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LOGOS - Argomenti => Tematiche Spirituali => Discussione aperta da: Freedom il 27 Agosto 2022, 15:26:18 PM

Titolo: La buona battaglia.
Inserito da: Freedom il 27 Agosto 2022, 15:26:18 PM
"Indossate l'armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti."

Paolo, in questo passaggio della lettera agli Efesini, ci dà una prospettiva importante del cammino cristiano. Non è certamente l'unica (prospettiva), ci sono tante angolature diverse, ma questa in particolare, mi sembra opportuno ed utile condividerla.

Per comprenderla in profondità, almeno nel mio caso, è necessario farsi aiutare da testi, che per fortuna, abbondano. Uno dei quali è senz'altro La "Filocalia". In questa raccolta di scritti di "lottatori cristiani" si parla diffusamente di questo combattimento.

Per non tirarla in lungo e per non pregiudicare l'altrui cammino di ricerca dirò solo quale mi sembra essere uno dei punti più rilevanti. Forse decisivo; e cioè la battaglia contro i pensieri. La cattiva azione è sempre preceduta da un cattivo pensiero. Ed il cattivo pensiero ha un percorso all'interno del nostro intelletto. Nasce (per stimoli interni od esterni), viene accolto e quindi cresce, si fortifica e quando i tempi sono maturi dà luogo ad un'azione. Per capire quali pensieri sono cattivi e quali no può aiutare seguire gli insegnamenti di un santo cristiano il cui carisma era quello del discernimento: Ignazio di Loyola.

Su questa direttrice mi pare fondamentale seguire un percorso di studio e, soprattutto, di applicazioni pratiche.
Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: Kobayashi il 30 Agosto 2022, 10:02:24 AM
Alla base di questa prassi non c'è solo la fede in un Dio (cosa in fondo relativamente problematica per chi, seppure in partenza scettico, si sente attirato dal Vangelo), ma anche la fede in una certa concezione antropologica molto lontana dall'esperienza comune, quella secondo cui l'uomo può e deve ricostruire la propria somiglianza a Dio (in pratica a Cristo, in quanto Cristo è l'immagine comprensibile agli uomini del divino).
Si sa che perfino i monaci del deserto, lontani dalle suggestioni e quindi dalle immagini "peccaminose" della vita in società, si dicevano ogni giorno, dopo essere caduti, "ricominciamo!".
Figuriamoci noi che tra gli incontri-scontri per le città, per i luoghi di lavoro, tra le immagini stupidamente provocatorie dei media che ci rincorrono, tra il pensiero di matrice psicanalitica diventato luogo comune (e quindi parzialmente di tutti) secondo cui non esiste il peccato...
Probabilmente a noi il "ricominciamo" ci toccherebbe dirlo ogni 10 minuti...
E tuttavia è un cammino di bellezza, come appunto insegna il nome stesso di "Filocalia" (amore della bellezza). Questo è un fatto. Non è un cammino di ossessione moralistica, ma di bellezza spirituale.
Se ci si può muovere solo avendo fede in qualcosa, perché non scegliersi una fede in grado di produrre bellezza?

Personalmente ho provato per anni a vivere questa prassi, naturalmente cadendo in continuazione. Non ho mai trovato però una vera ragione per abbandonarla definitivamente. Il mio allontanarmi da essa è sempre stato il prodotto delle situazioni caotiche della vita.
Invece non ho mai avuto difficoltà a trovare ottime ragioni per riprenderla da capo.
Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: Freedom il 31 Agosto 2022, 09:28:30 AM
Citazione di: Kobayashi il 30 Agosto 2022, 10:02:24 AMAlla base di questa prassi non c'è solo la fede in un Dio (cosa in fondo relativamente problematica per chi, seppure in partenza scettico, si sente attirato dal Vangelo), ma anche la fede in una certa concezione antropologica molto lontana dall'esperienza comune, quella secondo cui l'uomo può e deve ricostruire la propria somiglianza a Dio (in pratica a Cristo, in quanto Cristo è l'immagine comprensibile agli uomini del divino).
Si sa che perfino i monaci del deserto, lontani dalle suggestioni e quindi dalle immagini "peccaminose" della vita in società, si dicevano ogni giorno, dopo essere caduti, "ricominciamo!".
Figuriamoci noi che tra gli incontri-scontri per le città, per i luoghi di lavoro, tra le immagini stupidamente provocatorie dei media che ci rincorrono, tra il pensiero di matrice psicanalitica diventato luogo comune (e quindi parzialmente di tutti) secondo cui non esiste il peccato...
Probabilmente a noi il "ricominciamo" ci toccherebbe dirlo ogni 10 minuti...
E tuttavia è un cammino di bellezza, come appunto insegna il nome stesso di "Filocalia" (amore della bellezza). Questo è un fatto. Non è un cammino di ossessione moralistica, ma di bellezza spirituale.
Se ci si può muovere solo avendo fede in qualcosa, perché non scegliersi una fede in grado di produrre bellezza?
Personalmente ho provato per anni a vivere questa prassi, naturalmente cadendo in continuazione. Non ho mai trovato però una vera ragione per abbandonarla definitivamente. Il mio allontanarmi da essa è sempre stato il prodotto delle situazioni caotiche della vita.
Invece non ho mai avuto difficoltà a trovare ottime ragioni per riprenderla da capo.
Mi fa molto piacere condividere questa......passione.
Ho in comune con te, naturalmente, la grande difficoltà di praticare, diciamo meglio di vivere, questa cosa nel grandissimo caos della città. Se pensiamo che il nostro combattimento è, anche, ricondurre la nostra interiorità ad una calma unificante; allora si capisce bene come una realtà così sfacciatamente e volgarmente molteplice......multitask come dicono adesso, sia un ostacolo veramente arduo da superare.

Mi verrebbe da dire insormontabile ma, non per ostinazione e nemmeno per ingenuità, bensì per fede, penso che ci siano le condizioni per procedere e ottenere dei risultati. Dico questo perchè le dinamiche di pensiero e di comportamento descritte dagli esicasti sono verificabili su noi stessi. Sono rimasto impressionato dalla precisione e dall'aderenza alla realtà con la quale descrivono alcuni moti dell'anima, del pensiero e dell'azione. Mi pare significativo che si parla di monaco del cuore. Forse non è indispensabile andare fisicamente nel deserto. Potrebbe essere che il deserto vada fatto dentro di noi. E comunque, quale che sia la destinazione finale alla nostra portata, rilevo già adesso, un grande beneficio nel seguire gli insegnamenti dell'esichia.

L'unica cosa che, sommessamente, mi permetto di sottoporre alla tua attenzione, è che, nonostante il nostro sforzo debba essere il massimo possibile che possiamo produrre, il successo non dipende interamente da noi ma deve, necessariamente, manifestarsi l'aiuto dall'alto.

E credo sia un bene anche per evitare che il nostro cuore si gonfi di superbia.

Mi domando infine se, l'essere attirato dal Vangelo, non sia già un segno di fede in Dio.
Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: Duc in altum! il 31 Agosto 2022, 14:17:20 PM
Citazione di: Freedom il 31 Agosto 2022, 09:28:30 AMMi domando infine se, l'essere attirato dal Vangelo, non sia già un segno di fede in Dio.
Pace&Bene
Certamente che è un sintomo, una spia che si accende per evidenziare/suggerire qualcosa.
L'essere affascinati dalla bellezza (filocalia) è una peculiarità del tutto umana, l'incomodo, l'imbarazzo, il disagio incomincia quando (poi) c'è da "conoscere" ciò che ci seduce.
E' sempre lo stesso carosello sia con una ragazza che con noi stessi, sia con uno spinello che col Vangelo: "chi nun téne curaggio nun se còcca che' e femmene belle"! (così diciamo in Partenope)


Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: Kobayashi il 01 Settembre 2022, 13:46:58 PM
Sì è vero, c'è il tema dell'aiuto che viene da Dio.
Io la penso così: noi non possiamo ottenere direttamente la guarigione attraverso il lavoro sulle passioni, ma dobbiamo lavorare sulle passioni perché tale prassi ci avvicina a Dio. Poi è questa prossimità che produce il cambiamento. Una prossimità che nel santo sembra "confusione" di due nature, quella umana e quella divina (o angelica).

C'è un'altra intuizione spontanea che favorisce questo cammino (oltre alla sensazione suscitata dal Vangelo, a quell'essere toccati dal Vangelo).
È quella secondo cui l'umanità è malata. E quindi va curata.
Il concetto di peccato che così si allontana da un significato più giuridico di trasgressione del precetto, e assume il senso di processo patologico. Che deve essere trattato come tale, con un'arte simile alla medicina, per recuperare la salute originaria.
Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: niko il 01 Settembre 2022, 15:22:55 PM
Io sinceramente, nel testo proposto ci vedo soprattutto la forte affermazione teologica della "natura" sovrannaturale del male (diavolo e diavoletti vari), che tanto danno ha fatto ad una civiltà occidentale che in precedenza era filosofica, basata almeno ideologicamente sulla filosofia, e dunque che credeva appunto nella "natura" naturale del male.

Già da ora, secondo me il male e la sofferenza si identificano. Già da ora non esistono malvagi felici né giusti sofferenti. Già da ora non esistono diavoletti, e l'unico dia-ballein che ci avvelena la vita sono forse le chiacchiere perniciose di chi, quasi sempre a scopo politico, distingue come se fossero due entità diverse -e quantomeno per me non lo sono- il male morale e la sofferenza (e, simmetricamente, bene e realizzazione del desiderio, e dunque bene e "piacere" in senso lato).

Si tratta solo di assumere la giusta prospettiva.

Il senso di colpa, è la maniera naturale, immanente e apparentemente non donata per grazia divina, con cui il male nel senso di trasgressione e immoralità, si converte, spontaneamente prima o poi in male nel senso di sofferenza: se fai il male, ti senti in colpa.

In ogni caso, in un modo o nell'altro il male fa male. Al colpevole come alla vittima. a Caino come ad Abele. Non è una strada per la felicità di nessuno.

E il senso di colpa è un sentimento come un altro, e bisogna accettarlo.

Accettandolo, si capisce che la causa del male, del male della colpa, che di per sé non ha nulla di speciale, come di tutti gli altri mali, è un processo psico-fisologico, un processo psicosomatico.

Che viene alimentato da fattori esteriori ed interiori, dalle condizioni, soprattutto sociali e materiali, di vita e dai modelli comportamentali e valoriali, in gran parte ad esse conseguenti. L' "individuo" può fare qualcosa, per migliorarsi e migliorare il suo contesto, solo entro certi limiti.

Quindi, giusta direi la buona battaglia nel senso di combattere la causa del male e non il male.

Ma se non si esce dalla "metafora" dei diavoli e degli spiriti celesti ribelli, che nel testo vengono indicati come la causa del male, e non la si decodifica, tale metafora intendo, con qualcosa di un po' più immanente e terreno, mi tocca dire che qui non si è colta nel segno la -vera- causa del male. E che quindi la battaglia contro una finta causa del male, non è poi tanto buona.

Comunque meglio di una eventuale battaglia direttamente contro il male a prescindere da ogni sua possibile causa, che quella sarebbe sempre da fanatici.









Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: Freedom il 02 Settembre 2022, 11:55:33 AM
Citazione di: niko il 01 Settembre 2022, 15:22:55 PMMa se non si esce dalla "metafora" dei diavoli e degli spiriti celesti ribelli, che nel testo vengono indicati come la causa del male, e non la si decodifica, tale metafora intendo, con qualcosa di un po' più immanente e terreno, mi tocca dire che qui non si è colta nel segno la -vera- causa del male. E che quindi la battaglia contro una finta causa del male, non è poi tanto buona.
Hai incentrato tutto il tuo ragionamento sull'incipit di Paolo. Che non starò qui a difendere un pò perchè non è  detto che io l'abbia compreso in profondità e un pò perchè, in ogni modo, non credo che sarei all'altezza di un compito così grande.

Ma se guardi alle poche parole che ho scritto successivamente viene specificato che uno dei punti più importanti (almeno ciò che a me pare importante) è la lotta contro i cattivi pensieri. Che poi vengano dai diavoli o, come tu li chiami, diavoletti non è dirimente. Almeno in una prima fase. La battaglia contro i cattivi pensieri non è certo la risoluzione al male. Nè a quello generale nè a quello personale. Pur tuttavia, se coronata dal successo, mi pare risolutiva rispetto al male causato da noi stessi.

Non è dunque la ricetta per la felicità ma una strada che ci libera dalle dinamiche di pensiero negative o, forse è meglio dire, malvagie.
Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: niko il 02 Settembre 2022, 12:52:11 PM
Citazione di: Freedom il 02 Settembre 2022, 11:55:33 AMHai incentrato tutto il tuo ragionamento sull'incipit di Paolo. Che non starò qui a difendere un pò perchè non è  detto che io l'abbia compreso in profondità e un pò perchè, in ogni modo, non credo che sarei all'altezza di un compito così grande.

Ma se guardi alle poche parole che ho scritto successivamente viene specificato che uno dei punti più importanti (almeno ciò che a me pare importante) è la lotta contro i cattivi pensieri. Che poi vengano dai diavoli o, come tu li chiami, diavoletti non è dirimente. Almeno in una prima fase. La battaglia contro i cattivi pensieri non è certo la risoluzione al male. Nè a quello generale nè a quello personale. Pur tuttavia, se coronata dal successo, mi pare risolutiva rispetto al male causato da noi stessi.

Non è dunque la ricetta per la felicità ma una strada che ci libera dalle dinamiche di pensiero negative o, forse è meglio dire, malvagie.



Vabbè, ammetterai che nel testo non c'è scritto niente, riguardo ai cattivi pensieri... 

parla di come al diavolo sia stato dato potere sul mondo e di come il diavolo sia la causa del male... l'armatura di Dio è dunque proposta come una soluzione sovrannaturale (sostanzialmente l'azione della fede e della grazia, che contrasta il diavolo) a un problema sovrannaturale (il diavolo stesso).

A me invece i problemi naturali e le soluzioni naturali, mi bastano e mi avanzano, questo volevo dire.

Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: Duc in altum! il 02 Settembre 2022, 14:43:24 PM
Citazione di: Freedom il 02 Settembre 2022, 11:55:33 AMLa battaglia contro i cattivi pensieri non è certo la risoluzione al male. Nè a quello generale nè a quello personale.
Ma anche no!
Il male generale è la somma di svariati 'fare del male personalmente', quindi sopprimere il soggettivo è fondamentale per debellare (definitivamente) quello oggettivo.
L'unica cosa che serve perché il male trionfi, è che gli uomini buoni non facciano nulla (cit. Edmunde Burke) - nel nostro caso: che restino svogliati o inefficienti pure nei confronti dei cattivi pensieri.

Non si dovrebbe mai dimenticare che la battaglia contro i cattivi pensieri, non è altro che il 2° livello delle 5 fasi della tentazione (la suggestione, il dialogo, la lotta, il consenso e il peccato); tentazione che ha come fine: il peccato, la morte, la dannazione eterna.
Dunque, sta buona battaglia è proprio il fulcro (infatti è al centro, al 3° livello: il combattimento/lotta) in cui il credente diviene credibile (per Dio che scruta il suo cuore) e creduto (dal prossimo che contempla i frutti provenienti da cotanta temperanza).

Altro discorso poi è se esiste e da dove proviene sta tentazione.
Nel frattempo la Filocalia dei padri del deserto, ci suggerisce che amico di Gesù è chi respinge la tentazione nello stesso nome di Gesù.

Pace&Bene



Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: Alberto Knox il 02 Settembre 2022, 23:44:29 PM
Citazione di: Duc in altum! il 02 Settembre 2022, 14:43:24 PMDunque, sta buona battaglia è proprio il fulcro (infatti è al centro, al 3° livello: il combattimento/lotta) in cui il credente diviene credibile (per Dio che scruta il suo cuore) e creduto (dal prossimo che contempla i frutti provenienti da cotanta temperanza).
sì ma così facendo si reprime una tentazione che in ultima analisi sono sempre bisogni pulsionali  spesso di natura sessuale . Ora reprimere un desiderio, una pulsione perchè poi porta al peccato contro Dio significa reprimere un bisogno interiore umano. Se abbiamo una certa tendenza nel deisiderare un certo tipo di pratica per soddisfare un certo tipo di bisogno non siamo colpevoli di questo. Le pulsioni non vanno represse mediante lo sforzo della repressione decisionale che degenera molto spesso in nevrosi, ma va analizzata, portata alla luce, capita e concettualizzata. E questo avviene nella psicanalisi. Non è puntando la croce invocando il nome di Gesù che si possono ottenere gli strumenti mentali adatto per far fronte ad una certa sistuazione sconveniente per la nostra etica morale nei confronti di Dio.
Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: Kobayashi il 03 Settembre 2022, 10:18:37 AM
Non c'è da reprimere alcunché.
Si tratta di fare in modo che dall'immagine desiderata che si forma naturalmente in noi non abbia origine una vera e propria passione, la quale può svilupparsi dal momento in cui concediamo il nostro consenso a intrattenerci con quell'immagine, che da naturalmente desiderabile diventa così ossessiva.
Conseguenza possibile, almeno all'inizio, di questa opera di contrasto non è la nevrosi, semmai la melanconia, perché noi siamo abituati a vivere in un mondo di permanente eccitazione. E quando lavoriamo per interrompere queste catene di stimoli, che dalle immagini portano ai pensieri e poi via via alle passioni, ci sembra di essere finiti nel vuoto.
Ovvio che questo vuoto, per chi è credente, si riempie spontaneamente con il desiderio di Dio, e quindi con la preghiera e le altre pratiche spirituali.
Ma le cose non sono così semplici tant'è che la tradizione ascetica cristiana dedica molta attenzione all'analisi dell'accidia (akēdía), che colpisce in particolare proprio gli uomini spirituali.
Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: anthonyi il 03 Settembre 2022, 11:37:46 AM
Citazione di: Alberto Knox il 02 Settembre 2022, 23:44:29 PMsì ma così facendo si reprime una tentazione che in ultima analisi sono sempre bisogni pulsionali  spesso di natura sessuale . Ora reprimere un desiderio, una pulsione perchè poi porta al peccato contro Dio significa reprimere un bisogno interiore umano. Se abbiamo una certa tendenza nel deisiderare un certo tipo di pratica per soddisfare un certo tipo di bisogno non siamo colpevoli di questo. Le pulsioni non vanno represse mediante lo sforzo della repressione decisionale che degenera molto spesso in nevrosi, ma va analizzata, portata alla luce, capita e concettualizzata. E questo avviene nella psicanalisi. Non è puntando la croce invocando il nome di Gesù che si possono ottenere gli strumenti mentali adatto per far fronte ad una certa sistuazione sconveniente per la nostra etica morale nei confronti di Dio.
Secondo me le cose non stanno così, Alberto, nella preghiera e nel rito religioso si realizzano processi di condizionamento mentale che spengono le pulsioni istintive.
Molti degli strumenti utilizzati nella religione si rivelano avere effetto ipnotico, la candela, il fuoco, l'apposizione delle mani. 
Non sono scelti a caso, sono scelti proprio per la loro efficacia. 
Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: Alberto Knox il 03 Settembre 2022, 18:18:30 PM
Citazione di: anthonyi il 03 Settembre 2022, 11:37:46 AMSecondo me le cose non stanno così, Alberto, nella preghiera e nel rito religioso si realizzano processi di condizionamento mentale che spengono le pulsioni istintive.
Molti degli strumenti utilizzati nella religione si rivelano avere effetto ipnotico, la candela, il fuoco, l'apposizione delle mani.
Non sono scelti a caso, sono scelti proprio per la loro efficacia.
Non ho nulla in contrario se il risultato è il medesimo, cioè se si arriva alla librazione dai sensi di colpa.
Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: Duc in altum! il 03 Settembre 2022, 20:19:17 PM
Citazione di: Alberto Knox il 02 Settembre 2022, 23:44:29 PMOra reprimere un desiderio, una pulsione perchè poi porta al peccato contro Dio significa reprimere un bisogno interiore umano.
Esatto, infatti il Vangelo lo spiega benissimo: Quindi soggiunse: «Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina l'uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo»[Mc 7, 20-23].

La buona battaglia non è contro forze malvage umane (in quei casi il male si vince amando, non con le guerre), ma in noi stessi, ove (e qui entra in campo la fede), secondo Efesini 6, abbiamo a che fare contro: alle insidie del diavolo;  i dominatori di questo mondo di tenebra; gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti; tutti i dardi infuocati del maligno.

Certo basta credere che tutto ciò sia fandonia o leggenda umana, e dare sfogo alle personali pulsioni interiori, e il gioco è bello e risolto.

"Una delle cose più pericolose è non sapere quali sono i propri nemici, normalmente gli uomini di questo mondo combattono i nemici sbagliati. Il problema è combattere il nemico giusto!" (Don Fabio Rosini).
https://www.youtube.com/watch?v=CHSeyFl6Mxg

Buona battaglia!
Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: Freedom il 04 Settembre 2022, 17:41:40 PM
Citazione di: niko il 02 Settembre 2022, 12:52:11 PMVabbè, ammetterai che nel testo non c'è scritto niente, riguardo ai cattivi pensieri...
Nel testo non c'è scritto niente ma l'interpretazione corrente (come espresso, per esempio,  nella Filocalia) attribuisce la suggestione dei cattivi pensieri  opera del demonio. Perlomeno lo stimolo iniziale.

Stimolo a cui si può aderire o negare la propria adesione.

Per quello ho pensato che  anche in assenza di fede in Dio o comunque di forte critica al pensiero paolino, poteva comunque essere possibile una partecipazione alla battaglia contro i cattivi pensieri.

O, almeno  una proficua discussione.
Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: Freedom il 04 Settembre 2022, 17:45:55 PM

Citazione di: Duc in altum! il 02 Settembre 2022, 14:43:24 PMMa anche no!
Il male generale è la somma di svariati 'fare del male personalmente', quindi sopprimere il soggettivo è fondamentale per debellare (definitivamente) quello oggettivo.
Mi riferivo a quel male su cui l'uomo non può  incidere in alcun modo. Mali incurabili, cataclismi, etc.
Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: iano il 05 Settembre 2022, 00:10:09 AM
Alla coppia istinto-azione si è affiancata evolutivamente la coppia pensiero-azione, la quale ha un senso evolutivo se alternativa alla prima coppia, e un pensiero che sia ossessivo sembra poco alternativo, perché al pari dell'istinto ti pone dentro una gabbia, con l'aggravante di essere una gabbia visibile, ma siccome visibile evitabile o da cui si può evadere.
Un pensiero cattivo e' un pensiero che non fa' il suo dovere di rendere possibile il libero arbitrio.
Non vedo altro modo di distinguere pensieri buoni dai pensieri cattivi, che i pensieri cattivi siano dei non pensieri di fatto apparendo tali solo nella forma.
Ma il pensiero , pur eventualmente ossessivo, di fare sesso o di soddisfare un qualunque istinto, non è un cattivo pensiero, ma solo un pensiero inutile, ridondante.
Non occorre pensare di soddisfare un istinto per poterlo soddisfare, ma in quanto esseri pensanti , anche in forma di pensiero ridondante può manifestarsi l'istinto, che in tal modo però acquisisce connotati culturali che diventano parte integrante dell'istinto.
Così, anche quando si ammette di dover soddisfare un istinto, c'è però modo e modo di farlo.
Una volta che l'evoluzione ci ha dotati di coscienza è nato il problema di doverla gestire in quanto causa del nostro agire.
I pensieri buoni sono quelli il cui conseguente agire non diventi una gabbia comportamentale.
Però la tentazione di ricadere in una rassicurante gabbia nel bene e nel male agisce, come una voglia di regredire.
In tal caso il pensiero viene indirizzato ad un obiettivo da raggiungere ad ogni costo, divenendo schiavo dell'obiettivo.
Ma in tal modo, più che esprime una convinzione, ho provato a illustrare un possibile metodo per distinguere pensieri cattivi da quelli buoni, anche se c'è molto di autobiografico.
L'invito implicito è quello di trovare possibili metodi simili, perché il cattivo pensiero e il pensiero buono possano essere connotati nella loro generalità , e non assumere una fattezza solo nominale, solo perché gli abbiamo dato un nome, diavolo demone o diavoletto, come mi pare richiedesse Niko.
La battaglia se c'è è sempre contro se stessi, fra chi siamo e chi crediamo di essere.
Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: niko il 05 Settembre 2022, 04:13:39 AM
Citazione di: Freedom il 04 Settembre 2022, 17:41:40 PMNel testo non c'è scritto niente ma l'interpretazione corrente (come espresso, per esempio,  nella Filocalia) attribuisce la suggestione dei cattivi pensieri  opera del demonio. Perlomeno lo stimolo iniziale.

Stimolo a cui si può aderire o negare la propria adesione.

Per quello ho pensato che  anche in assenza di fede in Dio o comunque di forte critica al pensiero paolino, poteva comunque essere possibile una partecipazione alla battaglia contro i cattivi pensieri.

O, almeno  una proficua discussione.


La sola filocalia che personalmente conosco e riconosco è la pretesa, comunque maschile, di giungere a Dio tramite la mediazione della donna amata e non della Chiesa.

Una mistica di unione e non di comunione. La poetica di Guinizzelli. Il mondo salvato dalla bellezza e non dalla croce. Dalla conoscenza e non dalla fede. Dal passato e non dal futuro. Dal nichilismo della volontà e non da quello dell'oggetto. Una situazione umana. Un gioco di sguardi umano. Il punto di inizio della filosofia. 

Che viene rimossa e ritorna.

Il punto non è scendere o no dalla croce.

Non è quella l'ultima tentazione.

Il punto è che il crocifisso ha visto una donna nella folla e con l'ultimo suo sguardo ha salvato solo lei. 

Solo lei e non voi.

Per questo sulla terra per tutti voialtri c'è ancora il male.

All'ultimo secondo, all'ultimo granello della clessidra il diavolo ha vinto.

Il diavolo vince sempre.

Perché lui ha, non un mistero, ma un segreto.

A differenza del suo antagonista principale -Dio- sa accontentarsi di vittorie parziali.


Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: Freedom il 06 Settembre 2022, 14:16:35 PM
Citazione di: Alberto Knox il 02 Settembre 2022, 23:44:29 PMsì ma così facendo si reprime una tentazione che in ultima analisi sono sempre bisogni pulsionali  spesso di natura sessuale . Ora reprimere un desiderio, una pulsione perchè poi porta al peccato contro Dio significa reprimere un bisogno interiore umano. Se abbiamo una certa tendenza nel deisiderare un certo tipo di pratica per soddisfare un certo tipo di bisogno non siamo colpevoli di questo. Le pulsioni non vanno represse mediante lo sforzo della repressione decisionale che degenera molto spesso in nevrosi, ma va analizzata, portata alla luce, capita e concettualizzata.
E' un problema di misura. Il bisogno va soddisfatto in un'ottica di salvaguardia della salute fisica e mentale. E per chi ci crede, spirituale. In un orizzonte naturale, equilibrato. Con sobrietà direbbero gli esicasti.
Se per esempio consideriamo il bisogno di nutrimento dobbiamo mangiare nella misura in cui il corpo lo richiede per il suo sostentamento. Senza esagerazione né per quanto riguarda la quantità né per quanto concerne la qualità. Persino i dietologi suggeriscono di nutrirsi con cibi poco elaborati e alzarsi da tavola con un pelo di fame.  :)
Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: Freedom il 06 Settembre 2022, 14:23:12 PM
Citazione di: iano il 05 Settembre 2022, 00:10:09 AMAlla coppia istinto-azione si è affiancata evolutivamente la coppia pensiero-azione, la quale ha un senso evolutivo se alternativa alla prima coppia, e un pensiero che sia ossessivo sembra poco alternativo, perché al pari dell'istinto ti pone dentro una gabbia, con l'aggravante di essere una gabbia visibile, ma siccome visibile evitabile o da cui si può evadere.
Un pensiero cattivo e' un pensiero che non fa' il suo dovere di rendere possibile il libero arbitrio.
Non vedo altro modo di distinguere pensieri buoni dai pensieri cattivi, che i pensieri cattivi siano dei non pensieri di fatto apparendo tali solo nella forma.
Ma il pensiero , pur eventualmente ossessivo, di fare sesso o di soddisfare un qualunque istinto, non è un cattivo pensiero, ma solo un pensiero inutile, ridondante.
Non occorre pensare di soddisfare un istinto per poterlo soddisfare, ma in quanto esseri pensanti , anche in forma di pensiero ridondante può manifestarsi l'istinto, che in tal modo però acquisisce connotati culturali che diventano parte integrante dell'istinto.
Così, anche quando si ammette di dover soddisfare un istinto, c'è però modo e modo di farlo.
Una volta che l'evoluzione ci ha dotati di coscienza è nato il problema di doverla gestire in quanto causa del nostro agire.
I pensieri buoni sono quelli il cui conseguente agire non diventi una gabbia comportamentale.
Però la tentazione di ricadere in una rassicurante gabbia nel bene e nel male agisce, come una voglia di regredire.
In tal caso il pensiero viene indirizzato ad un obiettivo da raggiungere ad ogni costo, divenendo schiavo dell'obiettivo.
Ma in tal modo, più che esprime una convinzione, ho provato a illustrare un possibile metodo per distinguere pensieri cattivi da quelli buoni, anche se c'è molto di autobiografico.
L'invito implicito è quello di trovare possibili metodi simili, perché il cattivo pensiero e il pensiero buono possano essere connotati nella loro generalità , e non assumere una fattezza solo nominale, solo perché gli abbiamo dato un nome, diavolo demone o diavoletto, come mi pare richiedesse Niko.
La battaglia se c'è è sempre contro se stessi, fra chi siamo e chi crediamo di essere.

Le tue parole mi sembrano condivisibili. Mi permetto solo di integrare la tua definizione di pensieri cattivi aggiungendo anche tutti quelli che fanno male agli altri, oltre che a sé stessi.

Anche se, in ultima analisi, fare male agli altri significa anche farlo a sé stessi.

E' per questo che mi sento di condividere anche la tua conclusione e cioè che la battaglia è, in definitiva, contro sé stessi. Anche se penso, come San Paolo, che c'è chi sta dalla parte del nostro cattivo sé stesso, lo fomenta e lo aiuta a precipitare nel baratro  :D
Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: iano il 07 Settembre 2022, 01:37:26 AM
Citazione di: Freedom il 06 Settembre 2022, 14:23:12 PMCredo

E' per questo che mi sento di condividere anche la tua conclusione e cioè che la battaglia è, in definitiva, contro sé stessi. Anche se penso, come San Paolo, che c'è chi sta dalla parte del nostro cattivo sé stesso, lo fomenta e lo aiuta a precipitare nel baratro  :D
Credo che il Diavolo, se così vogliamo chiamarlo, stia dentro di noi, e coinciderebbe con noi se non vi fosse un altra parte di noi che, se vuole, ha le potenzialità per contrastarlo.
Se vuole contrastarlo deve decidere come, cioè quale strategia adottare.
L'istinto, se così invece vogliamo chiamarlo, in che modo possiamo contrastarlo, quando decidiamo di contrastarlo?
Per riuscire a contrastarlo dobbiamo avere un minimo di conoscenza su di esso ed è su questa conoscenza che calibreremo la nostra strategia.
Sappiamo che esso scatta a nostra insaputa e ci rendiamo conto dei suoi effetti a cose fatte, e in modo spesso irrimediabile.
Non possiamo distogliere l'attenzione dal diavolo quindi, se così vogliamo chiamarlo, ma pur così la sua azione fulminea può sempre sorprenderci, a meno che non alleniamo la nostra reazione a contrasto ad essere altrettanto fulminea.
E' un allenamento mentale in cui ad esempio ci raffiguriamo mentre uccidiamo quella persona che ci sta particolarmente sugli zebedei, felici del fatto che solo di una simulazione si tratta.
Ci autocondizionamo quindi allenandoci mentalmente a non uccidere quella persona.
Possiamo contrastare l'istinto con le sue stesse armi, quando decidiamo di farlo.
L'istinto è un condizionamento che abbiamo ereditato, ma che ammette l'operazione inversa, se si azzecca la giusta strategia.
Credo che la peggiore strategia si basi  sul credere che il diavolo possa tentarci essendo fuori di noi.
Che noi siamo brave persone, ma non perciò immuni dalla tentazione del diavolo, per contrastare il quale non ci resta che sperare  in un aiuto anch'esso esterno a noi, mettendoci magari nella mani di Dio.
Pur non essendo un credente ci sono tanti motivi per cui mi piacerebbe credere, col timore però che ciò possa indurmi ad abbassare la guardia, rinunciando al mio senso di responsabilità.
Un altro timore è che tendendo a vedere il diavolo fuori di me possa individuarlo in altro da me commettendo male verso quell'altro da me per contrastarlo.
E' un rischio che preferisco non correre, perchè per quanto non credente, so' che un senso di colpa potrebbe rovinarmi l'esistenza, perchè il senso di colpa è quella legge secondo cui ad ogni male che facciamo corrisponde una reazione uguale e contraria,
se non peggio.
Forse non sono un credente perchè credo, per amor di semplicità, che la nostra spiccata coscienza non ci dia uno status speciale, in quanto credo che la coscienza sia solo un diverso modo di fare ciò che gli esseri viventi hanno sempre fatto, creandosi autocondizionamenti virtuosi in senso evoluzionistico.
Usare coscienza non significa contrastare l'istinto in quanto male in sé, ma male nella misura in cui diventa statico, nella misura in cui smette di derivare da un adattamento vitale al mutevole mondo, adattamento che usando coscienza perde la dimensione usuale e corrente dei tempi evolutivi,  che diventano così i tempi dei giorni nostri.
Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: Duc in altum! il 07 Settembre 2022, 12:51:21 PM
Citazione di: iano il 07 Settembre 2022, 01:37:26 AMCredo che il Diavolo...
Citazione di: iano il 07 Settembre 2022, 01:37:26 AMCredo che la peggiore strategia si basi  sul...
Citazione di: iano il 07 Settembre 2022, 01:37:26 AMCredo, per amor di semplicità, che la nostra spiccata coscienza non ci dia uno status speciale...
Citazione di: iano il 07 Settembre 2022, 01:37:26 AMin quanto Credo che la coscienza sia solo un diverso modo di fare ciò...


...per poi giungere:
Citazione di: iano il 07 Settembre 2022, 01:37:26 AMPur non essendo un "credente"

Anche se non esistono i non credenti ma, bensì, i diversamente credenti, ho deliberatamente preso questo esempio (ringrazio il gentile signor @iano per l'assist!) per riflettere sulla realtà che a nessuno interessa ciò in cui non crediamo, ma che ci realizziamo/autodeterminiamo (e siamo valutati) solo su quello che crediamo (sul perché crediamo in Tizio e non in Caio o Sempronio).


Adesso vado nel merito:
Citazione di: iano il 07 Settembre 2022, 01:37:26 AMso' che un senso di colpa potrebbe rovinarmi l'esistenza, perché il senso di colpa è quella legge secondo cui ad ogni male che facciamo corrisponde una reazione uguale e contraria,

Certo il senso di colpa generico o relativo può essere fatale, ma per quel che concerne il Vangelo - e la sua buona battaglia in noi -, senza di esso la donna o l'uomo non sperimenterebbero la grazia della vergogna (cit. Papa Francesco: https://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2018/documents/papa-francesco-cotidie_20180226_la-grazia-della-vergogna.html) che in questo sentimento risiede.

Titolo: Re: La buona battaglia.
Inserito da: daniele22 il 07 Settembre 2022, 14:20:32 PM
Citazione di: Freedom il 27 Agosto 2022, 15:26:18 PM"Indossate l'armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti."
Paolo, in questo passaggio della lettera agli Efesini, ci dà una prospettiva importante del cammino cristiano. Non è certamente l'unica (prospettiva), ci sono tante angolature diverse, ma questa in particolare, mi sembra opportuno ed utile condividerla.
Per comprenderla in profondità, almeno nel mio caso, è necessario farsi aiutare da testi, che per fortuna, abbondano. Uno dei quali è senz'altro La "Filocalia". In questa raccolta di scritti di "lottatori cristiani" si parla diffusamente di questo combattimento.
Per non tirarla in lungo e per non pregiudicare l'altrui cammino di ricerca dirò solo quale mi sembra essere uno dei punti più rilevanti. Forse decisivo; e cioè la battaglia contro i pensieri. La cattiva azione è sempre preceduta da un cattivo pensiero. Ed il cattivo pensiero ha un percorso all'interno del nostro intelletto. Nasce (per stimoli interni od esterni), viene accolto e quindi cresce, si fortifica e quando i tempi sono maturi dà luogo ad un'azione. Per capire quali pensieri sono cattivi e quali no può aiutare seguire gli insegnamenti di un santo cristiano il cui carisma era quello del discernimento: Ignazio di Loyola.
Su questa direttrice mi pare fondamentale seguire un percorso di studio e, soprattutto, di applicazioni pratiche.
Ciao Freedom, confesso che non ho letto i vari interventi. Per come la vedo io la guerra è quella di comprendere le ragioni del diavolo, chiunque esso sia.
La guerra è infine la guerra contro il pensare. Specie quando il pensiero si volge all'altro (individuo). Credere a una cosa circa l'altro è il nostro peccato, se così lo si vuol chiamare. Certo, è un peccato naturale, ma è proprio questo quello di cui ci si deve rendere conto. Ci si deve rendere conto che il nostro pensare è comunque in difetto di qualcosa. Quando critichiamo, quindi, dobbiamo tener presente che una somma di indizi (le malefatte) non costituiscono una prova di malvagità. Non siamo ad un processo. Siamo qui per vivere e per capire che l'amore comprende le manifestazioni dell'amore e quelle dell'odio. Solo noi possiamo decidere di smorzare i toni