Menu principale

La scissione

Aperto da anthonyi, 10 Agosto 2025, 20:46:43 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

anthonyi

Jacopus in un post ha presentato una tesi sull'origine culturale delle entità spirituali che mi sembra originale.
Secondo lui queste deriverebbero dal nostro bisogno di scindere, allontanare la responsabilità dei nostri comportamenti da noi.
Una prima osservazione é che questa spiegazione può certamente funzionare per le entità malefiche, ma non per quelle benefiche, che ragione c'é di inventare Dio per attribuire a lui i meriti di quello che abbiamo fatto di buono.
Naturalmente il mistero del rapporto tra responsabilità individuali ed eventuali responsabilità di altro genere per i comportamenti sbagliati é argomento importante per la religione, ma anche per la psichiatria.
In entrambe queste strutture culturali abbiamo la valutazione positiva del fatto che possa essere sgravato il peso della colpa, caricandolo in parte su un'entità esterna, in qualche modo, cioé, la scissione può avere un ruolo positivo di superamento costruttivo dei propri errore aiutando a separare la persona dai suoi peccati.
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

Jacopus

In realtà questa tesi non è così originale. Fa parte di molte correnti di pensiero: scissione e proiezione sono precisamente due meccanismi di difesa anticipati da Freud e categorizzati in modo completo da sua figlia, Anna Freud. Inoltre, soprattutto il pensiero Junghiano, attraverso il concetto di ombra, riflette a lungo sul male che è dentro di noi e che cerchiamo di sputare fuori in tutti i modi.
Sul fatto che questi processi siano benefici per la psichiatria risponderei con un "dipende". In generale sono tutt'altro che positivi perché disconoscono la complessità della vita umana, ma se una persona-paziente attraverso questa dislocazione esterna riesce a restare in contatto con la realtà, allora si sceglie il male minore.
È molto interessante sull'argomento il libro di Zoja, Paranoia perché collega la dimensione individuale con quella storica e collettiva. Un tema che ha il suo antesignano leggendario in Freud, psicologia delle masse ed analisi dell'Io.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

lisaaS

Interessante riflessione, ma credo che la creazione di entità benefiche serva anche a dare senso e conforto, non solo a scaricare colpe.

Adalberto

@ Anthonyi
Ho cercato il post che citi, ma senza esito. Riesci per favore a segnalarmi il link?

@ Jacopus
Come tanti altri anche Zoja non fa parte delle mie conoscenze e quindi mi sono letto poco fa ora una breve presentazione del libro che hai citato che parla di contagio psichico pandemico. Presumo si possa ben collegare al vecchio discorso di Le Bon e magari forse anche a quello più recente di Girard sul capro espiatorio.
E' pressante la necessità personale e collettiva di ripristinare il proprio equilibrio mentale che per vari motivi  (cognitivi, morali, o di scarsa  informazione) risulta incapace di valutare l'esplosione di violenza fra due gruppi opposti che si contendono il medesimo bene, imitandosi l'un l'altro anche nelle attività distruttive.
Il disagio psichico di trovarsi coinvolti in questa fase di prolungata indifferenzazione fra i contendenti fa esplodere l'esigenza cieca di un capro espiatorio (singoli individui o comunità) a cui addossare ogni colpa, anche le proprie. Ma mi accorgo che così si esce un po' troppo dai binari di questa sezione.
Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

anthonyi

Ciao Adalberto, non mi ricordo proprio dov'era il post al quale facevo riferimento, comunque nel post fatto da Jacopus in questo topic i suoi argomenti sono riprodotti anche con maggiore completezza di come erano allora.
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

niko

#5
Punto primo, Dio non e' manco per niente un'entita' benefica, a meno di non essere gia' cristiani, cioe' gia' di base irrealisticamente ottimisti; obbiettivamente, egli ha creato questo mondo pieno di gratuita sofferenza, di stenti, di fatica e di esseri sostanzialmente imperfetti, effimeri, stupidi e malvagi, quindi, egli ha, su di se', tutte le colpe, per il destino di sofferenza che attende l'uomo praticamente dalla nascita alla morte, che l'uomo, non ha. Dio e' essenzialmente qualcuno a cui dare la colpa nella sventura, riducendo cosi' l'angoscia per il non-senso del mondo e della vita.

Solo con il cristianesimo, questo "dare la colpa", universale nella religione, si ricopre di una patina superficiale di amore (nel senso che, nel parossismo del libero arbitrio, la colpa, per il male e' realmente sulle spalle dell'uomo) e la faccenda si complica ancora di piu'; insomma dall'egemonia culturale del tipo umano "fiero", sostanzialmente un odiatore dell'Altro e del mondo, ma accettante pero' se stesso nella sua piu' profonda ed intima verita', si passa a quella del tipo umano "mite", sostanzialmente un odiatore di se stesso e dei propri istinti piu' profondi, ma in compenso accettante il mondo e finanche l'altro umano nella sua sostanziale e perfetta alterita'. E questo e' gia' un (darwiniano) progresso nella parabola occidentale, ma che deve culminare nel tipo umano "odiatore del nulla", cioe' accettante la necessita' continua della creazione correttamente intesa come atto creativo umano, e realmente capace di amare.

Punto secondo, in realta' assolutamente collegato al primo, le pulsioni attualmente e comunemente considerate eticamente "buone", e altruistiche, sono quasi sempre pulsioni di auto-sacrifico, genitoriali, materne, responsabilizzanti, eroiche, prosociali eccetera, (il soldato che si sacrifica in guerra, la madre che si sacrifica per i figli, l'idraulico onesto che paga le tasse pur avendo la possibilita' di evaderle e via dicendo...) e quindi assolutamente perturbanti per l'io, e da esorcizzare in una proiezione esterna, forse piu' ancora di quelle predatorie e malvage; buona parte di noi, val la pena di ricordarlo, e', anche geneticamente, programmata per sopravvivere e per godere della vita individualmente: e quindi, non comprende, realmente, il sacrificio di un soldato eroico, di una madre devota, di un professionista onesto eccetera. Magari li esaltiamo a parole, mentre non, vorremmo essere al loro posto. Specie non a quello degli "eroi", del lavoro, della religione, del libero pensiero o della patria, che divengono, e vengono proclamati quasi sempre tali da morti. E percio' ne facciamo dei feticci, delle proiezioni.

L'individuo, il concetto attuale di individuo, soprattutto nel suo voler sopravvivere identico a se stesso resistendo alla furia del vento e del tempo, e' intrinsecamente titanico, intrinsecamente tragico, in quanto immerso in una natura esterna, e in un grande cosmo panico e panteistico, che sempre concepisce la sopravvivenza, o sovra individualmente, a livello del bioma e della specie, il quale e' legione rispetto al singolo individuo e alle sue tipiche aspirazioni, oppure sub individualmente, a livello genetico e dei singoli geni, che gia' di loro presso un singolo individuo, son legioni. La coscienza e' un grande intermedio, un grande, e destinato alla sconfitta, "terzo", che emerge nei modi tipici di sopravvivere del precosciente. Per questo, ci difendiamo, e proiettiamo, le pulsioni al "bene", cioe' all'autosacrificio volontario, ancora di piu' di quelle al male.

E' quindi assolutamente plausibile dovresti inventare un Dio, a cui attribuire  i meriti, oltreche' le colpe, di certi fatti o di certe cose,  perche' il "bene", che c'e' nell'uomo, proprio come il male, razionalmente, e psicologicamente, non si puo' ne' contemplare, ne' tollerare.




Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.