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LOGOS - Argomenti => Tematiche Filosofiche => Discussione aperta da: iano il 04 Aprile 2018, 13:12:05 PM

Titolo: Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: iano il 04 Aprile 2018, 13:12:05 PM
In un certo senso siamo circondati da quel che sappiamo.
L'uomo percepisce il mondo in base all'utilizzo che può farne.
Dopotutto per comprendere il cervello è fondamentale capire a cosa serve.

Lo straordinario potere dei sensi.
Guida all'uso.
Lawrence D.Rosenblum.
Bollati Boringhieri.

Al centro e all'esterno c'è l'ignoto ;  nel mezzo quel che sappiamo.
Titolo: Re:Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: Eutidemo il 04 Aprile 2018, 16:03:30 PM
Però i sensi ingannano, e a volte è necessario verificare quello che vedi con squadra e compasso.
Come nel caso di queste rette parallele! ;)
(http://i67.tinypic.com/15qznlt.jpg)
Titolo: Re:Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: sgiombo il 04 Aprile 2018, 17:11:35 PM
Citazione di: Eutidemo il 04 Aprile 2018, 16:03:30 PM
Però i sensi ingannano, e a volte è necessario verificare quello che vedi con squadra e compasso.
Come nel caso di queste rette parallele! ;)
(http://i67.tinypic.com/15qznlt.jpg)
CitazioneOh, finalmente qualcosa che mi da l' idea delle famose "convergenze parallele" apocrifamente attribuite ad Aldo Moro!
Titolo: Re:Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: iano il 04 Aprile 2018, 18:30:52 PM
Citazione di: Eutidemo il 04 Aprile 2018, 16:03:30 PM
Però i sensi ingannano, e a volte è necessario verificare quello che vedi con squadra e compasso.
Come nel caso di queste rette parallele! ;)
(http://i67.tinypic.com/15qznlt.jpg)
I sensi ingannano perché hanno un costo , e si ammettono errori in cambio di un buon rapporto efficacia/costi.
La loro efficienza inoltre  è particolarmente rivolta a questioni di maggior interesse per noi , come ad esempio il riconoscimento dei volti umani.
Il volto delle scimmie è parimenti vario , ma a noi non appare perché non ci serve.
Cioè l'uomo percepisce il mondo in base all'utilizzo che deve farne.
Così una consistente zona del cervello è deputata al riconoscimento dei volti umani e in questo caso non si ammettono errori.
Non è neanche corretto parlare di errori , in quanto l'errore implica il caso.
Mentre , guardando l'immagine che hai postato tutti "sbagliamo" allo stesso modo , e non può essere un caso.
Queste illusioni sono importanti per capire come è organizzato il cervello per fare un gran lavoro con poca spesa.
Che situazioni del genere si presentino in natura è raro , e ancor più raro che possano essere rilevanti per noi.
Se lo fossero il cervello sarebbe attrezzato , e se lo diventassero il cervello si attrezzerebbe , in tempi relativamente brevi , per eliminare l'illusione.
Una delle notevoli recenti acquisizioni da parte dei meurosciemziati è infatti il grande potere plastico del cervello ad ogni età, mentre una volta si pensava tale capacità sparisse del tutto dopo i sei mesi dalla nascita.
Quindi se ti perdessi nella giungla , novello Tarzan , impareresti relativamente presto a riconoscere i volti delle scimmie😄 e il cervello si modificherebbe allo scopo.
In cambio di ciò potresti perdere parte della capacità nel riconoscere i volti umani.
Ciò che non si usa ha un costo inutile e va' eliminato.
Il processo comunque è sempre reversibile , per fortuna .😄
I cinesi per noi una volta erano tutti uguali , ma adesso nessuno lo dice più, perché con essi adesso abbiamo a che fare.
Conoscendo questi meccanismi possiamo plasmare il cervello a compiti specifici , come ad esempio diventare un sommeliere.
Titolo: Re:Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: viator il 04 Aprile 2018, 22:44:04 PM
Salve. Bravi Iano e Sgiombo. L'immagine ha un suo fascino surreale. Provo a cercare di spiegare il perché di un simile "trompe l'oeil". Il nostro cervello, nel cercare di dare un senso geometrico alle componenti dell'immagine, è costretto a far spostare agli occhi dalle righe parallele ai quadratini neri.

La vista e l'attenzione connessavi si spostano continuamente e rapidamente dalle righe ai quadratini, e per farlo non si muovono in orizzontale od in verticale (che sarebbero le direzioni naturali con le quali esploriamo visivamente una immagine), bensì sono obbligate a spostarsi in diagonale dato lo sfalsamento dei quadratini.

In questo modo, appunto, la nostra attenzione non riesce a concentrarsi sulla valutazione della orizzontalità delle righe, le quali ci appaiono in salita da sinistra a destra se i quadratini della fascia sottostante risultano sfalsati verso destra, ed inversamente nel caso opposto.

Questo specifico ordine rispetta anche l'effetto gravitazionale al quale il nostro cervello è assuefatto : se i quadratini fossero casse posizionate su di un asse di legno poggiato sopra le sottostanti, si avrebbe l'effetto del loro baricentro che, risultante spostato da un lato, tende a far sollevare l'opposta estremità dell'asse verso l'alto.
Titolo: Re:Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: Eutidemo il 05 Aprile 2018, 05:46:57 AM
Citazione di: sgiombo il 04 Aprile 2018, 17:11:35 PM
Citazione di: Eutidemo il 04 Aprile 2018, 16:03:30 PM
Però i sensi ingannano, e a volte è necessario verificare quello che vedi con squadra e compasso.
Come nel caso di queste rette parallele! ;)
(http://i67.tinypic.com/15qznlt.jpg)



CitazioneOh, finalmente qualcosa che mi da l' idea delle famose "convergenze parallele" apocrifamente attribuite ad Aldo Moro!
;D  ;D  ;D
Titolo: Re:Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: Eutidemo il 05 Aprile 2018, 06:26:18 AM
Ciao Iano, 
sono completamente d'accordo con quanto scrivi. ;)
Ed infatti, a parte i rarissimi casi di prosopagnosia, l'uomo può ricordare un numero sterminato di volti umani(molto più numeroso dei nomi); la capacità di riconoscimento facciale aumenta drasticamente fra i 10 e i 20 anni continuando a crescere, sia pure più lentamente, fino a raggiungere il massimo fra i 30 e i 34 anni, e a declinare dopo i 65 anni. 
Tale caratteristica, è dovuta al fatto che l'uomo è "un animale sociale", per cui, per lui, la capacità di memorizzare i volti dei suoi consimili è VITALE!
Quanto al riconoscimento dei volti delle scimmie, posso confermare personalmente quanto dici, in quanto, da piccolo, abitavo in una casa di fronte allo ZOO, dove passavo la maggior parte del tempo; e ti garantisco che i volti delle scimmie (non solo quelle antropomorfe) li ricordavo tutti uno per uno, senza il benchè minimo rischio di sbagliarmi. :)
Il cervello umano, in effetti, è estremamente plasmabile, sebbene persistano alcuni adattamenti (anche comportamentali) filogeneticamente acquisiti durante l'evoluzione, che la cultura non può modificare; o meglio, può farlo solo a rischio di gravi squilibri psico-sociali.
Per quanto, comunque, per restare agli adattamenti di tipo fisiologico, almeno a quanto risulta dai testi che ho letto al riguardo:
- la vista cromatica è dovuta alla dieta "fruttivora" dei nostri antenati (non ancora umani), risultando utile al riconoscimento dei frutti più maturi;
- la vista prospettica è dovuta al fatto che nostri antenati (non ancora umani), vivendo sugli alberi, dovevano saper prendere bene le distanze prima di saltare da un ramo all'altro.
Successivamente tali adattamenti atavavici, sono stati sfruttati soprattutto ad altri fini; ma la capacità di non farsi ingannare dalle illusioni ottiche, in effetti, non ha mai avuto un particolare valore evolutivo! :D
 
Titolo: Re:Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: Eutidemo il 05 Aprile 2018, 06:31:56 AM
Citazione di: viator il 04 Aprile 2018, 22:44:04 PM
Salve. Bravi Iano e Sgiombo. L'immagine ha un suo fascino surreale. Provo a cercare di spiegare il perché di un simile "trompe l'oeil". Il nostro cervello, nel cercare di dare un senso geometrico alle componenti dell'immagine, è costretto a far spostare agli occhi dalle righe parallele ai quadratini neri.

La vista e l'attenzione connessavi si spostano continuamente e rapidamente dalle righe ai quadratini, e per farlo non si muovono in orizzontale od in verticale (che sarebbero le direzioni naturali con le quali esploriamo visivamente una immagine), bensì sono obbligate a spostarsi in diagonale dato lo sfalsamento dei quadratini.

In questo modo, appunto, la nostra attenzione non riesce a concentrarsi sulla valutazione della orizzontalità delle righe, le quali ci appaiono in salita da sinistra a destra se i quadratini della fascia sottostante risultano sfalsati verso destra, ed inversamente nel caso opposto.

Questo specifico ordine rispetta anche l'effetto gravitazionale al quale il nostro cervello è assuefatto : se i quadratini fossero casse posizionate su di un asse di legno poggiato sopra le sottostanti, si avrebbe l'effetto del loro baricentro che, risultante spostato da un lato, tende a far sollevare l'opposta estremità dell'asse verso l'alto.

Ciao Viator,
ti ringrazio della spiegazione del fenomeno ottico da me riprodotto, le cui cause ignoravo completamente ; c'è sempre qualcosa da imparare, in questo FORUM.
Guardate anche quest'altra illusione ottica...non è stupefacente?
(http://i68.tinypic.com/dvhpxs.jpg)
Titolo: Re:Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: Angelo Cannata il 05 Aprile 2018, 07:45:32 AM
Mi avete dato occasione di ricordare un dubbio che ogni tanto mi ha attraversato la mente, magari sarà solo un mettere altra carne al fuoco.
Quando penso a un volto ho la chiarissima percezione della sua inconfondibile fisionomia, eppure non mi sento affatto in grado di disegnarlo come invece mi sentirei se l'avessi davanti, di presenza (non discutiamo qui sulle mie capacità grafiche, che sono molto scarse, ma buone quanto basta a percepire la differenza di sensazione che ho appena descritto).
Questo problema mi fa sospettare che quando nella nostra mente abbiamo il ricordo chiarissimo di un volto, al punto che ci sembra di poterlo proprio vedere nel nostro cervello, in realtà non si tratta di una vera memoria grafica. Ho il sospetto che la graficità mnemonica sia soltanto un'illusione, creata da altri meccanismi del nostro cervello che non conosciamo.
Non metto in dubbio che ci siano persone in grado di disegnare molto meglio di me e magari saper fare un ottimo ritratto anche a memoria, senza avere il soggetto davanti. Il fatto che esistano queste persone particolarmente brave in disegno mi sembra però che non elimini il dubbio che ho descritto.
Titolo: Re:Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: sgiombo il 05 Aprile 2018, 09:07:11 AM
Citazione di: Eutidemo il 05 Aprile 2018, 06:31:56 AM

Ciao Viator,
ti ringrazio della spiegazione del fenomeno ottico da me riprodotto, le cui cause ignoravo completamente ; c'è sempre qualcosa da imparare, in questo FORUM.
Guardate anche quest'altra illusione ottica...non è stupefacente?
(http://i68.tinypic.com/dvhpxs.jpg)
Dove si trova e chi ha realizzato questo meraviglioso tromp l' oeil, degno di un Magritte?
Titolo: Re:Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: Eutidemo il 05 Aprile 2018, 11:14:59 AM
Citazione di: sgiombo il 05 Aprile 2018, 09:07:11 AM
Citazione di: Eutidemo il 05 Aprile 2018, 06:31:56 AM

Ciao Viator,
ti ringrazio della spiegazione del fenomeno ottico da me riprodotto, le cui cause ignoravo completamente ; c'è sempre qualcosa da imparare, in questo FORUM.
Guardate anche quest'altra illusione ottica...non è stupefacente?
(http://i68.tinypic.com/dvhpxs.jpg)
Dove si trova e chi ha realizzato questo meraviglioso tromp l' oeil, degno di un Magritte?
E' l' "Anamorphose végétale", un "trompe-l'oeil" molto particolare, che si trova  di fronte all'"Hôtel de Ville" di Parigi; l'ha ideato e realizzato François Abelanet disponendo angoli e bordi in maniera appropriata. 😊
Titolo: Re:Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: Eutidemo il 05 Aprile 2018, 11:20:06 AM
Citazione di: Angelo Cannata il 05 Aprile 2018, 07:45:32 AM
Mi avete dato occasione di ricordare un dubbio che ogni tanto mi ha attraversato la mente, magari sarà solo un mettere altra carne al fuoco.
Quando penso a un volto ho la chiarissima percezione della sua inconfondibile fisionomia, eppure non mi sento affatto in grado di disegnarlo come invece mi sentirei se l'avessi davanti, di presenza (non discutiamo qui sulle mie capacità grafiche, che sono molto scarse, ma buone quanto basta a percepire la differenza di sensazione che ho appena descritto).
Questo problema mi fa sospettare che quando nella nostra mente abbiamo il ricordo chiarissimo di un volto, al punto che ci sembra di poterlo proprio vedere nel nostro cervello, in realtà non si tratta di una vera memoria grafica. Ho il sospetto che la graficità mnemonica sia soltanto un'illusione, creata da altri meccanismi del nostro cervello che non conosciamo.
Non metto in dubbio che ci siano persone in grado di disegnare molto meglio di me e magari saper fare un ottimo ritratto anche a memoria, senza avere il soggetto davanti. Il fatto che esistano queste persone particolarmente brave in disegno mi sembra però che non elimini il dubbio che ho descritto.

Interessante osservazione :)
In effetti, disegnare "a memoria" è un po' diverso dal farlo avendo di fronte il soggetto da riprodurre; però, a quanto pare, gli esperti di IDENTIKIT ci riescono addirittura in base alla memoria di altre persone! :)
Titolo: Re:Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: green demetr il 08 Aprile 2018, 12:37:43 PM
Ennesima sciocchezza, approfitto di questa domenica, per rispondere a queste provocazioni ridicole.  ::)

Quando io dico "sono" non mi riferisco agli oggetti reali, ma piuttosto alla relazione che ho io con essi.

L'uomo non è un oggetto, non posso considerarmi un oggetto fra gli oggetti, in quanto l'oggetto non pensa.
In compenso l'oggetto viene pensato.

Assistere a simile parate di scemenza, come se Cartesio o Kant non fossero mai esistiti, mi fa dubitare della serietà scomposta di questi automi, forse BOT di qualche hacker burlone.

Mai sentito parlare del problema della COSA kantiana?

Del limite? della trascendenza? della fenomenologia? Almenso suvvia delle categoerie!! (cosa che aborro sia chiaro, ma sarebbe qualcosa di filosofico almeno!)  >:(
Titolo: Re:Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: Eutidemo il 08 Aprile 2018, 16:00:47 PM
Citazione di: green demetr il 08 Aprile 2018, 12:37:43 PM
Ennesima sciocchezza, approfitto di questa domenica, per rispondere a queste provocazioni ridicole.  ::)

Quando io dico "sono" non mi riferisco agli oggetti reali, ma piuttosto alla relazione che ho io con essi.

L'uomo non è un oggetto, non posso considerarmi un oggetto fra gli oggetti, in quanto l'oggetto non pensa.
In compenso l'oggetto viene pensato.

Assistere a simile parate di scemenza, come se Cartesio o Kant non fossero mai esistiti, mi fa dubitare della serietà scomposta di questi automi, forse BOT di qualche hacker burlone.


Mai sentito parlare del problema della COSA kantiana?

Del limite? della trascendenza? della fenomenologia? Almenso suvvia delle categoerie!! (cosa che aborro sia chiaro, ma sarebbe qualcosa di filosofico almeno!)  >:(
Molto chiaro e molto ben argomentato ;D
Chapeau!!! ;D  ;D  ;D
Titolo: Re:Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: iano il 14 Aprile 2018, 03:27:20 AM
Citazione di: Eutidemo il 08 Aprile 2018, 16:00:47 PM
Citazione di: green demetr il 08 Aprile 2018, 12:37:43 PM
Ennesima sciocchezza, approfitto di questa domenica, per rispondere a queste provocazioni ridicole.  ::)

Quando io dico "sono" non mi riferisco agli oggetti reali, ma piuttosto alla relazione che ho io con essi.

L'uomo non è un oggetto, non posso considerarmi un oggetto fra gli oggetti, in quanto l'oggetto non pensa.
In compenso l'oggetto viene pensato.

Assistere a simile parate di scemenza, come se Cartesio o Kant non fossero mai esistiti, mi fa dubitare della serietà scomposta di questi automi, forse BOT di qualche hacker burlone.


Mai sentito parlare del problema della COSA kantiana?

Del limite? della trascendenza? della fenomenologia? Almenso suvvia delle categoerie!! (cosa che aborro sia chiaro, ma sarebbe qualcosa di filosofico almeno!)  >:(
Molto chiaro e molto ben argomentato ;D
Chapeau!!! ;D  ;D  ;D
Per quanto ci capisco , a causa della mia ignoranza filosofica , sono relativamente d'accordo, ma non ho capito a chi è rivolta la tua critica e forse perciò mi sembri fuori tema.
Direi però che l'uomo è un oggetto , almeno in parte ,che pensa.
Infatti se a questo oggetto , che è l'uomo, tolgo alcune sue parti , questo continua a pensare , a dimostrazione del fatto che è quantomeno anche un oggetto.
Non so' cos'è però  la cosa kantiana e tante altre cose.
Restando invece in tema , il mio intento con questa discussione era di riabilitare i nostri sensi , anche alla luce delle nuove recenti conoscemze accumulate dai neurosciemziati , che possono ormai considerarsi abbastanza solide.
Riabilitarli a fronte di una loro denigrazione che nasce da una malintesa funzione che attribuiamo alla scienza , quella di dirci la verità.
Certamente la funzione dei sensi non è quella di dirci la verità , quindi non ha senso una loro denigrazione in questi termini , e personalmente non credo questa sia neanche la funzionde della scienza.
A me sembra  che perceziione e scienza remino dalla stessa parte , fatte salve differenze di metodo che comunque non possiamo dare  neanche per scontate.
Anzi , ipotizzare che non ci sia una sostanziale differenza , né' di metodo , né' di scopo mi sembra spieghi tante cose.
La differenza più grossa che rilevo  infatti è nell'uso differente della coscienza nei due processi , che in se' non mi appare sostanziale.
Infatti nella misura in cui grazie alla neuro scienza, è possibile portare a livello di coscienza i due processi mi sembra che questi scorrano in parallelo.
Credo che la funzione sostanziale della scienza sia quella di essere un processo condivisibile , e che da ciò derivi il suo potere e che il suo potere sia tale da averci stupito fino al punto da farcene fraintendere la sostanza piegandola ai nostri desideranda.
È un processo condivisibile e sappiamo come fare a condividerlo.
Anche la percezione lo è, ma non sappiamo come facciamo a condividerla.
Certamente la percezione è anche soggettiva , ma non mi appare questa come la caratteristica che dovrebbe saltare per prima all'occhio , per quanto fondamentale essa stessa  nel senso che dirò' più in là'.
Non è il caso dunque , come facciamo , di sottolineare la soggettività per denigrare la percezione.
Semmai la soggettività è proprio il fondamento da cui deriva il potere della scienza.
Dalla somma di individui diversi , ma non tanto diversi da non poter condividere un processo , deriva il potere della scienza.
Se gli individui fossero identici la loro somma farebbe uno e cio potrebbe fare il gioco di chi cerca la verità,perché se si può dimostrare che tutti vedono le cose nello stesso identico modo allora si potrebbe millantare che ciò che vedono è vero.
Ma la sola scoperta della estrema plasticità del cervello direi che scongiuri del tutto e da sola tale infausto evento.
Una somma di soggettività non è un risultato oggettivo , ma non per questo mancherà di stupirci.
Titolo: Re:Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: green demetr il 14 Aprile 2018, 10:06:21 AM
La critica è rivolta in particola modo alla neuroscienza.
Che sostanzialmente riduce il soggetto ad un errore cognitivo del cervello.
L'unico soggetto accettato dalle neuroscienze è il cervello stesso.
Ora dire che il cervello ha uno stato di coscienza, detto da loro, non capisco bene cosa significhi.
Mi sembra che facciano una gran confusione.

Inoltre se invece che ad un riduzionismo, uno, come me, si riferisce a che invece il soggetto è la conseguenza di un paradigma molto più ampio e che coinvolge DIO-ANIMA-SOGGETTO-OGGETTO-DESTINO, lo scontro non può che essere inevitabile.

Per quanto riguarda gli errori percettivi, su cui tanto l'analitica americana insiste, e su cui ho dato un esame universitario, a me pare, che si un tentativo psicotico di rilegare il soggetto appunto alla scienza che lo sovrasta.
Come se quella scienza che lo sovrasta non sia fatta da un soggetto.

Personaggi eminenti come Sini, e molti altri fenomenologhi contemporanei hanno speso tutto il novecento a far notare le incongruenze e il NON SENSO di questa attività culturale umana.

L'obiettivo dichiarato è ovviamente colpire le certezze dell'inidividuo e indagare fin dove le falle del sistema cognitivo-comportamentale possano portare.

Ora se però c'è un obiettivo, è difficile non pensare che vi è un artefice dietro.

Compito a cui appunto la filosofia del novecento ha già pagato dazio.

Ora anche volendo fare a meno di questi contributi fondamentali, e filosoficamente non ha senso sia chiaro, possiamo anche chiederci se per caso nell'antichità, queste falle non fossero già state indagate, magari facendo a meno della neuroscienza.

Non voglio certo arrivare ad Aristotele (anche perchè lo detesto  ;) ) ma direi di ripartire dall'uomo che ha spezzato in 2 la filosofia, proprio facendo notare che l'uomo è fallibilissimo: Kant.


In realtà il discorso sulla percezione a livello storico, l'analitica americana, si degna di citare almeno i suoi più diretti avi ancestrali, che sarebbero Locke e Berkley.


Ognuno di questi filosofi una volta stabilita la fallibilità umana ha dovuto ricostuire una metafisica. Su cui possiamo o meno essere d'accordo.


Ma rimane il fatto che l'uomo sia fallibilissimo è una cosa nota e risaputa da secoli.


Il punto che manca alla neuroscienza contemporanea, non è tanto il fatto che essa si occupi di quello di cui si DEVE occupare, quanto il fatto, che nel confrontarsi con gli avi ancestrali e con i contributi del novecento, essa faccia spallucce: essi dicono sostanzialmente, che non è di loro competenza, e che la SCIENZA, non ha bisogno di dare spiegazioni, in quanto le spiegazioni sono già all'interno del suo CORPUS CHRISTI, della sua PRETESA (visto che per la filosofia della scienza stessa NON E' COSI'!) di VERITA'.


Ma volgio dire ma se sono i primi a dire che l'uomo è fallibilista, MA NON è che gli viene GIAMMAI in mente, che PURE LORO sono FALLIBILISTI.




Per quanto riguarda invece l'utilità caro robot IANO, a cui pur fai riferimento nella prima parte dell'argomentazione e su cui poi torni più avanti nella discussione, facendo notare che comunque sia il percetto è (evolutivamente o meno, a me non interessa, visto che non credo nell'evoluzionismo) chiaramente LEGATO all'utilità della socievolezza, OSSIA DEI RAPPORTI fra SOGGETTO E OGGETTO (laddove nel caso del VOLTO, l'oggetto è quell'oggetto PARTICOLARMENTE INTERESSANTE, che è l'uomo. E su cui per esempio LEVINAS ci ha costruito una metafisica geniale), divevo, per quanto riguarda l'utilità SONO D'ACCORDO assolutamente con le tue posizioni.

Infatti a mio parere il soggetto, e il rapporto tra soggetti è di fatto il vero ed unico interesse della FILOSOFIA: peccato portare gli inquinanti della neuroscienza all'interno di queste cose FONDAMENTALI.
Tutto qui  ;)


Ma niente di grave: questi sono i tempi della scienza, le analisi su questo fenomeno sociale, sono tali e ampie che solo uno sciocco può ignorarle.

Il mio è solo un gioco, un atto virile senza senso  ;), in nome del SENSO della vita.


(alias uno sfogo...e altri seguiranno eh eh eh  ;D )
Titolo: Re:Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: sgiombo il 14 Aprile 2018, 13:20:48 PM
Citazione di: green demetr il 14 Aprile 2018, 10:06:21 AM
La critica è rivolta in particola modo alla neuroscienza.
Che sostanzialmente riduce il soggetto ad un errore cognitivo del cervello.
L'unico soggetto accettato dalle neuroscienze è il cervello stesso.
Ora dire che il cervello ha uno stato di coscienza, detto da loro, non capisco bene cosa significhi.
Mi sembra che facciano una gran confusione.
CitazioneDi fatto quasi tutti i neuroscienziati, quando parlano di filosofia, compiono questo errore (ma non solo loro, anche molti filosofi più o meno positivisti o scientisti).

Ma questa secondo me non é propriamente neuroscienza, ma piuttosto (errata) interpretazione filosofica delle neuroscienze.

Inoltre se invece che ad un riduzionismo, uno, come me, si riferisce a che invece il soggetto è la conseguenza di un paradigma molto più ampio e che coinvolge DIO-ANIMA-SOGGETTO-OGGETTO-DESTINO, lo scontro non può che essere inevitabile.
CitazioneConcordo sull' inevitabilità dello scontro, non sui tuoi riferimenti teorici.

Per quanto riguarda gli errori percettivi, su cui tanto l'analitica americana insiste, e su cui ho dato un esame universitario, a me pare, che si un tentativo psicotico di rilegare il soggetto appunto alla scienza che lo sovrasta.
CitazionePer me é semplicemente un grave errore filosofico (non pazzia).


L'obiettivo dichiarato è ovviamente colpire le certezze dell'inidividuo e indagare fin dove le falle del sistema cognitivo-comportamentale possano portare.

Ora se però c'è un obiettivo, è difficile non pensare che vi è un artefice dietro.

Compito a cui appunto la filosofia del novecento ha già pagato dazio.
CitazionePer parte mia credo che almeno per molti l' obiettivo sia la ricerca sincera della verità (che non trovano).

Ora anche volendo fare a meno di questi contributi fondamentali, e filosoficamente non ha senso sia chiaro, possiamo anche chiederci se per caso nell'antichità, queste falle non fossero già state indagate, magari facendo a meno della neuroscienza.
CitazioneCredo di sì, perché pur ritenendo interessante ed utile la neuroscienza, e anche indispensabile per affrontarle adeguatamente, si tratta di questioni eminentemente filosofiche.


Il punto che manca alla neuroscienza contemporanea, non è tanto il fatto che essa si occupi di quello di cui si DEVE occupare, quanto il fatto, che nel confrontarsi con gli avi ancestrali e con i contributi del novecento, essa faccia spallucce: essi dicono sostanzialmente, che non è di loro competenza, e che la SCIENZA, non ha bisogno di dare spiegazioni, in quanto le spiegazioni sono già all'interno del suo CORPUS CHRISTI, della sua PRETESA (visto che per la filosofia della scienza stessa NON E' COSI'!) di VERITA'.
CitazioneFin che si limitano a fare scienza e non pretendono di fare filosofia secondo me il loro discorso fila.

...Ma molto spesso pretendono, penosamente, di fare filosofia


Titolo: Re:Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: iano il 14 Aprile 2018, 17:40:13 PM
Alcuni soggetti comuni sono stati invitati all'assaggio di acqua colorata di arancione, e hanno affermato trattarsi di aranciata.
Avvertiti del vero contenuto del bicchiere hanno ripetuto il test.
Hanno detto che sapeva ancora di aranciata, ma un po' meno di prima.
Altro test.
Consumatori abituali di vino e ristoratori che ne offrono ampia scelta sono stati invitati a indovinare bendati fra un bianco e un rosso.
Non ne sono stati capaci.
In un ambiente totalmente buio sono stati serviti da camerieri non vedenti dodici portate diverse di piatti a base di verdure.Chi è stato sottoposto al test non ha sentito differenze di gusto.
Tutti questi risultati potrebbero essere presi a testimoni della pochezza dei nostri sensi.
In un certo senso è vero , specie per il senso del gusto.
Ma quello che di interessante ci dicono questi risultati , se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno , è che gustiamo anche con gli occhi.
Ma la saggezza popolare questo già' lo sapeva , l'occhio vuole la sua parte.
Più in generale nessuno senso di fatto è escluso da qualunque tipo di sensazione.
Non è impossibile superare comunque i test di cui sopra.
Quello del sommeliere è però un mestiere , prima che un dono naturale.
Il gusto può essere educato , o sarebbe più giusto dire rieducato , visto che gustare con gli occhi è la condizione normale.
Nel caso del gusto anche il tatto attraverso la lingua ha il suo peso.
Diciamo pure che le papille gustative sono sopravvalutate , mentre altri sensi , come l'udito , ampiamente sottovalutati.
Titolo: Re:Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: sgiombo il 15 Aprile 2018, 08:11:55 AM
Che un buongustaio ma non esperto professionale possa non distinguere, a occhi bendati, un bianco da un rosso (ma non un bianco secco tipo Prosecco o Frascati da un bianco liquoroso tipo passito di Pantelleria o Zibibbo, per intenderci, o da un rosso corposo tipo Chianti o Barolo o Nero d' Avola; io stesso sono un buongustaio non esperto professionale), che possa confondere fra loro i vini di ciascun tipo menzionato, lo posso anche credere; ma mi risulta sinceramente incredibile che si possano confondere delle patate con dei rapanelli o con del radicchio (dovrei provare per credere...).

...A meno che si tratti di barbari Americani del tutto privi di gusto estetico (quelli che confondono il Colosseo con la basilica di San Pietro o il Mosé con la Pietà di Michelangelo, o magari con l' Ultima cena di Leonardo; e coerentemente mangiano abitualmente ai Mc Donald e bevono Coca Cola): dove é stato fatto l' esperimento?
Titolo: Re:Siamo circondati da quel che sappiamo.
Inserito da: iano il 15 Aprile 2018, 15:14:33 PM
@Sciombro.
Non puoi confondere patate con ravanelli , a meno che non siano ridotti a purè, perché al tatto sono diversi e la lingua è anche un organo di tatto.
Quel tatto contribuisce in modo determinante alla sensazione del gusto , e non è un errore , funziona così.
Se anche ti tappi gli occhi la lingua non ne risente e non si è ancora trovato il modo di escludere la lingua dal processo.
Tutti i riferimenti li trovi nel libro citato nel post di apertura , che ti consiglio vivamente.
L'ho visto ieri da Feltrinelli a Milano Centrale in edizione economica.