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LOGOS - Argomenti => Tematiche Spirituali => Discussione aperta da: Aspirante Filosofo58 il 24 Novembre 2024, 08:52:44 AM

Titolo: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: Aspirante Filosofo58 il 24 Novembre 2024, 08:52:44 AM
Questa mattina ho ricevuto il messaggio seguente. Ovviamente si tratta di un punto di vista, come ce ne sono miliardi di altri (facciamo un punto di vista per ogni essere umano). Io sono rimasto colpito da ciò e, pur sperando che sia vero, ammetto che potrei sbagliarmi. Tuttavia mi chiedo e vi domando: se avesse ragione l'autrice di questo messaggio?
Rapportato alla mia vita: dopo la paralisi cerebrale a nemmeno un anno di età, e varie peripezie da parte di mia mamma che mi ha portato con sé dai luminari più quotati degli anni '60 del secolo scorso, per capire cosa avessi e come si potessero risolvere i miei problemi, sono stato ricoverato per brevi periodi in questo o quell'ospedale o istituto, ma ho ancora il ricordo di un bambino che bagna di lacrime il cuscino di un letto che non sente suo, la prima sera del ricovero che mi ha devastato psicologicamente. Come si spiega altrimenti che io, solamente in occasione del ricovero che mi avrebbe tenuto lontano dalla mia famiglia per sei anni, facendomi tornare a casa unicamente per le vacanze scolastiche, se non che io a tre mesi dal mio sesto compleanno abbia considerato in modo diverso dai precedenti quel ricovero? Non significa forse che io avessi ancora allora la consapevolezza che quello sarebbe stato il mio calice amaro da bere, perché così era stato deciso?
Se ciò non fosse vero che senso avrebbe avuto e avrebbe attualmente la mia vita?
Voi che cosa ne dite?
Grazie. ;)

SE AI BAMBINI FOSSE DETTA  TUTTA LA VERITÀ

Se ad ogni bambino che nasce su questo pianeta,  nei suoi primi anni di vita fosse spiegata/ricordata la verità ...
Avverrebbe subìto, in termini vibrazionali, un salto quantico in poche settimane.

Fortunatamente le Anime che sono arrivate qui di recente e le Anime che continueranno ad arrivare( essendo sprovviste di karma e di programmi installati )
la sanno lunga, e non possiedono amnesia. Arrivano, nascono e si ricordano già moltissimo fin da subito, e non hanno bisogno di nessuna spiegazione.
Anzi, semmai saranno loro a spiegare moltissime cose al collettivo, iniziando prima di tutto nelle famiglie in cui nascono.

L'Essere Umano vive nel caos semplicemente perché non sa.
È questo non sapere che lo porta alla sofferenza, alla depressione, e a rimanere intrapplato nel dolore.

Eppure le Informazioni sono le più semplici:

- Quando sei nato non sei apparso dal nulla,  vivevi già, cone vivi adesso ,e ora hai soltanto cambiato forma/corpo e dimensione.

- il luogo in cui nascere qui l'hai scelto tu, come hai scelto i genitori e la situazione familiare.

Quindi, non sei apparso dal nulla, non sei qui a caso,
e non vivi affatto in balia della fortuna o della sfortuna,
semmai ogni situazione della tua vita ha una spiegazione ben precisa,
le persone che incontri pure ,
i luoghi in cui ti rechi anche.
Così come le tue paure, le tue insicurezze, oppure le tue convinzioni, le tue qualità, i tuoi talenti sono semplicemente la somma delle esperienze che hai avuto prima di questa incarnazione.

Allora ...  se tutto ha una motivazione,
e se tu effettivamente non muori mai: semplicemente cambi forma e spazio tempo,
e se ad ogni incarnazione hai la possibilità di crescere ed evolvere, e se in tutto questo sei aiutato e supportato non solo da Anime che ritrovi in questo cammino, ma anche da Anime non incarnate che si trovano su altri piani dimensionali,
e quindi stai vivendo un esperienza che hai scelto con la massima cura in tutti i dettagli ...
ALLORA NON PUOI VIVERE NELL'INCERTEZZA E NELLA PAURA.

Se ad ogni Anima che arriva qui fosse ricordato tutto questo già da subito, quanta fatica in meno ci sarebbe e soprattutto quanto dolore risparmiato.

Vivere senza comprendere nulla, in completa balia degli eventi esterni, ignorando completamente il proprio progetto animico e il proprio potere personale, porta alla sofferenza e alla paura dell'ignoto.
E tutto questo si trasforma in una profonda desolazione interiore, fatta di solitudine e incertezze continue.
Questa è la fragilità della condizione umana.

Che però può cambiare.
E sta già cambiando per moltissime persone.

Allora ricordati ..
che c'è più di una motivazione per tutto quello che avviene, fuori e dentro di te.

Se una foglia cade ai tuoi piedi, in quel punto preciso, e in quel determinato momento, c'è una motivazione.
Che poi si riesca a comprenderla o meno .. non è sempre così importante, e soprattutto non è sempre per forza utile.

Ma rendersi conto che il caso è un'enorme illusione .. è la più preziosa delle verità.
Perché cura, conforta, tranquillizza anche l'animo più sofferente, e porta all'accettazione di ogni passo, anche il più difficile, di questo cammino terreno.
Che è sostanzialmente breve, seppur complesso e ricco, rispetto a tutte le altre esperienze successive e parallele a questa.

Non ci si ferma qui,
non ci si ferma mai.

🪽
Marika Moretto
Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: baylham il 27 Novembre 2024, 10:14:53 AM
La concezione di Marika Moretto è completamente incoerente, insensata. 
Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: Aspirante Filosofo58 il 27 Novembre 2024, 13:31:13 PM
Citazione di: baylham il 27 Novembre 2024, 10:14:53 AMLa concezione di Marika Moretto è completamente incoerente, insensata.
In che senso. Argomenti per favore. Grazie. 
Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: Kob il 27 Novembre 2024, 14:29:28 PM
Si tratta di un brano che contiene alcuni luoghi comuni tipici della spiritualità new age degli ultimi vent'anni.
A partire dalle prime righe con quel "salto quantico" in "termini vibrazionali", che non vuol dire assolutamente niente, che non ha alcun senso, ma che attraverso i termini evocativi di una disciplina scientifica evidentemente fuori della portata dell'autrice vorrebbe introdurre il destinatario del messaggio alla Verità.
Questo genere di spiritualità infatti ha sempre un carattere gnostico: la gnosi antica proponeva il cambiamento radicale attraverso la sola rivelazione di una dottrina.
Mentre le discipline spirituali classiche propongono un cambiamento tramite l'ascesi (l'esercizio), e la filosofia propone una via in cui il rinnovamento si può realizzare tramite il logos e il dialogo, quindi attraverso un lavoro impegnativo dell'intelligenza, lo gnosticismo conduce direttamente ad un'altra vita illuminando l'adepto con una spiegazione totalizzante del mondo umano e del divino.

Altra caratteristica di questa letteratura è l'enfasi che si dà al potere della psiche sulla materia. Spesso si ritrovano idee demenziali sulla genesi puramente psicologica del cancro e su possibili guarigioni tramite la sola motivazione.
Ma nello stesso tempo, accanto a questa potenza mentale che può essere risvegliata, si sostiene anche il determinismo: "il caso – dice tale Marika Moretto – è una pura illusione".
Sembra essere allora un determinismo psichico: cioè la vita, i suoi eventi, quelle che sembrano pure coincidenze, hanno un solo vero significato ed è quello funzionale al viaggio dell'anima, la quale si eleva al di sopra del dolore solo comprendendo che tutto attorno a sé è come una prova, una messa in scena, un'occasione per trascendere il mero piano umano e materiale.

A mio giudizio si tratta di fantasie pseudo-religiose che seducono quando si vive una fase egocentrica, cioè quando si vuole avere delle spiegazioni emotivamente significative là dove non c'è nessuna spiegazione.
Sto pensando ad alcuni miei amici che delusi da politica, mondo lavorativo, relazioni, etc., per un certo periodo hanno cercato conforto in queste "teorie".
Di solito la ragione, l'intelligenza, ha sempre la meglio su queste fasi regressive.
Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: baylham il 27 Novembre 2024, 18:42:32 PM
Le due seguenti affermazioni ti sembrano coerenti?

"Fortunatamente le Anime che sono arrivate qui di recente e le Anime che continueranno ad arrivare( essendo sprovviste di karma e di programmi installati ) la sanno lunga, e non possiedono amnesia. Arrivano, nascono e si ricordano già moltissimo fin da subito, e non hanno bisogno di nessuna spiegazione."
 
"Se ad ogni Anima che arriva qui fosse ricordato tutto questo già da subito, quanta fatica in meno ci sarebbe e soprattutto quanto dolore risparmiato."



Dalle confuse affermazioni sulle relazioni tra anima e uomo, sembra che ogni bambino, uomo sia un'anima incarnata, per cui dato quanto sopra, non capisco che bisogno abbia l'anima del bambino e dell'uomo delle "spiegazioni" di Marika Moretto.
Forse che le anime hanno gradi di conoscenza, illuminazione diversi?

Eppure le Informazioni sono le più semplici:
- Quando sei nato non sei apparso dal nulla,  vivevi già, cone vivi adesso ,e ora hai soltanto cambiato forma/corpo e dimensione.
- il luogo in cui nascere qui l'hai scelto tu, come hai scelto i genitori e la situazione familiare.

Peccato che la maggioranza degli uomini e delle relative anime ricordino ben poco di queste semplici informazioni sui loro cambiamenti di corpo, di forma, avrei molte informazioni da chiedere perchè personalmente non ricordo nulla di tutto ciò, i miei primi ricordi iniziano dopo diverso tempo dalla mia nascita.
Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: Aspirante Filosofo58 il 28 Novembre 2024, 08:57:39 AM
Citazione di: Koba II il 27 Novembre 2024, 14:29:28 PMSi tratta di un brano che contiene alcuni luoghi comuni tipici della spiritualità new age degli ultimi vent'anni.
A partire dalle prime righe con quel "salto quantico" in "termini vibrazionali", che non vuol dire assolutamente niente, che non ha alcun senso, ma che attraverso i termini evocativi di una disciplina scientifica evidentemente fuori della portata dell'autrice vorrebbe introdurre il destinatario del messaggio alla Verità.
Questo genere di spiritualità infatti ha sempre un carattere gnostico: la gnosi antica proponeva il cambiamento radicale attraverso la sola rivelazione di una dottrina.
Mentre le discipline spirituali classiche propongono un cambiamento tramite l'ascesi (l'esercizio), e la filosofia propone una via in cui il rinnovamento si può realizzare tramite il logos e il dialogo, quindi attraverso un lavoro impegnativo dell'intelligenza, lo gnosticismo conduce direttamente ad un'altra vita illuminando l'adepto con una spiegazione totalizzante del mondo umano e del divino.

Altra caratteristica di questa letteratura è l'enfasi che si dà al potere della psiche sulla materia. Spesso si ritrovano idee demenziali sulla genesi puramente psicologica del cancro e su possibili guarigioni tramite la sola motivazione.
Ma nello stesso tempo, accanto a questa potenza mentale che può essere risvegliata, si sostiene anche il determinismo: "il caso – dice tale Marika Moretto – è una pura illusione".
Sembra essere allora un determinismo psichico: cioè la vita, i suoi eventi, quelle che sembrano pure coincidenze, hanno un solo vero significato ed è quello funzionale al viaggio dell'anima, la quale si eleva al di sopra del dolore solo comprendendo che tutto attorno a sé è come una prova, una messa in scena, un'occasione per trascendere il mero piano umano e materiale.

A mio giudizio si tratta di fantasie pseudo-religiose che seducono quando si vive una fase egocentrica, cioè quando si vuole avere delle spiegazioni emotivamente significative là dove non c'è nessuna spiegazione.
Sto pensando ad alcuni miei amici che delusi da politica, mondo lavorativo, relazioni, etc., per un certo periodo hanno cercato conforto in queste "teorie".
Di solito la ragione, l'intelligenza, ha sempre la meglio su queste fasi regressive.
Ciao, forse non è poi così vero che il salto quantico in termini vibrazionali non voglia dire assolutamente niente. Rispetto al salto quantico, leggo qui: https://www.scienzaeconoscenza.it/blog/scienza_e_fisica_quantistica/salto-quantico-cosa-e     
"Il salto quantico è un cambiamento istantaneo di un sistema, che si verifica su scala molto piccola e ha luogo casualmente.  Perciò, deduco che il salto quantico in termini vibrazionali, sia un salto quantico riferito alle vibrazioni.
Una caratteristica fondamentale del salto quantico è che si tratta di una transizione discontinua tra stati quantici.
Per esempio, un elettrone che si trova in un livello energetico di un atomo, salta istantaneamente da un livello energetico all'altro, e così facendo, assorbe o emette energia.
Inoltre, tali transizioni avvengono casualmente, sulla base delle opzioni disponibili all'entità quantistica, in accordo alle rigide regole della probabilità.
Non c'è una condizione intermedia, e non c'è bisogno di un intervallo di tempo affinché il salto quantico abbia luogo."
Il salto quantico in termini vibrazionali, a mio avviso riguarda il passaggio da una vibrazione all'altra.

Tu scrivi: "Altra caratteristica di questa letteratura è l'enfasi che si dà al potere della psiche sulla materia. Spesso si ritrovano idee demenziali sulla genesi puramente psicologica del cancro e su possibili guarigioni tramite la sola motivazione." Forse, più che la psiche io ci vedo l'Anima e lo Spirito. Sono queste due componenti dell'Essere Umano a prevalere sul Corpo e non viceversa. Col corpo che mi ritrovo io stesso, se esso fosse la mia componente principale, o addirittura l'unica, io sarei praticamente fregato. Che senso avrebbe vivere sapendo di avere una condanna a vita (e forse a divinis)?

L'affermazione "il caso è una pura illusione" a mio avviso è corretta e non significa affatto determinismo; semmai significa che tutto ciò che accade è un susseguirsi di cause ed effetti: ciò che semino oggi, darà i frutti domani. Significa che, vita dopo vita, la mia Anima apprende nuove lezioni, migliora, si perfeziona. Quindi in tal senso io mi sento di confermare che il caso non esiste. Tutto ciò che accade (a prescindere dal nostro giudizio positivo o negativo al riguardo), è perché deve accadere, quando deve accadere con le modalità e i tempi necessari affinché accada, come effetto di cause precedenti. Faccio un esempio banale, che forse può aiutare a comprendere il concetto: se vado sotto la doccia e apro il rubinetto dell'acqua fredda (o ruoto il miscelatore nella posizione di acqua fredda) non posso pretendere che l'acqua esca calda. Non si tratta di determinismo.
Alcuni tuoi amici, delusi da ciò che li circonda (lavoro, religione, ecc...) hanno provato a guardare dentro sé stessi? Hanno provato a cercare internamente ciò che non trovano esternamente? Come affermava Osho (alcune notizie qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Osho_Rajneesh ): "l'altro è una scusa". Noi crediamo che le nostre disavventure (chiamiamole così) siano causate dagli altri, ma non è proprio così. E' più comodo incolpare il prossimo, perché richiede meno sforzo, meno impegno che mettersi a scavare in sé stessi.

A proposito di ciò che seduce, quando ci si trova in una fase egocentrica.... cosa pensi delle ricchezze ostentate da taluni personaggi pubblici, delle vincite allettanti ai vari concorsi: superenalotto, lotteria x, y, z? A mio avviso si tratta di specchi per le allodole: si crede che vincendo un tot di milioni di euro non si avranno più problemi, ma siamo sicuri che sia così? Il discorso è sempre lo stesso: forse dovremmo smetterla di incolpare tutto e tutti per le nostre disgrazie (o presunte tali, perché se da esse si impara forse non sono vere e proprie disgrazie).


 

Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: Aspirante Filosofo58 il 28 Novembre 2024, 09:23:48 AM
Citazione di: baylham il 27 Novembre 2024, 18:42:32 PMLe due seguenti affermazioni ti sembrano coerenti?

"Fortunatamente le Anime che sono arrivate qui di recente e le Anime che continueranno ad arrivare( essendo sprovviste di karma e di programmi installati ) la sanno lunga, e non possiedono amnesia. Arrivano, nascono e si ricordano già moltissimo fin da subito, e non hanno bisogno di nessuna spiegazione."
 
"Se ad ogni Anima che arriva qui fosse ricordato tutto questo già da subito, quanta fatica in meno ci sarebbe e soprattutto quanto dolore risparmiato."



Dalle confuse affermazioni sulle relazioni tra anima e uomo, sembra che ogni bambino, uomo sia un'anima incarnata, per cui dato quanto sopra, non capisco che bisogno abbia l'anima del bambino e dell'uomo delle "spiegazioni" di Marika Moretto.
Forse che le anime hanno gradi di conoscenza, illuminazione diversi?

Eppure le Informazioni sono le più semplici:
- Quando sei nato non sei apparso dal nulla,  vivevi già, cone vivi adesso ,e ora hai soltanto cambiato forma/corpo e dimensione.
- il luogo in cui nascere qui l'hai scelto tu, come hai scelto i genitori e la situazione familiare.

Peccato che la maggioranza degli uomini e delle relative anime ricordino ben poco di queste semplici informazioni sui loro cambiamenti di corpo, di forma, avrei molte informazioni da chiedere perchè personalmente non ricordo nulla di tutto ciò, i miei primi ricordi iniziano dopo diverso tempo dalla mia nascita.

Ciao, nelle due affermazioni che tu citi, io non vedo alcuna incoerenza. La prima riguarda le Anime che si incarnano ma, fino alla nascita non subiscono condizionamenti, eccettuati quelli relativi al vivere nel grembo materno, dove comunque sono protetti. Una volta venuto alla luce, ogni essere umano avrà un nome, un'educazione, parlerà una lingua, imparerà che ad agire per ricevere un premio in cambio (la caramella se fa il bravo) o a evitare comportamenti che potrebbero dispiacere ai genitori o causare punizioni. In pratica ogni essere umano col tempo, imparerà ad agire per un secondo fine. 

La seconda affermazione riguarda gli esseri umani che agiscono per un secondo fine perché lo hanno dovuto imparare. Non so tu quanti anni abbia; io ne ho quasi 66 e, a parte il grammofono, ho vissuto tutti gli altri passaggi dell'ascolto musicale: dal giradischi, al mangiadischi, al lettore cd; dalle audio cassette  e videocassette al masterizzatore cd e dvd. Ogni incarnazione umana funziona esattamente come un'audiocassetta o videocassetta vhs: nei primi anni di vita, il nastro riporta ancora ciò che è stato "registrato" nella vita precedente; poi, andando avanti con gli anni, come per le audiocassette e le videocassette vhs, la registrazione (vita) sarà sostituita da quella in corso. Guai se vi fosse la sovrapposizione di due o più vite: rischieremmo di impazzire! Prova a immaginare di essere sposato con la persona che in una vita precedente è stata tuo figlio, o un tuo genitore: credo che ciò porterebbe alla pazzia chicchessia! 

Non si tratta di affermazioni confuse tra Anima e Uomo, giacché quella è una della componenti dell'Essere umano (le altre componenti sono: Corpo, Mente e Spirito). E' l'Anima a incarnarsi in un Corpo, perché ha la necessità di apprendere, di perfezionarsi. L'Anima deciderà di lasciare il corpo per due motivi: il primo, per aver imparato tutto ciò che doveva imparare; il secondo: perché pur mancando ancora qualcosa da apprendere, non c'è più tempo per terminare quello che io vedo come una sorta di compito in classe (ai miei tempi si chiamava così, oggi lo chiamano verifica). 

Infine, pur riconoscendo che forse la fretta ha impedito all'autrice del brano che ho pubblicato, di esprimersi in modo comprensibile a tutti, credo che parlare (o scrivere) dell'argomento, confrontandoci sui vari punti, sia la cosa migliore da farsi. 
Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: Kob il 29 Novembre 2024, 16:08:16 PM
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 28 Novembre 2024, 08:57:39 AM
Ciao, forse non è poi così vero che il salto quantico in termini vibrazionali non voglia dire assolutamente niente. Rispetto al salto quantico, leggo qui: https://www.scienzaeconoscenza.it/blog/scienza_e_fisica_quantistica/salto-quantico-cosa-e   
"Il salto quantico è un cambiamento istantaneo di un sistema, che si verifica su scala molto piccola e ha luogo casualmente.  Perciò, deduco che il salto quantico in termini vibrazionali, sia un salto quantico riferito alle vibrazioni.
Una caratteristica fondamentale del salto quantico è che si tratta di una transizione discontinua tra stati quantici.
Per esempio, un elettrone che si trova in un livello energetico di un atomo, salta istantaneamente da un livello energetico all'altro, e così facendo, assorbe o emette energia.
Inoltre, tali transizioni avvengono casualmente, sulla base delle opzioni disponibili all'entità quantistica, in accordo alle rigide regole della probabilità.
Non c'è una condizione intermedia, e non c'è bisogno di un intervallo di tempo affinché il salto quantico abbia luogo."
Il salto quantico in termini vibrazionali, a mio avviso riguarda il passaggio da una vibrazione all'altra.

Ma appunto: noi non essendo particelle non ha alcun senso il riferire questi concetti di meccanica quantistica alla condizione umana.

Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 28 Novembre 2024, 08:57:39 AM
L'affermazione "il caso è una pura illusione" a mio avviso è corretta e non significa affatto determinismo; semmai significa che tutto ciò che accade è un susseguirsi di cause ed effetti: ciò che semino oggi, darà i frutti domani. Significa che, vita dopo vita, la mia Anima apprende nuove lezioni, migliora, si perfeziona. Quindi in tal senso io mi sento di confermare che il caso non esiste. Tutto ciò che accade (a prescindere dal nostro giudizio positivo o negativo al riguardo), è perché deve accadere, quando deve accadere con le modalità e i tempi necessari affinché accada, come effetto di cause precedenti.
Se il caso è illusione e se tutto è legato da un nesso di causalità allora siamo nel determinismo. Non c'è molto da ragionarci su.
Cosa diversa è invece pensare che ogni evento possa essere visto come l'occasione di un perfezionamento personale.
Ma in questo senso la casualità si ritiene non esistere solo perché il suo manifestarsi produce appunto quegli eventi attraverso cui si cresce.
Ma la foglia cade ai tuoi piedi per farti crescere? O cade casualmente ai tuoi piedi e poi tu osservandola sei spinto a rifletterci sopra con il risultato che anche quell'evento minuscolo entra a far parte della tua evoluzione?

Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 28 Novembre 2024, 08:57:39 AM
Alcuni tuoi amici, delusi da ciò che li circonda (lavoro, religione, ecc...) hanno provato a guardare dentro sé stessi? Hanno provato a cercare internamente ciò che non trovano esternamente? Come affermava Osho (alcune notizie qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Osho_Rajneesh ): "l'altro è una scusa". Noi crediamo che le nostre disavventure (chiamiamole così) siano causate dagli altri, ma non è proprio così. E' più comodo incolpare il prossimo, perché richiede meno sforzo, meno impegno che mettersi a scavare in sé stessi.


Non è proprio così, secondo me.
Con buona pace di Osho, è un fatto che la vita sociale sia in crisi, ed una prova istantanea di ciò è che io sia qua a scrivere su un forum online alcune cose che trent'anni fa avrei detto di persona ad un amico davanti a un bicchiere di vino.
Che ci sia una scomposizione in essere è un fatto difficile da smentire.
Quindi la delusione per la lontananza degli altri, ma anche per la propria incapacità di fare i passi necessari a ricostruire la vicinanza smarrita, è comprensibile.

Spesso l'immersione in questa letteratura dell'interiorità, della crescita personale, è un sostituto. A forme di esistenza più vitali e complesse e appaganti.
Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: green demetr il 30 Novembre 2024, 04:58:27 AM
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 24 Novembre 2024, 08:52:44 AM
Voi che cosa ne dite?
Grazie. ;)
Ciao aspirante ti dico la mia: la vita è sofferenza, l'uomo è biologicamente impostato per soffrire.
Ma perchè la natura ci ferisce a questa maniera?
Penso che tra queste due frasi vi sia un differenza di significato, alla quale la seconda è irriducibile alla prima.
Già solo questo prova che la trascendenza esista, ed esiste come complessità.
Noi sappiamo tramite la quantistica che un singolo evento produce una complessità che possiamo ben capire con l'esempio della farfalla e dell'urugano.
Se avesse coscienza l'uragano saprebbe che è stato determinato dalla farfalla.
Ma alla farfalla l'uragano sembrerebbe solo una cosa a caso.
Laddove regna il caos e il disordine, là la coscienza umana vi pone ordine e valore.
Ma il valore è irriducibile all'ordine.
Eppure il valore sa benissimo che proviene dall'ordine.
La new age di cui parla anche Koba, è una sorta di neo-gnosi, una sorta di settarismo che premette la certezza dell'uragano per rimanere nella metafora.
Ma come abbiamo detto la farfalla non ha alcuna contezza dell'uragano.
L'uragano è semplicemente qualcosa che appare alla farfalla.
Il compito della farfalla è ragionare sull'uragano non dargli una spiegazione, che non potrà MAI dare.
Gli antichi parlavano con insistenza di questa cosa, quando parlavano di misura.
La farfalla deve misurare ciò che può misurare. Non può vedere l'intero uragano, ma può ragionare sulla goccia che cade sulle sue ali.
L'evoluzione della farfalla è nient'altro che l'evoluzione del singolo.
E questa evoluzione è chiaramente, almeno per me, fin dall'infanzia, un fatto.
Quello che l'infante non può sapere è il trauma.
Certo il tuo trauma è stato importante.
Ma in qualche maniera sei sopravvissuto.
Pensi e ragioni come noi, alla nostra pari.
Io penso a quei casi di psicosi in cui la mente cede, in cui il trauma è stato troppo violento.
O ai neonati nati già morti in cui il trauma della nascita è stato troppo violento.
L'essere umano che domanda, si domanda di tutto ciò, e conosce con certezza, perchè Dio è certezza, e chi non ha certezza deve avere comunque fede a che sia una certezza.
Questa dimensione ha a che fare con l'uragano, con l'inconscio, con l'anima, con i valori.
La teoria della metempsicosi di origine egizia è la base del libri dei morti, guarda caso esportata fino in India tramite il popolo iraniano.
E' la base di tutti i tentativi di messa a fuoco, di sapienza alle strade o alla strada che porta alla salvezza.
La riflessione sulla metempsicosi: non capisco nemmeno cosa c'è da riflettere, essa è un fatto, come spiegare altrimenti i bambini con ricordi arcaici? i cosiddetti bambini indaco.
Cosa dei gemelli che pensano in maniera telepatica?
Cosa degli eventi paranormali?
Cosa della glossolalia? Cosa degli accessi mistici dei religiosi e delle cosidette pazze?
Cosa dei bambini che parlano altri idiomi linguistici senza aver MAI avuto contatto con questi linguaggi?
E' evidente che la dimensione trascendente esiste.
Diciamo che per noi farfalle non possiamo capire a cosa porti il nostro modo di agire, e sopratutto di pensare.
Poichè il pensiero è veramente l'irriducibilità totale, a cui nessun tiranno è riuscito MAI di bloccare (se non uccidendo, ma ripeto, si muore, anche senza aver vissuto).
Il dolore del mondo fisico a noi mortali ha portato a conoscere ciò che sta di là, da qua.
Ecco in cosa credo:
Noi conosciamo non tanto l'aldilà, quanto la relazione di bene o di male che con l'aldilà si crea.
A partire dai complessi familiari.
Bisogna prima snodare la matassa, prima riavvolgere di riavvolgere il filo al  rocchetto.
E' un atto di amore o di odio?
Per me la matassa è ciò che si forma tramite l'odio.
Evidentemente il bambino che eri, e che alberga ancora nel tuo cuore, ad un certo ha smesso di piangere, e ha preso consapevolezza del dolore.
Nessuno di noi sa dove hai scagliato il tuo rocchetto, quale matasse si sono formate nella tua vita.
Un dolore che io non riesco a immaginare.
Forse è questo che ci distrugge che nessuno di noi conoscerà mai il dolore degli altri.
Ma per tutto quanto detto sopra, io ti consiglio di tornare agli antichi, a interrogarti con loro, della vita e della morte. Credo che sia e debba essere questo il nostro valore positivo.
Sei o non sei un aspirante filosofo? ;)
Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: Aspirante Filosofo58 il 30 Novembre 2024, 09:34:21 AM
Citazione di: Koba II il 29 Novembre 2024, 16:08:16 PMMa appunto: noi non essendo particelle non ha alcun senso il riferire questi concetti di meccanica quantistica alla condizione umana.
Se il caso è illusione e se tutto è legato da un nesso di causalità allora siamo nel determinismo. Non c'è molto da ragionarci su.
Cosa diversa è invece pensare che ogni evento possa essere visto come l'occasione di un perfezionamento personale.
Ma in questo senso la casualità si ritiene non esistere solo perché il suo manifestarsi produce appunto quegli eventi attraverso cui si cresce.
Ma la foglia cade ai tuoi piedi per farti crescere? O cade casualmente ai tuoi piedi e poi tu osservandola sei spinto a rifletterci sopra con il risultato che anche quell'evento minuscolo entra a far parte della tua evoluzione?

Non è proprio così, secondo me.
Con buona pace di Osho, è un fatto che la vita sociale sia in crisi, ed una prova istantanea di ciò è che io sia qua a scrivere su un forum online alcune cose che trent'anni fa avrei detto di persona ad un amico davanti a un bicchiere di vino.
Che ci sia una scomposizione in essere è un fatto difficile da smentire.
Quindi la delusione per la lontananza degli altri, ma anche per la propria incapacità di fare i passi necessari a ricostruire la vicinanza smarrita, è comprensibile.

Spesso l'immersione in questa letteratura dell'interiorità, della crescita personale, è un sostituto. A forme di esistenza più vitali e complesse e appaganti.
Ecco perché io mi sono posto due obiettivi, secondo me collegati tra loro: conoscere me stesso in questa vita e conoscere me stesso prima di essa. Capire cosa abbia causato questa situazione decisamente pesante. Se voglio continuare a commiserarmi, posso benissimo credere che io sia qui per caso, che la mia vita sia un caso, bla bla bla, ma così mi sarà perfettamente inutile. Invece, io voglio capire il perché delle cose, e anche di questa mia vita. 
Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: niko il 30 Novembre 2024, 10:21:12 AM
Se un'anima si sceglie liberamente la  situazione familiare, economica e soprattutto sociale, in cui nascere, cosi' tanto per il gusto di fare esperienza e farsi un giro quaggiu' sulla terra, ne consegue, che il novantanove virgola nove percento delle anime, sono masochiste...

E non e' solo una battuta, io davvero non capisco come facciano certi pensieri ad essere consolanti.

Io quando penso a certi aspetti negativi della mia vita gia' mi deprimo cosi' di mio, senza considerazioni karmiche o animiche; se pensassi (anche) che tali aspetti negativi me li fossi scelti io a tavolino prima di nascere, quindi, se pensassi di essere io e io soltanto, con la mia stupidita' o arroganza diciamo cosi' "disincarnata", cioe' esercitata ancor prima di nascere, la causa di tutti i miei guai, attuali o post natali, mi deprimerei al quadrato.

Per buona musura, almeno il cinquanta per cento di tutto quello che mi accade, e' colpa, o merito, degli altri. Degli "altri" umani concreti, o degli "altri" nel senso di natura, caso, destino, malattie, circostanze imprevedibili eccetera. Il mio potere e' limitato.

Lo dico sul serio, a me il pensiero del caso, e del caos, consola. Il pensiero del contrario, mi atterrirebbe.

Se davvero io pensassi di avere tutta la colpa, per il male che c'e' nella mia vita, sarei al culmine della depressione, e se avessi tutto il merito, per il bene, sarei al culmine, quantomeno dell'esaltazione narcisistica, dell'ingratitudine e del delirio di onnipotenza.

Questo, e' il problema della fede nella volontarieta' del destino.

Di cui la scelta prenatale e animica della sorte non e' che il simbolo.

Deve essere ovvio, che io non ho tutta la colpa, e nemmeno tutto il merito.
La occidentale e graco classica mensura.
La (mia) volonta', si confronta con cose o istanze che resistono, alla (mia) volonta' stessa. Diciamo pure, con la volonta' dell'altro in senso lato.
Me lo confermano il cervello, e la razionalita', prima ancora che il cuore.

Poi, pure io sono determinista sul piano delle cause e degli effetti, ma penso anche che noi in quanto esseri limitati non possiamo conoscere tutto, e quindi, la nostra personale ignoranza di tutto il sistema deterministico reale nei minimi dettagli, che ci causa e ci circonda, di fatto e', per noi e dal nostro punto di vista, il caso e il caos, e pone innegabilmenre la realta' del caso e del caos. Questa ignoranza del determinismo e' ineliminabile, quindi il caso/caos e' connaturato alla condizione umana.

Ma Il karma e' peggio dell'inferno: a crederci, ne consegue solo, che sconti colpe che non sono tue.

E' ovvio, che non e' colpa mia, se nella vita precedente ho sbaglito o trascurato qualcosa e allora, con la vita presente, secondo qualcuno, dovrei rimediare o espiare. Ma anche no.

Cosi' come non e' colpa mia se sono peccatore in un sistema abramitico cristiano che pone un dio onnipotente, che ha creato il mondo, ha creato me stesso e allora, ne consegue che mi ha creato peccatore e non corrispondente con la sua volonta', dato il fatto che io non vi corrispondo. Basta, con la fola del libero arbitrio. Espiasse lui, per le sue imperfette creazioni stante che lui e' perfetto, e andasse all'inferno, o comunque subisse la punizione, lui.



Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: iano il 30 Novembre 2024, 11:10:05 AM
Citazione di: niko il 30 Novembre 2024, 10:21:12 AMBasta, con la fola del libero arbitrio. Espiasse lui, per le sue imperfette creazioni stante che lui e' perfetto, e andasse all'inferno, o comunque subisse la punizione, lui.
Bello, e permettimi anche esilarante il tuo post. ;D
Però il libero arbitrio non lo colpevolizzerei, perchè ciò  equivale a colpevolizzarci a priori, essendone i possessori.
Ammesso e non concesso  che esso agisca in fase precorporale, non è poi comunque così improbabile il suo errore di scelta, in quanto una scelta in verità non è mai un errore, a meno che essa non reiteri una scelta dimostratasi già sbagliata.
il libero arbitrio secondo me equivale a tutti gli effetti al rassicurante,( convengo con te su questo), caso, se si esce fuori dall'ottica individuale,  non escludendo alcuna possibile scelta, se riferiamo i suoi effetti alla comunità degli individui, la quale, essendo impersonale non può essere comunque colpevolizzata.
Quindi non siamo certamente del tutto responsabili delle sfighe che ci capitano, ma in qualche modo siamo però responsabili del giudizio col quale individuiamo le sfighe, dato che esse non si presentano col loro certificato professionale, ma siano noi giudicarle tali per ''libera scelta'' e se pure su alcune di esse potessimo tutti convenire, ciò non toglie che relativa resti la loro valutazione.
Pensa quindi che bella soddisfazione per uno che trovandosi in una situazione da tutti considerata sfigata, riuscisse a smentirli coi fatti, dimostrando così la relatività del loro giudizio.
Certo ci vuole anche un bel coraggio per farlo, quindi effettivamente è una chance solo per amanti di sfide difficile al limite dell'impossibile.
Ma, come si dice, ''molte avversità'' molta gloria, per cui val la pena sempre di tentare.
Quale merito avrebbe infatti colui che per sua natura vince facile?
Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: Aspirante Filosofo58 il 30 Novembre 2024, 12:09:03 PM
Citazione di: niko il 30 Novembre 2024, 10:21:12 AMSe un'anima si sceglie liberamente la  situazione familiare, economica e soprattutto sociale, in cui nascere, cosi' tanto per il gusto di fare esperienza e farsi un giro quaggiu' sulla terra, ne consegue, che il novantanove virgola nove percento delle anime, sono masochiste...

E non e' solo una battuta, io davvero non capisco come facciano certi pensieri ad essere consolanti.

Io quando penso a certi aspetti negativi della mia vita gia' mi deprimo cosi' di mio, senza considerazioni karmiche o animiche; se pensassi (anche) che tali aspetti negativi me li fossi scelti io a tavolino prima di nascere, quindi, se pensassi di essere io e io soltanto, con la mia stupidita' o arroganza diciamo cosi' "disincarnata", cioe' esercitata ancor prima di nascere, la causa di tutti i miei guai, attuali o post natali, mi deprimerei al quadrato.

Per buona musura, almeno il cinquanta per cento di tutto quello che mi accade, e' colpa, o merito, degli altri. Degli "altri" umani concreti, o degli "altri" nel senso di natura, caso, destino, malattie, circostanze imprevedibili eccetera. Il mio potere e' limitato.

Lo dico sul serio, a me il pensiero del caso, e del caos, consola. Il pensiero del contrario, mi atterrirebbe.

Se davvero io pensassi di avere tutta la colpa, per il male che c'e' nella mia vita, sarei al culmine della depressione, e se avessi tutto il merito, per il bene, sarei al culmine, quantomeno dell'esaltazione narcisistica, dell'ingratitudine e del delirio di onnipotenza.

Questo, e' il problema della fede nella volontarieta' del destino.

Di cui la scelta prenatale e animica della sorte non e' che il simbolo.

Deve essere ovvio, che io non ho tutta la colpa, e nemmeno tutto il merito.
La occidentale e graco classica mensura.
La (mia) volonta', si confronta con cose o istanze che resistono, alla (mia) volonta' stessa. Diciamo pure, con la volonta' dell'altro in senso lato.
Me lo confermano il cervello, e la razionalita', prima ancora che il cuore.

Poi, pure io sono determinista sul piano delle cause e degli effetti, ma penso anche che noi in quanto esseri limitati non possiamo conoscere tutto, e quindi, la nostra personale ignoranza di tutto il sistema deterministico reale nei minimi dettagli, che ci causa e ci circonda, di fatto e', per noi e dal nostro punto di vista, il caso e il caos, e pone innegabilmenre la realta' del caso e del caos. Questa ignoranza del determinismo e' ineliminabile, quindi il caso/caos e' connaturato alla condizione umana.

Ma Il karma e' peggio dell'inferno: a crederci, ne consegue solo, che sconti colpe che non sono tue.

E' ovvio, che non e' colpa mia, se nella vita precedente ho sbaglito o trascurato qualcosa e allora, con la vita presente, secondo qualcuno, dovrei rimediare o espiare. Ma anche no.

Cosi' come non e' colpa mia se sono peccatore in un sistema abramitico cristiano che pone un dio onnipotente, che ha creato il mondo, ha creato me stesso e allora, ne consegue che mi ha creato peccatore e non corrispondente con la sua volonta', dato il fatto che io non vi corrispondo. Basta, con la fola del libero arbitrio. Espiasse lui, per le sue imperfette creazioni stante che lui e' perfetto, e andasse all'inferno, o comunque subisse la punizione, lui.




Ciao, noto che tu ti stai trovando sul percorso che mi sono lasciato alle spalle da qualche mese. Con ciò non intendo affermare che tu debba necessariamente seguirmi... ma, a mio avviso sei già a buon punto. Io stesso ho difficoltà a considerare il libero arbitrio senza la reincarnazione o metempsicosi. 

in effetti io non ho mai chiesto "chi mi ha fatto questo?" Ho sempre chiesto: "perché sono così? Che cosa ho fatto di male?" Quando ho smesso di lavorare e la mia mente era sgombra da tutti gli impegni connessi all'attività lavorativa (orario da timbrare, pc da accendere, risposte da dare ai clienti, dopo averle cercate a pc, ecc...), ho iniziato a rimettere in ordine il mio passato. 

Relativamente all'Anima, io credo che occorra fare chiarezza. L'Anima è amorale (nel senso che non ha morale) e ogni attività umana è comunque utile al proprio perfezionamento, al proprio apprendimento. E' la mente a stabilire gli aggettivi qualificativi: bello/ brutto, alto/basso, buono/cattivo, ecc.. ma all'Anima queste etichette non interessano affatto. Putin che invade l'Ucraina, Trump che non è ancora in carica ufficialmente e ha già promesso che caccerà tutti gli "illegali" dal suolo degli USA, Netanyahu che distrugge Gaza, ma anche Hitler che ha invaso la Polonia nel 1939, i femminicidi, gli incidenti sul lavoro, sulle strade, ecc... tutto ciò non è dovuto al caso. Da queste esperienze ogni Anima coinvolta apprende una lezione che le servirà per progredire spiritualmente. Quindi, anche il karma che secondo taluni è una sorta di premio/punizione per ciò che si fa in una vita e che si sconterà in quella successiva, alla stregua di una squadra di calcio di serie che: se arriva prima vince lo scudetto, se arriva nelle ultime quattro posizioni, retrocede in serie B, in realtà è ben altro. L'Anima non sa nulla di premi e punizioni e, non mi ricordo chi abbia pronunciato questa frase, essa non sbaglia, ma impara. Quindi il karma è lì semplicemente a indicarci i nostri progressi a livello di Anima. 
Forse l'errore più grosso commesso da buona parte dell'Umanità è considerare ogni essere umano esclusivamente come un corpo materiale, perciò mi rendo conto di quanto sia difficile anche solamente immaginare di essere innanzitutto un'Anima. A capire questi concetti mi aiutato molto il libro "Anime Coraggiose" di Robert Schwartz, di cui ho ho inserito una recensione nell'apposita sezione di questo forum. 
Per poter iniziare a ragionare così, occorre liberarsi da tutte le etichette che la Società ci ha appioppato dal momento della nascita: dal nome di battesimo, alla famiglia in cui siamo nati, all'educazione che abbiamo ricevuto, agli studi effettuati, ecc... sono tutte situazioni che la mente poi, per sua comodità usa per etichettare Tizio, Caio o Sempronio. La mente, appunto, ma non l'Anima. 
Colpa e merito sono due etichette, create dalla mente per sua comodità. All'Anima non interessa alcuna etichetta. 

Concordo con la parte finale del tuo post:  Cosi come non e' colpa mia se sono peccatore in un sistema abramitico cristiano che pone un dio onnipotente, che ha creato il mondo, ha creato me stesso e allora, ne consegue che mi ha creato peccatore e non corrispondente con la sua volontà, dato il fatto che io non vi corrispondo. Basta, con la fola del libero arbitrio. Espiasse lui, per le sue imperfette creazioni stante che lui e' perfetto, e andasse all'inferno, o comunque subisse la punizione, lui. E' proprio da qui che sono iniziati i miei dubbi e, giorno dopo giorno, ho scavato, ho cercato e mi sono incamminato sulla strada dove mi trovo ora. 

Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: niko il 30 Novembre 2024, 16:26:49 PM
Citazione di: iano il 30 Novembre 2024, 11:10:05 AMBello, e permettimi anche esilarante il tuo post. ;D
Però il libero arbitrio non lo colpevolizzerei, perchè ciò  equivale a colpevolizzarci a priori, essendone i possessori.
Ammesso e non concesso  che esso agisca in fase precorporale, non è poi comunque così improbabile il suo errore di scelta, in quanto una scelta in verità non è mai un errore, a meno che essa non reiteri una scelta dimostratasi già sbagliata.
il libero arbitrio secondo me equivale a tutti gli effetti al rassicurante,( convengo con te su questo), caso, se si esce fuori dall'ottica individuale,  non escludendo alcuna possibile scelta, se riferiamo i suoi effetti alla comunità degli individui, la quale, essendo impersonale non può essere comunque colpevolizzata.
Quindi non siamo certamente del tutto responsabili delle sfighe che ci capitano, ma in qualche modo siamo però responsabili del giudizio col quale individuiamo le sfighe, dato che esse non si presentano col loro certificato professionale, ma siano noi giudicarle tali per ''libera scelta'' e se pure su alcune di esse potessimo tutti convenire, ciò non toglie che relativa resti la loro valutazione.
Pensa quindi che bella soddisfazione per uno che trovandosi in una situazione da tutti considerata sfigata, riuscisse a smentirli coi fatti, dimostrando così la relatività del loro giudizio.
Certo ci vuole anche un bel coraggio per farlo, quindi effettivamente è una chance solo per amanti di sfide difficile al limite dell'impossibile.
Ma, come si dice, ''molte avversità'' molta gloria, per cui val la pena sempre di tentare.
Quale merito avrebbe infatti colui che per sua natura vince facile?


Beh io personalmente non credo nel libero arbitrio.

Credo nel caso, cioe' penso che tutto sia determinustico, ma noi non possiamo conoscere tutto, quindi, dal nostro personale punto di vista di esseri umani il caso e' una realta', e dobbiamo tenerne conto. Non possiamo eliminare la nostra ignoranza.

Sono d'accordo con te che ci sono molte analogie tra libero atbitrio e caso, alcune le hai illustrate molto bene, quindi non mi dilungo.

Non sono d'accordo, invece, sul fatto che il libero arbitrio inse', e il pensiero di "averlo", di esserne in qualche modi titolari, sia rassicurante.

Secondo me il libero arbitrio, e' un pensiero abissale. Chi lo trova rassicurante, non lo ha fino in fondo compreso. Se lo avesso compreso, non lo troverebbe rassicurante.

Perche' vi e' libero arbitrio solo se vi e' discernimento del bene e del male (primo requisito assoluto del libero arbitrio) e possibilita' nichilistica, per un soggetto agente, di scegliere il male, nonostante il discernimento, corretto, del male e del bene (secondo requisito).

In tutte le situazioni in cui non vi e' discernimento, non vi e' libero arbitrio, e in tutte le situazioni in cui vi e' si' discernimento, ma vi e' anche corrispondenza diretta tra questo discernimento e l'azione, cioe' in tutte le situazioni in cui il (mero) discernimento, formatosi nella coscienza, di qualcuno, e' adeguato e sufficiente a spiegare l'azione, di questo qualcuno, senza alcuna "ombra" o mistero residuo, di nuovo, in tali situazioni: non vi e' alcun libero arbitrio.

Il libero arbitrio prevede che il discernimento vi sia, e che poi l'azione di colui che agisce si determini a caso, a puro arbitrio di una volonta' assolutamente libera fondata sul nulla, in maniera prescindente dal discernimento.

Tutto il resto, non e' libero arbitrio, e' fraintendimento del libero arbitrio.

Libero arbitrio vuol dire che Dio crea l'uomo in grado di discernere il bene dal male (la natura dell'uomo e' adeguata, al discernimento, senno' tutto il male commesso dall'uomo, sarebbe colpa di Dio), e poi l'uomo, per cavoli suoi, dopo un corretto discernemento, sceglie il male, cioe' sceglie il male per il male, secondo un arbitrio assoluto. Per contro, se bastasse il discernimento, a scegliere il bene, non ci sarebbe merito per i buoni, e nel discorso religioso cristiano, si vuole affermare, invece, che vi sia, merito per i buoni. 

Quindi l'atto, il risultato finale di una determinazione morale, e' dato dal discernimento, piu' un quid caotico e nichilistico, che dal discernimento prescinde. Sia l'atto del malvagio, che in fine si determina per il male, sia l'atto del giusto, che infine si determina per il bene. Non puoi togliere il discernimento (senno' tutto l'edificio teorico del libero arbitrio crollerebbe); e non puoi togliere l'eccedenza caotica ineffabile ulteriore al discernimento (senno' crollerebbe uguale).

Che cosa ci possa essere di rassicurante in questo, che e' uno dei pensieri piu' abissali mai comparsi in religione, e poi in filosofia nella misura in cui essa e' stata influenzata dalla religione e se ne e' fatta ancella, io proprio non lo so. Per questo, mi permetto di dire che chi trova rassicurante il libero arbitrio, secondo me, lo fraintende. Se non lo fraintemdesse, non lo troverebbe rassicurante. 

E il modo cristiano, di mettere la cosa, e' anche quello logicamente e filisoficamente corretto, cioe' anche al di fuori di tutti gli orpelli religiosi, anche tolto Dio eccetera, perche' si possa parlare di "libero arbitrio", in maniera non ridicola, anche nel senso laico del termine,  ci vuole un discernimento, e poi un corso d'azione umana, o comunque di una creatura senziente, che si determini, almeno in parte, a prescindere dal discernimento stesso. Tutto il resto, cioe' principlamente i casi di non discernimento, da una parte, e i casi di discernimento perfettamente sufficiente a spiegare e prevedere un'azione o un destino, quindi, di "gnosi"  o iper discernimento, esula dal libero arbitrio. 



Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: niko il 30 Novembre 2024, 16:38:25 PM
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 30 Novembre 2024, 12:09:03 PMCiao, noto che tu ti stai trovando sul percorso che mi sono lasciato alle spalle da qualche mese. Con ciò non intendo affermare che tu debba necessariamente seguirmi... ma, a mio avviso sei già a buon punto. Io stesso ho difficoltà a considerare il libero arbitrio senza la reincarnazione o metempsicosi.

in effetti io non ho mai chiesto "chi mi ha fatto questo?" Ho sempre chiesto: "perché sono così? Che cosa ho fatto di male?" Quando ho smesso di lavorare e la mia mente era sgombra da tutti gli impegni connessi all'attività lavorativa (orario da timbrare, pc da accendere, risposte da dare ai clienti, dopo averle cercate a pc, ecc...), ho iniziato a rimettere in ordine il mio passato.

Relativamente all'Anima, io credo che occorra fare chiarezza. L'Anima è amorale (nel senso che non ha morale) e ogni attività umana è comunque utile al proprio perfezionamento, al proprio apprendimento. E' la mente a stabilire gli aggettivi qualificativi: bello/ brutto, alto/basso, buono/cattivo, ecc.. ma all'Anima queste etichette non interessano affatto. Putin che invade l'Ucraina, Trump che non è ancora in carica ufficialmente e ha già promesso che caccerà tutti gli "illegali" dal suolo degli USA, Netanyahu che distrugge Gaza, ma anche Hitler che ha invaso la Polonia nel 1939, i femminicidi, gli incidenti sul lavoro, sulle strade, ecc... tutto ciò non è dovuto al caso. Da queste esperienze ogni Anima coinvolta apprende una lezione che le servirà per progredire spiritualmente. Quindi, anche il karma che secondo taluni è una sorta di premio/punizione per ciò che si fa in una vita e che si sconterà in quella successiva, alla stregua di una squadra di calcio di serie che: se arriva prima vince lo scudetto, se arriva nelle ultime quattro posizioni, retrocede in serie B, in realtà è ben altro. L'Anima non sa nulla di premi e punizioni e, non mi ricordo chi abbia pronunciato questa frase, essa non sbaglia, ma impara. Quindi il karma è lì semplicemente a indicarci i nostri progressi a livello di Anima.
Forse l'errore più grosso commesso da buona parte dell'Umanità è considerare ogni essere umano esclusivamente come un corpo materiale, perciò mi rendo conto di quanto sia difficile anche solamente immaginare di essere innanzitutto un'Anima. A capire questi concetti mi aiutato molto il libro "Anime Coraggiose" di Robert Schwartz, di cui ho ho inserito una recensione nell'apposita sezione di questo forum.
Per poter iniziare a ragionare così, occorre liberarsi da tutte le etichette che la Società ci ha appioppato dal momento della nascita: dal nome di battesimo, alla famiglia in cui siamo nati, all'educazione che abbiamo ricevuto, agli studi effettuati, ecc... sono tutte situazioni che la mente poi, per sua comodità usa per etichettare Tizio, Caio o Sempronio. La mente, appunto, ma non l'Anima.
Colpa e merito sono due etichette, create dalla mente per sua comodità. All'Anima non interessa alcuna etichetta.

Concordo con la parte finale del tuo post:  Cosi come non e' colpa mia se sono peccatore in un sistema abramitico cristiano che pone un dio onnipotente, che ha creato il mondo, ha creato me stesso e allora, ne consegue che mi ha creato peccatore e non corrispondente con la sua volontà, dato il fatto che io non vi corrispondo. Basta, con la fola del libero arbitrio. Espiasse lui, per le sue imperfette creazioni stante che lui e' perfetto, e andasse all'inferno, o comunque subisse la punizione, lui. E' proprio da qui che sono iniziati i miei dubbi e, giorno dopo giorno, ho scavato, ho cercato e mi sono incamminato sulla strada dove mi trovo ora.




Come tutti i discorsi in cui si sostiene che, in generale nella vita, si soffra "per imparare", o per "essere messi alla prova", il punto debole e' sempre che la volonta' di fondo (e valevole davvero il sacrificio di tanta sofferenza) di imparare, o di essere messo alla prova, nell'animo e nell'interiorita' sofferente, in tali discorsi, e' sempre in qualche modo data per scontata.

Soffro per imparare? Ma chi te lo ha detto, che voglio imparare!

Soffro per essere messo alla prova? Ma chi te lo ha detto, che voglio essere, messo alla prova!

Si transla solo il discorso su un piano in cui quello che mi viene imposto, dalla natura o dal destino, non e' piu' solo la sofferenza in se', ma la sofferenza... e con essa anche la necessita' di imparare o di essere messo alla prova.

Ma io voglio quello che voglio e basta, e se non lo ottengo, soffro.

Me ne frego, della lezincina da imparare, o del genitore autoritario a cui secondo alcuni dovrei dimostrare di essere "buono", per ricevere in
futuro un "premio".

Per questo, non credo, di essere sul tuo stesso percorso.

Anche quando, tempo fa', nella mia vita,  mi sono interessato alla new age/new tought, il discorso che la situazione in cui sono nato in qualche modo me la sono scelta io, mi e' sempre stato indigesto. Anche al tempo. Diciamo che anche al tempo, mi interssavano di piu' altri aspetti  :D



Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: Aspirante Filosofo58 il 30 Novembre 2024, 16:58:20 PM
Citazione di: niko il 30 Novembre 2024, 16:38:25 PMCome tutti i discorsi in cui si sostiene che, in generale nella vita, si soffra "per imparare", o per "essere messi alla prova", il punto debole e' sempre che la volonta' di fondo (e valevole davvero il sacrificio di tanta sofferenza) di imparare, o di essere messo alla prova, nell'animo e nell'interiorita' sofferente, in tali discorsi, e' sempre in qualche modo data per scontata.

Soffro per imparare? Ma chi te lo ha detto, che voglio imparare!

Soffro per essere messo alla prova? Ma chi te lo ha detto, che voglio essere, messo alla prova!

Si transla solo il discorso su un piano in cui quello che mi viene imposto, dalla natura o dal destino, non e' piu' solo la sofferenza in se', ma la sofferenza... e con essa anche la necessita' di imparare o di essere messo alla prova.

Ma io voglio quello che voglio e basta, e se non lo ottengo, soffro.

Me ne frego, della lezincina da imparare, o del genitore autoritario a cui secondo alcuni dovrei dimostrare di essere "buono", per ricevere in
futuro un "premio".

Per questo, non credo, di essere sul tuo stesso percorso.

Anche quando, tempo fa', nella mia vita,  mi sono interessato alla new age/new tought, il discorso che la situazione in cui sono nato in qualche modo me la sono scelta io, mi e' sempre stato indigesto. Anche al tempo. Diciamo che anche al tempo, mi interssavano di piu' altri aspetti  :D




Forse la pensi così perché tu ti vedi solamente come corpo. Non è il tuo corpo ad avere scelto; e nemmeno la tua mente, la cui funzione originaria è proteggere l'essere umano, fare in modo che non si metta nei guai. Corpo e mente in realtà servono all'Anima per evolvere. 

Niente Paradiso se fai il bravo e niente Inferno se fai il cattivo! Credevo che questo concetto fosse chiaro, ma forse non mi sono espresso bene. Il giudizio non appartiene all'Anima, bensì alla mente. Quindi stai tranquillo che non finiresti arrosto in eterno nemmeno se uccidessi qualche migliaio di persone. Le loro anime, nel caso, avrebbero bisogno di vivere l'esperienza di essere uccise e tu quella di uccidere.  

Te ne freghi della lezioncina da imparare? Chi se ne frega in realtà? Il tuo corpo, la tua mente o la tua Anima? 
Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: green demetr il 30 Novembre 2024, 21:25:44 PM
Citazione di: niko il 30 Novembre 2024, 10:21:12 AMMa Il karma e' peggio dell'inferno: a crederci, ne consegue solo, che sconti colpe che non sono tue.
Veramente sconti colpe che sono tue nella prospettiva karmica.
La visione di una vita a caso, cosa comporta se non ad un nichilismo assoluto?
Con tutti i problemi del narcisismo contemporaneo, e lo scarico di responsabilità nel comportarsi in modo che con la trascendenza noi si senta il bene piuttosto che il male.
Se uno nella vita si sente depresso è perchè non sta coltivando il giusto rapporto col la trascendenza.
Fin quando questo rapporto non diventa finalizzato al bene, al bene dell'individuo, ossia proprio alla libertà di pensare ad un modo di essere felici con se stessi nonostante il male che ci sovrasta.
Non è forse la storia di Giobbe?
Non una felicità depensanta, ma una felicità che chiede fino all'ultima goccia di pensiero il perchè del male al Dio.
Giobbe sopporta, e la sopportazione è già la sua gloria, il suo resistere al demone che oggi si chiama nichilismo.







Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: niko il 30 Novembre 2024, 22:50:46 PM
Citazione di: green demetr il 30 Novembre 2024, 21:25:44 PMVeramente sconti colpe che sono tue nella prospettiva karmica.
La visione di una vita a caso, cosa comporta se non ad un nichilismo assoluto?
Con tutti i problemi del narcisismo contemporaneo, e lo scarico di responsabilità nel comportarsi in modo che con la trascendenza noi si senta il bene piuttosto che il male.
Se uno nella vita si sente depresso è perchè non sta coltivando il giusto rapporto col la trascendenza.
Fin quando questo rapporto non diventa finalizzato al bene, al bene dell'individuo, ossia proprio alla libertà di pensare ad un modo di essere felici con se stessi nonostante il male che ci sovrasta.
Non è forse la storia di Giobbe?
Non una felicità depensanta, ma una felicità che chiede fino all'ultima goccia di pensiero il perchè del male al Dio.
Giobbe sopporta, e la sopportazione è già la sua gloria, il suo resistere al demone che oggi si chiama nichilismo.










E' proprio perche' la vita e' a caso, che dovresti interessartene, sia passivamente, sia attivamente.

Il caso non esiste.

Esistono solo le leggi della natura e le circostanze.

Il caso e' solo la nostra ignoranza, in merito, e soprattutto, del quadro complessivo.

Partecipare di tutto questo e' piu' bello, che non trascenderlo.

E per partecipare, non c'e' bisogno, di "esaurire" il caso con una conoscenza impossibile.
Basta capire che la nostra posizione e' decentrata. Non siamo il centro dell'universo, e nemmeno dell'ecosistema.

La nostra vita vale, perche' esprime una possibilita' reale del sistema, una cosa (decentrata) che puo' capitare. Un incontro (locale) tra natura e circostanze, non certo uno (assoluto) tra uomo e dio.

Proprio perche' questa "cosa", o meglio questa sequenza di eventi, che secondo natura e alle giuste circostanze puo' capitare, e che corrisponde alla tua vita, ha valore infinito per te, tu dovresti occupartene. Senza karma e senza trascendenze simili.

Accettare il caso, e' accettare un punto di vista. Che, in quanto tale, ricade per forza in un mondo, e in un insieme infinito piu' grande. Il frammento scalcagnato di mondo che personalmente ti riguarda, puo' essere una vita, o un insieme di dieci vite, o di centomila, ognuno puo' credere quello che vuole, ma se lo intendi correttamente, rispetto al mondo (immenso) che lo contiene, quel frammento e' sempre un infinitesimo, non mai un infinito. A un certo punto, la sequenza finira', e non ci sara' molto altro, che ti riguardera'.

Quindi, la cosiderazione di valore assoluto ai fini di un punto di vista, umano, relativo, che si puo' fare per centomila vite, stringi stringi la si puo' fare pure per una sola, di vita. E' questione di amore per la semplicita', o di quanta immagginazione si ha o si vuole avere.

La catena delle incarnazioni e' per forza autoriferita, e non sono io, che non voglio imparare la lezioncina, e' proprio che della lezioncina, anche dopo che eventualmente l'hai imparata, non te ne fai niente, se non hai un corpo. La conoscenza, perche' abbia "valore", anche nel senso etico del termine, va' implementata. Inserita in un proggetto in cui le regole di fondo del gioco siano sempre quelle di conseguire il piacere, ed evitare il dolore, ai fini di giocare sempre meglio. Riportata all'atto pratico, cioe' incarnata. Non solo conseguita. Ed e' questo, che ciclicamente ci riporta alla catena, delle incarnazioni.




Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: green demetr il 30 Novembre 2024, 23:14:37 PM
Citazione di: niko il 30 Novembre 2024, 22:50:46 PMLa catena delle incarnazioni e' per forza autoriferita, e non sono io, che non voglio imparare la lezioncina, e' proprio che della lezioncina, anche dopo che eventualmente l'hai imparata, non te ne fai niente, se non hai un corpo.
Ma infatti io non mi riferisco alle incarnazioni, che è solo una teoria.
A me interessa la relazione etica tra me e la trascendenza.
Il fatto che noi siamo decentrati rispetto all'universo, è vero, solo all'interno di una topologia che noi abbiamo pensato (big bang etc).
E' il pensiero che è derimente, il fatto che questo pensiero si trovi all'interno di cose che noi cataloghiamo, e che cataloghiamo per un tornaconto a sopravvivere.
Ma lo scopo del sopravvivere non è il gioco, altrimenti saremmo tutti felici, e invece viviamo in una dimensione temporale, dove il cibo e il tetto te li devi procacciare, dove l'altro non è un giocatore, ma un cannibale etc...
E ciò nonostante continuiamo a catalogare a ordinare, e ordinando impariamo a conoscere, e conoscendo cominciamo a sentire, e sentendo cominciamo a domandarci del perchè di questo sentimento, e da questo domandare ordinato nasce il senso. E il senso si imbatte nell'imponderabile, nel non classificabile.
Che sia una questione naturale esterna, o un trauma interno. Noi possiamo ordinare ma con misura.
All'altezza nostra, non dei gruppi in cui noi siamo contenuti, e che sono proiezioni nostre. In quanto l'ordine vige in noi, non in quel di fuori, che non sa nemmeno cosa è l'appartenenza, in quanto disumano.
Esiste una individualità, la sua emersione in chiave morale, nella sua ordinazione ha trovato nel momento della disillusione di conoscere per davvero Dio, e nello smascherare le morali come false morali, sta oggi combattendo con quel sentimento che di nuovo è emerso da questo smascherare l'ordinazione.
Ossia un ordine diverso rispetto a quello tradizionale.
Lo stiamo attraversando e si chiama nichilismo, è straordinario il suo potere, la sua capacità di pervertire e di far dimenticare tutto quanto noi aveva acquisito.
Che Dio non sia conoscibile o che la natura sia matrigna in realtà cosa dovrebbe spostare di tutti i traguardi del passato?
No io non sono per una vita pusillanime che non vuole indagare.
L'uomo dovrebbe essere in grado di indagare, anche il male, fino alle sue ultime conseguenze, ossia domandare fin che siamo vivi, o fin quando moriamo.
Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: iano il 01 Dicembre 2024, 03:21:43 AM
Citazione di: niko il 30 Novembre 2024, 16:26:49 PMChe cosa ci possa essere di rassicurante in questo, che e' uno dei pensieri piu' abissali mai comparsi in religione, e poi in filosofia nella misura in cui essa e' stata influenzata dalla religione e se ne e' fatta ancella, io proprio non lo so. Per questo, mi permetto di dire che chi trova rassicurante il libero arbitrio, secondo me, lo fraintende. Se non lo fraintemdesse, non lo troverebbe rassicurante.
Può darsi che il cristianesimo abbia inquadrato bene il libero arbitrio nella sua essenza, ma per me che di ciò sono ignorante, il libero arbitrio è la sensazione di non sapere mai cosa deciderò, essendo allo stesso tempo consapevole che la mia cultura ristringe il possibile effettivo campo delle mie scelte, come finito è il numero di facce di un dado.
Perciò senza ripetermi constato che le mie scelte al pari del lancio di un dado non posso prevedere.
In effetti non è propriamente la presenza del libero arbitrio a rassicurarmi, ma la convinzione che la realtà se ne infischi di tutte le nostre elucubrazioni.
Cioè nella realtà non esiste ne caso ne determinismo, ma questi sono solo termini che usiamo per descrivere la realtà.
Cioè secondo me nessuna descrizione della realtà vi coincide neanche solo in parte, però noi non abbiamo altro modo di viverla se non facendocene un idea, ma alla fine quello che abbiamo in mano sono solo istruzioni per l'uso della realtà sempre aggiornabili.
L'unica cosa che trovo poco rassicurante sono quelli uomini che si convincono di possedere la verità, che sono convinti comunque che la realtà possa davvero ridursi a termini come  caso e determinismo.
In effetti il determinismo non mi sembra meno inconcepibile del caso se devo attribuirli alla realtà nella sua essenza, ma nella misura in cui ho la coscienza che sono solo strumenti verbali applicabili alla realtà, non mi faccio perciò problemi ad usarli per quel che possono valere.
Troverei veramente deludente se la realtà potesse ridursi a caso o necessità, o un ibrido dei due.
Considero necessario possedere descrizioni della realtà, perfino di vitale importanza, ma nessuna di queste descrizioni la prendo tanto sul serio da crearmi preoccupazione.
Quindi in sostanza per me il libero arbitrio è solo una piacevole sensazione.
Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: niko il 01 Dicembre 2024, 10:17:06 AM
Citazione di: iano il 01 Dicembre 2024, 03:21:43 AMPuò darsi che il cristianesimo abbia inquadrato bene il libero arbitrio nella sua essenza, ma per me che di ciò sono ignorante, il libero arbitrio è la sensazione di non sapere mai cosa deciderò, essendo allo stesso tempo consapevole che la mia cultura ristringe il possibile effettivo campo delle mie scelte, come finito è il numero di facce di un dado.
Perciò senza ripetermi constato che le mie scelte al pari del lancio di un dado non posso prevedere.
In effetti non è propriamente la presenza del libero arbitrio a rassicurarmi, ma la convinzione che la realtà se ne infischi di tutte le nostre elucubrazioni.
Cioè nella realtà non esiste ne caso ne determinismo, ma questi sono solo termini che usiamo per descrivere la realtà.
Cioè secondo me nessuna descrizione della realtà vi coincide neanche solo in parte, però noi non abbiamo altro modo di viverla se non facendocene un idea, ma alla fine quello che abbiamo in mano sono solo istruzioni per l'uso della realtà sempre aggiornabili.
L'unica cosa che trovo poco rassicurante sono quelli uomini che si convincono di possedere la verità, che sono convinti comunque che la realtà possa davvero ridursi a termini come  caso e determinismo.
In effetti il determinismo non mi sembra meno inconcepibile del caso se devo attribuirli alla realtà nella sua essenza, ma nella misura in cui ho la coscienza che sono solo strumenti verbali applicabili alla realtà, non mi faccio perciò problemi ad usarli per quel che possono valere.
Troverei veramente deludente se la realtà potesse ridursi a caso o necessità, o un ibrido dei due.
Considero necessario possedere descrizioni della realtà, perfino di vitale importanza, ma nessuna di queste descrizioni la prendo tanto sul serio da crearmi preoccupazione.
Quindi in sostanza per me il libero arbitrio è solo una piacevole sensazione.

Si', io dico solo che il libero arbitrion non riguarda le situazioni in cui sei costretto a scegliere qualcosa realmente a caso, o a casaccio, data la tua ignoranza delle conseguenze stesse di una tua scelta (situazioni possibili nella vita, ma che non hanno niente a che fare col.libero arbitrio: magari alla roulette giochi il rosso; certamente in tale situazione tu speri, che esca il rosso, e quindi che la tua scelta, in senso etico e pratico, alla prova dei fatti, si riveli in qualche modo "giusta", ma non lo sai con certezza, il nero puo' benissimo uscire, da cui il brivido stesso del gioco, e tantissime situazioni dico, possono capitare nella vita, simili a questa, in cuo la scelta che tu fai non e' davvero significativa, perche' sostanzialmente scegli a caso).

E non riguarda le situazioni in cui semplicemente, sei certo della cosa giusta da fare, e quindi la fai. In questo caso, sei interamente determinato dalle tue nozioni, emozioni e convinzioni, esattamente come un automsa o un robot, giuste o sbagliate che queste tue convinzioni intrinsecamente "siano", o che si rivelino essere col tempo, e col tuo stesso cambiare opinione, anche su te stesso e sui tui criteri di scelta,  nel tempo.

Il vero, libero arbitrio, e' solo quando tu sai, o credi di sapere, la cosa giusta da fare, ma, per un afflato vizioso o nichilistico, senti anche che potresti lo stesso non farla. Sai, che fumare fa male, ma siccome sei nervoso o non riesci a smettere, fumi lo stesso. Sai, che dovresti fare quello che ti ha detto dio e non quello che ti ha detto un serpente, ma siccome sei vanesio, competitivo e imprevedibile, a un certo punto della storia, fai quello che ti ha detto il serpente. Cioe' nel libero arbitrio c'e' un discernimento, tra bene e male, tra un esito positivo e uno negativo di un'azione su cui si riflette o che ci si accinge a compiere (non e' uno scegliere tutto a casaccio cercando di indovinare degli esiti o di avere fortuna, come alla roulette), ma il discernimento in se' non basta, da solo, a spiegare l'azione/determinazione (c'e' una componente caotica e imprevedibile, che si aggiunge al discernimento, nel determinare l'azione, in modo tale che la liberta' non possa valere se non come liberta' di sbagliare).

Tu non sei determinato, ma non perche' in fondo in molte circostanze della vita scegli a caso, (in questo modo, saresti determinato, sia pure da un caso "personificato", come un altro da te, in te, che scegliesse per te) ma perche' in molte circostanze della vita, pur conoscendo il bene, sei libero di sbagliare, e di scegliere il male.

Se ci credi. Ma io non ci credo, quindi, mi sono dilungato pure troppo.

E come ti ho detto, credo che il mondo sia deterministico, e che il caso sia il frutto dell'ignoranza umana. Ingnoranza che non si puo' solo cercare di ridurre, come se a un certo punto si potesse azzerarla (e non si puo'!) bisogna pure accettare. E quindi agire come se il caso esistesse, pure se non esiste.

Pero' se il mondo e' deterministico, e la nostra posizione nello spazio e nel tempo non ha nulla di speciale, noi con la nostra vita, o meglio con il nostro vivere, esprimiamo una generica possibilita' della natura. Questa possibilita', bisogna sia sperare, che sia bella e piacevole per noi, che cercare attivamente di renderla tale, tramite l'illusione della liberta', e tutte le sue conseguenze. Perche' di certo, non abbiamo altro. Per questo bisogna diffidare delle trascendenze. E lo penso di una vita, come lo penserei di una sequenza di diecimila vite tutte diverse, che dovrei attraversare, se la reincarnazione esistesse.

Non e' la reincarnazione il problema, il problema e' il non farsi bastare quello che si e' e quello che si ha, il pensare che una vita, si possa valutare o misurare con un qualcosa, che e' al di fuori di quella vita stessa.




Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: niko il 01 Dicembre 2024, 10:40:20 AM
Citazione di: green demetr il 30 Novembre 2024, 23:14:37 PMMa infatti io non mi riferisco alle incarnazioni, che è solo una teoria.
A me interessa la relazione etica tra me e la trascendenza.
Il fatto che noi siamo decentrati rispetto all'universo, è vero, solo all'interno di una topologia che noi abbiamo pensato (big bang etc).
E' il pensiero che è derimente, il fatto che questo pensiero si trovi all'interno di cose che noi cataloghiamo, e che cataloghiamo per un tornaconto a sopravvivere.
Ma lo scopo del sopravvivere non è il gioco, altrimenti saremmo tutti felici, e invece viviamo in una dimensione temporale, dove il cibo e il tetto te li devi procacciare, dove l'altro non è un giocatore, ma un cannibale etc...
E ciò nonostante continuiamo a catalogare a ordinare, e ordinando impariamo a conoscere, e conoscendo cominciamo a sentire, e sentendo cominciamo a domandarci del perchè di questo sentimento, e da questo domandare ordinato nasce il senso. E il senso si imbatte nell'imponderabile, nel non classificabile.
Che sia una questione naturale esterna, o un trauma interno. Noi possiamo ordinare ma con misura.
All'altezza nostra, non dei gruppi in cui noi siamo contenuti, e che sono proiezioni nostre. In quanto l'ordine vige in noi, non in quel di fuori, che non sa nemmeno cosa è l'appartenenza, in quanto disumano.
Esiste una individualità, la sua emersione in chiave morale, nella sua ordinazione ha trovato nel momento della disillusione di conoscere per davvero Dio, e nello smascherare le morali come false morali, sta oggi combattendo con quel sentimento che di nuovo è emerso da questo smascherare l'ordinazione.
Ossia un ordine diverso rispetto a quello tradizionale.
Lo stiamo attraversando e si chiama nichilismo, è straordinario il suo potere, la sua capacità di pervertire e di far dimenticare tutto quanto noi aveva acquisito.
Che Dio non sia conoscibile o che la natura sia matrigna in realtà cosa dovrebbe spostare di tutti i traguardi del passato?
No io non sono per una vita pusillanime che non vuole indagare.
L'uomo dovrebbe essere in grado di indagare, anche il male, fino alle sue ultime conseguenze, ossia domandare fin che siamo vivi, o fin quando moriamo.


Beh, io penso che noi siamo decentrati veramente, e che la vita umana abbia dei limiti, che non possano essere mai veramente trascesi.
Semmai, solo spostati ogni volta un po' piu' in la', a costo di grandi sforzi.

Ma e' questo, che si riduce la "famosa" trascendenza? Spostare sempre un po' piu' in la' un limite dell'umano, e di cio' che pertiene all'umano, alzare una asticella, in un contesto di illimitato non senso e nulla, che rende sempre irrilevanti gli sforzi, e le sempre piu' ampie comprensioni?

Eppure, non ci si puo' consolare nemmeno della finitudine stessa della vita umana, e a buone ragioni, perche' essa non e' nemmeno una vera, finitudine. 

Il poco che abbiamo e che siamo, e' infinitamente importante per noi.

Perche' per noi e' tutto. E il tutto, non ha una fine.

Insomma non e' da temere il nichilismo in se', ma l'abrutimento, nichilistico.



Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: Aspirante Filosofo58 il 01 Dicembre 2024, 15:43:01 PM
Buon pomeriggio: lo scritto che segue sta girando nella rete e spesso lo trovo in questo o quel canale Telegram o in uno  dei gruppi di WhatsApp. Non è detto, ovviamente, che le cose stiano come indicato nello scritto, ma.... se fosse veramente così?

RICORDI IL PATTO? NE SEI CONSAPEVOLE?
"Sei sicuro di volerti incarnare sulla Terra?"
-Totalmente. La decisione è presa.
"Sei consapevole delle sfide che devi affrontare?"
—Non mi sono mai incarnato su quel pianeta prima, quindi non so cosa significhino realmente i concetti di "paura", "dolore", "solitudine" o "tristezza". Forse quella che più mi preoccupa è la "morte" ... Non riesco a capire l'idea di cessare di esistere per sempre: è impossibile, ma gli umani credono che sia così. Comunque sia, la mia anima vuole "scendere" e sperimentare tutto questo, portare la mia luce e contribuire con il mio essere al cambiamento di coscienza.
—Quando sei laggiù, limitato dal corpo fisico e ti chiedi cosa stai facendo in quel luogo, "capirai" ... Da questo stato di coscienza non puoi nemmeno intuire cosa significhi sperimentare densità e limitazione.
"Accetto la sfida ...
"Quindi, se questa è la tua volontà, posso solo augurarti un felice viaggio attraverso il mondo tridimensionale e ricordarti che saremo con te, da questa dimensione, ad osservarti e guidarti." Se riuscirai ad aprire abbastanza il tuo cuore, compito per niente facile, potrai "ascoltarci" e percepire i nostri segnali.
"E qual è il modo migliore per aprire il cuore?"
"Prestagli attenzione." Ascolta la tua voce interiore.
Lasciarti andare e lasciar andare la resistenza che le cose sulla Terra non sono come desideri ...
Accettarti, in breve, come sei. Solo in questo modo puoi accettare gli altri e onorare i loro insegnamenti. La pace e l'amore che sorgeranno in te come risultato di quell'accettazione ti metteranno automaticamente in "contatto" con noi.
"Va bene, lo terrò a mente."
"No, amico mio ... dimenticherai." Sono le regole. Dovrai ricordarlo come il tuo corpo fisico, già contaminato da giudizi, attaccamenti e credenze negativi, cresce e diventa adulto. La luce della tua anima deve emergere dall'oscurità della paura, sfiducia e incomprensione. Fidati, nostro amato: siamo sicuri che ce la farai.
-Che cos'è?
"È il grembo di tua madre terrena. E quel piccolo embrione con le membra che puoi vedere dentro è il corpo fisico in cui ti incarnerai."
Buon viaggio, anima ! 

dal  web

Ribadisco: è una possibilità e non è assolutamente verità matematica. Può essere così oppure diversamente, tuttavia se così fosse, forse non spiegherebbe la vostra vita, ma spiegherebbe almeno la mia.
Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: green demetr il 03 Dicembre 2024, 01:03:09 AM
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 01 Dicembre 2024, 15:43:01 PMRibadisco: è una possibilità e non è assolutamente verità matematica. Può essere così oppure diversamente, tuttavia se così fosse, forse non spiegherebbe la vostra vita, ma spiegherebbe almeno la mia.
Ma perchè ti senti tanto attratto da questi canalizzatori? Non ti accorgi che dicono cose umane troppo umane perchè siano esseri da un altra dimensione?
Devi credere di più nel Dio, qualunque tu scelga.
Questo spero per te.

Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: Aspirante Filosofo58 il 03 Dicembre 2024, 08:46:20 AM
Citazione di: green demetr il 03 Dicembre 2024, 01:03:09 AMMa perchè ti senti tanto attratto da questi canalizzatori? Non ti accorgi che dicono cose umane troppo umane perchè siano esseri da un altra dimensione?
Devi credere di più nel Dio, qualunque tu scelga.
Questo spero per te.

In verità, io non mi sento attratto da nessuno. Provo semplicemente questa o quella esperienza, perché mi serve per capire come sono fatto. 
Altro punto: non è forse vero che gli autori di testi sacri (compresa la Bibbia) si dice che fossero ispirati dal proprio Dio? Allora perché non potrebbe essere altrettanto per i canalizzatori e le canalizzatrici? A parte che sul libro Anime Coraggiose, di Robert Schwartz, si narra un episodio in cui una canalizzatrice ha avuto un cambio di voce mentre stava trasferendo le parole dello spirito cui si era rivolta, impossibile nella realtà. Così ci racconta l'autore.... 
Infine: perché dovrei cercare Dio al mio esterno, quando Egli in realtà è già dentro di me, dorme e necessita di essere risvegliato? 
Titolo: Re: Perché siamo qui e ora?
Inserito da: green demetr il 04 Dicembre 2024, 01:16:18 AM
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 03 Dicembre 2024, 08:46:20 AMnfine: perché dovrei cercare Dio al mio esterno, quando Egli in realtà è già dentro di me, dorme e necessita di essere risvegliato? 
Non ho alcun problema con la glossolalia, e anzi era uno dei motivi per cui volevo avvicinarmi alle chiese del settimo giorno.
Il problema è ciò che circonda questi fenomeni, ossia un gran desiderio di ordinarli a vecchie gerarchie, sempre le stesse, con le stesse parole.
Ma certo il Dio abita in noi e va risvegliato, che bellissime parole.
Ciao attendiamo aggiornamenti.