti colpevoli e quindi nessuno lo è", perché qui siamo al gradino successivo del siamo tutti colpevoli e tutti dobbiamo sentirci responsabili dell'altro, che non è più (solo) inferno.)
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: anthonyi il 14 Settembre 2023, 09:35:42 AM
Naturalmente è vero che in ogni uomo ci sono istinti violenti, questo però non vuol dire che la guerra sia la vasca di espansione di detti istinti. Anzi, far bene la guerra, cioè in maniera efficace, implica comportamenti freddi, razionalizzati. Essere accecati dall'odio è un punto di debolezza, jacopus, per cui io metterei in discussione la rilevanza di quello che chiami mondo paranoide/puritano. Esso esiste, ma solo in particolari condizioni politico-sociali, cioè se esercitato in condizioni di pieno controllo delle informazioni, come nelle dittature, e nei confronti di popoli con una particolare predisposizione nazionalistica.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Jacopus il 14 Settembre 2023, 11:01:55 AM
https://qph.cf2.quoracdn.net/main-qimg-799d70e7b478f2cff93e93e1f623b6e0-lq


Questa immagine è famosa. E' quella di una fidanzata che guarda il teschio di un giapponese inviatole dal suo fidanzato che combatte nel pacifico. Non è lo sguardo di chi come Amleto si interroga sulla morte, ma lo sguardo di chi, soddisfatta, guarda la fine del suo nemico, completamente deumanizzato. La scissione paranoidea non avviene solo in guerra, ma anche in tempo di pace e purtroppo non preserva le democrazie, come abbiamo visto con i deliri sui vaccini, anch'essi facenti parte di una metafisica della guerra, seppur combattuta con altri mezzi.
Naturalmente, come abbiamo avuto modo di vedere studiando la storia, i regimi dittatoriali amplificano in modo esponenziale questo tipo di pensiero paranoideo, così come i regimi teocratici, poichè entrambi, come accennavo prima, cancellano il primato del dubbio socratico e abbracciano la loro verità, che però non tollera altre verità concorrenziali. La democrazia fa spesso dei pasticci, è più conflittuale al suo interno, ma riesce meglio a gestire questi possibili singulti paranoidei.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: InVerno il 14 Settembre 2023, 13:06:51 PM
Se l'occidente esiste e in che cosa consiste richiederebbe un topic a parte, non commento a riguardo.. Riguardo alla guerra, Clausewitz è figlio del suo tempo, io direi che è la sospensione della politica per la guerra, intesa che la politica necessita la legge e la guerra necessita l'abolizione del diritto. Ma non è importante..

Tre metafisiche anche io...

Geopolitica..
Un fattore determinante del perchè si scatenino le guerre, è la differenza di potenziale tra due nazioni. Il potenziale può essere demografico, produttivo e chi ne ha più ne metta. Il PIL stesso se non sbaglio fu pensato per misurare la capacità militare di una nazione e perciò predire la possibilità di vittoria in guerra. Pesce grande mangia pesce piccolo, la tentazione aumenta all'aumentare della differenza di potenziale. Questo mi fa concludere che per diminuire le guerre nel mondo è necessario che le nazioni siano il più possibile omogenee, e che quindi in questo momento USA e Cina sono i più probabili guerrafondai sul pianeta, e che tutti, sopratutto i pesci più piccoli, staremmo meglio se si indebolissero drasticamente. Le allenza difensive normalmente diminuiscono le probabilità di guerra perchè sommano la potenza di più nazioni facendo desistere i potenziali aggressori.

Politica..
La politica può essere razionale, ma le emozioni giocano una parte fondamentale, non solo nelle elezioni per chi è così fortunato da averle, ma anche nell'alterazione emotiva della differenza di potenziale.. una costante degli aggressori, specialmente fascisti, è dipingere l'aggredito come decadente, debole, declinante etc.. La democrazia, o meglio l'eterogeneità delle opinioni nell'infosfera, prevengono derive aggressive, perchè l'opposizione di un paese tiene in scacco il governo facendolo desistere dal costruirsi castelli mentali, tipo vincere in tre giorni e cose del genere. Altresì, avere un opposizione nel paese significa anche avere una valvola di sfogo per chi governa che può dare la colpa di varie cose indesiderabili internamente, anzichè scaricare il barile su altre nazioni, se poi l'opposizione è anche legalmente riconosciuta come in una democrazia, il governo evita di massacrarli di botte e ci parla.

Psicologica..
Che mi sembra l'aspetto più caro a Jacopus, sono d'accordo tralaltro con quanto dice, e penso che si possa schematizzare in due maniere, inteso che il risultato è sempre lo stesso, quello di bloccare l'azione dei neuroni specchio e l'empatia, permettendo la violenza. C'è il sistema classico e semplice, quello ovvero di deumanizzare l'avversario, attraverso razzismo, sciovinismo e tutti gli altri ben noti strumenti.. E c'è anche il sistema più sofisticato, che è quello di deumanizzare il perpetratore della violenza. Ad esempio la strumentalizzazione della filosofia zen in giappone, dove i monaci buddisti si prestavano a sfornare diverse teorie per cui non era realmente la baionetta del soldato a trafiggere il nemico, ma il nemico a cadere sulla baionetta. C'è anche chi riesce a fare la combo di entrambe, o forse lo fanno tutti ma qualcuno lo fa meglio degli altri come i nazisti.

E dopo aver praticamente snocciolato la formula per la pace nel mondo (eguaglianza+democrazia+empatia=pace) a proposito di baionette, mi diverto a scrivere una burla, parafrasando una citazione di Napoleone che disse "con una baionetta si può fare tutto a parte sedervisi sopra".. e io dirò "la guerra è la convizione che ci si possa sedere su una baionetta senza prenderla nel culo".
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Pio il 14 Settembre 2023, 14:16:14 PM
Le guerre dell epoca napoleonica e poi romantico rivoluzionaria, di cui von Clausewitz era grande generale e teorico, sono un'altra cosa rispetto alle guerre moderne. Già nella Prima Guerra Mondiale cominciarono ad essere coinvolte le popolazioni civili con i primi bombardamenti, ma fu soprattutto nella Seconda che la barbarie umana si scatenò contro i non belligeranti. Von Clausewitz parlava di guerre fatte da reggimenti in file serrate che si fronteggiavano in campo aperto. Quasi sempre le popolazioni venivano risparmiate. Nell' epoca moderna si ammazzano intenzionalmente i civili, bambini, donne, prigionieri,tutti, per fiaccare il consenso verso i governi, creare angoscia e panico. Non c'è più nulla di romantico ed eroico. Possiamo, per esempio, definire veramente eroe un soldato che si fa scudo di civili innocenti così da mantenere una posizione strategica? Eppure oggi vengono definiti eroi, e medagliati. Adesso si usa ogni trucco possibile per uccidere, senza alcun onore, senza dignità alcuna: mine nascoste, dove saltano per aria bimbi che giocano, bombe a grappolo, ordigni aerei senza piloti, ecc. La metafisica attuale della guerra è la metafisica dell'assenza di morale e la sospensione , legalmente giustificata dal potere, di ogni decenza umana. È  il trionfo della BESTIA metafisica.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Ipazia il 14 Settembre 2023, 14:16:28 PM
Ritengo estremamente riduttivo il bias di jacopus e pure moralistico nel vedere la guerra in una prospettiva esclusivamente etica. In natura il conflitto regna sovrano e l'animale umano non fa eccezione: non va esaltato ideologicamente, ma neppure demonizzato.

Il conflitto va gestito razionalmente, senza gli eccessi ideologici con cui l'occidente, fin dalla cicuta di Socrate, ha impestato il mondo. Sovraccaricando la dose col dogmatismo cristiano prima e con quello borghese liberal-liberista poi, fino alle metafisiche guerrafondaie che ho postato sopra. Dal dogmatismo religioso allo scientismo parareligioso c'è poco da godere per chi ha dubbi in occidente.

Odiare i propri nemici è stupido, perchè toglie lucidità all'azione bellica. E di ciò il magistero è più orientale che occidentale.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Jacopus il 14 Settembre 2023, 14:37:29 PM
Cara Ipazia. Nel suo piccolo, già in questa discussione si sta attivando la polarizzazione amico/nemico, che in qualche modo non è neppure da considerare in modo totalmente negativo. Un po' di sospettosità può allungare la vita.  Il polemos e l'aggressività fanno anch'essi parte della vita, ma non puoi imputare me di moralismo, visto che il marxismo è un mastodontico omaggio al moralismo e al progresso di relazioni umane più eque. Il riferimento di Pio alle guerre napoleoniche è congruo, poiché in quel caso si trattava di scontri fra eserciti, anche se già la modernità si intrufolava attraverso la rivoluzione francese, ideologizzando lo scontro. Ma quello che è radicalmente cambiato è considerare il nemico come "altro", come "infimo", come " degno di essere ucciso", poiché il male viene attribuito a lui e il bene a me. In epoca classica era solo un gioco di potere e i nemici si rispettavano e si onoravano. Il gioco della scissione avviene quando ci si rende conto che non sono gli altri il male ma la violenza in sè, e allora bisogna giustificare la violenza, l'oppressione con altri strumenti. Il discorso paranoico è sostanzialmente una giustificazione, una legittimazione alla violenza tipica della modernità, probabilmente connessa con la tecnica e lo sviluppo abnorme delle società umane. E questo discorso nasce sempre dal "io sono buono/ tu sei cattivo". Imparare a ragionare in termini di mediazione invece è l'obiettivo auspicabile, ma la vedo dura, poiché in situazioni di crisi, il pensiero paranoico diventa potentissimo e devia ogni discorso, configurandosi come un vortice che si autoalimenta.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Ipazia il 14 Settembre 2023, 20:29:02 PM
Ridurre conflitti reali a fobie paranoiche è un ottimo servizio che si rende alle classi dominanti, ai padroni del mondo, a coloro che praticano il "dialogo" dalle loro altezze siderali dove tutto è gia stato deciso e se tu che stai negli abissi profondi non sei d'accordo eccoti servito da paranoico, complottista e rompiballe.

Caro Jacopus le tue ricette funzionano in una comunità di uguali dove il dialogo è reale, ma non funzionano nemmeno in una riunione di condominio dove chi ha più millesimi guarda dall'alto al basso chi ne ha meno. 

Figurarsi in fabbrica o tra stati con interessi contrapposti !
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Alberto Knox il 14 Settembre 2023, 23:40:08 PM
Citazione di: Jacopus il 13 Settembre 2023, 09:06:44 AMil meccanismo che innesca la paranoia violenta della guerra. O meglio, questo atteggiamento diventa un moltiplicatore delle necessità di guerra, che possono essere fondate anche su altri motivi molto più prosaici, ma che traggono dal pensiero paranoico la giusta linfa, la motivazione, la giustificazione per infliggere il male. Il paradosso del puritano è usare quel male che voleva apparentemente "estirpare", infliggendo il "male".
questa psicanalisi andrebbe fatta a chi le guerre le dichiara , non a noi. Nessuno di noi si sognerebbe mai di fare una guerra , il problema non è cittadino ma imperialista . Trovo che riguardi , più che il paradosso puritano , una questione di potere. Quando l'Egitto si rimpossessò del canale di Suez non è che francia e inghilterra gli han dichiarato guerra perchè li credeva brutti e cattivi perchè si erano imposti sul "loro"canale.  Ma perchè sapevano che perdere quel canale gli avrebbe fatto perdere molto potere. E infatti fu propio ciò che avvenne. Quando la Russia ha alzato la voce minacciando di schierarsi immediatamente al suo alleato Egiziano (aprendo scenari bellici mondiali) . L'america mica si è alleata con Francia e inghilterra, non era la sua guerra. E gli disse semplicemente di tornare a casa. E in tutto questo non c'è nessuna metafisica, solo  potere. Sulle guerre si può parlare di quale siano gli interessi in ballo. Non credo che la cosa si risolva utilizzando una certa filosofia di vita , o direttamente in uno stile di vita . è un problema che non si riduce in un "pensare bene" , in un "saper vivere" che è saggezza. Perchè appartiene all uomo per intero sia il male che il  bene ed è questo l'unico problema metafisico che io riesca a vedere.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: iano il 18 Settembre 2023, 03:44:04 AM
Citazione di: Jacopus il 13 Settembre 2023, 09:06:44 AMÈ l'atteggiamento del "puritano"(purezza del sangue, purezza della razza, purezza del genere sessuale, purezza della cultura, purezza della lingua, purezza dell'attore - cfr Favino -) il meccanismo che innesca la paranoia violenta della guerra. O meglio, questo atteggiamento diventa un moltiplicatore delle necessità di guerra, che possono essere fondate anche su altri motivi molto più prosaici, ma che traggono dal pensiero paranoico la giusta linfa, la motivazione, la giustificazione per infliggere il male. Il paradosso del puritano è usare quel male che voleva apparentemente "estirpare", infliggendo il "male".

Secondo me il conflitto è fondamentalmente fra individui, e la causa è banalmente  l'individualità, o l'individualismo che però è solo un modo dispregiativo di per dire individualità.
La guerra però riguarda gruppi di individui.
Perchè si verifichi una guerra debbono verificarsi secondo me tre condizioni:
1. Credere nella verità.
2. Credere di possedere una verità.
3. Condividere con altri questo credo.

Possiamo mitigare il conflitto individuale nella misura in cui riusciamo a relativizzare la nostra percezione di essere individui, immedisamandoci con gli altri, senza perciò dover rinunciare alla nostra individualità, cioè senza bisogno di annullarci.
Possiamo evitare la guerra rifiutando la verità?
Si, ma è una risposta troppo semplicistica..
Vale però la pena di rifletterci un poco sopra, piuttosto che gridare al nichilismo..
Anche perchè tutte quelle cose in nome di cui combattiamo, come purezza del sangue, purezza della razza, purezza del genere sessuale, purezza della cultura, purezza della lingua, non stanno in piedi secondo logica, ma solo per fede.
Questo ci dice la logica e se la logica bastasse saremmo quindi quindi a cavallo.
Purtroppo però la logica non ci dice tutto.
Non ci dice da cosa nasca una fede, e quali conseguenze dovremmo sopportare se potendo annullare questa idea di verità con un colpo di bacchetta magica lo facessimo.
Io se potessi non lo farei, perchè non credere nella verità, come io non credo, significa anche non credere nella verità di una non verità.
Non credere nella verità non esclude che io riesca a immedesimarmi in chi vi crede, e in generale che io riesca immedesimarmi negli altri.
Perchè almeno questo lo posso fare.
Partiamo pure per la guerra, ma avendo il coraggio di non far finta di credere che quando vedremo negli occhi il nostro nemico non vedremo noi stessi.
Se io fossi un ucraino non avrei nessuna difficolta a trovare questo coraggio.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: iano il 18 Settembre 2023, 04:23:19 AM
Se io fossi un ucraino non avrei nessuna difficolta a trovare questo coraggio, e ci andrei in guerra senza inventarmi  un Dio che è con me, una patria che essendo un invenzione non esiste, una cultura che non è da difendere, perchè è dalle guerre che hanno messo insieme vinti e vincitori che quella cultura è nata.
Ci andrei con coraggio senza dover ricavare questo coraggio da altro che non sia la mia umanità di individuo.
Seppure la logica non basti, comunque non eviterei di usarla.
In guerra ci andrei senza raccontarmi balle, e ci vuole più coraggio a non raccontarsi balle che per andare in guerra.
Potremmo evitare al meno in tempo di pace di raccontarci tante balle,
di porre fede con troppa facilità a tante balle che non stanno mai logicamente in piedi, per quanto la logica non basti.
Basta con queste patrie, con queste nazioni.
Se la guerra è nella nostra natura assumiamoci le nostre responsabilità di essere quel che siamo.
Chissà che così qualcosa non cambi.
Se per andare in guerra sembra che sia impossibile non raccontarci tante balle, proviamo ad andarci smettendo di raccontarcele.
Proviamo a non morire da ipocriti eroi.
Proviamo a togliere valore ad ogni medaglia.

Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Ipazia il 18 Settembre 2023, 06:51:40 AM
Citazione di: Pio il 14 Settembre 2023, 14:16:14 PM... La metafisica attuale della guerra è la metafisica dell'assenza di morale e la sospensione , legalmente giustificata dal potere, di ogni decenza umana. È  il trionfo della BESTIA metafisica.

Per quanto questa considerazione arricchisca la tesi di Jacopus mi pare si resti sempre sul fenomenologico sovrastrutturale che si avvale  di motivazioni (im)morali per giudicare il massimo crimine contro l'umanità.

Anche in antichità non è che si risparmiassero tanto le popolazioni civili: gli sconfitti venivano tratti in schiavitù, il colonialismo con la scusa "morale" di portare la vera fede, la civiltà, la democrazia, opera da sempre e fino ai giorni nostri per giustificare le sue guerre e intrusioni nelle vite di popoli altri.

Per cui, fatta salva la ferinità naturale dell'animale umano,  cercherei altrove il motore della guerra rispetto alla sovrastrutturale giustificazione metafisica su base "etica".

La guerra è sempre più la prosecuzione dell'economia con altri mezzi e lo è fin dalla guerra di Troia. Oggi gli "altri mezzi" sono semmai pure essi ancora più economici del passato e trainano il pil e la fiction. Ma anche l'Iliade e le apologetiche abramitiche non scherzavano.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: green demetr il 06 Ottobre 2023, 23:56:27 PM
La metafisica è una questione della filosofia non della politica.
In questo si riscontrano invece di nuovo, e come non potrebbe essere altrimenti, le solite tematiche prese a modello dai nazisti in particolare quel famoso e lugubre tema dell'amico-nemico (se uno leggesse gli intenti c'è scritto chiaramente cristianesimo vs ebraismo) spacciato come teologia. (e dunque metafisica...non scherziamo, non è così!)
Questo sta ad indicare persone prese da una furia mortuaria e nemica dell'altro (chiunque esso sia).
Non esiste confronto nella guerra, la guerra è il male, l'iliade è un ammonimento di cosa sia la guerra, non un suo modello.
L'uomo non è un animale, e infatti sa confrontarsi l'una con l'altro.
Cosa è la città?La polis?
Cosa sarebbe l'etica se fossimo animali da condominio?
Queste domande che dovrebbero fare parte dell'humus basico del cittadino sono completamente travisate se non proprio RIBALTATE, sono gli effetti di un fascismo di ritorno. Delle ideologie del tiranno e dei suoi grisi.
In questo senso non esiste alcuna metafisica della guerra.
La metafisica è ciò che eleva, non ciò che distrugge.
Meditate gente, meditate, e tornate a leggere qualche libro della ricca tradizione italiana.Grazie.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Jacopus il 07 Ottobre 2023, 07:21:28 AM
C'è un libro,  Green, che si intitola proprio metafisica della guerra di Evola, che è la controparte speculare di quanto esposto nel mio primo intervento, ovvero la guerra come occasione per "oscurare" il nemico interno, l'ombra del male che ognuno di noi porta con sè. Il riferimento all'Iliade serviva per confrontare la guerra dell'antichità alla guerra moderna, nella quale le modalità di scissione amico/nemico sono ben più potenti che in epoca classica, fino a ridurre il nemico in un'animale, scimmia, morto-vivente, insetto.
Quindi non è questione di non animalità dell'uomo, ma proprio il fatto che la civiltà ha creato meccanismi di pensiero paranoidi, che sono tra i meccanismi principali per l'innesco della violenza, che non necessariamente diventa guerra ma che sempre si usa per gestire il controllo sociale. Quindi, ovvio che la guerra sia il male, ma per interrompere quel male occorre interrogarsi sulla natura dell'uomo (physis) ma anche sui meccanismi culturali che la rendono possibile, andando oltre le ragioni geopolitiche, storiche, economiche pur esistenti e di cui tener conto (metaphysis).
È ovvio che si tratta di una metafora del concetto classico di metafisica. Avrei anche potuto scrivere: " le cause psichiche profonde che contribuiscono a generare le guerre", ma bisogna pur attrarre l'attenzione del "borghese".
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: green demetr il 09 Ottobre 2023, 07:40:35 AM
Citazione di: Jacopus il 07 Ottobre 2023, 07:21:28 AMC'è un libro,  Green, che si intitola proprio metafisica della guerra di Evola, che è la controparte speculare di quanto esposto nel mio primo intervento, ovvero la guerra come occasione per "oscurare" il nemico interno, l'ombra del male che ognuno di noi porta con sè. Il riferimento all'Iliade serviva per confrontare la guerra dell'antichità alla guerra moderna, nella quale le modalità di scissione amico/nemico sono ben più potenti che in epoca classica, fino a ridurre il nemico in un'animale, scimmia, morto-vivente, insetto.
Quindi non è questione di non animalità dell'uomo, ma proprio il fatto che la civiltà ha creato meccanismi di pensiero paranoidi, che sono tra i meccanismi principali per l'innesco della violenza, che non necessariamente diventa guerra ma che sempre si usa per gestire il controllo sociale. Quindi, ovvio che la guerra sia il male, ma per interrompere quel male occorre interrogarsi sulla natura dell'uomo (physis) ma anche sui meccanismi culturali che la rendono possibile, andando oltre le ragioni geopolitiche, storiche, economiche pur esistenti e di cui tener conto (metaphysis).
È ovvio che si tratta di una metafora del concetto classico di metafisica. Avrei anche potuto scrivere: " le cause psichiche profonde che contribuiscono a generare le guerre", ma bisogna pur attrarre l'attenzione del "borghese".
Si sono d'accordo Jacopus, il fatto è che questo voler far discorso borghese per borghesi poi non porta a niente come è successo a me che per vent'anni ho ascoltato con attenzione Cacciari, Galli, Esposito, Sini e persino Agamben(di cui tutt'ora ho piena ammirazione).
Recentemente mi sto focalizzando sul messaggio Platonico. E devo dire che in pochissimo tempo molti nodi che mi erano di difficile soluzione in realtà Platone ne aveva già parlato.
La colpa naturalmente è mia, del mio borghesissimo essermi ritirato a vita privata senza più nessun sforzo intellettuale, e anche del mio amato Nietzche, che Platone lo ha sempre criticato, arrecandomi danno enorme in termini di curiosità intellettuale.
Ora in piena macerie culturale sto cercando di tornare a muovermi...non ti dico la difficoltà, e anche questo è il risultato dell'industria culturale.
Perciò mi perdonerai se sono diventato ancora un pò più rigido. ;)
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: cvc il 21 Ottobre 2023, 09:59:27 AM
Buongiorno. Una delle prime e più profonde ragioni della guerra penso sia la guerra per il territorio, per ragioni intuibili. Il territorio nella sua forma concreta può però avere una corrispondenza astratta nell'ego. A livello astratto l'ego è il territorio di ognuno di noi. L'odio che è il motore della guerra nasce dalla rabbia, che nasce dal fastidio per l'intrusione. Il senso di intrusione nel proprio ego è non assimilazione o problematica assimilazione dell'altro. E' incongruenza fra bisogni degli uni e degli altri. Ciò che poi fa la differenza nella guerra è la natura dei mezzi che si usano per combatterla.
E ciò che domina dentro di noi è un profondo bisogno di pace, ottenibile però soltanto attraverso la guerra. La quale si può definire in molti modi, mentre la pace è solo l'assenza di guerra. La guerra di per sé sarebbe un qualcosa di positivo, non fosse che per ciò che si porta dietro: odio, morte, distruzione.
Sì è pensato di poter evitare la guerra con l'espandersi del commercio. Ma la guerra come l'acqua prende la forma degli ostacoli che incontra.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: green demetr il 24 Ottobre 2023, 00:04:26 AM
Citazione di: cvc il 21 Ottobre 2023, 09:59:27 AMBuongiorno. Una delle prime e più profonde ragioni della guerra penso sia la guerra per il territorio, per ragioni intuibili. Il territorio nella sua forma concreta può però avere una corrispondenza astratta nell'ego. A livello astratto l'ego è il territorio di ognuno di noi. L'odio che è il motore della guerra nasce dalla rabbia, che nasce dal fastidio per l'intrusione. Il senso di intrusione nel proprio ego è non assimilazione o problematica assimilazione dell'altro. E' incongruenza fra bisogni degli uni e degli altri. Ciò che poi fa la differenza nella guerra è la natura dei mezzi che si usano per combatterla.
E ciò che domina dentro di noi è un profondo bisogno di pace, ottenibile però soltanto attraverso la guerra. La quale si può definire in molti modi, mentre la pace è solo l'assenza di guerra. La guerra di per sé sarebbe un qualcosa di positivo, non fosse che per ciò che si porta dietro: odio, morte, distruzione.
Sì è pensato di poter evitare la guerra con l'espandersi del commercio. Ma la guerra come l'acqua prende la forma degli ostacoli che incontra.
La guerra chiama alla guerra. Non esiste alcuna metafisica della guerra. Nessuna guerra viene usata per la pace. La pace è assenza di guerra, ma la guerra viene sempre portata, perchè esistono i signori della guerra. Gente malvagia, che va giudicata come tale. E invece nella modernità buono-malvagio è stato completamente annacquato. Serve un ritorno duro alla morale, che attinga dal reale. E non dall'ideologico come lamentava giustamente sopra Jacopus.
Purtroppo oggi il reale è totale appannaggio della modernità, che non solo lo rende spendibile, ma addirittura lo ribalta (cosi è avvenuto per il covid, così per l'ucraina e cosi per la palestina), tale che oggi il malavagio è bene, e il bene è il malvagio.
Quasi patetico il tentativo di biden di unire russia e palestina. Sul serio? Io non vedo nulla di rilevante a livello filosofico (se non appunto l'uso bieco del concetto di amico-nemico). Al massimo politico (ma pure lì vi sono cose sconcertanti e strategie folli).La filosofia deve dissipare il caos prodotto dalla modernità.
Ho già visto sul libro di scuola di terza elementare. PRIMO distinguere il reale dal fantastico. SECONDO distinguere il bene dal male.
E per questa epoca già arrivare al primo è GRAN COSA.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: cvc il 24 Ottobre 2023, 10:49:54 AM
Buongiorno green. La storia dell'umanità è piena di guerre iniziate per scopi personali e poi legittimate in nome di un bene superiore. Forse la vera domanda da porsi sarebbe se l'uomo scatenerebbe guerre anche in assenza di un possibile guadagno. Finchè c'è un valido (o almeno ritenuto tale) motivo qualsiasi guerra viene giustificata. Però l'aggressività umana si manifesta anche in assenza di validi motivi. Ad esempio si dice che la prima guerra mondiale fosse iniziata per il paradosso della sicurezza. Ognuno si arma più che può per sentirsi sicuro finchè si genera un'escalation per cui ci si trova in guerra senza neanche accorgersene. Il passo successivo è poi quello di trovare il colpevole, colui che ha voluto per primo la guerra.
Anche nei fatti di cronaca si vede sempre più violenza ingiustificata, omicidi per futili motivi, risposte violente esagerate rispetto ai fattori che le hanno causate.
Quasi che se l'uomo non fa la guerra, allora ci pensa la guerra stessa a trascinarcelo dentro. È un assurdo ovviamente, però a volte ho questa impressione.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Ipazia il 24 Ottobre 2023, 11:36:25 AM
Citazione di: Jacopus il 07 Ottobre 2023, 07:21:28 AMC'è un libro,  Green, che si intitola proprio metafisica della guerra di Evola, che è la controparte speculare di quanto esposto nel mio primo intervento, ovvero la guerra come occasione per "oscurare" il nemico interno, l'ombra del male che ognuno di noi porta con sè. Il riferimento all'Iliade serviva per confrontare la guerra dell'antichità alla guerra moderna, nella quale le modalità di scissione amico/nemico sono ben più potenti che in epoca classica, fino a ridurre il nemico in un'animale, scimmia, morto-vivente, insetto.
Quindi non è questione di non animalità dell'uomo, ma proprio il fatto che la civiltà ha creato meccanismi di pensiero paranoidi, che sono tra i meccanismi principali per l'innesco della violenza, che non necessariamente diventa guerra ma che sempre si usa per gestire il controllo sociale. Quindi, ovvio che la guerra sia il male, ma per interrompere quel male occorre interrogarsi sulla natura dell'uomo (physis) ma anche sui meccanismi culturali che la rendono possibile, andando oltre le ragioni geopolitiche, storiche, economiche pur esistenti e di cui tener conto (metaphysis).
È ovvio che si tratta di una metafora del concetto classico di metafisica. Avrei anche potuto scrivere: " le cause psichiche profonde che contribuiscono a generare le guerre", ma bisogna pur attrarre l'attenzione del "borghese".

Quel ridurre l'umano a mediatico spettacolo di immagini di guerra davanti alla cena serale ha un carattere metafisico che non si può ignorare. E' la versione postmoderna della "banalità del male" che prepara un transumanesimo di automi umani programmati non solo al, ma pure dal, computer.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: green demetr il 25 Ottobre 2023, 02:18:18 AM
Citazione di: cvc il 24 Ottobre 2023, 10:49:54 AMBuongiorno green. La storia dell'umanità è piena di guerre iniziate per scopi personali e poi legittimate in nome di un bene superiore. Forse la vera domanda da porsi sarebbe se l'uomo scatenerebbe guerre anche in assenza di un possibile guadagno. Finchè c'è un valido (o almeno ritenuto tale) motivo qualsiasi guerra viene giustificata. Però l'aggressività umana si manifesta anche in assenza di validi motivi. Ad esempio si dice che la prima guerra mondiale fosse iniziata per il paradosso della sicurezza. Ognuno si arma più che può per sentirsi sicuro finchè si genera un'escalation per cui ci si trova in guerra senza neanche accorgersene. Il passo successivo è poi quello di trovare il colpevole, colui che ha voluto per primo la guerra.
Anche nei fatti di cronaca si vede sempre più violenza ingiustificata, omicidi per futili motivi, risposte violente esagerate rispetto ai fattori che le hanno causate.
Quasi che se l'uomo non fa la guerra, allora ci pensa la guerra stessa a trascinarcelo dentro. È un assurdo ovviamente, però a volte ho questa impressione.
Impressione corretta, accendi la tv, ed è subito violenza a tutto andare.
La violenza è normalizzata proprio da chi la violenza la perpetra.
Però direi di tornare ai libri di terza elementare, leggere Fedro.
E poi ne riparliamo.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: green demetr il 25 Ottobre 2023, 02:25:15 AM
Citazione di: Ipazia il 24 Ottobre 2023, 11:36:25 AMQuel ridurre l'umano a mediatico spettacolo di immagini di guerra davanti alla cena serale ha un carattere metafisico che non si può ignorare. E' la versione postmoderna della "banalità del male" che prepara un transumanesimo di automi umani programmati non solo al, ma pure dal, computer.

Di banale nel male non c'è proprio niente, anzi il male è complesso, ed è proprio da pseudo-intellettuali come la Harendt, guarda caso pupilla dei radical chic di sinistra, che vengono continui inviti a non pensare.
Non solo sei stata la prima a parlare di BIAS, l'arma con cui le sinistre radical chic, impongono un pensiero univoco, ma ora persino l'armamentario del discorso sull'uomo macchina.
Attenzione a non farti prendere dalla neo-lingua.
Argomentando, l'ho già fatto mille volte, l'uomo non può essere programmato.
E la scelta di non pensare è una scelta dell'individuo.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Ipazia il 25 Ottobre 2023, 05:40:22 AM
Come insegna Arendt, il male non è radicale perché si limita a distruggere ciò che di radicale esiste, ovvero la vita, alfa e omega di ogni principio etico e metafisico fondato.

Per la sua infondatezza il male si può reggere solo su masse di manovra indottrinate cui è interdetto l'uso della ragione critica, gente il cui unico senso esistenziale è far viaggiare in orario i treni verso Auschwitz o profitti verso Wall Street o bombe verso gli oppressi in rivolta.

Compito che, come ha ben dimostrato una vedette nei media, può essere svolto ancora più efficacemente da macchine finanziarie, abili nel moltiplicare lo sterco di Satana in barba alla dissimulata "profondità" degli economisti in carne ed ossa e della loro scienza. Lo stesso dicasi per la "profondità" della scienza bellica automizzata. E meno male che ogni tanto ci si accorge che i morti, a differenza dei droni, sono umani. Ma sempre meno.

Il nichilismo è la forma evolutiva del male, sempre più banale nella sua robotica virtualità con cinepresa incorporata nel casco e cellulari pronti a banalizzare chi "arranca dentro una fossa" (Claudio Lolli).

Vecchia piccola borghesia ...
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: cvc il 25 Ottobre 2023, 08:41:35 AM
Credo che un difetto di questa società, o forse in generale di tutte quelle in cui si sono compiute le peggiori nefandezze, sia di compiere il male senza averne coscienza. Sentivo tempo fa uno stupratore giustificarsi del suo gesto dicendo che aveva un bisogno, come se ciò che ha fatto fosse un suo diritto. Senza focalizzarsi sull'intellettualismo socratico, credo che si possa per lo meno fare una distinzione fra almeno due tipi di malvagità. Una è quella di chi compie il male sapendo di farlo e lo fa comunque e l'altra quella di chi compie il male credendo di compiere il bene o comunque di non stare facendo nulla di sbagliato. Si potrebbe obiettare che, a prescindere, chiunque compie il male ha una sua giustificazione. In questo caso sarebbe comunque lecito scindere chi si giustifica in buona fede da chi lo fa in cattiva fede. Cosa distingue allora la buona fede dalla cattiva fede? Socrate direbbe la conoscenza del male e del bene. Ovviamente è molto complicato definire cosa siano il bene e il male in termini filosofici perchè ci sono molte correnti filosofiche, ma cosa sono il male e il bene per la nostra società? Banalmente la giustizia sociale, la salute, il rispetto dell'ambiente, la cultura, il soddisfacimento dei bisogni. Ma in realtà dovremmo forse chiederci cosa promuove la nostra società presupponendo che sia il bene e da cosa ci mette in guardia come fosse un male. Ma anche supponendo che ciò che ci propongo i cosiddetti "consigli per gli acquisti", tutti i vari bombardamenti pubblicitari con bigliettini sotto la porta e nella maniglia della portiera dell'auto annessi, la spettacolarizzazione della violenza quotidiana (salvo poi disprezzare gli antichi orrori del Colosseo), anche ammettendo che tutto ciò sia per il bene nostro e della società, rimarrebbe comunque da interrogarsi sulla liceità del mezzo. Forse il bombardamento mediatico rivolto direttamente alla parte inferiore del sistema nervoso è ancora peggio dell'indottrinamento al male. Almeno quello è rivolto alla parte superiore del cervello. Quello può portare ad un cattivo pensare, questo all'astensione dal pensiero.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: iano il 25 Ottobre 2023, 09:04:16 AM
Ho difficoltà a comprendere cosa c'entri la metafisica con la guerra.
O forse comprendo se si parla di metaumanità, cioè del fatto che possiamo fare  guerra solo a chi non  consideriamo del tutto umano, considerazione che può far parte della nostra cultura o da costruire ad arte, pena la perdita di valore dei diritti umani, con conseguente autodistruzione della umanità.
Di fatto è permesso quindi fare guerra solo ai non umani, ai metaumani.

Se assumiamo di vivere letteralmente dentro a delle descrizioni della realtà, potremo dedurne  che la speciazione naturale  potrà avvenire non solo per isolamento geografico, ma anche culturale.
Ne dedurremo quindi che più che esprimere culture diverse noi viviamo dentro culture diverse che possono insistere sullo stesso luogo, mondi diversi sovrapposti, e quando due specie vivono nella stessa nicchia ecologica e nello stesso luogo una elimina l'altra, a meno che non si faccia lo sforzo di relativizzare le culture, distinguendo le descrizioni della realtà dalla realtà.
Si potrà allora convivere pur vivendo in mondi diversi che insistono sulla stessa realtà.
Ogni mondo avrà allora diritto di esistere in modo incontestabile in quanto ognuno per definizione non reale, se non come descrizione della realtà, in piena diversità, e ricchezza di possibilità che non si escludono a vicenda, dove ogni esistenza non dovrà affermarsi come esclusione delle altre.
Credere che il mondo in cui viviamo coincida con la realtà comporta il rischio di radicalizzarsi.
In generale credere che il mondo corrisponda ad una precisa descrizione, quella che fà parte della nostra particolare cultura, nella misura in cui considereremo vitale per noi questa cultura, comporterà una violenza fatta sulla realtà per costringerla a corrispondere alla descrizione che ne facciamo, quando crederemo di rilevare un difetto di corrispondenza.
Se a qualcuno il mondo sembra al contrario, è perchè crede che abbia un giusto verso, e magari perciò riesce a commettere un massacro di bambini con la stessa noncuranza con cui si raddrizza un quadro storto.
I mondi in cui viviamo cambiano.
Una volta vivevamo in un mondo in cui c'era un sopra e un sotto.
Oggi viviamo in un mondo senza sopra e sotto.
Come possiamo fare una guerra in nome di qualcosa che domani sappiamo già perderà il suo valore?
In nome di un dritto e di un contrario?
Se non ci salva il senso del ridicolo cosa potrà salvarci?

Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Ipazia il 25 Ottobre 2023, 19:34:17 PM
Le guerre si fanno per il possesso del territorio, delle materie prime, e delle risorse idriche e agricole. E' sempre stato così. La metafisica della guerra ("sola igiene del mondo", con una padre nobile come Eraclito) e la demonizzazione del nemico sono espedienti ideologici per rafforzare la determinazione dei vari clan belligeranti.

I beni contesi difficilmente perderanno valore ed anzi, in un mondo sempre più popolato e vorace di essi, aumenteranno di valore, per cui ci attende un gioioso futuro di guerra, se non disinneschiamo i clan dal loro esplosivo economico, religioso ed etnico.

Cominciando dalla "Terra Santa" che contiene tutti e tre i tipi in quantità abnorme, circondata da "alleati" sempre col cerino in mano, secondo la emergente metafisica della guerra "per procura" contro nemici sempre più grandi e agguerriti.

Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: green demetr il 25 Ottobre 2023, 22:33:54 PM
Citazione di: cvc il 25 Ottobre 2023, 08:41:35 AMCredo che un difetto di questa società, o forse in generale di tutte quelle in cui si sono compiute le peggiori nefandezze, sia di compiere il male senza averne coscienza. Sentivo tempo fa uno stupratore giustificarsi del suo gesto dicendo che aveva un bisogno, come se ciò che ha fatto fosse un suo diritto. Senza focalizzarsi sull'intellettualismo socratico, credo che si possa per lo meno fare una distinzione fra almeno due tipi di malvagità. Una è quella di chi compie il male sapendo di farlo e lo fa comunque e l'altra quella di chi compie il male credendo di compiere il bene o comunque di non stare facendo nulla di sbagliato. Si potrebbe obiettare che, a prescindere, chiunque compie il male ha una sua giustificazione. In questo caso sarebbe comunque lecito scindere chi si giustifica in buona fede da chi lo fa in cattiva fede. Cosa distingue allora la buona fede dalla cattiva fede? Socrate direbbe la conoscenza del male e del bene. Ovviamente è molto complicato definire cosa siano il bene e il male in termini filosofici perchè ci sono molte correnti filosofiche, ma cosa sono il male e il bene per la nostra società? Banalmente la giustizia sociale, la salute, il rispetto dell'ambiente, la cultura, il soddisfacimento dei bisogni. Ma in realtà dovremmo forse chiederci cosa promuove la nostra società presupponendo che sia il bene e da cosa ci mette in guardia come fosse un male. Ma anche supponendo che ciò che ci propongo i cosiddetti "consigli per gli acquisti", tutti i vari bombardamenti pubblicitari con bigliettini sotto la porta e nella maniglia della portiera dell'auto annessi, la spettacolarizzazione della violenza quotidiana (salvo poi disprezzare gli antichi orrori del Colosseo), anche ammettendo che tutto ciò sia per il bene nostro e della società, rimarrebbe comunque da interrogarsi sulla liceità del mezzo. Forse il bombardamento mediatico rivolto direttamente alla parte inferiore del sistema nervoso è ancora peggio dell'indottrinamento al male. Almeno quello è rivolto alla parte superiore del cervello. Quello può portare ad un cattivo pensare, questo all'astensione dal pensiero.
La conoscenza del bene e del male, non è forse questa la grande eredità data dai Greci all'occidente?
Pensatori eccelsi come l'intera Grecia Antica, ma di cui il sommo era Platone, e solo Platone.
Boezio, Agostino, Dante tutti nomi completamente assenti dalle nostre menti ormai appiattite a considerazioni al massimo antropologiche, o come vorresti tu cvc, meramente sociali.
Certo la modernità è il grande appiattitore, dall'illuminismo al marxismo, questi grandi pensieri, si sono rivelati essere i grandi piallatori della coscienza umana.
E' nella coscienza umana, che la teodicea comincia a prendere forma.
L'incapacità di pensare Dio, è in ultima istanza la trave che sta nell'occhio dei so tutto io, della modernità, dei giovani rampolli della nuova illuminazione.
Purtroppo io nell'ultimo ventennio, ok, venticinquennio, mi sono appiattito ai grandi psicologi della nostra epoca, dalla grande letteratura dell'800 a Nietzche.
E' tanto, ma oggi mi sono accorto che non è abbastanza, e anzi ho seguito tanti autori che non hanno MAI avuto veramente alcunchè da insegnare.
Un pò tardi, ma ok, leggiamo Platone e Fedro per chi è proprio agli inzi, torniamo alla terza elementare e rifondiamo il nostro modo di pensare, perchè ci siamo persi di brutto. :D
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: cvc il 26 Ottobre 2023, 08:39:20 AM
Ok green ho recepito il messaggio, tornerò alle elementari 😊. Scherzi a parte sono consapevole del solco che separa me (la mia pigrizia) da chi ha un'autentica passione per la lettura come te e altri e, anzi, ti ringrazio per la pazienza e in realtà cerco di limitarmi a scrivere cose che penso di poter scrivere senza troppi errori.
Sono d'accordo che il male delle nuove generazioni sia di non riuscire più a pensare a Dio. In questo credo c'entri  molto la cattiva reputazione che si è fatta la religione di bastone fra le ruote della scienza, del progresso (o del progressismo) in generale. Si è perso il senso del sacro, tutto si può sdoganare e ciò che viene venerato oggi sarà infangato domani. Tutto cambia in fretta, troppo in fretta. Hadot spiega come nel giudicare la filosfia antica si sia sottovalutato il passaggio dall'oralità alla scrittura (da Socrate a Platone se si vuole), grande rivoluzione tecnologica ante litteram. Ora lo sviluppo tecnologico rende sempre più difficile comparare l'oggi col domani perchè l'oggi è sempre più differente da ieri. Perchè si tramandi qualcosa di generazione in generazione occorre che abbiano qualcosa in comune. I semi della saggezza devono essere piantati sullo stesso terreno. Occorre identificare qualcosa di immutabile nella natura umana perchè l'umanità nel suo sviluppo storico possa creare un nesso fra le generazioni che si susseguono. Solo la filosofia può creare questo nesso e senza questo nesso non può esserci la filosofia. In questo senso forse la filosofia è la più umana delle scienze, ma alla filosofia senza Dio manca qualcosa, manca il collante fra le varie categorie.
Forse il pericolo maggiore è che il senso del sacro latente nell'uomo, in assenza di Dio, venga dirottato verso se stesso. Un individuo creatore della propria morale e disposto a cambiarla in base alle circostanze. Un individuo, questo, certamente incline alla guerra ed alla violenza in generale.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Ipazia il 26 Ottobre 2023, 10:21:18 AM
La filosofia teista ha creato argomenti del tipo:

"Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi."

"Si brucia il corpo dell'eretico dopo il suo pentimento per impedirgli di ricadere in tentazione e salvargli l'anima"

"Se la bibblioteca di Alessandria contiene cose contrarie al Corano va distrutta; se dice le stesse cose è superflua e va distrutta ugualmente"

Il bestiario potrebbe proseguire a lungo e le guerre sante e jihad ne sono una straripante Treccani.

Di cui l'aforisma di Weingerg è la sintesi.

https://www.frasicelebri.it/frasi-di/steven-weinberg/
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: cvc il 26 Ottobre 2023, 10:37:50 AM
Citazione di: Ipazia il 26 Ottobre 2023, 10:21:18 AMLa filosofia teista ha creato argomenti del tipo:

"Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi."

"Si brucia il corpo dell'eretico dopo il suo pentimento per impedirgli di ricadere in tentazione e salvargli l'anima"

"Se la bibblioteca di Alessandria contiene cose contrarie al Corano va distrutta; se dice le stesse cose è superflua e va distrutta ugualmente"

Il bestiario potrebbe proseguire a lungo e le guerre sante e jihad ne sono una straripante Treccani.

Di cui l'aforisma di Weingerg è la sintesi.

https://www.frasicelebri.it/frasi-di/steven-weinberg/

Un ateo epicureo come Giulio Cesare mi pare abbia compiuto discreti danni nelle gallie per il proprio prestigio personale. Concordo nel condannare tutti i crimini perpetrati da tutte le religioni in nome di Dio.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Ipazia il 26 Ottobre 2023, 11:05:15 AM
Tralasciando i fenici e i sacrifici umani, direi che anche in epoca moderna la religione, piuttosto che limitare la ferinità animale, la potenzia ed offre alibi alla barbarie più orrenda.

I conflitti oggi più insanabili, che lasciano un residuo di odio nei superstiti, sono quelli a forte componente religiosa: Irlanda, Yugoslavia, Israele-Palestina, Iraq,...

La guerra religiosa ha l'aggravante insuperabile della demonizzazione del nemico. E di fronte a Satana, non si fanno prigionieri.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: cvc il 26 Ottobre 2023, 11:44:50 AM
Non posso darti torto. Però non ridurrei il discorso su Dio a questo. Credo esistano diverse inclinazioni umane. Alcuni hanno bisogno di percepire un'entità superiore e altri non ne hanno affatto. La filosofia dovrebbe prescindere da questo. Nemmeno Epicuro negava l'esistenza di Dio, solo pensava che non s'interessasse delle vicende umane. Socrate che viene spesso indicato come precursore del Cristianesimo non negava che la morte potesse essere un sonno senza sogni.
 Può esserci un mondo con Dio, può esserci un mondo senza Dio. Sia il credente che l'ateo credo abbiano bisogno di nutrirsi almeno un pò del dubbio.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: Ipazia il 26 Ottobre 2023, 20:08:05 PM
Non riduco il discorso su Dio alle guerre di religione. Osservo solo che la religione, in barba al suo etimo, è storicamente più divisiva che unificante. L'umanesimo ateo è più inclusivo, perchè non pone paletti religiosi tra fedeli e infedeli. Questo non risolve la questione, perchè i paletti economici e politici pesano assai di più, ma almeno si alleggerisce la palizzata.

Dio non so da che parte stia e sinceramente, visto il comportamento dei credenti, non ne sento alcun bisogno spirituale, a completamento della mia vita. Il dubbio l'ho esercitato per uscire dalla religione e non ho avuto altre occasioni di dubitare che sia meglio tornarci. E' un bisogno già soddisfatto. Fino a prova contraria.
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: green demetr il 28 Ottobre 2023, 01:32:17 AM
Citazione di: cvc il 26 Ottobre 2023, 08:39:20 AMForse il pericolo maggiore è che il senso del sacro latente nell'uomo, in assenza di Dio, venga dirottato verso se stesso. Un individuo creatore della propria morale e disposto a cambiarla in base alle circostanze. Un individuo, questo, certamente incline alla guerra ed alla violenza in generale.
Intedevo torniamo TUTTI alle elementari, io compreso.
Va rivista da capo l'etica a partire dai danni del moderno, che sono, per iniziare la confusione sulla realtà dei fatti, e per proseguire l'indistinzione tra bene e male.
In realtà in Platone fin dai primi 2 dialoghi le cose sono più ricche tematicamente.
Molte cose sono da pensare, e magari fossi uno a cui piace leggere!!!Sono una bestia. ;)
Titolo: Re: Metafisica della guerra
Inserito da: green demetr il 28 Ottobre 2023, 01:36:39 AM
Citazione di: Ipazia il 26 Ottobre 2023, 20:08:05 PMNon riduco il discorso su Dio alle guerre di religione. Osservo solo che la religione, in barba al suo etimo, è storicamente più divisiva che unificante. L'umanesimo ateo è più inclusivo, perchè non pone paletti religiosi tra fedeli e infedeli. Questo non risolve la questione, perchè i paletti economici e politici pesano assai di più, ma almeno si alleggerisce la palizzata.

Dio non so da che parte stia e sinceramente, visto il comportamento dei credenti, non ne sento alcun bisogno spirituale, a completamento della mia vita. Il dubbio l'ho esercitato per uscire dalla religione e non ho avuto altre occasioni di dubitare che sia meglio tornarci. E' un bisogno già soddisfatto. Fino a prova contraria.
La religione non può essere appiattita ai sermoni e ai lavaggi di cervello di certi chiese estremiste. Compreso l'Islam che è una grande religione e che senza di essa non capiremmo l'occidente per intero. Non a caso si parla dei 3 monoteismi.
Se la genta la smettesse di NON usare la ragione, torneremmo alla grande cultura meditarranea.