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Che cos'è il Quantitative Easing?
Tra finanza ed economia reale
Di Francesco Fucà - Marzo 2015
Il 9 Marzo ha visto l’esordio del QE, cioè Quantitative Easing, in Italiano “allentamento quantitativo”. Si tratta di una misura straordinaria della BCE messa in atto con l’intento di arginare la deflazione e scuotere il mercato del credito, rilanciando così l’economia dell’Eurozona.
Come già fatto in passato da altre Banche centrali (come la Federal Reserve, la Bank of England e la Bank of Japan) con il Quantitative Easing la BCE andrà ad acquistare principalmente titoli di Stato, ampliando la quantità di moneta in circolazione. Questa nuova liquidità dovrebbe entrare poi nell’economia reale.
L’istituto di Francoforte si propone di acquistare 60 miliardi di euro di titoli al mese fino a settembre del 2016, pubblicando ogni lunedì l’importo complessivo acquistato la settimana precedente e ogni mese la vita residua dei titoli acquistati paese per paese.
L’allentamento monetario dovrebbe avere l’effetto di facilitare l’accesso al credito da parte di famiglie e imprese. Questo credito a basso costo dovrebbe stimolare gli acquisti, allontanando così il rischio di deflazione. Un aumento dei consumi rimetterebbe, quindi, in moto il mondo della produzione, innescando un circolo virtuoso sull’economia reale: questo, in sintesi, l’obiettivo che si prefigge l’organismo diretto da Mario Draghi, ieri al centro di proteste e agitazioni.
Inoltre, gli acquisti della Banca centrale provocheranno un rialzo della domanda di titoli di Stato, che si tradurrà in un incremento del prezzo e in un abbassamento dei rendimenti.
Il QE potrebbe avere effetti positivi anche sulle borse. I bassi rendimenti delle obbligazioni potrebbero spingere molti investitori a spostarsi su assetti più rischiosi come le azioni. La prima reazione dei mercati è stata positiva. Questa settimana l’indice Eurostoxx 50 ha toccato nuovi massimi da giugno 2008, arrivando a quota 3.700 punti. Gli analisti hanno ora gli occhi puntati sulla Federal Reserve, che probabilmente posticiperà il rialzo dei tassi a dopo l’estate.
Francesco Fucà