Una cosa che non possiamo fare a meno di notare è che il pensiero religioso induce talora le persone credenti a sragionare, a farneticare.
Eppure il pensiero religioso dovrebbe essere una visione del mondo in qualche modo edificante e pertanto anche rasserenante, e invece, fateci caso, può degenerare in atrocità del pensiero.
Persone che presumiamo essere normali, più o meno come noi, persone che conducono una vita ordinaria fatta di cose ordinarie, e che, se le interrogassimo su svariati argomenti pratici, li sentiremmo ragionare più o meno come noi.
E invece, se venissero qui a disvelarci qualcuno degli spezzoni della loro visione del mondo religiosa, eccoli che ci rovescerebbero addosso quel qualcosa di atroce che può germinare nel cuore dell'uomo.
Ovunque si colgono questi soggetti che vengono a dimostrarci come la fede religiosa possa difficilmente distinguersi da una particolare forma di patologia del pensiero.
Non bastandomi le citofonate dei TdG, né le innumerevoli esperienze derivatemi dalla mia insaziabile curiosità antropologica, periodicamente mi sottopongo ad ampli cicli di giri esplorativi sui siti "religiosi" di Youtube, etcetera... una indigestione di video su Medjugorje e via discorrendo. Ne ho ricavato una deprimente impressione sulla condizione umana in generale e su quella dei credenti in particolare: i credenti sembrano avere un insano bisogno di scaricarci addosso un vissuto minatorio, una alluvione tormentosa di oscure minacce. Costoro anelano ad annunciarci mille e non più mille piaghe bibliche.
A volte mi viene da pensare, e da sperare, che l'uomo del futuro riuscirà a trovare un modo scientifico di liberare queste persone dagli incubi delle loro cupe visioni del mondo.
Proviamo a definire la religiosità, dalle sue radici.
Il gruppo prevale sempre sull'individuo, ed è nel gruppo che si formano dapprima tutte le idee che poi vengono assunte e vissute singolarmente dagli individui.
Preistoricamente, tre sono le radici principali e riconosciute dagli antropologi della nascita nei gruppi umani del sentimento religioso:
1) L'esperienza onirica: i sogni hanno sempre fortemente colpito l'uomo, e costretto a fare i conti col presentarsi elusivo alla propria coscienza di una vita altra e incoercibile. Il cacciatore tornava stanco e ad ogni suo abbandonarsi al riposo l'attendeva l'incontro con una deuterorealtà inafferrabile. Il sogno oggi è quasi smontato a escrezione psichica, e le sue immagini non ci stupiscono più come poteva accadere ai nostri remoti antenati, per i quali invece le immagini oniriche erano più che spettacolari effetti speciali Telefunken, segni senz'altro di qualcos'altro che premeva sulla coscienza, che ne rimaneva stupefatta ed attonita. Ogni notte i nostri antenati rivedevano i propri morti, oppure scorgevano cose impossibili nel mondo diurno, e il loro stupore davanti ai sogni ora possiamo soltanto immaginarcelo;
2) L'incontro casuale prima e ritualizzato poi con le sostanze alteranti la coscienza: le droghe e tutte le sostanze psicotrope rivestono una importanza enorme nelle prime scaturigini della religiosità. Tracce dell'importanza di ciò è conservata anche nei testi sacri di tutte le religioni (dal soma vedico, al haoma iranico, al kikaion mediterraneo, etc). Gli sciamani e i curanderos presenti in molti popoli si introducono ai mondi dell'altrove con l'uso meditato di sostanze fungine o altre che permettono loro verso quell'altrove di letteralmente volare. Ma anche tra i comuni abitanti dei villaggi capitava sporadicamente di intossicarsi senza volerlo e di esperire così stati altri di coscienza che scuotevano profondamente quei soggetti, inducendoli a ritenere possibile l'esistenza di altre realtà oltre quella abituale;
3) Le allucinazioni, e gli altri stati correlati alle patologie psichiatriche: le allucinazioni, soprattutto uditive, rivestono un'importanza capitale nella storia delle religioni. Un'epilessia temporale, ad esempio, può comportare vivide allucinazioni a sfondo religioso, e non conviene per ovvie ragioni citare qui degli esempi, dato che purtroppo è successo che allucinazioni private siano poi divenute estremamente contagiose e nei loro effetti abbiano dilagato tra milioni di persone. Allucinazioni e deliri vengono abitualmente esperite da circa l'1% dell'umanità, ma se consideriamo anche patologie intercorrenti e quelle terminali, diciamo che almeno un terzo delle persone ha la probabilità di incorrere nella vita in simili esperienze.
Enumerate le tre radici preistoriche, un breve cenno composito e non analitico a quelle storiche.
Dopo centomila anni di verba volant, sono infine arrivati gli scripta manent, e sono così nate le religioni di massa, parallelamente al formarsi degli imperi, dopo che per decine di millenni gli umani si erano aggregati soltanto in piccoli villaggi.
I Potenti proiettati nei cieli diventano loro stessi autori indiretti o diretti di alcuni degli scripta.
I Potenti nei cieli avevano atteso con pazienza divina per almeno centomila anni che l'uomo finalmente avesse inventato lo strumento tecnico della scrittura, per potersi precipitare a scrivere anch'essi i loro Libri (beh, sì, anche i Potenti hanno una loro libido scribendi... ).
Sofisticate teologie verranno poi ricamate a partire da quei Libri.
Non tutte le religioni sono nate a tavolino ma tutte a tavolino sono state ottimizzate.
Attenzione a non giudicare con la mente odierna i processi cognitivi avvenuti in epoche arcaiche.
Sia perché da quelle deriviamo e ne portiamo tracce, sia perché non è che il pensiero lucidamente razionale mi sembra sia stato in grado di offrici soluzioni più mirabolanti degli stati emotivi..
Non so, forse il tema andrebbe modulato sulla ricerca di un equilibrio fra questi nostri due stati, piuttosto che nelle tracce dei processi cognitivi che da allora ci hanno portato fin qui. Ribadisco non so.
Certamente oggi gli sciamani sarebbero curati con psicofarmaci per adattarli al nostro attuale vivere civile, Non per questo definirei malate quelle tre radici.
Anzi ne aggiungerei una quarta: il culto dei morti.
Non è chiaro se anche Neanderthal lo praticassero come alcune tracce dibattute e contestate potrebbero far supporre
Oppure se il distacco sia sentito anche dagli elefanti che talvolta hanno mostrato elefantesse raggrupparsi per diverso tempo vicino alla madre del cucciolo morto prematuramente, prima di riprendere tutte la strada del branco. Anche queste sono letture viziate dai nostri occhi sentimentali.
Ma se proprio vogliamo trovare un responsabile, andrea a cercarlo nella parola, prima che nello scritto.
PS. :) Benvenuto/i comunque LB, eh..
Citazione di: Luther Blissett il 23 Ottobre 2025, 21:51:59 PMEppure il pensiero religioso dovrebbe essere una visione del mondo in qualche modo edificante e pertanto anche rasserenante, e invece, fateci caso, può degenerare in atrocità del pensiero.
D'accordo con Adalberto (cosa che comincia a diventare noiosa :)) )
Più o meno qualunque pensiero umano può degenerare in atrocità del pensiero, anzi... oso dire che per come siamo fatti non solo può, ma tende a degenerare.
Abbiamo -gli umani- un problema con i non-quantificativi: quasi qualunque cosa per cui possiamo pensare "il mondo sarebbe migliore se solo ci fosse più X" finisce con X che diventa sufficiente, e poi sempre di più, poi non ci si ferma perché "se solo ci fosse più X" ha una sua inerzia, e infine diventa un problema enorme perché ce n'è troppo... solo a quel punto si va in over-correzione e si pendola per qualche decennio fino a trovare un nuovo equilibrio.
La religione non ha fatto eccezione in passato... tutto sommato oggi mi sembra il minore dei nostri problemi, nonostante un certo ritorno di fiamma che vale la pena tenere sotto controllo (ma forse è parte dell'effetto pendolo dell'idea che ci è venuta 1 o 2 secoli fa che "il mondo sarebbe migliore se solo ci fosse più ateismo").
Rispondo a fabriba. Scusami se ti chiedo questa minuzia tecnica, ma ancora sono qui un novizio.
Poco fa ti ho cliccato dove stava scritto "mi piace" ed è saltato fuori sùbito il suo contrario.
A te risulta che ti ho cliccato "mi piace" oppure no?
Citazione di: Luther Blissett il 24 Ottobre 2025, 13:59:30 PMRispondo a fabriba. Scusami se ti chiedo questa minuzia tecnica, ma ancora sono qui un novizio.
Poco fa ti ho cliccato dove stava scritto "mi piace" ed è saltato fuori sùbito il suo contrario.
A te risulta che ti ho cliccato "mi piace" oppure no?
Cliccando sul termine ''persona'', della frase ''piace a1 persona'' risulta che il post ti è piaciuto.
Si, ho appena cliccato su "mi piace" per l'ultimo commento di iano: tu dovresti vedere "piace a 1 persona" come dice iano, mentre io -siccome sono quello cui piace- vedo quello che dice Luther Blissett... l'idea è che se cambio idea posso cliccare su "non mi piace" e ristabilire l'ordine nell'universo :)
(per inciso: aver tolto il pollice verso dai social media è stato l'inizio della fine per quanto mi riguarda!!)
Citazione di: Luther Blissett il 23 Ottobre 2025, 21:51:59 PM1) L'esperienza onirica: i sogni hanno sempre fortemente colpito l'uomo, e costretto a fare i conti col presentarsi elusivo alla propria coscienza di una vita altra e incoercibile. Il cacciatore tornava stanco e ad ogni suo abbandonarsi al riposo l'attendeva l'incontro con una deuterorealtà inafferrabile. Il sogno oggi è quasi smontato a escrezione psichica, e le sue immagini non ci stupiscono più come poteva accadere ai nostri remoti antenati, per i quali invece le immagini oniriche erano più che spettacolari effetti speciali Telefunken, segni senz'altro di qualcos'altro che premeva sulla coscienza, che ne rimaneva stupefatta ed attonita. Ogni notte i nostri antenati rivedevano i propri morti, oppure scorgevano cose impossibili nel mondo diurno, e il loro stupore davanti ai sogni ora possiamo soltanto immaginarcelo;
Post molto istruttivo nella sua chiarezza.
Esordisco con una battuta: se possiamo vedere i morti è perchè quelli che crediamo vivi magari non lo sono.
Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa l'uomo della strada oggi dei sogni, ad esempio io.
Penso che se non si può dare ai sogni sostanza reale , si può dare alla realtà la sostanza dei sogni.
La sorpresa che ci desta il sogno a un certo punto bisogna superarla in qualche modo, perchè se no rischia di diventare una droga il cui effetto andremo a ricercare, la sorpresa in quanto sorpresa, con miracoli al seguito.
In breve, bisognerebbe rivedere l'uso del termine ''realtà'' per riportare ciò cui si riferisce ad unità.
Infatti quando non si riesce a spiegare la realtà si tende a moltiplicarla, separando la terra dal cielo, o riducendola in micro e macro mondi.
Citazione di: Luther Blissett il 23 Ottobre 2025, 21:51:59 PMUna cosa che non possiamo fare a meno di notare è che il pensiero religioso induce talora le persone credenti a sragionare, a farneticare.
Eppure il pensiero religioso dovrebbe essere una visione del mondo in qualche modo edificante e pertanto anche rasserenante, e invece, fateci caso, può degenerare in atrocità del pensiero.
Persone che presumiamo essere normali, più o meno come noi, persone che conducono una vita ordinaria fatta di cose ordinarie, e che, se le interrogassimo su svariati argomenti pratici, li sentiremmo ragionare più o meno come noi.
E invece, se venissero qui a disvelarci qualcuno degli spezzoni della loro visione del mondo religiosa, eccoli che ci rovescerebbero addosso quel qualcosa di atroce che può germinare nel cuore dell'uomo.
Ovunque si colgono questi soggetti che vengono a dimostrarci come la fede religiosa possa difficilmente distinguersi da una particolare forma di patologia del pensiero.
Non bastandomi le citofonate dei TdG, né le innumerevoli esperienze derivatemi dalla mia insaziabile curiosità antropologica, periodicamente mi sottopongo ad ampli cicli di giri esplorativi sui siti "religiosi" di Youtube, etcetera... una indigestione di video su Medjugorje e via discorrendo. Ne ho ricavato una deprimente impressione sulla condizione umana in generale e su quella dei credenti in particolare: i credenti sembrano avere un insano bisogno di scaricarci addosso un vissuto minatorio, una alluvione tormentosa di oscure minacce. Costoro anelano ad annunciarci mille e non più mille piaghe bibliche.
A volte mi viene da pensare, e da sperare, che l'uomo del futuro riuscirà a trovare un modo scientifico di liberare queste persone dagli incubi delle loro cupe visioni del mondo.
Proviamo a definire la religiosità, dalle sue radici.
Il gruppo prevale sempre sull'individuo, ed è nel gruppo che si formano dapprima tutte le idee che poi vengono assunte e vissute singolarmente dagli individui.
Preistoricamente, tre sono le radici principali e riconosciute dagli antropologi della nascita nei gruppi umani del sentimento religioso:
1) L'esperienza onirica: i sogni hanno sempre fortemente colpito l'uomo, e costretto a fare i conti col presentarsi elusivo alla propria coscienza di una vita altra e incoercibile. Il cacciatore tornava stanco e ad ogni suo abbandonarsi al riposo l'attendeva l'incontro con una deuterorealtà inafferrabile. Il sogno oggi è quasi smontato a escrezione psichica, e le sue immagini non ci stupiscono più come poteva accadere ai nostri remoti antenati, per i quali invece le immagini oniriche erano più che spettacolari effetti speciali Telefunken, segni senz'altro di qualcos'altro che premeva sulla coscienza, che ne rimaneva stupefatta ed attonita. Ogni notte i nostri antenati rivedevano i propri morti, oppure scorgevano cose impossibili nel mondo diurno, e il loro stupore davanti ai sogni ora possiamo soltanto immaginarcelo;
2) L'incontro casuale prima e ritualizzato poi con le sostanze alteranti la coscienza: le droghe e tutte le sostanze psicotrope rivestono una importanza enorme nelle prime scaturigini della religiosità. Tracce dell'importanza di ciò è conservata anche nei testi sacri di tutte le religioni (dal soma vedico, al haoma iranico, al kikaion mediterraneo, etc). Gli sciamani e i curanderos presenti in molti popoli si introducono ai mondi dell'altrove con l'uso meditato di sostanze fungine o altre che permettono loro verso quell'altrove di letteralmente volare. Ma anche tra i comuni abitanti dei villaggi capitava sporadicamente di intossicarsi senza volerlo e di esperire così stati altri di coscienza che scuotevano profondamente quei soggetti, inducendoli a ritenere possibile l'esistenza di altre realtà oltre quella abituale;
3) Le allucinazioni, e gli altri stati correlati alle patologie psichiatriche: le allucinazioni, soprattutto uditive, rivestono un'importanza capitale nella storia delle religioni. Un'epilessia temporale, ad esempio, può comportare vivide allucinazioni a sfondo religioso, e non conviene per ovvie ragioni citare qui degli esempi, dato che purtroppo è successo che allucinazioni private siano poi divenute estremamente contagiose e nei loro effetti abbiano dilagato tra milioni di persone. Allucinazioni e deliri vengono abitualmente esperite da circa l'1% dell'umanità, ma se consideriamo anche patologie intercorrenti e quelle terminali, diciamo che almeno un terzo delle persone ha la probabilità di incorrere nella vita in simili esperienze.
Enumerate le tre radici preistoriche, un breve cenno composito e non analitico a quelle storiche.
Dopo centomila anni di verba volant, sono infine arrivati gli scripta manent, e sono così nate le religioni di massa, parallelamente al formarsi degli imperi, dopo che per decine di millenni gli umani si erano aggregati soltanto in piccoli villaggi.
I Potenti proiettati nei cieli diventano loro stessi autori indiretti o diretti di alcuni degli scripta.
I Potenti nei cieli avevano atteso con pazienza divina per almeno centomila anni che l'uomo finalmente avesse inventato lo strumento tecnico della scrittura, per potersi precipitare a scrivere anch'essi i loro Libri (beh, sì, anche i Potenti hanno una loro libido scribendi... ).
Sofisticate teologie verranno poi ricamate a partire da quei Libri.
Non tutte le religioni sono nate a tavolino ma tutte a tavolino sono state ottimizzate.
Ciao Luther, non so se, a seguito di questo post, debbo considerarti un PRA(Presuntuoso razionalità ateo). Un PRA é un soggetto che certamente si dichiara ateo, ma questi sono fatti suoi, e che presume la superiorità razionale del suo ateismo rispetto alla condizione di credente, e questo é un fatto che invece interessa chi é credente, ed interessa me, perché é una posizione pregiudiziale, discriminatorio, come il razzismo tanto per intenderci.
Nell'atteggiamento del PRA ci sono due pregiudizi. Il primo sta nel pensare che l'idea ateista sia intrinsecamente razionale, cosa errata: sia affermare che Dio esiste, sia che non esiste, non può essere frutto di un discorso razionale, per cui se si crede all' una o all'altra cosa questa credenza comunque non é razionale. Razionale é la posizione dell'agnostico che afferma di non sapere se Dio esiste o no.
Il secondo pregiudizio é quello di "superiorità razionale" del PRA rispetto ai credenti, che vengono descritti come "fanatici", allucinati, isterici.
Il problema, caro Luther, é che la storia umana, è soprattutto la storia della civiltà umana, é una storia di credenti e non di PRA.
Ci sono stati alcuni periodi, nella storia, nei quali i PRA hanno fatto capolino, ma le cose non sono andate tanto bene. E' successo durante la Rivoluzione Francese, con il grande spargimento di sangue che comportò, culminato poi nella dittatura napoleonica.
E' successo nella rivoluzione Russa, altro grande spargimento di sangue, culminato nella dittatura staliniana.
E' successo nella Germania nazista, quando i nazisti portavano nelle loro celebrazioni gli ostensori religiosi privi del l'ostia, a simboleggiare l'assenza di Dio.
Contrariamente a quello che tu pensi, Luther, la religione rappresenta il più alto livello di razionalità umana, una razionalità sociale che, di origine umana o meno, ha compreso la necessità di implementare principi etici negli individui permettendo loro di costruire una società migliore.
Questo é stato fatto certamente sfruttando meccanismi di condizionamento umano che vanno al di là della coscienza razionale, ma la razionalità sta nel messaggio che ha condizionato gli individui.
L'individuo irrazionale può essere indotto allo stesso modo a seguire il simbolo di una croce uncinata o il simbolo di una mamma con un bambino in grembo, ma mentre nel primo caso questo porta orrore è morte, nel secondo caso questo porta al rispetto per la vita, e quindi esprime una razionalità superiore in senso sociale.
Citazione di: Luther Blissett il 23 Ottobre 2025, 21:51:59 PMIl sogno oggi è quasi smontato a escrezione psichica, e le sue immagini non ci stupiscono più come poteva accadere ai nostri remoti antenati,
Questo lo hai deciso tu, in base a non so che. I sogni sono orientatori del senso secondo le varie psicanalisi. E portali di discussione con entità medie secondo i saggi di ogni epoca e periodo (tranne la nostra triste epoca).
Citazione di: Luther Blissett il 23 Ottobre 2025, 21:51:59 PMLibri (beh, sì, anche i Potenti hanno una loro libido scribendi... ).
Sofisticate teologie verranno poi ricamate a partire da quei Libri.
Non tutte le religioni sono nate a tavolino ma tutte a tavolino sono state ottimizzate.
I potenti? Chiamare i saggi i potenti è ribaltare completamente il tavolino da gioco che tu stesso hai messo su.
Quello che tu chiami delirio, gli antichi lo chiamavano saggezza e verità.
Non sarà che ti servirebbe un pò di filosofia per far chiarezza su cosa ti tormenta davvero?
Tu sembri descrivere le miseri umane, che sono cose del tutto reali, come la fantasia di menti deboli...mi chiedo se sei consapevole di questo uso assolutamente scorretto del vissuto degli altri. Indagato proprio da quella sociologia che tu sembri vole usare per dire e dare un ordine diverso al dar senso alla vita degli altri.
Che cosa ti tormenta giovane?
La fede non è una terapia, ma nemmo una patologia.
Può essere usata per fini eterogenei questo si.
Ma chi usa chi? Non ha certo a che fare con la fede in sè.