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LOGOS - Argomenti => Tematiche Filosofiche => Discussione aperta da: Federico Mey2 il 09 Gennaio 2019, 19:02:06 PM

Titolo: Psicofilosofia: Filosofia come cammino verso la maturità
Inserito da: Federico Mey2 il 09 Gennaio 2019, 19:02:06 PM
Sono insoddisfatto di come l'area definibile "Pensiero filosofico occidentale" (PFO) è costituita.
E' da pochi anni che provo interesse per questo argomento, e dopo tante ricerche sto concludendo che non colga assolutamente il fine, che si prefigge, di essere il livello più elevato del Pensiero umano.
D'altra parte mi sembra evidente che l'interesse e l'utilità pratica (nel senso di applicazione alla realtà, alla vita) degli scritti di quest'area sia minimale, non hanno nessun peso nel direzionare individuo e società, vengono considerati soltanto un esercizio mentale interessante (forse) e impegnativo ma fine a se stesso.
Io, come forse altri (ma non molti, col mio stesso livello di convinzione), cerco qualcos'altro e vorrei definirmi in qualche modo, devo quindi cercare qualche parola.
La mia propensione è tornare a riferirmi al termine Filosofia, anche se dal punto di vista etimologico la scelta può essere dubbia. Ma non so quale altro termine scegliere. Ma soprattutto, il mio obiettivo è di rivoluzionare tutto il Pensiero occidentale, quindi mettere questo nome può essere utile per imporsi a chi è inglobato in questo Pensiero ed infastidirlo o fargli capire l'errore di direzione del suo sguardo.
Quindi, uso il termine Filosofia, in continuità con l'idea, credo attualmente accettata sia nel linguaggio comune che in quello degli addetti, che essa sia ciò che si occupa del livello più elevato del pensiero, come ho già detto.
Sulla base di ciò, bisogna guardarsi dentro, perchè a me risulta che il Pensiero sia dentro. E dentro di noi, cosa c'è di più elevato (o profondo, i due concetti come è noto sono interscambiabili)?
E' idea comunemente accettata che sia l'Anima (sto facendo i primi passaggi dando attenzione a ciò che è comunemente accettato, ma in seguito non mi importerà molto).
Anima in greco è Psiche, quindi Psicofilosofia (PF) è il nome che vorrei dare ad un nuovo spazio di Pensiero (dopo la mia possibile rivoluzione) che dovrebbe rappresentare il vertice di tutto. Altri spazi che continuerebbero ad esistere (quello che si occupa del mondo, ad esempio) sarebbero ad esso in una posizione di inferiorità spirituale, cioè PHD cambierebbe in PFD. Beh, questo non è 
necessario...
Il cambiamento però non sta nei titoli e nei nomi. E' il modo di ragionare del PFO che è sbagliato, in senso PF. Il PFO è caratterizzato da complessità, razionalizzazione, pluralismo...
La razionalizzazione del PFO contiene un errore, è sbagliata, irrazionale. Non è una contraddizione: se c'è un Tutto confuso, razionalizzare per il PFO significa creare un sottosistema chiaro e definito, razionale, ma facendo delle premesse, e in questo errando, sulla strada della comprensione del Tutto. La differenza tra Tutto e sottosistema razionale è lo spazio dell'Anima. La razionalizzazione è irrazionale.
La PF critica la complessità quale fonte di errore sulla strada della comprensione della propria anima. 
Il pluralismo che consegue alla complessità rende inutile la filosofia all'individuo e alla società, oggi lo vediamo bene.
Cosa ne pensate?
Salve
Titolo: Re:Psicofilosofia: Filosofia come cammino verso la maturità
Inserito da: viator il 09 Gennaio 2019, 23:15:32 PM
Salve Federico Mey 2 : benvenuto.

Non ho capito la tua critica della complessità.

All'interno del PFO si opera (mi pare) partendo dall'osservazione di ciò che ci circonda e la si confronta con la nostra soggettiva complessità di contenuti mentali.

Se lo fa utilizzando la sintesi allo scopo di riuscire a raggiungere una visione panoramica, totalizzante che ci mostri un senso complessivo, è destinata a fallire (la sintesi prosegue all'infinito senza alcun costrutto poichè affrontera sempre più numerose molteplicità senza mai raggiungere la totalità).

Se invece utilizzarà l'analisi (cercando di riconoscere una radice comune, universale di ciò che analizza), lo scopo sarà quello di risalire all'origine (al monismo), anche qui però senza potervi riuscire. (l'analisi termina davanti alla insuperabile duplicità oggetto/soggetto).

Naturalmente si potrebbe partire non dalla speculazione sullo stato attuale del mondo, ma intraprendere lo stesso percorso partendo da una ipotizzata origine della quale si suppone uno svolgersi fino all'attualità.
Ad esempio, i concetti di Dio e Anima.

Questo è lo stesso percorso della filosofia, solamente invertendo tra loro le località di partenza e di arrivo.
Ed è quello compiuto da miliardi di persone attraverso la fede ed il ripudio della ragione. Si chiama religione. Saluti.
Titolo: Psicofilosofia
Inserito da: Federico Mey2 il 10 Gennaio 2019, 03:36:26 AM
Grazie viator
Premetto che quello che scrivo deve essere valutato in senso sperimentale. A volte può essere che non sappia rispondere sempre in modo sufficientemente chiaro e completo: ci sto soltanto provando.
La mia idea è , in senso socratico (questo è uno dei pochissimi filosofi occidentali che mi dice qualcosa) di "non sapere" in partenza, ogni volta che si inizia a ragionare partire da zero e tentare di raggiungere la vetta così.
Quindi ideale è la condizione dell'adolescente che, raggiunta la capacità di base di ragionare, inizia a farlo sulla base del nulla (ma così è chiamato a fare anche l'adulto a qualsiasi età, a rimettersi in gioco continuamente, sempre seguendo Socrate).
La semplicità è una condizione necessaria per me e credo in linea con quello che ho appena detto. 
Proseguendo nella lettura della risposta inizio già infatti a confrontarmi col problema: il tuo ragionamento è complesso, non parte da zero. Lo può capire un adolescente che non ha mai studiato niente? Non mi sembra...Tra l'altro, Socrate aveva la mia stessa idea riguardo allo studio, visto che decise di non scrivere...
Il linguaggio che usa il Pensiero filosofico occidentale è complicato e ciò da un lato, se si vuole capire sè stessi, è inutile, ma questa inutilità è anche errore, perchè distoglie dal fine.
Non so quindi ribattere puntualmente alle tue frasi successive, perchè non sono comprensibili a chi "parte da zero" (e non soltanto in questa prima fase di mio interesse per la materia, sarà sempre così).
Dico però questo: la comprensione del mondo è un altro spazio rispetto a quello che voglio mettere in primo piano io. Non so se serva una Filosofia per questo spazio: la Scienza se ne può occupare da sola, mi sembra lo stia già facendo ottimamente. Comunque è un altra cosa.
Quello che vorrei mettere in primo piano è la comprensione di sè stessi, uno spazio chiamabile Psicofilosofia, sforzo razionale di capire tutto di sè, che comprende Filosofie religiose, Religioni, Filosofia Morale...
Ho usato il termine Anima, essa per me rappresenta (è un mio concetto) il centro direzionale del Pensiero individuale, dove alloggiano l'attività decisionale sulle proprie finalità e la determinazione dei propri principi e valori. Nessun rapporto con le cose materiali, soltanto una struttura di pensiero.
Salve
Titolo: Re:Psicofilosofia: Filosofia come cammino verso la maturità
Inserito da: green demetr il 10 Gennaio 2019, 09:59:09 AM
E' interessante notare come per un neofita la filosofia abbia sbagliato sguardo.

Ovviamente dipende.

La maggior parte del forum è infatti orientata sulla questione di Mondo e quando si vuole parlare di anima, non si fa altro che replicare l'idea di Mondo.

A mio avviso questo scivolamento della filosofia a servitore della scienza è talmente palese, che mi fa solo piacere notare come qualche utente riesca ancora a sentire qualcosa di originario, che è stato perso.

Ovviamente essendo un neofita caro Federico dubito profondamente che tu possa liberarti delle pastoie scientifiche.

In attesa di venire possibilmente smentito (ne dubito) posso dirti che anch'io sto elaborando un sistema che si basa su una filosofia che faccia i conti e che anzi metta a fuoco la posizione psicologica dell'uomo, allontanandosi dai paradigmi della psichiatria, arma crudele della scienza contemporanea, a sua volta nemico mortale dell'umanità.
[Dove con scienza non intendo le scienze in sè, quanto piuttosto la burocrazia che le sottende, la stratificazione di potere che si chiama Società Royale scientifica (inglese prima e poi mondiale). Anche se spesso mi chiedo a che serve specificare, visto che i nostri avversari non lo fanno mai. La guerra è talmente aperta e lampante che nessuno la vede, nessun filosofo quanto meno, il che è grave]
Titolo: Re:Psicofilosofia: Filosofia come cammino verso la maturità
Inserito da: Ipazia il 11 Gennaio 2019, 09:16:46 AM
Che la filosofia abbia bisogno di trasfusioni ideali e sanguigne forti è fuor di dubbio, altrimenti il suo ruolo ancillare tra i vasi di ferro religione e scienza durerà in eterno. Mi permetto pertanto, in vece del nuovo ospite che le rimanda (cui va il mio benvenuto), di rispondere ad alcune questioni del valido e scettico viator, che saluto cordialmente

Citazione di: viator il 09 Gennaio 2019, 23:15:32 PM
Se lo fa utilizzando la sintesi allo scopo di riuscire a raggiungere una visione panoramica, totalizzante che ci mostri un senso complessivo, è destinata a fallire (la sintesi prosegue all'infinito senza alcun costrutto poichè affrontera sempre più numerose molteplicità senza mai raggiungere la totalità).

Perchè fallire ? Basta limitarsi al Tutto possibile conforme allo Spirito dei Tempi. Alle soluzione che il nascere del problema ha già nel suo grembo, di cui consegna alla filosofia, oltre che alla storia, il nobilissimo compito della levatrice. Demiurgico più che ancillare. Non escludendo del tutto il secondo, non indegno per una filosofia della prassi. L'unica che possa avere voce propria nel Mondo. O nei mondi, visto che ce ne sono almeno due: il fisico e l'antropologico. Per qualcuno ce n'è un altro ancora, ma direi che in quel mondo la filosofia ha già dato e non ne è uscita bene.

Citazione
Se invece utilizzarà l'analisi (cercando di riconoscere una radice comune, universale di ciò che analizza), lo scopo sarà quello di risalire all'origine (al monismo), anche qui però senza potervi riuscire. (l'analisi termina davanti alla insuperabile duplicità oggetto/soggetto).

Oggetto/soggetto  ;D Se vogliamo rimestare la minestra fredda della metafisica, per quanto la si riscaldi concordo sia una partita persa in partenza. Ma se la intendiamo come relazione dialettica tra mondo fisico e mondo antropologico si spalancano davanti enormi praterie che solo il sapere scientifico-filosofico può colonizzare. Non un sapere dissociato tra scienza e filosofia (discorso da sviluppare nei continuti in seguito). Purtroppo, per non limitarsi al ruolo ancillare di filosofia della scienza, bisogna saper filosofare sulla scienza. E per farlo in maniera non parodistica o comica bisogna capirci di scienza. Come d'altro canto bisogna capirci di filosofia per diventare uno scienziato-filosofo senza scadere nella cosmicomica.

Tralascio Dio e Anima perchè, come dice viator, c'è già un terzo mondo che se ne occupa. Sull'anima immanente ci si può fare comunque tanta matura e feconda psicofilosofia. Fuori dalla caverna.
.
Titolo: Re:Psicofilosofia: Filosofia come cammino verso la maturità
Inserito da: Sariputra il 11 Gennaio 2019, 10:36:05 AM
Non so se ho ben inteso quello che va sostenendo il nuovo arrivato @Federico Mey2, che saluto cordialmente. Credo che si domandi se ha più possibilità di intuire qualcosa di 'vero' una mente non imprigionata e condizionata dentro una selva di conoscenze (filosofiche-scientifiche-religiose e altro..) che la rendono colta ma scarsamente duttile e intuitiva e naturalmente formata pesantemente a pensare secondo criteri precostituiti da altri ( quei pedofili dei greci per intenderci nel caso dell'amata, ma non da me, filosofia occidentale...) o piuttosto una mente 'vergine' che osserva il mondo e ci riflette sopra come se fosse Adamo per la prima volta davanti ad Eva nuda ( una sorta di 'mente di principiante' in stile zen...).
Naturalmente la cultura , la scienza e il buon senso farebbero propendere per la prima ipotesi se non fosse che anche la stessa ha già mostrato i suoi limiti visto che gioca abbondantemente al servizio dei vari poteri che si succedono, come rileva giustamente Green demetr; mentre un filosofare 'ingenuo' (naturale si potrebbe dire...) sarebbe perlomeno in posizione di relativa autonomia: può sbagliare o pigliarci in santa libertà senza che qualcuno lo condizioni a restare nella famosa caverna o che lo inviti ad uscire per entrare in quella più ampia che gli è stata preparata (alla matrioska per intenderci...).
Mah!...E' un bel dilemma perché non esiste nessuno che non sia in parte condizionato, ma è anche vero che chi più sa più è condizionato dal suo stesso sapere, e tende a condizionare gli altri per quell'entusiasmo umano di voler condividere sempre tutto, anche le idee più balorde...cosa che trovo sempre oltremodo pesante e nella quale casco spesso anch'io...
Cioè, se voglio fare il pescatore andrò ad imparare da un altro pescatore o mi ci metterò di buona lena da solo?
Nel primo caso imparerò a pescare ma sarà soltanto la ripetizione di qualcosa imparato da un altro.
Nel secondo pescherò forse meno ma sarà tutta farina del mio sacco...
Attenti...ecco apparire il 'giusto mezzo'...andrò a pescare da solo poi, acquisita una certa pratica, andrò dal pescatore e imparerò il suo...lo confronterò con il mio e poi...ucciderò il pescatore!
Aspetto però che FedericoMey2 approfondisca ancora la sua visione personale dell'arte del filosofare...non vorrei aver preso fischi per fiaschi... :(
Titolo: Re:Psicofilosofia: Filosofia come cammino verso la maturità
Inserito da: sileno il 11 Gennaio 2019, 13:59:39 PM
Un filosofo consulente potrebbe far vedere che ci sono molti modi per leggere e vivere la nostra storia personale, comprese le contraddizioni, con lo scopo di un pensiero alternativo, libero dalle etiche dei poteri, dai saperi tecnologizzati e dalle terapie. Il linguaggio deve essere lieve e preciso per una visione non univoca della realtà,cfr Socrate ironico e dialettico.

Ma quale fortuna oggi, questo modo di rilanciare la filosofia? Si sprecano parole, regna un caos verboso, i messaggini.
Una rinnovata filosofia doverbbe puntare sull'essenza, riconoscere il legame della filosofia con la vita di ogni giorno.le significatività, recuperare il senso delle domande sensate utili per la vita.

Può curare la filosofia? Non nel senso della psicoanalisi e psicoterapie: infonde fiducia nel proprio pensare da inserire in più vasti orizzonti, con autoconsapevolezza e antiaccademismo flessibile: : si deve riferirsi non a verità di fedi ma d'ispirazione greca: dialogo aperto a possibili orizzonti, per conoscere il legame della filosofia con la vita di ogni giorno. I nichilismi metafisici, i neospritualismi, le convinzioni indubitabili, i teologismi, i filosofeggiari tortuosi e incongruenti sono lontani dalle esperienze vitali. Ci si attiene non a verità di fedi ma d'ispirazione greca: dialogo aperto a possibili orizzonti, per pratica di vita più che di sapere.

E' difficile intrapredere un'avventura delle idee per scoprire il mondo del possibile tra fantasia e realtà, uscendo dalla noia, ovvietà, copioni di vita fallimentari,. I filosofi terapeuti antichi si riferivano all'intelligenza umana, alla vita spirituale, ai concetti della vita, 
ancora validi per le terapie cognitive. I consulente induce a una revisione dei disagi esistenziali, per uscirne con creatività.

Si cercano parole non logore dall'uso, si verificano le idee sui valori, etiche,opinioni, per strutturare uno stile e affrontare la vita metteneo a fuoco la propria personalità, valori, morale, conflitti, problemi vengono reinquadrati allalrgando i propri orizzonti.
Sono spunti di riflessione da approfondire, elaborare. Filosofia pratica per migliorare la vita. Strategia per risolverer problemi, crisi d'adattamento,,si allarga l'orizzonte sulle normali debolezze e indecisioni che paralizzanno.
Il linguaggio dell cambiamentoj ( Whatlavich) : si creano "verità"folgoranti" che balenano da aforismi, versi, metafore, battute, sottintesi, verificandone l'efficacia. Un immagine della realtà non è la realtà stessa, per non fissarsi su una convinzione distorta (Cfr. cognitivismo comportamentale.Per distanziarsi dalle proprie dipendenze,,certezze, poteri esistenti, allargando lo sguardo: agire in controtendenza
Titolo: Re:Psicofilosofia: Filosofia come cammino verso la maturità
Inserito da: paul11 il 11 Gennaio 2019, 14:53:33 PM
Citazione di: Sariputra il 11 Gennaio 2019, 10:36:05 AM
........................
Cioè, se voglio fare il pescatore andrò ad imparare da un altro pescatore o mi ci metterò di buona lena da solo?
Nel primo caso imparerò a pescare ma sarà soltanto la ripetizione di qualcosa imparato da un altro.
Nel secondo pescherò forse meno ma sarà tutta farina del mio sacco...
Attenti...ecco apparire il 'giusto mezzo'...andrò a pescare da solo poi, acquisita una certa pratica, andrò dal pescatore e imparerò il suo...lo confronterò con il mio e poi...ucciderò il pescatore!
Aspetto però che FedericoMey2 approfondisca ancora la sua visione personale dell'arte del filosofare...non vorrei aver preso fischi per fiaschi... :(
Ho sottolineato la parte a parer mio più importante: esatto questo è il metodo.
Iniziare dalle proprie domande: esistenziali, scientifiche, sociali, e così via , affinchè sia meno faticoso il ...cammino...che inizialmente è impervio per i termini che la filosofia utilizza , per mantenere quella curiosità e non soccombere alle difficoltà.
Quindi utilizzare testi "divulgativi" inizialmente e poi seguire il proprio intuito confrontando le proprie convinzioni con i vari filosofi.
Attenzione agli autori ch e"interpretano". C'è lo stesso problema che vi è nello studio di testi religiosi:ermeneutica ed esegesi.
Il mio consiglio, una volta acquisita un'andatura spigliata andare sui testi originari.
Ad esempio" Fenomenologia dello spirito" di Hegel, mi è costato circa un anno di studio in quanto è a mio parere un testo assai "complicato".Mi sono però accorto, e Sini ,famoso filosofo contemporaneo italiano, conferma in un suo scritto, che tanti filosofi ne parlano pur non avendolo nemmeno letto. e infatti si leggono critiche che sviano dal vero pensiero di Hegel..
Ma ci sono molti esempi, perchè ogni critico ha dei suoi "parametri" frutto delle proprie  convinzioni personali,dei suoi ascendenti.
Ma questo si sa, avviene in tutti i campi, dall'informazione alla formazione.

Quindi attenzione  ai pescatori (i "giganti" della filosofia) , ma  soprattutto a chi da  indicazioni se siano bravi o meno bravi(sono quelli che danno indicazioni stradali"false e tendenziose"),
Meglio confrontarsi su più critici filosofici
Titolo: Psicofilosofia - Risposta a Sariputra
Inserito da: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 17:39:26 PM
La risposta di Sariputra è focalizzata su questa idea
Citazione di: Sariputra il 11 Gennaio 2019, 10:36:05 AMCredo che si domandi se ha più possibilità di intuire qualcosa di 'vero' una mente non imprigionata e condizionata dentro una selva di conoscenze (filosofiche-scientifiche-religiose e altro..) che la rendono colta ma scarsamente duttile e intuitiva e naturalmente formata pesantemente a pensare secondo criteri precostituiti da altri
Su cui sono d'accordo. Ma il nocciolo della mia proposta non riguarda il "filosofare".
Riguarda definire cosa stiamo cercando. La direzione dello sguardo è importante, e non si deve trattare qualsiasi direzione allo stesso modo, non si può usare lo stesso linguaggio.
Lo spazio su cui voglio accentrare l'attenzione io, e al quale voglio dare dignità massima, è il Pensiero, è il Sè, e questo conta se si vuole trovare il metodo da usare.
Rispondendo alla parabola del pescatore:
Citazione di: Sariputra il 11 Gennaio 2019, 10:36:05 AMse voglio fare il pescatore andrò ad imparare da un altro pescatore o mi ci metterò di buona lena da solo? Nel primo caso imparerò a pescare ma sarà soltanto la ripetizione di qualcosa imparato da un altro. Nel secondo pescherò forse meno ma sarà tutta farina del mio sacco...
Direi che vedo che tutti stanno pescando vongole, e io vorrei pescare cozze, usando ovviamente tutt'altri mezzi, perchè le cozze non si possono pescare con i metodi delle vongole (in realtà forse sì, ma mi ritroverei delle vongole attaccate alle mie cozze, e in quel caso non mi piaceranno più).
Ma l'idea del non farsi condizionare è ottima, e vale anche per i gusti in tavola, perchè la pasta con le vongole la mangiano soltanto i pescatori e pochi altri, mentre si potrebbe diffondere il gusto per gli spaghetti con le cozze a tutto il villaggio!
Titolo: Psicofilosofia: Risposta a Sileno
Inserito da: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 18:36:25 PM
Citazione
Citazione di: sileno il 11 Gennaio 2019, 13:59:39 PMscopo di un pensiero alternativo, libero dalle etiche dei poteri, dai saperi tecnologizzati e dalle terapie. Il linguaggio deve essere lieve e preciso per una visione non univoca della realtà
La mia idea è di un pensiero alternativo, ma prima che libero da quelle cose di oggi che hai citato, dovrebbe esserlo al di là dell'oggi, cioè anche per l'ieri io vedo l'esigenza di un pensiero alternativo in occidente.
Con un linguaggio come dici tu diverso e io direi semplice, usando questa caratteristica come strumento per raggiungere la perfezione (in questo la penso forse diverso da te, sono Monista). 
Si deve partire dal nulla, che è semplice e perfetto, e costruire su di esso con accortezza evitando gli errori. E la complessità ne è portatrice...
Citazione di: sileno il 11 Gennaio 2019, 13:59:39 PMUna rinnovata filosofia doverbbe puntare sull'essenza, riconoscere il legame della filosofia con la vita di ogni giorno.le significatività, recuperare il senso delle domande sensate utili per la vita.
La mia proposta è diretta verso questa direzione, io metto al centro della comprensione l'Anima umana, data dallo spazio dei propri valori e finalità: su essi si basano le nostre azioni e la nostra capacità di rispondere ai nostri sensi e alla vita.
Citazione di: sileno il 11 Gennaio 2019, 13:59:39 PMPuò curare la filosofia? Non nel senso della psicoanalisi e psicoterapie
Sono d'accordo che la filosofia che propongo io sta ad un altro livello della psicologia. 
Anche se etimologicamente corrispondono (psiche=anima), a me piace definire 2 concetti proprio con questi due nomi, corrispondenti a 2 livelli che si hanno dentro. 
Il livello psicologico, popolato da emozioni, bisogni, paure, istinti, caos o chiarezza. 
E il livello dell'Anima, destinato ad essere compreso soprattutto da chi, maturando, riesce a superare almeno in parte quello inferiore, in cui risiede la spiritualità, la coscienza, che dev'essere più propria possibile. E che non si cura, ma si matura.
Nella tua lettera ci sono poi molti altri spunti ma in un flusso di idee di cui non riesco a isolare le principali.
Titolo: Re:Psicofilosofia: Filosofia come cammino verso la maturità
Inserito da: Freedom il 11 Gennaio 2019, 18:38:42 PM
Ma tu Federico Mey2, esattamente, cosa stai cercando? Dove vuoi rivolgere lo sguardo?
Titolo: Re:Psicofilosofia: Filosofia come cammino verso la maturità
Inserito da: Lou il 11 Gennaio 2019, 19:42:22 PM
Ciao Federico, l'idea e il sogno ^^ di "partire da zero" rinnovando quello sguardo bambino di cui ti fai promotore trovo, correggimi se sbaglio, un tentativo che attraversa parte della PFO, la sospensione del giudizio che parte dagli scettici e giunge sino ad Husserl con l'epoké, con nel mezzo una costellazione di altri filosofi, mi risulta essere parte integrante del "pensiero filosofico occidentale". Come ben dici, esiste una complessità e una pluralità nelle filosofie, ma - forse - in ciò sta una certa ricchezza, una pluralità di sguardi. E sebbene la filosofia nasca e si distingua dagli altri saperi nella capacità di razionalizzazione dei fenomeni, mantiene, in ogni caso, sin dalle origini, una spiccata origine in un thauma, in una passione non del tutto razionalizzabili e nei miti.
Titolo: Psicofilosofia - Risposta a Freedom e a Lou
Inserito da: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 21:35:22 PM
Citazione di: Freedom il 11 Gennaio 2019, 18:38:42 PMMa tu Federico Mey2, esattamente, cosa stai cercando? Dove vuoi rivolgere lo sguardo?
Mi sembra di avere già indicato il mio concetto di Anima, data dalle mie finalità più i miei principi, valori. Ma è una definizione arbitraria, potrei chiamarla anche Fede, Maturità...
Sto cercando quello, l'ultimo piano del palazzo, quello dove si decide, dove i materialisti non vanno perchè impegnatissimi ai piani inferiori a giocare la loro partita con degli schemi che a loro non interessa mettere in discussione, guardando in alto.

Citazione di: Lou il 11 Gennaio 2019, 19:42:22 PMCiao Federico, l'idea e il sogno ^^ di "partire da zero" rinnovando quello sguardo bambino di cui ti fai promotore trovo, correggimi se sbaglio, un tentativo che attraversa parte della PFO, la sospensione del giudizio che parte dagli scettici e giunge sino ad Husserl con l'epoké, con nel mezzo una costellazione di altri filosofi, mi risulta essere parte integrante del "pensiero filosofico occidentale".
Non ti correggo, non so se sbagli, dico soltanto che ho recentemente tentato di dare uno sguardo a tutto il PFO ma questo atteggiamento, che emergerebbe evidente anche da un linguaggio molto più semplice non l'ho percepito. Lo percepisco in qualche filosofia esortativa, nelle religioni, nel libro che ho letto di Zen...Complessivamente nel PFO no, è una caratteristica tipica di esso l'esprimersi in un modo molto più complesso che lo "sguardo bambino".
Citazione di: Lou il 11 Gennaio 2019, 19:42:22 PMesiste una complessità e una pluralità nelle filosofie, ma - forse - in ciò sta una certa ricchezza, una pluralità di sguardi.
Ho una certa contrarietà al pluralismo, se uno sta cercando la propria direzione, questa deve essere una, altrimenti, come si dice comunemente "non crede in nulla". Ed è questo il problema di oggi.
Citazione di: Lou il 11 Gennaio 2019, 19:42:22 PME sebbene la filosofia nasca e si distingua dagli altri saperi nella capacità di razionalizzazione dei fenomeni, mantiene, in ogni caso, sin dalle origini, una spiccata origine in un thauma, in una passione non del tutto razionalizzabili e nei miti.
Il concetto di razionalizzazione che ho usato è un po' ingannevole, e per capire quello che ho scritto bisogna seguire il mio ragionamento. 
Io mi riferisco alla mente umana, che è data da sue finalità, elemento spirituale, e sua operatività, elemento materiale. Razionalizzare per me significa far si che il "gioco" (che comprende il linguaggio) che devi giocare/stai giocando ti limiti a giocarlo, e non lo metti in discussione...
Questo gioco funziona magari perfettamente, è razionale, ma è l'accettare le regole che non è razionale, perchè sei chiamato a pensare anche a quelle!
Io non propongo affatto l'irrazionalità, ad un livello superiore, anzi. Dico che a un livello inferiore, apparente, SEMBRA che i tuoi ragionamenti (la tua partita) sia logica e perfetta e razionale ma nel complesso mancano di qualcosa.
Questo per introdurre alla negazione dell'atteggiamento tipico che giudica come irrazionale tutto ciò che non segue logiche razionali apparenti. Bisogna tener presente che esiste la sfera direzionale, nella mente umana, ed essa non è necessariamente irrazionale, anche se appare tale, perchè per essa non ha proprio senso il concetto di razionalità, perchè è scelta arbitraria, al limite.
Comunque sono d'accordo con ciò che hai scritto, ho voluto soltanto sradicare un po' l'idea che ci sia nella mente una parte razionale e una non razionale, al di là del caos psicoanalitico che molto frequentemente si ha.
Titolo: Re:Psicofilosofia - Risposta a Freedom e a Lou
Inserito da: Freedom il 11 Gennaio 2019, 23:21:23 PM
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 21:35:22 PM
Citazione di: Freedom il 11 Gennaio 2019, 18:38:42 PMMa tu Federico Mey2, esattamente, cosa stai cercando? Dove vuoi rivolgere lo sguardo?
Mi sembra di avere già indicato il mio concetto di Anima, data dalle mie finalità più i miei principi, valori.
Scusa se insisto ma ho capito solo che ne dai una valenza socratica che è poi stato il primo a definirla.
Sarà un mio limite ma non avverto una base solida da cui poter partire.
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 21:35:22 PM
Sto cercando quello, l'ultimo piano del palazzo, quello dove si decide
Non ho capito.

Spero tu non abbia a considerare fastidioso il mio approccio discorsivo ma, sin da subito, desidero solo assecondare la tua impostazione di pensiero. Che, lo dico con chiarezza, mi piace: metodo socratico e uso di parole e concetti semplici.
Titolo: Psicofilosofia - Risposta a Freedom
Inserito da: Federico Mey2 il 12 Gennaio 2019, 12:00:53 PM
Citazione di: Freedom il 11 Gennaio 2019, 23:21:23 PM
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 21:35:22 PM
Citazione di: Freedom il 11 Gennaio 2019, 18:38:42 PMMa tu Federico Mey2, esattamente, cosa stai cercando? Dove vuoi rivolgere lo sguardo?
Mi sembra di avere già indicato il mio concetto di Anima, data dalle mie finalità più i miei principi, valori.
Scusa se insisto ma ho capito solo che ne dai una valenza socratica che è poi stato il primo a definirla. Sarà un mio limite ma non avverto una base solida da cui poter partire.
Non so esattamente la definizione socratica. Come ho scritto anche nell'altro forum, non è importante la parola Anima, potrei chiamarla anche Fede, o Maturità...
Citazione di: Freedom il 11 Gennaio 2019, 23:21:23 PM
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 21:35:22 PMSto cercando quello, l'ultimo piano del palazzo, quello dove si decide
Non ho capito.
Sì, effettivamente ho dato per scontato cose che ho in testa. Si tratta di una specie di mito platonico mio.
La mente di ognuno, il suo pensiero, è un palazzo a 10 piani. Anche il "pensiero" della società lo è, funziona parallelamente a quello dei singoli. Su ogni piano dei palazzi si svolge un "gioco di società", ci sono regolamentazioni, un linguaggio... Ma principi e finalità del gioco sono definiti al piano superiore. Si tende a "giocare" su un unico piano, eventualmente si sale di qualche livello, ma senza mai cercare di raggiungere l'ultimo piano, che è speciale. Quello è il piano che io chiamo "dell'Anima", dove si definiscono finalità e principi sulla base dei quali si deve "giocare" ai piani sottostanti.
Vedo la società di oggi fatta da palazzi in cui si "gioca" ai piani inferiori e in cui nessuno ambisce a stabilirsi all'ultimo. Anche il palazzo della società non è interessata a esso: si guarda in basso e, posto che tutto sembra funzionare, non è necessario farlo.
Titolo: Re:Psicofilosofia: Filosofia come cammino verso la maturità
Inserito da: viator il 12 Gennaio 2019, 12:41:56 PM
Salve Federico Mey2 : Voglio solo farti i miei complimenti per la spiritosità (che non esclude affatto più profondi significati) con la quale hai scelto il tuo motto personale qui comparente. Saluti cordiali.
Titolo: Re:Psicofilosofia - Risposta a Freedom
Inserito da: Freedom il 12 Gennaio 2019, 12:45:18 PM
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 21:35:22 PMSto cercando quello, l'ultimo piano del palazzo, quello dove si decide

Citazione di: Freedom il 12 Gennaio 2019, 12:45:18 PMNon ho capito.
Citazione di: Federico Mey2 il 12 Gennaio 2019, 12:00:53 PMSì, effettivamente ho dato per scontato cose che ho in testa. Si tratta di una specie di mito platonico mio.
La mente di ognuno, il suo pensiero, è un palazzo a 10 piani. Anche il "pensiero" della società lo è, funziona parallelamente a quello dei singoli. Su ogni piano dei palazzi si svolge un "gioco di società", ci sono regolamentazioni, un linguaggio... Ma principi e finalità del gioco sono definiti al piano superiore. Si tende a "giocare" su un unico piano, eventualmente si sale di qualche livello, ma senza mai cercare di raggiungere l'ultimo piano, che è speciale. Quello è il piano che io chiamo "dell'Anima", dove si definiscono finalità e principi sulla base dei quali si deve "giocare" ai piani sottostanti.
Vedo la società di oggi fatta da palazzi in cui si "gioca" ai piani inferiori e in cui nessuno ambisce a stabilirsi all'ultimo. Anche il palazzo della società non è interessata a esso: si guarda in basso e, posto che tutto sembra funzionare, non è necessario farlo.

All'ultimo piano c'è quello che qualche economista definisce l'1%. Cioè quelli che comandano ed i loro esecutori. Lo scopo principale del comando è mantenere i privilegi accumulati nei secoli.
Titolo: Re:Psicofilosofia: Risposta a Sileno
Inserito da: sileno il 12 Gennaio 2019, 13:40:44 PM
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 18:36:25 PM
Citazione
Citazione di: sileno il 11 Gennaio 2019, 13:59:39 PMscopo di un pensiero alternativo, libero dalle etiche dei poteri, dai saperi tecnologizzati e dalle terapie. Il linguaggio deve essere lieve e preciso per una visione non univoca della realtà
La mia idea è di un pensiero alternativo, ma prima che libero da quelle cose di oggi che hai citato, dovrebbe esserlo al di là dell'oggi, cioè anche per l'ieri io vedo l'esigenza di un pensiero alternativo in occidente.
Con un linguaggio come dici tu diverso e io direi semplice, usando questa caratteristica come strumento per raggiungere la perfezione (in questo la penso forse diverso da te, sono Monista).
Si deve partire dal nulla, che è semplice e perfetto, e costruire su di esso con accortezza evitando gli errori. E la complessità ne è portatrice...
Citazione di: sileno il 11 Gennaio 2019, 13:59:39 PMUna rinnovata filosofia doverbbe puntare sull'essenza, riconoscere il legame della filosofia con la vita di ogni giorno.le significatività, recuperare il senso delle domande sensate utili per la vita.
La mia proposta è diretta verso questa direzione, io metto al centro della comprensione l'Anima umana, data dallo spazio dei propri valori e finalità: su essi si basano le nostre azioni e la nostra capacità di rispondere ai nostri sensi e alla vita.
Citazione di: sileno il 11 Gennaio 2019, 13:59:39 PMPuò curare la filosofia? Non nel senso della psicoanalisi e psicoterapie
Sono d'accordo che la filosofia che propongo io sta ad un altro livello della psicologia.
Anche se etimologicamente corrispondono (psiche=anima), a me piace definire 2 concetti proprio con questi due nomi, corrispondenti a 2 livelli che si hanno dentro.
Il livello psicologico, popolato da emozioni, bisogni, paure, istinti, caos o chiarezza.
E il livello dell'Anima, destinato ad essere compreso soprattutto da i, maturando, riesce a superare almeno in parte quello inferiore, in cui risiede la spiritualità, la coscienza, che dev'essere più propria possibile. E che non si cura, ma si matura.
Nella tua lettera ci sono poi molti altri spunti ma in un flusso di idee di cui non riesco a isolare le principali.




Anima e psiche si possono oggi usare come sinonini, ma psiche ha connotazioni più fisiche, mentre l'anima ( che tu scrivi con la maiuscola) fa parte della metafisica e della religione,che non considero per il mio discorso.

Un linguaggio diverso da quello di oggi, sarebbe certamente il più semplice possibile anche parlando di temi complessi.

Per me il rinnovo del pensiero avviene per un qui e oggi, anche se ovviamente sono utili apporti di grandi pensatori del passato.
Con psiche intendo le funzioni cerebrali, emotive, affettive, relazionali dell'individuo: facoltà conoscitive, intelletive, razionali come coscienza; qualcuno v'include anima e inconscio.

Anemus ( vento, vita): il senso ha progressivamente guadagnato nell'Occidente il senso dell'insieme di attività psichiice come la piscoilogia scientifica de sec.xix, il termine "anima" fu abbandonato perché con implicazioni metafisiche e si adottò psiche.
Non m'interessa distinguere tra materia e spirito quanto il problema del rapporto tra la nostra coscienza e la materia del cervello: campo ancora inesplorato delle neuroscienze.
Come noterai il mio discorso è scevro da retaggi spiritualistici, religiosi, filosofico-metafisici.,più orientato alla logica,nonformale, alla linguistica,a una neo retorica.

Saluti
Titolo: Psicofilosofia - Risposta a Freedom
Inserito da: Federico Mey2 il 12 Gennaio 2019, 20:22:07 PM
Citazione di: Freedom il 12 Gennaio 2019, 12:45:18 PM
Citazione di: Federico Mey2 il 12 Gennaio 2019, 12:00:53 PMSì, effettivamente ho dato per scontato cose che ho in testa. Si tratta di una specie di mito platonico mio. La mente di ognuno, il suo pensiero, è un palazzo a 10 piani. Anche il "pensiero" della società lo è, funziona parallelamente a quello dei singoli. Su ogni piano dei palazzi si svolge un "gioco di società", ci sono regolamentazioni, un linguaggio... Ma principi e finalità del gioco sono definiti al piano superiore. Si tende a "giocare" su un unico piano, eventualmente si sale di qualche livello, ma senza mai cercare di raggiungere l'ultimo piano, che è speciale. Quello è il piano che io chiamo "dell'Anima", dove si definiscono finalità e principi sulla base dei quali si deve "giocare" ai piani sottostanti. Vedo la società di oggi fatta da palazzi in cui si "gioca" ai piani inferiori e in cui nessuno ambisce a stabilirsi all'ultimo. Anche il palazzo della società non è interessata a esso: si guarda in basso e, posto che tutto sembra funzionare, non è necessario farlo.
All'ultimo piano c'è quello che qualche economista definisce l'1%. Cioè quelli che comandano ed i loro esecutori. Lo scopo principale del comando è mantenere i privilegi accumulati nei secoli.
No, non è ciò che intendo io. Per capirlo, elimina il "palazzo" della società, e pensa soltanto a quello individuale. L'economia e il materialismo non ti permettono di "guardare in alto". Quando hai riflettuto così, magari, pensa anche alla società e dove essa guarda: ma non c'entra il potere, non mi riferisco a quello. Bisogna ragionare in modo non materialistico per capire certe cose: ci sono finalità materiali e finalità spirituali: le seconde sono superiori, ma oggi non sono considerate, non ci si riflette.
Titolo: Re:Psicofilosofia - Risposta a Freedom
Inserito da: Freedom il 12 Gennaio 2019, 20:26:23 PM
Citazione di: Freedom il 11 Gennaio 2019, 23:21:23 PMAll'ultimo piano c'è quello che qualche economista definisce l'1%. Cioè quelli che comandano ed i loro esecutori. Lo scopo principale del comando è mantenere i privilegi accumulati nei secoli.
Citazione di: Federico Mey2 il 12 Gennaio 2019, 20:22:07 PMNo, non è ciò che intendo io. Per capirlo, elimina il "palazzo" della società, e pensa soltanto a quello individuale. L'economia e il materialismo non ti permettono di "guardare in alto". Quando hai riflettuto così, magari, pensa anche alla società e dove essa guarda: ma non c'entra il potere, non mi riferisco a quello. Bisogna ragionare in modo non materialistico per capire certe cose: ci sono finalità materiali e finalità spirituali: le seconde sono superiori, ma oggi non sono considerate, non ci si riflette.
Cosa sono per te le finalità spirituali?
Titolo: Psicofilosofia - Risposta a Freedom
Inserito da: Federico Mey2 il 12 Gennaio 2019, 21:20:06 PM
Citazione di: Freedom il 12 Gennaio 2019, 20:26:23 PMCosa sono per te le finalità spirituali?
Allora ti faccio esempio di finalità materiali: quella prevalente oggi, l'utilità individuale e collettiva, oppure nel passato estendere il proprio territorio nazionale più possibile, o difendere il proprio territorio, o fare il Bene, o il Male...
Si entra in uno spazio spirituale quando si mette in discussione la finalità materiale che solitamente è predefinita per l'individuo dalla società in cui esso si trova a vivere. Insieme a questa riflessione si discutono anche i princìpi...
L'elemento finale, ultima conseguenza di questa riflessione può essere una nuova finalità materiale, ma non c'è un collegamento diretto ad essa, è soltanto la foce del fiume della riflessione. 
Forse per farsi capire meglio potrei parlare di "finalità materiali" e, invece di "finalità spirituali", di "riflessione spirituale sulle finalità".
Titolo: Re:Psicofilosofia - Risposta a Freedom e a Lou
Inserito da: Lou il 14 Gennaio 2019, 18:12:48 PM
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 21:35:22 PM
Citazione di: Lou il 11 Gennaio 2019, 19:42:22 PMCiao Federico, l'idea e il sogno ^^ di "partire da zero" rinnovando quello sguardo bambino di cui ti fai promotore trovo, correggimi se sbaglio, un tentativo che attraversa parte della PFO, la sospensione del giudizio che parte dagli scettici e giunge sino ad Husserl con l'epoké, con nel mezzo una costellazione di altri filosofi, mi risulta essere parte integrante del "pensiero filosofico occidentale".
Non ti correggo, non so se sbagli, dico soltanto che ho recentemente tentato di dare uno sguardo a tutto il PFO ma questo atteggiamento, che emergerebbe evidente anche da un linguaggio molto più semplice non l'ho percepito. Lo percepisco in qualche filosofia esortativa, nelle religioni, nel libro che ho letto di Zen...Complessivamente nel PFO no, è una caratteristica tipica di esso l'esprimersi in un modo molto più complesso che lo "sguardo bambino".
Capisco, sebbene parte del linguaggio filosofico nel PFO possa risultare ostico e, per questo ed altri aspetti, possa risultare controversa l'idea dello sguardo del bambino filosofo che permea il pensiero filosofico in oggetto, ritengo che, al di là delle numerose immagini e metafore che i filosofi ci offrono di questo sguardo, esso sia il fondamento che fa dellla filosofia filosofia e non altro, non religione, non esortazione, ma una strenua e incessante interrogazione nei confronti di sè, del mondo, di anima, dio a cui non da una ricetta, ma indica un percorso, questo sì, fornendo non risposte, ma educando a una autonomia di pensiero che non assicura forse i picchi spirituali dello zen o di delle religioni, il che forse rischia che a fronte di semplici intuizioni e curiosità che sfociano domande complesse, come quelle pongono i bambini, forse si esigono creazioni complesse.
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 21:35:22 PM
Citazione di: Lou il 11 Gennaio 2019, 19:42:22 PMesiste una complessità e una pluralità nelle filosofie, ma - forse - in ciò sta una certa ricchezza, una pluralità di sguardi.
Ho una certa contrarietà al pluralismo, se uno sta cercando la propria direzione, questa deve essere una, altrimenti, come si dice comunemente "non crede in nulla". Ed è questo il problema di oggi.
Come "si dice" è interessante, forse come "si" dice però forse non individua la domanda filosofica: il punto è in cosa credere? Perchè le credenze sono necessarie?
Il pensiero è credenza?
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 21:35:22 PM
Citazione di: Lou il 11 Gennaio 2019, 19:42:22 PME sebbene la filosofia nasca e si distingua dagli altri saperi nella capacità di razionalizzazione dei fenomeni, mantiene, in ogni caso, sin dalle origini, una spiccata origine in un thauma, in una passione non del tutto razionalizzabili e nei miti.
Il concetto di razionalizzazione che ho usato è un po' ingannevole, e per capire quello che ho scritto bisogna seguire il mio ragionamento.
Io mi riferisco alla mente umana, che è data da sue finalità, elemento spirituale, e sua operatività, elemento materiale. Razionalizzare per me significa far si che il "gioco" (che comprende il linguaggio) che devi giocare/stai giocando ti limiti a giocarlo, e non lo metti in discussione...
Questo gioco funziona magari perfettamente, è razionale, ma è l'accettare le regole che non è razionale, perchè sei chiamato a pensare anche a quelle!
Io non propongo affatto l'irrazionalità, ad un livello superiore, anzi. Dico che a un livello inferiore, apparente, SEMBRA che i tuoi ragionamenti (la tua partita) sia logica e perfetta e razionale ma nel complesso mancano di qualcosa.
Questo per introdurre alla negazione dell'atteggiamento tipico che giudica come irrazionale tutto ciò che non segue logiche razionali apparenti. Bisogna tener presente che esiste la sfera direzionale, nella mente umana, ed essa non è necessariamente irrazionale, anche se appare tale, perchè per essa non ha proprio senso il concetto di razionalità, perchè è scelta arbitraria, al limite.
Comunque sono d'accordo con ciò che hai scritto, ho voluto soltanto sradicare un po' l'idea che ci sia nella mente una parte razionale e una non razionale, al di là del caos psicoanalitico che molto frequentemente si ha.
Grazie per la precisazione, sulla quale concordo.
Titolo: Psicofilosofia: Risposta a Lou
Inserito da: Federico Mey2 il 15 Gennaio 2019, 08:35:23 AM
Citazione di: Lou il 14 Gennaio 2019, 18:12:48 PM
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 21:35:22 PM
Citazione di: Lou il 11 Gennaio 2019, 19:42:22 PMCiao Federico, l'idea e il sogno ^^ di "partire da zero" ...  mi risulta essere parte integrante del "pensiero filosofico occidentale".
...ma questo atteggiamento, che emergerebbe evidente anche da un linguaggio molto più semplice non l'ho percepito. ...
Capisco, sebbene parte del linguaggio filosofico nel PFO possa risultare ostico e, per questo ed altri aspetti, possa risultare controversa l'idea dello sguardo del bambino filosofo che permea il pensiero filosofico in oggetto, ritengo che, al di là delle numerose immagini e metafore che i filosofi ci offrono di questo sguardo, esso sia il fondamento che fa dellla filosofia filosofia e non altro, non religione, non esortazione, ma una strenua e incessante interrogazione nei confronti di sè, del mondo, di anima, dio a cui non da una ricetta, ma indica un percorso, questo sì, fornendo non risposte, ma educando a una autonomia di pensiero che non assicura forse i picchi spirituali dello zen o di delle religioni, il che forse rischia che a fronte di semplici intuizioni e curiosità che sfociano domande complesse, come quelle pongono i bambini, forse si esigono creazioni complesse.
Premetto che devo ancora maturare meglio il ragionamento, e non replico puntualmente alla tua osservazione.
La mia idea è che esista un atteggiamento mentale errato soprattutto in Occidente, e questo causa da un lato un errore di direzione dello sguardo, dall'altro la complessità immotivata. 
Lo definisco "ansia non frenata" di capire e di fare, dove ansia è connessa al concetto di "troppo" e quindi è un eccesso, un errore, una irrazionalità. Nel campo del "fare" si potrebbe iniziare un discorso lungo e piuttosto facile. 
Ma il problema è che esiste anche nel capire.
Bisogna andare a monte nella psicologia (e considerare anche che esistono differenze innate, non siamo in partenza tutti uguali, e la differenza può essere radicale: 0 o 1) per capire l'errore, dato dalla "pretesa" di capire, patologica, piuttosto che limitarsi a fare il "tentativo" di capire, elemento della filosofia sana.
La complessità, che mi sembra evidente, deriva anch'essa da questo errore psicologico di base.

Citazione di: Lou il 14 Gennaio 2019, 18:12:48 PM
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 21:35:22 PM
Citazione di: Lou il 11 Gennaio 2019, 19:42:22 PMesiste una complessità e una pluralità nelle filosofie, ma - forse - in ciò sta una certa ricchezza, una pluralità di sguardi.
Ho una certa contrarietà al pluralismo, se uno sta cercando la propria direzione, questa deve essere una, altrimenti, come si dice comunemente "non si crede in nulla". Ed è questo il problema di oggi.
Come "si dice" è interessante, forse come "si" dice però forse non individua la domanda filosofica: il punto è in cosa credere? Perchè le credenze sono necessarie? Il pensiero è credenza?
In cosa credere? (1a domanda). Non è credere che la terra è piatta o rotonda, e neanche l'avere il tesserino di appartenenza ad una Religione. Il concetto che ho usato di "credere" significa avere delle finalità esistenziali, spirituali (e non soltanto materiali), avere individuato una strada da percorrere. 
"Credere" non è necessario (2a domanda), infatti si può vivere avendo sole finalità materiali, cioè nell'economia, nella politica e anche nella religione (che spesso serve a dare una apparenza di spiritualità ad un sistema mentale totalmente materialistico). Ma chi vuole "elevare" il proprio pensiero, e il filosofo dovrebbe fare questo per definizione (anche colui che è veramente religioso), dovrebbe credere, cioè avviare quel processo mentale che lo porta a determinare fini e valori. 
Quindi dal mio punto di vista il livello di pensiero più elevato è credere (3a domanda).
Titolo: Re:Psicofilosofia: Filosofia come cammino verso la maturità
Inserito da: Lou il 15 Gennaio 2019, 21:39:28 PM
No, ma infatti, che la terra sia tonda o piatta è questione di scienza, alla cui base, ovviamente esiste un atto di fiducia, un tener per vero originario,  ( in questo senso uso l'accezione del verbo credere), come nelle religioni, eppure ci sono differenze, pur nell'equiparazione che poni in essere, forse, non per voler complicare, ma la scienza non è questione di tesseramento dottrinale. No, vorrei dirlo perchè, data l'importanza della direzione dello sguardo, reato in base a quale criterio?, mi pare semplice trovare, non solo analogie genealogiche, ma anche differenze tra scienza, filosofia e religione.
Invece, a mio parere, credere, nel senso che ho prima esposto, è un atto spontaneo e necessario. Per vivere e sopravvivere, le distinzioni che poni tra materiale e spirituale sono già pregne di condizionamenti dati dalle pfo, dove con "o" si intendo questa distinzione orientale, occidentale a cui stiamo dando corso. Io non so come il filosofo "deve" conformarsi "per definizione" a "elevarsi". L'inabissamento, può essere una grande opportunità, tentare di alzare una piastrella e poi richiuderla veloce, perchè andare a fondo è una esperienza in cui il credere, nelle accezioni che possiamo che ci permettiamo, e che vacilla incerta. Ed è dal fondo, che forse, si ha l'opportunità di elevarsi, quando si raggiunge la messa in discussione del pensare, del pensare di credere e del credere di pensare, elevazioni e abissi.
Titolo: Re:Psicofilosofia - Risposta a Freedom
Inserito da: green demetr il 17 Gennaio 2019, 10:25:31 AM
Citazione di: Federico Mey2 il 12 Gennaio 2019, 21:20:06 PM
Citazione di: Freedom il 12 Gennaio 2019, 20:26:23 PMCosa sono per te le finalità spirituali?
Allora ti faccio esempio di finalità materiali: quella prevalente oggi, l'utilità individuale e collettiva, oppure nel passato estendere il proprio territorio nazionale più possibile, o difendere il proprio territorio, o fare il Bene, o il Male...
Si entra in uno spazio spirituale quando si mette in discussione la finalità materiale che solitamente è predefinita per l'individuo dalla società in cui esso si trova a vivere. Insieme a questa riflessione si discutono anche i princìpi...
L'elemento finale, ultima conseguenza di questa riflessione può essere una nuova finalità materiale, ma non c'è un collegamento diretto ad essa, è soltanto la foce del fiume della riflessione.
Forse per farsi capire meglio potrei parlare di "finalità materiali" e, invece di "finalità spirituali", di "riflessione spirituale sulle finalità".

Non farti ingannare dagli utenti materialisti di questi forum da chi come Ipazia ritiene che la filosofia non debba occuparsi di anima (perchè ha già dato, dice) a chi confonde come Sileno la psicoanalisi con la psicologia comportamentale che contraddistingue l'inferno del consueling filosofico, e in general del domandare sofistico ossia senza fini di Socrate (ma ho già dimostrato che invece lui era uno che i fini ce li aveva ben in testa, e infatti è stato mandato giustamente a morte).

O forse non ti inganni e semplicemente come avevo già predetto anche tu scambi l'Anima con il Mondo...come si faccia a confondere il fine spirituale (ossia l'ingaggio con le attività dell'inconscio, o se vogliamo con le sfide della sfinge, oracolari) con quello materiale. E' una cosa ripugnante.

Se infine credi che il progredire sia veramente materiale e non quello deciso dalle elite come ti fa notare freedom, bè allora ti taccio anche di ingenuità.

Assolutamente no. Il fine Spirituale non ha nulla a che fare con il fine materiale. Se non nelle sue ritorsioni inferali come i grandi moralisti francesi, o nietzche o freud o jung, ci hanno insegnato a riconoscere.(ed a evitare sarebbe il caveat! mai rispettato, nessuno vuole vivere davvero).