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LOGOS - Argomenti => Tematiche Filosofiche => Discussione aperta da: Ingordigia il 09 Aprile 2017, 16:43:30 PM

Titolo: Sapere e conoscenza
Inserito da: Ingordigia il 09 Aprile 2017, 16:43:30 PM
Si racconta che quando Baruch Spinoza lavorava come tornitore di lenti ,nella sua umile abitazione di Voorburg avesse un centinaio di libri.
Ma come li conosceneva bene !

La dicotomia tra sapere e conoscenza affligge molti aspiranti intettettuali. Il passare dalla prima capacità alla seconda rende l'esercizio del logos efficace e virtuoso.

Secondo voi, cosa distingue sapere e conoscenza ? E quali sono gli strumenti per imparare davvero a conoscere ?
Titolo: Re:Sapere e conoscenza
Inserito da: myfriend il 09 Aprile 2017, 18:16:12 PM
Il sapere è un fatto solo "intellettuale": io so che cos'è l'amore
la conoscenza è il sapere abbinato all'esperienza:  io ho conosciuto che cos'è l'amore

ma tutto questo non basta. Oltre la conoscenza c'è la Consapevolezza: io ho conosciuto che cos'è l'amore e l'amore l'ho interiorizzato e genera il mio nuovo modo di essere e di pensare.

Quindi, io eliminerei il concetto di "sapere", perchè è già incluso nella "conoscenza".
Lo schema da perseguire è:

ESPERIENZA -> SCIENZA -> CONOSCENZA -> CONSAPEVOLEZZA
Titolo: Re:Sapere e conoscenza
Inserito da: sgiombo il 09 Aprile 2017, 18:43:30 PM
Secondo me ciò che distingue la vera conoscenza da un sapere meramente "nozionistico"*, una reale cultura dalla semplice e in fondo banale erudizione, é il senso critico, l' intelligente capacità di sottoporre al dubbio e all' autonoma riflessione (non per rifiutarla ad ogni costo, ovviamente, ma per eventualmente accoglierla oppure respingerla comunque a ragion veduta) qualsiasi verità data per scontata, da parte di qualsiasi "autorità" sia proposta (in generale ...e in particolare dai premi Nobel per la fisica, e chi ha orecchie per intendere intenda).

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* Aggettivo che, brandito a mo' di clava da pessimi parassiti, ignoranti, incapaci, presuntuosi alla caccia forsennata di privilegi personali "intorno al '68" del secolo scorso ha fatto molti danni, ma non per questo non ha un suo significato utile a intendersi circa il problema erudizione-autentica cultura).
Titolo: Re:Sapere e conoscenza
Inserito da: maral il 09 Aprile 2017, 19:47:40 PM
Citazione di: Ingordigia il 09 Aprile 2017, 16:43:30 PM
Si racconta che quando Baruch Spinoza lavorava come tornitore di lenti ,nella sua umile abitazione di Voorburg avesse un centinaio di libri.
Ma come li conosceneva bene !

La dicotomia tra sapere e conoscenza affligge molti aspiranti intettettuali. Il passare dalla prima capacità alla seconda rende l'esercizio del logos efficace e virtuoso.

Secondo voi, cosa distingue sapere e conoscenza ? E quali sono gli strumenti per imparare davvero a conoscere ?
Seguendo la lettura di Sini, il sapere è l'esistenza stessa che sa. Il sapere è quindi di ogni esistente, uomo, animale, pianta, roccia, la cui esistenza stessa è un sicuro saper esistere. La conoscenza invece tenta di sapere di questo sapere, tenta quindi di rappresentarlo per vederlo e riconoscerlo e la conoscenza è solo dell'essere umano che a volte, saltuariamente, capita che sia colto dalla domanda: di cosa è che so? Questa domanda pone il saper vivere in una posizione quanto mai precaria, come in bilico, ma, una volta che si presenta, non può essere rimossa.
La conoscenza è sempre inscritta nel saper vivere, ma allo stesso tempo tenta continuamente di circoscriverlo facendosene rappresentazione, restando a una certa distanza entro la quale operano i suoi strumenti.
Il problema che angustia il filosofo e, in genere l'uomo che conosce, è come costruire una conoscenza sapiente, ossia una conoscenza effettiva, che aderisca a quella vita che sa che ne è matrice, senza ritrovarsi annullata in essa. Il problema, se vogliamo, è come restare uomo pur vivendo come ogni altro essere, senza prestarsi al gioco degli idoli e dei fantasmi di una conoscenza che scambia le sue figurazioni per cose oggettive, in sé esistenti, come da fuori del mondo in cui si vive. Come vivere in bilico sulle nostre mappe, la cui utilità, per quanto grande possa apparirci, non ci consente tuttavia di identificarle mai con il territorio, poiché il territorio trabocca sempre oltre ogni schema cognitivo rimettendolo sempre in discussione.
Lo strumento con cui tentare una conoscenza sapiente è quindi un continuo esercizio sulla propria postura mentale, affinché, attraverso il contatto con la vita e gli altri, la conoscenza non si rinchiuda mai nel dominio autoreferenziale dei propri fantasmi, ma tenga conto delle prassi antichissime e ancestrali su cui è venuta concretamente costruendosi per agire nel mondo.