Il senso dei biblici Vangeli e Atti degli apostoli non sta nel proporre esempi di umanità. Pur ammettendo che Gesù fosse sopravvissuto alla morte e così anche i suoi seguaci, restano troppo drammatiche le vicende per una imitazione utile. Nel Prologo del Vangelo di Giovanni la salvezza è assegnata a coloro che credono nel nome di Gesù non in Gesù stesso; ma a riguardo nessuna delle tre grandi confessioni sedicenti cristiane è esente da un errore fondamentale: l'aver tentato di innalzare Gesù di Nazareth a capo carismatico di un movimento che dunque non è diverso da una grande setta. Anzi, dico finanche che dalla Bibbia si deduce che la vicenda di Gesù di Nazareth e dei suoi seguaci dimostra l'assoluta necessità di credere in Dio non in un uomo: insomma il senso non sta nell'uomo crocifisso ma nel Dio crocifisso (che appunto non riceve danno dalla croce). Viceversa la religiosità che intende farsi imitatrice del Nazareno è insensata, anche dissennata, d'altronde aborrita dallo stesso che essa pone invece come soggetto da imitare: Gesù infatti non agiva per cercare degni compari nel martirio, evidentemente proponeva di prendere con sé la propria croce solo a coloro che non avevano capito il significato della sua testimonianza, che era teologica non antropologica.
La vera antropologia cristiana non sta nel riferimento a Gesù di Nazareth, ma nell'indicare un tipo di credente, la cui fede non ha capi carismatici per tramiti ma solo il proprio animo e Dio stesso. In tal senso Cristo è la sua Chiesa, ma questa affermazione non trova riscontro nell'attuale condizione della sedicente ufficialità cristiana. Ad affermare il giusto mi risulta essere il cosiddetto "New Thought" il quale propugna appunto la via interiore e diretta per Dio, senza qualcuno o qualcosa di esterno da imitare.
Le tre principali confessioni che si dicono cristiane sono sul punto di tramutarsi in anticristianesimo anzi per certi versi questo è già accaduto, con la svalutazione della corporeità e con l'avvilimento della vitalità.
MAURO PASTORE
Capito poco , troppo ignorante ( io ) tuttavia il post sembra una risposta ......... ma non trovo la domanda
Salve atomista. Secondo me l'amico Mauro non ha inteso nè fornire delle risposte nè formulare delle domande.
Forte della sua Verità (la Verità Vera ed Eterna, cioè la Fede, contiene in sè già tutte le risposte a tutte le domande possibili)..............egli si è limitato a formulare delle affermazioni. Amen e saluti.
Citazione di: PhyroSphera il 03 Agosto 2022, 12:47:54 PMViceversa la religiosità che intende farsi imitatrice del Nazareno è insensata, anche dissennata, d'altronde aborrita dallo stesso che essa pone invece come soggetto da imitare: Gesù infatti non agiva per cercare degni compari nel martirio, evidentemente proponeva di prendere con sé la propria croce solo a coloro che non avevano capito il significato della sua testimonianza, che era teologica non antropologica.
MAURO PASTORE
Sulla questione del Dio - uomo la chiesa ha discusso a lungo trovando una risposta duplice, da una parte Gesù é Dio che realizza il disegno teologico, dall'altra é uomo che propone un modello antropologico, modello che non é certo quello di seguirlo nel martirio, ma di accettare quella croce che il destino ti ha assegnato, qualunque essa sia.
La difficoltà più grande nell incontrare Gesù sta nel fatto che per conoscerlo dobbiamo passare per il Cristianesimo. Ma a mio avviso Gesù e il Cristo non sono la stessa cosa. Il messaggio che predicava Gesù riguardava il futuro imminente , qualcosa che sarebbe avvenuto molto presto , e si riferiva alla venuta sulla terra del regno di Dio. Era questo il centro della sua predicazione , e riguardava il futuro. Ora il centro del messaggio cristiano , invece, è qualcosa che riguarda il passato ;passione, morte e reserruzione di nostro Signore Gesù Cristo. Qualcosa di avvenuto . "vittima immolata per la nostra redenzione" come dice il canone della Messa. Questa è la prospettiva centrale della dottrina Paolina. Non accetto , per la mia vita, di riferirmi a Gesù come vittima immolata, come agnello di Dio. L'idea che Gesù dovesse morire, perchè così era stato stabilito, per lavare con il sangue il peccato del mondo come dice la lettera agli Ebrei "senza sangue non c'è perdono" Ecco questa idea di un sacrificio, di un Gesù venuto a dare la sua vita per noi perchè così richiedeva Dio e Dio richiedeva così per togliere il peccato originale , questa prospettiva è lontana dall idea che ho di Gesù. Io per la mia vita non voglio nessuna immolazione , voglio energia, energia Spirituale, un maestro che si rivolga con parole sapienti e giuste alla mia libertà interiore , alla mia energia interiore che io chiamo anima o anche spirito o anche coscienza, e che la attivi e infonda motivazione , energia, a volte anche entusiamo . E io penso che questo Gesù lo faccia .
Gesù si è sbagliato a predicare l'avvenuta imminente del Regno di Dio? certo che sì, il Regno di Dio non arrivò, e abbiamo a che fare ancora con questo mondo . E l'ingiustizia che Gesù condannava a quel tempo la vediamo ancora oggi . Ma questo suo errore non è tale da inficiare la forza del suo messaggio che consiste esattamente nell annuncio del regno di Dio. Perchè chiunque di voi ascolta le sue parole che sono parole di giustizia, parole di verità , solidarietà , parole di generosità e viene attratto dal suo esempio ...può diventare un regno di Dio lui stesso . Ecco il punto. La tua vita, il tuo tempo, il tuo spazio, può essere dominato da una logica diversa rispetto alla logica del potere, della forza che governa e manda avanti il mondo umano. Questo potere e questa forza di dominio del mondo che la bibbia chiama Arcon "oh Arcon tu cosmo tutu" come dice in greco il quarto vangelo che non vuol dire principe di questo mondo vuol dire il Signore di questo mondo . Arcon che deriva da Arché , colui che sta in testa , il leader si direbbe in Inglese, fuhrer si direbbe in Tedesco , Dux si dice in latino. Questo non per dire che credo al diavolo in quanto essere antropomorfo no ma per è dire che credo nella diabolicità che è esattamente una logica di dominio, di potere e di egoismo. Abbassare il prossimo per innalzare se stessi, godere della sofferenza altrui , prevalere sul prossimo , dominarlo può far sentire potenti , vittoriosi in questo mondo. Ecco l' Arcon da cui mette in guardia la bibbia , non è nient'altro che questo. E quante volte siamo stati tentati di fare azioni del genere, magari per una ripicca, togliersi una soddisfazione . E chi c'era quando l'hai avuta? il diavolo che ti sussurrava all orecchio o la tua natura di essere umano che ti spingeva a una certa inclinazione piuttosto che un altra, perchè è più facile seguire gli istinti che seguire la coscienza. Mi fermo
La teoria del sacrificio, comprensiva del sacrificio di Cristo, di cui è l'espressione più studiata, è ambivalente. Per questo è feconda e contemporaneamente spiazzante. Giustamente, come dice Alberto e, insieme a lui, Lacan, perché devo aspettarmi la salvezza da un sacrificio, che presuppone un atto di violenza ingiustificato. Non è meglio cercare la "salvezza" in un atto prosociale, nell'amare il prossimo tuo come te stesso? La morte sicuramente risuona armonicamente con una religione trascendente e quindi può essere riempita di significati vitali, anche se relativi ad una vita "ulteriore". Ma oltre a questo, la morte dell'innocente, anzi del Santo, rappresenta simbolicamente l'Unione degli uomini, oltre il concetto arcaico (ma ancora ben iscritto nel nostro encefalo) di tribù/clan/famiglia. Solo attraverso quel sacrificio possiamo ripetere le parole dello starec Zosima, per il quale ognuno di noi è responsabile di tutto ciò che viene fatto nel "mondo" dagli uomini. Dopo la morte di Cristo, e solo
dopo che il suo sangue è stato versato, gli uomini possono ritrovare il loro senso di unità, anche se sotto il cappello della cristianità. Poiché la storia è simile, per molti aspetti, alla struttura di un organismo, che non può essere modificato a nostro piacimento, la linea storica dell'Occidente, filogeneticamente ha scelto questa strada per superare la dimensione tribale ed accedere all'universalismo (catolikos). Il sacrificio di Cristo, in questo senso, è l'antesignano di Robespierre ma anche di padre Kolbe. Resta da capire se sia possibile superare anche il codice del sacrificio pur mantenendo l'universalismo, oppure se siamo destinati a tornare al tribalismo, declinato secondo le più diverse grandezze (famiglia/clan/paese/nazione/confederazione di nazioni, corporation).
Il punto è che la Chiesa cristiana, di qualunque confessione essa sia, non può impedire a colui che vuole seguire l'esempio di Gesù, di farlo.
Le critiche alla Chiesa, a volte infondate, a volte fondate, sembrano essere un alibi per mettere da parte la possibilità di un percorso. Eppure ci sono esempi luminosi, oltre a Gesù, che non chiedono che di essere imitati.
Il fatto è che sono richiesti impegno, fatica, dedizione, perseveranza. C'è forse qualche Chiesa, qualche prete, qualche errore del passato o del presente che impedisce, a chi vuole, di essere sobrio nel corpo e nell'anima? Di comportarsi con giustizia e con prudenza? Di essere temperanti? Di essere buoni?
Citazione di: Alberto Knox il 05 Agosto 2022, 02:50:03 AMLa difficoltà più grande nell incontrare Gesù sta nel fatto che per conoscerlo dobbiamo passare per il Cristianesimo. Ma a mio avviso Gesù e il Cristo non sono la stessa cosa. Il messaggio che predicava Gesù riguardava il futuro imminente , qualcosa che sarebbe avvenuto molto presto , e si riferiva alla venuta sulla terra del regno di Dio. Era questo il centro della sua predicazione , e riguardava il futuro. Ora il centro del messaggio cristiano , invece, è qualcosa che riguarda il passato ;passione, morte e reserruzione di nostro Signore Gesù Cristo. Qualcosa di avvenuto . "vittima immolata per la nostra redenzione" come dice il canone della Messa. Questa è la prospettiva centrale della dottrina Paolina. Non accetto , per la mia vita, di riferirmi a Gesù come vittima immolata, come agnello di Dio. L'idea che Gesù dovesse morire, perchè così era stato stabilito, per lavare con il sangue il peccato del mondo come dice la lettera agli Ebrei "senza sangue non c'è perdono" Ecco questa idea di un sacrificio, di un Gesù venuto a dare la sua vita per noi perchè così richiedeva Dio e Dio richiedeva così per togliere il peccato originale , questa prospettiva è lontana dall idea che ho di Gesù. Io per la mia vita non voglio nessuna immolazione , voglio energia, energia Spirituale, un maestro che si rivolga con parole sapienti e giuste alla mia libertà interiore , alla mia energia interiore che io chiamo anima o anche spirito o anche coscienza, e che la attivi e infonda motivazione , energia, a volte anche entusiamo . E io penso che questo Gesù lo faccia .
Gesù si è sbagliato a predicare l'avvenuta imminente del Regno di Dio? certo che sì, il Regno di Dio non arrivò, e abbiamo a che fare ancora con questo mondo . E l'ingiustizia che Gesù condannava a quel tempo la vediamo ancora oggi . Ma questo suo errore non è tale da inficiare la forza del suo messaggio che consiste esattamente nell annuncio del regno di Dio. Perchè chiunque di voi ascolta le sue parole che sono parole di giustizia, parole di verità , solidarietà , parole di generosità e viene attratto dal suo esempio ...può diventare un regno di Dio lui stesso . Ecco il punto. La tua vita, il tuo tempo, il tuo spazio, può essere dominato da una logica diversa rispetto alla logica del potere, della forza che governa e manda avanti il mondo umano. Questo potere e questa forza di dominio del mondo che la bibbia chiama Arcon "oh Arcon tu cosmo tutu" come dice in greco il quarto vangelo che non vuol dire principe di questo mondo vuol dire il Signore di questo mondo . Arcon che deriva da Arché , colui che sta in testa , il leader si direbbe in Inglese, fuhrer si direbbe in Tedesco , Dux si dice in latino. Questo non per dire che credo al diavolo in quanto essere antropomorfo no ma per è dire che credo nella diabolicità che è esattamente una logica di dominio, di potere e di egoismo. Abbassare il prossimo per innalzare se stessi, godere della sofferenza altrui , prevalere sul prossimo , dominarlo può far sentire potenti , vittoriosi in questo mondo. Ecco l' Arcon da cui mette in guardia la bibbia , non è nient'altro che questo. E quante volte siamo stati tentati di fare azioni del genere, magari per una ripicca, togliersi una soddisfazione . E chi c'era quando l'hai avuta? il diavolo che ti sussurrava all orecchio o la tua natura di essere umano che ti spingeva a una certa inclinazione piuttosto che un altra, perchè è più facile seguire gli istinti che seguire la coscienza. Mi fermo
Anche se Gesù parla spesso in termini di eventi immediati, e questo é comprensibile perché deve motivare individui che vivono tutti una prospettiva di vita limitata, non mancano situazioni nelle quali é evidente il fine dottrinale e di costituzione religiosa del suo messaggio, come nel caso della donna che lo asperge di profumo, riguardo alla quale lui chiaramente dice che grande sarebbe stata la memoria di lei nel futuro, per quello che aveva fatto, evidentemente anticipando una gestione mitologica di tutti gli eventi della sua vita, come in effetti é stato.
Il disegno di Dio, e la rappresentazione di detto disegno all'uomo, non devono necessariamente coincidere, anche in funzione dei limiti della capacità di percezione umana.
Citazione di: Jacopus il 05 Agosto 2022, 08:54:48 AMPoiché la storia è simile, per molti aspetti, alla struttura di un organismo, che non può essere modificato a nostro piacimento, la linea storica dell'Occidente, filogeneticamente ha scelto questa strada per superare la dimensione tribale ed accedere all'universalismo (catolikos).
Certo nell'universalismo cattolico c'è questa visione comune del sacrificio di Gesù come agnello immolato per i nostri peccati , ciascuno di noi è libero di abbracciarla oppure no. Per le varie confessioni Cristiane questo è impensabile, cioè non puoi non passare per la croce di Gesù che fa da ponte fra il divario che separa Dio dal peccato. Solo attraverso il sangue di Gesù si arriva a Dio. Questa è la dottrina centrale del Cristianesimo. Per colui che ricerca la verità Gesù , Dio, non sono soggetti di cui parlare per il semplice gusto del dibattito .Per colui che crede non si tratta di volerne solo parlare , si tratta di vita o di morte, qualcosa a cui ci si avvicina con grande passione . Per questo motivo non voglio dire che bisogna credere al sacrificio o no, ognuno sente da se stesso in cosa consiste la sua spiritualità. Va bene considerare Gesù come un maestro e al contempo agnello sacrificale , oppure anche solo come Maestro Spirituale come nel mio caso. Si tratta di verità che non sono esattezze , ma propio per questo sono più grandi delle esattezze.
Citazione di: anthonyi il 05 Agosto 2022, 10:57:33 AMAnche se Gesù parla spesso in termini di eventi immediati, e questo é comprensibile perché deve motivare individui che vivono tutti una prospettiva di vita limitata,
Cioè Gesù inganna i discepoli per motivarli, quando gli dice che molti di loro non saranno morti prima dell'arrivo del regno? Strano Gesù. Il cristianesimo non è la religione DI Gesù, ma la religione costruita SU(lla figura di) Gesù, e le prospettive future era piuttosto scarse visto che nessuno si è preso la briga di scrivere per trent'anni e passa.
Citazione di: InVerno il 05 Agosto 2022, 14:39:38 PMCioè Gesù inganna i discepoli per motivarli, quando gli dice che molti di loro non saranno morti prima dell'arrivo del regno? Strano Gesù. Il cristianesimo non è la religione DI Gesù, ma la religione costruita SU(lla figura di) Gesù, e le prospettive future era piuttosto scarse visto che nessuno si è preso la briga di scrivere per trent'anni e passa.
Dal punto di vista umano certamente le prospettive della religione cristiana erano limitate. Osservando i suoi effettivi sviluppi futuri questo fa riflettere.
Dio comunque é pragmatico, e non lesina di ingannare per i suoi fini, anche i suoi servi. Non so se sai la storia di Giovanna d'Arco, alla quale le voci che sentiva avevano promesso tante belle cose, e soprattutto le avevano garantito che non sarebbe morta sul rogo, poi a un certo punto non si sono fatte più sentire.
Citazione di: InVerno il 05 Agosto 2022, 14:39:38 PMCioè Gesù inganna i discepoli per motivarli, quando gli dice che molti di loro non saranno morti prima dell'arrivo del regno? Strano Gesù. Il cristianesimo non è la religione DI Gesù, ma la religione costruita SU(lla figura di) Gesù, e le prospettive future era piuttosto scarse visto che nessuno si è preso la briga di scrivere per trent'anni e passa.
concordo in pieno, Gesù non stava ingannando nessuno, semplicemente era convinto che il Regno di Dio sarebbe arrivato da li a poco, e come ogni profeta prima di lui predicava il ravvedimento, il regno di Dio è alle porte, preparatevi! questo diceva Gesù , non andava in giro a predicare, io sono l'agnello sacrificale mediante il quale il peccato verrà perdonato, no, Gesù aveva altri progetti , aveva se mai il progetto di liberare il popolo dal dominio Romano e riformalizzare il tempio, aprire una prospettiva salvifica basata sul nutrimento dello spirito e non delle cose mondane, dare compimento alla sua religione che era il Giudaismo, e Gesù non venne mai meno a quella che era la religione Giudaica. jeshua ben josef , questo era il vero nome di Gesù. Gesù figlio di Giuseppe
Citazione di: Alberto Knox il 05 Agosto 2022, 17:24:50 PMconcordo in pieno, Gesù non stava ingannando nessuno, semplicemente era convinto che il Regno di Dio sarebbe arrivato da li a poco, e come ogni profeta prima di lui predicava il ravvedimento, il regno di Dio è alle porte, preparatevi! questo diceva Gesù , non andava in giro a predicare, io sono l'agnello sacrificale mediante il quale il peccato verrà perdonato, no, Gesù aveva altri progetti , aveva se mai il progetto di liberare il popolo dal dominio Romano e riformalizzare il tempio, aprire una prospettiva salvifica basata sul nutrimento dello spirito e non delle cose mondane, dare compimento alla sua religione che era il Giudaismo, e Gesù non venne mai meno a quella che era la religione Giudaica. jeshua ben josef , questo era il vero nome di Gesù. Gesù figlio di Giuseppe
Gesù dice anche: "il regno di Dio é in mezzo a voi", quindi già presente e quindi inteso come fenomeno sociale e spirituale, non politico.
E d'altronde quando dice: "il mio regno non é di questo mondo", come si può pensare ci fosse un riferimento politico? Il riferimento é sempre, in maniera più o meno esplicita, a quel regno che c'é dopo la morte fisica, e sul fatto che tutti coloro che erano presenti allora siano effettivamente andati in quel regno noi non abbiamo prove a favore, ma neanche contrarie, per cui non si può affermare con determinate za che, il regno di Dio non si é realizzato.
Citazione di: anthonyi il 05 Agosto 2022, 17:58:08 PMGesù dice anche: "il regno di Dio é in mezzo a voi", quindi già presente e quindi inteso come fenomeno sociale e spirituale, non politico.
E d'altronde quando dice: "il mio regno non é di questo mondo", come si può pensare ci fosse un riferimento politico? Il riferimento é sempre, in maniera più o meno esplicita, a quel regno che c'é dopo la morte fisica, e sul fatto che tutti coloro che erano presenti allora siano effettivamente andati in quel regno noi non abbiamo prove a favore, ma neanche contrarie, per cui non si può affermare con determinate za che, il regno di Dio non si é realizzato.
nessuno sta negando il regno di dio Anthony, si sta dicendo che Gesù predicava che qualcosa sarebbe successo da li a poco , tanto che alcuni della stessa generazione non avrebbero fatto in tempo a morire prima della sua venuta, del regno di Dio appunto. Ma il regno di Dio non arrivò e quindi San Paolo dovette predicare su un altro piano, un altra prospettiva . Nelleprime lettere ai corinzi San Paolo parla dell arrivo del regno di Dio, poi vede che questo non arriva, capisce che non sarebbe arrivato da li a poco , e allora cambia prospettiva, comincia a predicare il sacrificio per il perdono dei peccati. Ma il fatto che il Regno di Dio non arrivò in modo evidente non significa che non può arrivare in modo personale , ho detto che ognuno di noi può diventare egli stesso un Regno di Dio, un dominio di Dio. Perchè il messaggio di Gesù non è vano, è vero. Gesù non a caso disse ai suoi discepoli "Il Regno di Dio è dentro di voi" e ancora "chi fa la verità viene alla luce" e che cosa vuol dire fare la verità se non essere per quanto possibili veritieri e non fasulli, autentici e non massificati, portatori di pace e non di conflitto. Chi prende seriamente l'insegnamento di Gesù allora capisce a quale Regno di Dio si riferiva e lo può attualizzare cambiando impostazione di vita, focalazzandosi in ciò che è vero, giusto, buono, bello. "non è irrilevante notare come la parte divina e immortale nell uomo
non esista, se non viene focalizzata e attualizzato su ciò che è divino e immortale fuori di lui. In altri termini, l'oggetto del nostro pensare conferisce immortalità al pensiero stesso" (cit Hanna Harendth) ...e chi pensa? qual'è il fondamento strutturale su cui consiste un essere umano se non la mente con la quale il suo sé interiore pensa e riflette e vive e sceglie , soffre ..gioisce.
Citazione di: Alberto Knox il 05 Agosto 2022, 18:17:46 PMnessuno sta negando il regno di dio Anthony, si sta dicendo che Gesù predicava che qualcosa sarebbe successo da li a poco , tanto che alcuni della stessa generazione non avrebbero fatto in tempo a morire prima della sua venuta, del regno di Dio appunto. Ma il regno di Dio non arrivò e quindi San Paolo dovette predicare su un altro piano, un altra prospettiva . Nelleprime lettere ai corinzi San Paolo parla dell arrivo del regno di Dio, poi vede che questo non arriva, capisce che non sarebbe arrivato da li a poco , e allora cambia prospettiva, comincia a predicare il sacrificio per il perdono dei peccati. Ma il fatto che il Regno di Dio non arrivò in modo evidente non significa che non può arrivare in modo personale , ho detto che ognuno di noi può diventare egli stesso un Regno di Dio, un dominio di Dio. Perchè il messaggio di Gesù non è vano, è vero. Gesù non a caso disse ai suoi discepoli "Il Regno di Dio è dentro di voi" e ancora "chi fa la verità viene alla luce" e che cosa vuol dire fare la verità se non essere per quanto possibili veritieri e non fasulli, autentici e non massificati, portatori di pace e non di conflitto. Chi prende seriamente l'insegnamento di Gesù allora capisce a quale Regno di Dio si riferiva e lo può attualizzare cambiando impostazione di vita, focalazzandosi in ciò che è vero, giusto, buono, bello. "non è irrilevante notare come la parte divina e immortale nell uomo non esista, se non viene focalizzata e attualizzato su ciò che è divino e immortale fuori di lui. In altri termini, l'oggetto del nostro pensare conferisce immortalità al pensiero stesso" (cit Hanna Harendth) ...e chi pensa? qual'è il fondamento strutturale su cui consiste un essere umano se non la mente con la quale il suo sé interiore pensa e riflette e vive e sceglie , soffre ..gioisce.
Alberto, tu però hai anche detto che "Gesù credeva nella venuta di questo qualcosa, inteso in senso materiale". Non é possibile invece che questa venuta materiale sia un messaggio strumentale, necessario per dare maggiore forza al messaggio spirituale?
E' come quello che accade con la resurrezione che é metafora della resurrezione spirituale, ma che é stata anche interpretata come resurrezione del corpo fisico.
Citazione di: anthonyi il 05 Agosto 2022, 19:13:18 PME' come quello che accade con la resurrezione che é metafora della resurrezione spirituale, ma che é stata anche interpretata come resurrezione del corpo fisico.
tu dici di prenderla come metafora di Gesù , e Gesù insegnava ai suoi discepoli tramite delle metafore. Tuttavia per quanto riguarda la venuta del Regno di Dio ci sono molti versetti in cui Gesù attesta con convinzione che questo sarebbe avvenuto da lì a poco. Gesù era un Ebreo, e rimase Ebreo fino alla fine, non tradì mai la Torah , se mai combatteva per un osservanza più veritiera e profonda di quella che era la sua religione Ebraica. Gesù credeva fermamente che quello che vi era scritto, in quello che noi chiamiamo Antico Testamento, erano fatti storici, reali, l'esodo del popolo attraverso le acque che si sono aperte, la caduta dei muri di Gerico allo squillo delle trombe erano fatti accaduti storicamente. E Gesù credeva con sicurezza, esattamente come i profeti, che quel braccio del Signore che si era manifestato nella storia, si sarebbe ripresentato con la stessa efficacia e con la stessa potenza nel presente. Insomma il concetto cardine e centrale della predicazione di Gesù è la venuta imminente del Regno di Dio e su questo punto c'è una totale unanimità fra tutti gli studiosi. E un Regno di Dio, lo ripeto per l'ennesima volta, che sarebbe arrivato presto, prestissimo. Sentiamo queste parole che secondo me rappresentano quello che viene definita la "ipsissima vox Jesus" cioè la voce stessa di Gesù ; MArco 13:30" in verità io vi dico, non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga" parlando del Regno di Dio ..matteo 10:23 "in verità io vi dico, non avrete finito di percorrere le città di Israele prima che venga il figlio dell uomo" marco 9:1 " in verità io vi dico, vi sono alcuni qui presenti che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio in tutta la sua potenza" matteo 3:36 " in verità io vi dico, tutte queste cose ricadranno su questa generazione" Marco 1:15 " il tempo è compiuto , il regno di Dio è imminente, convertitevi". Queste parole lasciano pochi spazi a diverse interpretazioni metaforiche. Queste parole attestano la ferma convizione di Gesù riguardo la venuta imminente del regno di Dio.
Gesù opera in un periodo storico dove la Giudea è al centro di un periodo di conquiste da secoli, invasi e stuprati continuamente dai popoli dintorno, il popolo ebraico, convinto d'essere eletto ma bisfrattato nei fatti, cerca una nuova evoluzione alla domanda sull'esistenza del male sulla terra, ma specialmente sul popolo ebraico. Già con Daniele si intravedono le fondamente del pensierio gesuano, esseno. Molti predicatori affollano le strade e penzolano dalle croci, ma solo uno entrerà nella storia, anzi più d'uno, un altro potrebbe essere Giovanni Battista che viene decapitato non certo per la venuta di regni metafisici e personali. Dopo/durante la rivolta ebraica terminata con la distruzione del tempio di Gerusalemme (caso vuole..), il canone viene cominciato a essere messo per scritto, è il culmine di decadi di insoddisfazione e frustrazione. Gesù, almeno nella sua rappresentazione paolina, è apolitico, ma esclusa la mano "gentile" sui testi, da una parte abbiamo uno zelota, un rivoluzionario politicamente inteso, dall'altra un apocalittico, un filosofo con varie sfumature politiche estrapolabili. L'idea del puro asceta invocatore di regni spirituali metafisici e psicologici cozza con la storia: sarebbe morto di vecchiaia. Ma questo non nega la possibilità di poter trarre vantaggio da una simile analisi, nella coscienza della sua limitatezza e arbitrarietà, il significato del testo è frutto del lettore.
concordo nuovamente il tuo intervento , Gesù era uno zelota e alcuni dei sui discepoli erano zeloti, zelota per chi non lo sapesse equivale a dire "partigiano" . Quindi Gesù era un partigiano e voleva la liberazione dal dominio Romano sul popolo Ebreo giustamente. Gesù non disse mai di se stesso di essere il Cristo, altri lo caricarono di questo titolo. Quindi fai bene a parlare di Gesuanesimo e non di Cristianesimo, Gesù non è il fondatore del Cristianesimo , Il Cristianesimo fu fondato a partire da San Paolo molto tempo dopo la morte di Gesù. Tornando ai tempi di Gesù c'è da dire che religione e politica erano estremamente connessi, non si poteva a quel tempo essere religioso senza desiderare l'indipendenza di Israele, era impossibile. Ma a parer mio gli atti e gli insegnamenti di Gesù non hanno una dimensione politica come si potrebbe presumere dal momento che fu uno zelota del suo tempo. L'azione politica prevede un cambiamento di quel tempo nella storia incisa da una rivoluzione, Gesù non voleva cambiare quel tempo della storia mediante una rivoluzione ,Gesù credeva che quel tempo sarebbe stato completamente rivoluzionato , non da lui ma da Dio. Gesù ha predicato la divisione del tempo, arrivava qualcosa che avrebbe scompaginato completamente la storia ma non doveva prepararla lui assieme agli altri facendo rivoluzione , no, questa cosa arriva , è un evento , "è il giorno di Yavhè " come dicevano i profeti.
Citazione di: InVerno il 06 Agosto 2022, 08:45:05 AML'idea del puro asceta invocatore di regni spirituali metafisici e psicologici cozza con la storia: sarebbe morto di vecchiaia.
Gesù viene crocifisso per decisione dei vertici religiosi ebraici, questo perché questi vertici si sentono minacciati da quello che lui dice, anche nei loro confronti, in senso religioso, certamente non politico.
Questo voler attribuire a Gesù una categoria politica, proprio a quel Gesù che ha segnato l'inizio della separazione tra politica e religione per tutta l'umanità, vuol dire falsificare il senso della sua opera, umana o divina che essa sia.
Di fomentatori della ribellione contro i romani ce n'erano tanti allora, ma Gesù non era certo tra questi anche se molti di quei fomentatori lo avrebbero voluto vista la sua notorietà. E dubito fortemente che anche tra i suoi seguaci albergasse lo spirito combattivo degli zeloti.
Alberto Knox: "Il tempo è compiuto, il regno di Dio è imminente, convertitevi."
Queste parole attestano, la ferma convinzione di Gesù riguardo la venuta del regno di Dio"
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Ma certamente che Gesù sapeva della venuta imminente del Regno di Dio.
Ma cosa si intendeva per "Regno di Dio?"
Forse la giusta spiegazione la si trova ..secondo me, nel Vangelo di Matteo (27;50-51) :
"...e Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rende lo Spirito;
ed ecco la Cortina del Tempio si squarciò in due, da cima a fondo"
Simbolicamente: La Cortina del Tempio era la barriera che separava il "Santissimo" dal resto del tempio, e solo il gran Sacerdote poteva penetrarla, a chiunque era proibito oltrepassarla, in sintesi, nessuno poteva avvicinarsi a Dio.
Con la morte ed il sacrificio di Gesù, da quel momento a chiunque desiderava e desidera avvicinarsi al Signore
non c'è più nessun ostacolo che lo impedisce.
naturalmente sempre secondo la mia convinzione
La mia riflessione e' sempre che il passato e' una dimensione temporale CHIUSA alla volonta' /progettualita' umana e APERTA all'umana coscienza/conoscenza.
Viceversa il futuro e' quella dimensione temporale CHIUSA alla coscienza/conoscenza e APERTA alla volonta' /proggettualita'.
Se si collocano il bene e il male in queste due dimensioni temporali, allora abbiamo una differenza etica esperienzialmente vissuta come una differenza temporale, un sentimento etico del tempo.
Se vi era lunga e consolidata abitudine a collocare il bene nell'una e il male nell'altra, quando qualcuno o qualcosa improvvisamente le "scambia", ci fa vedere il mondo in prospettiva temporale opposta, allora abbiamo una "rivoluzione".
Che pero' va pensata come rivoluzione nel sentimento del tempo.
Come rivoluzione nella priorita' "salvifica" tra conoscenza e fede/volonta' , tenendo conto pero' che conoscenza e fede/volota' non sono la stessa cosa perche' preferiscono, per loro natura, delle dimensioni temporali diverse, "operano", in dimensioni temporali diverse.
Dal nostro presente vediamo "nitidamente" il nostro passato, ma non abbiamo alcun potere su di esso.
Non vediamo, o vediamo solo nebulosamente il futuro, il luogo e il tempo stesso dell'indeterminato, ma, soprattutto tramite l'istinto e la tecnica, abbiamo entro certi limiti potere su di esso e lo determiniamo.
Lo scegliamo. Lo plasmiamo con la nostra volonta' avvantaggiandoci proprio della sua indeterminatezza.
Lo scambio tra futuro e passato e' effettivamente uno scambio tra conoscenza e potere, opposti che in una loro sovrapposizione brutamente "immediata", istantanea, non potrebbero proprio coesistere, in quanto la conoscenza, essendo determinazione, crea un ordine esteriore/esterno al conoscente, e il potere, senza la conoscenza, si riduce al doloroso fallimento e all'arbitrio.
Fatta questa lunga o sono sostanzialmente d'accordo con quei filosofi, tra cui sicuramente il nostro contemporaneo e per certi versi molto criticato Galimberti, che hanno sostenuto che l'importanza del cristianesimo risiede nella "rivoluzione" intrinseca nell'accordare, da parte del cristiano, finalmente la preferenza etica al futuro, in un mondo platonico (memorico e decadente), che aveva sempre accordato la preferenza etica al passato.
"Verra' il regno di Dio" sostanzialmente significa che il futuro (il regno di Dio) sara' migliore del passato (il tempo dela prova).
Non importa, a questo fine, se la rivoluzione la faremo noi, o se la fara' Dio stesso.
Importa il fatto stesso che il futuro sara' migliore del passato.
La rivoluzione non e' etica, non e' politica, non e' religiosa, ma e' posizionale e prospettica rispetto al sentimento stesso del tempo.
Un pensiero della decadenza, preferisce il passato. Un pensiero dell'eskaton e delle cose ultime, preferisce il futuro.
Il cristianesimo non e' un puro platonismo, ma solo perche' il vero e originario platonismo vive di conoscenza e reminiscenza, colloca il mondo delle idee, (e dunque il bene) nel passato; il cristianesimo viceversa vive di fede e di folli anticipazioni, colloca il mondo delle idee (e dunque il bene) nel futuro.
Il passato e' il luogo della conoscenza, ma e' stato proprio l'evento -e l'avvento- dell'affermare con forza, da un certo punto del tempo in poi, che non salva la conoscenza, ma salva la fede, a svalutare eticamente il passato. E quindi a "sovvertire" la gerarchia delle dimensioni temporali che era propria dell' originario platonismo.
La vita non e' piu' valutata a partire da un suo ipotetico stato di prenascita, ma da uno di postmorte. Sembra quasi lo stesso, ma a ben vedere cambia tutto.
Non si tratta piu' di recuperare un punto di vista (genuinamente gnostico o platonico) sull'increato, un punto di vista in cui la creazione, proprio come la nascita, non sia la realta' ultima; ma di giustificare per davvero la nascita e la creazione, di prenderle sul serio.
Questa e' la vera implicazione del paradiso e della resurrezione, non importa se siano futuri o immanentemente presenti, se siano una realta' o una metafora. La vita deve attraversare la morte per valutarsi, e quindi anche la nascita, l'incarnazione, e' una necessità. E' un fatto, che il MATERIALISTA Aristotele piacque ai cristiano medioevali europei piu' dello SPIRITUALISTA Platone.
"Il maestro di color che sanno". Uno che diceva che l'anima era mortale e Dio aveva senso solo in quanto Dio del mondo. Se fosse stato un loro contemporaneo, lo avrebbero messo al rogo in cinque minuti. Ma sostanzialmente piacque piu' di Platone perche' non spiegava solo la possibilita' astratta del mondo, ma la sua concretezza e necessita'. Non il suo prima, ma il suo dopo.
Il tempo in senso umano esiste perche' la volonta' se ne fa qualcosa del tempo, preferisce nel tempo, preferisce delle parti e delle fasi del tempo a delle altre.
La realta' ultima e' la volonta', non il tempo.
L'eskaton e la decadenza sono giudizi sul male e sulla sofferenza dati dall'umano e dal presente, il vero oggetto del contendere e' l'irreversibile, non il tempo.
Se poniamo che il bene abiti nel passato, allora il male e' irreversibile. E' qualcosa che segna il tempo facendolo andare verso il peggio a partire dal punto della sua manifestazione.
E il desiderio, in quanto desiderio del bene perdibile o perduto, si rivolge al bene nella sua purezza. All'eterna primavera in cui non si soffere neanche nella memoria. All'innato e all'increato. E' il desiderio che il passato sia noto, e che la dimensione del noto contenga solo il bene.
Se il bene abita nel futuro, allora il male e' reversibile.
Il desiderio si rivolge non al solo bene, ma alla fase temporale frammista della trasformazione del male in bene. "Liberaci dal male".
Il male non serve solo da lezione, ma da criterio di intendimento diretto; per chi e' nel male il bene significa la trasformazione del male in bene, un processo che si avvantaggia spontaneamente del flusso del tempo, non uno che ne sia ostacolato.
Il tempi e' creato dal bene per il bene, l'ordine del tempo prima-e-dopo non puo' che essere un ordine migliorativo, col maggior bene dopo e il minor bene prima.
Il sacrificio stesso di Cristo non viene a restaurare, ma a migliorare. E' il concetto della misericordia e della provvidenza.
E' dunque il giudizio sulla possibilita' del bene e sulla reversibilita' del male, se vogliamo il giudizio sulla morte, che e' cambiato nel cambiamento dal pensiero della decadenza a quello dell'eskaton, non il giudizio sul tempo in quanto tale.
E' questa la dialettica tra preferenza etica del passato e preferenza etica del futuro: la prima racchiude e maschera un nichilismo della volonta' (come forza attiva) , la seconda un nichilismo dell'oggetto di coscienza (e quindi potenzialmente anche di ogni possibile oggetto voluto); e solo contemplandoli entrambi si puo' capire il presente come punto di rottura, come punto di osservazione e di azione del desiderio.
La stessa cosa la ritroviamo identica nel passaggio da un'etica sostanzialmente intellettualistica come fu quella originaria platonica e greco-classica, a un'etica delle intenzioni e del libero arbitrio, come fu quella compiutamente cristiana.
L'intellettualismo etico socratico trova il suo limite e il suo essere controintuitivo nel fatto che svaluta, o meglio automatizza, rende inumana e impropriamente generica la volonta' , per valutare ed elevare al massimo grado quello che non e' volonta' ma semplice discernimento:
"tutti gli uomini vogliono il bene ma (purtroppo) non tutti gli uomini conoscono il bene."
Il problema dell'etica consiste nel far conoscere il bene agli uomini. Una volta che gli uomini conosceranno il bene, automaticamente, inevitabilmente lo sceglieranno. Chi non sceglie il bene, dimostra solo di non conoscerlo fino in fondo, di non averlo nella mente e nel cuore.
Qui il bene e' sempre l'oggetto del desiderio e solo a volte l'oggetto della conoscenza, quindi la differenza la fa la conoscenza, con la sua accessibilita' e i suoi contenuti.
Il concetto teologico del libero arbitrio, anche se nelle formulazioni piu' raffinate si tenta, in modi piu' o meno riusciti, di farlo derivare dall'intellettualismo etico socratico, in realta' funziona in modo diametralmente opposto: svaluta, nel senso che automatizza, universalizza impropriamente, il discernimento del bene e del male, per valutare al massimo grado la volonta':
Tutti gli uomini sono creati da Dio e hanno in se' la scintilla positiva del discernimento del bene, ma (purtroppo) non tutti gli uomini fanno il bene.
Semplicemente perche' tutti sono liberi e alcuni non lo vogliono fare.
La resposabilita' del male fatto e' nostra perche' Dio, al netto delle prove e delle tentazioni, ci crea abbastanza perfetti da distinguere il bene dal male. Se poi il male lo facciamo o no e' una pura questione di volonta', in cui la conoscenza entra solo marginalmente.
Qui il bene e' sempre l'oggetto della conoscenza e solo a volte l'oggetto della volonta'.
E' possibile ed eticamente tematizzabile una cattiva volonta'.
La differenza, qui la fa la volonta'.
Ma la volonta' agisce sul presente e sul futuro, la conoscenza e' sempre conoscenza del passato.
Eticizzare la conoscenza, o eticizzare la volonta' e' sempre eticizzare alcune dimensioni temporali piuttosto che altre.
Solo se passato e futuro sono uguali, sono in assoluto inadatti a contenere e "descrivere" bene e male.
L'uguale contiene l'uguale. E noi vogliamo che bene e male siano diversi, che non siano contenuti in due termini di una qualsiasi eguaglianza.
L'eterno ritorno, l'idea nietzscheana che attribuisce eguaglianza di contenuto a futuro e passato, insegna a non sentire la differenza etica (bene e male) come differenza temporale (passato e futuro).
A farsene qualcosa di ulteriore del bene e del male che non sia collocarli in passato e futuro. In nessuno dei "due" ordini storici finora classicamente e religiosamente sperimentati.
E' oltre cristianesimo e platonismo. Oltre ogni pensiero dell'eskaton o della decadenza.
Bisogna dire che passato e futuro sono uguali contro l'ipocrisia, o comunque contro la falsita', degli uomini che li hanno usati alternativamente per contenere il bene o il male, lo spirito o la materia.
Uguali ed autocausati. Una dimensione temporale non e' causa dell'altra. Due termini di un'uguaglianza non si causano tra di loro. Un nuovo senso in cui possiamo pensare il nostro essere liberi. Lo spartiacque libero del tempo.
Citazione di: anthonyi il 06 Agosto 2022, 11:13:13 AMQuesto voler attribuire a Gesù una categoria politica, proprio a quel Gesù che ha segnato l'inizio della separazione tra politica e religione per tutta l'umanità, vuol dire falsificare il senso della sua opera, umana o divina che essa sia.
Messia è una categoria politica ebraica, è il nome proprio del pretendente al trono di Giudea, che evidentemente per essere tale deve essere vivo, motivo per il quale tra gli ebrei non fu per niente famoso, l'idea di un messia morto tra loro era risibile. Non sono stato io a "forzare" categorie politiche sul personaggio, poteva essere semplicemente "rabbi", ma era anche "messia", semmai a forzare le cose è chi sostiene che nell'impero si ammazzessero gli asceti che millantavano troni metafisici. Non sono neanche d'accordo con l'idea che Gesù fosse uno zelota, ma come viene espresso sia da te che da Alberto, essendo che nella società ebraica del tempo religione e politica erano praticamente indistinguibili, sarebbe assurdo sostenere entrambi gli estremi, spiritualistici e politici, tertium datur. E' importante capire la dimensione politica di Gesù perchè riporta la discussione su cosa si può fare qui e ora, un messaggio che evidentemente ai detentori del potere non è mai andato a genio. E' anche importante perchè senza la storia non ha alcun senso.
Citazione di: niko il 06 Agosto 2022, 16:26:58 PMerra' il regno di Dio" sostanzialmente significa che il futuro (il regno di Dio) sara' migliore del passato (il tempo dela prova).
Non importa, a questo fine, se la rivoluzione la faremo noi, o se la fara' Dio stesso.
Importa il fatto stesso che il futuro sara' migliore del passato.
e dai tempi di Gesù a oggi il mondo è migliorato? è peggiorato? ..per certi versi io penso migliorato, ma con questo non si può certo dire che questo mondo sia il Regno di Dio di cui parlava Gesù. Per questo motivo , personalmente , intendo il regno di Dio come il Regno intereriore ...di Dio, ciascuno di noi può essere un Regno diDio dentro di sè. E qui io mi fermo.
Aggiungo anche che ritengo inutile cercare e trovare o non trovare esattezze nella Bibbia. Ad esempio chiedersi se Adamo ed Eva sono esistiti veramente. Dietro la storia di Adamo ed Eva, il giardino dell'eden, l albero dal frutto proibito , si nasconde una grande verità. E questa grande verità che noi divremmo comprendere, più del fatto che adamo ed eva son esistiti veramente è più importante il messaggio che trasmette. Quella storia , è stata scritta per trasmettere una verità molto profonda.
Alberto. Anch'io ritengo che la Bibbia debba essere letta come uno dei più grandi libri della tradizione scritta umana, al di là dei suoi significati letterali. Ma se si supera il significato letterale, si moltiplicheranno le più diverse interpretazioni. La qual cosa è arricchente in una visione laica della Bibbia, poiché questa visione promuove la presenza di molteplici verità. Se però si resta nel solco della verità religiosa, la diversità delle interpretazioni diventa un " "casus belli", come già accaduto innumerevoli volte nella storia del cristianesimo. Ad esempio la storia di Adamo ed Eva, la interpreto come l'uscita dell'umanità dallo stato di natura. L'uomo prende coscienza di sè e della sua solitudine come singolo e come specie. L'albero della conoscenza del bene e del male non è altro che la raffigurazione della conquista della cultura umana, che traccia un confine netto fra ciò che l'umanità era prima e ciò che è diventato dopo. Ciò che non posso accettare è la visione decadente dell'umanità che è sottesa a Genesi. L'umanità inconsapevole dei genitori e dei nonni di Adamo ed Eva non era così idilliaca. L'Eden era popolato di tigri enormi e lupi ancora più grandi, capaci di frantumare una gamba umana senza problemi. L'uomo viveva in una condizione di estrema paura, assalito da malattie sconosciute è pronto per morire di vecchiaia a trenta/quaranta anni.
La negazione dell'ambivalenza è il peccato originale della Bibbia, almeno fino al Cristianesimo ed è invece la presenza dell'ambivalenza a farmi apprezzare il paganesimo ellenistico. Il fatto che la Bibbia abbia avuto questo enorme successo, trasmettendosi da una piccola popolazione patriarcale e ad economia pastorale a mezzo mondo, è un altro tema che merita la massima attenzione. Evidentemente accettare l'ambivalenza è doloroso. Pensare che noi potremmo essere dei criminali, oppure dei traditori, o dei violenti o degli ipocriti, come effettivamente talvolta siamo stati, ci perturba. Solo con il Vangelo (scritto in greco, non dimentichiamolo) entra nella Bibbia l'ambivalenza. Ma è una ambivalenza incatenata, perché dietro di essa continua ad esistere il pensiero paranoico della netta separazione del bene e del male.
Citazione di: Jacopus il 07 Agosto 2022, 12:44:54 PMMa è una ambivalenza incatenata, perché dietro di essa continua ad esistere il pensiero paranoico della netta separazione del bene e del male.
io sento dentro di me , un credente e un non credente, un animo buono e un animo molto meno buono. E sento che c'è separazione fra le due cose , cioè male e bene sono entrambi presenti ma poi è la mia coscienza che decide di volta in volta che cosa scegliere.
è inutile che continuiamo ad avere opinioni su questo o quello scritto bibblico in maniera filosofica se poi non andiamo a toccare la vita così come essa viene vissuta interiormente. Male e bene, basta guardare dentro di sè per capire che sono nettamente separati. O tu puoi fare del male e poi dire che eri buono e giusto mentre lo facevi? no, non puoi , stessa cosa vale per il contrario.
"conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" non si dovrebbe mai estrarre una frase dal suo contesto intero , il fatto è che non credo che in quella frase Gesù si stesse riferendo alla verità della parola ma una verità molto più intima rivolgendosi ai propi discepoli. Cosa è importante nella vita degli uomini? sapere che Gesù è la verità oppure sapere la verità riguardo se stessi e il rapporto con se stessi con il divino? io opto per la seconda ipotesi, che è la vera esperienza con il divino. Cosa vuole dire arrivare al padre? cosa significa dire "sento Dio"? ma ti sembra plausibile che l'essere umano possa avere l'espereinza con il divino solo leggendo la parola di Gesù e da questa trarne la verità? no, non è possibile perchè l'uomo ha fatto esperienza con il divino ancora molto prima che il cristianesimo prendesse piede, e vogliamo forse dire che i buddhisti non fanno esperienza spirituale con il diivino? o gli islamici? o nella religione Ebraica? Allora di quale verità stiamo parlando? della verità rivelata nei vangeli? e quante religioni professano una verità rivelata? sono almeno 4 , islam, ebraismo, Cristianesimo e veda. Chi di queste 4 ha il potere di dire che la propia confessione sia la verità universale? nessuna. Allora qual'è la verità che io posso conoscere se non quella di cui posso fare esperienza? ma ti sembra che può riguardare Gesù questa verità? è in quest'ottica che io estendo il mio discorso. Sto dicendo che quando l'uomo partendo dalla solitudine sale interiormente al di sopra del propio io e ascolta e sente che fa parte di qualcosa di molto più grande del propio io del propio corpo, che sente che è parte del cosmo , che fa parte della logica e origine della vita . ecco io in quel momento dico che l'uomo fa un esperienza spirituale con il divino. Cosa vuol dire "sento dio" cos'è si sente una voce? no, è un sentire che non procede dalle parole, è un sentimento, è l'incontro con l'assolto, è un sentimento di pace con se stessi e con il mondo.
Citazione di: Alberto Knox il 08 Agosto 2022, 13:03:56 PM[...] Sto dicendo che quando l'uomo partendo dalla solitudine sale interiormente al di sopra del proprio io e ascolta e sente che fa parte di qualcosa di molto più grande del proprio io del proprio corpo, che sente che è parte del cosmo , che fa parte della logica e origine della vita . ecco io in quel momento dico che l'uomo fa un esperienza spirituale con il divino. Cosa vuol dire "sento dio" cos'è si sente una voce? no, è un sentire che non procede dalle parole, è un sentimento, è l'incontro con l'assolto, è un sentimento di pace con se stessi e con il mondo.
I primi greci parlavo di divino non in riferimento al Tutto, ma al principio, all'arché che esprimendosi generava ogni cosa. Il Tutto, il Cosmo, in quanto tale, può essere detto divino solo trasfigurando il significato autentico di divino, che è attinente sempre ad una potenza, ad una forza che genera vita.
Sul Gesù dei quattro vangeli si possono dire con sicurezza solo poche cose. Tra queste il fatto che Gesù, per la sua prossimità misteriosa a Dio, ne incanala la potenza guaritrice. Le grandi scene di guarigione, di liberazione dai demoni, ci dicono che la forza di Dio non viene da Gesù, ma Gesù riesce a farsi mezzo di espressione di questa potenza.
Ma appunto si tratta di potenza, di forza.
Espressione del divino è questa potenza.
Il cristiano che ai giorni nostri si reca a Lourdes mostra di avere fede in questa potenza, mostra di avere fede ancora nella forza guaritrice di Dio. Prega affinché Dio, di nuovo, produca effetti concreti di guarigione, di salvezza.
Se l'uomo si libera dal proprio egocentrismo non accede ad alcunché di divino ma molto più semplicemente capisce che la sua "sostanza umana" è composta soprattutto da interazioni con il proprio ambiente, con le cose inanimate che lo circondano, con la natura, con le altre persone, etc.
Questa consapevolezza di essere intrecciato con le cose del mondo non si capisce perché dovrebbe produrre una specie di esperienza mistica. Io direi piuttosto si tratta di uno dei primi gradini del filosofare.
Citazione di: Kobayashi il 09 Agosto 2022, 09:56:39 AMSe l'uomo si libera dal proprio egocentrismo non accede ad alcunché di divino ma molto più semplicemente capisce che la sua "sostanza umana" è composta soprattutto da interazioni con il proprio ambiente, con le cose inanimate che lo circondano, con la natura, con le altre persone, etc.
Questa consapevolezza di essere intrecciato con le cose del mondo non si capisce perché dovrebbe produrre una specie di esperienza mistica. Io direi piuttosto si tratta di uno dei primi gradini del filosofare.
sottoscrivo il ragionamento , ma aggiungo, tutto sta a cosa si intende per Spirito e quindi a cosa si intende per esperienza Spirtuale.