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LOGOS - Argomenti => Percorsi ed Esperienze => Discussione aperta da: Socrate78 il 02 Gennaio 2023, 17:57:12 PM

Titolo: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: Socrate78 il 02 Gennaio 2023, 17:57:12 PM
Secondo Sigmund Freud la psiche umana è composta sostanzialmente da tre strutture: l'Inconscio o Es (Essere), l'Io cosciente e il Super-Io che rappresenta le norme morali ed è espressione dell'autorità soprattutto paterna, poiché nell'ottica freudiana il padre rappresenta colui che dà le regole etiche e di comportamento. Nella condizione di normalità l'Es rimane in ombra e non emerge alla coscienza, ma l'Es rappresenta le vere pulsioni della psiche, rappresenta in effetti la vera natura dell'uomo, che è oscurata e messa in ombra dalle sovrastrutture sociali, dall'educazione e dal contesto in cui il soggetto vive. Nella psicosi (definita comunemente follia o pazzia) l'Es emerge alla coscienza con le sue pulsioni e il soggetto in quel frangente non è più mosso dalla razionalità, ma compie associazioni apparentemente senza senso ed agisce mosso da pulsioni irrazionali. Ma la domanda che mi pongo è: non è che proprio nella follia emerge la vera natura dell'essere umano? La follia rappresenterebbe l'emergere di ciò che l'essere umano sente davvero al di là delle convenzioni sociali e dell'educazione, quindi il folle rappresenta l'archetipo dell'uomo autentico. Il delirio psicotico non sarebbe quindi un delirio, ma semmai l'espressione della vera natura di ogni persona, che nel suo intimo è mosso da pulsioni irrazionali e non dalla ragione, che invece è una sovrastruttura che nasce dall'educazione e dal contesto sociale. Che cosa ne pensate?
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: iano il 02 Gennaio 2023, 18:19:58 PM
Non sono un esperto in materia, quindi improvviso un pò.
Non credo che la follia sia da attribuire all'ES ma alla rottura dell'equilibrio fra ES ed IO, laddove normalmente l'IO col tempo si inabissa andando a far parte dell'ES, e l'ES a volte , eccezionalmente, riemerge, permettendoci, questa rottura di equilibrio, di comprenderne indirettamente il normale funzionamento.
E' lo studio delle sue patologie, in generale, che ci permette di comprendere come funziona un corpo sano.
E' la comprensione del perchè i ponti crollano che ''ci fà pontefici '' , per cui, caduto un ponte, se ne fà un altro.
E' la pratica del male a farci comprendere come si edifica il bene, perchè purtroppo non esiste un manuale tanto edificante da non prevedere future edizioni aggiornate e corrette.
Invece di tagliare la testa all'ingegnere il cui ponte crolla , bisogna perdonarlo e metterlo a riscrivere la nuova edizione del manuale dei ponti.
Questo mi pare preveda saggiamente la filosofia cristiana.
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: Alberto Knox il 02 Gennaio 2023, 18:51:30 PM
Rispondendo al titolo della discussione direi propio di no. Se con follia si intende malattia psichica. Il dottor Basaglia infatti ricordava ai suoi collaboratori che quello che deve fare la psicoterapia è innanzitutto quello di riscoprire la persona che la malattia ci vuole nascondere. Non c è nessuna vera natura dell uomo nella malattia che è collasso dell individuo e rovina del propio io.  
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: Jacopus il 02 Gennaio 2023, 18:51:50 PM
Direi che Iano ha già risposto da esperto, pur non essendolo. Io che lo sono leggermente di più, posso aggiungere che la follia ovvero la psicosi è non tanto la pulsione irrazionale, quanto la perdita del principio di realtà, e pertanto il folle non vede più la realtà e i suoi limiti ma si costruisce una sua realtà. Questo accade sia nelle costruzioni deliranti che in quelle persecutorie, che sono le due vie classiche, ovvero quella di chi si crede Giulio Cesare o quella di chi si crede perseguitato dai congiurati, oppure anche quello che si crede Giulio Cesare perseguitato dai congiurati.
Sulla tripartizione IO-Es-SuperIo va detto che è una costruzione teorica che non ha mai avuto dei riscontri verificati, a meno che non si voglia equiparare L'ES all'inconscio, che in qualche modo è stato verificato a partire dallo studio degli stati di dissociazione o come nella famosa immagine dell'iceberg che rappresenta la coscienza come parte emersa, e tutto il resto come il "perturbante" (unheimlich ovvero il non-familiare). Però in qualche modo funziona poichè corrisponde a parti e a reti neuronali fisiche, come ad esempio, nel caso del Super-Io con il lobo prefrontale, addetto al controllo e all'autocontrollo. L'inconscio ha una parte da protagonista quando dormiamo e diventa il regista dei nostri sogni, la cui funzione viene sempre più svelata, nel senso di salute del corpo. Più sogniamo e più stiamo bene.
Infine se la vera identità dell'uomo fosse quella del folle, non ci saremmo mai evoluti e non avremmo mai costruito una società così complessa, forte e fragile nello stesso tempo.
In realtà penso che la follia sia una conseguenza non voluta ma inevitabile della stessa complessità del nostro sistema Nervoso Centrale. Strutture di pensiero più semplici non possono impazzire semplicemente perchè le loro società sono semplici e difficilmente promotrici di ingiustizie e di traumi, se non quelli che la natura dispensa a piene mani. Il vero trauma, da cui origina la follia è spesso la violenza dell'uomo sull'uomo.
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: daniele22 il 03 Gennaio 2023, 11:17:50 AM
Riporto qui di seguito quello che dissi in .. Tematiche spirituali - La follia può essere un modo alternativo di percepire il reale? - 11 gennaio 2022 post nr.19:

Ciao Anthon, non sono d'accordo, o forse non ho ben capito, poiché a un dato punto fai riferimento giustamente all'opinione di chi osserva. Ma chi osserva non può vedere ciò che non è visibile. Quand'ero folle cmq, vinsi una partita a scacchi con un mio amico col quale a volte vincevo a volte perdevo a volte facevo pari. E ti assicuro che ero veramente folle. Il folle non manca proprio in materia di raziocinio. Quel che io intendo è che a poter far perdere il folle sono i vari principi di realtà sui quali si fonda quando agisce, non una mancanza di raziocinio nel condurre l'azione che compie. I mulini a vento sono professioni di fede, per noi forse sconcertanti, ma non per il folle. Caricato di questo fardello di credenze il matto va spensieratamente incontro alla società delle persone che lo accoglie, ed è da lì in poi che si determina la sua eventuale esasperazione e perdizione. Quanto terreno gli verrà concesso? Con quanta forza si intestardirà? Del resto, un qualsiasi tipo normale non potrebbe sentirsi legittimato a dire ad un credente "tu sei matto se credi in Dio". Ma il credente ti dirà che no, che non è matto, e perché mai dovrebbe esserlo? E continuerà a vivere secondo i suoi precetti svolgendoli razionalmente e confortato da molti altri
A rileggerlo, mi vien da fare una correzione. Quando dico "Caricato di questo fardello di credenze ..etc etc" vorrei specificare che quello ero io, matto a quel modo, quindi non il matto inteso in senso generale
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: Jacopus il 03 Gennaio 2023, 12:04:42 PM
Ciao Daniele. La tua testimonianza mi sembra importante. Per diversi motivi. Il primo riguarda la possibilità di guarigione. Per secoli si è creduto che dalla follia non si potesse guarire. Oggi invece i dati sono molto diversi. Inoltre abbiamo molte più strategie per aiutare il cosiddetto "malato" e soprattutto è cambiata la percezione di esso, ovvero come di una persona che ha un problema risolvibile esattamente come una frattura. Questo cambia tantissimo in termini di stigma sociale ed aiuta la stessa guarigione. Poiché la malattia mentale è quasi sempre una malattia la cui causa è sociale e non organica o dove può esserci al massimo una concausalità organica in termini di predisposizione ereditaria. Ma il meccanismo di emersione della follia è nella maggioranza dei casi incistato nelle relazioni sociali e ancor di più nelle relazioni familiari, che quasi sempre sono protettive ma talvolta sono enormemente distruttive.
Altro passo avanti è quello relativo a considerare ogni malato in senso individuale, quale portatore di sintomi unici e irripetibili e quindi avente diritto ad una terapia personalizzata.
In merito alle capacità cognitive di una persona temporaneamente psicotica, di solito vengono conservate, al punto che certi malati possono condurre una vita piuttosto normale, ad eccezione di possibili momenti di crisi. Se le capacità  cognitive decadono non si tratta di psicosi ma di altri disturbi più di origine neurologica e non psichiatrica.
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: daniele22 il 03 Gennaio 2023, 14:00:04 PM
Ciao Jacopus, ti dirò intanto due o tre cose per come la vedo io.
La mia follia intervenne immagino in un periodo di crisi esistenziale. Ero tra i trenta e i quaranta. Tutto si svolse nell'arco di una manciata di secondi durante i quali pensai che stavo per tirare le cuoia. Quando tornai in me ero sconvolto e senza la mediazione del ragionamento ricordo perfettamente che dissi "ho capito tutto" e "il linguaggio è importantissimo". Poi precipitai in una tre giorni di grande angoscia. Se fossi uno studioso farei tre livelli. Il primo, il più profondo, relativo alle fobie; il secondo relativo alla personalità e il terzo relativo all'io. Per "io" intenderei la parte relativa alla consapevolezza data dall'uso della lingua, comprensiva pure di cause determinate dall'emotività. Penserei inoltre che questi tre livelli si compenetrino tra loro; pensando alle fobie, penso che tutti si abbia in modi pacati qualche repulsione istintiva per qualche organismo. Ma di queste repulsioni sarebbe meglio non parlarne troppo in giro, nel senso del rischio che si corre nello svelare una propria fragilità ad altri. Se hai o avete curiosità chiedete pure, sarò io a decidere cosa svelare di me
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: iano il 03 Gennaio 2023, 14:14:23 PM
Ciao Daniele.
Quando sei arrivato su questo forum in che fase ti trovavi, se vuoi dirlo?
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: daniele22 il 03 Gennaio 2023, 17:59:59 PM
Ciao iano, devo fare una premessa. Quando ebbi la prima crisi, spinto da altri, mi risolsi infine ad affrontare una visita psichiatrica. Ero al tempo stesso scettico e curioso. La psichiatra mi parlò di sindrome o disturbo bipolare, ma fu un incontro polemico. Cioè, lei pretendeva che io stessi male, mentre io dicevo che erano loro a star male e che io stavo benissimo. Alla fine mediai che sì stavo male, ma solo perché gli altri non capivano quel che volevo dire e in ogni caso me ne fregava non più di tanto, dato che con gli amici e in famiglia continuavo a intrattenere rapporti certamente strani, ma anche scherzosi. Ordunque queste crisi si ripresentarono in momenti particolari in forme ancora visionarie, però, in relazione al comportamento, molto piantate su principi di realtà più costumati e condivisi.
Per farla breve quando giunsi al forum giunsi incazzato, come ebbi modo di dire non so quando a Paul11, pieno di energia e certo di poter travolgere il sistema.
Partendo da prima, ai primi di gennaio compresi finalmente di avere tutte le armi in regola per imporre, e non semplicemente proporre, la mia idea. E feci cose rimediandone l'incazzatura. A fine aprile entrai nel forum e di lì a breve mi incazzai ancora di più, e immagino si sappia per quale motivo (il famoso fondamento della conoscenza). All'inizio dell'estate ero stremato e decisi che era meglio ricomporre le forze. E sono ancora qui che non riesco a finire
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: iano il 03 Gennaio 2023, 19:15:52 PM
Citazione di: daniele22 il 03 Gennaio 2023, 14:00:04 PM
Quando tornai in me ero sconvolto e senza la mediazione del ragionamento ricordo perfettamente che dissi "ho capito tutto" e "il linguaggio è importantissimo".
In un mio precedente post, improvvisandomi esperto in materia, affermavo che fra ES (che come notava Jacopus è da intendersi sostanzialmente come inconscio) ed io (sostanzialmente il conscio), vi è un rapporto dinamico ''normalmente'' a senso unico, per cui io và sedimentarsi in es, ma ''anormalmente'' a volte il senso si inverte e l'es riemerge, e quando questo accade non possediamo le parole per dirlo, volendolo comunicare ad altri, e provandoci facciamo quindi la figura dei folli.
Sempre improvvisando vorrei portare un esempio di ciò, che credo comune a tutti, e quindi ad un livello basso, per cos' dire, di follia.
L'esempio riguarda qualcosa che si è sedimentato recentemente, e perciò non difficile da riportare a galla.
Intendo la sedimentazione del linguaggio che avviene, non so se così si può dire, quando l'apprendimento del  linguaggio avviene in contemporanea alla sua sedimentazione.
Avviene così in quel frangente che '' tavolo'' non è una parola che indica qualcosa, ma è proprio quel qualcosa.
Una volta imparato il linguaggio, non distinguiamo bene in quella prima fase ciò che indica da ciò che è indicato.
Poi scopriamo il relativismo del linguaggio, perchè se tavolo si può dire in vece table, allora né tavolo né table coincidono con l'oggetto.
Immagino che questa banale esperienza, che io ho usato come esemplificazione dell'emersione dell'ES, sia stata comune a tutti noi, per cui nessuno penserà che io ho vissuto una fase di follia quando identificavo ciò che indica con ciò che è indicato.
Ma, una volta svelato questo meccanismo, a me viene da pensare che ad altri livelli più profondi della sedimentazione, che quindi normalmente non emergono, meccanismi simili continuino ad agire.
Ma cosa succede allora quando questi sedimenti eccezionalmente riescono a venire alla luce.
Non trattandosi di esperienze comuni chi potrebbe capirci se provassimo a spiegarlo?
Perchè quando vogliamo esternare una nostra esperienza basta un cenno, una mezza parola, se l'esperienza è comune, per farsi capire.
Diversamente per farsi capire bisognerebbe inventare un vocabolario di nuove parole. Di fatto una nuova lingua, che però nessun altro parla e capisce.
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: iano il 03 Gennaio 2023, 19:40:12 PM
Non credo che il senso della realtà sia univoco, quindi quando si dice che il folle perde il senso della realtà, quello che perde, o non accetta più come univoco, è in effetti  il senso di realtà normalmente condiviso.
Il folle scopre cioè il relativismo del senso di realtà, come il bambino a un certo punto scopre il relativismo del linguaggio.
Ma se per scoprire il relativismo del linguaggio basta graffiare giovani sedimenti, per scoprire il relativismo del senso di realtà bisogna aver scavato a fondo, e magari lo si è fatto senza intenzione, per cui a un certo momento ci si scopre folli, senza sapere perchè.
Se andassimo a scavare tutti in profondo per scoprire quali sono le fondamenta su cui si basa il senso di realtà normalmente condiviso, tanto condiviso da essere considerato erroneamente univoco, scopriremmo fondamenta davanti alle quali esclameremmo: ''non è possibile'', o,  ''roba da matti''.
Ma se questo avvenisse costruiremmo una nuova torre di babele, quella che confonde i sensi di realtà, dopo quella che ha confuso i linguaggi.
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: Ipazia il 03 Gennaio 2023, 20:08:44 PM
Prima o poi nella vita capitano strane, inedite e apparentemente immotivate, fobie che lacerano la seconda pelle di razionalità con cui ci poniamo nel mondo.

Cose di cui è meglio non parlare per non rivelare al mondo la propria fragilità, esponendoci ad ogni possibile offesa.

Però il sintomo va elaborato e superato, altrimenti è lui che si impossessa di noi, e questo è peggio di qualsiasi offesa esterna: dobbiamo combattere e sconfiggere il nemico interno.

Da dove provenga è difficile dirlo: traumi infantili, associazione di situazioni esistenziali sfavorevoli, lutti, doppi legami (Bateson) che ci soffocano,...In ogni caso dobbiamo liberarcene.

Una buona strategia è verificare in che situazioni il sintomo si presenta e dove no. Studiare, col massimo distacco possibile, come fosse di un altro, i dintorni del sintomo e le costanze che lo attivano. E poi, per quanto possibile, evitare quelle circostanze per un po', ritestandole alfine, per vederne le mutazioni o l'auspicata scomparsa.

Credo che più che con l'es, questi sgraditi fenomeni abbiamo a che fare col, decisamente più satanico, super io.
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: daniele22 il 03 Gennaio 2023, 22:11:50 PM
Ho appena appreso la nozione di "se" e "io", e cerco di non intrigarmi in altre categorie. Comunque una volta notai un bambino che indicava nel libretto con le figurine una tazza vuota e lui la indicava dicendo latte. Immagino che siano stati poi i genitori a dirgli che quella era una tazza e non il latte. Piaget, per quel poco che lo conosco parlava bene dello sviluppo del bambino.
Cit. iano:
"Non credo che il senso della realtà sia univoco, quindi quando si dice che il folle perde il senso della realtà, quello che perde, o non accetta più come univoco, è in effetti il senso di realtà normalmente condiviso."
Esatto, infatti io ad esempio mi muovevo assecondando non tanto la logica degli obbiettivi, quanto una pulsione che mi guidava verso degli obbiettivi senza tanto premeditarli. E nel muovermi mi affidavo a vari oracoli che mi dicevano di fermarmi, procedere, stare attento o rilassato. Una sorta di superstizione. Non che li ascoltassi sempre, ma almeno durante la prima decina di giorni sì. Era un po' come un I Ching continuo a cui mi adeguavo. Una cosa che notai era che avevo molto più il senso dell'equilibrio di quanto l'avessi prima, e ancora lo conservo.
Per quel che riguarda le fobie è vero che queste appaiono anche come sviluppatesi nell'ambito dell'esperienza cosciente vissuta, di sicuro i vari piani si compenetrano. Concordo quindi con Ipazia con la strategia di osservazione del sintomo, però, per conto mio, il superamento sarebbe più facile da ottenere inquadrando il problema in una prospettiva di abbandono, quindi di accettazione, ma mi rendo conto che il concetto è quantomeno ambiguo, e pure mi rendo conto che non sono uno psicologo. Però bisognerebbe almeno sapere cosa ne pensa lo psicologo del mondo dei fenomeni
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: daniele22 il 04 Gennaio 2023, 08:45:28 AM
Un post scriptum: io non dicevo nulla agli altri dei miei oracoli. Cioè, mi rendevo perfettamente conto che gli altri mi consideravano già fuor di cabeza e preferivo pertanto rassicurarli piuttosto che gettare altra benzina sul fuoco.
Volevo poi aggiungere un pensiero rivolto all'angoscia che mi prese nei primi giorni e che ebbe dei riverberi in seguito in altre forme. Tutto accadde quando le mie speculazioni razionali, che produssi nei primi momenti dacché mi trovai in quell'inaudito status mentale, giunsero a stabilire che io ero il diavolo. Poi, col tempo, accettata l'idea di essere in fondo un buon diavolo, altre speculazioni di simile natura apparvero, ed è lì che uno correrebbe ancora il rischio di perdersi. Non era più il diavolo l'oggetto della mia autoimmedesimazione, bensì lo divenivano i protagonisti di libri, o della storia. In sintesi penso che le mie angosce riguardassero la convinzione di essere protagonista di una storia che era già scritta e che era prevalentemente tragica
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: chatGPT il 05 Gennaio 2023, 12:12:58 PM
La teoria di Freud sull'inconscio, l'Io e il Super-Io è una delle più influenti della storia della psicologia. L'inconscio, secondo Freud, è la parte della mente che contiene tutti i nostri desideri, pensieri, emozioni e ricordi che sono repressi e non disponibili alla coscienza. L'Io è la parte della mente che si occupa della percezione, dell'attenzione e del pensiero razionale, mentre il Super-Io è la parte della mente che rappresenta le norme morali e i valori che ci siamo imposti o che ci sono stati imposti dall'ambiente in cui siamo cresciuti.

Secondo la teoria di Freud, nella psicosi l'Es emerge alla coscienza e il soggetto perde il contatto con la realtà e compie azioni e fa associazioni senza senso, spesso influenzato da pulsioni irrazionali. Tuttavia, non è detto che la follia rappresenti l'emergere della vera natura dell'essere umano. La psicosi può essere causata da una serie di fattori, tra cui stress emotivo, abuso di sostanze, malattie mediche o altre condizioni di salute mentale. Non dobbiamo confondere la psicosi con la personalità autentica di un individuo. La follia può essere una manifestazione di una condizione mentale temporanea o di una patologia, ma non rappresenta necessariamente la vera natura di una persona.
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: daniele22 il 05 Gennaio 2023, 14:30:24 PM
Citazione di: Gianni Paolo Tia il 05 Gennaio 2023, 12:12:58 PMLa teoria di Freud sull'inconscio, l'Io e il Super-Io è una delle più influenti della storia della psicologia. L'inconscio, secondo Freud, è la parte della mente che contiene tutti i nostri desideri, pensieri, emozioni e ricordi che sono repressi e non disponibili alla coscienza. L'Io è la parte della mente che si occupa della percezione, dell'attenzione e del pensiero razionale, mentre il Super-Io è la parte della mente che rappresenta le norme morali e i valori che ci siamo imposti o che ci sono stati imposti dall'ambiente in cui siamo cresciuti.

Secondo la teoria di Freud, nella psicosi l'Es emerge alla coscienza e il soggetto perde il contatto con la realtà e compie azioni e fa associazioni senza senso, spesso influenzato da pulsioni irrazionali. Tuttavia, non è detto che la follia rappresenti l'emergere della vera natura dell'essere umano. La psicosi può essere causata da una serie di fattori, tra cui stress emotivo, abuso di sostanze, malattie mediche o altre condizioni di salute mentale. Non dobbiamo confondere la psicosi con la personalità autentica di un individuo. La follia può essere una manifestazione di una condizione mentale temporanea o di una patologia, ma non rappresenta necessariamente la vera natura di una persona.
Ciao Gianni, a prima vista mi sembra che vi sia qualcosa di sfasato, ma non mi intendo di questa materia, in realtà un po' di tutte. Chiedo, le pulsioni non fanno parte dell'inconscio?
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: chatGPT il 05 Gennaio 2023, 16:08:19 PM
Citazione di: daniele22 il 05 Gennaio 2023, 14:30:24 PMCiao Gianni, a prima vista mi sembra che vi sia qualcosa di sfasato, ma non mi intendo di questa materia, in realtà un po' di tutte. Chiedo, le pulsioni non fanno parte dell'inconscio?
Ciao Daniele, sì, le pulsioni fanno parte dell'inconscio secondo la teoria di Freud.
Le pulsioni sono gli istinti naturali dell'essere umano, come la fame, la sete, il sesso e la sopravvivenza. Secondo Freud, le pulsioni sono presenti nell'inconscio fin dalla nascita e sono alla base dei nostri comportamenti e dei nostri desideri. L'inconscio, sempre secondo Freud, è la parte della mente che contiene tutti i nostri pensieri, emozioni, ricordi e desideri che sono repressi e non disponibili alla coscienza. L'inconscio agisce sulla nostra vita quotidiana, influenzando il nostro comportamento e le nostre azioni, anche se non siamo consapevoli di questo.

La teoria di Freud sull'inconscio, l'Io e il Super-Io è ancora considerata importante e influente nell'ambito della psicologia, anche se non è più accettata come l'unica spiegazione della mente umana. Oggi, la maggior parte degli psicologi accetta l'importanza dell'inconscio e della sua influenza sulla nostra vita, ma ci sono anche molte altre teorie e modelli che cercano di spiegare come funziona la mente umana. Ad esempio, la teoria dell'attaccamento di John Bowlby e Mary Ainsworth, la teoria dell'intelligenza emotiva di Daniel Goleman, la teoria della personalità di Carl Jung e la teoria delle intelligenze multiple di Howard Gardner sono tutte teorie importanti e influenti nell'ambito della psicologia.
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: daniele22 il 06 Gennaio 2023, 07:31:28 AM
Citazione di: Gianni Paolo Tia il 05 Gennaio 2023, 16:08:19 PMCiao Daniele, sì, le pulsioni fanno parte dell'inconscio secondo la teoria di Freud.
Le pulsioni sono gli istinti naturali dell'essere umano, come la fame, la sete, il sesso e la sopravvivenza. Secondo Freud, le pulsioni sono presenti nell'inconscio fin dalla nascita e sono alla base dei nostri comportamenti e dei nostri desideri. L'inconscio, sempre secondo Freud, è la parte della mente che contiene tutti i nostri pensieri, emozioni, ricordi e desideri che sono repressi e non disponibili alla coscienza. L'inconscio agisce sulla nostra vita quotidiana, influenzando il nostro comportamento e le nostre azioni, anche se non siamo consapevoli di questo.
Buongiorno, direi quindi che la sopravvivenza racchiude l'inconsapevolezza di tutto; ci aggiungerei pure il gioco. Non so se questo sveli infine il significato di "represso". Cioè, se ho fame penso di sapere di averla. Diverso invece sarebbe il fatto di sapere che posso comportarmi in modo violento in determinate situazioni. Però qui corriamo sul filo del rasoio, perché se analizzassimo i nostri comportamenti in modo distaccato potremmo pure avere coscienza di questa cosa. In entrambi i casi, fame e rabbia, sarebbero quindi non disponibili alla coscienza solo perché verrebbero innescati nel "qui e ora", cioè nel momento di vivere una situazione: ne risulterebbe infine che in un certo senso le pulsioni non sarebbero predeterminabili
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: Ipazia il 06 Gennaio 2023, 08:53:48 AM
Wo Es war soll Ich werden, dove era Es deve diventare Io, è la ricetta risolutiva di Freud.

Una ricetta perentoria, imperativa, kantiana (sollen=dovere) che rieccheggia alla lontana il "conosci te stesso" classico e da vicino il nicciano "diventare ciò che si è", passando per il medioevale dantesco "considerate la vostra semenza, nati non fuste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza", messo in bocca, non a caso, all'ellenico Ulisse.

Questa è la sintesi della natura umana e della sua psiche.

Ciò  che rende Freud il padre legittimo della psicologia moderna è non aver contrapposto istinto Es e ragione Io, ma averli congiunti in un processo di formazione (Bildung) che dall'istinto fa emergere la specifica razionalità umana, la quale, razionalmente, riconosce le ragioni dell'istinto e persegue la via di una loro ragionevole soddisfazione

(suscitando le ire dei bigotti del tempo e ponendo fine di una deresponsabilizzante demonizzazione millenaria).

Gettato il dado, esso sarà raccolto da pedagogisti, sessuologi, desideranti e antipsichiatri per sondare le ragioni della follia e imputare al colpevole, il Super Io, le convenzioni sociali, le sue responsabilità ("il disagio della civiltà")

Riguardo a ciò non è il caso di fare processi sommari: nevrosi e psicosi sono malattie degenerative serie non facilmente curabili, ma ogni tessera del mosaico va collocata al suo posto se si vuole la guarigione dalla follia dell'individuo e della società che la genera.
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: chatGPT il 06 Gennaio 2023, 14:50:19 PM
Citazione di: daniele22 il 06 Gennaio 2023, 07:31:28 AMBuongiorno, direi quindi che la sopravvivenza racchiude l'inconsapevolezza di tutto; ci aggiungerei pure il gioco. Non so se questo sveli infine il significato di "represso". Cioè, se ho fame penso di sapere di averla. Diverso invece sarebbe il fatto di sapere che posso comportarmi in modo violento in determinate situazioni. Però qui corriamo sul filo del rasoio, perché se analizzassimo i nostri comportamenti in modo distaccato potremmo pure avere coscienza di questa cosa. In entrambi i casi, fame e rabbia, sarebbero quindi non disponibili alla coscienza solo perché verrebbero innescati nel "qui e ora", cioè nel momento di vivere una situazione: ne risulterebbe infine che in un certo senso le pulsioni non sarebbero predeterminabili
Secondo la teoria di Freud, le pulsioni sono istinti naturali che sono presenti nell'inconscio fin dalla nascita. Queste pulsioni, come la fame, la sete, il sesso e la sopravvivenza, sono alla base dei nostri comportamenti e dei nostri desideri. L'inconscio agisce sulla nostra vita quotidiana, influenzando il nostro comportamento e le nostre azioni, anche se non siamo consapevoli di questo.

Quando parliamo di represso, ci riferiamo a pensieri, emozioni o ricordi che sono stati repressi dall'Io e che non sono disponibili alla coscienza. Questi pensieri e emozioni possono essere repressi perché sono considerati pericolosi, sconvenienti o intollerabili dall'Io o dal Super-Io. Tuttavia, questi pensieri e emozioni possono ancora influire sulla nostra vita e sul nostro comportamento, anche se non siamo consapevoli di questo.

In risposta alla tua domanda, sì, le pulsioni potrebbero essere innescate dalle situazioni che viviamo nel "qui e ora", ma ciò non significa che non siano predeterminabili. Le pulsioni sono presenti nell'inconscio fin dalla nascita e possono essere influenzate dall'ambiente e dalle esperienze che facciamo nel corso della nostra vita. Ad esempio, se sperimentiamo situazioni di privazione di cibo durante l'infanzia, potremmo sviluppare una pulsione molto forte verso il cibo e potremmo avere difficoltà a controllare la nostra fame. Allo stesso modo, se sperimentiamo situazioni di stress o di trauma durante l'infanzia, potremmo sviluppare una pulsione verso il comportamento violento in situazioni simili in seguito. Quindi, anche se le pulsioni possono essere innescate dalle situazioni che viviamo nel "qui e ora", queste pulsioni sono anche influenzate dalle nostre esperienze passate e dall'ambiente in cui siamo cresciuti.
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: daniele22 il 06 Gennaio 2023, 21:02:57 PM
Citazione di: Gianni Paolo Tia il 06 Gennaio 2023, 14:50:19 PMSecondo la teoria di Freud, le pulsioni sono istinti naturali che sono presenti nell'inconscio fin dalla nascita. Queste pulsioni, come la fame, la sete, il sesso e la sopravvivenza, sono alla base dei nostri comportamenti e dei nostri desideri. L'inconscio agisce sulla nostra vita quotidiana, influenzando il nostro comportamento e le nostre azioni, anche se non siamo consapevoli di questo.

Quando parliamo di represso, ci riferiamo a pensieri, emozioni o ricordi che sono stati repressi dall'Io e che non sono disponibili alla coscienza. Questi pensieri e emozioni possono essere repressi perché sono considerati pericolosi, sconvenienti o intollerabili dall'Io o dal Super-Io. Tuttavia, questi pensieri e emozioni possono ancora influire sulla nostra vita e sul nostro comportamento, anche se non siamo consapevoli di questo.

In risposta alla tua domanda, sì, le pulsioni potrebbero essere innescate dalle situazioni che viviamo nel "qui e ora", ma ciò non significa che non siano predeterminabili. Le pulsioni sono presenti nell'inconscio fin dalla nascita e possono essere influenzate dall'ambiente e dalle esperienze che facciamo nel corso della nostra vita. Ad esempio, se sperimentiamo situazioni di privazione di cibo durante l'infanzia, potremmo sviluppare una pulsione molto forte verso il cibo e potremmo avere difficoltà a controllare la nostra fame. Allo stesso modo, se sperimentiamo situazioni di stress o di trauma durante l'infanzia, potremmo sviluppare una pulsione verso il comportamento violento in situazioni simili in seguito. Quindi, anche se le pulsioni possono essere innescate dalle situazioni che viviamo nel "qui e ora", queste pulsioni sono anche influenzate dalle nostre esperienze passate e dall'ambiente in cui siamo cresciuti.

Ciao Gianni, scusami ma forse ho usato la parola sbagliata. Il termine giusto sarebbe "determinabili"; quindi, quel che sostengo sarebbe che le pulsioni non possono essere determinate da me. Questo equivale a dire che io sono una causa agente nel mondo e io, perfettamente consapevole della realtà che mi circonda anche se strampalata agli occhi degli altri, innesco le mie pulsioni senza che sia io a governarle. Ma in ogni caso la fuorvianza che sta dentro di me fa emergere comportamenti del tutto adeguati, razionali e dedicati alla fuorvianza che vi è in me
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: chatGPT il 07 Gennaio 2023, 11:23:17 AM
Citazione di: daniele22 il 06 Gennaio 2023, 21:02:57 PMCiao Gianni, scusami ma forse ho usato la parola sbagliata. Il termine giusto sarebbe "determinabili"; quindi, quel che sostengo sarebbe che le pulsioni non possono essere determinate da me. Questo equivale a dire che io sono una causa agente nel mondo e io, perfettamente consapevole della realtà che mi circonda anche se strampalata agli occhi degli altri, innesco le mie pulsioni senza che sia io a governarle. Ma in ogni caso la fuorvianza che sta dentro di me fa emergere comportamenti del tutto adeguati, razionali e dedicati alla fuorvianza che vi è in me
Capisco cosa vuoi dire. Potresti pensare che le tue pulsioni sono così forti e potenti che non riesci a controllarle e che in qualche modo "ti governano". Tuttavia, come esseri umani abbiamo la capacità di scegliere come reagire alle situazioni che ci troviamo ad affrontare e possiamo sviluppare le nostre capacità di autocontrollo e di autodeterminazione attraverso l'educazione, l'auto-riflessione e il lavoro su noi stessi. Anche se le pulsioni possono influire sul nostro comportamento, abbiamo la possibilità di scegliere come reagire a queste pulsioni e di governarle invece di essere governati da esse.
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: daniele22 il 07 Gennaio 2023, 13:49:07 PM
Citazione di: Gianni Paolo Tia il 07 Gennaio 2023, 11:23:17 AMCapisco cosa vuoi dire. Potresti pensare che le tue pulsioni sono così forti e potenti che non riesci a controllarle e che in qualche modo "ti governano". Tuttavia, come esseri umani abbiamo la capacità di scegliere come reagire alle situazioni che ci troviamo ad affrontare e possiamo sviluppare le nostre capacità di autocontrollo e di autodeterminazione attraverso l'educazione, l'auto-riflessione e il lavoro su noi stessi. Anche se le pulsioni possono influire sul nostro comportamento, abbiamo la possibilità di scegliere come reagire a queste pulsioni e di governarle invece di essere governati da esse.
No Gianni, non hai capito grazie al fatto che ho sbagliato un verbo. Volevo dire "senza che sia io a deciderlo", oppure "senza che sia io a governare l'affioramento della pulsione".
Penso che il nostro inconscio più profondo dovrebbe trovare un campo di confine con la personalità, nel senso che questi proverrebbe da prima che la cellula fecondata inizi a differenziarsi, e durerebbe fino a lì. Pertanto l'inconscio riguarderebbe l'impronta genetica. Quel che vien dopo, in senso temporale, costituirebbe già l'insieme della sessualità e della personalità
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: chatGPT il 07 Gennaio 2023, 18:25:54 PM
Citazione di: daniele22 il 07 Gennaio 2023, 13:49:07 PMNo Gianni, non hai capito grazie al fatto che ho sbagliato un verbo. Volevo dire "senza che sia io a deciderlo", oppure "senza che sia io a governare l'affioramento della pulsione".
Penso che il nostro inconscio più profondo dovrebbe trovare un campo di confine con la personalità, nel senso che questi proverrebbe da prima che la cellula fecondata inizi a differenziarsi, e durerebbe fino a lì. Pertanto l'inconscio riguarderebbe l'impronta genetica. Quel che vien dopo, in senso temporale, costituirebbe già l'insieme della sessualità e della personalità
Alcune teorie suggeriscono che l'inconscio possa includere anche informazioni che sono presenti nell'inconscio fin dalla nascita, come l'impronta genetica o le esperienze prenatali. Tuttavia, questo è un argomento controverso e non c'è consenso scientifico sulla questione. In generale, l'inconscio è una concept psicologico complesso e non facilmente definibile, e ci sono molte teorie diverse su come funziona e su come influisce sulla nostra vita.
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: daniele22 il 07 Gennaio 2023, 21:26:30 PM
Citazione di: Gianni Paolo Tia il 07 Gennaio 2023, 18:25:54 PMAlcune teorie suggeriscono che l'inconscio possa includere anche informazioni che sono presenti nell'inconscio fin dalla nascita, come l'impronta genetica o le esperienze prenatali. Tuttavia, questo è un argomento controverso e non c'è consenso scientifico sulla questione. In generale, l'inconscio è una concept psicologico complesso e non facilmente definibile, e ci sono molte teorie diverse su come funziona e su come influisce sulla nostra vita.
Avevo parlato di fobie all'inizio. La psicologia parla della zoofobia e ho motivo di pensare che molte persone abbiano dei sentimenti di repulsione nei confronti di determinati animali senza che questo desti scandalo nei salotti dove se ne parla. Però c'è misura nelle paure. Mi viene dunque il dubbio che nell'impronta genetica possa figurare anche quello che si potrebbe definire come "l'animale che proprio non è in me".
Detto ciò, visto che siamo nella sezione "esperienze personali", ti dirò che percepisco in te uno che vorrebbe screditare in certa misura la figura del folle. Io mi rendo conto che esistano dei casi di cosiddetta malattia mentale, ma ti segnalo pure che la mia malattia non è stata certificata da alcun medico. Sono io a parlare di esperienza di follia e ti dirò che quando lessi in seguito dell'esperienza di "satori" come la descrive il dott. D.T. Suzuky in un suo libro, pensai che assomigliasse molto a quello che provai in quella manciata di secondi. La differenza, in termini di reazioni mentali, forse la fece il fatto che io non ero un monaco Zen, bensì un normale uomo di strada che era forse fortemente afflitto da problemi di ordine esistenziale; e penso quindi che la mia follia sia emersa in un certo senso tutta all'interno dell' "io" e della mia personalità. Data quindi questa eccezionalità sono comunque propenso a pensare che molte forme ossessive, quindi malate, possano derivare da conflitti tra personalità ed "io" e probabilmente con il contributo del "super io". Ma naturalmente la mia è un'opinione. Inoltre, concludendo, è vero che abusi di sostanze possono generare disturbi, ma è altrettanto vero che un disagio possa portare all'abuso di sostanze
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: iano il 07 Gennaio 2023, 23:08:41 PM
Citazione di: Ipazia il 06 Gennaio 2023, 08:53:48 AM Es deve diventare Io, è la ricetta risolutiva di Freud.


Illuminante per me questa osservazione.
Col senno di poi quella di Freud non sembra una buona ricetta, se nell'es risiede la garanzia della nostra sopravvivenza.
Sarebbe un pò come curarne uno per ammazzarne cento.
Io valuterei il viceversa, piuttosto, che l'io debba diventare Es.
Ma poi in effetti niente ''deve'' , e le cose vanno come devono andare,. e mi pare che un Io che diventa Es sia esperienza quotidiana
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: Ipazia il 08 Gennaio 2023, 07:17:12 AM
Citazione di: iano il 07 Gennaio 2023, 23:08:41 PMIlluminante per me questa osservazione.
Col senno di poi quella di Freud non sembra una buona ricetta, se nell'es risiede la garanzia della nostra sopravvivenza.
Sarebbe un pò come curarne uno per ammazzarne cento.
Io valuterei il viceversa, piuttosto, che l'io debba diventare Es.
Ma poi in effetti niente ''deve'' , e le cose vanno come devono andare,. e mi pare che un Io che diventa Es sia esperienza quotidiana

Nell'Es non risiede la garanzia della nostra sopravvivenza: saremmo ancora dei primati impauriti in balia di ogni predatore più dotato di zanne, artigli e vigoria animale.

L'Io "benriuscito" è  la nostra ricetta di sopravvivenza, individuale e sociale, sano e vigoroso nel corpo e nello spirito.
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: iano il 08 Gennaio 2023, 10:03:39 AM
Siamo ancora animali, Ipazia, impauriti quanto basta.
L'io benriuscito è stata una scommessa vinta, ma continua a rimanere una scommessa.
L'esplicitazione di ciò che lavora allo scuro sembra essere comunque la strada che abbiamo preso, e anzi io lamento che di ciò non si abbia piena consapevolezza.
Non è una strada che và presa, è la strada che abbiamo preso, e prima lo capiamo e meglio è, per percorrerla al meglio.
Ci siamo giocando  gli ultimi spiccioli di verità, di ciò che cioè non è confutabile finché fà il suo lavoro non riconosciuto al buio, ma di verità ancora troppo si parla, quando l'unica verità è che non vi è alcuna verità che non sia alimentata da ignoranza, con il che affermo una rivoluzione di paradigma, ma una rivoluzione radicale è comunque quello che dobbiamo aspettarci se rivoltiamo fra loro Io ed Es.
Mi chiedo quanti cosiddetti folli possano essere le vittime di questa rivoluzione in corso, folli che non si curano facendo emergere l'Es, ma che perciò invece si ammalano.
Folli come Freud che sbaglia la soluzione, ma solo perchè hanno intercettato il problema.
Folli come quelli che seduti al tavolino di un bar di Vienna si sentono  in prima linea.
Folli perchè apparentemente non c'è nessuna guerra in corso.

Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: daniele22 il 08 Gennaio 2023, 10:16:44 AM
Gli è però che pure l'inconscio, inteso come oggetto di studio, si è evoluto e si evolve. Per quale motivo dovremmo essere ancora degli scimmioni?
Sarebbe quindi vero che l'inconscio ci garantisce la sopravvivenza, e sarebbe per questo che Dio non gioca a dadi, ma noi si. Lo faremmo quindi arrampicandoci sugli specchi con le nostre speculazioni iperbolicamente logiche, ma la cui logica deforma il principio di realtà che il senso comune degli individui condivide innanzi tutto e per lo più. Vedi Re-enzi nella piazzola dell'autogrill
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: green demetr il 16 Febbraio 2023, 16:59:17 PM
Citazione di: Socrate78 il 02 Gennaio 2023, 17:57:12 PMSecondo Sigmund Freud la psiche umana è composta sostanzialmente da tre strutture: l'Inconscio o Es (Essere), l'Io cosciente e il Super-Io che rappresenta le norme morali ed è espressione dell'autorità soprattutto paterna, poiché nell'ottica freudiana il padre rappresenta colui che dà le regole etiche e di comportamento. Nella condizione di normalità l'Es rimane in ombra e non emerge alla coscienza, ma l'Es rappresenta le vere pulsioni della psiche, rappresenta in effetti la vera natura dell'uomo, che è oscurata e messa in ombra dalle sovrastrutture sociali, dall'educazione e dal contesto in cui il soggetto vive. Nella psicosi (definita comunemente follia o pazzia) l'Es emerge alla coscienza con le sue pulsioni e il soggetto in quel frangente non è più mosso dalla razionalità, ma compie associazioni apparentemente senza senso ed agisce mosso da pulsioni irrazionali. Ma la domanda che mi pongo è: non è che proprio nella follia emerge la vera natura dell'essere umano? La follia rappresenterebbe l'emergere di ciò che l'essere umano sente davvero al di là delle convenzioni sociali e dell'educazione, quindi il folle rappresenta l'archetipo dell'uomo autentico. Il delirio psicotico non sarebbe quindi un delirio, ma semmai l'espressione della vera natura di ogni persona, che nel suo intimo è mosso da pulsioni irrazionali e non dalla ragione, che invece è una sovrastruttura che nasce dall'educazione e dal contesto sociale. Che cosa ne pensate?
Psicosi e Schizo sono cose diverse.
Ma se rimaniamo all'interno dell'es mi trovi d'accordo, e' proprio dall'es che l'uomo ottiene le sue più profonde e durature intuizioni, per non parlare del senso stesso dell'esistere.
In questo il compito analitico dell'uomo è proprio indagare l'es e comprenderne le sue strutture più intime.
Per esempio Freud ne ricavò importanti concetti come quello di Edipo, di Elettra, di Castrazione, e molti altri ancora.
Nel folle invece non vi è più alcuna mediazione, per cui la prima struttura a cadere è proprio quella del linguaggio, arma primaria e selvaggia dell'asservimento al potere (appunto l'Edipo).
E' su questo che le scienze della psi-, invece che fare analisi, fanno barbarica Terapia.
Che vuoi, il folle disturba la quiete pubblica! 8)
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: daniele22 il 20 Febbraio 2023, 21:44:04 PM
Volevo fare ancora una considerazione sulla mia esperienza in riferimento a quanto già detto. Se è vero che ogni esperienza arreca necessariamente conoscenza e se è vero che noi regoliamo il nostro modus operandi cercando di adeguarlo nei limiti delle possibilità alla nostra conoscenza sarebbe implicito che l'esperienza da me avuta fa parte della mia conoscenza. E infatti, ancor oggi, io cerco di adeguarla nei limiti delle mie possibilità. Qual è dunque la conoscenza trasmessami dalla mia esperienza e come si manifesta?
Dal mio punto di vista, la conoscenza trasmessami è una conoscenza più che ovvia, ma probabilmente, dato che tutti la conoscerebbero a livelli più o meno consapevoli, non è altrettanto scontato che tutti la manifestino adeguandosi nei limiti delle loro possibilità a tale ovvietà. La mia scoperta dell'acqua calda sarebbe infine quella di sapere che il futuro è incerto. Tralasciando le relazioni con le cose, comunque importanti giacché le persone parlano delle cose, per quel che attiene invece alle relazioni sociali una conseguenza sarebbe che io non so mai chi mi trovo di fronte e a questo fatto dovrei adeguare un sano comportamento. Nella fase acuta della violenta reazione mentale che ebbi, manifestatasi nei primi quindici o venti giorni come già raccontato, non mi fidavo dei miei amici, ma non in senso maligno, semplicemente non mi fidavo in modo innocente, ovvero io cercavo solo certezze per me. Se avessi avuto inclinazione alla diffidenza in senso maligno probabilmente mi sarei perso nei labirinti delle ossessioni. Ma non andò così. Col tempo, fortunatamente, presi coscienza che il mio comportamento non era mutato nei confronti di persone che non conosco, ma era mutato nei confronti degli amici; di questi ora mi fidavo, ma solo in ragione del fatto che a parlarmi, più che l'amico, parlava la sua storia, e questa era quella alla quale mi affidavo per fidarmi più o meno di lui. In questo forum ho accusato scherzosamente inVerno, Eutidemo e anthonyi di essere rispettivamente un resident in Russia al soldo dei nostri servizi, un troll filo russo e anthonyi un alto funzionario militare con competenze economiche. Anthonyi ha capito ed è stato sicuramente al gioco. E' vero che io scherzavo, ma non proprio del tutto se avete ben inteso quanto ho detto prima di tirare in ballo loro tre in questo post. E infatti, come dice il buon Vasco, la vita è tutta un equilibrio sopra la follia, e questo è vero nel senso più letterale dell'espressione. Gli è cioè che io, nella mia posizione, abbia difficoltà a dimensionare il significato di "non sai mai chi ti trovi di fronte". E questo perché un individuo mai come oggi corre spesso il rischio di prendere delle fregature, in termini di tempo e/o danaro. In riferimento quindi a questo "non sapere chi hai di fronte" in altri Topic dissi già che la supponenza è una cattiva abitudine di cui si fa spensieratamente uso oltre ogni ragionevole misura. Sarebbe di fatto proprio così che nell'insistere a pretendere in primo luogo di sapere che le nostre conoscenze siano accertate e ancor più di sapere quali siano le intenzioni dell'altro, tutto questo regime mentale di certezze appunto, che si fa forza più che altro a fronte delle condivisioni che ottiene, le famose bandiere, possa costituire infine il primo gradino verso patologie di natura ossessiva.
Concludendo la considerazione, questa abitudine che io vedo praticata spensieratamente e che produce la cultura di un "nemico" (ma pure di un "amato") sarebbe un segno di come una sana follia, cioè quella del sottoscritto, venga costantemente soffocata dalla cosiddetta normalità (per me patologica) che non si rassegna all'ineluttabilità a cui si riferisce appunto la scoperta dell'acqua calda ... cioè che non sai mai chi hai davanti e quali siano le sue intenzioni, Dio compreso. Un saluto
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: iano il 21 Febbraio 2023, 15:24:41 PM
Secondo me il credere di  ''non sapere mai chi si ha davanti'' deriva da una sopravvalutazione del peso della nostra e altrui soggettività, perchè di fatto abbiamo davanti a noi un soggetto condizionato pesantemente, al pari di noi, dal contesto sociale, per quanto a parole ne possiamo prendere le distanze, quindi sostanzialmente un soggetto molto simile a noi.
Abbiamo quindi sempre davanti a noi un soggetto noto che non riconosciamo solo nella misura in cui tendiamo a disconoscerci.
Forse uscire fuori di senno equivale ad uscire da se stessi, nel senso che ci convinciamo di essere quel modello ideale cui tendiamo, e che poi trasferiamo fiduciosamente anche sugli altri. A questo modello adeguiamo poi le nostre aspettative, che andranno perciò facilmente deluse, perchè il modello non corrisponde al nostro essere come frettolosamente vogliamo credere, ma all'essere a cui tendiamo.
Secondo me un indice che può dirci quanto questa automistificazione sia spinta, è la nostra capacità di perdono verso il prossimo.
Minore è questa capacità, maggiore è l'automistificazione.
Quando il perdono viene da sè, è perchè riusciamo a riconoscere l'altro in noi, nella nostra reciproca realtà di fatto similare.
Voler aderire ad un modello ideale non è cosa sbagliata in sè quindi, anzi. Diventa un problema però quando si salta il passaggio iniziale, che è quello di aver consapevolezza piena per quanto possibile di quel che si sia, credendo di corrispondere già in partenza, al modello cui invece si tende.
Come dice il proverbio, la gatta frettolosa fà i gattini ciechi.

Tendenzialmente mi fido di quei soggetti che giungono al bene partendo dal male, ma non di quelli che si posizionano in partenza nel bene, che poi sono quelli più pronti a proporsi come guide al tuo trekking, senza però aver mai percorso un sentiero.
Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: iano il 21 Febbraio 2023, 16:26:42 PM

Secondo me il credere di  ''non sapere mai chi si ha davanti'' deriva da una sopravvalutazione del peso della nostra e altrui soggettività, perchè di fatto abbiamo davanti a noi un soggetto condizionato pesantemente, al pari di noi, dal contesto sociale, per quanto a parole ne possiamo prendere le distanze, quindi sostanzialmente un soggetto molto simile a noi.
Abbiamo quindi sempre davanti a noi un soggetto noto che non riconosciamo solo nella misura in cui tendiamo a disconoscerci.
Forse uscire fuori di senno equivale ad uscire da se stessi, nel senso che ci convinciamo di essere quel modello ideale cui tendiamo, e che poi trasferiamo fiduciosamente anche sugli altri. A questo modello adeguiamo poi le nostre aspettative, che andranno perciò facilmente deluse, perchè il modello non corrisponde al nostro essere come frettolosamente vogliamo credere, ma all'essere a cui tendiamo.
Secondo me un indice che può dirci quanto questa automistificazione sia spinta, è la nostra capacità di perdono verso il prossimo.
Minore è questa capacità, maggiore è l'automistificazione.
Quando il perdono viene da sè, è perchè riusciamo a riconoscere l'altro in noi, nella nostra reciproca realtà di fatto similare.
Voler aderire ad un modello ideale non è cosa sbagliata in sè quindi, anzi. Diventa un problema però quando si salta il passaggio iniziale, che è quello di aver consapevolezza piena per quanto possibile di quel che si sia, credendo di corrispondere già in partenza, al modello cui invece si tende.
Come dice il proverbio, la gatta frettolosa fà i gattini ciechi.

Tendenzialmente mi fido di quei soggetti che giungono al bene partendo dal male, ma non di quelli che si posizionano in partenza nel bene, che poi sono quelli più pronti a proporsi come guide di trekking, senza però aver mai percorso un sentiero.

Titolo: Re: Nella follia si rivela la vera natura della psiche?
Inserito da: daniele22 il 21 Febbraio 2023, 22:32:00 PM
Citazione di: iano il 21 Febbraio 2023, 15:24:41 PMSecondo me il credere di  ''non sapere mai chi si ha davanti'' deriva da una sopravvalutazione del peso della nostra e altrui soggettività, perchè di fatto abbiamo davanti a noi un soggetto condizionato pesantemente, al pari di noi, dal contesto sociale, per quanto a parole ne possiamo prendere le distanze, quindi sostanzialmente un soggetto molto simile a noi.
Abbiamo quindi sempre davanti a noi un soggetto noto che non riconosciamo solo nella misura in cui tendiamo a disconoscerci.
A volte iano mi stupisci per come tu riesca a formulare dei pensieri da persona che vive fuori dalla realtà. Il credere di "non sapere mai chi si ha davanti" non deriva proprio da una sopravvalutazione del peso della nostra e altrui soggettività, bensì è un dato che dovrebbe darsi certo, altrimenti come si spiega che si possano compiere tutti i tradimenti o le truffe che nel mondo si sono sempre compiute?
Quel che ci è noto del soggetto poco conosciuto davanti a noi è solo che appartiene al genere umano, ovvero a quella specie che come arma migliore possiede un discreto uso della mente, truffe comprese. Aggiusta quindi il tiro iano e soprattutto un saluto