La fede: per alcuni una terapia, per altri una malattia

Aperto da Luther Blissett, 23 Ottobre 2025, 21:51:59 PM

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Luther Blissett

Una cosa che non possiamo fare a meno di notare è che il pensiero religioso induce talora le persone credenti a sragionare, a farneticare.
 Eppure il pensiero religioso dovrebbe essere una visione del mondo in qualche modo edificante e pertanto anche rasserenante, e invece, fateci caso, può degenerare in atrocità del pensiero.
 Persone che presumiamo essere normali, più o meno come noi, persone che conducono una vita ordinaria fatta di cose ordinarie, e che, se le interrogassimo su svariati argomenti pratici, li sentiremmo ragionare più o meno come noi.
 E invece, se venissero qui a disvelarci qualcuno degli spezzoni della loro visione del mondo religiosa, eccoli che ci rovescerebbero addosso quel qualcosa di atroce che può germinare nel cuore dell'uomo.
 Ovunque si colgono questi soggetti che vengono a dimostrarci come la fede religiosa possa difficilmente distinguersi da una particolare forma di patologia del pensiero.
 Non bastandomi le citofonate dei TdG, né le innumerevoli esperienze derivatemi dalla mia insaziabile curiosità antropologica, periodicamente mi sottopongo ad ampli cicli di giri esplorativi sui siti "religiosi" di Youtube, etcetera... una indigestione di video su Medjugorje e via discorrendo. Ne ho ricavato una deprimente impressione sulla condizione umana in generale e su quella dei credenti in particolare: i credenti sembrano avere un insano bisogno di scaricarci addosso un vissuto minatorio, una alluvione tormentosa di oscure minacce. Costoro anelano ad annunciarci mille e non più mille piaghe bibliche.
 A volte mi viene da pensare, e da sperare, che l'uomo del futuro riuscirà a trovare un modo scientifico di liberare queste persone dagli incubi delle loro cupe visioni del mondo.

Proviamo a definire la religiosità, dalle sue radici.
 Il gruppo prevale sempre sull'individuo, ed è nel gruppo che si formano dapprima tutte le idee che poi vengono assunte e vissute singolarmente dagli individui.
 Preistoricamente, tre sono le radici principali e riconosciute dagli antropologi della nascita nei gruppi umani del sentimento religioso:
 1) L'esperienza onirica: i sogni hanno sempre fortemente colpito l'uomo, e costretto a fare i conti col presentarsi elusivo alla propria coscienza di una vita altra e incoercibile. Il cacciatore tornava stanco e ad ogni suo abbandonarsi al riposo l'attendeva l'incontro con una deuterorealtà inafferrabile. Il sogno oggi è quasi smontato a escrezione psichica, e le sue immagini non ci stupiscono più come poteva accadere ai nostri remoti antenati, per i quali invece le immagini oniriche erano più che spettacolari effetti speciali Telefunken, segni senz'altro di qualcos'altro che premeva sulla coscienza, che ne rimaneva stupefatta ed attonita. Ogni notte i nostri antenati rivedevano i propri morti, oppure scorgevano cose impossibili nel mondo diurno, e il loro stupore davanti ai sogni ora possiamo soltanto immaginarcelo;
 2) L'incontro casuale prima e ritualizzato poi con le sostanze alteranti la coscienza: le droghe e tutte le sostanze psicotrope rivestono una importanza enorme nelle prime scaturigini della religiosità. Tracce dell'importanza di ciò è conservata anche nei testi sacri di tutte le religioni (dal soma vedico, al haoma iranico, al kikaion mediterraneo, etc). Gli sciamani e i curanderos presenti in molti popoli si introducono ai mondi dell'altrove con l'uso meditato di sostanze fungine o altre che permettono loro verso quell'altrove di letteralmente volare. Ma anche tra i comuni abitanti dei villaggi capitava sporadicamente di intossicarsi senza volerlo e di esperire così stati altri di coscienza che scuotevano profondamente quei soggetti, inducendoli a ritenere possibile l'esistenza di altre realtà oltre quella abituale;
 3) Le allucinazioni, e gli altri stati correlati alle patologie psichiatriche: le allucinazioni, soprattutto uditive, rivestono un'importanza capitale nella storia delle religioni. Un'epilessia temporale, ad esempio, può comportare vivide allucinazioni a sfondo religioso, e non conviene per ovvie ragioni citare qui degli esempi, dato che purtroppo è successo che allucinazioni private siano poi divenute estremamente contagiose e nei loro effetti abbiano dilagato tra milioni di persone.                                                                                           Allucinazioni e deliri vengono abitualmente esperite da circa l'1% dell'umanità, ma se consideriamo anche patologie intercorrenti e quelle terminali, diciamo che almeno un terzo delle persone ha la probabilità di incorrere nella vita in simili esperienze.
 Enumerate le tre radici preistoriche, un breve cenno composito e non analitico a quelle storiche.
 Dopo centomila anni di verba volant, sono infine arrivati gli scripta manent, e sono così nate le religioni di massa, parallelamente al formarsi degli imperi, dopo che per decine di millenni gli umani si erano aggregati soltanto in piccoli villaggi.
 I Potenti proiettati nei cieli diventano loro stessi autori indiretti o diretti di alcuni degli scripta.
 I Potenti nei cieli avevano atteso con pazienza divina per almeno centomila anni che l'uomo finalmente avesse inventato lo strumento tecnico della scrittura, per potersi precipitare a scrivere anch'essi i loro Libri (beh, sì, anche i Potenti hanno una loro libido scribendi... ).
 Sofisticate teologie verranno poi ricamate a partire da quei Libri.

Non tutte le religioni sono nate a tavolino ma tutte a tavolino sono state ottimizzate.
 

Adalberto

Attenzione a non giudicare con la mente odierna i processi cognitivi avvenuti in epoche arcaiche.
Sia perché da quelle deriviamo e ne portiamo tracce, sia perché non è che il pensiero lucidamente razionale mi sembra sia stato in grado di offrici  soluzioni più mirabolanti degli stati emotivi..
Non so, forse il  tema andrebbe modulato sulla ricerca di un equilibrio fra questi nostri due  stati, piuttosto che nelle tracce dei processi cognitivi che da allora ci hanno portato fin qui. Ribadisco non so.

Certamente oggi  gli sciamani sarebbero curati con psicofarmaci per adattarli al nostro attuale vivere civile, Non per questo definirei malate  quelle tre radici.
Anzi ne aggiungerei una quarta: il culto dei morti.
Non è chiaro se anche Neanderthal lo praticassero come alcune tracce dibattute e contestate potrebbero far supporre
Oppure se il distacco sia sentito anche dagli elefanti che talvolta hanno mostrato elefantesse raggrupparsi per diverso tempo  vicino alla madre del cucciolo morto prematuramente, prima di riprendere tutte la strada del branco. Anche queste sono  letture viziate dai nostri occhi sentimentali.
Ma se proprio vogliamo trovare un responsabile, andrea  a cercarlo nella parola, prima che nello scritto.
PS. :) Benvenuto/i comunque LB, eh.. 
Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

fabriba

#2
Citazione di: Luther Blissett il 23 Ottobre 2025, 21:51:59 PMEppure il pensiero religioso dovrebbe essere una visione del mondo in qualche modo edificante e pertanto anche rasserenante, e invece, fateci caso, può degenerare in atrocità del pensiero.
D'accordo con Adalberto (cosa che comincia a diventare noiosa  :))  )

Più o meno qualunque pensiero umano può degenerare in atrocità del pensiero, anzi... oso dire che per come siamo fatti non solo può, ma tende a degenerare.

Abbiamo -gli umani- un problema con i non-quantificativi: quasi qualunque cosa per cui possiamo pensare "il mondo sarebbe migliore se solo ci fosse più X" finisce con X che diventa sufficiente, e poi sempre di più, poi non ci si ferma perché "se solo ci fosse più X" ha una sua inerzia, e infine diventa un problema enorme perché ce n'è troppo... solo a quel punto si va in over-correzione e si pendola per qualche decennio fino a trovare un nuovo equilibrio.

La religione non ha fatto eccezione in passato... tutto sommato oggi mi sembra il minore dei nostri problemi, nonostante un certo ritorno di fiamma che vale la pena tenere sotto controllo (ma forse è parte dell'effetto pendolo dell'idea che ci è venuta 1 o 2 secoli fa che "il mondo sarebbe migliore se solo ci fosse più ateismo").

Luther Blissett

Rispondo a fabriba.    Scusami se ti chiedo questa minuzia tecnica, ma ancora sono qui un novizio.
Poco fa ti ho cliccato dove stava scritto "mi piace" ed è saltato fuori sùbito il suo contrario.
A te risulta che ti ho cliccato "mi piace" oppure no?

iano

Citazione di: Luther Blissett il Oggi alle 13:59:30 PMRispondo a fabriba.    Scusami se ti chiedo questa minuzia tecnica, ma ancora sono qui un novizio.
Poco fa ti ho cliccato dove stava scritto "mi piace" ed è saltato fuori sùbito il suo contrario.
A te risulta che ti ho cliccato "mi piace" oppure no?
Cliccando sul termine ''persona'', della frase ''piace a1 persona''  risulta che il post ti è piaciuto.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

fabriba

#5
Si, ho appena cliccato su "mi piace" per l'ultimo commento di iano: tu dovresti vedere "piace a 1 persona" come dice iano, mentre io -siccome sono quello cui piace- vedo quello che dice Luther Blissett... l'idea è che se cambio idea posso cliccare su "non mi piace" e ristabilire l'ordine nell'universo :)

(per inciso: aver tolto il pollice verso dai social media è stato l'inizio della fine per quanto mi riguarda!!)

iano

Citazione di: Luther Blissett il 23 Ottobre 2025, 21:51:59 PM1) L'esperienza onirica: i sogni hanno sempre fortemente colpito l'uomo, e costretto a fare i conti col presentarsi elusivo alla propria coscienza di una vita altra e incoercibile. Il cacciatore tornava stanco e ad ogni suo abbandonarsi al riposo l'attendeva l'incontro con una deuterorealtà inafferrabile. Il sogno oggi è quasi smontato a escrezione psichica, e le sue immagini non ci stupiscono più come poteva accadere ai nostri remoti antenati, per i quali invece le immagini oniriche erano più che spettacolari effetti speciali Telefunken, segni senz'altro di qualcos'altro che premeva sulla coscienza, che ne rimaneva stupefatta ed attonita. Ogni notte i nostri antenati rivedevano i propri morti, oppure scorgevano cose impossibili nel mondo diurno, e il loro stupore davanti ai sogni ora possiamo soltanto immaginarcelo;
Post molto istruttivo nella sua chiarezza.
Esordisco con una battuta: se possiamo vedere i morti è perchè quelli che crediamo vivi magari non lo sono.
Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa l'uomo della strada oggi dei sogni, ad esempio io.
Penso che se non si può dare ai sogni sostanza reale , si può dare alla realtà la sostanza dei sogni.
La sorpresa che ci desta il sogno a un certo punto bisogna superarla in qualche modo, perchè se no rischia di diventare una droga il cui effetto cercheremo di provocare, ricercando la sorpresa in quanto sorpresa.
In breve, bisognerebbe rivedere l'uso del termine ''realtà'' per riportare ciò cui si riferisce ad unità.
Infatti quando non si riesce a spiegare la realtà si tende a moltiplicarla, dividendola in terra e cielo, o in micro e macro mondi.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

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